Piacenza: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
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|Didascalia = Veduta aerea del centro città con il [[palazzo Comunale (Piacenza)|palazzo Comunale]].
|Voce bandiera =
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|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Emilia-Romagna
|Divisione amm grado 2 = Piacenza
|Amministratore locale = [[Katia Tarasconi]]
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|Data elezione = 29-6-2022
|Data istituzione =
|Altitudine = 62
|Sottodivisioni = [[Borghetto (Piacenza)|Borghetto]], [[Gerbido (Piacenza)|Gerbido]], [[I Vaccari]], [[La Verza]], Le Mose, Montale, [[Mortizza]], Mucinasso, [[Pittolo]], Quarto, [[Roncaglia]], [[San Bonico]], Vallera
|Divisioni confinanti = [[Calendasco]], [[Caorso]], [[Caselle Landi]] ([[provincia di Lodi|LO]]), [[Corno Giovine]] (LO), [[Gossolengo]], [[Gragnano Trebbiense]], [[Podenzano]], [[Pontenure]], [[Rottofreno]], [[San Rocco al Porto]] (LO), [[Santo Stefano Lodigiano]] (LO)
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2715
|Nome abitanti = piacentini
|Patrono = sant'[[Antonino di Piacenza]], santa [[Cipriano e Giustina|Giustina di Antiochia]]
|Festivo = 4 luglio
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Piacenza (province of Piacenza, region Emilia-Romagna, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Piacenza nell'omonima provincia
}}
'''Piacenza''' ({{audio|It-Piacenza.ogg}}, ''
Città più occidentale della regione<ref>{{Treccani|piacenza_%28Enciclopedia-Italiana%29|autore=Mario Longhena, Alda Levi Spinazzola, Arturo Pettorelli, Luigi Parigi, Tammaro De Marinis e Natale Carotti|accesso=8 febbraio 2022}}</ref>, ha forti relazioni con la [[Lombardia]], con la quale confina, e in particolare con [[Milano]]<ref>{{cita libro|autore=AAVV|titolo=Piacenza|editore=Garzanti|volume=VIII|opera=Enciclopedia Europea|anno=1979|p=876|citazione= Posta fra Emilia e Lombardia, la città e la sua provincia risentono in misura notevole dell’influenza di Milano, alla cui regione economica sotto molti aspetti appartengono.}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.assolombarda.it/governance/sede-di-pavia/progetti/studio-sugli-effetti-dell2019adesione-di-vigevano-alla-citta-metropolitana-di-milano|titolo=Studio sugli effetti dell’adesione di Vigevano alla città metropolitana di Milano|editore=Confindustria Pavia|citazione=Al sistema metropolitano regionale appartengono di fatto anche due poli extraregionali, Novara e Piacenza, che hanno intense relazioni con Milano e con alcune delle polarità urbane e territori della Lombardia. […] le zone di espansione della conurbazione Milanese, Novara e Piacenza, esterne alla Regione ma a questa strettamente legate.|accesso=8 febbraio 2022}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Marzio Dall'Acqua|titolo=Ducati di Emilia, signorie di Romagna|editore=Touring Club Italiano|città=Milano|anno=2001|p=201|citazione=Il Po […] non è mai stato una barriera, anzi, ha costituito per la città la terza via di traffici, che, con la Via Emilia e la Via Postumia, ha suscitato già in età romana fortune commerciali. Anche la lunga dipendenza culturale e politica che caratterizzò in età medievale i rapporti tra Piacenza e Milano, dice di una città che non ha, nel fiume che la delimita a nord, una barriera.}}</ref> nella cui [[Area metropolitana di Milano|area metropolitana]] è inserita<ref>{{Cita conferenza|autore=Gian Paolo Corda|titolo=Saperi metropolitani - Contenuti ed effetti sui processi di pianificazione e programmazione di Città metropolitana e comuni|data=30 novembre 2016|conferenza = Seminario “Spazialità metropolitane. Economia, società e territorio”|città=Milano|url=https://www.pim.mi.it/wp-content/uploads/2016/12/03_Corda_AC15_30nov16.pdf|formato=pdf|accesso=24 agosto 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/contentData/view/OssCittaMetropolitana_2%20Report_Completo016.pdf?id=CNT-05-00000004C7944&ct=application%2Fpdf|titolo=Osservatorio sulla città metropolitana di Milano.Rapporto 2016|editore=Makno e Politecnico di Milano|citazione=Oggi il sistema di connessioni, le interrelazioni produttive e sociali individuano un’ampia area metropolitana che comprende buona parte della Lombardia, l’area intorno a Piacenza, gli ambiti di Novara e Vercelli. […] L’integrazione degli insediamenti circostanti in un sistema policentrico ha ormai superato i confini della Lombardia, arrivando a comprendere anche Novara e Piacenza che possono dirsi funzionalmente, anche se non amministrativamente, parte dello stesso sistema.|accesso=24 agosto 2022|dataarchivio=26 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170926114435/http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/contentData/view/OssCittaMetropolitana_2%20Report_Completo016.pdf?id=CNT-05-00000004C7944&ct=application%2Fpdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.assolombarda.it/governance/sede-di-pavia/progetti/studio-sugli-effetti-dell2019adesione-di-vigevano-alla-citta-metropolitana-di-milano|titolo=Studio sugli effetti dell’adesione di Vigevano alla città metropolitana di Milano|editore=Confindustria Pavia|citazione=Questo insieme di centri costituisce oggi il sistema metropolitano, che si estende ormai molto oltre i confini amministrativi della Città metropolitana, coinvolgendo città medie localizzate in altre Province, come Bergamo, Lodi, Pavia e Vigevano, o anche in altre regioni come Novara e Piacenza. […] Il PTCP nella relazione chiama questo sistema metropolitano la “Regione urbana milanese” e auspica per questa l’adozione di modelli di organizzazione di tipo policentrico, per realizzare un’estesa rete di città in grado di competere con i più efficienti sistemi metropolitani presenti in Europa e nel resto del mondo. “La Regione urbana è un obiettivo strategico di lunga durata cui la Provincia di Milano può dare un significativo contributo avviando un processo di intensificazione delle relazioni e delle sinergie con le Province contermini - Varese, Como, Lecco, Bergamo, Monza, Lodi, Cremona e Pavia - che potrebbe estendersi anche a Brescia e, fuori della Regione, a Novara e Piacenza, con le quali le relazioni economiche e culturali sono molto strette: un grande sistema urbano-regionale di circa sette-otto milioni di abitanti, fortemente infrastrutturato e con molti nodi di grande e diversificata qualità che, organizzati in rete, potrebbero sviluppare una potente forza economico-territoriale, assolutamente competitiva anche al di fuori del contesto europeo” (PTCP di Milano, 2013, Relazione generale, pag.5)|accesso=8 febbraio 2022}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Luca Garavaglia|titolo=Confini regionali e processi d’urbanizzazione post-metropolitani|pubblicazione=Regional Studies and Local Development|editore=Padova University Press - Università di Padova|città=Padova|data=dicembre 2020|url=https://rsld.padovauniversitypress.it/system/files/papers/RSLD-2020-1-04.pdf|p=60|citazione=La metropoli milanese, intesa in senso funzionale, è composta da numerose polarità residenziali, produttive e dei servizi, dal polo fieristico di Rho sede di Expo 2015 all’asse commerciale del Sempione e ai vari poli logistici diffusi nella seconda cintura metropolitana, con un’estensione che sorpassa sia i confini regionali, allungandosi almeno fino a Novara in Piemonte (la cui crescente vocazione logistica, e residenziale non può essere compresa se non come parte integrante dell’agglomerato milanese) e a Piacenza in Emilia-Romagna (dove hanno sede importanti strutture logistiche e della GDO destinate a servire l’intera area metropolitana), sia i confini nazionali, nella direzione del Canton Ticino e del polo finanziario di Lugano.|accesso=27 dicembre 2023}}</ref>. «Terra di passo», come la definì già [[Leonardo da Vinci]] nel [[Codice Atlantico]]<ref>{{cita|AA.VV.|p. 184}}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.visitemilia.com/itinerari/larte-della-terra-di-passo|titolo=L’arte della terra di passo|editore=Destinazione Turistica Emilia|accesso=8 febbraio 2022}}</ref> in virtù della sua cruciale collocazione geografica<ref>{{cita news|autore=Marco Morettu|url=https://www.lastampa.it/viaggi/italia/2021/07/06/news/48-ore-a-piacenza-la-citta-che-mescola-l-indolenza-della-provincia-ai-fasti-d-un-passato-glorioso-1.40443185/|titolo=48 ore a Piacenza, la città che mescola l’indolenza della provincia ai fasti d’un passato glorioso|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=29 giugno 2021|accesso=8 febbraio 2022}}</ref>, Piacenza integra caratteristiche dei vicini territori [[Liguria|liguri]] e [[piemonte]]si sommate ad una prevalente influenza lombarda<ref>{{cita libro|titolo=Emilia Romagna|autore=AAVV|editore=Touring Club Italiano|città=Vicenza|anno=2020|p=184|citazione=[…] Piacenza è una tranquilla città di provincia che stenta a riconoscersi emiliana}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Storia dell’Emilia Romagna. Dalle origini al Seicento|autore-capitolo=|Bruno Andreolli|curatore=Massimo Montanari, Maurizio Ridolfi, Renato Zangheri|editore=Editori Laterza|città=Bari|anno=2004|volume=I|capitolo=Il trionfo del particolarismo|p=92|citazione=Ma questa forte articolazione interna, di cui è testimonianza ulteriore il fatto che Piacenza si debba considerare oggi una città lombarda piuttosto che emiliana, non deve essere intesa in termini negativi, ma interpretata come opportunità nei confronti di un dinamismo economico-sociale molto forte, come struttura aperta a poli di attrazione decisamente più incisivi delle confinazioni politiche.}}</ref>, favorita dalle comunicazioni con la vicina metropoli<ref>{{Treccani|/piacenza_res-7fe468a6-87e8-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/|autore=Leandro Pedrini|accesso=8 febbraio 2022}}</ref>, che ne attenuano l’impronta [[emilia]]na<ref>{{cita libro|autore-capitolo=Bruno Simili|curatore=Claudia Collina|titolo=Sulle tracce di una regione. Itinerari visuali, socio-economici e culturali in Emilia-Romagna|editore=Danilo Montanari Editore|anno=2021|città=Ravenna|p=49|citazione=Città straordinarie – tutte diverse ma tutte in qualche modo emiliane, anche la quasi lombarda Piacenza, e romagnole – si trovano oggi ad affrontare anch’esse un cambiamento difficile e complesso da gestire.}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Emilia Romagna|autore=AAVV|editore=Touring Club Italiano|città=Vicenza|anno=2020|p=184|citazione=[…] alla prevalente impronta lombarda (con l’ingombrante presenza di Milano a poco più di 60 km.) si aggiungono affinità piemontesi e liguri […]}}</ref><ref>{{cita news|autore=David Marceddu|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/04/spending-review-secessione-della-provincia-di-piacenza-meglio-lombardia-che-parma/316489/|titolo=Tagli alle province, la secessione di Piacenza: “Meglio Lombardia che Parma”|pubblicazione=[[Il Fatto quotidiano]]|data=4 agosto 2021|citazione=Piacenza da sempre, è il meno emiliano di tutti i territori in regione […]|accesso=8 febbraio 2022}}</ref><ref>{{cita news|autore=Andrea Urbano|url=https://www.milanocittastato.it/grande-milano/eterna-sposa-mancata/|titolo=Piacenza, l’eterna sposa mancata di Milano: 5 motivi per farla diventare lombarda|pubblicazione=Milano Città Stato|data=14 settembre 2020|citazione=La bella città dei Farnese, per diverso tempo parte del Gran Ducato di Milano, di emiliano-romagnolo ha davvero poco […] Legatissima al territorio lombardo, in particolar modo a quello dell’Area Metropolitana Milanese, la provincia piacentina pare essere una di quelle anomalie italiche, tratteggiate a tavolino in maniera molto grossolana.|accesso=8 febbraio 2022}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Pier Giorgio Oliveti, Mauro Busi, Andrea Chiari|titolo=Lungo l’Arda e il Nure|editore=Istituto Geografico DeAgostini|città=Novara|anno=1990|pp=12-13|citazione=Già da alcuni indizi, come le differenti produzioni agricole tradizionali, si comprende però che siamo lontani da Bologna, dal baricentro della regione. Certo, a Piacenza o a Bettola non si toccano punte di intolleranza verso il capoluogo, tuttavia ci si sente e di fatto si è lontani da esso: si difende la propria sacrosanta emilianità, ma al tempo stesso si metabolizzano i pesanti influssi lombardi, liguri e piemontesi. Qui stanno la ricchezza e l’unicità di questo territorio e della sua popolazione […]}}</ref><ref>{{Cita testo|autore=Anna Treves|titolo=I confini non pensati: un aspetto della questione regionale in Italia|pubblicazione=Acme-Annali della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli studi di Milano|editore=Università degli studi di Milano|città=Milano|data=2004|url=https://www.ledonline.it/acme/allegati/Acme-04-II-10-Treves.pdf|vol=LIV|numero=2|p=261|citazione=Come ottenere che Novara e Piacenza («con le aree che intorno a loro gravitano»), città che sono altrettanto lombarde di Mantova, si distacchino dal Piemonte l’una e dall’Emilia l’altra per essere incamerate alla Lombardia?|accesso=30 dicembre 2022}}</ref>. La centralità all’interno della megalopoli [[Pianura padana|padana]] e la fitta rete di arterie stradali e ferroviarie nelle quali è inserita, hanno reso la città un polo logistico terziario di importanza europea<ref>{{cita libro|titolo=Via Francigena|autore=Aa.Vv.|editore=Touring Club Italiano|città=Vicenza|anno=2022|p=96|citazione=Nodo strategico nel cuore della megalopoli padana, al centro di una fitta rete di comunicazioni e ferroviarie, Piacenza è oggi un polo del terziario logistico di rilevanza europea}}</ref>.
Centro di antichissima fondazione<ref>{{Sapere|Piac%C3%A8nza+%28citt%C3%A0%29|accesso=8 febbraio 2022}}</ref> e prima capitale del [[Ducato di Parma e Piacenza]]<ref>{{Cita web|url=https://www.movio.beniculturali.it/icar/aspiacenza_mappestampedisegni/it/37/storia-della-citt-di-piacenza#6|titolo=Storia della città di Piacenza. Dai Visconti ai Farnese, il ducato di Parma e Piacenza 1336-1731|sito=Chiese di Piacenza|editore=Archivio di Stato di Piacenza|accesso=8 febbraio 2022}}</ref>, è soprannominata ''la Primogenita'' perché nel 1848 fu la prima città italiana a votare con un [[plebiscito]] l'annessione al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/argomenti/turismo/piacenza-primogenita|titolo=Piacenza Primogenita dell'Unità d'Italia|sito=Comune.Piacenza.it|editore=Comune di Piacenza|accesso=30 agosto 2023|dataarchivio=30 agosto 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230830135256/https://www.comune.piacenza.it/argomenti/turismo/piacenza-primogenita|urlmorto=sì}}</ref>.
Dal 2000 ha fatto parte stabilmente del Circuito Città d'Arte della Pianura Padana<ref>{{Cita news|titolo=Piacenza nel circuito "città d'arte", «Una rete per promuoverci al meglio»|pubblicazione=[[Libertà (quotidiano)|Libertà]]|città=Piacenza|data=4 ottobre 2000|p=13}}</ref>, fino al suo scioglimento avvenuto nel 2018<ref>{{Cita web|url=http://www.circuitocittadarte.it/|titolo=Circuito delle città d'arte della Pianura Padana|data=19 luglio 2002|accesso=19 agosto 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20020802130609/http://www.circuitocittadarte.it/|dataarchivio=2 agosto 2002|urlmorto=sì}}</ref>.
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=== Territorio ===
Piacenza è situata nella [[pianura Padana]] a un'altitudine di {{M|61|ul=m s.l.m.}}<ref>{{Cita web|url=http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90T07S35&v=1UH07B07S350000|titolo=14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni - Popolazione residente - Piacenza|sito=dawinci.istat.it|editore=[[Istituto nazionale di statistica]]|accesso=15 maggio 2019|dataarchivio=4 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200604193154/http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90T07S35&v=1UH07B07S350000|urlmorto=sì}}</ref> È posta sulla [[destra idrografica|riva destra]] del Po<ref>{{sapere|Piacènza+%28città%29|Piacènza (città)}}</ref>, tra le foci del fiume [[Trebbia]] a ovest e del torrente [[Nure]] a est. A una quindicina di chilometri in direzione sud compaiono i declivi dei [[colli piacentini]], prime propaggini dell'[[Appennino ligure]]. La posizione geografica, al crocevia fra [[Lombardia]], [[Piemonte]], [[Liguria]] ed [[Emilia]], ne ha da sempre determinato le sorti strategico-militari e ne ha fatto un importante nodo autostradale e ferroviario<ref>{{cita news|url=https://st.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-01-05/piacenza-crocevia-trasporti-081727.shtml?uuid=AbP5aUHH&refresh_ce=1|titolo=Piacenza crocevia dei trasporti|autore=Marco Morino|data=5 gennaio 2013|accesso=12 dicembre 2020|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]}}</ref>.
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Piacenza Collegio "Alberoni"|Stazione meteorologica di Piacenza San Damiano}}
Piacenza presenta un [[Clima subtropicale umido|clima temperato caldo, stabilmente umido, con estate molto calda]] (classificazione Köppen-Geiger Cfa<ref>{{cita|Peel, Finlayson e McMahon|p. 1641|Peel}}.</ref>) tipico della pianura Padana.
