Muʿammar Gheddafi: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|altre persone con lo stesso nome|Gheddafi (disambigua)|Gheddafi}}
{{Carica pubblica
|nome =
|immagine = Muammar al-Gaddafi at the AU summit.jpg
|didascalia = Gheddafi nel 2009
|carica = [[Capi di Stato della Libia|
|mandatoinizio =
|mandatofine = 20 ottobre
|presidente = [[Abdul Ati al-Obeidi]] (1979–1981)<br />[[Muhammad al-Zaruq Rajab]] (1981–1984)<br />[[Mifta al-Usta Umar]] (1984–1990)<br />[[Abdul Razzaq al-Sawsa]] (1990–1992)<br />[[Muhammad al-Zanati]] (1992–2008)<br />[[Miftah Muhammed K'eba]] (2008–2009)<br />[[Imbarek Shamekh]] (2009–2010)<br />[[Muhammad Abu al-Qasim al-Zuwai]] (2010–2011)
|primoministro = [[Abdul Ati al-Obeidi]] (1977–1979)<br />[[Jadallah Azzuz al-Talhi]] (1979–1984; 1986–1987)<br />[[Muhammad al-Zaruq Rajab]] (1984–1986)<br />[[Umar Mustafa al-Muntasir]] (1987–1990)<br />[[Abuzed Omar Dorda]] (1990–1994)<br />[[Abdul Majid al-Qa'ud]] (1994–1997)<br />[[Muhammad Ahmad al-Mangoush]] (1997–2000)<br />[[Imbarek Shamekh]] (2000–2003)<br />[[Shukri Ghanem]] (2003–2006)<br />[[Baghdadi Mahmudi]] (2006–2011)
|predecessore = ''se stesso Presidente del Consiglio del Comando Rivoluzionario di Libia''
|successore = ''carica abolita''<br>([[Mustafa Abdel Gelil]] come ''Capo di Stato ad interim'')
|carica2 = [[Consiglio del Comando della Rivoluzione libico|Presidente del Consiglio del Comando Rivoluzionario di Libia]]
|mandatoinizio2 = 1º settembre 1969
|mandatofine2 = 2 marzo 1977
|primoministro2 = [[Mahmud Sulayman al-Maghribi]] (1969–1970)<br />[[Abdessalam Giallud]] (1972–1977)
|predecessore2 = ''carica istituita''<br>([[Hasan al-Senussi|Hasan I]] come ''Re di Libia'')
|successore2 = ''se stesso come Fratello Leader e Guida della Rivoluzione''
|carica3 = 1° [[Capi di Stato della Libia|Segretario generale del Congresso Generale del Popolo]]
|mandatoinizio3 = 2 marzo 1977
|mandatofine3 = 2 marzo 1979
|primoministro3 = [[Abdul Ati al-Obeidi]]
|predecessore3 = ''carica istituita''
|successore3 = [[Abdul Ati al-Obeidi]]
|carica4 = 2º [[Primi ministri della Libia#Repubblica Araba di Libia (1969-1977)|Primo ministro della Libia]]
|mandatoinizio4 = 16 gennaio 1970
|mandatofine4 = 16 luglio 1972
|predecessore4 = [[Mahmud Sulayman al-Maghribi|Maḥmūd Sulaymān al-Maghribī]]
|successore4 = [[Abdessalam Giallud]]
|carica5 = 7º [[Presidenti dell'Unione Africana|Presidente dell'Unione Africana]]
|mandatoinizio5= 2 febbraio 2009
|mandatofine5 = 31 gennaio 2010
|predecessore5 = [[Jakaya Mrisho Kikwete]]
|successore5 = [[Bingu wa Mutharika]]
|partito = [[Unione Socialista Araba Libica]]<small><br/>(1971–1977)</small> <br> [[Indipendente (politica)|Indipendente]]<small><br/>(1977–2011)</small>
|titolo di studio = Dottorato in scienze
|alma mater = [[Università di Bengasi|Accademia Militare Universitaria di Bengasi]]
|firma = Muammar al-Gaddafi Signature.svg
}}
{{militare
|Nome = Mu'ammar Muhammad Abu Minyar 'Abd al-Salam al-Qadhdhafi
|Immagine = Moamer el Gadafi (cropped).jpg
|Didascalia = Gheddafi nel 1970 in uniforme durante una visita in [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]]
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 7 giugno 1942
|Nato_a = [[Qaṣr Abū Hādī]]
|Data_di_morte = 20 ottobre 2011
|Morto_a = [[Sirte]]
|Cause_della_morte = [[Linciaggio]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Deserto libico]]
|Nazione_servita = [[File:Flag of Libya.svg|21px]] [[Regno Unito di Libia]]<small><br>(1961–1969)</small> <br> [[File:Flag of Libya (1969–1972).svg|21px]] [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista#Storia|Repubblica Araba di Libia]]<small><br>(1969–1977)</small> <br> [[File:Flag of Libya (1977–2011).svg|21px]] [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]<small><br>(1977–2011)</small>
|Forza_armata = [[File:Coat of arms of Libya (1952–1969).svg|21px]] [[Esercito libico|Reale esercito libico]] <br> {{Bandiera|LBY 1977-2011}} [[Esercito libico|Esercito Libico]]
|Anni_di_servizio = 1961–2011
|Grado = [[Colonnello]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Guerra del Kippur]] <br> [[Guerra fredda araba]] <br> [[Guerra libico-egiziana]] <br> [[Guerra libico-ciadiana]] <br> [[Guerra delle Toyota]] <br> [[Guerra ugandese-tanzaniana]] <br> [[Prima guerra civile liberiana]] <br> [[Prima guerra civile in Libia]]
|Campagne = [[Intervento militare internazionale in Libia del 2011]]
|Battaglie = [[Colpo di Stato in Libia del 1969]] <br> [[Tentato colpo di stato in Libia del 1969]] <br> [[Colpo di Stato in Sudan del 1971]] <br> [[Operazione Eldorado Canyon]] <br> [[Tentato colpo di stato in Libia del 1993]] <br> [[Battaglia di Sirte]]
|Comandante_di = [[Forze armate libiche]]<small><br/>(Comandante in capo 1969–2011)</small>
|Decorazioni = [[Ordine della Repubblica (Libia)|Gran Maestro dell'Ordine della Repubblica]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre = ''Nella Giamahiria non si elegge nessuno. Non ci sono elezioni, ripeto, non c'è rappresentanza. Ah, che tradizionalisti siete voi occidentali! Capite soltanto la democrazia, la repubblica, le anticaglie! Non siete pronti per la nuova era, l'era delle masse.''
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = fonti citate nel corpo del testo
}}
{{Bio
|Nome =
|Cognome = al-
|PostCognomeVirgola = semplificato come '''Mu'ammar Gheddafi'''
|ForzaOrdinamento = Gheddafi, Mu'ammar
|PreData = {{arabo|معمر محمد أبو منيار عبدالسلام القذافي|Muʿammar Muḥammad ʾAbū Minyār ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī}}, {{Link audio|Ar-Muammar al-Qaddafi.ogg|<small>ascolta</small>}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Qasr Abu Hadi
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|AnnoNascita = 1942
|LuogoMorte = Sirte
|GiornoMeseMorte = 20 ottobre
|AnnoMorte = 2011
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = rivoluzionario
|Attività2 = politico
|Attività3 = militare
|Nazionalità = libico
}}<ref>{{Cita web|url=https://artsandculture.google.com/entity/mu%CA%BFammar-gheddafi/m0dxvs|titolo=Muʿammar Gheddafi|sito=Google Arts & Culture|lingua=it|accesso=2024-06-17}}</ref>
Fu la guida ideologica del [[Colpo di Stato in Libia del 1969|colpo di Stato]] militare che il [[1º settembre]] [[1969]] portò alla caduta della [[Regno Unito di Libia|monarchia]] accusata di essere corrotta ed eccessivamente filo-occidentale<ref>[http://biolives.co.uk/bio/Muammar_Gheddafi Biografia di Mu'ammar Gheddafi - Biografieonline.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> del re [[Idris I di Libia]] e del suo successore [[Hasan I di Libia|Hasan]]. Senza ricoprire stabilmente alcuna carica ufficiale, ma fregiandosi soltanto del titolo onorifico di ''Guida e Comandante della Rivoluzione della [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]'', Gheddafi fu, per i successivi quarantadue anni, la massima autorità della Libia. All'inizio instaurò una [[dittatura militare]]; in seguito, dopo un iniziale avvicinamento al [[socialismo arabo]] di [[Gamal Abd el-Nasser]], proclamò la "repubblica delle masse", basata su una nuova ideologia, da lui stesso teorizzata nel [[Libro verde (Mu'ammar Gheddafi)|''Libro Verde'']] e nota come ''Terza Via Universale'', che al tempo stesso rifiutava capitalismo e lotta di classe a favore di un [[Socialismo nazionale|socialismo di ispirazione nazionale]]. Ciò nonostante, continuò per tutta la durata del suo regime a mantenere una politica opportunista e a correggere e cambiare la sua posizione ideologica a seconda del mutare degli equilibri internazionali.
