Philosophiae Naturalis Principia Mathematica: differenze tra le versioni

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{{F|scienza|luglio 2009}}
{{Libro
[[File:NewtonsPrincipia.jpg|thumb|upright=1.6|La copia dei ''Principia''' dello stesso Newton, contenente alcune correzioni a mano in vista della seconda edizione.]]
|titolo = I principi matematici della filosofia naturale
|titoloorig = Philosophiae Naturalis Principia Mathematica
|immagine = NewtonsPrincipia.jpg
[[File:NewtonsPrincipia.jpg|thumb|uprightdidascalia =1.6|La copiaCopia della prima edizione dei ''Principia''' delloappartenuta stessoa Newton, contenente alcune correzioni adi sua mano in vista della seconda edizione del 1713.]]
|annoorig = 1687
|genere = [[Trattato (opera)|trattato]]
|sottogenere = scientifico
|lingua = LAT
}}
 
I '''''Philosophiae Naturalis Principia Mathematica''''' (in italiano: ''"I [[Principio|principi]] [[matematici]] della [[filosofia della natura|filosofia naturale]]"), noto semplicemente come '')'''Principia''''', è un' [[Trattato (opera)|trattato]] in tre volumilibri di [[Isaac Newton]], pubblicatapubblicato il 5 luglio [[1687]]:<ref>''[https://cudl.lib.cam.ac.uk/view/PR-ADV-B-00039-00001/1 Philosophiae naturalis principia mathematica]'', autore Is. Newton, Londini, iussu Societatis Regiae ac typis Josephi Streater, anno MDCLXXXVII</ref> unanimemente considerato una delle più importanti opere del pensiero [[scienza|scientifico]], in essa lo [[scienziato]] inglese enunciò le [[leggi della dinamica]] e la [[legge di gravitazione universale]].
È unanimemente considerata una delle più importanti opere del pensiero [[scienza|scientifico]]. In essa Newton enunciò le [[leggi della dinamica]] e la [[legge di gravitazione universale]].
 
== Il contestoContesto storico ==
=== L'inizioInizio della [[rivoluzione scientifica]] ===
{{Main|Rivoluzione scientifica}}
Un secolo prima della nascita di [[Isaac Newton|Newton]], [[Niccolò Copernico]] aveva posto lail terra[[Sole]] dalal centro dell'universo con la sua [[teoria eliocentrica]]. Il modello fu completato da [[Giovanni Keplero|Johannes Kepler]] nel 1609, quando egli scoprì che le orbite planetarie sono [[ellisse|ellittiche]], che il [[sole]]Sole è uno dei fuochi e che Ilil [[raggio vettore]] che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in tempi uguali ([[Leggi di Keplero]]).
(vedi [[Leggi di Keplero]]).
 
I fondamenti della dinamica moderna erano stati posti da [[Galileo Galilei|Galileo]] che era arrivato molto vicino a enunciare il [[principio d'inerzia]]. In più, gli esperimenti di Galileo con il piano inclinato avevano stabilito precisi rapporti matematici fra tempo trascorso, l'accelerazione, la velocità e la distanza per il moto uniforme e uniformemente accelerato.
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Sempre in quegli anni [[Cartesio]] invece aveva dichiarato che i corpi possono influenzarsi a vicenda soltanto attraverso il contatto; un principio che indusse lo stesso Cartesio a supporre l'esistenza di un mezzo invisibile loro come il ''propagatore'' di interazioni quali luce e gravità, l'[[etere (fisica)|etere]].
 
=== Il ruoloRuolo di Newton ===
Newton aveva studiato queste teorie mentre si stava laureando. Durante questo periodo (1664-1666) scoprì il [[teorema binomiale]], gettò le basi al [[calcolo infinitesimale]] ed effettuò i primi esperimenti sull'ottica. In più iniziò a studiare la dinamica. Nel corso dei seguenti anni, pubblicò i suoi esperimenti sulla luce e sulla teoria dei colori ma non le altre scoperte. Divenne socio della [[Royal Society]] e il secondo [[Professore lucasiano di matematica|professore Lucasiano di matematica]].
 