La lontananza dal mare accentua le caratteristiche di [[Clima continentale|continentalità]] del clima piacentino rispetto al resto della regione<ref name=psc4>{{cita|Piano Strutturale Comunale di Piacenza - 7. Climatologia|p. 4|psc}}.</ref>; di conseguenza le temperature massime invernali risultano inferiori rispetto alle altre città della regione<ref>{{cita|Climatologia - Provincia di Piacenza|p. 37|arpa}}.</ref> e le precipitazioni sono maggiori. Le minime invernali registrate sono inoltre inferiori a quelle delle vicine città lombarde. La vicinanza della città al fiume Po porta come conseguenza che, in tutti i periodi dell'anno, il clima sia caratterizzato da una forte umidità: d'inverno si manifesta con una certa frequenza il fenomeno della [[nebbia]], generato dall'inversione termica<ref>{{cita web|url=http://www.meteovalnure.it/clima/|titolo=Clima|accesso=12 dicembre 2020}}</ref>, pur diventata gradualmente meno frequente - nel trentennio 1971-2000 si verificavano in media 79 giornate nebbiose all'anno<ref>{{cita web|url=http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(084)Piacenza%20S.Damiano.pdf|titolo=Piacenza/S.Damiano (PC) 138 m s.l.m. (a.s.l.)|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305075200/http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(084)Piacenza%20S.Damiano.pdf}}</ref>, mentre nel decennio 2011-2021 gli stessi sono scesi a 39,1<ref>{{cita web|url=https://lab24.ilsole24ore.com/indice-del-clima/indexT.php|titolo=Indice del clima|accesso=31 marzo 2023}}</ref>. D'estate, invece le condizioni meteorologiche sono spesso caratterizzate dall'[[Afa (meteorologia)|afa]], generata dall'alta umidità relativa nella parte di atmosfera più vicina al terreno<ref name=psc4/>.
Sino alla fine degli [[Anni 1980|anni ottanta]] sono state registrate nevicate record. Nei giorni della [[
== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Piacenza}}
Il territorio nel quale sorge l'odierna Piacenza era abitato fin dall'antichità da popolazioni di stirpe [[Liguri|ligure]] e si trovava al centro degli scambi tra [[Etruschi]] e [[antica Grecia|Greci]]; tuttavia, la città fu fondata dai [[Repubblica Romana|Romani]] nel [[218 a.C.]] come colonia con il nome di ''Placentia'' su un preesistente insediamento [[celti]]co<ref name=storia>{{cita web|url=https://www.movio.beniculturali.it/icar/aspiacenza_mappestampedisegni/it/37/storia-della-citt-di-piacenza|titolo=Storia della città di Piacenza|accesso=18 settembre 2020}}</ref>.
Piacenza fu, insieme alla vicina [[Cremona]], la prima [[colonia romana]] di [[diritto latino]] nell'[[Italia settentrionale]]<ref name=treccani>{{treccani|/piacenza|accesso=18 settembre 2020}}</ref>, svolgendo l'importante ruolo strategico di avamposto militare contro le armate di [[Annibale]], che muoveva dalla [[Spagna romana|Spagna]] per giungere in Italia e portarvi devastazione<ref>{{cita|Polibio|III, 40, 4-5}}.</ref>. La città resistette agli attacchi punici e fiorì come centro commerciale sulla ''[[via Emilia]]''. Da Piacenza passava anche la ''[[via Mediolanum-Placentia]]'', [[strada romana]] che metteva in comunicazione ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''Placentia'' (Piacenza) passando da ''Laus Pompeia'' ([[Lodi Vecchio]])<ref name="melegnano">{{cita web|url=https://www.melegnano.net/storia/pagina004sb00a.htm|titolo=La Mediolanum - Laus Pompeia nei secoli|accesso=5 aprile 2020}}</ref><ref>{{cita libro|nome=Daniele|cognome=Sterpos|titolo=Comunicazioni stradali attraverso i tempi. Milano-Piacenza-Bologna|anno=1959|editore=Istituto Geografico De Agostini|città=Novara|pp=15-19}}</ref>.
La cristianizzazione della città avvenne anche per opera di martiri come [[Antonino di Piacenza|sant'Antonino]], centurione romano ucciso durante il regno dell'imperatore [[Diocleziano]] che divenne, poi, patrono della città e a cui venne dedicata la [[Basilica di Sant'Antonino|prima cattedrale piacentina]], costruita tra il 350 e il 375 d. C<ref name=storia/>. Nel 476 d.C. nelle vicinanze della città si tenne la battaglia tra mercenari [[germani]]ci e le ultime truppe romane che portò alla deposizione dell'ultimo imperatore romano d'occidente, [[Romolo Augusto]], ad opera del re degli [[Eruli]] [[Odoacre]]<ref name=storia/>.
Divenuta sede di un [[Ducato di Piacenza|ducato longobardo]], quindi conquistata dai Franchi fu sede di [[Contea di Piacenza|contea carolingia]], la città in seguito acquistò maggiore importanza attorno all'anno mille, trovandosi lungo il percorso della [[via Francigena]]. Dal 1126 fu [[libero comune]] e nel 1167 fu tra le città che costituirono la [[Lega Lombarda]] nell'ambito degli scontri con il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]], il quale fu sconfitto dall'alleanza tra i comuni nel [[battaglia di Legnano|1176 a Legnano]]<ref>{{treccani|lega-lombarda/|lombarda, lega|accesso=18 settembre 2020}}</ref>. Nel 1183, presso la [[basilica di Sant'Antonino]], vennero firmati i preliminari della [[pace di Costanza]] tra i delegati della Lega Lombarda e i delegati imperiali<ref>{{cita web|url=http://www.sant-antonino.it/Basilica.aspx|titolo=La basilica|accesso=7 giugno 2020}}</ref>. Dopo due secoli di lotte tra le famiglie nobili di opposta fede [[guelfi e ghibellini|guelfa e ghibellina]], a partire dal 1335 la città fu assoggettata alla signoria della famiglia [[Visconti]]. In seguito rimase, con l'eccezione di brevi periodi, sotto il dominio milanese fino al 1521 quando passò sotto il controllo dello [[stato della Chiesa]]<ref name=treccani/>.
Nel 1545 fu eretta a ducato ad opera del papa Paolo III insieme alla vicina [[Parma]], divenendo, inizialmente, la capitale del [[Ducato di Parma e Piacenza]] governato dalla famiglia [[Farnese]]<ref name=treccani/>. Dopo l'assassinio del duca [[Pierluigi Farnese]] in seguito a una congiura di nobili piacentini capitanata da [[Giovanni Anguissola]], la città ritornò brevemente sotto il controllo milanese<ref name=corr>{{cita news|url=https://lanostrastoria.corriere.it/2020/06/19/la-congiura-contro-pier-luigi-farnese/?refresh_ce-cp|data=19 giugno 2020|titolo=La congiura contro Pier Luigi Farnese|autore=Davide Galluzzi|pubblicazione=[[Corriere della Sera|Blog su Ilcorriere.it]]}}</ref>, prima di ritornare parte del Ducato di Parma e Piacenza governato dal figlio di Pierluigi, [[Ottavio Farnese]] nel 1556<ref>{{DBI|ottavio-farnese-duca-di-parma|OTTAVIO Farnese, duca di Parma|autore=Giampiero Brunelli|accesso=18 settembre 2020|anno=2013|volume=79}}</ref>.
Con l'estinzione della famiglia Farnese, a partire dal 1731 fu governata dalla famiglia [[Borbone]]<ref name=ducato>{{treccani|parma-e-piacenza-ducato-di/|Parma e Piacenza, ducato di|accesso=18 settembre 2020}}</ref>. Conquistata dalle truppe francesi durante il periodo napoleonico, venne aggregata all'[[impero napoleonico|impero]] come parte del [[dipartimento del Taro]]. Dopo la [[restaurazione]] il ducato venne ricostituito assegnandolo a [[Maria Luigia d'Austria]], che lo mantenne fino alla propria morte, in occasione della quale lo stato ritornò ai Borbone<ref name=ducato/>.
Con un plebiscito tenutosi il 10 maggio 1848 Piacenza fu la prima città a chiedere l'annessione al [[Regno di Sardegna]], nucleo del futuro [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], guadagnandosi l'appellativo di ''città primogenita d'Italia''<ref>{{cita web|url=http://www.piacenzaprimogenita150.it/index.php?it/184/piacenza-nel-risorgimento&pag=3|titolo=La rivoluzione del '48 e Piacenza "Primogenita"|accesso=15 maggio 2020|dataarchivio=3 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180903150833/http://www.piacenzaprimogenita150.it/index.php?it/184/piacenza-nel-risorgimento&pag=3|urlmorto=sì}}</ref>. Piacenza entrò, poi, a far parte definitivamente dello Stato sabaudo nel 1860, in seguito al [[Plebiscito delle provincie dell'Emilia del 1860|plebiscito delle province dell'Emilia]]<ref name=ducato/>.
Importante centro della [[Resistenza italiana|resistenza partigiana]] durante la [[Guerra di liberazione italiana|guerra civile nel 1943-1945]], venne liberata dai partigiani il 28 aprile 1945, poche ore prima dell'arrivo degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]]<ref>{{Cita web|url=https://www.gracpiacenza.com/aprile-1945-gli-alleati-arrivano-a-piacenza.html|titolo=Aprile 1945, gli alleati arrivano a Piacenza|sito=Gruppo Ricercatori Aerei Caduti Piacenza|lingua=en|accesso=5 aprile 2021}}</ref>.
La città attraversò dagli [[Anni 1960|anni '60]] un periodo di forte sviluppo agricolo e industriale che portò ad un'espansione urbana, soprattutto sul versante meridionale<ref>{{cita web|url=https://www.movio.beniculturali.it/icar/aspiacenza_mappestampedisegni/it/84/sviluppo-urbanistico|titolo=Sviluppo urbanistico|accesso=29 marzo 2024}}</ref>. La città e la provincia furono interessate, come mezzo secolo prima, da una rinnovata emigrazione all'estero, a cui successivamente subentrò l'immigrazione interna dalle campagne e dal [[Italia meridionale|Sud]] e, in seguito, dall'estero. A partire dagli [[Anni 1990|anni '90]], la città, così come la provincia, sviluppò una vocazione [[logistica]] diventando un polo di dimensione europea<ref>{{Cita web|url=https://www.mondadoristore.it/Citta-logistica-Piacenza-na/eai978888986499/|titolo=La logistica piacentina}}</ref>. Parallelamente, ottenuto il riconoscimento di [[città d'arte]] da parte della regione Emilia-Romagna<ref>{{cita web|url=http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/piacenza|titolo=Piacenza tra arte, Po e Appennino|accesso=15 maggio 2020|dataarchivio=18 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200218175848/http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/piacenza|urlmorto=sì}}</ref>, Piacenza ha sviluppato anche una vocazione turistica<ref>{{cita news|url=https://www.piacenzasera.it/2014/10/piacenza-mantiene-la-sua-vocazione-turistica-tra-nuova-stagione-e-autunno-incerto/52466/|titolo=Piacenza mantiene la sua vocazione turistica tra nuova stagione e autunno incerto|data=31 ottobre 2014|accesso=29 marzo 2024|pubblicazione=PiacenzaSera}}</ref> e universitaria<ref>{{cita news|url=https://www.ilnuovogiornale.it/archivio-articoli/in-primo-piano/8540-dies-academicus-il-vescovo-l-impegno-educativo-nasce-da-una-passione-per-l-uomo-e-la-storia.html|titolo=Il Vescovo: Piacenza sempre più città universitaria|pubblicazione=Il nuovo giornale|accesso=4 ottobre 2024}}</ref>, con la progressiva apertura di nuovi corsi di laurea<ref>{{cita web|url=https://www.polo-piacenza.polimi.it/il-polo/chi-siamo|titolo=Chi siamo|accesso=4 ottobre 2024}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ao.pr.it/medicine-and-surgery-al-via-a-piacenza-un-nuovo-corso-di-ambito-medico-delluniversita-di-parma/|titolo=Medicine and surgery: al via a Piacenza un nuovo corso di ambito medico dell’Università di Parma|data=7 luglio 2021|accesso=4 ottobre 2024}}</ref>.
[[File:Armoiries empire de Plaisance.svg|miniatura|Lo stemma della città durante il [[Napoleone Bonaparte|periodo napoleonico]].]]
=== Simboli ===
[[File:Piacenza-Gonfalone.png|left|thumb|Gonfalone in uso]]
Lo stemma di Piacenza, secondo il [[regio decreto]] del 27 settembre 1938<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/3276cd97-dc5a-4fe4-96c3-fc0c05932f08/1253-piacenza|titolo=Bozzetto dello stemma del Comune di Piacenza|accesso=4 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>, è uno scudo: {{Citazione|''partito al primo di [[rosso (araldica)|rosso]] al dado d'argento; al secondo d'[[argento (araldica)|argento]] alla lupa d'[[azzurro (araldica)|azzurro]], [[lampassata]] di rosso, passante''<ref>{{Cita web|url=http://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/piacenza/|titolo=Città di Piacenza – Profilo araldico|accesso=17 giugno 2019|dataarchivio=17 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190617210122/http://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/piacenza/|urlmorto=sì}}</ref>}} In realtà nello stemma in uso la lupa è di colore [[nero (araldica)|nero]].
La parte rossa in cui è raffigurato un [[Quadretto|quadrato]] bianco o argenteo costituisce anche lo stemma della [[provincia di Piacenza]]. Sull'origine di questo partito gli studiosi si dividono: per alcuni questa metà rimanderebbe alle insegne della [[legione Tebea]] o Tebana, ai tempi di [[Diocleziano]], nella quale era arruolato il [[martire]] [[Cristianesimo|cristiano]] e [[Santo patrono|patrono]] [[Antonino di Piacenza|Antonino]]. Nella tradizionale iconografia, infatti, il santo protettore è ritratto mentre regge il vessillo militare. La placca quadrata probabilmente rappresenta il tipico accampamento romano, il ''castrum''. Altri mettono in dubbio sia l'appartenenza di Sant'Antonino alla Legione Tebea sia la storicità di questa legione così come è tramandata e sostengono che il quadrato sia la stilizzazione di un dado. Sono state ipotizzate anche la raffigurazione di una focaccia chiamata ''placenta'' tra i [[Civiltà romana|Romani]] e lo stemma a scacchi della famiglia [[Pallavicino]]. Secondo altre teorie, la figura geometrica non nasconderebbe alcun simbolismo, come accadeva in quasi tutte le figure araldiche [[Medioevo|medievali]]<ref name="aral" />. Essa, inserita in una bandiera, è scolpita sopra la prima pietra del [[Palazzo Comunale (Piacenza)|palazzo Comunale]] posata nel 1281<ref name="aral" /><ref>{{cita testo |autore=Bernardo Pallastrelli|titolo=Lo stemma della città di Piacenza|data=1869|editore=Tipografia Del Maino|città=Piacenza}}</ref>.
Nella parte bianca viene raffigurata la ''[[lupa capitolina]]'', emblema di [[Repubblica romana|Roma]]. Ciò simboleggia lo stato di "civitas romana" (e il conseguente dono delle insegne con la lupa) di cui la città, la prima colonia fondata dai [[Civiltà romana|romani]] insieme alla gemella Cremona nel 218 a.C., fu omaggiata.
Il gonfalone, rosso con al centro un rettangolo di tessuto bianco recante lo stemma cittadino, recita: ''Città di Piacenza, Primogenita d'Italia''. Secondo la blasonatura del decreto esso dovrebbe essere interamente bianco. L'appellativo "Primogenita" sta a significare il fatto che la città nel 1848 è stata la prima a chiedere l'annessione al nascente [[Regno d'Italia]], allora [[Regno di Sardegna]].
Il mosaico dell'antico stemma è visibile all'interno del cortile del palazzo Comunale (lo stemma riconosciuto nel 1938 è invertito rispetto all'antico).
I due elementi caratterizzanti lo stemma sono stati adottati anche da altri Comuni della zona. Il “dado” ricorre negli emblemi di [[Pontenure]] ([[Provincia di Piacenza|PC]]) e [[Borgonovo Val Tidone]] ([[Provincia di Piacenza|PC]]), mentre la lupa romana in quello di [[Codogno]] ([[Provincia di Lodi|LO]])<ref name="aral">{{Cita web|url=https://www.araldicacivica.it/comune/piacenza/|titolo=Città di Piacenza|autore=Massimo Ghirardi, Giovanni Giovinazzo|editore=Araldica Civica|accesso=1º novembre 2021}}</ref>.
[[File:Antico Stemma Piacenza.jpg|thumb|Mosaico dell'antico stemma comunale.]]
=== Onorificenze ===
La città di Piacenza è tra le 27 [[Città decorate di medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale"]] per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del [[Risorgimento]], nel periodo compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima guerra mondiale nel 1918. Inoltre è tra le [[città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]] perché è stata insignita della [[medaglia d'oro al valor militare]] il 9 aprile 1949.<ref name=oro>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18314|titolo=Piacenza - Medaglia d'oro al valor militare|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>.
Nel 2016 viene premiata dall'[[ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali]], come "Capitale Antirazzista 2016", per aver vinto un concorso nazionale a cui il comune ha partecipato nel corso del 2015<ref>{{Cita web|url=http://www.interno.gov.it/it/notizie/piacenza-capitale-antirazzista-2016|titolo=Piacenza capitale antirazzista 2016 {{!}} Ministero dell‘Interno|accesso=21 marzo 2016}}</ref>.
