Uccialì: differenze tra le versioni
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{{NN|biografie|gennaio 2024}}
{{Carica pubblica
|carica = [[Beilerbei]] di [[Algeria ottomana|Algeri]]
|mandatoinizio = 1568
|mandatofine = 1587
|monarca = [[Selim II]]
|predecessore =
|successore =
|professione= Corsaro, comandante militare
}}
{{Militare
|Nome = Uccialì
|Immagine = Uluç Alì Pascià, ritratto tagliato.jpg
|Didascalia = Ritratto di Uccialì (''Ulucci Alì'') del 1837 per opera di Giuseppe Guzzi
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 1519
|Nato_a = [[Le Castella (Isola di Capo Rizzuto)|Le Castella]]
|Data_di_morte = 21 giugno 1587
|Morto_a = [[Costantinopoli]]
|Etnia= [[Calabria|Calabrese]]
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura = [[Moschea di Kılıç Ali Pascià]], [[Istanbul]]
|Religione = [[Islam]], precedentemente [[Chiesa cattolica|cattolico]]
|Anni_di_pirateria = 1555-1571
|Grado = [[Capitan pascià]]
|Guerre = [[Guerra di Cipro]]<br>[[Guerre ottomano-asburgiche]]
|Campagne = [[Conquista di Tunisi (1574)]]
|Battaglie =[[Assedio di Malta]]<br>[[Battaglia di Gerba]]<br>[[Battaglia di Lepanto]]<br>[[Assedio di Navarino (1572)|Assedio di Navarino]]
|Azioni =
|Comandante_di= Flotta ottomana
|Atro_lavoro=[[Corsaro]]
|Nazione_servita = {{OTT}}
|Forza_armata=[[Marina ottomana]]
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Uccialì
|PostCognome = <ref name="Treccani">{{Treccani|ucciali|Uccialì|accesso=29 gennaio 2019}}</ref><ref name="DOP">{{DOP|id=1060969|lemma=Occialì}}</ref>
|Sesso = M
|PreData = in [[lingua turca|turco]] ''Uluç Ali''; per altri nomi, vedi [[#Nome|Nome]]
|LuogoNascita = Le Castella
|LuogoNascitaLink = Le Castella (Isola di Capo Rizzuto)
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1519
|LuogoMorte = Costantinopoli
|GiornoMeseMorte = 21 giugno
|AnnoMorte = 1587
|Epoca = 1500
|Attività = ammiraglio
|Attività2 =
|Nazionalità = ottomano
|PostNazionalità = di origine [[Italia|italiana]]
}}
Nato in [[Calabria]] a Le Castella, probabilmente con il nome di '''Giovan Dionigi Galeni'''{{#tag:ref|Altre fonti riportano Giovanni Dionigi Galeni o Luca Dionigi Galeni.<ref name="dbi">{{DBI|nome=GALENI, Gian Dionigi (Uluch-Alì, Ulucciali) |nomeurl=gian-dionigi-galeni |autore=Gino Benzoni |anno=1998 |pagine= |volume=51 |accesso=7 settembre 2023}}</ref>|group="N"}}, fu catturato dagli [[Impero ottomano|ottomani]] durante una razzia, si convertì all'[[Islam]] ed entrò nella [[Marina ottomana]], dimostrando col tempo doti di comando eccezionali.
Fu [[beilerbei]] della [[Algeria ottomana|Reggenza di Algeri]] e infine [[grande ammiraglio]] ([[capitan pascià]]). Partecipò alla [[battaglia di Lepanto]] come comandante dell'ala sinistra dello schieramento ottomano e fu l'unico tra i comandanti turchi a sopravvivere allo scontro.
== Nome ==
Il suo nome turco, ''Uluç Alì'', che significa «Alì il rinnegato», si trova traslitterato in diversi modi: ''Uluç Alì'', ''ʿUluj Alì'', ''Uluch Alì'', ''Ulug Alì'', ''Ulugh Alì''{{#tag:ref|Il termine turco-ottomano ''ʿulūj'' (turco ''ʿuluç'', dall'arabo '''ildj'') significa "barbaro" e "straniero" (anche "zotico"), nel senso di persona originariamente di ambiente cristiano.<ref name="dbi" />|group="N"}}, ''ʽUluġ ʽAlī''<ref>{{Sapere|ʽUluġ+ʽAlī|ʽUluġ ʽAlī}}</ref>.