DuranteNewton affermò che durante la peste dell'anno 1665, Newtonmentre ebbe,si secondotrovava unanella storiasua quasiresidenza sicuramentedi falsacampagna, un colpo di geniovide quandocadere una [[mela]] caddee sulla sua testa: grazie alla mela iniziòcominciò infatti a pensare alla [[gravitazione universale|gravità]]<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.newscientist.com/blogs/culturelab/2010/01/newtons-apple-the-real-story.html|titolo=Newton's apple: The real story|data=18 gennaio 2010|accesso=26 febbraio 2018|autore=Amanda Gefter|sito=NewScientist}}</ref>. Alcune osservazioni (in una corrispondenza con l'astronomo reale [[John Flamsteed]]) su di una cometa e altre sulla [[caduta dei gravi]] (in una corrispondenza con [[Robert Hooke]]) lo portarono a perfezionare le sue idee e a enunciare la [[gravitazione universale|legge di gravitazione universale]] che unificava le [[leggi di Keplero]] e gli studi di [[Galileo Galilei|Galileo]].
 
=== Primi lavori di Newton sul moto ===
Negli anni sessanta del [[XVII secolo]] Newton studiò la dinamica delle collisioni fra i corpi, deducendo che il [[centro di massa]] di due corpi che collidono rimane in moto uniforme. Altri manoscritti dello stesso periodo mostrano l'interesse di Newton circa il moto dei pianeti e che nel 1669 egli mostrò che, nel caso di moto circolare di un pianeta, la forza che egli definiva ''Sforzo di recesso'' (oggi conosciuta come [[forza centrifuga]]) aveva un'intensità proporzionale all'inverso del quadrato della distanza del pianeta dal centro della sua orbita. Dopo lo scambio di opinioni con Hooke del 1679-1680, Newton adottò la definizione di [[forza centripeta]] o interna. Secondo l'allievo di Newton [[J. Bruce Brackenridge]], malgrado siano stati fatti sostanziali cambiamenti in termini di punti di vista, oltre che linguistici, tra forza centrifuga e centripeta, i calcoli e le osservazioni fatte rimanevano uguali. Essi compresero anche la visione del moto orbitale come combinazione di spostamenti radiali e tangenziali, che Newton aveva abbozzato nei primi anni '60 del secolo. La differenza tra forza centrifuga e centripeta, sebbene rappresentasse un significativo cambio di prospettiva, non cambiò l'analisi matematica che Newton fece. In quegli stessi anni Newton definì il concetto di inerzia lineare.
 
===La controversiaControversia con Hooke ===
[[Robert Hooke|Hooke]] pubblicò le sue teorie sulla gravitazione in quegli stessi anni e in maniera definitiva nel 1674. Egli elaborò il principio di attrazione gravitazionale nel 1665 nel volume ''Micrographia,''. nelNel 1666 collaborò alla stesura di "''On Gravity'' (''Sulla gravità"Gravità'') per la Royal Society, ein nelcui 1674compariva pubblicòla letrascrizione suedella ideesua nelconferenza "Sistemasui del''Movimenti Mondo"Planetari come supplementoProblema aMeccanico'', "Tentativotenuta di provare il moto osservabile della Terra". Hooke postulò chiaramentepresso la mutuaRoyal attrazione traSociety il Sole23 emaggio i pianeti, con una intensità che cresceva con la vicinanza fra i corpi, insieme ad un principio di inerzia lineare1666. Le affermazioni di Hooke delNel 1674 nonpubblicò facevanole alcunasue menzioneidee alsulla fattogravitazione chenel alibro queste attrazioni si applicasse una legge di proporzionalità con l'inverso'An delAttempt quadrato della distanza. Inoltre la gravitazione di Hooke non era universale e non era accompagnata dato prove ethe dimostrazionimotion matematicheof soddisfacenti.the SuEarth questiby ultimiObservations'' due(''Un aspettitentativo Hookedi glissò dicendo che avrebbe affrontatodimostrare il problemamoto aldella termineTerra deimediante lavori che stava compiendoosservazioni'').
 