Tra il febbraio e l'ottobre del [[2011]] ebbe luogo la [[prima guerra civile in Libia]] che vide opposte le forze lealiste di Mu'ammar Gheddafi e quelle dei rivoltosi, riunite nel [[Consiglio nazionale di transizione]]. Il paese, dopo aver vissuto una prima fase di insurrezione popolare sull'onda della cosiddetta [[primavera araba]] conobbe in poche settimane lo sbocco della rivolta in conflitto civile. Gheddafi fu alla fine catturato ed ucciso dai ribelli del [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]], segnando con la sua morte, almeno formalmente, la fine della guerra civile.
== Biografia ==
=== Origini e infanzia ===
=== I matrimoni ===
La prima moglie di Gheddafi, Fātiḥa, è un'insegnante, sposata nel
=== La rivoluzione del 1969
Insoddisfatto del governo guidato dal re [[Idris I di Libia|Idris I]], giudicato da Gheddafi e da altri ufficiali troppo servile nei confronti di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Francia]], il
Una volta al potere, Gheddafi, nel frattempo autonominatosi colonnello, fa approvare dal Consiglio una nuova [[costituzione]] e abolisce le elezioni e tutti i partiti politici. La Libia di quel periodo non si può infatti considerare una [[democrazia]], non essendovi concesse molte libertà politiche (tra cui, per esempio, il multipartitismo).
=== Il primo ventennio al potere (1969-1989) ===
{{Vedi anche|Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista}}
{{Approfondimento
|allineamento = sinistra
|larghezza = 300px
|titolo = L'espulsione degli italiani
|contenuto = Tra le primissime iniziative del regime di Gheddafi, c'è l'adozione di misure sempre più restrittive nei confronti della popolazione italiana che era rimasta a vivere in quella che era stata la [[Libia italiana|ex-colonia]], limitazioni che culminano con il decreto di confisca del 21 luglio [[1970]] emanato per ''"restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori"''. Gli italiani vengono pertanto privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all'[[INPS]] e da questo trasferiti, in base ad un accordo, all'istituto libico corrispondente, e sono sottoposti a progressive restrizioni che culminano con la costrizione a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del [[1970]].<ref>{{Cita web |url=http://www.airl.it/ |titolo=Documento senza titolo<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=21 ottobre 2014 |dataarchivio=24 marzo 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110324073409/http://www.airl.it/photo.php |urlmorto=sì }}</ref>
Dal [[1970]], ogni 7 ottobre in Libia si celebrava il “[[Giorno della vendetta]]”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell'espulsione di {{formatnum:20000}} [[italiani]].
}}
[[File:Nasser Gaddafi 1969.jpg|thumb|left|Il ventisettenne Gheddafi incontra nel [[1969]] il cinquantunenne ''[[Raʾīs]]'' egiziano [[Gamal Abd al-Nasser]], suo iniziale modello ideologico, di cui cercherà di ereditare il ruolo di guida del [[mondo arabo]]]]
La politica della prima parte del governo Gheddafi viene definita dai suoi sostenitori una "terza via" rispetto al [[comunismo]] e al [[capitalismo]], nella quale cerca di coniugare i principi del [[panarabismo]] con quelli della [[socialdemocrazia]]. Gheddafi decide di esporre le proprie visioni politiche e filosofiche nel suo ''[[Libro verde (Mu'ammar Gheddafi)|Libro verde]]'' (esplicito ammiccamento al [[Libretto rosso]] di [[Mao Tse-tung]]), che pubblica nel [[1976]]. In nome del [[Nazionalismo arabo]], decide di nazionalizzare la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, di chiudere le basi militari statunitensi e britanniche, in special modo la base "Wheelus", ridenominata "ʿOqba bin Nāfiʿ" (dal nome del primo [[Uqba ibn Nafi|conquistatore arabo-musulmano]] delle regioni [[nordafrica]]ne) e di espropriare tutti i beni delle comunità italiana ed ebraica, espellendole dal paese.
In politica estera, il regime libico diventa finanziatore dell'[[OLP]] di [[Yasser Arafat]] nella sua lotta contro [[Israele]], inoltre, si fa spesso propugnatore di un'unione politica tra i tanti Stati [[islam]]ici dell'[[Africa]], caldeggiando in particolare, nei primi [[Anni 1970|anni settanta]], un'unione politica con la [[Tunisia]]; la risposta interlocutoria (ma sostanzialmente negativa) dell'allora presidente tunisino [[Habib Bourguiba]] fa però tramontare questa ipotesi.<ref>[[Claudio Lo Jacono]], "Sul progetto d'unione fra Tunisia e Libia", in: ''[[Oriente Moderno]]'', (Studi in onore di [[Francesco Gabrieli|F. Gabrieli]]), LIV, 1974, pp. 117-122.</ref> Sempre nel medesimo periodo, e per molti anni successivi, Gheddafi è uno dei pochissimi leader internazionali che continuano a sostenere i dittatori [[Idi Amin Dada]] e [[Bokassa]] (quest'ultimo però soltanto nel periodo in cui si dichiarò musulmano), mentre non verrà mai dimostrato un suo coinvolgimento nella misteriosa scomparsa in [[Libia]], nel [[1978]], dell'[[Imam]] [[Sciismo|sciita]] [[Musa al-Sadr]] (di cui non apprezza i tentativi di pacificazione del [[Libano]]) e neppure il suo fattivo sostegno al combattente palestinese [[Abu Nidal|Abū Niḍāl]] e alla sua organizzazione para-militare, organizzatori, tra l'altro, della [[Strage di Fiumicino (1985)|strage di Fiumicino]] nel [[1985]]. In quest'ultimo caso la Libia smentisce ogni suo coinvolgimento ma non manca di rendere ufficialmente onore ai terroristi autori di tale attentato.
Dal 16 gennaio [[1970]] al 16 luglio [[1972]] Gheddafi è anche primo ministro libico ''[[ad interim]]'', prima di lasciare il posto a [[Abd al-Salam Jallud|ʿAbd al-Salām Jallūd.]] Nel [[1977]], grazie ai maggiori introiti derivanti dal [[petrolio]], il regime decide di effettuare alcune opere a favore della propria nazione, come la costruzione di strade, ospedali, acquedotti e industrie. Proprio sull'onda della popolarità di tale politica, nel [[1979]], Gheddafi rinuncia a ogni carica ufficiale, pur rimanendo di fatto l'unico vero leader del paese, serbandosi solo l'appellativo onorifico di "Guida della Rivoluzione".
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] avviene un'ulteriore radicalizzazione nelle scelte di politica internazionale. La sua ideologia anti-israeliana e anti-statunitense lo porta a sostenere gruppi [[terrorismo|terroristi]], tra cui l'[[Provisional IRA|IRA]] [[Irlanda|irlandese]] e il [[Settembre Nero (organizzazione)|Settembre Nero]] [[Palestina|palestinese]]. Viene anche accusato dall'[[Intelligence]] statunitense di essere l'organizzatore degli attentati in [[Sicilia]], [[Scozia]] e [[Francia]], anche se per questi atti si è sempre proclamato estraneo.
All'inizio del 1986 la [[United States Navy|Marina Militare degli Stati Uniti]] sta effettuando alcune operazioni di addestramento al largo della costa libica ([[operazione Attain Document]]), all'interno del [[golfo della Sirte]] in quelle che secondo il [[diritto internazionale]] sono [[acque internazionali]]. Gheddafi intima agli americani di allontanarsi da quelle che unilateralmente considera "acque libiche" e, dopo aver incassato un rifiuto, decide di passare all'azione: i libici lanciano sei missili contro alcuni aerei statunitensi, e la marina statunitense reagisce affondando due navi pattuglia libiche e distruggendo una postazione missilistica. Sempre nel 1986, la notte del 4 aprile, l'[[Attentato alla discoteca di Berlino del 1986|esplosione di un ordigno in una discoteca]] di [[Berlino Ovest]] usualmente frequentata da militari statunitensi provoca la morte di 3 persone (tra cui 2 militari americani) e il ferimento (in molti casi molto grave) di altre 229. Le attività di [[intelligence]] statunitensi, anche a seguito dell'intercettazione di un telex inviato dalla sede dell'ambasciata libica in [[Repubblica Democratica Tedesca|Germania Est]], attribuiscono l'attentato alle forze terroristiche legate a Gheddafi.<ref name="ReferenceA">History, Sky 407. "L'evoluzione del male: il colonnello Gheddafi."</ref>
Il suo
Quando Gheddafi scopre che il [[Regno Unito]] ha fornito le basi agli aerei americani per il blitz, decide di aumentare gli aiuti all'[[Irish Republican Army|IRA]].<ref>{{Cita web |url=https://casarrubea.files.wordpress.com/2011/02/gheddafi-e-il-terrorismo-irlandese-1986.pdf |titolo=casarrubea.files.wordpress.com |accesso=26 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120205102402/http://casarrubea.files.wordpress.com/2011/02/gheddafi-e-il-terrorismo-irlandese-1986.pdf |urlmorto=sì }}</ref> Il 21 dicembre
Nel febbraio [[2011]], intervistato dal quotidiano svedese [[Expressen]], l'ex ministro della giustizia [[
==== Il presunto coinvolgimento nella
{{vedi anche|Strage di Ustica|Relazioni bilaterali tra Italia e Libia}}
Il 27 giugno 1980 un aereo di linea [[Douglas DC-9]], codice I-TIGI, appartenente alla compagnia aerea italiana [[Itavia]], in volo da Bologna a Palermo si squarciò all'improvviso e scomparve in mare nei pressi dell'isola di [[Ustica]]; persero la vita 81 persone e non ci furono superstiti. Inizialmente le cause maggiormente accreditate furono un [[Guasto strutturale|cedimento strutturale]] o un attentato tramite una bomba a bordo. A distanza di molti anni, in cui si sono susseguiti innumerevoli depistaggi, falsi indizi e morti sospette, è stata accreditata come causa più plausibile dell'abbattimento la collisione in volo o il lancio di un missile contro il DC-9, trovatosi in mezzo a una battaglia aerea tra caccia di diversa nazionalità; questi ultimi sono indicati come velivoli libici da un lato, e francesi o statunitensi dall'altro.