In italiano fu adattato in vari modi: '''Occhialì''' (che sembra indicare una pronuncia più [[Occlusiva palatale sorda|palatale]] e non ancora del tutto [[Affricata postalveolare sorda|postalveolare]] della consonante finale<ref name="occhiali">{{Cita|Arrigo Petacco, 2010|p. 32}}.</ref>), '''Occialì''', '''Luccialì''', '''Uccialì'''.<ref name="Treccani" /><ref name="DOP" />
Altre varianti più o meno italianizzate includono: ''Lucalì'', ''Uluds-Alì'', ''Uluosch-Alì'', ''Ouloudi'', ''Aluccialì'', ''Locchialì'', ''Luzzolì'', ''Luccialì'', ''Uluch-Alì'', ''Uichialì'', ''Uluzzalì'', ''Louchalì'', ''Ulug-Alì'', ''Euldi-Alì'', ''Ucci-Alì'', ''Uluccialì'', ''Ucciallì'', ''Euldi-Alì'', ''Ouloud Alì'', ''Euludy Alì'', ''Luccialli'', ''Ucci-Ali'', ''Eudji Ali'', ''Uluc Ali'', ''Ochialy'', ''Occhiali''.<ref name="dbi"/>
Fu soprannominato anche ''Kılıç'' o ''Kilige Ali'' ({{Lett|Alì la Spada}}).{{#tag:ref|Il termine ''kĭlĭdi'', in arabo, significa "sciabola, spada".<ref name="dbi" />|group="N"}}
== Biografia ==
Figlio di Birno, originario di [[Motta Sant'Agata]]<ref name="valente">{{Cita|Gustavo Valente, 1960}}.</ref> ([[Città metropolitana di Reggio Calabria|RC]]), e di Pippa de Cicco<ref name="dbi" />, contadina, stava per entrare in convento per diventare monaco, quando fu catturato dal corsaro albanese ottomano e ''[[Bey (carica)|bey]]'' di Algeri [[Khayr al-Dīn Barbarossa]] nel 1536 a [[Le Castella (Isola di Capo Rizzuto)|Le Castella]], presso [[Isola di Capo Rizzuto]] in Calabria.
Fatto prigioniero e messo al remo, dopo alcuni anni passa al servizio in casa del suo padrone Jafer o Jaʿfar Pascià, durante un alterco con un pugno uccide uno schiavo napoletano che lo aveva schiaffeggiato e per non essere di conseguenza ucciso in base alla [[Shari'a|legge]] [[islam]]ica viene convinto a convertirsi<ref name="valente"/>.
Diventato [[musulmano]], sposò la figlia di un altro calabrese rinnegato, [[Jaʿfar Pascià]], e iniziò la propria carriera di corsaro, con grande successo. Divenne dapprima comandante della flotta di [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]], poi [[pascià di Tripoli]], ed infine [[Bey di Algeri|''bey'' di Algeri]] (1568).<ref>{{Cita |Alessandro Barbero, 2010|p. 77}}.</ref>
Da corsaro imperversò in tutto il [[Mar Mediterraneo]]. Opera sua furono le catture nei pressi di [[Isola di Favignana|Favignana]] della galera di [[Pietro Mendoza]] (1555 ca.), a [[Isola di Marettimo|Marettimo]] quella di [[Vincenzo Cicala]] e [[Luigi Osorio]] (1561). Il suo nome è legato a numerose incursioni sulle coste italiane, soprattutto quelle del Regno di Napoli, allora dominio spagnolo. Secondo alcune voci dell'epoca, tramò anche con vari cospiratori calabresi per staccare la Calabria dai regni spagnoli e unirla ai domini turchi.
Partecipò alla [[battaglia di Gerba]] nel 1560 e successivamente cercò di catturare il [[Emanuele Filiberto di Savoia|duca Emanuele Filiberto di Savoia]] presso Nizza.
