Dialetto mantovano: differenze tra le versioni

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{{lingua
{{Avvisounicode}}
|nome = Mantovano
{{lingua|nome=Dialetto mantovano|nome nativo= dialét mantuàn / dialét mantfàn
|nomenativo = ''Mantuàn, Mantfàn''
|colore=#ABCDEF
|colore = #ABCDEF
|stati=[[Italia]]
|stati = [[Italia]]
|regione = [[Provincia di Mantova]]
|persone =~170 mila~{{formatnum:170000}}
|tipologia =
|fam1 = [[Lingue indoeuropee|Indoeuropee]]
|fam2 = [[Lingue italiche|Italiche]]
|fam3 = [[Lingue romanze|Romanze]]
|fam4 = [[Lingue italo-occidentali|Italo-occidentali]]
|fam5 = Occidentali
|fam6 = Galloiberiche
|fam7 = [[Lingue galloromanze|Galloromanze]]
|fam8 = [[Gallo-italico|Galloitaliche]]
|fam9 = [[Linguasistema linguistico emiliano-romagnolaromagnolo|Emiliano-Romagnolo]]
|fam10 = [[Lingua emiliana|Emiliano]]
|fam11 =''''' [[Dialetto mantovano'''''ferrarese]]
|fam12 = Dialetto mantovano
|iso1=|iso2=roa|iso3=eml|sil=EML
|mappa = Sistema linguistico emiliano romagnolo.jpg
|estratto=
|didascalia = Distribuzione geografica dei dialetti emiliani
|codice=eml}}
|iso1 =
|iso2 = roa
|iso3 = eml
|sil = EML
|estratto =
|codice = eml
}}
 
Il '''dialetto mantovano'''{{ISO 639}} (''dialét mantuàn'' o ''dialét mantfàn'') è un [[dialetto]] di tipo [[gallo-italico]] della [[lingua emilianoemiliana]] con influssi [[Lingua lombarda|lombardi]]; già [[Bernardino Biondelli]], nell'opera ''Saggio sui dialetti gallo-romagnolaitalici'' del [[1853]]., indicava il mantovano come un dialetto emiliano appartenente al sottogruppo ''ferrarese'' insieme al [[Dialetto mirandolese|mirandolese]] e al [[Dialetto ferrarese|ferrarese]] stesso<ref>{{cita|Biondelli}}.</ref>.
 
La sua classificazione non è controversa anche se, come altre parlate della zona quali il [[dialetto piacentino|piacentino]] e il [[dialetto cremonese|cremonese]], ha caratteristiche proprie anche della [[lingua lombarda]]. Ciononostante la sua natura è marcatamente [[Dialetto emiliano|emiliana]].
Oggi viene indubbiamente classificato come dialetto emiliano dai linguisti moderni. Inoltre già [[Bernardino Biondelli]], nell'opera ''"Saggio sui dialetti gallo-italici"'' del [[1853]], scriveva che il mantovano era un dialetto emiliano appartenente al sottogruppo ''ferrarese'' insieme al [[Dialetto mirandolese|mirandolese]] e al [[Dialetto ferrarese|ferrarese]] stesso.<ref>[http://www.archive.org/stream/saggiosuidialet02biongoog#page/n8/mode/1up "Saggio sui dialetti Gallo-italici" di B. Biondelli]</ref>
 
==Storia==
Il dialetto mantovano è nato dal [[latino volgare]], innestatosi sulla lingua [[celti]]ca parlata dai [[Galli]] popolanti allora la [[Pianura padana]].<br />
Come gli altri dialetti gallo-italici, nella storia ha subito diverse influenze, tra cui quella [[lingua longobarda|longobarda]] eed [[lingua emiliana|emiliana]] (lingua a sua volta gallo-italica, sotto i [[Canossa]] di [[Reggio Emilia]]). Oltre ad influenze più recenti, dovute alla dominazione austriaca<ref>{{Treccani|dialetti-lombardi_(Enciclopedia-dell%27Italiano)|lombardi, dialetti|accesso=2023-05-14}}</ref>.<br />
È comunque da sottolineare, la differenza fonetica e di pronuncia, che differenzia questo dialetto dai dialetti di zone adiacenti. Caratteristica del dialetto mantovano sia parlato che scritto (a differenza dei dialetti emiliani), è la mancanza della lettera "z", sostituita con "s" (es.: calsét = calza) o con "sz" (suono espresso con la notazione "S maiuscola", es.: raSor = rasoio) che rendono la parlata più dolce. Nella maggior parte della provincia inoltre, risalta l'abbondanza di suoni come Ö e Ü, quasi assenti nei vicini dialetti emiliani, accentuando la differenza di pronuncia con questi ultimi. <br><br>
 
Esempio:<br>
Esempio:<br />
Italiano: mi ha punto una zanzara.<br />
Dialetto mantovano: ama m'à pià / musgàmosgà 'na sansàla.<br>
 
== Zona di diffusione ==
La [[provincia di Mantova]] è divisa in quattro grossi gruppi dialettali: il dialetto mantovano puro (parlato a [[Mantova]] e nella fascia centrale della provincia, dove la parlata [[Dialetto emiliano|emiliana]] subisce l'influenza di elementi di transizione con il [[dialetto veronese]] ed il [[dialetto alto mantovano]]), il [[dialetto alto mantovano]] (di natura prevalentemente [[dialetto lombardo orientale|lombardo orientale]] ma con evidenti influssi del mantovano cittadino, parlato nell'[[Alto Mantovano]], ossia la zona settentrionale della provincia di Mantova), il [[dialetto basso mantovano]] (di natura [[lingua emiliana|emiliana]] pura, di transizione con il [[dialetto ferrarese|ferrarese]], il [[dialetto mirandolese|mirandolese]] ed il [[dialetto guastallese|guastallese]], parlato nella zona meridionale nell'[[Oltrepò mantovano]]), ed il casalasco-viadanese, dialetto che presenta vistose somiglianze con il parmigiano, tanto da essere, probabilmente, una sua variante; parlato nella zona di [[Viadana]] e [[Sabbioneta]], in provincia di Mantova e in quella di [[Casalmaggiore]], in [[Provincia di Cremona]]. Il livello di comprensione risulta discreto soprattutto tra la fascia mediana e meridionale, molto meno con il dialetto dell'alto mantovano, appartenente al gruppo dei dialetti lombardi, fino a raggiungere livelli di difficile comprensione reciproca tra abitanti agli estremi della provincia confinanti con Brescia e Ferrara/Modena.
{{Vedi anche|Dialetto alto mantovano|Dialetto basso mantovano}}
 