Secondo una teoria, all'origine dell'intervento francese vi sarebbe stata la convinzione da parte di [[Alexandre de Marenches]], capo dello [[Service de documentation extérieure et de contre-espionnage|SDECE]] (l'allora servizio di spionaggio estero francese), che sul velivolo libico in volo nelle vicinanze del DC-9 si trovasse il colonnello Gheddafi, personaggio particolarmente inviso al presidente francese [[Valéry Giscard d'Estaing]]: quest'ultimo appoggiava il governo centrale del [[Ciad]] del presidente [[Hissène Habré]], impegnato all'epoca [[guerra libico-ciadiana|in una dura guerra]] con la Libia di Gheddafi per il controllo del territorio della [[Striscia di Aozou]] nel nord del Ciad, ritenuto ricco di giacimenti di [[uranio]]. Inoltre, d'Estaing era stato coinvolto nel cosiddetto "[[scandalo dei diamanti]]" di [[Jean-Bedel Bokassa|Bokassa]]<ref>{{fr}} [http://lecanardenchaine.free.fr/affaires.html ''Les grandes affaires'']. Le Canard Enchaîné. 10 octobre 1979.</ref><ref>{{fr}} [https://web.archive.org/web/20071110132904/http://www.cartage.org.lb/fr/themes/Geohis/Histoire/chroniques/pardate/Chr/791010a.HTM '' L'affaire des diamants, 10 octobre 1979'']. Le Monde du 12 mars 1981.</ref>, originato da una indiscrezione rilasciata ai giornali dietro cui si scoprì la mano di Gheddafi.<ref>[https://www.agoravox.it/Ustica-la-storia-della-guerra-dell.html ''La storia della guerra dell'80'']. Agora Vox Italia.</ref>.
==== Lotta all'Apartheid
Gheddafi contribuì fortemente alla sconfitta dell'[[Apartheid]] in [[
=== Dal 1990 al 2010: il secondo ventennio di potere ===
A partire dai primi [[anni 1990|anni novanta]], Gheddafi decide un ulteriore cambiamento del ruolo del suo regime all'interno dello scacchiere internazionale; condanna l'invasione dell'[[Iraq]] ai danni del [[Kuwait]] nel [[1990]] e successivamente sostiene le trattative di pace tra [[Etiopia]] ed [[Eritrea]]. Quando anche [[Nelson Mandela]] fa appello alla "Comunità Internazionale", a fronte della disponibilità libica di lasciar sottoporre a giudizio gli imputati libici della [[Volo Pan Am 103|strage di Lockerbie]] e al conseguente pagamento dei danni provocati alle vittime, l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] decide di ritirare l'embargo alla [[Libia]] ([[primavera]] del [[1999]]). Nei primi anni [[2000|duemila]], proprio questi ultimi sviluppi della politica libica, portano Gheddafi a un riavvicinamento agli [[Stati Uniti d'America|USA]] e alle democrazie europee, con un conseguente allontanamento dall'[[integralismo islamico]].
Secondo alcune fonti, nel 1998 il governo libico scoprì l'esistenza di un complotto per uccidere Gheddafi architettato da ''al-Muqatila'', un gruppo di libici veterani della jihad afgana antisovietica sponsorizzati da [[Osama bin Laden]]; in conseguenza di ciò il governo libico chiese con successo il primo mandato d'arresto internazionale nei confronti di [[Osama bin Laden|Bin Laden]] tramite l'[[Interpol]]<ref>Jean-Charles Brisard, Guillaume Dasquiè, ''La verità negata'',capitolo 9, Marco Tropea Editore, Milano, 2001, ISBN 9788843803675</ref>. Altre fonti tuttavia non fanno alcun riferimento a un complotto per uccidere Gheddafi come motivo del mandato d'arresto, ma piuttosto all'uccisione di due cittadini tedeschi in Libia<ref>{{cita web|url=http://www.nti.org/e_research/e3_56a.html|titolo=Was Libyan WMD Disarmament a Significant Success for Nonproliferation?|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110602234625/http://www.nti.org/e_research/e3_56a.html|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://worldcrunch.com/untold-story-gaddafis-hunt-osama-bin-laden/2963|titolo= The Untold Story Of Gaddafi's Hunt For Osama Bin Laden |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111122185405/http://worldcrunch.com/untold-story-gaddafis-hunt-osama-bin-laden/2963|lingua=en}}</ref>.
A seguito degli attacchi terroristici agli [[Stati Uniti d'America|U.S.A.]] dell'[[Attentati dell'11 settembre 2001|11 settembre 2001]], Gheddafi condanna pubblicamente gli attentati e il suo principale artefice - [[Osama bin Laden]] - sulla cui cattura mette addirittura una taglia. Il leader libico diviene sempre più ostile al [[fondamentalismo islamico]], che ormai considera una potenziale minaccia anche al suo potere. In conseguenza di ciò, abiura il suo passato di fiancheggiatore e inizia a fornire informazioni di intelligence alla [[CIA]] e al governo statunitense riguardo ad [[Al-Qaida|al-Qāʿida]] e ad altri gruppi terroristici.<ref name="ReferenceA"/>
Grazie a questi passi il presidente statunitense [[George W. Bush]] decide di togliere la Libia dalla lista degli ''[[Stato canaglia|Stati canaglia]]'' (di cui fanno parte [[Iran]], [[Siria]] e [[Corea del Nord]]) portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra [[Libia]] e [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Gli [[anni 2000]] vedono Gheddafi protagonista del [[Relazioni bilaterali tra Italia e Libia|riavvicinamento tra Italia e Libia]], sancito da diverse visite ufficiali del capo libico in [[Italia]] e della controparte italiana in [[Libia]]. Nel [[2004]], il [[Mossad]], la [[CIA]] e il [[Sismi]] individuano una nave che trasporta la prova che il regime libico sia in possesso di un arsenale di [[armi di distruzione di massa]]. Invece di rendere pubblica la scoperta e sollevare uno scandalo, [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Italia]] pongono a Gheddafi un [[ultimatum]] che viene accettato.<ref>''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'' (28-8-2009)</ref>
==== Dichiarazione di Sirte del 9 settembre 1999 ====
Gheddafi fu un forte sostenitore e principale artefice della fondazione dell'[[Unione africana]] così come si evince dalla [[Dichiarazione di Sirte|dichiarazione]] firmata a [[Sirte]] (sua città natale)<ref>{{Cita web|url=http://www.teleborsa.it/Accadde-Oggi/9-settembre/1999-tutta-l-africa-si-stringe-in-un-unione-2.html|titolo=Accadde oggi 9 settembre - 1999: Tutta l'Africa si stringe in un'unione|editore=Teleborsa S.r.l.|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170305041329/http://www.teleborsa.it/Accadde-Oggi/9-settembre/1999-tutta-l-africa-si-stringe-in-un-unione-2.html}}</ref>. Ha speso molte risorse per la concretizzazione di uno [[stato panafricano]] che permettesse l'emancipazione e l'autodeterminazione africana nei confronti del colonialismo e neocolonialismo dei paesi occidentali; ha svolto numerose attività per l'Africa come ad esempio il primo satellite africano per le telecomunicazioni, eliminando così il giogo delle potenze occidentali<ref>{{Cita web|url=http://www.globalist.it/intelligence/articolo/2306/le-bugie-colonialiste-su-libia-e-africa.html|titolo=Le bugie colonialiste su Libia e Africa|autore=Ennio Remondino|data=26 settembre 2011|editore=Globalist|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181204124453/https://www.globalist.it/intelligence/2016/05/08/le-bugie-colonialiste-su-libia-e-africa-2306.html}}</ref>; fino alla sua uccisione è stato promotore di una moneta unica panafricana denominata "Dinar", che aveva proposto di coniare direttamente con le riserve auree della Libia, alternativa al [[Dollaro statunitense|dollaro]] nelle contrattazioni commerciali, a programmare una [[Banca Africana]] e a promuovere una [[Unione Economica dei paesi poveri]] per rendere l'Africa un continente più forte ed emancipato dal sistema monetario vigente<ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2015/12/15/blogs/underblog/libia-il-nodo-della-banca-centrale-libica-loro-di-gheddafi-i-beni-congelati-dalle-megabanche-la-sorte-del-dinaro-Pbwcg8f5Y7i1xWJ4J01P3M/pagina.html|titolo=Libia: il nodo della Banca Centrale Libica, l'oro di Gheddafi, i beni congelati dalle megabanche, la sorte del dinaro.|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|sito=lastampa.it|autore=Maria Grazia Bruzzone|data=15 dicembre 2015|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180903125252/http://www.lastampa.it/2015/12/15/blogs/underblog/libia-il-nodo-della-banca-centrale-libica-loro-di-gheddafi-i-beni-congelati-dalle-megabanche-la-sorte-del-dinaro-Pbwcg8f5Y7i1xWJ4J01P3M/pagina.html}}</ref>. Dal 2 febbraio 2009<ref>{{Cita web|url=http://www.vita.it/it/article/2009/02/02/gheddafi-a-capo-dellunione-africana/86136/|titolo=Gheddafi a capo dell’Unione africana|data=2 febbraio 2009|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|autore=Emanuela Citterio|editore=Vita Società Editoriale S.p.A.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170905185340/http://www.vita.it/it/article/2009/02/02/gheddafi-a-capo-dellunione-africana/86136/}}</ref> al 31 gennaio 2010 è stato Presidente dell'Unione africana, partecipando al [[G8 del 2009|G8 dell'Aquila]] come rappresentante della stessa<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/g8-vertice-5/scheda-riunioni/scheda-riunioni.html|titolo=Da G5 a G8, da Mef a Ua Le geometrie dei summit|accesso=4 dicembre 2018|urlmorto=no|data=9 luglio 2009|editore=Gruppo Editoriale L’Espresso Spa|sito=repubblica.it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170905184738/http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/g8-vertice-5/scheda-riunioni/scheda-riunioni.html}}</ref>.