Nel 1564 partecipò ai ripetuti assalti e ai saccheggi del paese di [[Civezza]], nell'attuale [[provincia di Imperia]]. L'eroica resistenza della popolazione del piccolo paesino passò alla storia.
Subentrò a [[Dragut]] a capo della [[Marina ottomana|flotta ottomana]], quando questi morì durante l'[[assedio di Malta (1565)|assedio di Malta del 1565]].
Fu quindi autore di rilevanti imprese belliche, fra le quali l'assalto e il successivo assedio nell'agosto 1571 della città dalmata di [[Curzola (città)|Curzola]].<ref>{{Cita|Salvatore Bono, 1993}}.</ref>
Considerato il miglior ammiraglio della flotta ottomana, nell'ottobre del 1571 combatté a [[battaglia di Lepanto|Lepanto]] contro [[Gianandrea Doria]]. Riuscì ad insidiare [[Giovanni d'Austria]] e a riportare in salvo una trentina di navi turche recando ad [[Istanbul]], come trofeo, lo stendardo dei [[Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme|Cavalieri di Malta]] dopo una precipitosa fuga durante l'infuriare della battaglia.
Dopo questa battaglia ottenne dal Sultano ottomano [[Selim II]] il titolo di ''[[Capitan pascià|kapudan-ı derya]]'' ossia [[Ammiraglio della flotta#Uso nelle specifiche nazioni|ammiraglio della flotta turca]] e l'appellativo di ''Kılıç Alì'' (Alì la Spada). Forte della nuova carica ricostruì in un anno la flotta distrutta a Lepanto e nel 1572 riuscì a sfidare ancora le flotte cristiane, anche se con scarso successo. Nel 1574 [[Conquista di Tunisi (1574)|riconquistò all'impero ottomano Tunisi]], che era stata espugnata l'anno prima dalla flotta cristiana.
Morì nel 21 giugno del 1587 nel suo palazzo sulla collina di Top-Hana presso Istanbul e lasciò ai suoi numerosi schiavi e servitori case e beni di proprietà, concentrati in un villaggio da lui fondato e chiamato "Nuova Calabria".
== Omaggi ==
[[File:20100803 La Castella Kilic Ali Pasa Crotone Calabria Italy.jpg|thumb|upright=0.6|Busto di Uccialì Pascià a [[Le Castella (Isola di Capo Rizzuto)|Le Castella]]]]
* A [[Istanbul]] sopravvive la [[Moschea di Kılıç Ali Pascià]], moschea costruita grazie alla sua munificenza, che si trova poco distante dal quartiere di [[Galata (Istanbul)|Galata]]. È un complesso (''Kılıç Ali Paşa Külliyesi''), in cui sono presenti la sepoltura (''türbe'') di Uccialì, la moschea (''cami''), la scuola coranica (''[[madrasa]]'') e un bagno (''[[hammam]]'').
* A [[Le Castella (Isola di Capo Rizzuto)|Le Castella]], località in [[provincia di Crotone]], è collocato un busto nella piazza a lui dedicata ("Piazza Uccialì").
* Una copia del busto di Le Castella è stata donata dallo scultore a Gustavo Valente, storico e biografo dello stesso Uccialì, e attualmente si trova all'esterno dell'abitazione sita a [[Celico]] in [[provincia di Cosenza]].
* Presso la chiesa matrice di [[Mola di Bari]], ricostruita da maestranze [[Dalmazia|dalmate]] nella seconda metà del XVI secolo, è presente un affresco che raffigura in più scene l'assedio di [[Curzola (città)|Curzola]], nel quale Uccialì è rappresentato come un sultano assiso su un trono dorato, sormontato da una mezzaluna.<ref>{{Cita|Paola Lisimberti e Antonio Todisco, 2002}}.</ref>
* L'[[Università della Calabria]] ha istituito il Laboratorio sul Mediterraneo islamico "Occhialì" in onore del corsaro.<ref>{{Cita web |url=http://phi.unical.it/wp34/occhiali/ |titolo=Occhialì |sito=Laboratorio Calabrese sul Mediterraneo Islamico |editore=[[Università della Calabria]] |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161120004318/http://phi.unical.it/wp34/occhiali/}}</ref>
* Esiste anche una rivista scientifica con lo stesso nome: ''Occhialì – Rivista sul Mediterraneo islamico''.<ref>{{Cita web |url=https://rivistaocchiali.com |titolo=Occhialì – Rivista sul Mediterraneo Islamico}}</ref>
* Una lapide lo ricorda a [[Torrazza (Imperia)|Torrazza]], ora frazione del comune di [[Imperia]], per un assalto del 18 maggio 1562 in cui i torrazzini resistettero per una intera notte chiusi nella torre appena edificata dalla [[Repubblica di Genova]] poco sopra il paese e ancora oggi esistente e restaurata.