{{Onorificenze
|immagine = Ribbon for the Calabrian-Sicilian earthquake - 2nd type.png
|
|collegamento_onorificenza = Medaglie per il terremoto calabro-siculo
|motivazione = Alla Città di Piacenza
|data = 3 giugno 1911<ref>{{cita testo|url=https://www.gazzettaufficiale.it/do/gazzetta/foglio_ordinario1/1/pdfPaginato?dataPubblicazioneGazzetta=19110603&numeroGazzetta=130&tipoSerie=FO&tipoSupplemento=GU&numeroSupplemento=0&progressivo=0&numPagina=26&edizione=0&elenco30giorni=&home=|pubblicazione=[[Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia]]|data=3 giugno 1911|accesso=14 ottobre 2025|p=3186|numero=130|titolo=Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio. 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 7 maggio 1911}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine
|
|
|motivazione = Prima fra le città italiane, il 10 maggio 1848, con plebiscito pressoché unanime, votava la sua annessione al Piemonte, meritando dal Re Carlo Alberto l'appellativo di Primogenita
|data = 27 gennaio 1941<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/17991|titolo=Piacenza - Medaglia alle città benemerite del risorgimento nazionale|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = In venti mesi di duro servaggio riaffermava col sangue dei suoi figli le nobili tradizioni che nel primo Risorgimento la fecero proclamare la “Primogenita”. Fucilazioni, martiri, deportazioni, saccheggi e distruzioni non scossero la fierezza del suo popolo che, tutto unito nel sacro nome dell'Italia, in cento combattimenti contro un nemico soverchiante, si copriva di imperitura gloria. Nelle giornate della riscossa i suoi cittadini ascrivevano a loro privilegio la riconquista delle proprie case e delle patrie libertà ed issavano sulla civica torre il santo tricolore consacrato dal sacrificio dei Caduti. 8 settembre 1943 – 28 aprile 1945.
|data =9 aprile 1949<ref name=oro/>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
|data=27 settembre 1938<ref>{{Cita web|url=http://www.araldicacivica.it/comuni/comune/?id=20|titolo=Città di Piacenza (PC)|accesso=7 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161220154737/http://www.araldicacivica.it/comuni/comune/?id=20}}</ref>
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
*[[Duomo di Piacenza|Cattedrale]], chiesa madre della [[diocesi di Piacenza-Bobbio]], costruita in due fasi, tra il 1122 e il 1150 e il 1202 e il 1235 (o tra il 1207 e il 1250 secondo altre fonti) in stile [[Architettura romanica in Italia|romanico]] con aggiunta di elementi [[gotico|gotici]] nella seconda fase. Il progetto dell'edificio sarebbe opera di [[Niccolò (scultore)|Niccolò]], con cui avrebbe collaborato anche [[Wiligelmo]]<ref>{{cita web|url=https://cattedralepiacenza.it/chiesa-cattedrale/arte-e-storia/cenni-storici/|titolo=Cenni storici|accesso=9 novembre 2019|dataarchivio=28 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200528065939/https://cattedralepiacenza.it/chiesa-cattedrale/arte-e-storia/cenni-storici/|urlmorto=sì}}</ref>. L'interno presenta la cupola affrescata nel seicento dal [[Morazzone (pittore)|Morazzone]] e dal [[Guercino]]. Presbiterio e coro furono affrescati ad opera di [[Camillo Procaccini]] e [[Ludovico Carracci]] verso la fine del cinquecento: buona parte delle loro opere sono state spostate dalle loro collocazioni originarie nel corso di restauri ottocenteschi<ref>{{cita web|url=https://cattedralepiacenza.it/chiesa-cattedrale/arte-e-storia/pittura/|titolo=Pittura|accesso=9 novembre 2019|dataarchivio=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191109203824/https://cattedralepiacenza.it/chiesa-cattedrale/arte-e-storia/pittura/|urlmorto=sì}}</ref>. Sotto la cella campanaria quadrifora è sospesa una gabbia in ferro voluta da Ludovico il Moro nel 1495, sorta di deterrente per i malfattori dell'epoca.
[[File:Basilica di Sant'Antonino (Piacenza) - facciata, transetto nord, atrio del Paradiso e campanile 2022-08-08.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Antonino, patrono di Piacenza]]
*[[Basilica di Sant'Antonino]], costruita tra il 350 e il 375 in stile romanico, fu più volte rimaneggiata, l'ultima delle quali, tra il 1915 e il 1930 ad opera dell'architetto [[Giulio Ulisse Arata]]. Presenta un campanile ottagonale, un chiostro risalente al 1483 nel lato sud e un ingresso, detto Portico del Paradiso, realizzato nel 1350 per opera di Pietro Vago. Conserva al suo interno le reliquie di [[Antonino di Piacenza]], martire cristiano ucciso presso Travo<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/chiese/basilica-di-santantonino|titolo=Basilica di Sant'Antonino|accesso=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200811185059/https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/chiese/basilica-di-santantonino|urlmorto=sì}}</ref>.
*[[Basilica di San Savino]], realizzata per opera del vescovo Sigifredo e consacrata nel 1107, è situata nel luogo dove san Savino, secondo vescovo di Piacenza, aveva fondato una basilica nel [[IV secolo d.C.]] Durante il Settecento l'edificio fu radicalmente rimaneggiato alterando l'originale stile romanico con l'aggiunta di stucchi e altri ornamenti all'interno e la ricostruzione in stile neoclassico della facciata, avvenuta nel 1721<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/chiese/chiesa-di-san-savino|titolo=Chiesa di San Savino|accesso=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200921110209/https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/chiese/chiesa-di-san-savino|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:Basilica di San Francesco d'Assisi (Piacenza) - facciata 2 2022-08-08.jpg|thumb|Basilica di San Francesco d'Assisi.]]
*[[Basilica di San Francesco d'Assisi (Piacenza)|Basilica di San Francesco d'Assisi]] situata in [[piazza Cavalli]]. È realizzata in stile [[gotico lombardo]] tra il 1278 e il 1373. Sulla facciata sono visibili due contrafforti, un rosone, una cuspide e alcune guglie, mentre archi rampanti sono presenti sui lati; su quello destro è ancora esistente parte dei chiostri di cui rimane un porticato. Al suo interno, ornato di [[affresco|affreschi]] del [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]], venne proclamata l'annessione della città al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] nel 1848. Il portale mediano della basilica reca al sommo una lunetta con il rilievo di ''San Francesco stigmatizzato'', e all'interno, sulla parete destra del deambulatorio, v'è un bassorilievo con ''Rettore in cattedra e frati'', eseguiti nella bottega di [[Giovanni Antonio Amadeo]] intorno al 1490. Nella basilica è sepolto il patriota [[Giuseppe Manfredi (politico 1828)|Giuseppe Manfredi]], presidente del Senato del Regno d'Italia, morto nel 1918.
*[[Basilica di San Giovanni in Canale]], fondata nel 1220 dai [[domenicani]], venne ampliata con la realizzazione di tre campate alla metà del [[XVI secolo]]; nella stessa epoca venne anche ampliato il coro. Tra i vari monumenti sepolcrali presenti, vi è una tomba dipinta, unica a Piacenza, e il grande sarcofago della [[Scotti (famiglia)|famiglia Scotti]]. Il ''sepolcro'' di [[Guglielmo da Saliceto]], del 1501, posto nel chiostro denota i caratteri dello stile dell'Amadeo<ref>{{cita web|url=https://www.marcostucchi.com/articoli/SanGiovanni/index.html|titolo=San Giovanni in Canale|accesso=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180126153631/http://www.marcostucchi.com/Articoli/SanGiovanni/index.html|urlmorto=sì}}</ref>.
*[[Basilica di Santa Maria di Campagna]], edificio in stile rinascimentale costruito tra il 1522 e il 1528 su progetto di [[Alessio Tramello]] in sostituzione di un preesistente santuario<ref name=campcom>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/chiese/basilica-di-santa-maria-di-campagna|titolo=Basilica di Santa Maria di Campagna|accesso=10 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200925182812/https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/chiese/basilica-di-santa-maria-di-campagna|urlmorto=sì}}</ref>, si trova in piazzale delle Crociate, così chiamato perché qui, durante il [[concilio di Piacenza]] del marzo 1095, [[papa Urbano II]] annunciò la [[prima crociata]], bandita ufficialmente nel successivo [[concilio di Clermont]]<ref name=campcom/>. Inizialmente a [[croce greca]], venne, in seguito trasformata a [[croce latina]] rovesciata tramite l'allungamento del [[presbiterio]]<ref>{{cita web|url=https://www.movio.beniculturali.it/icar/aspiacenza_mappestampedisegni/it/114/s-maria-di-campagna|titolo=S. Maria di Campagna|accesso=10 agosto 2020}}</ref>, il quale venne completato in 6 anni. La cupola e due cappelle sono decorate con affreschi opera di [[Il Pordenone|Giovanni Antonio Sacchi detto il Pordenone]]<ref>{{cita web|url=https://www.salitaalpordenone.it/index.php/it/i-capolavori-del-pordenone/cupola|titolo=La cupola|accesso=10 agosto 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.salitaalpordenone.it/index.php/it/i-capolavori-del-pordenone/cappella-di-santa-caterina|titolo=Cappella di Santa Caterina|accesso=10 agosto 2020}}</ref>. All'interno sono presenti opere di Galeazzo, [[Antonio Campi|Antonio]], [[Giulio Campi|Giulio]] e [[Bernardino Campi]], di [[Camillo Procaccini]], del [[Guercino]], del [[Giovan Battista Trotti|Malosso]] e di [[Jan Geernaert]]. Contiene, inoltre, due [[Organo (strumento musicale)|organi]] a canne fabbricati dai [[Serassi]] di [[Bergamo]]. Quello più grande, collocato in cornu Epistolae, venne costruito tra nel 1825 e nel 1838 su progetto dell'[[organista]] e [[compositore]] organistico [[padre Davide da Bergamo]]<ref>{{cita web|url=http://www.organoserassipiacenza.it|titolo=Piacenza - Basilica di S.Maria di Campagna - organo "Serassi" (1825-1838)|accesso=11 agosto 2020}}</ref>. Invece, l'organo più piccolo, collocato nella navata sul pavimento, è stato costruito nel 1836, in origine strumento di "casa" dei Serassi ed è stato collocato nella basilica nel 1991 proveniente dal teatro Municipale.
[[File:Chiesa di San Sisto (Piacenza), esterno 07.jpg|thumb|Chiesa di San Sisto]]
*[[Chiesa di San Sisto (Piacenza)|Chiesa di San Sisto]] basilica rinascimentale che vanta un prezioso [[coro (architettura)|coro]] ligneo del 1514. Edificata nel [[XIV secolo]] dove antecedentemente si trovava un tempio costruito nell'874 per volere dell'[[Engelberga d'Alsazia|imperatrice Angilberga]], moglie di [[Ludovico II il Giovane]] ed è la prima opera religiosa dell'architetto Alessio Tramello nella sua maturità. Ospita la copia del capolavoro di [[Raffaello Sanzio]], la ''[[Madonna Sistina]]'': l'originale, eseguito per la chiesa piacentina, venne venduto dai benedettini nel 1754 ad [[Augusto III di Polonia|Augusto III]], [[re di Polonia]] ed [[elettore di Sassonia]]. In seguito all'unità d'Italia, il complesso è stato separato in due con la chiesa che ha continuato a svolgere la sua funzione religiosa e il monastero che è stato occupato dal [[2º Reggimento genio pontieri]]<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/chiese/chiesa-di-san-sisto|titolo=Chiesa di San Sisto|accesso=9 novembre 2019}}</ref>.
*Basilica del Santo Sepolcro, basilica<ref>{{cita web|url=http://www.gcatholic.org/churches/data/basITX.htm|titolo=Basilicas in Italy|lingua=en|accesso=2 gennaio 2020}}</ref> realizzata da Alessio Tramello tra il XV e il XVI secolo. La facciata presenta contrafforti e un portale di stile barocco. Al suo interno il pittore [[Antonio Beduschi]] realizzò un ''Martirio di Santo Stefano'' e una ''Pietà''<ref>{{cita|De Soresina Vidoni|p. 128|soresina}}.</ref>. Il nome forse deriva da un pellegrino piacentino che, tornato dalla visita del [[Santo Sepolcro]] a [[Gerusalemme]], nel 938 fece edificare un luogo di culto che poi andò distrutto. In epoca napoleonica fu riadattata come ospedale militare e solo nel 1903 fu nuovamente riconsacrata alla preghiera.
[[File:Chiesa di Sant'Agostino (Piacenza) - facciata 2022-08-08.jpg|thumb|Basilica di Sant'Agostino.]]
*[[Basilica di Sant'Agostino (Piacenza)|Basilica di Sant'Agostino]], risalente al [[XVI secolo]], presenta una facciata in granito in stile [[neoclassico]], realizzata da [[Camillo Morigia]]. È l'unica chiesa della città che presenta una pianta a cinque navate. Frammenti di affreschi del Malosso sono visibili sulle pareti del transetto. Sconsacrata dopo l'epoca napoleonica, è diventata sede di una galleria dedicata all'[[arte contemporanea]]<ref>{{cita news|url=https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2019/03/rinasce-la-chiesa-di-santagostino-a-piacenza-al-suo-interno-apre-la-galleria-enrica-de-micheli/|titolo=Rinasce la Chiesa di Sant’Agostino a Piacenza. Al suo interno apre Volumnia di Enrica De Micheli|data=5 marzo 2019|pubblicazione=Artribune|autore=Desirée Maida}}</ref>.
*[[Chiesa delle Benedettine]], edificata tra il 1677 e il 1681 da [[Domenico Valmagini]] per volontà di Ranuccio II Farnese. Originariamente parte di un complesso con monastero, chiuso nel 1810, è diventata successivamente di proprietà del demanio<ref>{{cita web|url=http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/chiese-pievi-battisteri/item/chiesa-delle-benedettine.html|titolo=Chiesa delle Benedettine|accesso=9 novembre 2019|dataarchivio=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191109203821/http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/chiese-pievi-battisteri/item/chiesa-delle-benedettine.html|urlmorto=sì}}</ref>.
*[[chiesa di San Lorenzo (Piacenza)|Chiesa di San Lorenzo]], risalente al XIV secolo. Al suo interno si potevano ammirare gli affreschi del Ciclo di [[Caterina d'Alessandria|Santa Caterina]], opera di un maestro lombardo della cerchia di [[Giovannino de’ Grassi]], e spostati nel Museo Civico sito in palazzo Farnese nel novecento dopo che la chiesa era stata sconsacrata e adibita a magazzino e rifugio<ref>{{cita web|url=http://www.palazzofarnese.piacenza.it/collezioni/affreschimedievali|titolo=Affreschi medievali|accesso=9 novembre 2019|dataarchivio=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191109203820/http://www.palazzofarnese.piacenza.it/collezioni/affreschimedievali|urlmorto=sì}}</ref> e teatro<ref>{{cita web|url=https://sportelloquotidiano.com/2019/05/07/la-chiesa-teatro-di-san-lorenzo-uno-dei-luoghi-dimenticati-di-piacenza-che-hanno-davvero-fatto-la-storia/|titolo=La chiesa-teatro di San Lorenzo: uno dei luoghi “dimenticati” di Piacenza che hanno davvero fatto la storia|autore=Michela Vignola|data=7 maggio 2019}}</ref>.
*Chiesa di San Dalmazio, dedicata a [[Dalmazzo di Pedona|San Dalmazzo di Pedona]], la chiesa con annesso monastero formava un complesso religioso già documentato nel 1040<ref>{{cita web|url=https://quadernivaltolla.wordpress.com/2017/06/02/i-frati-di-tolla-possedevano-un-monastero-con-una-bella-chiesa-nella-citta-di-piacenza/|titolo=I frati di Tolla possedevano un monastero con una bella chiesa nella città di Piacenza, dai quaderni della valtolla - Storie e tradizioni della valdarda|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>, sorto su una chiesa preesistente i cui resti nella cripta possono essere fatti risalire secondo gli storici al [[VII secolo]], come dipendenza dell'[[abbazia di Val Tolla]] sorta anch'essa nel VII secolo ad opera del vescovo di Piacenza ''Catarasino'', già monaco francese benedettino<ref>{{cita|Campi|p. 171|Campi}}.</ref>, e gestita dai monaci dell'[[Abbazia di San Colombano|abbazia di San Colombano di Bobbio]], sotto la cui influenza ed egemonia ricadeva allora la val Tolla. La chiesa di San Dalmazio, nata come priorato dell'abbazia, divenne in seguito parrocchia. Soppressa nell'Ottocento dal vescovo [[Giovanni Battista Scalabrini]], fu eretta ad "oratorio ducale" da [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luigia d'Austria]] il 24 ottobre 1826, titolo che [[Carlo III di Parma|Carlo III di Borbone]], il 3 febbraio 1850, sostituì in quello di "oratorio reale". Ad occuparsi della conservazione della Chiesa di S. Dalmazio e degli edifici annessi di sua proprietà a seguito di donazione da parte di Maria Luigia d'Austria, è la Confraternita dello Spirito Santo.
*[[chiesa di San Donnino (Piacenza)|Chiesa di San Donnino]], risalente al XII secolo e poi ricostruita nel 1236 in [[Arte romanica|stile romanico]], presenta una facciata rifatta nel 1889 da Camillo Guidotti<ref>{{cita web|url=http://turismo.provincia.pc.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/chiese-pievi-battisteri/item/chiesa-di-san-donnino.html|titolo=Chiesa di San Donnino|accesso=9 novembre 2019}}</ref>.
*[[chiesa di Sant'Anna (Piacenza)|Chiesa di Sant'Anna]], costruita una prima volta nel XII secolo e poi ricostruita nel 1334, conserva al suo interno una statua lignea di ''[[San Rocco]]'', opera di [[Giovanni Angelo Del Maino]] del 1534.
[[File:Chiesa di Sant'Eufemia (Piacenza) - facciata 1 2022-08-08.jpg|thumb|Basilica di Sant'Eufemia.]]
*[[basilica di Sant'Eufemia (Piacenza)|Basilica di Sant'Eufemia]], anch'essa in stile romanico. In questa chiesa sono state sepolte le spoglie del vescovo [[Aldo Gabrielli]] da [[Gubbio]], che consacrò l'edificio. Al suo interno conserva una ''figura femminile'', scultura lignea del 1516 circa, opera di Giovanni Angelo Del Maino.
[[File:Via Giosuè Carducci (Piacenza) - chiesa di San Pietro Apostolo e palazzo del Collegio dei Gesuiti 2022-08-08.jpg|thumb|Palazzo del collegio dei Gesuiti e chiesa di San Pietro Apostolo.]]
*[[Chiesa di San Pietro (Piacenza)|Chiesa di San Pietro]], riedificata dai [[compagnia di Gesù|gesuiti]] nel 1587 sopra un preesistente edificio anteriore al Mille. Accanto alla chiesa sorge il palazzo del collegio dei Gesuiti, completato nel 1593 e diventato sede della biblioteca Passerini Landi<ref>{{Chiese italiane|63610|Chiesa di San Pietro <Piacenza>|4 novembre 2019|stampa=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/chiese-pievi-battisteri/item/chiesa-di-san-pietro-2-2.html|titolo=Chiesa di san Pietro|accesso=4 novembre 2019|dataarchivio=4 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191104171059/http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/chiese-pievi-battisteri/item/chiesa-di-san-pietro-2-2.html|urlmorto=sì}}</ref>.
*Chiesa di Santa Brigida d'Irlanda, dedicata alla patrona d'Irlanda [[Brigida d'Irlanda|Santa Brigida]], venne fondata fra l'826 e l'850 come monastero [[Ordine di San Benedetto|benedettino]] di Santa Brigida<ref>{{cita|Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|pp. 165, 167|codiceI}}.</ref><ref>{{cita|Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|pp. 230, 231|codiceII}}.</ref> dall'irlandese [[Donato di Fiesole|San Donato]], [[Diocesi di Fiesole|vescovo di Fiesole]], per ospitare i pellegrini irlandesi. La chiesa, assieme all'annesso [[xenodochio]], ospedale e ospizio dei pellegrini, dedicato alla Santa Risurrezione, con vari possedimenti e beni venne donata il 20 agosto dell'850 all'[[abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]]<ref>{{cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/74750|titolo=San Donato di Fiesole in Santi e Beati}}</ref>. La donazione fu confermata nell'862 in un inventario dei beni bobbiesi in Piacenza, arricchito di altre proprietà feudali<ref>{{cita|Campi|p. 326|CampiX}}.</ref> e mezzi tra cui le spettanze di olio e ferro da parte della corte di Soriasco di [[Santa Maria della Versa]], da parte dell'imperatore [[Ludovico II il Giovane|Ludovico II]]<ref>{{cita|Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|p. 211|codiceX}}.</ref>.