La [[provincia di Mantova]] è divisa in tre grossi gruppi dialettali: il dialetto mantovano puro (parlato a [[Mantova]] e nella fascia centrale della provincia (dove la parlata [[Dialetto emiliano|emiliana]] subisce l'influenza di elementi di transizione con il [[dialetto veronese]] ed il [[dialetto alto mantovano]]), il [[dialetto alto mantovano]] (di natura prevalentemente [[dialetto lombardo orientale|lombardo orientale]] ma con evidenti influssi del mantovano cittadino), parlato nell'[[Alto Mantovano]], ossia la zona settentrionale della provincia di Mantova), ed il [[dialetto basso mantovano]] (di natura [[lingua emiliana|emiliana]] pura, di transizione con il [[dialetto ferrarese|ferrarese]], il [[dialetto mirandolese|mirandolese]] ed il [[dialetto guastallese|guastallese]], parlato nella zona meridionale della provincia, per l'appunto nell'[[Oltrepò mantovano]]). In ogni caso, il livello di comprensione tra le varie parti della provincia risulta discreto, anche confrontando le parti opposte del territorio, come quelle influenzate dal dialetto ferrarese e bresciano.
Nei comuni del Basso Mantovano e dell'Oltrepò, si parla il [[dialetto basso mantovano]], un dialetto mantovano fondamentalmente diverso e indiscutibilmente di tipo emiliano: nei comuni sul confine modenese ([[Poggio Rusco]] in primis) si può notare una lieve influenza della provincia vicina e un lieve rafforzamento dei tipici suoni chiusi "Ö" e "Ü". A [[Sermide e Felonica]], il mantovano tende a scomparire in favore di una parlata più marcatamente [[Dialetto ferrarese|ferrarese]] perdendo i suoi caratteristici suoni chiusi (Ö e Ü). Fa parte dell'area dialettale basso-mantovana anche quella della Bassa Reggiana ([[Guastalla]], [[Luzzara]] e [[Reggiolo]]), con una parlata pressoché simile a [[dialetto basso mantovano|quello della bassa mantovana]].
 
Sempre nel Basso Mantovano, in prossimità delle province di Parma e Reggio Emilia, nelle zone di Viadana e Sabbioneta è parlato il casalasco-viadanese, dialetto di transizione tra il mantovano e il parmigiano. Nella parte settentrionale dell'Oglio-Po, nelle zone di Rivarolo Mantovano e Bozzolo il dialetto mantiene più vicinanza con il dialetto mantovano.
Nei comuni del Basso Mantovano e dell'Oltrepò, si parla il [[dialetto basso mantovano]], un dialetto mantovano leggermente diverso: nei comuni sul confine modenese ([[Poggio Rusco]] in primis) si può notare una lieve influenza della provincia vicina e un lieve rafforzamento dei tipici suoni chiusi "Ö" e "Ü"; A [[Sermide]] e soprattutto [[Felonica]], il mantovano perde i suoi caratteristici suoni chiusi (Ö e Ü). Fa parte dell'area dialettale basso mantovana anche quella della Bassa Reggiana ([[Guastalla]], [[Luzzara]] e [[Reggiolo]]), con una parlata pressoché simile a [[dialetto basso mantovano|quello della bassa mantovana]].
 
Vicino al confine veronese ([[OstigliaCastel d'Ario]], [[CastelVillimpenta]], d'Ario[[Roverbella]]) è percepibile la commistione col [[dialetto veronese]] (Ponti sul Mincio, Monzambano, Roverbella, Castelbelforte, Casteldario ecc.). Abbastanza evidente è l'influenza del [[dialetto ferrarese]] sui comuni confinanti con tale provincia.
 
Il dialetto mantovano non è invece parlato nella fascia che comprende i comuni posti nell'[[Alto Mantovano]],. comeI [[Acquanegrapiù sulimportanti Chiese]],sono [[Asola (Italia)|Asola]], [[Canneto sull'Oglio]], [[Casalmoro]], [[Casaloldo]], [[Casalromano]], [[Castel Goffredo]], [[Castiglione delle Stiviere]], [[Cavriana]],nei [[Ceresara]],quali si [[Goito]],parla il [[Guidizzolodialetto alto mantovano]], fortemente influenzato dal vernacolo [[Marianadialetto Mantovanabresciano|bresciano]] e, [[Medole]]nelle zone orientali, per esempio a [[Monzambano]], [[Piubega]],anche [[Redondesco]],dal vernacolo [[Roverbella]],dialetto [[Solferinoveronese|veronese]]. eA [[VoltaPonti sul Mantovana]]Mincio, neiil qualicomune simantovano parlapiù ila [[dialettonord altodella mantovano]],provincia une dialettoconfinante fortementecon contaminatoPeschiera daidel vernacoliGarda, [[dialettoviene bresciano|bresciano]]solo eparlato il [[dialetto veronese|veronese]]. Per ovvi motivi geografici, (il dialetto diparlato a [[Castiglione delle Stiviere]], per esempio, è difortemente transizionevicino fra ilal [[dialetto bresciano|bresciano]] e l'[[Dialetto alto mantovano|alto mantovano]]).
 
== Particolarità e grammatica ==
Sono proprietà del dialetto mantovano, rispetto alle voci corrispondenti italiane:<ref name="voc">[http://books.google.com/books?id=shEZAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Francesco {{Cita|Cherubini, ''Dizionario Mantovano-Italiano'', Gio}}. Battista Bianchi e Co, 1827]</ref>
* accorciarleapocope sopprimendodelle lavocali, eccetto "a", comune a gran parte delle altre vocaleparlate finalegallo-italiche (es.: ''far'' e ''dir'' per fare e dire) e, in ancunialcuni casi, anche quelle intermedie (es.: ''nisün'' e ''semnar'' per nessuno e seminare);
* sostituireesito spessodel llatino "'iniziale'scl''" (italiano "schi") o di parole dallo stesso nesso consonantico, ma ad esso allogene in origine, in "''s'ci''" (es.: ''s'ciopp'' per "schioppo");
* sostituiremutamento spessodelle le[[Consonante occlusiva|consonanti occlusive]] da sorde a sonore, come "t" conalla sonora "''d''"' (es.: ''didal'' per "ditale"), "p" con "''b''"' (es.: ''banca'' per "panca"), "c" e "g" con "''s''"' (es.: ''sisòra'' e ''snòćć'' per "cesoia" e "ginocchio").
* nonassenza pronunciaredel maisuono la "z"{{IPA|[t͡s]}} (sostituita dal suono della "s" dura) e quasi mai la "v" (sostituita da un suono simile alla "u")
* anteporre sempre l'articolo determinativo ai soli nomi femminili.
 