Nella monografia del 1674 Hooke postulò chiaramente la mutua attrazione tra il Sole e i pianeti, con una intensità che cresceva con la vicinanza fra i corpi, insieme ad un principio di inerzia lineare. Sosteneva inoltre che l’origine del moto curvilineo fosse l’azione di una forza attrattiva, ma non faceva alcuna menzione al fatto che queste attrazioni obbedissero ad una legge di proporzionalità con l'inverso del quadrato della distanza. Nel seguito, annunciava la sua "supposizione" della legge di gravitazione universale:
Nel novembre del 1679, Hooke iniziò uno scambio di lettere con Newton (Il cui testo è stato recentemente pubblicato). Hooke disse a Newton di essere stato nominato responsabile della corrispondenza per la Reale Accademia, e chiedeva a Newton pareri su vari argomenti tra cui la spiegazione del moto dei pianeti tramite un moto rettilineo lungo la tangente all'orbita e una componente di attrazione diretta verso il centro oppure sulle sue ipotesi riguardo alle leggi e alle cause dell'elasticità. Newton in risposta propose un esperimento "dei suoi" che avrebbe potuto rivelare il movimento della Terra, consistente in un corpo sospeso inizialmente in aria e poi lasciato cadere per misurarne la deviazione dalla verticale e ipotizzò come avrebbe continuato a muoversi il corpo se la Terra non lo avesse fermato (in una traiettoria a spirale verso il centro). Il 6 gennaio 1679 Hooke suppose che l'attrazione tra due corpi raddoppiasse con il dimezzarsi della distanza dei reciproci centri di massa di due corpi.
{{Citazione|''Assolutamente tutti i corpi celesti possiedono un’attrazione o un potere di gravitazione verso i loro stessi centri, per cui essi attraggono non solo le loro stesse parti e le trattengono dal volar lontano da loro, come si può vedere che fa la Terra, ma essi attraggono anche tutti gli altri corpi celesti che sono nella sfera della loro attività''|Robert Hooke, 1674|}}
Tale ipotesi non era tuttavia accompagnata da prove e dimostrazioni matematiche soddisfacenti. Su questo aspetto glissò, dicendo che avrebbe affrontato il problema al termine dei lavori che stava compiendo. Soltanto cinque anni dopo, il 6 gennaio 1679, Hooke suppose che l'attrazione tra due corpi raddoppiasse con il dimezzarsi della distanza tra i centri di massa dei due corpi.
 
Nel novembre del 1679, Hooke iniziò uno scambio di lettere con Newton, (Ilche cuisono testo è statostate recentemente pubblicato)pubblicate. Hooke disse a Newton di essere stato nominato responsabile della corrispondenza per la Reale[[Royal AccademiaSociety]], e chiedeva a Newton pareri su vari argomenti tra cui la spiegazione del moto dei pianeti tramite unil moto rettilineo lungo la tangente all'orbita epiù una componente diforza attrazioneattrattiva diretta verso il centro oppure sulle sue ipotesi riguardo alle leggi e alle cause dell'elasticità. Newton in risposta propose un esperimento "dei suoi" (di Hooke) che avrebbe potuto rivelare il movimento della Terra, consistente in un corpo inizialmente sospeso inizialmente in aria e, poi lasciato cadere per misurarne la deviazione dalla verticale e ipotizzò come avrebbe continuato a muoversi il corpo se la Terra non lo avesse fermato (incon una traiettoria a spirale verso il centro)., Ilse 6la gennaioTerra 1679non Hookelo supposeavesse che l'attrazione tra due corpi raddoppiasse con il dimezzarsi della distanza dei reciproci centri di massa di due corpifermato.
== Scrittura e pubblicazione ==
[[File:Newtons cradle animation book.gif|left|thumb|upright=1.2|Immagine allegorica che rappresenta il moto di un [[pendolo di Newton]] posto sopra un volume della sua celeberrima opera]]Questa era la situazione quando durante una conversazione con [[Christopher Wren]] e Hooke, [[Edmund Halley]] sentì quest'ultimo affermare di sapere la legge che governava la caduta dei gravi, ma anche il moto dei pianeti. Wren era scettico e Halley decise di affrontare il problema. Sconfitto, chiese aiuto a Newton. Egli disse di aver risolto il problema ma di aver perso le carte e si offrì di riscriverle. Halley acconsentì e, nel novembre 1684, ricevette un trattato di nove pagine denominato [[De motu corporum in gyrum]] (Sul moto dei corpi in orbita).
 
«Il 13 dicembre 1679 Newton scrisse un’importante lettera a Hooke, nella quale si può vedere che a quella data aveva raggiunto una profonda comprensione della fisica del moto causato da una forza centrale, e fornisce la prova che aveva sviluppato un metodo matematico approssimato molto efficace per calcolare le orbite per diverse forze centrali.»<ref>{{cita web|url= https://keespopinga.blogspot.com/2016/03/hooke-vs-newton.html |titolo= Hooke vs. Newton |autore= Marco Fulvio Barozzi|data=27 marzo 2016|accesso= 20 luglio 2021}}</ref>
In questa opera Newton derivava le tre leggi di Keplero presupponendo l'esistenza di una forza attrattiva che agisce proporzionalmente all'inverso del quadrato della distanza. Inoltre ha esteso la trattazione sulla dinamica, aggiungendo la soluzione al problema del movimento di un corpo in un mezzo di resistenza. Halley riferì questi risultati alla Royal Society. Newton inoltre comunicò i suoi risultati a Flamsteed, ma insistette per revisionare il manoscritto prima che fosse pubblicato. Queste revisioni cruciali si sono concretizzate nell'anno e mezzo seguente nei ''Principia''.
 