*Chiesa di San Paolo, edificio in stile barocco risalente al seicento su un preesistente luogo di culto trecentesco, a sua volta succeduto a una chiesa antecedente al Mille. La chiesa ha una facciata molto semplice con interno a unica navata con sei cappelle laterali. Le opere conservate all'interno di San Paolo sono ''[[San Biagio]] guarisce un fanciullo'' e ''San Biagio accolto in paradiso dal Redentore'' di Giovanni Evangelista Draghi. Di Robert de Longe sono ''Martirio di San Biagio''. Di un pittore trecentesco anonimo è la ''Madonna con Bambino in trono''. Di Pietro e Bartolomeo Baderna sono gli ''Episodi della sacra scrittura'' e l'affresco con la ''Caduta di San Paolo sulla via di Damasco''. Gli affreschi raffiguranti le ''Beatitudini'' sono di Luciano Ricchetti mentre le decorazioni della volta sono di Angelo Capelli. Il ''[[pergamo]]'' di Giovanni Leoni è un progetto del piacentino Andrea Guidotti.
*Monasteri regi di San Tommaso e di San Siro (scomparsi), di fondazione regia longobarda come dipendenza dell'abbazia di val Tolla<ref>{{cita|Campi}}.</ref>, e gestiti dai monaci dell'abbazia di San Colombano di Bobbio. I diplomi dei re longobardi [[Ildebrando]] (744) e [[Rachis]] (746) sancirono il passaggio al vescovo di Piacenza del possesso dei [[Monastero|monasteri]] regi cittadini di San Tommaso e di San Siro, assieme a quelli rurali di [[Chiesa di San Fiorenzo (Fiorenzuola d'Arda)|Fiorenzuola]], [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Bardi, Gravago)|Gravago]] e val di Tolla; un ''rector'' li reggeva in nome del vescovo. Sui resti del monastero di San Siro è sorta, nel 1931, la [[galleria d'arte moderna Ricci Oddi]].
=== Architetture civili ===
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*[[Palazzo Comunale (Piacenza)|Palazzo Comunale]], detto ''il Gotico'', considerato come il simbolo della città. Edificato a partire dal 1281 per volere di [[Alberto Scotti|Alberto Scoto]], reggente [[Guelfi e ghibellini|ghibellino]]<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/citta-storica/palazzo-gotico|titolo=Palazzo Gotico|accesso=2 gennaio 2020}}</ref> della città.
*Palazzo Mulazzani, presenta uno scalone d’onore obliquo, realizzato probabilmente dal Cervini, e il dipinto opera di Sebastiano Galeotti ''Aurora e Cefalo''<ref>{{cita web|url=https://www.poderecasale.com/35-cose-da-vedere-a-piacenza/|titolo=35 cose da vedere a Piacenza|accesso=9 novembre 2019}}</ref>.
*Palazzo Mandelli, costruito da Francesco Tomba su progetto di Gian Andrea Boldrini tra il 1745 e il 1755; fino al 1827 fu di proprietà della famiglia Mandelli, per poi diventare sede ducale di Maria Luigia nel 1831 con il trasferimento del governo da Parma a Piacenza per un semestre e, dopo l'unità d'Italia, sede della prefettura. Dal 1913 ospita la sede piacentina della [[Banca d'Italia]]<ref>{{cita web|url=http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-mandelli/|titolo=Palazzo Mandelli|accesso=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191109203821/http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-mandelli/|urlmorto=sì}}</ref>.
*Palazzo Scotti da Fombio, costruito nel 1490 su iniziativa di Paride e Ercole Scotti, presenta una facciata in mattoni a vista decorata con un fregio. Sull'angolo dell'edificio il fregio presenta una scultura rappresentante due persone atte a sorreggere lo stemma degli Scotti. Nel 1492 venne terminato il portale, realizzato da Gregorio Prini in [[marmo di Candoglia]], dal quale si accede al cortile interno, dotato di [[loggiato]]. Divenuto di proprietà della famiglia Morigi nel 1869, divenne sede di un istituto per la formazione maschile, divenuto, poi, il collegio universitario Morigi<ref>{{cita web|url=http://ripensandopiacenza.blogspot.com/2008/02/palazzo-scotti-da-fombio-collegio.html|data=25 febbraio 2008|titolo=Palazzo Scotti da Fombio (Collegio Morigi)|accesso=6 luglio 2020|autore=Massimo Mazzoni}}</ref>.
*Palazzo Landi, edificato negli ultimi anni del XV secolo per volontà di Manfredo Landi, sulle fondamenta di un palazzo preesistente, anch'esso di proprietà dei [[Landi]]. Nel 1578 venne requisito dal duca Ottavio Farnese a seguito della partecipazione di Agostino Landi alla congiura contro il padre [[Pierluigi Farnese|Pierluigi]]. Divenuto di proprietà statale, venne adibito prima a Supremo Consiglio di Giustizia e, poi a tribunale delle finanze. La facciata, decorata con un fregio in [[terracotta]] con sirene, medaglioni e trofei, venne realizzata da Giovanni Battagio da Lodi, già autore del [[Tempio Civico della Beata Vergine Incoronata|tempio dell'Incoronata]] di Lodi e da suo genero Agostino De Fonduli. Il portale di accesso in marmo, ornato da due medaglioni con figure virili, si richiama agli archi di trionfo ed è opera dello scultore Giovan Pietro da Rho. L'edificio ospita la sede del tribunale<ref>{{cita web|url=http://www.tribunale.piacenza.giustizia.it/it/Content/Index/28369|titolo=Cenni storici|accesso=6 luglio 2020}}</ref>.
*Palazzo Costa, realizzato per volere della famiglia Costa alla fine del seicento su progetto del [[Ferdinando Galli da Bibbiena|Bibiena]]. Presenta una struttura a U con facciata in stile [[rococò]] e un giardino all'inglese. Ospita la sede del museo della fondazione Horak<ref>{{cita web|url=http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-costa/|titolo=Palazzo Costa|accesso=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191109203822/http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-costa/|urlmorto=sì}}</ref>.
*Palazzo Rota Pisaroni, realizzato da Giuseppe Rota nel 1762, divenne di proprietà della cantante lirica [[Rosamunda Pisaroni]] nel 1830, ospitando in quegli anni parecchi esponenti del mondo dell'arte e della cultura. Divenuto in seguito di proprietà della [[Cassa di Risparmio di Piacenza]], ospita la sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano<ref>{{cita web|url=http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-rota-pisaroni/|titolo=Palazzo Rota Pisaroni|accesso=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191109203820/http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-rota-pisaroni/|urlmorto=sì}}</ref>.
*Palazzo Somaglia, edificato a partire dal 1688 per volontà del conte Orazio Cavazzi della Somaglia, presenta una facciata con tre ordini di finestre e tre balconcini in ferro battuto e uno scalone che si affaccia sul loggiato, aggiunto probabilmente intorno al 1730 su progetto di Domenico Cervini, caratterizzato da quattro rampe divergenti oblique con balaustra realizzata in arenaria<ref>{{cita web|url=http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-somaglia/|titolo=Palazzo Somaglia|accesso=9 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191109203823/http://www.turismopiacenza.it/site/palazzo-somaglia/|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:GT5C4659.jpg|thumb|Palazzo Farnese.]]
*[[Palazzo Farnese (Piacenza)|Palazzo Farnese]], costruito a partire dalla preesistente cittadella viscontea, venne realizzato a partire dal 1561 su desiderio di [[Ottavio Farnese]], secondo duca di Parma e Piacenza, e di sua moglie, [[Margherita d'Austria]], figlia di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo I]] di [[Spagna]]. Dopo essere stato inizialmente affidato a [[Francesco Paciotto]] nel 1558, il progetto dell'edificio venne portato a termine dal [[Jacopo Barozzi|Vignola]] nel 1561. I lavori di costruzione proseguirono, alternando avanzamenti dei lavori a pause fino al 1603, anno in cui furono definitivamente interrotti quando il progetto del Vignola era giunto alla metà del suo completamento. Dopo essere stato spogliato di tutti i beni e delle opere d'arte a seguito dell'ascesa di Carlo di Borbone, già duca di Parma e Piacenza, sul trono delle Due Sicilie, nel 1734, il palazzo conobbe un periodo di degrado venendo adibito anche a caserma, subendo ulteriori saccheggi da parte delle truppe napoleoniche e diventando ricovero per sfollati dopo la seconda guerra mondiale<ref>{{cita web|url=http://www.palazzofarnese.piacenza.it/palazzo|titolo=Il palazzo Farnese|accesso=4 luglio 2020|dataarchivio=25 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210525025903/http://www.palazzofarnese.piacenza.it/palazzo|urlmorto=sì}}</ref>. A partire dagli anni '60 del XX secolo iniziò il recupero dell'edificio che subì diverse campagne di restauri divenendo sede dei [[musei civici di Piacenza]]<ref>{{cita web|url=http://www.entefarnese.it/imgportfolio/79/img_6/img_260610.pdf|titolo=Ente per il Restauro e per l’Utilizzazione di Palazzo Farnese e per il Restauro delle Mura Farnesiane (Ente Farnese)|accesso=4 luglio 2020|dataarchivio=4 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200704165111/http://www.entefarnese.it/imgportfolio/79/img_6/img_260610.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e dell'[[Archivio di Stato di Piacenza|Archivio di Stato]]<ref>{{cita web|url=http://www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it/index.php?it/158/palazzo-farnese|titolo=Palazzo Farnese|accesso=4 luglio 2020|dataarchivio=4 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200704164934/http://www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it/index.php?it/158/palazzo-farnese|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:Palazzo del Governatore (Piacenza) - facciata 2022-08-08.jpg|thumb|Palazzo del Governatore.]]
*[[Palazzo del Governatore (Piacenza)|Palazzo del Governatore]], edificio risalente al 1787, realizzato in stile [[architettura neoclassica|neoclassico]] dall'architetto [[Lotario Tomba]], ospitò fino all'annessione al Regno di Sardegna, il governatore della città. Sulla facciata presenta un orologio ai cui lati sono posti una meridiana solare e un calendario perpetuo realizzato da [[Barattieri|Gian Francesco Barattieri]]. La facciata si caratterizza per l'altezza limitata con due torrette laterali alte esattamente come il rialzo centrale dove si trova l'orologio. Il palazzo ospita la sede della locale [[camera di Commercio]], mentre al piano terra si trova una galleria commerciale coperta aggiunta durante gli anni '50 del Novecento<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/citta-storica/palazzo-del-governatore|titolo=Palazzo del Governatore|accesso=12 dicembre 2020}}</ref>.
[[File:Palazzo dei Mercanti (Piacenza) - facciata 2022-08-08.jpg|thumb|Palazzo dei Mercanti.]]
*Palazzo dei Mercanti, situato nell'omonima piazzetta, fu costruito tra il 1676 e il 1697 su progetto dell'architetto piacentino Angelo Caccialupi per volere del collegio dei Mercanti, da cui prende il nome. Dopo la soppressione del collegio dei Mercanti, avvenuta in epoca napoleonica, fu sede del collegio elettorale, del tribunale del commercio e del Teatro della Filodrammatica, per poi diventare sede del comune<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/citta-storica/palazzo-dei-mercanti|titolo=Palazzao dei Mercanti|accesso=9 novembre 2019}}</ref>.
[[File:Teatro Piacenza.jpg|thumb|Teatro Municipale..]]
*[[Teatro Municipale (Piacenza)|Teatro Municipale]]: Progettato dall'architetto Lotario Tomba in sostituzione del teatro della Cittadella, andato distrutto nel 1798 in seguito a un incendio, e inaugurato nel 1804, presenta una facciata ispirata a quella del [[teatro alla Scala]] di [[Milano]]; gli interni furono decorati da [[Alessandro Sanquirico]], scenografo presso il teatro milanese. Al di sopra della sala principale, si trova l'ex sala degli scenografi, che è stata trasformata negli anni '70 in un auditorium da 320 posti<ref name=teatri>{{cita web|url=https://www.emiliaromagnawelcome.com/benvenuti-in-emilia-romagna/piacenza-citta-di-teatri|titolo=Piacenza città dei teatri|accesso=9 novembre 2019}}</ref>.
*[[Teatro dei Filodrammatici (Piacenza)|Teatro dei Filodrammatici]], realizzato all'inizio del novecento trasformando la chiesa del monastero di Santa Franca, sconsacrata dopo l'epoca napoleonica. I lavori furono guidati dall'ingegner Giovanni Gazzola che realizzò esterni in stile [[liberty]] con decorazioni ad ali di farfalla e parti in [[ferro battuto]], mentre gli interni presentano un gusto più ottocentesco con decorazioni floreali<ref name=teatri/>.
=== Architetture militari ===
*[[Castello di Mucinasso]]: situato nell'omonima frazione e costruito in epoca imprecisata, nel medioevo venne distrutto dalle forze di [[Enzo di Svevia]]. Divenne di proprietà della famiglia Radini Tedeschi nel 1486. Nel 1503 Giovanni Radini Tedeschi inoltrò una richiesta di ricostruzione del maniero, che si trovava in cattive condizioni, al re di Francia [[Luigi XII]]. L'edificio rimase alla famiglia Radini Tedeschi anche quando questa perse il feudo di Mucinasso. Nel 1916 venne alienato dalla contessa Leopolda Radini Tedeschi, diventando di proprietà dei marchesi Malvicini Fontana di Nibbiano. La costruzione è stata pesantemente rimaneggiata nei secoli, mentre il fossato è stato interrato nel Novecento<ref>{{cita web|url=http://www.turismoapiacenza.it/castello_di_mucinasso.html|titolo=Castello di Mucinasso|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>.
*[[Torre della Razza]]: Originariamente di proprietà della famiglia Raggia, da cui deriva, in maniera alterata, il nome della costruzione, nel 1687 venne concesso dalla Camera Ducale farnesiana un appezzamento di terreno posto nei pressi della torre al conte Giovanni Battista Radini-Tedeschi, tuttavia non è noto se in esso fosse compresa anche la costruzione. Alla torre fu in seguito addossato un podere agricolo che dipese dall'opera parrocchiale di San Giovanni in Canale e pervenne, infine, al demanio. La torre, di probabile edificazione cinquecentesca, è posta nelle vicinanze della via Emilia e del ponte sul torrente Nure<ref>{{cita|Artocchini|p. 316}}.</ref>.
=== Altro ===
*Viale Pubblico Passeggio, chiamato ''Facsal'' (o ''Faxhall'') : è un viale alberato lungo poco meno di {{M|2|u=km}} posto su una parte della cinta muraria rinascimentale<ref name=faxhall>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/citta-storica/viale-pubblico-passeggio|titolo=Il Facsal|data=11 giugno 2013|accesso=6 dicembre 2020}}</ref>. Ombreggiato da platani secolari e in posizione predominante rispetto ai luoghi circostanti, è luogo di passeggiate o riposo sulle numerose panchine di cui è disseminato. Parte dal centro storico (corso Vittorio Emanuele II) e arriva fino al piazzale della Libertà, non lontano dalla stazione ferroviaria. Il nome ''Facsal'' è una storpiatura di quello dei [[Vauxhall Gardens]] di [[Londra]]<ref name=faxhall/>, giardini la cui popolarità agli inizi del [[XIX secolo]] crebbe fino a rendere il proprio nome un termine generico per indicare giardini alberati posti in altre città.
*Via Taverna (''Strä Alvä'' o ''la Strä Lvä''), con la vicina via Campagna era una delle zone più popolari del centro storico, abitata da gente di estrazione umile<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/strada-levata-tutto-ruotava-attorno-ai-militari-le-sarte-lavoravano-con-la-macchina-da-cucire-anche-in-strada.html|titolo=Quando via Taverna era Strà ‘lvà: tutto ruotava attorno all'arsenale, posto di lavoro sicuro e garanzia di pensione|autore=Giuseppe Romagnoli|data=19 novembre 2018|accesso=6 dicembre 2020|pubblicazione=IlPiacenza}}</ref>. Tradizionalmente la zona veniva considerata residenza di chi è piacentino da innumerevoli generazioni e nell'immaginario era luogo delle specificità piacentine per antonomasia. Il nome ''strada Levata'' derivava dal fatto che la via fosse in posizione più alta rispetto ad altre vie limitrofe come via Campagna.
*Piazza Cavalli (''Piassa Caväi'') è la piazza duecentesca su cui sorgono il palazzo Gotico, il palazzo del Governatore e la chiesa di San Francesco e da cui parte via XX Settembre. Prende il nome dalle due [[Cavalli del Mochi|statue equestri raffiguranti Ranuccio e Alessandro Farnese]], realizzate da [[Francesco Mochi]] da [[Montevarchi]] tra il 1612 e il 1628<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/citta-storica/piazza-cavalli|titolo=Piazza Cavalli|accesso=6 dicembre 2020}}</ref>.
[[File:Vista aerea centro di Piacenza dal Duomo (visibile via XX Settembre) (2020).jpg|miniatura|Vista aerea del centro di Piacenza dal duomo.]]
*Via XX Settembre (''la Strä Dritta''<ref name=touring>{{cita web|url=https://www.touringclub.it/itinerari-e-weekend/che-cosa-fare-a-piacenza-tra-musei-chiese-e-piccoli-tesori-da-scoprire/immagine/9/piacenza-piazza-dei-cavalli|titolo=Che cosa fare a Piacenza, tra musei, chiese e piccoli tesori da scoprire|autore=Stefano Brambilla|data=20 aprile 2020|accesso=6 dicembre 2020}}</ref>), nota per i suoi balconi in ferro battuto, collega piazza Duomo e piazza Cavalli in quanto era uso nel medioevo collegare con una strada dritta il simbolo del potere politico con quello religioso<ref name=xx>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/guida/luoghi-piacentini-una-curiosita-su-via-venti-settembre.html|titolo=Luoghi piacentini: una curiosità su via XX Settembre|autore=Sofia Mingarelli|data=9 dicembre 2015|accesso=6 dicembre 2020|pubblicazione=IlPiacenza}}</ref>. Fu rinominata via XX Settembre per forgiare la memoria popolare sul ricordo della conquista di [[Roma]] da parte del Regno d'Italia nel 1870<ref name=xx/>. È la via cittadina dedicata allo shopping per eccellenza<ref>{{cita news|url=https://www.liberta.it/news/cronaca/2016/09/22/in-auto-in-via-xx-settembre-sanzionati-7-automobilisti-dallinizio-dellanno/|titolo=In auto in via XX Settembre, sanzionati 7 automobilisti dall’inizio dell’anno|data=22 settembre 2016|accesso=6 dicembre 2020|pubblicazione=[[Libertà (quotidiano)|Libertà]]}}</ref>, insieme al corso Vittorio Emanuele (''San Raimond'' o, più recentemente, ''al Curs''). In alcuni periodi storici era chiamata anche ''la Strä di Urévas'' (la Strada degli Orefici) perché vi si trovavano diverse botteghe di oreficeria<ref name=touring/>.