{{C|questa sezione presentava ricerche originali e contenuti non enciclopedici. Potrebbe ancora essere ricca di invenzioni.|linguistica|agosto 2010}}
Il dialetto mantovano, a differenza della [[lingua italiana]], utilizza il
[[Clitico|pronome clitico]] soggetto affiancato al pronome personale soggetto. La terza persona singolare e la terza plurale, infatti, sono spesso [[Omografia (linguistica)|omografe]]/[[Omofonia (linguistica)|omofone]] e il pronome clitico, sebbene non venga utilizzato primariamente per questo scopo, ma sia solo retaggio di substrato, permette di distinguerle. Ad esempio:
 
Verbo "essere"
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:Le '''la''' (sempre abbreviato in '''l''') è
:Nuàntar '''a''' sóm / sém / séma
:Vüàltar '''a''' sisié
:Lór '''i''' è
 
Riga 84 ⟶ 90:
|-
| ESSERE || ÈSSAR<ref name=voc/> ||
Mi a són | Mi a séri
Ti at sè | Ti at séri
Lü al è | Lü al éra
Le la è | Le la éra
Nuantar a siom | Nuantar a sérum
Vüaltar a si | Vüaltar a séru
Lór i è | Lór i éra
|-
| AVERE || 'VËRGH ||
Mi a gò | Mi a gheui / a ghéf
Ti at ghè | Ti at ghéui
Lü al gà | Lü al ghéa
Le la gà | Le la ghéa
Nuantar a ghém | Nuantar a ghéam / ghéum
Vüaltar a ghì | Vüaltar a ghéo
Lór i gà | Lór i ghéa
|-
| VENIRE || VEGNAR ||
Mi a végni | Mi a gnéi
Ti at végni | Ti at gnéi
Lü al végn | Lü al gnéa
Le la végn | Le la gnéa
Nuantar a gnema | Nuantar a gnéum
Vüaltar a gnì | Vüaltar a gnéu
Lór i végn | Lór i gnéa
|-
| ANDARE || 'NDAR ||
Mi a vaghi | Mi a 'ndai
Ti at vè | Ti t' andai
Lü al và | Lü l' andaa
Le la và | Le la 'ndaa
Nuantar a 'ndema | Nuantar a 'ndàum
Vüaltar a 'ndè | Vüaltar a 'ndàu
Lór i và | Lór i 'ndaa
|-
| STARE || STAR ||
Mi a staghi | Mi a stawi
Ti ta 'stè | Ti ta stawi
Lü al stà | Lü al stawa
Le la stà | Le la stawa
Nuantar a stema | Nuantar a stàum
Vüaltar a stè | Vüaltar a stàu
Lór i stà | Lór i stawa
|}
 
Riga 133 ⟶ 139:
I participi passati dei verbi riportati sono:
 
ÈSSAR:Èssar<ref name=voc/> = STÁstà
:'Vergh = avì / awü
 
'VERGH:Vegnar = AVI'gni / AWÜgnest / gnü
:Andar = andá
 
:Restar = restá
VEGNAR = GNI \ GNEST \ GNÜ \
 
ANDAR = ANDÁ
 
RESTAR = RESTÁ
 
Il dialetto mantovano è ricco di abbreviazioni che talvolta non fanno capire bene il numero di parole contenute in una frase.
Riga 150 ⟶ 152:
Letteralmente la frase si traduce:"C'è un ragazzino che '''sta sbattendo''' la testa contro il muro".
Come si può notare, la parola ''''dré''' seguita da un verbo all'infinito indica un'azione che si sta compiendo, che è già iniziata ma non ancora finita.
Qui si sente chiara l'influenza dell'espressione francese "être en train de" (pronuncia "antren"{{IPA|[ɛtʀ =ɑ̃ andrétʀɛ̃ də}}) che indica l'azione che si sta svolgendo.
 
Per quanto riguarda le abbreviazioni, la parte di frase "'''Ca al è'''" viene abbreviata fino a ottenere un suono riconducibile ad una sola parola (clè).
Riga 156 ⟶ 158:
Gli articoli in italiano sono meno numerosi che in mantovano.
 
{| class="wikitable"
ITALIANO DIALETTO MANTOVANO
|+ Articoli determinativi
|-
! Italiano !! Dialetto mantovano
|-
| Il/Lo || Al
|-
| La || La
|-
| I/Gli || I
|-
| Le || Le/Li
|-
| L' || L'
|}
 
{| class="wikitable"
Il '''Al'''
|+ Articoli indeterminativi
Lo '''Al'''
|-
La '''La'''
! Italiano !! Dialetto mantovano
I '''I'''
|-
Gli '''I'''
| Un/Uno || Ün/An
Le '''Le \ Li'''
|-
L''''L''''
| Una || Nà/Üna
|-
| Un' || N'
|}
 
==Vocabolario di base==
 
Un '''Ün/An'''
Uno '''Ün/An'''
Una ''''Nà/Üna'''
Un' '''N''''
 
Di seguito sono riportati i numeri, i mesi e i periodi della giornata e dell'anno in mantovano.
 
===Numeri===
'''I nǜmar'''
: ''I nǜmar''
 
#Uno = '''Ün'''
#Due = '''Dü (maschile)''' / '''Dò (femminile)'''
 
Due#Tre = '''Dò'''Trì (maschile) / '''DüTrè (femminile)'''
#Quattro = '''Quàtar'''
 
Tre#Cinque = '''TrìSinch'''
#Sei = '''Sié'''
 
Quattro#Sette = '''QuàtarSèt'''
#Otto = '''Òt'''
 
#Nove = '''Nöf''' (pronuncia molto simile al francese "''neuf''")
Cinque = '''Sinch'''
#Dieci = '''Diés'''
 
#Undici = '''Ündas''' (più usato), Öndas (meno usato)
Sei = '''Sié'''
#Dodici = '''Dòdas'''
 
Sette#Tredici = '''SètTrèdas'''
#Quattordici = '''Quatòrdas / Catòrdas'''
 
Otto#Quindici = '''ÒtQuìndas / Chìndas'''
#Sedici = '''Sèdas'''
 
#Diciassette = '''Darsèt'''
Nove = '''Nöf''' (pronuncia molto simile al francese "''neuf''")
#Diciotto = '''Disdòt / Darsdòt'''
 
Dieci#Diciannove = '''DiésDisnöf'''
#Venti = '''Vint''' / '''Uint'''
 
#Ventuno = '''Vintün''' / '''Uintün'''
Undici = '''Ündas''' (più usato), Ondas(meno usato)
#Ventidue = '''Vintidü''' / '''Uintidü'''
 
#Ventitré = '''Vintitrì''' / '''Uintitrì'''
Dodici = '''Dòdas'''
 
Tredici = '''Trèdas'''
 
Quattordici = '''Quatòrdas'''
 
Quindici = '''Quìndas'''
 
Sedici = '''Sèdas'''
 
Diciassette = '''Darsèt'''
 
Diciotto = '''Disdòt'''
 
Diciannove = '''Disnöf'''
 
Venti = '''Vint''' / '''Uint'''
 
Ventuno = '''Vintün''' / '''Uintün'''
 
Ventidue = '''Vintidü''' / '''Uintidü'''
 
Ventitré = '''Vintitrì''' / '''Uintitrì'''
 
...
 