Nonostante ciò, nello stesso periodo attira su di sé le critiche di molte organizzazioni umanitarie a causa dei maltrattamenti commessi contro i migranti africani respinti dall'Italia verso le coste libiche.
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[[File:Muammar al-Gaddafi, 12th AU Summit, 090202-N-0506A-534 (cropped).jpg|thumb|Gheddafi nel 2009 in qualità di presidente dell'[[Unione africana|Unione Africana]]|left]]
Nel [[2009]] nel suo discorso all'ONU come Presidente dell'[[Unione africana|Unione Africana]] ha messo in discussione il ruolo del [[consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]], dichiarando che dopo la seconda guerra mondiale e nonostante l'istituzione del consiglio di sicurezza, ci siano state 65 guerre e che i 5 membri permanenti del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|consiglio di sicurezza]] [[ONUC|ONU]] non rappresentino tutti i paesi e hanno il "potere" di decidere le sorti di una nazione sovrana a seconda dei loro interessi, e chi ha avuto un ruolo nelle guerre dopo la [[seconda guerra mondiale]] debba risarcire ed essere processato dal [[Tribunale internazionale]]; ha poi aggiunto che il diritto di [[veto]] è ingiusto perché non garantisce la parità tra ogni singolo Stato sovrano, si è persa fiducia nei confronti del consiglio di sicurezza ONU perché ogni paese e comunità ha istituito il proprio consiglio di sicurezza e che quindi il Consiglio di Sicurezza si è sempre più isolato; {{chiarire|ha criticato l'[[Agenzia internazionale per l'energia atomica|Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica]] dichiarando che non è giusto che i Paesi più potenti non siano sotto la sua giurisdizione e che viene usata solo contro i paesi più deboli, e che se fosse veramente un'organizzazione internazionale tutti i paesi dovrebbero essere membri dell'IAEA.|pressoché tutti i paesi del mondo fanno parte dell'IEA, che ha giurisdizione anche sui paesi "potenti". In generale tutto il testo andrebbe rivisto.}}
Ha rivendicato un seggio permanente per l'Africa; ha preteso un risarcimento di 777 miliardi di dollari dai paesi colonizzatori, citando inoltre l'[[Relazioni bilaterali tra Italia e Libia|accordo italo-libico]] in cui l'Italia si impegna a versare 250 milioni di dollari all'anno di risarcimento per i prossimi vent'anni<ref>{{Cita web|url = http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/esteri/libia-italia/testo-accordo/testo-accordo.html|titolo = Ecco il testo dell'accordo Va ratificato dal Parlamento - esteri - Repubblica.it|accesso = 17 agosto 2015}}</ref> e ha reclamato la costruzione di un ospedale per i libici mutilati in seguito alle mine collocate in territorio libico durante la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre ha sottolineato l'importanza delle mine anti-uomo e messo in discussione la [[Trattato di Ottawa|convenzione di Ottawa]]. Le mine sono armi difensive, se vengono piazzate lungo il confine di un Paese e qualcuno vuole invaderlo, perché si sta invadendo uno Stato sovrano e sarebbe più logico eliminare le armi di distruzione di massa che armi difensive come le mine. La Convenzione dovrebbe essere riconsiderata, l'arma difensiva non viene piazzata in un altro Paese ed è il nemico che invade.
Ha elogiato il presidente [[Obama]] e definito un evento storico la sua vittoria come presidente degli [[Stati Uniti d'America]], dove un tempo i neri non potevano stare assieme ai bianchi in caffè o ristoranti o sedersi vicino a loro in autobus.
{{Senza fonte|date=July 2024|Nel suo Libro verde, sostiene che i medicinali non dovrebbero essere venduti né soggetti alla commercializzazione. I medicinali devono essere gratuiti e i vaccini dati gratuitamente ai bambini, ma le aziende capitalistiche producono i virus e le vaccinazioni e vogliono realizzare un profitto.}}
Ha messo in discussione la sede dell'[[Assemblea generale delle Nazioni Unite|Assemblea Generale delle Nazioni Unite]], dichiarando che sia meglio scegliere un luogo che sia più centrale rispetto a tutti i Paesi del mondo, in modo da evitare lunghi viaggi per i componenti dell'Assemblea e evitare che sia preso di mira per attacchi terroristici. Ha criticato il ruolo delle Nazioni Unite avuto durante gli omicidi politici o le condanne a morte di altri capi di Stato presso i tribunali, ha messo a confronto la [[Guerra del Kuwait (1990-1991)|guerra del Kuwait]] con l'[[invasione dell'Iraq]] dichiarando che nel primo caso l'ONU è intervenuta mentre nel secondo caso l'ONU non ha rispettato la propria carta dei diritti.
==== Grande fiume artificiale ====
Il [[Grande fiume artificiale]] (o ''GMR'', acronimo della traduzione inglese ''Great Man-made River'', {{arabo|النهر الصناعي العظيم|al-Nahr al-Ṣināʿī al-ʿAẓīm}}) è un acquedotto libico che preleva acqua dolce dal Sahara libico per condurlo ai paesi della costa dello Stato africano. Tale opera è stata voluta da Mu'ammar Gheddafi per portare acqua potabile e distribuirla alle città costiere del proprio Paese. Per fare ciò ha sfruttato l'enorme quantità di acqua fossile, presente a grande profondità nel Sahara libico, trasportandola per centinaia di chilometri verso le città costiere di Tripoli, [[Bengasi]], [[Sirte]], [[Tobruk]], dove risiede il 70% della popolazione. Tale idea nacque negli anni ottanta e il progetto fu redatto dalla società americana Brown and Rooth. La realizzazione dell'opera venne affidata all'impresa sudcoreana Dong Ha.
=== Guerra civile del 2011, la cattura e la morte ===
{{vedi anche|Prima guerra civile
Nel febbraio del 2011 anche la [[Libia]], sull'onda della [[primavera araba]], vide moti di insurrezione popolare, che ben presto sfociarono in una guerra civile. La [[NATO]] in seguito intervenne fiancheggiando le forze ribelli, che avrebbero rovesciato il regime di Gheddafi.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2013/07/09/news/libia-62658211/|titolo=Libia, quello che resta di una "rivoluzione"}}</ref>
Gli scontri, sin dalle prime sollevazioni, si rivelarono molto cruenti. Le forze del regime misero in atto una dura repressione armata che causò la morte di numerosi civili, sui quali veniva aperto il fuoco, con attacchi sommari e violenti sia nelle case che in luoghi e uffici pubblici. Per tali ragioni il 16 maggio del 2011, sulla base delle numerose prove raccolte, il procuratore del [[Tribunale penale internazionale]], [[Luis Moreno Ocampo]], chiese alla corte penale l'incriminazione di Gheddafi per [[crimini contro l'umanità]], insieme al [[figlio]] [[Sayf al-Islam Gheddafi]] e al capo dei servizi segreti libici [[Abd Allah al-Sanussi]].<ref name="Repubblica16012011">[http://www.repubblica.it/esteri/2011/05/16/news/mandato_d_arresto_contro_gheddafi_colpevole_di_crimini_contro_l_umanit-16310698/ Mandato d'arresto per Gheddafi e il figlio "Colpevole di crimini contro l'umanità" - Repubblica.it], [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]], 16 maggio 2011</ref>
Nel corso del mese di agosto le forze ribelli erano in procinto di conquistare [[Tripoli]] e Gheddafi veniva localizzato presso la sua città natale, [[Sirte]].<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/25/news/libia-20878801/|titolo=Liberati i giornalisti italiani. Onu, via libera allo sblocco dei beni.}}</ref>
Il 20 ottobre 2011, risultando vana ogni ulteriore resistenza nella difesa di Sirte, nella quale si era asserragliato contestualmente alla caduta di [[Tripoli]], Muʾammar Gheddafi tentò di guadagnare il deserto per continuare la lotta, ma il convoglio in cui viaggiava fu individuato dai [[droni]] inviati dal Presidente degli Stati Uniti [[Barack Obama|Obama]]<ref>[http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/nazionale/news-dettaglio/3957234 ''Libia: Obama approva uso di droni contro forze Gheddafi'']. Repubblica. 21 aprile 2011.</ref> e attaccato da parte di aerei militari francesi.