*La ''muntä di ratt'' è la caratteristica scalinata che collega via Mazzini alla più bassa via San Bartolomeo (''San Burtlamé''). Secondo la tradizione popolare, era detta "montata dei topi" perché questi roditori l'avrebbero percorsa al fine di lasciare le zone cittadine più basse e adiacenti al Po durante le alluvioni e le piene del fiume. In realtà, è più probabile che l'etimologia sia riconducibile a "montata ratta", espressione che stava ad indicare una ripida salita<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/citta-storica/munta-di-ratt|titolo=Munta' di Ratt|accesso=6 dicembre 2020}}</ref>.
[[File:001902 monumento alla lupa.JPG|thumb|Il monumento alla lupa capitolina presso Porta Galera.]]
*Porta Galera un tempo era un quartiere popolare del centro storico. I piacentini chiamavano così le parti terminali di via Scalabrini e via Roma, con relative adiacenze, comprese nella parrocchia di Sant'Anna.Il nome derivava, forse, dalla presenza in epoca medievale di un forte di modeste dimensioni a cui era annessa una torre con funzione di carcere impiegata per imprigionare i ladri<ref>{{cita web|url=http://www.piacenzantica.it/page.php?414|titolo=Porta Galera|accesso=6 dicembre 2020}}</ref>.
*Piazzale Roma anche detto ''la Lupa'' è la vecchia porta nelle mura che volgeva in direzione di Roma. Il suo soprannome deriva dalla [[Monumento alla Lupa|colonna monumentale]] posta al centro della piazza sull'apice della quale è scolpita la lupa, simbolo di Roma, con gli infanti [[Romolo e Remo]], opera commissionata nel 1938 per commemorare la proclamazione di [[Vittorio Emanuele III]] ad imperatore di Etiopia<ref>{{cita web|url=https://www.vitaincentroapiacenza.com/listing/monumento-alla-lupa/|titolo=Monumento alla Lupa|accesso=6 dicembre 2020}}</ref>. È situata alla conclusione a sud di via Roma e via Scalabrini e segna l'inizio della [[via Emilia]].
*Sant'Agnese (''Sant'Agnesa'') quartiere, un tempo popolare, al limitare del centro storico che porta il nome della patrona dei barcaioli, essendo un tempo la zona dotata di un varco che permetteva alle imbarcazioni provenienti dal Po di risalire il cavo Fodesta per entrare all'interno delle mura cittadine<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/la-felicita-povera-di-sant-agnese-i-parte.html|titolo=La felicità povera di Sant'Agnese (I parte)|pubblicazione=IlPiacenza|accesso=6 dicembre 2020|autore=Giuseppe Romagnoli|data=21 gennaio 2018}}</ref>.
*Piazza Borgo, piazza sorta in epoca medievale a ovest dei limiti della vecchia città romana. Si formò intorno nell'XI secolo a seguito del fenomeno dell'inurbamento con il quale arrivarono delle masse contadine dalla campagna sperando di trovare fortuna in città. Non trovando nel perimetro delle vecchie mura romane, essi costruirono le loro case al di fuori del territorio urbano, case che presero il nome di ''sobborgo'', da cui derivò, poi, il nome della piazza<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/citta-storica/piazza-borgo|titolo=Piazza Borgo|accesso=6 dicembre 2020}}</ref>. Da questa piazza si diramano via del Castello, via Campagna e via Taverna, tre delle strade considerate storiche dai piacentini.
=== Aree naturali ===
*[[Parco regionale fluviale del Trebbia]]: ai margini dell'area urbana, il comune di Piacenza è interessato dall'ultimo segmento del parco<ref name=duc>{{cita web|url=http://www.parchidelducato.it/parco.trebbia/pagina.php?id=4|titolo=Parco Fluviale del Trebbia.
Acqua e biodiversità... ricchezze da scoprire e tutelare!|editore=Parchi del Ducato|accesso=16 settembre 2020}}</ref>. Nel tratto cittadino, che si estende per {{M|8,5|u=km}} dal confine con il comune di [[Gossolengo]] fino alla confluenza della Trebbia nel Po, è presente un'area attrezzata con percorsi ciclopedonali e arredi urbani<ref name=com>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/temi/ambiente/verde-urbano/parchi-e-campi-gioco/parco-del-trebbia|titolo=Il parco fluviale regionale del Trebbia|editore=Comune di Piacenza|accesso=16 settembre 2020|dataarchivio=14 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200814172938/https://www.comune.piacenza.it/temi/ambiente/verde-urbano/parchi-e-campi-gioco/parco-del-trebbia|urlmorto=sì}}</ref>. Istituita nel 2009, l'area protetta si estende per {{M|4000|ul=ha}} e per una trentina di chilometri lungo il basso corso del fiume e le aree golenali circostanti, fino al comune di [[Rivergaro]]<ref name=duc/><ref name=com/>. In tale ambiente steppico costituito da isole ghiaiose, fasce di prateria arida e boschetti, transitano e sostano diverse specie di uccelli migratori, in particolare [[Anatidae|anatidi]]; di particolare rilevanza è la presenza dell'[[Burhinus oedicnemus|occhione]]. La flora si contraddistingue per la presenza di formazioni steppiche e basso arbustive particolarmente ricche, che ospitano diverse specie appenniniche e alcune orchidee<ref>{{cita web|url=https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/parchi/treb/carta-identita|titolo=Parco regionale Trebbia|editore=Regione Emilia-Romagna|accesso=16 settembre 2020}}</ref>.
*[[Parco Papa Giovanni Paolo II (Piacenza)|Parco Papa Giovanni Paolo II]], comunemente noto come parco della Galleana, dal nome del limitrofo quartiere della periferia sud, è il parco cittadino più esteso. Nell'area verde, di circa {{M|150000|ul=mq}}, di cui {{formatnum:100000}} a prato, esisteva una polveriera militare (cioè un deposito munizioni) utilizzata fino alla [[seconda guerra mondiale]]. È stata riconvertita a parco all'inizio degli [[Anni 1980|anni 80]] del [[XX secolo]]. Il parco è dotato di servizi igienici, di una notevole quantità e metratura di vialetti per il passaggio e di sentieri all'interno della parte a bosco percorribili a piedi o in mountain bike, tre fontanelle d'acqua e una serie di bacheche informative che forniscono notizie sulle piante e sugli animali che vi dimorano<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/temi/ambiente/verde-urbano/parchi-e-campi-gioco/parco-galleana|titolo=Parco Papa Giovanni Paolo II (Galleana)|editore=Comune di Piacenza|accesso=16 settembre 2020|dataarchivio=14 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200814022125/https://www.comune.piacenza.it/temi/ambiente/verde-urbano/parchi-e-campi-gioco/parco-galleana|urlmorto=sì}}</ref>. Vi si alternano ampi spazi prativi e macchie arboree e arbustive di specie spontanee, con querce di maggiori dimensioni, a macchie boscate più o meno folte e radure. Un filare di ciliegi e farnie giovane bosco misto caratterizzato da siepi e macchie arbustive composte da prugnolo, biancospino, rosa selvatica e rovo, qua e là compaiono esemplari di olmo campestre, bagolaro, rusticano, gelso e noce di discrete dimensioni<ref name=er>{{cita web|url=http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=196986&force=1|titolo=Parco Giovanni Paolo II (già Parco della Galleana)|editore=Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell'Emilia-Romagna|accesso=16 settembre 2020}}</ref>. Mappe [[XVII secolo|settecentesche]] hanno consentito di individuare nell'area in oggetto una postazione militare esterna alle mura cinquecentesche che proteggevano la città. Nel giugno del 1746, durante la [[guerra di successione austriaca]], l’area fu al centro di un cruento scontro tra l’esercito di [[Maria Teresa d'Austria]], alleato del [[Regno di Sardegna]], e le truppe franco-spagnole<ref name=er/>.
*Parco di Montecucco: secondo parco cittadino per estensione, è situato nella periferia sudoccidentale e collegato al parco Papa Giovanni Paolo tramite pista ciclabile. Gli alberi, ad alto fusto e foglia caduca, messi a dimora a partire dal lavori avviati nel 1997, sono tipici della zona, in modo da rispecchiare fedelmente la natura circostante. Tra di essi compaiono cornioli, frassini, querce, carpini neri, maggiociondoli e bagolari. Le coltri arboree si alternano ad aree destinate picnic, giochi, sport, tranquillità e lettura. Il parco di Montecucco si estende per una superficie di 16 ettari<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/temi/ambiente/verde-urbano/parchi-e-campi-gioco/parco-di-montecucco-1|titolo=Parco di Montecucco|editore=Comune di Piacenza|accesso=16 settembre 2020|dataarchivio=14 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200814015326/https://www.comune.piacenza.it/temi/ambiente/verde-urbano/parchi-e-campi-gioco/parco-di-montecucco-1|urlmorto=sì}}</ref>.
*[[Giardini Margherita (Piacenza)|Giardini Margherita]]: in stile [[Romanticismo|romantico]] [[XIX secolo|ottocentesco]], sono la principale area verde del centro storico. All'interno di uno schema costituito da vialetti, aiuole di varia forma, dossi, collinette e avvallamenti, sono presenti [[taxus baccata|tassi]], [[bagolaro|bagolari]], [[tiglio|tigli]], [[olmo (botanica)|olmi]], [[platanus|platani]], [[acero campestre|aceri campestri]], [[ippocastano|ippocastani]] e [[farnia|farnie]], [[sofora|sofore]], [[cedro del Libano|cedri del Libano]] e dell'[[cedro dell'Atlante|Atlante]], [[pino|pini]] e [[faggio|faggi]], come in uso nei giardini del XIX secolo<ref name=mar>{{cita web|url=http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=196985|titolo=Giardini Margherita|editore=Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell'Emilia-Romagna|accesso=17 settembre 2020}}</ref>. Tra essi sono presenti anche alcuni alberi secolari: un faggio e tre cedri<ref>{{cita web|url=https://www.piacenzasera.it/2020/02/piacenza-valorizza-i-suoi-monumenti-verdi-allinterno-dei-giardini-margherita/330662/|titolo=Piacenza valorizza i suoi “monumenti verdi” all’interno dei Giardini Margherita|editore=Piacenzasera.it|accesso=17 settembre 2020}}</ref>, uno di essi classificato come albero monumentale<ref>{{cita web|url=https://www.liberta.it/news/cronaca/2018/09/21/da-ottone-ai-giardini-margherita-dai-platani-ai-cedri-sono-gli-alberi-monumentali-il-piu-alto-e-30-metri/|titolo=Da Ottone ai giardini Margherita, dai platani ai cedri: sono gli alberi monumentali. Il più alto è 30 metri|editore=Libertà|accesso=17 settembre 2020}}</ref>. Del XIX secolo sono un tempietto dedicato a Psiche, un obelisco e un altro tempietto che ospitava un busto di [[Giuseppe Mazzini]] posti ad arredare le aiuole; successivamente, sono stati introdotti un padiglione ferreo per spettacoli, statue e busti dei poeti [[Dialetto piacentino|dialettali]] Egidio Carella, Valente Faustini e della ''batuśa'' (la popolana piacentina immortalata in una poesia del Faustini), oltre che di altre personalità locali (all'esterno è posta invece una statua di [[Giuseppe Garibaldi]])<ref name="mar" /><ref>{{cita web|url=https://www.ilpiacenza.it/cronaca/statue-rovinate-giardini-margherita.html|titolo=I piacentini famosi nascosti dai cespugli|editore=IlPiacenza|accesso=17 settembre 2020}}</ref>. I giardini Margherita, così denominati nel 1893 in onore della [[Consorti dei sovrani d'Italia|regina consorte]] [[Margherita di Savoia]], appartennero inizialmente a una famiglia nobiliare che li realizzò nel 1822 per poi cederli parzialmente al comune di Piacenza nel 1856; l'ente li acquisì definitivamente nel 1880<ref name=mar/><ref>{{cita web|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/quando-i-giardini-margherita-si-chiamavano-villa-costa.html|titolo=Quando i giardini Margherita si chiamavano Villa Costa|autore=Giuseppe Romagnoli|editore=IlPiacenza|accesso=17 settembre 2020}}</ref>.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Piacenza}}
* [[Comuni
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano {{formatnum:19408}}, ovvero il 18,86% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=15 luglio 2025}}</ref>
* [[Romania]] {{formatnum:2438}}
* [[Albania]] {{formatnum:2046}}
* [[Egitto]] {{formatnum:1596}}
* [[Marocco]] {{formatnum:1392}}
* [[Ucraina]] {{formatnum:1198}}
* [[Ecuador]] {{formatnum:1181}}
* [[Macedonia del Nord]] {{formatnum:1000}}
* Nigeria 659
* Cina 647
* Senegal 521
=== Qualità della vita ===
*Comune Riciclone 2011 - Premio Co.Re.Ve.: Riconoscimento ottenuto nel 2011 dalla città assegnato da parte del Consorzio Recupero Vetro in qualità di primo comune del nord Italia per il livello qualitativo di eccellenza grazie all'adozione di modalità di raccolta differenziata monomateriale<ref>{{cita web|url=http://upload.legambiente.org/ecosportello.org/documenti/dossier_comuni_ricicloni_2011.pdf|titolo=Dossier comuni ricicloni 2011}}</ref>.
== Cultura ==
=== Università ===
[[File:Chiesa-Parroc. 08.jpg|thumb|''Gesù crocifisso'', opera di Camillo Procaccini conservata nei musei civici di palazzo Farnese.]]
La città di Piacenza, congiuntamente a Cremona, è sede di uno dei campus dell'[[Università Cattolica del Sacro Cuore]]. Nella sede piacentina dell'ateneo sono presenti corsi di laurea afferenti tre [[Dipartimento universitario|dipartimenti]]: economia e giurisprudenza; scienze agrarie, alimentari e ambientali e scienze della formazione<ref>{{cita web|url=https://piacenza.unicatt.it/offerta-formativa-facolta|titolo=Facoltà|accesso=20 settembre 2020}}</ref>. In città è presente anche un polo territoriale del [[Politecnico di Milano]] che offre corsi di laurea in ingegneria e architettura<ref>{{cita web|url=https://www.polo-piacenza.polimi.it/corsi/corsi-di-laurea-e-di-laurea-magistrale|titolo=Corsi di studio|accesso=20 settembre 2020}}</ref>.
Infine, è attiva anche una sede distaccata dell'[[Università degli Studi di Parma|Università di Parma]] che offre corsi di laurea in infermieristica<ref>{{cita web|url=https://cdl-infe.unipr.it/it/studiare/sedi-parma-aou-ausl-piacenza-ausl-lezioni-i-semestre-aa-20202021|titolo=Sedi formative , programmi didattici e contatti|accesso=16 ottobre 2021}}</ref> e medicina e chirurgia in lingua inglese<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/notizie/a-piacenza-un-corso-di-laurea-in-medicina-in-lingua-inglese|titolo=A Piacenza un corso di laurea in Medicina in lingua inglese|data=ottobre 2020|accesso=17 novembre 2020|dataarchivio=2 dicembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201202075155/https://www.comune.piacenza.it/notizie/a-piacenza-un-corso-di-laurea-in-medicina-in-lingua-inglese|urlmorto=sì}}</ref>. Completano l'offerta formativa cittadina il [[conservatorio Giuseppe Nicolini]] e lo studio di teologia attivo nel [[collegio Alberoni]], affiliato alla facoltà di teologia della [[pontificia università "San Tommaso d'Aquino"]] di Roma<ref>{{cita web|url=https://www.collegioalberoni.it/insegnamenti.php|titolo=Studio teologico Collegio Alberoni|accesso=5 novembre 2019|dataarchivio=15 luglio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210715230644/https://www.collegioalberoni.it/insegnamenti.php|urlmorto=sì}}</ref>.
=== Musei ===
[[Palazzo Farnese (Piacenza)|Palazzo Farnese]] ospita la sedei dei [[musei civici di Piacenza|musei civici comunali]], divisi in nove collezioni dedicate rispettivamente ad affreschi medievali, museo archeologico, armi, carrozze, Fasti farnesiani, [[Risorgimento]], pinacoteca, sculture e vetri e ceramiche. La sezione archeologica del museo ospita il [[fegato di Piacenza]], modello [[bronzo|bronzeo]] di un fegato utilizzato durante le cerimonie religiose risalente al periodo compreso tra il [[II secolo a.C.|II]] e il [[I secolo a.C.]] e rinvenuto nel 1877 nel territorio del comune di [[Gossolengo]]<ref name=archeo>{{cita web|url=http://www.palazzofarnese.piacenza.it/collezioni/archeologico/archeologico|titolo=Archeologico|accesso=1º luglio 2020|dataarchivio=24 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210224195522/http://www.palazzofarnese.piacenza.it/collezioni/archeologico/archeologico|urlmorto=sì}}</ref>
Nel 1991, dopo che verso la metà degli anni '80 era stato costituito un comitato promotore, venne istituito il [[museo di Storia Naturale di Piacenza]], ospitato inizialmente all'interno di palazzo Scotti da Fombio e trasferitosi nel 2007 presso l'ex fabbrica del ghiaccio dello Urban Center, area cittadina nata a seguito della riqualificazione dell'ex macello cittadino dove è ospitata anche parte del campus del polo piacentino del Politecnico di Milano. Per l'ottobre 2025, dopo che l'anno precedente il museo era stato chiuso per favorire l'allargamento della limitrofa sede universitaria, è prevista l'inaugurazione di una sezione ridotta del museo, ospitata presso palazzo Farnese, in attesa di un definitivo trasloco presso il [[palazzo del Governatore (Piacenza)|palazzo del Governatore]]<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/politica/il-museo-di-storia-naturale-provvisoriamente-a-palazzo-farnese.html|titolo=Il museo di storia naturale provvisoriamente a Palazzo Farnese|autore=Filippo Mulazzi|data=1º ottobre 2025|pubblicazione=IlPiacenza|accesso=2 ottobre 2025}}</ref>.