* Trenta = '''Trénta'''
* Quaranta = '''Quarànta'''
 
Quaranta* Cinquanta = '''QuaràntaSinquànta'''
* Sessanta = '''Sesànta''' / "Assànta"
 
Cinquanta* Settanta = '''SinquàntaS'tànta'''
* Ottanta = '''Utànta'''
 
Sessanta* Novanta = '''SesàntaNuanta''' / "Assànta"
* Cento = '''Sént'''
 
Settanta* Mille = '''S'tàntaMila'''
* Un milione = '''An milión'''
 
Ottanta* Un miliardo = '''UtàntaAn miliard'''
 
Novanta = '''Nuanta'''
 
Cento = '''Sént'''
 
Mille = '''Mila'''
 
Un milione = '''An milión'''
 
Un miliardo = '''An migliard'''
 
Una quantità incommensurabile = ''''Na scónsübia; 'na marea; 'na mücia'''
 
Per i numeri dall'11 al 16 esistono anche delle forme abbreviate, se si deve per esempio indicare l'età. In questi casi, come
solo in pochi altri, è possibile pronunciare la "z"[[Affricata alveolare sorda|[d͡z]]] in mantovano:
 
* '''Ündas''' → '''Ünz'''
* '''Dódas''' → '''Dódz'''
* '''Trèdas''' → '''Trèdz'''
* '''Quatòrdas''' → '''Quatòrz'''
* '''Quìndas''' → '''Quìndz'''
* '''Sèdas''' → '''Sèdz'''
 
===I mesi===
'''Dódas''' → '''Dódz'''
:''I més''
 
'''Trèdas'''* Gennaio = '''TrèdzSNÈR'''
* Febbraio = '''FAVRÈR'''
* Marzo = '''MARS'''
* Aprile = '''AVRÍL'''
* Maggio = '''MAÐĆ'''
* Giugno = '''GIÜGN'''
* Luglio = '''LÜI'''
* Agosto = ''' AGÓST'''
* Settembre = '''SETÉMBAR'''
* Ottobre = '''UTÓBAR'''
* Novembre = '''NUÉMBAR'''
* Dicembre = '''DISÉMBAR'''
 
===La giornata===
'''Quatòrdas''' → '''Quatòrz'''
:''Le part ad la giornàda''
{{W|linguistica|novembre 2023|Uso del maiuscolo fuori standard}}
* ALBA = '''ALBA'''
* MATTINO = '''MATÍNA'''
* MEZZOGIORNO = '''MESDÍ / MESDE''''
* PRIMO POMERIGGIO = '''BASSÒRA''' o anche '''PASÁDISNÁ'''
* POMERIGGIO = '''DOPDISNÁ''' (letteralmente "dopo aver pranzato"), ma anche '''PASÁMESDÍ''' o '''DOPMESDE''''(dopo il mezzogiorno)
* TRAMONTO = '''TRAMÓNT''', o '''SOTSERA / SOTSÍRA'''
* SERA = '''SERA / SÍRA'''
* NOTTE = '''NOT'''
* SECONDO = SECÒND
* MINUTO = MINÜT
* UN QUARTO D'ORA = 'N QUART D'ÒRA
* MEZZ'ORA = MES'ÒRA
* ORA = ÓRA
* GIORNO/GIORNI = SÓRN / SZÓRAN
* SETTIMANA = S'TMÁNA / SMÁNA
* MESE = MES
* ANNO = AN
* LUSTRO = SINCH AN
* DECENNIO = DIES AN
* SECOLO = SÈCOL / SÈCUL
* MILLENNIO = MILA AN, MILÈNIU (meno usato)
 
===Forma negativa===
'''Quìndas''' → '''Quìndz'''
La forma negativa in mantovano è molto simile a quella del francese. Infatti, in francese si usano le parole "''ne''" e "''pas''", mentre in mantovano si usano "''an''" e "''mia''"
 
'''Sèdas''' → '''Sèdz'''
----
'''I més'''
 
GENNAIO = '''SNÈR'''
 
FEBBRAIO = '''FAVRÈR'''
 
MARZO = '''MARS'''
 
APRILE = '''AVRÍL'''
 
MAGGIO = '''MAÐĆ'''
 
GIUGNO = '''GIÜGN'''
 
LUGLIO = '''LÜI'''
 
AGOSTO = ''' AGÓST'''
 
SETTEMBRE = '''SETÉMBAR'''
 
OTTOBRE = '''UT'''Ó'''BAR'''
 
NOVEMBRE = '''NUÉMBAR'''
 
DICEMBRE = '''DICÉMBAR'''
 
 
'''le part ad la giornàda'''
 
ALBA = '''ALBA'''
 
MATTINO = '''MATÍNA'''
 
MEZZOGIORNO = '''MESDÍ / MESDE''''
 
PRIMO POMERIGGIO = '''BASSÒRA''' o anche '''DOPDISNÁ '''
 
POMERIGGIO = '''DOPDISNÁ''' (letteralmente "dopo aver pranzato"), ma anche '''DOPMESDÍ''' ( dopo il mezzogiorno )
 
TRAMONTO = '''TRAM'''Ó'''NT''', o '''SOTSERA / SOTSÍRA'''
 
SERA = '''SERA / SÍRA'''
 
NOTTE = '''NOT'''
 
 
SECONDO = SECÒND
 
MINUTO = MINÜT
 
UN QUARTO D'ORA = 'N QUART D'ÒRA
 
MEZZ'ORA = MES'ÒRA
 
ORA = ÓRA
 
GIORNO/GIORNI = SÓRN / SZÓRAN
 
SETTIMANA = S'TMÁNA / SMÁNA
 
MESE = MES
 
ANNO = AN
 
LUSTRO = SINCH AN
 
DECENNIO = DIES AN
 
SECOLO = SÈCOL / SÈCUL
 
MILLENIO = MILA AN, MILÈNIU (meno usato)
 
'''La forma negativa''' in mantovano è molto simile a quella del francese. Infatti, in francese si usano le parole "''ne''" e "''pas''", mentre in mantovano si usano "''an''" e "''mia''"
 
Es.: Non ho soldi = '''(Mi) an go mia bèsi'''
Riga 340 ⟶ 292:
Talvolta '''mia''' è sostituito da '''minga''', ma la costruzione della negativa resta identica
 
=== NomiAntroponimi ===
In mantovano anche la pronuncia di molti nomi cambia leggermente rispetto all'italiano. Di seguito sono elencati i 25 nomi maschili più diffusi in Italia<ref>[http{{Cita web|url=https://www.paginainizio.com/nomi/nomidiffusiclassifica_nomi.htm php|titolo=Classifica dei NOMINomi ITALIANIitaliani più diffusi<!-- Titolo generato automaticamente cliccati|sito=PaginaInizio.com|lingua=it|accesso=2023-05->]14}}</ref> con a fianco la loro pronuncia in mantovano.
Non vengono citati i nomi femminili perché la loro pronuncia in mantovano è praticamente uguale a quella italiana, con il solo cambiamento di non pronunciare la doppia (fa eccezione il nome Eleonora, che in mantovano diviene "Leunòra").
 