== Note ==
;Annotazioni
<references group="N" />
;Fonti
<references />
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=[[Nicodemo Misiti]] |titolo= Uluç Alì: Il rinnegato |città=Viterbo |editore=[[Dialoghi Edizioni]] |anno=2022 |isbn= 978-88-92-79187-9 |cid= Nicodemo Misiti, 2022}}
* {{Cita libro |autore=[[Mirella Mafrici]] |titolo= Uccialì. Dalla Croce alla Mezzaluna. Un grande ammiraglio ottomano nel Mediterraneo del Cinquecento |città=Soveria Mannelli |editore=[[Rubbettino]] |anno=2021 |isbn= 978-88-49-86508-0 |cid= Mirella Mafrici, 2021}}
* {{Cita libro |autore=[[Enzo Ciconte]] |titolo= Il grande ammiraglio. Storia e leggende del calabrese Occhialì, cristiano e rinnegato che divenne re |città=Soveria Mannelli |editore=[[Rubbettino]] |anno=2018 |isbn= 978-88-49-85596-8 |cid= Enzo Ciconte, 2018}}
* {{Cita libro |autore=[[Santino Oliverio]] |titolo= Uccialì, il re di Algeri |città=Reggio Calabria |editore=[[Città del Sole edizioni]] |anno=2011 |isbn= 978-88-7351-489-3 |cid= Santino Oliverio, 2011}}
* {{Cita libro |autore=[[Alessandro Barbero]] |titolo=Lepanto. La battaglia dei tre Imperi |città=Bari |editore=[[Editori Laterza]] |anno=2010 |isbn=978-88-42-08893-6 |cid=Alessandro Barbero, 2010}}
* {{Cita libro |autore=Salvatore Bono |titolo=Corsari nel Mediterraneo. Cristiani e musulmani fra guerre, schiavitù e commercio |città=Milano |editore=Mondadori |anno=1993 |isbn=978-88-04-36735-2 |cid=Salvatore Bono, 1993}}
* {{Cita libro |autore=[[Arrigo Petacco]] |titolo=La croce e la mezzaluna. Lepanto 7 ottobre 1571, quando la cristianità respinse l'islam |città=Milano |editore=Mondadori |anno=2010 |isbn=978-88-04-55983-2 |cid=Arrigo Petacco, 2010}}
* {{Cita libro |autore=Paola Lisimberti |autore2=Antonio Todisco |titolo=Un gioiello del rinascimento adriatico. La chiesa Matrice a Mola di Bari |città=Fasano |editore=Schena |anno=2002 |isbn=88-8229-363-7 |cid=Paola Lisimberti, Antonio Todisco, 2002}}
* {{Cita libro |autore=Gustavo Valente |titolo=Vita di Occhialì |città=Milano |editore=Ceschina |anno=1960 |isbn=no |cid=Gustavo Valente, 1960}}
== Voci correlate ==
* [[Moschea di Kılıç Ali Pascià]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=Uccialì}}
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{Cita web |url=https://corsaridelmediterraneo.it/occhiali/ |titolo=Occhiali/Ucciali/Kiliç Ali Pascia |sito=Corsari del Mediterraneo |data=1º settembre 2012}}
{{Corsari barbareschi}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|marina|storia}}
[[Categoria:Capitan Pascià]]
[[Categoria:Corsari ottomani]]
[[Categoria:Partecipanti alla battaglia di Lepanto]]
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