Nella sede presso lo Urban Center il museo ospitava una serie di collezioni, provenienti in buona parte dalle raccolte conservate nell'istituto superiore Romagnosi<ref>{{cita web|url=http://www.msn.piacenza.it/il-museo/sede/copy_of_la-sede-della-fabbrica-del-ghiaccio|titolo=La sede|accesso=20 settembre 2020|dataarchivio=19 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200919222917/http://www.msn.piacenza.it/il-museo/sede/copy_of_la-sede-della-fabbrica-del-ghiaccio|urlmorto=sì}}</ref>. Esso si suddivideva in tre sezioni, ognuna delle quali posizionata in una sala, dedicate rispettivamente a pianura, collina e montagna; ciascuna delle sezioni presentava un focus sulle tipicità degli ambienti della provincia piacentina, come il fiume Po per la pianura, gli affioramenti ofiolitici e i calanchi per la collina e ruscelli, faggete e pascoli sommitali per la montagna<ref>{{cita web|url=http://www.msn.piacenza.it/il-museo/esposizione|titolo=L'allestimento|accesso=20 settembre 2020|dataarchivio=5 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200805160437/http://www.msn.piacenza.it/il-museo/esposizione|urlmorto=sì}}</ref>. Erano, inoltre, presenti tre collezioni dedicate alla botanica, alla mineralogia e alla zoologia. La collezione botanica si componeva di diversi [[erbario|erbari]], il più antico dei quali risalente all'Ottocento. La collezione di minerali si componeva delle raccolte provenienti dall'istituto Romagnosi originatesi a partire dagli ultimi anni del XIX secolo su impulso del professor Del Lupo, mentre la collezione zoologica comprendeva una raccolta ornitologica frutto del lavoro di ricerca del medico e ornitologo piacentino [[Edoardo Imparati]]<ref>{{cita web|url=http://www.msn.piacenza.it/il-museo/le-collezioni|titolo=Le collezioni|accesso=20 settembre 2020|dataarchivio=21 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181121075748/http://www.msn.piacenza.it/il-museo/le-collezioni|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:Ricci Oddi.jpg|thumb|left|La galleria Ricci Oddi]]
[[File:Antonello da Messina 004.jpg|thumb|L'''Ecce Homo'' di Antonello da Messina conservato al collegio Alberoni.]]
In città ha la sua sede anche la [[galleria d'arte moderna Ricci Oddi]], originata a partire dalla collezione privata raccolta da [[Giuseppe Ricci Oddi]] a partire dal 1898 e ospitata inizialmente nell'abitazione privata di Ricci Oddi. Le opere furono donate alla città nel 1924 e la galleria venne aperta al pubblico nel 1931, ospitando una serie di opere di datazione compresa tra il 1830 e il 1930, quasi esclusivamente di arte figurativa, con un'esclusione quasi totale delle arti considerate minori e con un sostanziale equilibrio tra opere provenienti dalle diverse zone d'Italia, limitando la presenza di degli artisti stranieri al solo influsso che le loro opere hanno avuto sull'arte italiana<ref>{{cita web|url=http://riccioddi.it/la-collezione/|titolo=La prima collezione|accesso=20 settembre 2020|dataarchivio=18 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200718001216/http://riccioddi.it/la-collezione/|urlmorto=sì}}</ref>. Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1937 la galleria continuò ad ampliare la sua collezione grazie ai lasciti dello stesso Ricci Oddi<ref>{{cita web|url=http://riccioddi.it/la-galleria/|titolo=La galleria|accesso=20 settembre 2020}}</ref>. La galleria ospita il ''[[Ritratto di signora (Klimt)|Ritratto di signora]]'' di [[Gustav Klimt]], dipinto al di sopra di un precedente ritratto raffigurante una ragazza opera dello stesso Klimt e considerato perduto per anni. Il dipinto venne rubato dalla galleria nel 1997, un anno dopo la scoperta della presenza del ''Ritratto di ragazza''<ref>{{cita web|url=http://riccioddi.it/ritratto-di-signora-di-gustav-klimt/|titolo=Ritratto di Signora di Gustav Klimt|accesso=20 settembre 2020|dataarchivio=28 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200128151101/http://riccioddi.it/ritratto-di-signora-di-gustav-klimt/|urlmorto=sì}}</ref>, e è stato ritrovato all'interno della galleria nel 2019<ref>{{cita news|url=https://www.ilsole24ore.com/art/autentico-ritratto-signora-klimt-ritrovato-piacenza-piacenza-ACFe5pCB?refresh_ce=1|titolo=Autentico il “Ritratto di Signora” di Klimt ritrovato a Piacenza|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]|autore=Marilena Pirrelli|data=18 gennaio 2020}}</ref>.
Completano l'offerta culturale cittadina la biblioteca comunale Passerini-Landi, la quale contiene al suo interno il codice landiano 190, la versione manoscritta più antica della [[Divina Commedia]] di [[Dante Alighieri|Dante]], riportante all'interno dell'explicit l'indicazione dell'anno 1336<ref>{{cita news|url=http://www.associazionepiacenzamusei.it/pdf/47-codice_commedia.pdf|titolo=Il più antico codice della commedia è piacentino|pubblicazione=Panorama Musei|data=agosto 2004|p=5|urlmorto=sì}}</ref>, e il collegio Alberoni che, oltre agli studi di teologia, ospita al suo interno un museo di storia naturale, nato dal materiale donato dal botanico e naturalista padre Zaccaria da Piacenza<ref>{{cita web|url=https://www.collegioalberoni.it/scienze.php|titolo=Il museo di storia naturale|accesso=5 novembre 2019|dataarchivio=28 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210128085623/https://www.collegioalberoni.it/scienze.php|urlmorto=sì}}</ref> e la pinacoteca costituita per buona parte da opere raccolte dal cardinale [[Giulio Alberoni]], a cui si deve la costruzione del complesso, durante la sua vita; all'interno della galleria è conservato l'[[Ecce Homo (Antonello da Messina)|Ecce Homo]] di [[Antonello da Messina]]<ref>{{cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/benvenuti/citta/cosavedere/musei/collegio-alberoni|titolo=Galleria e Collegio Alberoni|accesso=5 novembre 2019}}</ref>.
===Eventi===
*Venerdì piacentini: principale kermesse estiva, prevede l'apertura serale degli esercizi commerciali del centro storico e la collocazione di eventi musicali, artistici e culturali in tutte le piazze e le strade interne alla cerchia delle mura farnesiane. Di norma la manifestazione si svolge durante i venerdì dei mesi di giugno e luglio<ref>{{cita web|url=https://www.venerdipiacentini.it/festival.html|titolo=Info utili|accesso=20 settembre 2020}}</ref>.
*Festa di Sant'Antonino: si tiene il 4 luglio di ogni anno, nel giorno del [[Santo patrono|patrono]] della città, [[Antonino di Piacenza|Sant'Antonino]]. Per l'occasione, vengono organizzate diverse iniziative tra cui la Santa Messa ospitata nella basilica di Sant'Antonino celebrata dal vescovo di Piacenza-Bobbio alla presenza di tutte le principali autorità cittadine. Viene, inoltre, consegnata la principale onorificenza cittadina, l'Antonino d'oro, istituito nel 1986 da parte del Capitolo della basilica antoniniana e assegnato ad anni alterni a una personalità del mondo laico e a una personalità del mondo ecclesiastico<ref>{{cita web|url=http://www.sant-antonino.it/AntoninoOro.aspx|titolo=Antonino d'oro|accesso=20 settembre 2020}}</ref>. Contemporaneamente per l'occasione viene organizzato anche un evento fieristico composto da bancarelle poste lungo il viale del Pubblico Passeggio e altre vie limitrofe del centro storico.
*Festa di [[Santa Rita da Cascia]]: si celebra il 22 maggio. L'importante evento per i piacentini devoti alla "Santa della Rosa", è caratterizzato da una messa nella chiesa dei Cappuccini, sul cui sagrato vengono distribuite ai fedeli rose benedette e gagliardetti raffiguranti la Santa in preghiera, e da una lunga processione di auto per la benedizione dei veicoli<ref>{{cita web|url=https://www.piacenza24.eu/94-domani-la-benedizione-delle-auto-per-santa-rita/|titolo=Domani la benedizione delle auto per Santa Rita|pubblicazione=Piacenza24|data=21 maggio 2006|autore=Mirko Rossi|urlmorto=sì}}</ref>.
*Estate di [[Martino di Tours|San Martino]]: si tiene la prima domenica di novembre. Appuntamento ideato per ravvivare alcune tradizioni del passato e animare il centro<ref>{{Cita news|url=https://archivio.piacenza24.eu/61533-piacenza-riscopre-le-proprie-antiche-radici-con-lestate-di-san-martino|titolo=Piacenza riscopre le proprie antiche radici con l’Estate di San Martino|pubblicazione=Piacenza24.eu|città=Piacenza|editore=Radio sound s.r.l.|data=31 ottobre 2014|accesso=23 novembre 2022}}</ref> attraverso stand gastronomici, folclore, rievocazioni storiche, bancarelle e giochi<ref>{{Cita web|url=https://www.scopripiacenza.it/it/eventi/piacenza-la-citta-enogastronomia-festa-di-san-martino-2022|titolo=Festa di San Martino - 2022|sito=ScopriPiacenza.it|editore=Editoriale Libertà|accesso=23 novembre 2022}}</ref>.
*[[Festival del diritto di Piacenza|Festival del diritto]]: organizzato tra il 2008 e il 2016<ref>{{cita news|url=https://www.piacenzasera.it/2017/09/il-festival-del-diritto-non-si-fara-la-nota-del-comitato-promotore/82411/|titolo=“Il Festival del Diritto non si farà” La nota del comitato promotore|data=11 settembre 2017|pubblicazione=PiacenzaSera}}</ref> durante il mese di settembre, consisteva in una rassegna svolta a cadenza annuale che prevedeva l'organizzazione di incontri, seminari e dibattiti relativi ad uno specifico tema variabile ad ogni edizione e che ha ospitato relatori di fama nazionale e internazionale provenienti dal mondo della politica, dello sport, della religione, dell'economia e della filosofia.
*Piacenza Jazz Fest: un [[festival]] dedicato alla [[musica jazz]] che a partire dal 2003 si svolge in città e nel territorio provinciale, con alcuni occasionali eventi organizzati nelle province limitrofe. Nel corso delle edizioni hanno partecipato diversi artisti di fama internazionale, tra i quali [[Brad Mehldau]], [[Javier Girotto]], [[Paolo Fresu (musicista)|Paolo Fresu]], [[Uri Caine]], [[Franco Ambrosetti]], [[Enrico Rava]], [[Franco D'Andrea]].
== Geografia antropica ==
=== Suddivisioni amministrative ===
Il comune di Piacenza è stato suddiviso in quattro [[Circoscrizione di decentramento comunale|
=== Quartieri ===
{{Div col|
**San Raimondo<ref>{{cita web|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/l-arioso-microcosmo-di-san-raimondo.html|titolo=L'arioso microcosmo di San Raimondo|autore=Giuseppe Romagnoli|editore=Il Piacenza|accesso=30 novembre 2020}}</ref>
**San Savino - Cantone Trebbiola<ref>{{cita web|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/la-storia-di-san-savino-quei-bei-tipi-di-trebbiola.html|titolo=La storia di San Savino, quei bei tipi di "Trebbiola"|autore=Giuseppe Romagnoli|editore=Il Piacenza|accesso=30 novembre 2020}}</ref>
**Sant'Agnese<ref>{{cita web|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/la-felicita-povera-di-sant-agnese-i-parte.html|titolo=La felicità povera di Sant'Agnese (parte I)|autore=Giuseppe Romagnoli|editore=Il Piacenza|accesso=30 novembre 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://movio.beniculturali.it/icar/aspiacenza_mappestampedisegni/it/76/s-agnese|titolo=Chiese di Piacenza, Sant'Agnese|editore=Istituto centrale per gli archivia|accesso=30 novembre 2020}}</ref>
**Porta Galera<ref>{{cita web|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/porta-galera-e-paraggi-un-microcosmo-sociale-complesso-e-variegato.html|titolo=Porta Galera e paraggi, un microcosmo sociale complesso e variegato|autore=Giuseppe Romagnoli|editore=Il Piacenza|accesso=30 novembre 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.liberta.it/luoghi/piacenza/2018/07/24/memorie-piacentine-svela-le-origini-di-porta-galera/|titolo=“Memorie piacentine”: svelate le origini di Porta Galera|editore=Telelibertà|accesso=30 novembre 2020}}</ref> - Torricella<ref name="pop">{{cita web|url=https://www.movio.beniculturali.it/aspc/piacenzannitrenta/it/56/le-case-popolari|titolo=Le case popolari|editore=Piacenza negli ann '30|accesso=30 novembre 2020}}</ref>
**Ciano<ref name="pop"/>
*Belvedere
*Besurica
*Borgotrebbia
*Il Capitolo
*Duemila
*Farnesiana
**Molini degli Orti
**Baia del Re
**Regina Margherita<ref name="pop"/>
**Peep
*Galleana
*Infrangibile
*Montale
*[[San Lazzaro Alberoni|San Lazzaro]]
*[[Sant'Antonio a Trebbia|Sant'Antonio]]
*Veggioletta
*[[La Verza]]
*Zona industriale
{{Div col end}}
[[File:Chiesa_Ivaccari.jpg|thumb|La chiesa di San Martino al Nure a I Vaccari.]]
=== Frazioni ===
{{Div col}}
*[[Borghetto (Piacenza)|Borghetto]] (54 {{m s.l.m.}}, 205 [[popolazione|ab.]])<ref name="Popolazione2015">{{Cita web|url=https://www.comune.piacenza.it/temi/internet/opendata/open-data-annuario-statistico/annuario-statistico-2015-tabelle-open-data/popolazione/tav-1_21-popolazione-residente-per-zone/view|titolo=Popolazione residente per zone|sito=Comune di Piacenza|data=18 dicembre 2015|accesso=31 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191102113542/https://www.comune.piacenza.it/temi/internet/opendata/open-data-annuario-statistico/annuario-statistico-2015-tabelle-open-data/popolazione/tav-1_21-popolazione-residente-per-zone/view}}</ref>
*[[Gerbido (Piacenza)|Gerbido]] (45 m s.l.m., 397 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[I Dossi]] (48 m s.l.m., 149 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[I Vaccari]] (76 m s.l.m., 688 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[Mortizza]] (45 m s.l.m., 573 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[Mucinasso]] (64 m s.l.m., 482 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[Pittolo]] (76 m s.l.m., 774 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[Quarto (Piacenza)|Quarto]]<ref>Frazione condivisa con il comune di [[Gossolengo]].</ref> (85 m s.l.m., 502 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[Roncaglia]] (48 m s.l.m., 435 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[San Bonico]] (68 m s.l.m., 397 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
*[[Vallera]] (76 m s.l.m., 468 ab.)<ref name="Popolazione2015"/>
{{Div col end}}
== Economia ==
=== Agricoltura ===
Uno dei punti focali dell'agricoltura piacentina è il settore del latte, in cui operano 24 imprese per quasi 400 addetti. Il prodotto principale realizzato con il latte piacentino è il [[Grana Padano]]. Un'altra filiera molto importante è quella dei salumi, con la produzione che si concentra sui tre [[Denominazione di origine protetta|DOP]] [[coppa piacentina]], [[salame piacentino]] e [[pancetta piacentina]]<ref>{{cita web|url=http://www.piacenzatheplace.it/app/document-detail.jsp?IdC=3262&IdS=3294&tipo_cliccato=0&tipo_padre=0&id_prodotto=743475&css=|titolo=L'agroindustria|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>. Piacenza occupa inoltre una posizione di leadership nella produzione del pomodoro, al quale è dedicato il festival OroRosso<ref>{{cita web|url=http://www.ororosso.net/|titolo=OroRosso|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160723225512/http://www.ororosso.net/}} ororosso.net</ref>. Infine, molto sviluppata è la [[viticoltura]] con la presenza di 36 [[Denominazione di origine controllata|DOC]] tutelati dal Consorzio Tutela Vini D.O.C. Colli Piacentini con sede in città<ref>{{cita web|url=http://www.insidepc.it/wordpress/ecommerce/it/chi-siamo/|titolo=Chi siamo|accesso=2 gennaio 2020|dataarchivio=1 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201001194438/http://www.insidepc.it/wordpress/ecommerce/it/chi-siamo/|urlmorto=sì}}</ref>.
=== Industria ===
Forte a Piacenza è la presenza di aziende del settore delle macchine utensili con più di 100 imprese per un totale di {{formatnum:2500}} addetti operanti nei settori macchine per la lavorazione meccanica per asportazione, automazione, attrezzature e componentistica speciale, servizi tecnici specializzati, ricerca e sviluppo tecnologico<ref>{{cita web|url=http://www.piacenzatheplace.it/meccanica-strumentale/index.jspeldoc?IdC=3262&IdS=3292&tipo_cliccato=0&tipo_padre=0&nav=1&css=&menu=1|titolo=La meccanica strumentale|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>. In città è presente anche il laboratorio MUSP che si occupa dello studio delle macchine utensili e dei sistemi di produzione.
Significativa rimane la presenza di aziende legate al material handling, tanto che la città ospita una delle fiere più importanti a livello internazionale dedicata al settore del sollevamento<ref>{{Cita web|url=https://gisexpo.it/la-fiera/|titolo=La Fiera|sito=GISEXPO|accesso=4 ottobre 2023}}</ref>. Nel secondo dopoguerra Piacenza era conosciuta come la città delle gru per la presenza nel suo territorio d’importanti realtà produttive come Corradini, Castelli, FM gru, Valla, Marchetti<ref>{{Cita web|url=https://bavuttiweb.net/2019/07/05/corradini-rinasce-con-un-progetto-commissionato-dalla-cinese-zoomlion/|titolo=Corradini rinasce con un progetto commissionato dalla cinese Zoomlion|sito=Fabrizio Bavutti|data=5 luglio 2019|accesso=4 ottobre 2023}}</ref>.