:Maschili
;NOMI MASCHILI
 
# Andrea → '''Andrèa'''
# Luca → '''Lüca'''
Riga 356 ⟶ 307:
# Federico → '''Federìco''' / '''Federìcu'''
# Lorenzo → '''Loréns''' / '''Lurénsu'''
# Lucia → '''L''üsìa / Lösia'''''
# Mattia → '''Matìa'''
# Stefano → '''Stèfano''' / '''Stéwan'''
Riga 372 ⟶ 324:
# Giulio → '''Giülio'''
 
=== Piccolo vocabolariodizionario mantovano-italiano ===
: 398 parole
 
 
*Ad sorvìa / Ad survìa: sopra, di sopra.
*Ad sura : al piano di sopra
*Admàn: domani.
*Acmè / Admè: come (solo con uso di comparativo, negli altri usi si traduce con "Cùme").
Riga 389 ⟶ 341:
*Articiòcch: carciofo
*Asan / Asino
*Assè / parecchio, molto.
*Assè: abbastanza (molto probabilmente deriva dl francese "assez", cui è stata tolta la doppia "s" e la "z" finale, ed è stato cambiato l'accento. La parola entrò a far parte del dialetto mantovano probabilmente nel 1797-1814, periodo in cui la provincia di Mantova era sotto il regno di [[Napoleone Bonaparte]]).
*Asiœul / Vrespa: vespa.
*Asùra : si dice della pentola che tracima (es: Sbàsa al fœg che la pugnàta la t va asùra)
*Ava: ape
*Asiulèr: alveare.
Riga 396 ⟶ 349:
*Bagài: cosa (in senso concreto); "cosa" nelle frasi interrogative si dice "cusa" o "cùa"
*Barbér: barbiere
*Bargamén : il lavoratore che accudisce le mucche nella stalla
*Bariöla: berretta, cuffia
*Baròssa: rimorchio a due ruote
*Bartagnin: stoccafisso.
*Becanòt: beccaccino
*Bèch: bigattinoverme.
*Bechèr: macellaio
*B'lét: belletto (principalmente: rossetto)
Riga 417 ⟶ 371:
*Brógna: prugna.
*Bröar / bróar: scottare (es,: "al bröi, l'è sbroént!" = Scotta!)
*Bosàr: curiosare.
*Büdlón: pancione, obeso o persona grassa e impacciata nei movimenti.
*Bǘgada: il bucato
*Bǘgandera: lavandaia
*Burdèl: forte rumore, confusione, bordello
*Busàr: curiosare.
*Büsèr: becchino
*Busìa: bugia
*Cadéna: catena
*Cadnàs: catenaccio
*CaàrCavàr (Basso Mn)/CavàrCaàr (Alto Mn): togliere (anche in senso figurato), riuscire a (es.: "Agh l'ho caàda/cavàda/caàda" = Ce l'ho fatta).
*Catàr: trovare (es.: 'ndù 'l èt catà? = dove l'hai trovato?)
*Catàr sü: raccogliere (es.: O' catà 'n èuro par tèra e 'l ò catà sü = Ho trovato un euro per terra e l'ho raccolto).
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*Caucèla: caviglia
*Càul: cavolo.
*CaàrCavàr Só (Basso Mn)/CavàrCaàr Só (Alto Mn): spogliare
*Cavdàgna / CarSada: carreggiata, sentiero di campagna
*Chéch / Cülatón: omosessuale (lett.: checca).
*Chilé: questa donna, costei (es.: "ma chi èla chilé?": ma questa, chi è?)
*Chilü: quest'uomo, costui (es.: "e chilü, chi èl?": chi è costui?)
*Ciacolàr / Ciacaràr / Bagolàr: chiacchierare (es.: Lassè lì da ciacaràr! = finitela di chiacchierare).
*Ciapàr: prendere, acchiappare (es.: Ciàpal!=Prendilo!)
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*Févra: febbre.
*Fiap, fiach: fiacco, sgonfio.
*Ficón: palo piantato in terra (es.: A son stà ala féra ad Gonzàga / gh'era 'na vàca ligàda an ficón / che dale mósche l'éra tediada / dai 'na pessàda in dal cül al padrón = Sono stato alla fiera di Gonzaga / c'era una vacca legata a un palo / che dalle mosche era disturbata / ecco che dà un calcio nel sedere al padrone).
*Filfèr: fil di ferro
*Mógna / Fìfa / paüra: paura
*Fiòru: fortuna, fattore "C" (Basso Mant.)(es.: La briscula l' è un zögh 'ndu bò véragh dal fiòru = La briscola è un gioco dove bisogna avere fortuna).
*Fòla: favola; bugia (es.: stà mia cuntàr d'li fòli, ca són mia nad aier = non raccontar balle, che non sono nato ieri)
*Fòrbas: forbici.
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*Ghinghe: mammelle, tette (specialmente di animali)
*Ghinentràr: avere a che fare con (es.: Cóa ghintra cun quél c' a sém dré dir? = Cosa c'entra con quello che stiamo dicendo?).
*Giàn : vigile o poliziotto ( es. Scapéma, lè dré riàr al giàn = scappiamo, sta arrivando il vigile).
*Giarèla / giarlìn: sassolino.
*Giarón: sasso
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*Impisàr: accendere.
*Incòst: (Basso mant.) contro (in senso fisico, come "sbattere contro", in senso figurato diventa "cóntra").
*Ingügnir: deglutire, "mandar giù" in senso dispregiativo
*Ingusôs: vomitevole, schifoso (dal verbo "Far ingôssa", cioè "fare schifo", "fare vomitare").
*Insulàr - Ssulàr: allacciare.
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*Pèrsag / Pèrsach: pesca (frutto).
*Persémul / parsémul / pertsémm: prezzemolo
*Pés: pesante (es.: "Và pian a l'var al sistón, l'è pran pés. L'è pin Sep ad pés!" = và piano a sollevare la cesta, è molto pesante. E'È piena zeppa di pesce)
*Pèsgàt: pesce gatto
*Pèss: pesce
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*Picolìn: un bicchiere di vino; anche "lucòt" (confini col Reggiano)
*Pigòss: picchio. (es.: "At ghè 'na testa, ca la bèca gnanca al pigòss!" modo di dire per "sei un testone, una testa dura, non vuoi capire", ecc).
*Pintàr: spingere un oggetto (diverso da "cüciàr", che indica spingere ununa persona o animale).
*Pignàta: pentola (confini col reggiano: anche "ramìna")
*Piò: aratro (dimin.: piudìn)
*Piöa: pioggia. "A piöf" = piove; (Piövi: Alto mant.) "E'È piuì = ha piovuto; Ha piuèst = ha piovuto (-Basso Mant.)
*Piöćć: pidocchio.
*Pión: puntura d'insetto
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*Pit / Pitón: tacchino; asso di denari nelle carte da briscola.
*Pitóna - Pìta: faraona.
*Pitonàr: perdere del tempo, impiegare più tempo del previsto, bagolare, fare cose inutili, toccare, infastidire.
*Póm: mela
*Pónga: grosso ratto.
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*Préssia: fretta.
*Pròpia: proprio. (es.: l'è pròpia véra = è proprio vero)
*Pulàca/Pulacon ; pigrizia/pigro
*Pulàstar: pollo.
*Punsàr - Ponsàr: riposare.
*Puntüra: iniezione
*Pütìn /a: bambino /a
*Putini : lacrime che ofuscano la vista (es: la g'ava li putini a i occ)
*Pütlét /a: ragazzino /a
*Pütèl /a: giovanotto /signorina
*Rapàras sü / Rampàr: arrampicarsi
*Ramparina: pioppo cipressino
*Ramada: rete metallica
*Rasdór: (meno comune): reggente, capo (di casa)
*Rasdóra: (più comune): la reggente (della casa, specialmente nel senso di "cuoca")
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*S'ciancàr: spezzare
*S'cianclìn: una piccola parte staccata da un grappolo (es.: "vöt an s'cianclìn d'üa?" vuoi un grappolino d'uva?)
*S'ciancol : Lippa oggetto di gioco fatto di legno durissimo. Modo di dire( "at sé dür acmè 'n s'ciancol" = sei duro di comprendonio come una lippa ).
*S'ciànsa - S'ciansìn: piccolo pezzo di legno usato per accendere il fuoco (Basso Mant.)
*S'ciantìn: poco, una piccola quantità
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*S'ćiupón: infarto.
*S'ciuptàda: scoppio.
*S'cudmài: soprannome
*Scràgna : sedia.
*Scurésa: peto; lancio particolarmente debole di un oggetto.
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*Spouantì: spaventato, iperattivo, nevrotico (da spouantìr = spaventare).
*Spüsa: puzza, cattivo odore
*Squaciàr / Squacià ; scoprire / scoperto (es: Sta mia squaciàrat ca t ciapi fred)
*Squài: spavento.
*Squaiàr: spaventare.
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*Tégia: pentola (anche: Pignàta).
*Ténar / téndar: tenero.
*Terón: meridionale, abitante del sud Italia, terrone (non esiste un termine diverso da quello citato per essere menopiù offensivi).
*Tgnìs: molle/gommoso; (riferito ad un cibo dalla consistenza poco invitante); tenace
*Tiràche: bretelle
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*Védar / Iédar: vetro.
* Vus: voce
*Và dàr via i ciàp : universale
*Sögh: gioco.
*Sòf: giogo
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(le ultime 4 parole hanno una s simile al suono della "z")
 