Nella prima edizione dei ''Principia'' (1687), l’ipotesi di Hooke sulla gravitazione universale non veniva citata. Pare che, dopo aver sentito delle rivendicazioni di priorità da parte di Hooke, Newton avesse eliminato molti riferimenti a Hooke dalle bozze del testo. In una lettera a Halley del 1686, Newton lamentava che:
La collaborazione di Flamsteed, che gli assicurava i dati d'osservazione necessari sui pianeti, fu molto utile a Newton durante questo periodo. Il testo del primo dei tre libri fu presentato alla [[Royal Society]] alla fine dell'aprile 1686. Hooke presentò alcune obiezioni (senza riuscire ad argomentarle) causando ritardi nella pubblicazione. Quando le osservazioni di Hooke furono rese note a Newton, che non sopportava le dispute, egli minacciò di ritirare il trattato e di non pubblicare il secondo volume. Edmund Halley, dimostrando considerevoli abilità diplomatiche, persuase Newton a non ritirare il libro e proseguirne la pubblicazione. [[Samuel Pepys]], come presidente, autorizzò la pubblicazione del trattato ma la società aveva appena speso parecchio denaro per la pubblicazione di [[De historia piscium]] (la storia dei pesci), e il costo del libro iniziale fu pagato da Edmund Halley stesso. Il terzo libro (dato che il primo venne suddiviso in due parti) fu infine completato nell'aprile 1687 e pubblicato quell'estate.
{{Citazione|''Egli [Hooke] non sapeva come metterci mano. Adesso non è invece molto elegante? I matematici che scoprono, risolvono e fanno tutto il lavoro devono accontentarsi di essere nient’altro che degli aridi calcolatori e uomini di fatica, e un altro che non fa niente, ma pretende, si accaparra tutte le cose e spazza via tutta la scoperta così come quelli che lo dovevano seguire e quelli che lo hanno preceduto.''|Isaac Newton, 1686|}}
 
Nella seconda edizione (1713), Newton permise che il suo editore, [[Roger Cotes]], scrivesse nella prefazione
== I contenuti ==
{{Citazione|''che la forza di gravità sia in tutti i corpi universalmente, altri lo hanno sospettato o immaginato, ma Newton è stato il primo e unico capace di dimostrarlo dai fenomeni e di renderlo un solido fondamento delle sue brillanti teorie''|Roger Cotes, 1713|}}
I Principia consistono in tre libri
Ma anche questa modesta concessione venne cancellata dalla terza (1726) e definitiva edizione dei Principia.
#''De motu corporum'' (Sul movimento dei corpi) è un'esposizione delle definizioni dinamiche di base (le tre leggi del moto) e delle conseguenti deduzioni basate su di queste. Inoltre contiene le risoluzioni a varie questioni che hanno a che fare con la dinamica.
# Il primo libro fu diviso in due per via della relativa lunghezza. Contiene varie applicazioni della dinamica come la descrizione matematica del moto di un corpo in un mezzo resistente e un calcolo della velocità del suono.
#''De mundi systemate'' (Sul sistema del mondo) è un saggio sulla gravitazione universale che oltre a spiegare la legge di gravitazione applica le leggi stabilite nei libri precedenti al [[sistema solare]]. Per esempio la trattazione delle irregolarità dell'orbita della luna, della derivazione delle leggi di Keplero e del movimento delle lune di Giove, delle comete e delle maree (gran parte dei dati gli fu fornito da [[John Flamsteed]]). Inoltre considera l'[[oscillatore armonico]] in tre dimensioni.
 