Un altro settore molto sviluppato a Piacenza è la raccorderia, presente in città sin dalla fine degli anni '30 con il reparto bocche da fuoco dell'arsenale cittadino, nel complesso nel piacentino sono presenti 15 società di capitali che producono raccordi forgiati<ref>{{cita web|url=http://www.piacenzatheplace.it/app/document-detail.jsp?IdC=3262&IdS=3295&tipo_cliccato=0&tipo_padre=0&id_prodotto=743516&css=|titolo=La raccorderia|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>.
=== Artigianato ===
Per quanto riguarda l'[[artigianato]], Piacenza è rinomata soprattutto per la produzione di [[mobile (arredamento)|mobili d'arte in stile]].<ref name=Aci>{{cita|Atlante cartografico dell'artigianato|pp. 4-6|aci}}.</ref>
=== Servizi ===
Grazie alla vicinanza strategica con le aree industriali della [[pianura Padana]] e alla presenza di importanti vie di comunicazione (ferrovie e autostrade), a partire dagli anni 2000 si è sviluppato un polo logistico, situato a est della città, nella [[Frazione (geografia)|frazione]] di Le Mose, a breve distanza dal casello autostradale di Piacenza Sud e collegato tramite un fascio di binari alla ferrovia per Cremona<ref name=polo>{{cita web|url=https://www.jllproperty.it/industriale-and-logistico/21237|titolo=Polo logistico di Piacenza|urlmorto=sì|accesso=23 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161011203622/https://www.jllproperty.it/industriale-and-logistico/21237}}</ref>. Tra le aziende insediate nel polo logistico spiccano [[Unieuro]], Italiarredo<ref name=polo /> e [[IKEA]]<ref>{{cita news|url=http://www.internazionale.it/reportage/2015/10/10/ikea-lavoro-magazzini|titolo=All'Ikea anche gli operai hanno le istruzioni|accesso=2 gennaio 2020|data=10 ottobre 2015|autore=Marina Forti|pubblicazione=Internazionale}}</ref>.
Sono stati realizzati inoltre progetti per delocalizzare lo scalo merci della stazione ferroviaria nei pressi del polo logistico per favorire l'interscambio gomma-ferro, liberando inoltre dai binari ampi spazi situati non lontano dal centro cittadino nei pressi dell'attuale scalo<ref>{{cita web|url=http://www.comune.piacenza.it/temi/territorio/polo-logistico/scalo-ferroviario-al-polo-logistico|titolo=Nuovo scalo merci al polo logistico|accesso=2 gennaio 2020|data=15 febbraio 2016|dataarchivio=28 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161128210303/http://www.comune.piacenza.it/temi/territorio/polo-logistico/scalo-ferroviario-al-polo-logistico|urlmorto=sì}}</ref>. Il polo piacentino si candida inoltre a essere la piattaforma logistica privilegiata per il [[porto della Spezia]]; a questo scopo nel luglio 2015 è stato firmato un protocollo d'intesa tra il comune e l'autorità portuale ligure<ref>{{cita news|url=http://www.ilpiacenza.it/politica/il-polo-logistico-di-piacenza-nuovo-retro-porto-di-la-spezia.html|titolo=Il polo logistico di Piacenza nuovo "retro-porto" di La Spezia|autore=Filippo Mulazzi|data=24 luglio 2015|pubblicazione=IlPiacenza}}</ref>.
A poca distanza dal polo logistico si trova il quartiere fieristico, terminato nel 2000 e composto da 3 padiglioni espositivi per complessivi {{M|14000|ul=mq}}, un'area esterna da {{M|7000|u=mq}}, due sale congressi e una sala corsi<ref>{{cita web|url=https://www.piacenzaexpo.it/chi-siamo-2/|titolo=Il quartiere fieristico|accesso=2 gennaio 2020|dataarchivio=2 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200102114838/https://www.piacenzaexpo.it/chi-siamo-2/|urlmorto=sì}}</ref>.
===
Piacenza ha fatto parte del circuito Città d'Arte della Pianura Padana insieme ad altre città lombarde ed emiliane, poi sciolto nel 2018<ref>{{cita web|url=http://www.circuitocittadarte.it/|titolo=Città d'arte della pianura Padana|accesso=2 gennaio 2020}}</ref>. Nel 2015 si sono registrati a Piacenza {{formatnum:117500}} arrivi e {{formatnum:221300}} presenze, che corrispondono circa alla metà del valore complessivo registrato in provincia di Piacenza<ref>{{cita news|url=http://www.ilpiacenza.it/cronaca/turismo-nel-piacentino-8-di-presenze-mentre-gli-arrivi-registrano-un-6.html|titolo=Turismo nel piacentino, -8% di presenze, mentre gli arrivi registrano un +6%|pubblicazione=IlPiacenza|data=25 marzo 2016}}</ref>.
== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:Piacenza - il nuovo ponte sul Po illuminato.jpg|thumb|Il ponte stradale inaugurato nel 2010 ([[Strada statale 9 Via Emilia|SS 9 ''Emilia'']]) illuminato sul fiume [[Po]].]]
=== Strade ===
Vi si intersecano le autostrade [[Autostrada A1 (Italia)|A1]] (Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli) e [[Autostrada A21 (Italia)|A21]] (Torino-Piacenza-Brescia). Le uscite autostradali cittadine e i relativi caselli sono stati quattro fino al 2008: due lungo l'A1 (''Piacenza Nord'', successivamente rinominato ''Basso Lodigiano'', presso [[Guardamiglio]], in [[provincia di Lodi]], e ''Piacenza Sud'') e due lungo l'A21 (''Piacenza Ovest'' e ''Piacenza Est''). La quarta uscita, ''Piacenza Est'', posta lungo l'A21, è stata rinominata ''Piacenza Sud'', a causa della sua vicinanza con l'omonima uscita sull'A1.
Il ponte della [[Strada statale 9 Via Emilia|via Emilia]] sul [[fiume]] [[Po]] che collegava la città alla [[Lombardia]], inaugurato nel 1908 e poi reinaugurato nel 1949 dopo i bombardamenti della [[Seconda guerra mondiale]], ha subito un crollo di un'arcata il 30 aprile 2009, rendendo necessario il transito obbligatorio sull'autostrada. Il 16 novembre 2009 è stato inaugurato un ponte provvisorio poggiante su elementi galleggianti, utilizzato fino al 18 dicembre 2010, data di apertura al traffico del nuovo ponte in acciaio<ref>{{cita news|url=http://www.ilpiacenza.it/cronaca/aperto-nuovo-ponte-po-foto-video.html|titolo=Lombardia ed Emilia Romagna ancora unite: "Grande sfida vinta|data=18 dicembre 2010|autore=Alessandro Rovellini|pubblicazione=IlPiacenza}}</ref>.
=== Ferrovie ===
[[File:Piacenza, la stazione nel 1939.jpg|thumb|La stazione in una cartolina del 1939.]]
Essendo posta lungo la linea ferroviaria [[Ferrovia Milano-Bologna|Milano - Bologna]] ed essendo capolinea della [[Ferrovia Alessandria-Piacenza|linea per Alessandria]] e [[Ferrovia Piacenza-Cremona|per Cremona]] (di interesse locale), Piacenza è uno snodo ferroviario strategico in cui transitano anche i treni diretti a [[Genova]].
La [[stazione di Piacenza|stazione ferroviaria]] è interessata da un forte flusso di [[pendolarismo|pendolari]] diretti prevalentemente a [[Milano]] e provenienti non solo dalla città, ma anche dalle medie e basse valli della [[Val Trebbia|Trebbia]], del [[Val Nure|Nure]] e da parte di quella del [[Val Tidone|Tidone]] (che già si avvale della stazione di [[Castel San Giovanni]]). Nei pressi della città passa inoltre la [[Ferrovia Milano-Bologna (alta velocità)|linea ad alta velocità Milano - Bologna]].
Dal 1933 al 1967 Piacenza fu capolinea della [[Ferrovia Piacenza-Bettola|linea ferroviaria per Bettola]], gestita dalla [[Società Italiana Ferrovie e Tramvie]] (SIFT), la cui [[Stazione di Piacenza (SIFT)|stazione capolinea]] si trovava davanti alla stazione FS e il cui tracciato è ancora parzialmente visibile in un tratto di sottopassava la viabilità cittadina e in cui è stata ricavata una pista ciclabile<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/cronaca/via-pisoni-pista-ciclabile-19-marzo-2012.html|titolo=«Vivo in un buco da 3 mesi». La città che nessuno vuole vedere|pubblicazione=IlPiacenza|data=19 marzo 2012|accesso=18 giugno 2025|autore=Emanuela Gatti}}</ref>.
Fino ai primi mesi del 2000 era attiva la ferrovia militare che collegava la stazione di Piacenza al Polo di Mantenimento Pesante Nord; percorreva lo stesso antico tracciato della linea per Bettola per poi immettersi in via IV Novembre e percorrere piazzale Genova e via XXIV Maggio. Questa rete ferroviaria, che un tempo raggiungeva i {{M|20|u=km}} di estensione, serviva per il trasporto di mezzi, materiali e munizioni tra le zone militari della città, tra cui la [[Pertite]] e la Galleana<ref>{{Cita news|url=https://www.piacenzasera.it/2019/09/restaurato-un-simbolo-della-storia-piu-recente-di-piacenza-grazie-al-polo-di-mantenimento-pesante/310971/|titolo=Restaurato un simbolo della storia più recente di Piacenza grazie al Polo di Mantenimento Pesante|pubblicazione=PiacenzaSera|data=15 settembre 2019|accesso=18 giugno 2025}}</ref>. I binari sono ancora visibili in alcune aree di Piacenza, anche se ormai in disuso<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/attualita/il-comune-ripulisce-i-vecchi-binari-militari-di-via-dei-pisoni-e-la-ciclabile-di-viale-patrioti.html|titolo=Il Comune ripulisce i vecchi binari militari di via dei Pisoni e la ciclabile di viale Patrioti|data=17 luglio 2023|accesso=18 giugno 2025|pubblicazione=IlPiacenza}}</ref>, e sono in corso valutazioni per una loro completa rimozione<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/politica/rimuovere-i-binari-in-via-iv-novembre-ok-alla-richiesta-di-app.html|titolo=Rimuovere i binari in via IV Novembre, ok alla richiesta di ApP|data=1º aprile 2025|accesso=18 giugno 2025|pubblicazione=IlPiacenza}}</ref>.
=== Tranvie ===
Tra il
*
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Inoltre, dal 1908 Piacenza fu servita da una [[Rete tranviaria di Piacenza|rete tranviaria urbana]] a trazione elettrica, che nel
=== Aeroporti ===
Per il trasporto aereo, gli scali più vicini sono l'[[aeroporto di Parma]] e i tre aeroporti dell'[[Area metropolitana di Milano|area milanese]]: [[aeroporto di Milano-Malpensa|Milano-Malpensa]], [[aeroporto di Milano-Linate|Milano-Linate]] e [[aeroporto di Bergamo-Orio al Serio|Bergamo-Orio al Serio]]. In provincia ha sede l'[[Aeroporto di Piacenza-San Damiano|aeroporto Militare di San Damiano]].
=== Mobilità urbana ===
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== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Piacenza}}
=== Gemellaggi ===
Piacenza è gemellata con le seguenti città d'[[Europa]]:
* {{Gemellaggio|DEU|Erfurt}}<ref>{{cita web|url=https://www.erfurt.de/ef/de/erleben/entdecken/geschichte/chronik/115453.html|titolo=1949 – 1989 - Unter dem Symbol von Hammer, Zirkel und Ährenkranz|accesso=17 marzo 2020|lingua=de}}</ref>
* {{Gemellaggio|ESP|Plasencia|1982}}<ref>{{Cita news|autore=G. Franco Scognamiglio|titolo=Per due giornate nel Piacentino una folta comitiva di Plasencia|pubblicazione=[[Libertà (quotidiano)|Libertà]]|città=Piacenza|data=7 ottobre 1994|p=11}}</ref><ref>{{Cita news|titolo=Incontro con i cugini di Spagna|pubblicazione=[[Libertà (quotidiano)|Libertà]]|città=Piacenza|data=11 ottobre 1994|p=4}}</ref>, formalizzato nel 2005<ref>{{cita news|url=https://www.elperiodicoextremadura.com/noticias/plasencia/ayuntamiento-formaliza-hermanamiento-piacenza_196734.html|titolo=El ayuntamiento formaliza su hermanamiento con Piacenza|data=1º ottobre 2005|pubblicazione=El Periódico Extremadura|lingua=es}}</ref>
== Sport ==
[[File:Piacenza Football Club 1992-1993.jpg|thumb|La squadra di calcio del Piacenza nella stagione 1992-1993, che ottenne per la prima volta la promozione in Serie A.]]
La principale squadra [[calcio (sport)|calcistica]] della città è il {{Calcio Piacenza|N}}, che vanta 8 partecipazioni alla [[Serie A]] e che disputa le partite interne allo [[stadio Leonardo Garilli]]<ref>{{cita web|url=https://www.piacenzacalcio.it/storia/|titolo=La nostra storia|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>. Altra squadra cittadina capace di raggiungere il professionismo è stato il {{Calcio Pro Piacenza|NB}}, sciolto nel 2019 a seguito di una grave crisi societaria e amministrativa culminata nell'esclusione al campionato di [[Serie C 2018-2019|Serie C]]<ref>{{cita news|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/18-02-2019/lega-pro-pro-piacenza-escluso-campionato-il-20-0-3201513829118.shtml|titolo=Lega Pro, Pro Piacenza escluso dal campionato dopo il 20-0|data=18 febbraio 2019|accesso=15 dicembre 2023|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]}}</ref>, categoria alla quale vanta 5 partecipazioni. Entrambe le società sono state fondate nel 1919.
Nella [[pallavolo]] maschile Piacenza è stata rappresentata fino alla stagione 2017-2018, stagione al cui termine la società ha terminato la propria attività agonistica<ref>{{cita web|url=http://www.volleynews.it/2018/06/13/piacenza-adesso-finita-niente-superlega-ce-lipotesi-a2/|titolo=Piacenza, adesso è finita: niente Superlega. C'è l'ipotesi A2|accesso=26 luglio 2018|dataarchivio=26 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180726135214/http://www.volleynews.it/2018/06/13/piacenza-adesso-finita-niente-superlega-ce-lipotesi-a2/|urlmorto=sì}}</ref>, dalla [[Pallavolo Piacenza]], società che ha vinto uno [[Campionato italiano di pallavolo maschile|scudetto]], una [[Coppa Italia (pallavolo maschile)|Coppa Italia]], una [[Supercoppa italiana (pallavolo maschile)|supercoppa italiana]], una [[Coppa CEV (maschile)|Top Teams Cup]] e una [[Challenge Cup (pallavolo maschile)|Challenge Cup]]. A seguito della mancata iscrizione della Pallavolo Piacenza al [[Superlega 2018-2019|campionato 2018-2019]], la sua eredità è stata presa dalla neocostituita [[You Energy Volley]], ripartita dalla [[Serie A2 (pallavolo maschile)|Serie A2]]<ref>{{cita news|url=https://www.liberta.it/news/sport/2018/07/02/il-volley-e-ufficialmente-salvo-e-nata-you-energy-giochera-in-serie-a2/|titolo=Il volley è ufficialmente salvo: è nata You Energy, giocherà in Serie A2|data=2 luglio 2018|pubblicazione=[[Libertà (quotidiano)|Libertà]]|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>, militante nella stagione 2023-2024 in [[Superlega (pallavolo)|Superlega]] e con all'attivo la vittoria di una Coppa Italia<ref>{{cita web|url=https://www.federvolley.it/news/la-gas-sales-bluenergy-piacenza-vince-la-del-monte-coppa-italia|titolo=La Gas Salses Bluenergy Piacenza vince la Del Monte Coppa Italia|data=26 febbraio 2023|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>.
Fino al 2016 era presente a Piacenza anche una squadra femminile, la [[River Volley]], vincitrice nella sua storia di due [[Campionato italiano femminile di pallavolo|campionati italiani]], due [[Coppa Italia (pallavolo femminile)|Coppe Italia]] e due [[Supercoppa italiana (pallavolo femminile)|supercoppe italiane]]; in quell'anno la squadra si trasferì a Modena<ref>{{cita news|url=http://www.sportpiacenza.it/volley/notizie.asp?n=121458&l=0|titolo=Nordmeccanica, la nuova avventura a Modena presentata mercoledì|data=13 giugno 2016|autore=Matteo Marchetti|pubblicazione=SportPiacenza|accesso=6 novembre 2016|dataarchivio=7 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161107010849/http://www.sportpiacenza.it/volley/notizie.asp?n=121458&l=0|urlmorto=sì}}</ref> dove è rimasta fino alla chiusura definitiva, avvenuta nel 2018<ref>{{cita web|url=http://www.volleyball.it/modena-la-liu-jo-si-ferma-qui-cerciello-non-ci-iscriviamo/|titolo=Modena: La Liu Jo si ferma qui. Cerciello "Non ci iscriviamo"|accesso=3 agosto 2018|dataarchivio=13 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180913074048/https://www.volleyball.it/modena-la-liu-jo-si-ferma-qui-cerciello-non-ci-iscriviamo/|urlmorto=sì}}</ref>.
Nel [[rugby a 15|rugby]] Piacenza è rappresentata dal [[Piacenza Rugby Club]], militante nella [[Serie B 2023-2024 (rugby a 15)|stagione 2023-2024]] in [[Serie B (rugby a 15)|Serie B]]<ref>{{cita web|url=https://www.piacenzarugby.it/sport-piacenza-rugby/stagione/|titolo=Stagione 23/24|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>, e dal [[Rugby Lyons Piacenza]], militante nella [[Serie A Élite 2023-2024|stagione 2023-2024]] in [[Serie A Élite (rugby a 15 maschile)|Serie A Élite]]<ref name=lyons>{{cita web|url=https://www.rugbylyons.it/|titolo=Rugby Lyons|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>. Entrambe le squadre hanno all'attivo presenze nella massima serie italiana<ref>{{cita web|url=https://www.piacenzarugby.it/sport-piacenza-rugby/club/la-storia/|titolo=La storia|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>.
Nella [[pallacanestro]], l'[[Unione Cestistica Piacentina]] ha disputato il [[campionato di Legadue]] nella [[Legadue 2011-2012|stagione 2011-2012]] prima di non iscriversi al torneo nell'annata successiva<ref>{{cita news|url=https://www.piacenzasera.it/2012/07/morpho-basket-lettera-alla-legadue-non-siamo-in-grado-di-giocare/24816/|titolo=Morpho basket, lettera alla LegaDue: “Non siamo in grado di giocare”|pubblicazione=PiacenzaSera|accesso=15 dicembre 2023|data=11 luglio 2012}}</ref>.