==Testi==
=== Detti e proverbi popolari ===
*'''At ghè la marawèla sbüsa''' (lett.: Hai la materia grigia bucata) = sei un ingnoranteignorante.
*'''Cüm a fémia a 'ndàr a mésa e a stàr a cà? A ciamém al prét in cà''' (lett.: come facciamo ad andare a messa e a stare a casa? Chiamiamo il prete a casa) = usato come per dire che non si possono fare due cose nello stesso momento se la soluzione non è a portata di mano.
*'''At ghè la spìnta 'd an bøf''' (lett.: hai la spinta di un bue) = sei esagerato (più o meno sinonimo di "'''At 'n ghè mia üsta'''").
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=== Proverbi ===
<ref>[http{{Cita web|url=https://www.dialettando.com/regioni/pages/proverbi_dialetto.lasso?regione=Lombardia&-session=dialetti:5D2351170f62400088pgKnC0B5AE|titolo=Lombardia: dialetto, cultura e informazioni regionali|sito=www.dialettando.com]|accesso=2023-05-14}}</ref>
*Ch'as ciava l'avarésia: a màgnom 'n öv in trì e la balòta a la mìtom in dal sfòi admàn!
*Andàr in còlara l'è da òm, stàragh l'è da bèstia.
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=== Il Padre Nostro in Mantovano ===
<ref>[{{Cita web |url=http://www.christusrex.org/www1/pater/JPN-emiliano-mantovano.html |titolo=christusrex.org] |accesso=14 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121022105134/http://www.christusrex.org/www1/pater/JPN-emiliano-mantovano.html |dataarchivio=22 ottobre 2012 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Pàdar nòstar, ch'at sè in ciél,<br />
ch'al sìa santificà al tu nom,<br />
ch'al vegna al tu règn,<br />
ch'la végna fàta la tu volontà,<br />
in ciél cóm in tèra.<br />
Dàs incò al nòstar pan cutidiàn,<br />
e armèt a nuàltar i nòstar débit,<br />
isè com nuàltar li armètom ai nòstar debitùr.<br />
E non indùras in tentasiòn,<br />
ma réndas lìbar dal mal, amen.<br>
 
=== La parabola del Fioeu Trason ===
Ón òm al gh'avéva dü fiöi.<br />
E 'l piü zóvan 'd lór l'ha dit a sò pàdar: "Papà, dam cla part de patrimòni che am tóca!" e lü al g'ha divìs la ròba.<br />
E dòp pòchi gióran, mücià sü tüt, al fiöl piü zóvan l'è andà ind una tèra luntàna, e là l'ha strüsià la sò sustànsa, vivènd da lüsüriùs.<br />
E dòp ch'l'ha 'vü cunsümà tüt, è gnü in quèl sit 'na gran carestìa, e lü stès l'ha prinsipià a vér de bizógn.<br />
E l'è andà e 'l s'è mìs a servìr ón sitadìn de cla tèra, che 'l l'ha mandà ind la sò campàgna, perchèperché cundüzès föra i pursèi.<br />
E l'avrìa vulü impinìras la pànsa có le giànde che mangiàva i pòrch, ma nisün gh'an dàva.<br />
Alùra, turnànd in lü stès, l'ha dit: "Quànti servitùr in càza 'd mè pàdar i g'ha del pan in abundànsa, e mì chì möri de fam!<br />
Am farò spìrit e andarò da mè pàdar e agh dirò: "Papà, hò ofés al Signùr e tì;''<br />
''zà 'n són dégn d'ésar ciamà tò fiöl; tòm cóme ón di tò servitùr''".<br />
E al s'è tòlt sü e l'è andà vèrs sò pàdar. Quand l'éra ancùra luntàn sò pàdar al l'ha vist, al s'è mòs a cumpasión e, curèndagh incùntra, al s'è bütà e l'ha bazà.<br />
E 'l fiöl al g'ha dit: "Papà, hò ofés al Signùr e tì. Zà 'n són piü dégn d'ésar ciamà tò fiöl".<br />
Ma 'l pàdar l'ha dit ai sò servitùr: "Prest, purtègh chì la piü bèla vèsta e vestìl, metìgh l'anèl al dit e le scàrpe ai pè;<br />
e menè chì ón vdèl ingrasà, masèl e magnémal e stém alégar;<br />
parchè 'stu mè fiöl l'éra mòrt e l'è resüsità, l'éra pèrs e l'è stà truà!" e i s'è mìs a magnàr.<br />
Intànt sò fiöl piü vècc e, quand l'è turnà e l'è stà darént a càza, l'ha sentì ch'i sunàva e i cantàva.<br />
E l'ha ciamà 'n servitùr e 'l g'ha dmandà cus'éra cla ròba.<br />
E quèst al g'ha dit: "È rivà tò fradèl e tò pàdar l'ha masà 'n vdèl gras, parchè l'è turnà san e salv".<br />
L'è andà sübit in còlera e no 'l voléva 'ndàr déntar; sò pàdar dùnca l'è gnü e l'ha cuminsià a pregàral.<br />
Ma quèl, rispundèndagh, l'ha dit a sò pàdar: "Ècu, tanti an che 't sèrvi, e an hò mài trascürà i tò órdin, e 'n at m'hè mài dà ón cavrét da magnàr cói mè amìgh;<br />
Ma, sübit rivà 'stu tò fiöl, che l'ha strüsià tüt al sò cun dle sgualdrìne, at g'hè fat cupàr ón vdèl ingrasà".<br />
Ma quèl al g'ha dit: "Fiöl, tì 't sè sémpar cun mì, e tüt al mè l'è tò;<br />
Ma l'éra bén giüst magnàr e star alégar, parchè 'stu tò fradèl l'éra mòrt e l'è resüsità, l'éra pèrs e l'è stà truà".<br />
<Ref>{{cita|Biondelli}}, [http://books.google.it/books?id=oVoNAAAAQAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Bernardino Biondelli, ''Saggio sui dialetti-gallo italici'', 1853, pagp. 239.]</ref>
 
