Alberto Franceschini: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Alberto
|Cognome = Franceschini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Reggio
|GiornoMeseNascita = 26 ottobre
|AnnoNascita = 1947
|LuogoMorte = Milano
|GiornoMeseMorte = 11 aprile
|AnnoMorte = 2025
|Epoca = 1900
|Attività = ex terrorista▼
|Epoca2 = 2000
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Alberto Franceschini 2.jpg
|Didascalia = Alberto Franceschini (primi [[anni '90]])
}}
Fu uno dei fondatori ed esponente di spicco delle [[Brigate Rosse]], assieme a [[Renato Curcio]] e [[Margherita Cagol]].
==
Entra in politica giovanissimo nelle file della [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI]], da cui fu deluso a seguito degli scontri con il servizio d'ordine del PCI in una [[manifestazione]] nel 1969 contro la base [[NATO]] di [[Miramare (Rimini)|Miramare]] di [[Rimini]]. Dopo una serie di ulteriori incomprensioni si dimise dal partito.<ref name=bio/> In seguito fondò a Reggio Emilia il CPOS, Collettivo Politico Operai Studenti, gruppo a cui appartengono anche i futuri brigatisti rossi [[Lauro Azzolini]], [[Fabrizio Pelli]], [[Franco Bonisoli]], [[Prospero Gallinari]]<ref name=bio2>{{cita web|url=http://www.valeriolucarelli.it/Alberto.htm|titolo=Alberto Franceschini - Biografia|accesso=6 agosto 2023|urlmorto=no|sito=Valerio Lucarelli - Diario di Viaggio}}</ref> e [[Loris Tonino Paroli]].<ref>{{cita|Fasanella, Franceschini|p. 26}}.</ref> Il gruppo ebbe contatti con il gruppo milanese che ruotava attorno a [[Renato Curcio]], e nel 1970 crearono un gruppo congiunto denominato ''[[Sinistra Proletaria]]''. Nel novembre 1969 partecipò al convegno di Chiavari. Stando a quanto riportato da [[Giorgio Galli]],<ref>Giorgio Galli, "Storia del Partito Armato" (Edizioni CDE, Milano, 1986).</ref> all'Hotel ''Stella Maris'' di [[Chiavari]] ([[provincia di Genova|GE]]), di proprietà di un istituto religioso, si riunirono una settantina di appartenenti al [[Collettivo Politico Metropolitano]] di [[Milano]]. Tra di loro vi erano molti di coloro che - nell'anno successivo - fondarono le Brigate Rosse. L'anno successivo, nell'agosto 1970, si tenne il convegno di [[Vezzano sul Crostolo#Storia|Pecorile]] ([[provincia di Reggio Emilia|RE]]), nel quale fu deciso il passaggio alla [[lotta armata]].<ref name=bio/>
===La lotta armata===
[[File:Alberto Franceschini.jpg|thumb|Franceschini nei primi [[Anni 1970|anni '70]]]]▼
Nel febbraio del
▲[[File:Alberto Franceschini.jpg|thumb|Franceschini nei primi anni '70]]
[[File:Arresto Curcio e Franceschini.jpg|thumb|left|Arresto di Curcio (alla guida dell'auto) e di Franceschini (a sinistra) nel 1974]]▼
Franceschini, assieme a Curcio e [[Margherita Cagol]], gli altri due fondatori delle BR, organizzò e partecipò al sequestro del [[giudice]] [[Mario Sossi]], rapito a [[Genova]] il 18 aprile 1974 e rilasciato a Milano il 23 maggio dello stesso anno. Probabilmente fu l'opposizione di Franceschini a un epilogo violento (mentre gli altri brigatisti, specie [[Mario Moretti]], presero in considerazione l'idea di ucciderlo, dopo una votazione), che pure riteneva probabile, a salvare la vita di Sossi e a permetterne la liberazione senza contropartite.<ref>Cfr. anche intervista a [[Sergio Zavoli]], per l'episodio ''Il sequestro Sossi'' de ''[[La notte della Repubblica]].''</ref> Il [[giudice]] ha successivamente rifiutato di incontrarsi con lui pubblicamente, benché disponibile a un incontro privato.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/30/sossi-franceschini-apertura-dopo-il-gelo-ma.html ''Sossi e Franceschini apertura dopo il gelo 'Ma voglio la resa'''].</ref>
Nel [[2002]] [[Silvano Girotto]], "frate Mitra", che l'aveva fatto arrestare nel 1974 a Pinerolo assieme a Renato Curcio, gli chiede un incontro per riconsiderare in modo sereno quanto era avvenuto quasi trent'anni prima. Franceschini accetta ed allaccia da allora rapporti amichevoli con l'ex nemico acerrimo. Un'intervista realizzata per ''[[Studio Aperto]]'' nel marzo del [[2007]] in via Fani nel luogo del [[rapimento di Aldo Moro]] e dell'uccisione della sua scorta ha provocato diverse polemiche, tra cui un intervento del presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/politica/napolitano-terroristi/napolitano-terroristi/napolitano-terroristi.html|titolo=Ex br in tv, chiedo rispetto per le vittime del terrorismo|accesso=19.12.2008|data= 13.03.2007|editore=larepubblica.it}}</ref>▼
Il 17 giugno 1974 le BR assassinarono, nella sede del [[Movimento Sociale Italiano]] in via Zabarella a [[Padova]], [[Graziano Giralucci]] e [[Attacco alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova|Giuseppe Mazzola]]. Alberto Franceschini con sentenza definitiva della prima sezione della Cassazione del 2 luglio 1992 fu giudicato colpevole in concorso anomalo<ref>{{cita news|url=https://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinopadova/2006/06/16/MC6PO_MC602.html|titolo=Serafini chiede i conti dei danni da risarcire|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 giugno 2006|accesso=6 agosto 2023|urlmorto=no}}</ref> per il duplice omicidio, definito cinico e crudele, e condannato a 18 anni di reclusione avendo beneficiato degli sconti di pena previsti dalla legislazione premiale e dal rito previsto dal codice di procedura penale appena entrato in vigore. Con la stessa sentenza furono condannati Renato Curcio, Mario Moretti, Roberto Ognibene, Susanna Ronconi, Giorgio Semeria, Martino Serafini. Fabrizio Pelli anch'egli autore del duplice omicidio era nel frattempo deceduto.