A seguito della scomparsa dell'UCP a rappresentare la pallacanestro a Piacenza sono presenti la [[Pallacanestro Piacentina]], militante nella [[Serie B Nazionale 2023-2024 (pallacanestro maschile)|stagione 2023-2024]] in [[Serie B Nazionale (pallacanestro maschile)|Serie B Nazionale]]<ref>{{cita web|url=http://www.bakerybasket.it/page/170029076583/storia|titolo=Storia|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>, e l'[[U.C.C.|U.C.C. Assigeco Piacenza]], nato nel 2016 a seguito della partnership tra il Piacenza Basket Club, squadra costituitasi a seguito della mancata iscrizione dell'UCP alla Legadue nel 2013<ref name=ucc/>, e l'U.C. Casalpusterlengo<ref>{{Cita web|url=http://www.basketinside.com/a2-est/news-a2-est/inside-the-a2-est-assigeco-cambia-il-profilo-il-parquet-e-le-ambizioni/|titolo=Inside the A2 Est – Assigeco: cambia il profilo, il parquet e… le ambizioni|data=27 settembre 2016|accesso=6 ottobre 2016}}</ref>, militante nella [[Serie A2 2023-2024 (pallacanestro maschile)|stagione 2023-2024]] in [[Serie A2 (pallacanestro maschile)|Serie A2]]<ref name=ucc>{{cita web|url=https://www.uccassigecopiacenza.com/chi-siamo/|titolo=Chi siamo|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>.
[[File:Il fiume Po -Piacenza.jpg|thumb|Il fiume Po.]]
La vicinanza del fiume Po ha favorito la pratica della [[motonautica]] agonistica. Durante il XX secolo furono organizzate dalla Motonautica Associazione Piacenza diverse edizioni del Gran Premio Motonautico Città di Piacenza che si teneva lungo il corso del fiume Po, nei pressi dello scalo del reggimento Pontieri<ref>{{cita web|https://www.threepointhydroplanes.it/piacenza-29-gran-premio-citta-di-piacenza-01-05-1989-brochure-ufficiale_file5073.pdf|titolo=29º Gran Premio Città di Piacenza|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>.
Nei pressi delle rive del fiume Po sono altresì presenti due società canottieri, la Nino Bixio, fondata nel 1883, e la Vittorino da Feltre, costituitasi l'anno precedente<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/la-vittorino-da-feltre-e-la-nino-bixio-oltre-cent-anni-di-sport-sul-grande-fiume.html|titolo=La Vittorino da Feltre e la Nino Bixio: oltre cent’anni di sport sul grande fiume|autore=Giuseppe Romagnoli|pubblicazione=IlPiacenza|data=23 luglio 2018|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>; in particolare, tra il 1927 e il 1932 gli atleti della società Vittorino da Feltre conquistarono diversi titoli nel [[canottaggio]], tra cui alcune medaglie d'oro alle [[Canottaggio ai Giochi della IX Olimpiade|Olimpiadi di Amsterdam 1928]]<ref>{{cita news|url=https://www.ilpiacenza.it/blog/piacenza-una-storia-per-volta/la-vittorino-da-feltre-e-la-nino-bixio-oltre-cent-anni-di-sport-sul-grande-fiume-gli-anni-d-oro-della-vitto-con-i-gasusei.html|titolo=La Vittorino da Feltre e la Nino Bixio: oltre cent’anni di sport sul grande fiume. Gli anni d’oro della Vitto con i “gasusèi”|autore=Giuseppe Romagnoli|pubblicazione=IlPiacenza|data=2 agosto 2018|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>.
Nel [[baseball]] è rappresentata dal [[Piacenza Baseball]], militante nella stagione 2023 in Serie B e vincitrice del [[Italian Baseball League II|campionato italiano IBL 2]] nel 2013<ref>{{cita web|url=https://pb.piacenzabaseball.it/|titolo=Piacenza Baseball|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>. Nella [[pallanuoto]] dall'Everest Piacenza Pallanuoto, compagine militante nella [[Serie A2 2025-2026 (pallanuoto maschile)|stagione 2025-2026]] in [[Serie A2 (pallanuoto maschile)|Serie A2]] dopo la promozione avvenuta nel 2024<ref>{{cita news|url=https://www.sportpiacenza.it/pallanuoto/storica-impresa-della-pallanuoto-piacenza-batte-l-aragno-e-conquista-la-promozione-in-a2.html|titolo=Storica impresa della Pallanuoto Piacenza: batte l'Aragno e conquista la promozione in A2|data=9 giugno 2024|pubblicazione=SportPiacenza|accesso=23 luglio 2025}}</ref> che ha seguito la promozione in [[Serie B (pallanuoto maschile)|Serie B]] avvenuta nel 2019<ref>{{cita news|url=https://www.sportpiacenza.it/pallanuoto/pallanuoto-la-storica-promozione-in-serie-b-del-piacenza-nelle-parole-dei-protagonisti.html|titolo=Pallanuoto - La storica promozione in Serie B del Piacenza nelle parole dei protagonisti|data=16 luglio 2019|accesso=15 dicembre 2023|pubblicazione=SportPiacenza}}</ref>.
Nel [[pugilato]] la città è rappresentata dalla società Salus et Virtus Boxe, palestra attiva dal 1904 i cui atleti hanno conquistato diversi titoli italiani<ref>{{cita web|url=https://www.bancadipiacenza.it/site/home/resoconto-eventi/salus-et-virtus-da-piu-di-cent-anni-scuola-di-sport-ma-soprattutto-scuola-di-vita.html|titolo=Salus et Virtus, da più di cent’anni scuola di sport, ma soprattutto scuola di vita|data=31 ottobre 2022|accesso=15 dicembre 2023}}</ref>.
=== Ciclismo ===
;Giro d'Italia
Piacenza è stata [[Sedi di tappa del Giro d'Italia|sede di tappa]] della "[[Giro d'Italia|Corsa Rosa]]" in cinque occasioni (tre partenze e due arrivi)<ref name="GIRO">{{cita web|url=http://www.sitodelciclismo.net/wedstrijdfiche.php?wedstrijdid=22|titolo=Giro d'Italia}}</ref>, venendo inserita nel percorso del Giro in ventiquattro edizioni<ref>{{cita news|url=http://www.sportpiacenza.it/ciclismo/giro-d_italia-e-piacenza-una-storia-lunga-90-anni.html|titolo=Giro d'Italia e Piacenza, una storia lunga 90 anni|autore=Giacomo Spotti|pubblicazione=SportPiacenza|data=14 maggio 2013}}</ref><ref>{{cita news|url=https://www.sportpiacenza.it/ciclismo/giro-d-italia-piacenza-in-fibrillazione-per-una-giornata-che-manca-da-15-anni-filippo-ganna-ancora-in-rosa.html|titolo=Giro d'Italia - Piacenza in fibrillazione per una giornata che manca da 15 anni. Filippo Ganna ancora in rosa|autore=Giacomo Spotti|data=10 maggio 2021|pubblicazione=SportPiacenza|accesso=15 maggio 2021}}</ref>.
È stata sede di arrivo delle seguenti tappe:
{| class="wikitable"
!Anno
!Tappa
!Partenza
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
|[[Giro d'Italia 1968|1968]]
|7ª
|[[Alessandria]]
|174
|{{bandiera|ITA}} [[Guerrino Tosello]]
|{{bandiera|ITA}} [[Michele Dancelli]]
|-
|[[Giro d'Italia 1986|1986]]
|17ª
|[[Foppolo]]
|186
|{{bandiera|ITA}} [[Guido Bontempi]]
|{{bandiera|ITA}} [[Roberto Visentini]]
|}
È stata inoltre sede di partenza delle seguenti tappe:
{| class="wikitable"
!Anno
!Tappa
!Arrivo
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
|[[Giro d'Italia 1986|1986]]
|18ª
|[[Cremona]] ''(cron. individuale)''
|36
|{{bandiera|ITA}} [[Francesco Moser]]
|{{bandiera|ITA}} [[Roberto Visentini]]
|-
|[[Giro d'Italia 2006|2006]]
|[[Giro d'Italia 2006#5ª tappa|5ª]]
|[[Cremona]] ''(cron. a squadre)''
|38
|{{Bandiera|DNK}} [[Team CSC]]
|{{Bandiera|UKR}} [[Serhij Mykolajovyč Hončar|Serhij Hončar]]
|-
|[[Giro d'Italia 2021|2021]]
|[[Giro d'Italia 2021#4ª tappa|4ª]]
|[[Sestola]]
|187
|{{Bandiera|USA}} [[Joseph Dombrowski]]
|{{Bandiera|ITA}} [[Alessandro De Marchi]]
|}
;Tour de France
Piacenza è stata sede di tappa anche per il [[Tour de France]]: nell'edizione [[Tour de France 2024|2024]] l'Italia ospitò la "Grande Partenza" della corsa francese e la città fu sede di partenza della 3ª tappa Piacenza-Torino<ref>{{cita news|url=https://www.liberta.it/news/sport/2024/07/01/tour-de-france-leritreo-gimay-vicine-in-volata-la-tappa-piacenza-torino/|titolo=Tour de France, l’eritreo Girmay vince in volata la tappa Piacenza-Torino|data=1º luglio 2024|accesso=2 luglio 2024|pubblicazione=[[Libertà (quotidiano)|Libertà]]}}</ref>.
{| class="wikitable"
!Anno
!Tappa
!Arrivo
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia gialla
|-
|[[Tour de France 2024|2024]]
|[[Tour de France 2024#3ª tappa|3ª]]
|[[Torino]]
|231
|{{Bandiera|ERI}} [[Biniam Girmay]]
|{{Bandiera|ECU}} [[Richard Carapaz]]
|}
;Giro d'Italia Women
In campo femminile, la città è stata sede di arrivo di due tappe del [[Giro Rosa]], nel [[Giro Donne 2011|2011]] e nel [[Giro Rosa 2018|2018]]; nel secondo caso la città è stata anche sede di partenza e la tappa si è svolta interamente nel territorio della provincia di Piacenza<ref>{{cita news|url=http://www.sportpiacenza.it/ciclismo/giro-rosa-2018-tappa-piacenza-giorgia-bronzini-elena-franchi.html|titolo=Parte il Giro Rosa con obiettivo su Piacenza. La Bronzini: «Punto tutto sulla tappa di casa»|autore=Simone Carpanini|data=6 luglio 2018|pubblicazione=SportPiacenza}}</ref>.
== Citazioni ==
{{Citazione|Dunque il Po comincia a Piacenza, e fa benissimo...|[[Giovannino Guareschi]]<ref>
{{Citazione|La Lombardia muore a Piacenza, e ad essa subentra l'Emilia; ma, pure appartenendo alla regione emiliana, Piacenza è ancora una città lombarda.|[[Guido Piovene]]<ref>
== Note ==
Riga 444 ⟶ 474:
== Bibliografia ==
*{{cita testo|autore=Marco Albertario|titolo=Intorno a Giovanni Angelo Del Maino|città=Cinisello Balsamo|anno=2005|curatore=Gianni Romano |curatore2= Claudio Salsi | pubblicazione= Maestri della scultura in legno nel ducato degli Sforza|editore= Silvana Editoriale}}
*{{cita testo|autore=Marco Albetario|titolo=Giovanni Angelo del Maino e Gaudenzio Ferrari, alle soglie della maniera moderna|anno=2007|pubblicazione=Sacri Monti. Rivista di arte, conservazione, paesaggio e spiritualità dei Sacri Monti piemontesi e lombardi |volume=1|pp=339-364}}
*{{cita libro|autore=Carmen Artocchini|titolo=Castelli piacentini|annooriginale=1967|anno=1983|editore=Edizioni TEP|città=Piacenza|cid=Artocchini}}
*{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=2 | cid=aci}}
*{{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Emilia Romagna|anno=2020|editore=Touring Club Italiano|città=Vicenza|cid=AA.VV.}}
*{{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Storia di Piacenza|città=Piacenza|anno=1980-2002}}
*{{cita libro|autore=Pietro Maria Campi|titolo=Dell'historia ecclesiastica di Piacenza|volume=1|editore=Per Giouanni Bazachi Stampatore Camerale|anno=1651|cid=Campi}}
*{{cita libro|autore=Pietro Maria Campi|titolo=Dell'historia ecclesiastica di Piacenza|volume=10|editore=Per Giouanni Bazachi Stampatore Camerale|anno=1651|cid=CampiX}}
*{{cita libro|autore=Raffaele Casciaro|titolo=Dispersione e recupero. Appunti per la storia delle ancone lignee lombarde|città=Milano|anno=2002|editore=Electa|pubblicazione=Scultori e intagliatori del legno in Lombardia nel Rinascimento}}
*{{cita testo|autore=Raffaele Casciaro|titolo=Maestri e botteghe del secondo Quattrocento|città=Cinisello Balsamo|anno=2005|curatore= Gianni Romano |curatore2= Claudio Salsi |pubblicazione= Maestri della scultura in legno nel ducato degli Sforza |editore=Silvana Editoriale}}
*{{cita testo|url=https://www.arpae.it/cms3/documenti/_cerca_doc/acqua/piacenza/2aquanet.pdf|editore=Arpae|titolo=Climatologia - Provincia di Piacenza|accesso=12 dicembre 2020|cid=arpa|urlmorto=sì}}
*{{cita libro|titolo=Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|volume=I|cid=codiceI}}
*{{cita libro|titolo=Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|volume=II|cid=codiceII}}
*{{cita libro|titolo=Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|volume=I|numero=LXIII|cid=codiceX}}
*{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=3HTDoQEACAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|titolo=La pittura cremonese|accesso=22 maggio 2020|autore=Bartolomeo De Soresina Vidoni|città=Milano|editore=Società Tipografica de Classici Italiani|anno=1724|cid=soresina}}
*{{cita libro|autore=Mario G. Genesi|titolo=Teatri d'opera a Piacenza dal 1770 al 1803|città=Borgonovo Val Tidone|anno=1999|editore=Tipografia Orione|p= 320}}
*{{cita testo|autore=Mario G. Genesi|titolo=L'affresco delle nozze di Ercole e Deianira sullo scalone di Palazzo Rota Pisaroni di Piacenza|anno=2014 |pubblicazione= Strenna Piacentina 2014|pp=64-77}}
*{{cita testo|autore=Mario G. Genesi|titolo=Pregevole e abbandonato organo della Chiesa di S. Giorgio di Le Mose uscito dalla bottega di Carlo Bossi nel 1827|volume=12|anno=2016|pubblicazione=L'Urtiga-Quaderni di cultura piacentina|pp=67-74}}
*{{cita libro|autore=[[Giovannino Guareschi]]|titolo=Mondo piccolo. [[Don Camillo (romanzo)|Don Camillo]]|città=Milano|anno=1948|editore=Rizzoli|cid=Guareschi}}
*{{cita testo|autore=Tito Menzani|autore2=Matteo Troilo|titolo=Piacenza tra crescita economica e modernizzazione. Prime ricerche sul secondo Novecento (1945-1990)|anno=2007|pubblicazione=Studi piacentini|volume=38|pp=47-59}}
*{{cita libro|autore=Francesco Ogliari|autore2=Franco Sapi|titolo=Ritmi di ruote. Storia dei trasporti italiani, volume 10° Emilia-Romagna|città=Milano|anno=1969|cid=Ogliari}}
*{{cita pubblicazione|autore=Murray Peel|autore2=Brian Finlayson|autore3=Thomas McMahon|url =http://www.hydrol-earth-syst-sci.net/11/1633/2007/hess-11-1633-2007.pdf|titolo=Updated world map of the Köppen-Geiger climate classification|rivista=Hydrology and Earth System Sciences|anno=2007|pp=1633-1644|accesso=23 ottobre 2023|cid=Peel}}
*{{cita libro|titolo=Prontuario ortografico piacentino|autore=Luigi Paraboschi|autore2=Andrea Bergonzi|editore=Ed. Banca di Piacenza|città=Piacenza|anno=2016|cid=Paraboschi}}
*{{cita testo|url=https://www.provincia.pc.it/xweb/dati/PIACENZA/APPROVATO/PSC/QC/Vol.B/Relazione%20illustrativa/QC_B_7-CLIMATOLOGIA.pdf|titolo=Piano Strutturale Comunale di Piacenza - 7. Climatologia|cid=psc|accesso=12 dicembre 2020}}
*{{cita libro|autore=[[Guido Piovene]]|titolo=Viaggio in Italia|città=Milano|anno=1957|editore=Mondadori|cid=Piovene}}
* {{Cita libro |autore = Polibio |titolo = Storie |curatore = [[Domenico Musti]] |traduttore = Manuela Mari |altri= note di John Thornton |città = Milano |editore = [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] |annooriginale = 1993 |sbn = RAV0800816}|cid=Polibio}}
*{{cita testo|autore=Gianni Romano|titolo=Desiderata per la scultura lignea|città=Cinisello Balsamo|anno=2005|curatore=Marco Bascapè |curatore2= Francesca Tasso |pubblicazione= Atti della giornata di studio, Milano Castello Sforzesco 17 marzo 2005}}
*{{cita libro|autore=Antonio Saltini|autore2=Maria Teresa Salomoni|autore3=Stefano Rossi Cescati|titolo=Via Emilia. Percorsi inconsueti fra i comuni dell'antica strada consolare|città=Bologna|anno=2003|editore=Edagricole-Sole 24 Ore|isbn=88-506-4958-4}}
== Voci correlate ==
*
*
*
*
*[[Cucina piacentina]]
*
*
*[[Giovanni Angelo Del Maino]]
*
*[[Itinerario di Sigerico]]
*
*[[Libertà (quotidiano)|Libertà]]
*
*[[Parco Papa Giovanni Paolo II (Piacenza)|Parco Papa Giovanni Paolo II]]
*[[Reggimento "Cavalleggeri di Piacenza" (18º)]]
*[[Via Francigena]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
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|}
{{Comuni della provincia di Piacenza}}
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
{{Città romane della Regio VIII Aemilia}}
{{Via Emilia}}
{{Via Postumia}}
{{Via Mediolanum-Placentia}}
{{Via Francigena}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Piacenza| ]]
[[Categoria:Città romane dell'Emilia-Romagna]]
[[Categoria:Città italiane di fondazione romana]]
[[Categoria:Colonie romane]]
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