=== Un dialogo teatrale ===
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*P: Eh, al solit tì 't saree staa a far al pultron int 'na qual ustaria a sptàrgh a 'n piövess. Par cosa n'èt tölt con tì l'umbrela?
*S: Oh bela, par an purtar con mì cl'imbroj; e pò iersira, quand a son andaa a let, a 'n piöveva miga e, se piöveva, piöveva puchissim; 'sta matina, int l'alba, quanda mì a son levaa sü, l'era seren, e int l'alvaras al sol al s'è nivulaa; a mezza matina a s'è alvaa ün gran vent, ma incambi da serenaras a l'è 'gnüü zò üna tempesta che l'ha dürat mezzura, e pò s'è miss a piövar a secc arvers.
[...]<br />
<ref>{{cita|Zuccagni-Orlandini}}, [https://books.google.it/books?id=WPlDAAAAcAAJ&pg=PA53&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=2#v=onepage&q&f=false pp. 53 e ss.]</ref>
[http://www.archive.org/stream/raccoltadidiale01orlgoog#page/n58/mode/2up Attilio Zuccagni Orlandini, ''Raccolta di dialetti italiani con illustrazioni etnologiche'', 1864, a partì de pag. 53]
 
=== Ona novella del Boccasc ===
==== Dialetto di Mantova ====
A ì dùnca da savér che ind al tèmp che a Cìpri a gh'éra 'l prim rè, dòp che Gofrè ad Büglión l'avéa ciapà Tèra Sànta, è sücès che üna gran siùra francéza l'è andàda al Sepülcar dal nòstar Siùr, e ind al turnàr indré l'è pasàda par Cìpri, dùvaindùa du scavesacòi i 'gh n'ha fat da tüt li sòrti. E lé, daspràda par la sö disgràsia, l'ha pensà d'andàr dal rè a fàras giüstìsia. Ma i g'ha dit ch'la podéva vansà, che al rè l'éra acsì da pòch ch'al n'al s'la toléva gnanch par lü, e ch'al mandàva zò li piü gròsi ingiüri ch'i 'gh fàva, in manéra che tüti i podéva fàrach quèl ch'i voléva. Ascoltànd 'sta siùra 'sti còzi chì, e conoscénd che par lé a n'ach podéva ésar piü rimédi, l'è volüda andàr l'istès dal rè par fàrgan 'na bèla; e pianzénd cóme mài, la g'ha dit: "Cara 'l mè siùr, mé a 'n sòn mìga chì da vü parchè a 'm fèghi qualcòza par mì da quèl ch'a m'è stà fat, ma sulamént sòn gnüda a pregàrav ch'a m'insgnèghi cóma fè a süpürtàr tüti i insült ch'i 'f fa, parchè ànca mì pòsa imparà a süpürtàr i mè, che al sa al Signùr, s'a podès, a v'ià donarìa vontéra, parchè sò che vü a sì brav da pasàrvla vìa".<br />
Al re, santénd 'stu discùrs, al s'è tüt vergugnà e, facéndas spìrit, l'ha cominsià intànt a castigàr bén chi birbùn ch'éva ofés la siùra francéza, e pò dòp l'ha seguità a far giüstìsia par lü, e difèndar l'unùr dla sö curùna, el n'ha lasà pasà piü nisüna.<br />
<ref>{{cita|Papanti}}, [httphttps://www.archive.org/stream/iparlariitalian00unkngoog#page/n286/mode/2up Giovanni Papanti, ''Parlari italiani in Certaldo'', 1875, pagpp. 267-268.]</ref>
 
==== Dialetto di Bozzolo ====
Dónca av dìghi ch'al témp dal prém rè 'd Cìpri, dòp che Gotifrè 'd Bügliòn l'avè ciapà la Tèra Sànta, è sücès che 'na siùra 'd Guascógna l'è andàda in pelegrinàcc al Sepùlcar e ind al turnà indré l'è pasàda per Cìpri, dùa l'è stàda maltratàda da di balòs. Lé, tüta rabiàda per st'asiòn, e non savènd còza fà, l'ha pensà d'andà dal rè; ma i g'ha dét sübit che 'l sarés témp trat vìa inütilmènt, parchè l'éra 'n òm tant da póch e stras, che nò 'l tolìva al strach d'vendicà gl'insült fat a chiàter, ma gnànca cói fat a lü; tant l'è véra che cói ch'a gh'ìva qualcòs cóntra 'd lü, i sa sfogàva fazèndagh ògni sòrt d'asiòn. Cla siùra che, santènd acsé, l'ìva pèrs ògni sperànsa d'èsar vendicàda, per volés procurà 'na sudisfasiòn in mès al sò dispiazér, l'ha pensà 'd volì dàgh al rè, in bùna manéra, dal bòn d'angót; e, andàndagh pianzulènta davànti, la g'ha dét: "Càra 'l mè siùr, mé végni mìa ché pr'èsar vendicàda di insült ch'i m'ha fat, ma parchè t'am fàghi almèn al piazér d'inseiàm cmüta 't fè a portà tüti cói che, da cól ch'a sènti, i 't fa 'nca a té; parchè, quànd aró savì cmüta 't fè, alùra podró portà con püsè pasiènsa cól ch'i m'ha fat a mé; cla pasiènsa ch'la sa 'l Signór, s'avès da pudì at vorès donà, zà che at sè portàla acsé bén".<br />
Al rè, che fin alùra l'éra stà trascurà e pìgar, cóma s'al s'füdès tüt in 'na vòlta dasmisià, cominciànd di insült fat a 'sta dóna, ch'al g'ha vendicà a sangh, l'è dventà rigorós cóntra tüti cói che dòp i s'è ris'cià da fà qualcòs cóntra l'onór dla sò coróna.<br />
<ref>{{cita|Papanti}}, [httphttps://www.archive.org/stream/iparlariitalian00unkngoog#page/n282/mode/2up ibidem, paggpp. 263-264.]</ref>
 