== Storia editoriale ==
Le definizioni date da Newton nei Principia sono esattamente le stesse che si trovano in tutti i manuali odierni. Egli definisce la “[[Massa (fisica)|massa]]” come la quantità di materia di un corpo e parte da ciò per definire la “quantità di movimento” (oggi chiamata [[quantità di moto]]) . Egli introduce poi il concetto di forza inteso come cambiamento degli stati di un corpo.
[[File:Newtons cradle animation book.gif|right|thumb|upright=1.2|Immagine allegorica che rappresenta il moto di un [[pendolo di Newton]] posto sopra un volume della sua celebre opera]]
 
[[File:Newtons cradle animation book.gif|left|thumb|upright=1.2|Immagine allegorica che rappresenta il moto di un [[pendolo di Newton]] posto sopra un volume della sua celeberrima opera]]Questa era la situazione quando durante una conversazione con [[Christopher Wren]] e Hooke, [[Edmund Halley]] sentì quest'ultimo affermare di sapere la legge che governava la caduta dei gravi, ma anche il moto dei pianeti. Wren era scettico e Halley decise di affrontare il problema. Sconfitto, chiese aiuto a Newton. Egli disse di aver risolto il problema ma di aver perso le carte e si offrì di riscriverle. Halley acconsentì e, nel novembre 1684, ricevette un trattato di nove pagine denominato ''[[De motu corporum in gyrum]]'' ("Sul moto dei corpi in orbita").
 
In questa opera Newton derivava le tre leggi di Keplero presupponendo l'esistenza di una forza attrattiva che agisce proporzionalmente all'inverso del quadrato della distanza. Inoltre ha esteso la trattazione sulla dinamica, aggiungendo la soluzione al problema del movimento di un corpo in un mezzo di resistenza. Halley riferì questi risultati alla Royal Society. Newton inoltre comunicò i suoi risultati a Flamsteed, ma insistette per revisionare il manoscritto prima che fosse pubblicato. Queste revisioni cruciali si sono concretizzate nell'anno e mezzo seguente nei ''Principia''. La collaborazione di Flamsteed, che gli assicurava i dati d'osservazione necessari sui pianeti, fu molto utile a Newton durante questo periodo.
 
La collaborazione di Flamsteed, che gli assicurava i dati d'osservazione necessari sui pianeti, fu molto utile a Newton durante questo periodo. Il testo del primo dei tre librilibro fu presentato alla [[Royal Society]] alla fine dell'aprile 1686. Hooke presentò alcune obiezioni (senza riuscire ad argomentarle), causando ritardi nella pubblicazione. Quando le osservazioni di Hooke gli furono rese note a, Newton, che non sopportava le dispute, egli minacciò di ritirare il trattato e di non pubblicare ill'ultimo secondoe volumepiù importante libro. Edmund Halley, dimostrando considerevolinotevoli abilità diplomatiche, persuase Newton a non ritirareritirarlo ile a pubblicare tutti i libri del trattato. Il terzo libro (poiché il primo venne suddiviso in due parti) fu infine completato nell'aprile 1687 e proseguirnepubblicato lacon pubblicazionegli altri quell'estate. [[Samuel Pepys]], come presidente, ne autorizzò la pubblicazione del trattato, ma la societàSocietà aveva appenagià speso parecchio denarotroppo per lafinanziare pubblicazionel'edizione didei [[''De historia piscium]] libri quatuor'' (la"La storia dei pesci), ein ilquattro costolibri") deldi libro[[Francis inizialeWillughby]], fuin-folio, pagatocon da188 Edmundtavole Halley stesso. Il terzo librocalcografiche (datoOxonii, chee ilTheatro primoSheldoniano, venne1686), suddivisoe incosì dueil parti)costo fudella infinestampa completatodei nell'aprile'Principia'' 1687fu esostenuto pubblicatoda quell'estateEdmund Halley.
 
== Contenuto ==
I ''Principia'' consistono in tre libri
# ''De motu corporum'' (Sul movimento dei corpi) è un'esposizione delle definizioni dinamiche di base (le tre leggi del moto) e delle conseguenti deduzioni basate su di queste. Inoltre contiene le risoluzioni a varie questioni che hanno a che fare con la dinamica.
# Il''De primomotu libro fucorporum'', diviso in due per via della relativa lunghezza., Contienecontiene varie applicazioni della dinamica come la descrizione matematica del moto di un corpo in un mezzo resistente e un calcolo della velocità del suono.
# ''De mundi systemate'' (Sul sistema del mondo) è un saggio sulla gravitazione universale che oltre a spiegare la legge di gravitazione applica le leggi stabilite nei libri precedenti al [[sistema solare]]. Per esempio la trattazione delle irregolarità dell'orbita della luna, della [[derivazione delle leggi di Keplero]] e del movimento delle lune di Giove, delle comete e delle maree (gran parte dei dati gli fu fornito da [[John Flamsteed]]). Inoltre considera l'[[oscillatore armonico]] in tre dimensioni.
 