Raggiunto da elementi del [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]], Gheddafi fu ferito alle gambe e catturato vivo. Dopo essere stato ripetutamente picchiato, violentato e brutalizzato, fu ucciso con un colpo di pistola alla testa; i suoi ultimi momenti di vita furono registrati dai presenti all'avvenimento in numerosi video.<ref>{{en}} [https://www.cbsnews.com/news/globalpost-qaddafi-apparently-sodomized-after-capture/ GlobalPost: Qaddafi apparently sodomized after capture] - [[CBS News]]</ref><ref>[https://video.repubblica.it/dossier/libia-rivolta-gheddafi/gheddafi-il-video-integrale-della-cattura/78820 ''Gheddafi: il video integrale della cattura''] - [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]. Repubblica. 21 aprile 2011.</ref> Successivamente il suo cadavere fu trasportato a [[Misurata]], esposto al pubblico e, quindi, sepolto in una località segreta nel deserto libico.<ref>[http://www.repubblica.it/esteri/2011/10/20/dirette/libia_cnt_catturato_gheddafi-23556755/ Libia, Cnt: "Ucciso Gheddafi" Confermata la morte del rais] - [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]</ref><ref>{{en}} [http://english.aljazeera.net/news/africa/2011/10/20111020111520869621.html Muammar Gaddafi killed as Sirte falls] - [[Al Jazeera]]</ref>
La sua eredità politica e la guida della ''Giamahiria'' furono raccolte dall'altro figlio [[Saif al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islām Gheddafi]], il quale, il 23 ottobre [[2011]], per mezzo della Tv siriana ''al-Rāʾī'' (L'opinione), dichiarò in un breve messaggio audio di voler vendicare la morte del padre e di continuare la resistenza contro il [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]], le forze della NATO e l'esercito francese sino alla fine: "Io vi dico, andate all'inferno, voi e la NATO dietro di voi. Questo è il nostro Paese, noi ci viviamo, ci moriamo e stiamo continuando a combattere".{{Senza fonte}} Il CNT decise poi di aprire un'inchiesta sulla morte di Muʾammar Gheddafi. In cerca di vendetta per l'uccisione, i simpatizzanti di Gheddafi rapirono, torturarono per 50 giorni e infine assassinarono uno dei loro ostaggi, il ventiduenne ʿOmrān Shaʿbān, nei pressi di [[Bani Walid]] nel settembre [[2012]].<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.aljazeera.com/news/2012/9/26/libyan-behind-gaddafi-capture-dies-in-france|titolo=Libyan behind Gaddafi capture dies in France|sito=Al Jazeera|accesso=2025-08-20}}</ref>
== Sequestri patrimoniali dopo l'assassinio ==
Nel marzo 2012 la [[Guardia di Finanza]] ha sequestrato beni in Italia della famiglia Gheddafi per oltre un miliardo di [[euro]]. Tra questi l'1,256% di [[UniCredit]] (pari ad un valore di 611 milioni di euro), il 2% di [[Finmeccanica]], l'1,5% della [[Juventus]], lo 0,58% di [[Eni]], pari a 410 milioni, lo 0,33% di alcune società del gruppo [[Fiat]], come [[Fiat SpA]] e [[Fiat Industrial]].
Oltre alle quote azionarie, le [[Fiamme Gialle]] hanno apposto i sigilli anche a 150 [[ettari]] di terreno nell'isola di [[Pantelleria]], due moto (una [[Harley-Davidson|Harley Davidson]] e una [[Yamaha Motor|Yamaha]]) e un appartamento in via Sardegna, a [[Roma]]. Diversi anche i conti correnti posti sotto sequestro: il deposito più consistente, {{formatnum:650000}} euro in titoli, è quello presso la filiale di Roma della [[Ubae Bank]], una [[joint venture]] italo-libica.<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/28/sequestro-record-patrimonio-gheddafi-bloccati-beni-oltre-miliardo-euro/200746/ Sequestro record a patrimonio Gheddafi Bloccati beni per oltre un miliardo di euro | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Oltre a ciò, in numerosi altri Paesi sono stati sequestrati beni di vario tipo e conti bancari, per un totale di duecento miliardi di dollari.
== I figli ==
Gheddafi ha avuto otto figli:
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* [[Sayf al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islām]] ([[1972]])
* [[Saadi Gheddafi|al-Saʿādī]] ([[1973]])
* [[Mutassim Gheddafi|
* [[Hannibal Gheddafi|Hānnībāl]] ([[1975]])
* [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha]] ([[1976]]) unica figlia femmina
* [[Sayf al-'Arab Gheddafi|Sayf al-ʿArab]] ([[1982]]-[[2011]])
* [[Khamis Gheddafi|Khamīs]] ([[1983]]-
Il figlio maggiore è [[Muhammad Gheddafi|Muḥammad al-Qadhdhāfī]], l'unico nato dalla sua prima moglie
Il secondogenito è [[Sayf al-Islam Gheddafi|Sayf al-Islām al-Qadhdhāfī]], nato nel [[1972]] dalla seconda moglie e ritenuto colui che sarebbe dovuto diventare il ''delfino'' del [[colonnello]]. Laureato in [[Architettura]], collaboratore politico del padre dopo esserne stato designato erede alla presidenza nel [[1995]], nel [[2006]], avendo criticato il regime del padre, con la richiesta di attuare riforme in senso democratico, cade momentaneamente in disgrazia e va a vivere all'estero, a Londra, dove consegue un [[Master universitario|master]] presso la [[London School of Economics]] (LSE) con una tesi, che poi si scopre essere stata copiata (gettando forti ombre anche sul modo di conseguimento della sua precedente laurea), inerente alla ''natura anti-democratica della governance globale''. Ritorna in Libia insediandosi inizialmente alla presidenza della Fondazione caritatevole di famiglia ma, nonostante nel [[2008]] dichiari di non volere avvicendare il padre nella guida del paese, ritorna a ricoprire via via incarichi sempre più importanti all'interno del regime fino al [[2011]], quando gli viene dato il compito di portavoce del regime e di lavorare alla realizzazione di una nuova costituzione. Dal 19 novembre dello stesso anno risulta detenuto nel carcere di [[Zintan]]. Il 28 luglio [[2015]] viene condannato alla pena di morte con l'accusa di genocidio. In seguito viene scarcerato<ref>{{Cita news|titolo=Libia, liberato Saif Al-Islam Gheddafi|pubblicazione=AGI|url=https://www.agi.it/estero/libia_liberato_saif_al-islam_gheddafi-922389/news/2016-07-07/}}</ref>. Il 14 Novembre 2021 annuncia di voler competere alle Elezioni presidenziali in Libia del 2021<ref>{{Cita news|titolo=Il secondogenito del colonnello, Saif Gheddafi, si candida alle elezioni libiche.|pubblicazione=Rai news|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/saif-gheddafi-cadidato-presidenziali-libia-10298cb5-1d1f-4ef0-848e-9fa108cce58d.html}}</ref>.
Il terzogenito è il figlio maschio [[Saadi Gheddafi|al-Saʿādī al-Qadhdhāfī]], sposato con la figlia di un generale dell'esercito libico e ha come principale interesse il [[calcio (sport)|calcio]] (ha giocato con scadenti risultati in [[Serie A]] con il [[Associazione Calcio Perugia|Perugia]], esordendo in un incontro contro la [[Juventus Football Club|Juventus]], e ha militato, sempre in Italia, anche nell'{{Calcio Udinese|N}} e nella {{Calcio Sampdoria|N}}). Fuggito in [[
Il quartogenito è [[Hannibal Gheddafi|Hānnībāl al-Qadhdhāfī]], incaricato alla gestione dell'[[export]] del [[petrolio]] libico, si rende protagonista di alcuni incidenti in [[Italia]] (dove ha aggredito nel [[2001]] tre agenti di polizia), [[Francia]] (dove ha aggredito una ragazza a [[Parigi]]) e [[Svizzera]]. In quest'ultimo paese viene anche arrestato per aver aggredito due camerieri alle sue dipendenze a [[Ginevra]], causando
Dopo essere fuggito in [[Algeria]], ad ottobre 2012 si rifugia in [[Oman]], insieme alla madre, al fratellastro [[Muhammad Gheddafi|Muḥammad]] e alla sorella [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha]]<ref>{{Cita news|titolo=Oman says Ghaddafi's family members granted asylum|pubblicazione=Reuters|url=https://www.reuters.com/article/us-oman-libya-gaddafi-idUSBRE92O0LV20130325}}</ref>. In seguito, il 14 dicembre 2015 viene arrestato in Libano con l'accusa di nascondere informazioni sulla scomparsa di [[Musa al-Sadr]], e al 2021 risulta ancora detenuto in Libano.<ref>{{Cita news|titolo=Hannibal Gheddafi, la pecora nera della famiglia del rais|pubblicazione=Insideover|url=https://it.insideover.com/criminalita/hannibal-gheddafi-la-pecora-nera-della-famiglia-del-rais.html}}</ref><ref>{{Cita news|titolo=Libyans demand Lebanon release Hannibal Gheddafi|pubblicazione=Asharq Al-Awsat|url=https://english.aawsat.com/home/article/2448031/libyans-demand-lebanon-release-hannibal-gaddafi}}</ref>
Il quintogenito è [[Mutassim Gheddafi|al-Muʿtaṣim bi-llāh al-Qadhdhāfī]] (chiamato Mutassim o Motassim Gheddafi), ritenuto dall'intelligence
Il sesto figlio è [[Sayf al-'Arab Gheddafi|Sayf al-ʿArab al-Qadhdhāfī]], studia a [[Monaco di Baviera]] presso la Technische Universität (dove nel 2008 si narra che la polizia tedesca gli sequestra l'automobile a seguito di gravi infrazioni). Nel [[2011]], viene nominato a capo di alcune milizie dell'esercito libico durante le ribellioni
Il settimo figlio è [[Khamis Gheddafi|Khamīs al-Qadhdhāfī]], molto fedele al padre, anche lui ufficiale dell'esercito libico. Si narra che a tre anni, nel [[1986]], durante il blitz americano su Tripoli a cui Gheddafi riesce a scampare, viene ferito. Si laurea prima presso l'accademia militare di Tripoli, ottenendo un [[diploma]] in ''arte e scienza militare'', in seguito all'Accademia Militare di Mosca e all'Accademia di Stato Maggiore dell'Accademia delle Forze Armate della Federazione Russa. Dall'aprile 2010 si iscrive ad un master in economia presso la ''IE Business School'' di [[Madrid]], venendone però successivamente espulso nel marzo 2011 a causa dei "suoi collegamenti agli attacchi contro la popolazione libica". La guerra civile libica infatti, durante la quale viene soprannominato "Muʿammar il giovane" dai propri miliziani e "macellaio" dai rivoltosi di Bengasi, lo vede al comando delle brigate che sparano per reprimere le prime rivolte scoppiate il 17 febbraio in [[Cirenaica]]. Viene più volte dato per morto, ma al 12 aprile [[2013]], data in cui ha guidato un commando all'atto di un commissariato, risulta essere ancora latitante.