==== Dialetto di Ostiglia ====
A digh dónca ch'al témp da prim rè 'd Cìpri, dòp che Gofrè 'd Bügliòn l'ha desliberà Gerüzalèm dài Türch, gh'éra 'na siùra ch'l'è 'ndàda par 'n aòt al Sant Sepùlcar e, ind al turnàr, quànd l'è rivàda a Cìpri, da 'nsoquànti da 'sti scavesacòi agh n'è stà dit e fat da tüt li sgnàdi. 'Sta pòvra dòna an s'an pudènd dar pas, la voléva andàr dal re, par fargh insgnàr. Ma i g'ha vulü far crédar ch'l'era fadìga pèrsa: che lü l'éra csì trascüra e csì da póch, che pasiènsia pr'i tórt ch'a 's fàva ai àltar, ma ch'al na s'an toléva gnànca par chi tànti ch'igh fàva a lü, ch'l'éra fin 'na vargógna màrsa, tant che chi gh'éva bìla al s'dasfugàva con di insolènsi a lü. 'Sta dòna, daspràda 'd vendicàras, par fàrsla un póch pasàr, la s'è mìsa in tèsta d'andàr a smüstasàr al rè d'èsar csì mìzar. E, tòltas sü pianzànd, quand la s'è vìsta d'adnans a lü, l'ha tacà a dir: "Al mè siùr, mì an són mìnga gnüda parchè vója giüstìsia, ma par tüt rimédi, av préghi ch'a m'insgnèghi cóma fè vü a mandàr zó tant da ladìn tüti cl'ingròsi che mì a sò ch'iv fa, parchè da vü imparànd ànca mì pòsa con pasiènsia supurtàr l'ingiüria ch'i m'ha fat: che, s'a pudès, al Signùr al la sa quànt vuluntéra v'la donaréa a vü, pòst ch'a fè csì bèl a supurtàli".<br />
Al rè, che infin alùra l'éra stà intrégh e mìzar, a pars cóma ch'al s'dasmisiès e, tacànd da l'ingiüria da 'sta dòna, ch'al l'ha castigàda ma da bòn, l'è dvantà 'l pü sütìl ch'agh sìa mài stà, che guài dòp a tucàral ind l'unùr dla sò curùna.<br />
<ref>{{cita|Papanti}}, [httphttps://www.archive.org/stream/iparlariitalian00unkngoog#page/n288/mode/2up ibidem, pagp. 268.]</ref>
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|nome=Francesco|cognome=Cherubini|titolo=Vocabolario mantovano-italiano|url=https://books.google.com/books?id=shEZAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&hl=it|accesso=2023-05-14|data=1827|editore=G. B. Bianchi & C.|cid=Cherubini}}
* {{Cita libro|Bernardino|Biondelli|Saggio sui dialetti gallo-italici|url=http://archive.org/details/saggiosuidialet02biongoog|accesso=2023-05-14|1853|Bernardoni|Milano|via=''archive.org''|cid=Biondelli}}
* {{cita libro|url=https://www.archive.org/stream/raccoltadidiale01orlgoog#page/n58/mode/2up|wkautore=Attilio Zuccagni-Orlandini|Attilio|Zuccagni-Orlandini|Raccolta di dialetti italiani con illustrazioni etnologiche|1864|Tipografia Tofani|Firenze|cid=Zuccagni-Orlandini}}
* {{cita libro|wkautore=Giovanni Papanti|Giovanni|Papanti|Parlari italiani in Certaldo|1875|Vigo (tip.)|Livorno|cid=Papanti|url=https://books.google.it/books?id=izU_NVF_EM0C&|via=Google libri}}
* {{cita libro|Mario|Bardini|Vocabolario mantovano-italiano: con regole di pronunzia del dialetto mantovano|1964|Edizioni La Tor dal Sücar|Mantova}}
* {{cita libro|L. Giovetti, A. Facchini, F. Ferrari|e C. Quarenghi| Scrìvar e lésar in dialet|1979|Sometti|Mantova}}
* {{cita libro|Giancarlo|Schizzerotto|Sette secoli di volgare e di dialetto mantovano|1985|Paolini|Mantova}}
* {{cita libro|Alfredo|Facchini|La scrüfna: barzellette in dialetto mantovano|1999|Sometti|Mantova}}
* {{cita libro|Romano|Marradi|L'arte del dire nel dialetto mantovano|2001|Sometti|Mantova}}
* {{cita libro|Giancarlo|Gozzi|Il dialetto mantovano. Grande lingua di una piccola patria|2016|Edizione Lui|Mantova}}
* {{cita libro|Giovanni|Tassoni|Proverbi mantovani|1991|Bottazzi| Suzzara}} IT\ICCU\LO1\0339453.
 
== Voci correlate ==
* [[Lingua emiliano-romagnola]]
* [[Dialetto bolognese]]
* [[Dialetto ferrarese]]
Riga 880 ⟶ 857:
* [[Dialetto basso mantovano]]
 
== NoteAltri progetti ==
{{InterWiki|codice=eml}}
<references />
 
== BibliografiaCollegamenti esterni ==
*{{cita web | 1 = https://languagemaps.wordpress.com/2014/05/20/italian-dialects/ | 2 = Mappa dei dialetti italiani. | accesso = 27 ottobre 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140906131622/http://languagemaps.wordpress.com/2014/05/20/italian-dialects/ | dataarchivio = 6 settembre 2014 | urlmorto = sì }}
* {{cita libro| L. Giovetti, A. Facchini, F. Ferrari, C. Quarenghi | titolo=Scrìvar e lésar in dialet | editore=Sometti editore | anno=1979 }}
* {{cita libro| Alfredo Facchini | titolo=La scrüfna: barzellette in dialetto mantovano | editore=Sometti editore | anno=1999 }}
 
{{Emiliano-romagnolo}}
{{portale|linguistica|Lombardia|Mantova}}
{{Lingua lombarda}}
{{Dialetti d'Italia}}
{{portale|linguistica|Mantova}}
 
[[Categoria:DialettiLingue e dialetti della Lombardia|Mantovano]]
[[Categoria:Mantova|dialetto]]
[[Categoria:Dialetti della lingua emiliano-romagnolaemiliana|Mantovano]]
[[Categoria:Dialetti lombardi orientali|Mantovano]]