▲[[File:Arresto Curcio e Franceschini.jpg|thumb
Nel settembre dello stesso anno è arrestato a [[Pinerolo]] assieme a Renato Curcio, in seguito a un'iniziativa di [[Silvano Girotto]], detto "Frate Mitra", che per ragioni ideologiche aveva deciso di servirsi dei carabinieri per fermare le Brigate Rosse, infiltrandosi tra i collaboratori dell'organizzazione in accordo con [[Carlo Alberto dalla Chiesa]]. All'arresto sfugge [[Mario Moretti]], l'altro membro della "direzione strategica", che diventerà il capo delle BR. Franceschini viene condannato a oltre sessant'anni di carcere per duplice omicidio, costituzione di banda armata, costituzione di [[associazione sovversiva]], [[sequestro di persona]], oltraggio a pubblico ufficiale e rivolta carceraria, ma la sua pena verrà poi ridotta.<ref name=bio/><ref name=bio2/>
Nel 1982, dopo aver in precedenza rivendicato dal carcere anche il [[caso Moro|delitto Moro]], si dissocia infine dalla lotta armata avendo ancora a carico reati di omicidio per i quali sarà però condannato in via definitiva nel 1992. Pur non rinnegando la sua militanza, negli anni seguenti prenderà completamente le distanze dalla violenza politica, esprimendo un pentimento che verrà giudicato "sincero".
Nel 1987 gli vengono concessi i primi [[Legge Gozzini|permessi premio]] e poi gli arresti domiciliari; deve risiedere nel proprio appartamento, ma è autorizzato a ricevere visite di amici e conoscenti, tra cui quella del vecchio amico di gioventù [[Pierangelo Bertoli]].<ref>[https://it-it.facebook.com/PierangeloBertoli/photos/a.10151763372345318.1073741825.31036570317/10152483262200318/ Fotografia postata da Alberto Bertoli, ritraente il cantante assieme a Franceschini].</ref><ref name="nuovebr">[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/19/sono-solo-assassini.html 'SONO SOLO ASSASSINI'].</ref>
Lascia il carcere definitivamente nel 1992, quando la sua pena è estinta (grazie agli sconti derivati dai benefici di legge) dopo 18 anni di reclusione, e da allora lavora a [[Roma]] presso l'[[ARCI]], come dirigente di una cooperativa sociale che si occupa di lavoro e aiuto nei confronti di immigrati, disoccupati, minori a rischio, detenuti e tossicodipendenti.<ref name=bio2/>
Ha avuto un'audizione presso la [[Commissione stragi|Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi]]. Sui fatti avvenuti fino al suo arresto ha parlato per conoscenza diretta, sui fatti avvenuti successivamente ha parlato come persona informata e per induzione.<ref>[http://www.parlamento.it/parlam/bicam/terror/stenografici/steno50a.htm Resoconto stenografico della seduta, 17 marzo 1999].</ref>
Nel 2002 [[Silvano Girotto]], che l'aveva fatto arrestare nel 1974 a Pinerolo assieme a Renato Curcio, gli chiede, tramite suor [[Teresilla Barillà]], un incontro per riconsiderare in modo sereno quanto era avvenuto quasi trent'anni prima. Franceschini accetta (mentre Curcio preferisce declinare l'invito) e allaccia da allora rapporti amichevoli con l'ex nemico acerrimo.<ref name=mitra>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/25/Curcio_poveri_dell_Etiopia_Frate_co_9_050425064.shtml|titolo=Da Curcio ai poveri dell'Etiopia Frate Mitra: i br? Ora siamo amici|autore=[[Massimo Alberizzi]]|sito=[[Corriere della Sera]]|data=25 aprile 2005|p=21|accesso=18 novembre 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20151001111358/http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/25/Curcio_poveri_dell_Etiopia_Frate_co_9_050425064.shtml|dataarchivio=1º ottobre 2015|urlmorto=sì}}</ref>
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== Opere ==
*''Mara, Renato e io. Storia dei fondatori delle BR'', con [[Pier Vittorio Buffa]] e [[Franco Giustolisi]], Milano, A. Mondadori, 1988. ISBN 88-04-30567-3.
*[[La borsa del presidente|''La borsa del Presidente. Ritorno agli anni di piombo'']], con [[Anna Samueli]], Roma, Ediesse, 1997. ISBN 88-230-0271-0.
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==Note==
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==Bibliografia==
*Vincenzo Tessandori, ''BR. Imputazione: banda armata'', Milano, Garzanti, 1977; Milano, Baldini & Castoldi, 2000. ISBN 88-8089-853-1; 2002. ISBN 88-8490-277-0.
*''Mara, Renato e io. Storia dei fondatori delle BR'', con [[Pier Vittorio Buffa]] e [[Franco Giustolisi]], Milano, A. Mondadori, 1988. ISBN 88-04-30567-3.
*''Che cosa sono le BR. Le radici, la nascita, la storia, il presente'', con [[Giovanni Fasanella]], Milano, BUR, 2004. ISBN 88-17-00234-8.
== Voci correlate ==
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*[[Anni di piombo]]
*[[Mario Sossi]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Anni di piombo}}
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