Le definizioni date da Newton nei Principia sono esattamente le stesse che si trovano in tutti i manuali odierni. Egli definisce la “[[Massa (fisica)|massa]]” come la quantità di''quantitas materiamateriae'' di un corpo e parte da ciò per definire la “quantità''quantitas dimotus'', movimento”ancor (oggi chiamata [[quantità di moto]]) . Egli introduce poi il concetto di forza inteso come cambiamento degli stati di un corpo.
È interessante notare come Newton nei primi due libri non dia una definizione precisa di molte quantità che utilizza (come il [[momento angolare]]).
 
Mentre la reazione ai primi due libri fu entusiasta, probabilmente per l'immediatezza delle cose trattate, il concetto di una forza attraente che si trasmette a distanza ricevette una risposta più fredda. Nelle sue note, Newton scrisse che la [[legge dell'inverso del quadrato]] doveva dipendere dalla struttura della materia, ma ritrattò questa convinzione nellee nella versione pubblicata rifiutò di speculare sull'origine della legge. Huygens e [[Leibniz]] notarono che la legge era incompatibile con la nozione dell'[[etere (fisica)|etere]]. Da un punto di vista cartesiano, quindi, questa era una teoria incompleta. La difesa di Newton è stata adottata da molti fisici inglesi famosi i quali precisarono che la forma matematica della teoria doveva essere corretta poiché spiegava con una precisione impressionante i dati sperimentali. La massamole di fenomeni che la teoria spiegava era così impressionante che “i filosofi” più giovani presto adottarono i metodi e il linguaggio dei “Principia”''Principia''.
 
== Edizioni ==
* ''[https://archive.org/details/philosophiaenat00newt/page/n5/mode/2up Philosophiae naturalis principia mathematica]'', autore Is. Newton, Londini, iussu Societatis Regiae ac typis Josephi Streater, anno MDCLXXXVII (prima edizione).
* ''[https://cudl.lib.cam.ac.uk/view/PR-ADV-B-00039-00002/1 Philosophiae naturalis principia mathematica]'', auctore Isaaco Newtono, Editio secunda auctior et emendatior, Cantabrigiae, MDCCXIII.
* ''Philosophiae naturalis principia mathematica'', auctore Isaaco Newtono, Editio tertia aucta & emendata, Londini, apud Guil. & Ioh. Innys, MDCCXXVI (terza e ultima edizione curata dall'autore).
 
== Localizzazione delle copie ==
Molte importanti biblioteche nazionalipubbliche di libritutto rariil contengonomondo conservano una copia dell'edizione originale dei ''Principia'' di Newton. Tra queste ci sono
* La [[Wren Library, Cambridge|Wren Library]] del [[Trinity College, di Cambridge,]] hapossiede unala prima edizione dei Principiacopia contenente le notecorrezioni autografe di Newton per la seconda edizione del 1713.
* Il [http[Whipple Museum]] of the History of Science<ref>[https://www.cam.ac.uk/cambuniv/libmuseums/whipple.html Whipple Museum of the History of Science], https://www.cam.ac.uk/</ref> a Cambridge ha unacustodisce primala edizionecopia appartenuta a [[Robert Hooke]].
* La [[Fisher Library]] nell'[[Università di SidneySydney]] ha un'edizioneuna originalecopia annotata da un matematico di incerta identità.
* La [[Pepys Library]] indi [[Magdalene College,]] di Cambridge, ha la copia di [[Samuel Pepys]] della terza edizione.
* La [[Martin Bodmer Library]]<ref>[https://web.archive.org/web/20070223014010/http://www.fondationbodmer.org/fr/bibliotheque.asp/2-0-20-4-4-1/ Martin Bodmer Library]</ref> conserva una prima edizionecopia annotata da [[Leibniz]].
* In [[Italia]] sono state finora censite 8 copie, tra cui quelle della [[Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze]], della [[Nazionale di Napoli]], della [[Biblioteca Estense universitaria di Modena|Estense di Modena]] e dell'[[Alessandrina di Roma]].
*Una prima edizione è stata localizzata negli archivi della biblioteca del Georgia Institute of Technology. La biblioteca del Georgia Tech ha anche una seconda e una terza edizione.
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Anna Barbara Reinhart]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Philosophiae Naturalis Principia Mathematica}}
 
{{Wikilibro|Sulle spalle dei giganti}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|letteratura|meccanica|storia}}
 
[[Categoria:Isaac Newton]]
[[Categoria:Saggi scientifici]]
[[Categoria:Storia della fisica]]
[[Categoria:Testi matematici]]
 
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