Unica figlia, prediletta dal padre, è [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha al-Qadhdhāfī]], un'[[avvocatessa]] che ha difeso, tra gli altri, [[Saddam Hussein|Ṣaddām Ḥusayn]] e il [[giornalista]] iracheno [[Muntazar al-Zaydi]]. Dopo essere fuggita in [[Algeria]], al [[2015]] risulta essere rifugiata in [[Oman]] insieme alla madre, al fratello [[Hannibal Gheddafi|Hānnībāl]] e al fratellastro [[Muhammad Gheddafi|Muḥammad]].
Gheddafi ha adottato anche due bambini, Hanna e Milad. Hanna, data per uccisa durante il [[operazione El Dorado Canyon|bombardamento statunitense]] del [[1986]], compare insieme a lui in un filmato, probabilmente del [[1988]], e sarebbe ancora viva, come testimoniato da alcune foto rinvenute nella residenza-[[bunker]] di Gheddafi, e da non meglio precisate testimonianze.
Hanna risulterebbe essere fuggita anch'essa in [[Algeria]] il 30 agosto 2011, attraversando il confine a [[Gadames]] con alcune [[Mercedes Benz]] blindate, e da lì in [[Oman]], insieme alla madre Safia Farkash (la cui ricchezza personale era stimata a 30 miliardi di [[dollaro statunitense|dollari]] nel marzo 2011<ref name="alarabiya.net"/>) e ai fratellastri [[Muhammad Gheddafi|Muḥammad al-Qadhdhāfī]], [[Hannibal Gheddafi|Hānnībāl]] e [[Aisha Gheddafi|ʿĀʾisha]].<ref name="www1.adnkronos.com">[http://www1.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-al-Arabiya-Hana-Gheddafi-e-viva-fuggita-in-Algeria_312407556055.html Libia: al-Arabiya, Hana Gheddafi è viva, fuggita in Algeria]</ref><ref>{{cita web|url=http://www.guardian.co.uk/world/2011/aug/29/gaddafi-family-escape-libya-algeria|titolo=Gaddafi Family escape in Algeria}}</ref> Invece di Milad non si hanno più notizie.
== Nella cultura di massa<ref name=":2">History, Sky 407: "L'evoluzione del male: il colonnello Gheddafi</ref> ==
Nel corso della sua carriera politica Gheddafi si è auto attribuito numerosi appellativi allo scopo di magnificare la sua statura come figura simbolo dell'[[Islam]] e delle popolazioni musulmane e africane. Tra questi:
* [[Imam]] di tutti i [[Musulmano|musulmani]]
* Decano dei governanti [[arabi]]
* Re dei Re dell'[[Africa]]
Gheddafi soleva apparire in pubblico abbigliato in maniera molto eccentrica, vistosa e sgargiante. Alternava pompose uniformi militari a camicie variopinte, non disdegnando elaborati abiti tradizionali [[beduini]]. La sua tendenza all'istrionismo era molto marcata. Capitava spesso che si cambiasse diverse volte al giorno e ha dichiarato di essere colui che dettava la moda nel suo Paese.
La cura maniacale della sua immagine lo ha spinto a ricorrere svariate volte alla chirurgia estetica. La sua effigie era raffigurata su grandi cartelloni in tutte le città della [[Libia]], era l'immagine stessa della [[Libia]].
Una sua caricatura, sotto forma di pupazzo, compare brevemente nella clip del brano del 1986 [[Land of Confusion]] della band rock inglese dei [[Genesis]].
== Rapporto con le donne e con il sesso ==
Gheddafi formò una guardia personale composta esclusivamente da donne, che lo accompagnava dappertutto nel corso dei suoi numerosi viaggi internazionali. Pubblicamente si è proclamato uno strenuo difensore dei diritti delle donne e ha asserito con convinzione di voler elevare la condizione della donna araba. Il suo corpo di [[Guardia Amazzone]], formate nell'Accademia militare femminile da lui voluta, era la testimonianza vivente della sua volontà e del suo impegno.
La realtà, tuttavia, secondo alcune testimonianze fornite da ex membri della milizia femminile e da ex esponenti di spicco del regime, sarebbe stata molto differente. Tali testimonianze avrebbero portato alla luce il fatto che quel corpo speciale fosse soprattutto un [[harem]] ad uso personale del Colonnello, del quale avrebbero fatto parte anche alcune giovani donne rapite e strappate per anni alle proprie famiglie. Le ragazze avrebbero subito soventi pestaggi e stupri, e sarebbero state obbligate a partecipare a sessioni di sesso estremo e di gruppo. Sarebbero state spinte e costrette a fumare, a bere alcolici e a sniffare [[cocaina]], e sarebbero state tenute prigioniere in una sorta di bunker a [[Bāb al-ʿAzīziyya|Bab-el-Aziza]] in attesa di essere chiamate a soddisfare gli appetiti sessuali del loro leader. Talvolta, Gheddafi avrebbe usato le sue soldatesse, anche minorenni, per sedurre e poi ricattare potenti diplomatici esteri allo scopo di poterli manovrare. Qualunque congiunto delle giovani vittime avesse osato ribellarsi al destino delle proprie familiari sarebbe stato eliminato, anche in modo brutale.<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/stupri_libia_amazzoni-20980520/|titolo=Ricatti, violenze e abusi sessuali. L'inferno nascosto delle amazzoni |autore=Pietro Del Re |data=28 agosto 2011|accesso=3 dicembre 2018|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. |sito=repubblica.it|urlmorto=no |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180915002339/https://www.repubblica.it/esteri/2011/08/28/news/stupri_libia_amazzoni-20980520/ }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/sette/12_novembre_07/2012-45-bossi-fedrigotti-gheddafi_818a92c2-28f1-11e2-9e66-88ac4e174519.shtml|titolo=Così Gheddafi violentava le sue amazzoni|autore=Isabella Bossi Fedrigotti|data=9 novembre 2012|accesso=3 dicembre 2018|editore=RCS MediaGroup S.p.A. |sito=corriere.it |urlmorto=no |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180915002048/https://www.corriere.it/sette/12_novembre_07/2012-45-bossi-fedrigotti-gheddafi_818a92c2-28f1-11e2-9e66-88ac4e174519.shtml}}</ref>
Sempre secondo tali testimonianze Gheddafi, nelle visite ufficiali alle scuole del suo Paese, avrebbe scelto con cura molte giovani vittime (spesso tra i 13 e i 14 anni, sia femmine che maschi), carezzandone il capo come segnale per gli incaricati che avrebbero dovuto, in un secondo momento, prelevarle. In alcuni casi le giovani vittime sarebbero state restituite alla famiglia dopo lo stupro; in altri sarebbero state rapite e aggregate alla [[Guardia Amazzone]], benché senza aver mai ricevuto un addestramento militare.<ref>{{Cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2013/notizia/le-perversioni-nell-harem-di-gheddafi-stupri-droga-e-alcol_2005526.shtml|titolo=Le perversioni nell'harem di Gheddafi: stupri, droga e alcol|editore=RTI S.p.A.|sito=tgcom24.mediaset.it|data=24 ottobre 2013|accesso=3 dicembre 2018|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180914203558/https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2013/notizia/le-perversioni-nell-harem-di-gheddafi-stupri-droga-e-alcol_2005526.shtml}}</ref>
Infine, sempre secondo queste testimonianze, tra le prede sessuali di Gheddafi vi sarebbero state, oltre alle giovani studentesse, anche modelle, hostess, infermiere, impiegate e donne sposate. In più circostanze, allo scopo di umiliarne i mariti per fini politici, avrebbe consumato rapporti sessuali (sia consenzienti che non consenzienti) con mogli o figlie di alti dignitari e potenti libici, nonché di Capi di Stato africani.<ref>{{Cita web|url=http://www.huffingtonpost.it/2013/04/08/sesso-con-first-ladies-e-_n_3036326.html|titolo=Sesso con first ladies e ministre, così Gheddafi teneva in pugno i leader africani |editore=HuffingtonPost Italia s.r.l. |data=8 aprile 2013|accesso=3 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180915001806/https://www.huffingtonpost.it/2013/04/08/sesso-con-first-ladies-e-_n_3036326.html}}</ref>
== La situazione della Libia dopo la caduta del regime ==
{{vedi anche|Seconda guerra civile in Libia}} {{aggiornare|arg=politica|commento=gli avvenimenti trattati sono fermi alla situazione del 2015}}
Dopo l'uccisione di Gheddafi e la conseguente caduta del suo quarantennale regime, la [[Libia]] è sprofondata in una nuova e cruenta fase di guerra civile. L'uscita di scena del Colonnello, che per lunghissimo tempo era stato in grado di fungere da collante tra tutte le confessioni tribali libiche, ha drammaticamente condotto il Paese in una spirale senza fine di scontri tra tribù e fazioni rivali, che stanno dilaniando la Libia soprattutto in ragione del controllo dei numerosi giacimenti petroliferi e delle più importanti vie commerciali. Nondimeno, l'escalation delle forze islamiste, in parte (ma non solo) legate allo [[Stato Islamico (organizzazione)|Stato Islamico]] dell'autoproclamato "califfo" [[Abu Bakr al-Baghdadi|Abū Bakr al-Baghdādī]], che hanno approfittato della guerra civile per appropriarsi di numerosi arsenali militari presenti sul suolo libico e per occupare città e regioni su cui estendere il proprio dominio, ha portato con sé, con il ripristino della [[Shari'a]], la persecuzione di cristiani e minoranze religiose.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/16/news/scheda_i_quattro_anni_terribili_della_libia-107440078/|titolo=SCHEDA / Libia, dalla caduta di Gheddafi all'avanzata dell'Is: 4 anni terribili|editore= GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|sito=repubblica.it|data=16 febbraio 2015|autore=Monica Rubino|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180909222756/http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/16/news/scheda_i_quattro_anni_terribili_della_libia-107440078/}}</ref><ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2016/12/01/cosa-rimane-della-libia/|titolo=Cosa rimane della Libia|data=1º dicembre 2016|editore=Il Post|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181107015320/https://www.ilpost.it/2016/12/01/cosa-rimane-della-libia/ }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2013/03/19/due-anni-dopo-in-libia/|titolo=Due anni dopo in Libia|data=19 marzo 2013|editore=Il Post|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180620024247/https://www.ilpost.it/2013/03/19/due-anni-dopo-in-libia/ }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/01/24/libia-gli-orrori-della-sharia-nel-buco-nero-di-derna_fcb7946a-c0cf-4b1d-bbba-0d8be7df7723.html|titolo=Libia, gli orrori della sharia nel buco nero di Derna|editore=Agenzia ANSA|sito=ansa.it |autore= Rodolfo Calò |data= 24 gennaio 2015|accesso=2 dicembre 2018 |urlmorto=no |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180304054850/http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/01/24/libia-gli-orrori-della-sharia-nel-buco-nero-di-derna_fcb7946a-c0cf-4b1d-bbba-0d8be7df7723.html }}</ref>
Dal canto loro, le potenze occidentali che hanno rivestito un ruolo fondamentale nel determinare la caduta del regime ([[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Francia]] in primis) si sono rivelate incapaci tanto di prevedere le potenziali conseguenze disastrose del loro intervento armato, quanto di garantire che le lotte intestine tra opposte fazioni e l'escalation dei gruppi ''jihadisti'' potessero cessare.<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-20/coalizione-anti-gheddafi-ecco-194526.shtml|titolo=Coalizione anti Gheddafi, ecco le forze in campo paese per paese|data=20 marzo 2011 |editore= Il Sole 24 Ore|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180303225444/http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-20/coalizione-anti-gheddafi-ecco-194526.shtml|accesso=2 dicembre 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/politica/mio-pi-grande-errore-non-avevo-piano-libia-1244534.html|titolo=Ora Obama ammette: "Il mio più grande errore? Non avevo un piano in Libia"|autore=Sergio Rame|data=10 aprile 2016|editore=Il Giornale On Line|sito=ilgiornale.it |accesso=2 dicembre 2018 |urlmorto=no |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181121020723/http://www.ilgiornale.it/news/politica/mio-pi-grande-errore-non-avevo-piano-libia-1244534.html}}</ref>
La realtà del Paese, a pochi anni di distanza dalla caduta del regime di Gheddafi, vede la contemporanea e parallela presenza di due governi (uno con sede a Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale) e l'altro con sede a Benghasi)), di oltre 200 milizie armate e di gruppi ''jihadisti'' tra cui lo Stato Islamico.<ref>{{Cita web|url=http://www.huffingtonpost.it/2015/02/20/libia-isis_n_6721170.html|titolo=Libia: due governi, due parlamenti, 140 tribù, 230 milizie (oltre l'Isis). Fotografia di un rebus inestricabile per l'Onu|autore=Umberto De Giovannangeli|editore=HuffingtonPost Italia s.r.l.|data=20 febbraio 2015|accesso=2 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180304054848/http://www.huffingtonpost.it/2015/02/20/libia-isis_n_6721170.html}}</ref> Il parlamento si è dovuto inizialmente trasferire, nell'agosto del 2014, per ragioni di sicurezza in [[Cirenaica]].
Il governo di Tripoli (GNA, riconosciuto dalla comunità internazionale) è sostenuto da parte dell'esercito regolare e da varie milizie prevelentemente di origine tripolitana e misuratina, oltre a godere dell'appoggio economico e militare di Turchia e Qatar. Il governo parallelo, con sede a Benghasi, è soggetto alla forte influenza del Generale Khalifa Haftar e del suo LNA (formazione militare che avrebbe dovuto costituire il nucleo del nuovo esercito libico, prima della sua rivolta contro il governo internazionalmente riconosciuto del GNA) e gode dell' aperto appoggio economico e militare di Egitto, UAE e Arabia Saudita, oltre che da un appoggio ambiguo di Russia e Francia (che ufficialmente sostengono il GNA) .<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/03/03/libia-nel-caos-tra-milizie-isis-e-due-governi_f530fe45-0667-452b-b880-261b5841a217.html|titolo=Libia nel caos tra milizie, Isis e due governi|data=4 marzo 2016|editore=Agenzia ANSA|sito=ansa.it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180619214049/http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/03/03/libia-nel-caos-tra-milizie-isis-e-due-governi_f530fe45-0667-452b-b880-261b5841a217.html|urlmorto=no|accesso=2 dicembre 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/07/21/libia-governi-e-milizie-in-guerra-cosi-lis-va-tripoli04.html|titolo=Libia,governi e milizie in guerra così l'Is va alla conquista di Tripoli|editore= GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|sito=repubblica.it|data=21 luglio 2015|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180303225802/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/07/21/libia-governi-e-milizie-in-guerra-cosi-lis-va-tripoli04.html}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/25/libia-blindati-a-tobruk-inviati-da-egitto-ed-emirati-paese-sempre-piu-diviso-in-2/2669506/|titolo=Libia, blindati a Tobruk inviati da Egitto ed Emirati. In violazione dell’embargo Onu. E il Paese è sempre più diviso in due |editore=Il Fatto Quotidiano|autore= Enrico Piovesana|data=25 aprile 2016|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180620101822/https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/25/libia-blindati-a-tobruk-inviati-da-egitto-ed-emirati-paese-sempre-piu-diviso-in-2/2669506/}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/mondo/egitto-emirati-arabi-uniti-libia-attacchi-aerei-1046787.html|titolo=Nyt: attacchi aerei sulla Libia lanciati da Egitto ed Emirati Arabi|autore=Andrea Cortellari|data=26 agosto 2014|editore=Il Giornale On Line|sito=ilgiornale.it|accesso=2 dicembre 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180304054735/http://www.ilgiornale.it/news/mondo/egitto-emirati-arabi-uniti-libia-attacchi-aerei-1046787.html}}</ref>
La situazione drammatica in cui versa la Libia, tra lacerazioni interne, instabilità, guerre, guerriglie, gruppi ''jihadisti'', milizie armate, Stato Islamico, povertà, persecuzioni, porta con sé anche un ulteriore risvolto con cui gli Stati europei, con l'[[Italia]] in prima fila, stanno facendo i conti. In assenza di un solido governo centrale che assicuri il controllo del territorio, i flussi migratori che attraversano il paese sono degenerati in un vero e proprio traffico di esseri umani e in un'escalation di approdi clandestini sulle coste europee che si sono rivelati difficili da contenere e regolarizzare.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/13/libia-giudici-amministrativi-verso-bocciatura-del-protocollo-di-intesa-con-litalia-sarraj-destinato-a-uscire-di-scena/3387630/|titolo=Libia, giudici amministrativi verso bocciatura del protocollo di intesa con l’Italia. Sarraj destinato a uscire di scena|autore=Eleonora Lavaggi|data=13 febbraio 2017|editore=Il Fatto Quotidiano|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180620102054/https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/13/libia-giudici-amministrativi-verso-bocciatura-del-protocollo-di-intesa-con-litalia-sarraj-destinato-a-uscire-di-scena/3387630/}}</ref> I flussi di migranti sono gestiti da trafficanti con pochi scrupoli, parte di vere e proprie organizzazioni criminali a volte legate allo Stato Islamico o ad altri gruppi islamisti, che considerano il traffico di esseri umani come uno dei business maggiormente remunerativi (ancor più dei rapimenti a scopo estorsivo) per finanziare le loro attività propagandistiche, terroristiche e militari.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2015/04/27/traffico-migranti-scafisti-mediterraneo/|titolo=Il traffico di migranti, raccontato dagli scafisti |data=27 aprile 2015|editore=Il Post|urlmorto=no |accesso=2 dicembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180620001021/http://www.ilpost.it/2015/04/27/traffico-migranti-scafisti-mediterraneo/}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/08/04/italia/cronache/uomini-dellisis-dietro-i-flussi-dei-migranti-dalla-libia-IzihUagr92IqBfUZkLEoNI/pagina.html|titolo=“Uomini dell’Isis dietro i flussi dei migranti dalla Libia”|autore=Francesco Grignetti|data=4 agosto 2016|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|sito=lastampa.it|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180303225519/http://www.lastampa.it/2016/08/04/italia/cronache/uomini-dellisis-dietro-i-flussi-dei-migranti-dalla-libia-IzihUagr92IqBfUZkLEoNI/pagina.html |accesso=2 dicembre 2018}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Loretta Napoleoni|titolo=ISIS. Lo Stato del terrore|anno=2014|editore=La Feltrinelli|città=}}</ref>
== Opere ==
* ''[[Libro verde (Mu'ammar Gheddafi)|Il Libro verde]]''
:I, ''La soluzione del problema della democrazia. Il potere del popolo'', Milano, Mursia,
:II, ''La soluzione del problema economico. Il socialismo'', Palermo, Palumbo, 1978.
* ''Il libro bianco (Risoluzione del problema israelo-palestinese e del medio oriente)''
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|collegamento_onorificenza=Ordine della Repubblica (Libia)
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}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Ordine del Coraggio (Libia)
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{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Ordine del Jihad
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{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Ordine del Grande Conquistatore
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}}
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
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}}
{{Onorificenze
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|
}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine
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|data = 1982
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{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza = Ordine
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|data = 1997
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|collegamento_onorificenza = Ordine
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|nome_onorificenza = Gran Commendatore dell'Ordine della Repubblica di Gambia (Gambia)
|collegamento_onorificenza = Ordine della Repubblica di Gambia
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|luogo = [[Roma]], 10 giugno [[2009]]
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|nome_onorificenza = Cavaliere di grande stella dell'Ordine della grande stella di Jugoslavia (Jugoslavia)
|collegamento_onorificenza = Ordine della grande stella di Iugoslavia
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|luogo = [[Belgrado]], 27 ottobre [[1999]]
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{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza = Ordine nazionale del
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|data = 1998
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|nome_onorificenza = Membro Onorario del Xirka Ġieħ ir-Repubblika (Malta)
|collegamento_onorificenza = Xirka Ġieħ ir-Repubblika
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|luogo = 5 dicembre [[1975]], revocata
}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza = Ordine
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|data = 8 febbraio 2004
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|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale al Merito (Mauritania)
|collegamento_onorificenza = Ordine Nazionale al Merito (Mauritania)
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|nome_onorificenza = Cavaliere di gran croce dell'Ordine nazionale del Niger
|collegamento_onorificenza = Ordine Nazionale del Niger
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|data = 1986
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|immagine = Ord.Rep.Nigeria.png
|nome_onorificenza = Gran Commendatore dell'Ordine della Repubblica Federale di Nigeria
|collegamento_onorificenza = Ordine della Repubblica Federale di Nigeria
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|data = 1982
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{{Onorificenze
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|nome_onorificenza = Gran Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia)
|collegamento_onorificenza = Ordine al Merito della Repubblica di Polonia
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|data = 1978
}}
{{Onorificenze
|immagine = ROU Order of the Star of Romania 1999 GCross BAR.svg
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine della Stella di Romania
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|immagine = Orden of Friendship.png
|nome_onorificenza = Medaglia dell'Ordine dell'Amicizia (Russia)
|collegamento_onorificenza = Ordine dell'Amicizia
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|data = 2008
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|immagine = Order Of Ummayad (Syria) - ribbon bar.gif
|nome_onorificenza = Membro di I Classe dell'Ordine degli Omayyadi (Siria)
|collegamento_onorificenza = Ordine degli Omayyadi
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|data = 1971
}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine della Buona Speranza
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|luogo = [[Zawara]], 28 ottobre [[1997]]<ref>{{Cita web |url=http://www.v1.sahistory.org.za/pages/artsmediaculture/culture%20%26%20heritage/national-orders/1997.htm |titolo=Elenco dei premiati dell'anno 1997. |accesso=14 novembre 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150118121247/http://www.v1.sahistory.org.za/pages/artsmediaculture/culture%20%26%20heritage/national-orders/1997.htm |urlmorto=sì }}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Ukraine-republic007.png
|nome_onorificenza =
|collegamento_onorificenza = Ordine di Jaroslav il Saggio
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|data = 2003
}}
{{Onorificenze
|immagine = Order of Bohdan Khmelnytsky 1st Class of Ukraine.png
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Bogdan Chmel'nyc'kyj (Ucraina)
|collegamento_onorificenza = Ordine di Bogdan Chmel'nyc'kyj
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|data = 2008
}}
{{Onorificenze
|immagine = Kagera River Medal (Uganda) - ribbon bar.png
|nome_onorificenza = Medaglia del fiume Kagera (Uganda)
|collegamento_onorificenza = Medaglia del fiume Kagera
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|data = 2004
}}
{{Onorificenze
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|nome_onorificenza = Medaglia dell'Africa (Unione africana)
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|data = 14 febbraio 2009
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|immagine = Order of 7th November 1987.gif
|nome_onorificenza = Gran Collare dell'Ordine del 7 novembre 1987 (Tunisia)
|collegamento_onorificenza = Ordine del 7 novembre 1987
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|data = 2008
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|nome_onorificenza = Medaglia d'Onore Speciale dell'Observatoire du Sahara et du Sahel (Tunisia)
|collegamento_onorificenza = Observatoire du Sahara et du Sahel
|motivazione = Per il suo impegno per lo sviluppo sostenibile in Africa
|luogo = [[Tripoli]], 31 marzo [[2008]]
}}
{{Onorificenze
|immagine = VEN Order of the Liberator - Grand Cordon BAR.png
|nome_onorificenza = Gran Collare dell'Ordine del Liberatore (Venezuela)
|collegamento_onorificenza = Ordine del Liberatore
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|luogo = [[Isola Margarita]], 28 settembre [[2009]]
}}
{{Onorificenze
|immagine = Friendship Order ribbon bar.svg
|nome_onorificenza = Medaglia
|collegamento_onorificenza =
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|data = 2008
}}{{Onorificenze
|immagine = Ribbon bar of the National Order of the Leopard (Zaire).svg
|nome_onorificenza = Gran Cordone dell'Ordine Nazionale del Leopardo (Zaire)
|collegamento_onorificenza = Ordine Nazionale del Leopardo
|motivazione =
|data = 1987
}}
== Note ==
== Voci correlate ==
* [[Guardia Amazzone]]
* [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista]]
* [[Libia]]
* [[Prima guerra civile in Libia]]
* [[Relazioni bilaterali tra Italia e Libia]]
* [[Strage di Ustica]]
* [[Stato canaglia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20050404104200/http://slate.msn.com/id/2111135/ "Meeting Muammar"] di Vivienne Walt, 16 dicembre 2004
* {{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=129|titolo=L'Islam moderato sono io, Giovanni Minoli intervista Gheddafi - english subtitled|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060523175729/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=129}}
* {{cita web | 1 = http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48085girata.asp | 2 = "Gheddafi ha origini ebraiche" | accesso = 9 ottobre 2009 | dataarchivio = 11 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091011062357/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48085girata.asp | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.queryonline.it/2011/03/18/gheddafi-figlio-segreto-dell%E2%80%99aviatore-preziosi/|Gheddafi figlio segreto dell'aviatore Preziosi?}}
* [https://web.archive.org/web/20111023133609/http://www.ilmediterraneo.it/it/il-personaggio/gheddafi-biografia "Gheddafi:uno stravagante al potere"] de "ilmediterraneo.it", 18 luglio 2011
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|carica=[[Primi ministri della Libia|Primo ministro della
|immagine=Flag of Libyan Arab Republic 1969.svg
|precedente=[[Mahmud Sulayman al-Maghribi]]
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[[Categoria:Gheddafi| ]]
[[Categoria:Presidenti della Libia]]
[[Categoria:Primi ministri della Libia]]
[[Categoria:Presidenti dell'Unione
[[Categoria:Capi di Stato assassinati]]
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[[Categoria:Socialisti arabi]]
[[Categoria:Ordine dell'Amicizia]]
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