Ettore Troilo: differenze tra le versioni

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{{NN|Biografie|agosto 2010}}
 
{{Bio
|Nome = Ettore
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|GiornoMeseMorte = 5 giugno
|AnnoMorte = 1974
|Attività = patriota
|Epoca = 1900
|Attività = patriota
|Attività2 = prefetto
|Attività3 = antifascista
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Ettore_Troilo.jpg
|PostNazionalità =
}}
 
Durante la [[Resistenzaresistenza italiana|Resistenza]] fu l'animatore e il comandante di quella che diverrà nota come Brigata[[brigata Maiella]].<ref>{{Cita libro|autore = Marco Patricelli|titolo = I Banditi della libertà. La straordinaria storia della Brigata Maiella, partigiani senza partito e soldati senza stellette|anno = 2005, ISBN 9788877509758.|editore = UTET Università|città = Torino}}</ref>; nelNominato secondo[[Prefetto]] dopoguerradi [[Milano]] dopo la Liberazione, rimane memorabile l'insurrezionela decisa opposizione, guidata dal [[Partito Comunista]] avvenuta a [[Milano]] il 28 novembre [[1947]], innescata dallaalla sua destituzionesostituzione dala ruoloquesto diincarico, decisa dal [[Prefetto]]Presidente dadel parteConsiglio deldei [[ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] [[Alcide De Gasperi]].
 
== Biografia ==
Ettore Troilo, figlio di un medico condotto, già a 18 anni partì volontario per la [[Grande Guerra]].
Nel 1922 conseguì la laurea in legge, esercitando poi l'attività di [[avvocato]] presso uno studio a [[Milano]]: lì conobbe i socialisti [[Filippo Turati]], che a sua volta lo presentò a [[Giacomo Matteotti]], del quale divenne un assiduo frequentatore e collaboratore.
 
===La guerraResistenza===
I giorni 10 e 11 settembre [[1943]] partecipò alla [[difesa di [[Roma]] combattendo contro i [[nazisti]]. Ad occupazione avvenuta si diresse verso il suo paese natale, [[Torricella Peligna]], ove venne catturato da militari tedeschi, riuscendo tuttavia in seguito a fuggire.
[[File:Brigata Maiella.svg|thumb|180px|Distintivo del gruppo della Brigata Maiella]]
 
Alla fine del [[1943]] iniziò a raggruppare elementi partigiani in una banda armata che prese il nome di ''Patrioti della Maiella'', poi evolutasi militarmente sotto il suo comando come [[Brigata Maiella]], formazione che avrà un ruolo di primo piano nel corso della [[Resistenza italiana|lotta di liberazione]] dell'[[Italia]]. Dal febbraio 1944, come "Banda Patrioti della Maiella", fu inquadrata nella 209ª Divisione di fanteria dell'esercito, combattendo al fianco delle truppe [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleate]] dall'[[Abruzzo]] fino al [[Veneto]].<ref>{{Cita libro|autore = Marco Patricelli|titolo = Patrioti. Storia della Brigata Maiella alleata degli Alleati|anno = 2013, ISBN 9788897417569|editore = Ianieri|città = Chieti}}</ref>.
 
===Il dopoguerra===
ConclusaLa brigata si sciolse dopo la guerra, nel luglio 1945, e Troilo divenne ispettore del [[Ministero dell'assistenza postbellica]]. Nel gennaio 1946 fu nominato prefetto di Milano dal [[CLNGoverno De Gasperi I|governo De Gasperi]], Prefettosuccedendo dia Milano[[Riccardo Lombardi (politico)|Riccardo Lombardi]] divenuto ministro dei Trasporti. Due anni dopo, rimasto l'ultimo prefetto di nomina politica, nonostante il suo enorme prestigio e la sua dichiarata apartiticità, fu rimosso dall'incarico il 27 novembre [[1947]] da tale ruolo per volontàdecisione del ministro dell'interno, il [[democraziaDemocrazia cristianaCristiana|democristiano]] [[Mario Scelba]].<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/ettore-troilo_%28Dizionario-Biografico%29/ |titolo=Ettore Trolio |autore= |sito=treccani.it |data= |lingua= |accesso=19 settembre 2022}}</ref> La notizia della sua sostituzione con unil funzionarioprefetto di carrieraTorino stataleVincenzo Ciotola, ereditàfunzionario deldi passato regime fascistacarriera, causò una drammatica reazione da parte della [[Sinistra (politica)|sinistra]], che occupò la prefettura milanese con i suoi militanti - tra cui anche ex partigiani armati - guidati da [[Gian Carlo Pajetta]], mentre per protesta il sindaco socialista [[Antonio Greppi]] (nominato dal [[CLNAI]]) e 156 sindaci dei Comuni dell'hinterland milanese si dimisero in massa.<ref>{{Cita libro|titolo=Mio caro Leonida ... |autore=Natale Pace |url=https://books.google.be/books?id=aruzDwAAQBAJ&pg=PA214&lpg=PA214&dq=Ettore+Troilo+156+sindaci+dimissioni&source=bl&ots=9p3oFvIwVz&sig=ACfU3U3yuZbd9596J0g_fg8EMzjNNFD3iw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwihx-zbn6H6AhXUgP0HHcbuC-kQ6AF6BAgPEAM#v=onepage&q=Ettore%20Troilo%20156%20sindaci%20dimissioni&f=false |editore= Luigi Pellegrini Editore |anno=2019 |p=214 |ISBN=9788868228378 |cid= }}</ref>
 
La prima decisione presa dal ministro Scelba fu di ordinare alla Divisione Legnano di assumere temporaneamente i poteri prefettizi e il comando della città. La decisione finale del governo, invece, fu di trattare. Una delegazione del PCI fu inviata a Roma per parlare con Scelba e [[Alcide De Gasperi|De Gasperi]]. Da questo incontro arrivò la soluzione: gli occupanti avrebbero accettato la destituzione del prefetto, in cambio della mancata denuncia per il reato commesso. In applicazione dell'accordo, la sera del 28 novembre giunse a Milano il sottosegretario [[Achille Marazza]] (DC), conosciuto e ben visto dai partigiani, il quale ottenne lo sgombero della prefettura senza spargimento di sangue<ref>[http://storia.camera.it/cronologia/leg-transizione-costituente/elenco Camera dei deputati. Portale storico. Cronologia: Assemblea Costituente dal 25 giugno 1946 al 31 gennaio 1948].</ref><ref>C. Magnanini, [http://books.google.it/books?id=iSInlkRhks8C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false ''Ricostruzione e miracolo economico''], Franco Angeli, Milano, 2006, p.106.</ref>.
[[File:BrigataMaiella sacrario.jpg|thumb|Sacrario militare dei Caduti della Brigata Maiella a Taranta Peligna]]
Il 3 dicembre Troilo abbandonò definitivamente la carica <ref>[http://www.prefettura.it/milano/contenuti/41126.htm Portale delle prefetture. Ufficio territoriale del Governo di Milano: scheda di Ettore Troilo].</ref>, evitando ogni irrigidimento politico, e l'occupazione ebbe quindi termine pacificamente. Accettò la contropartita offertagli, un incarico presso l'[[ONU]] come [[ministro plenipotenziario]] dell'Italia per i problemi dell'informazione e la promozione a prefetto di prima classe. Nel gennaio del 1948 però si dimise dall'incarico e da prefetto presentandosi nelle elezioni politiche dell'aprile di quell'anno come candidato indipendente nella lista del [[Fronte democratico popolare]]<ref>[http://www.anpi.it/donne-e-uomini/330/ettore-troilo Sito ANPI. Donne e uomini della Resistenza: scheda di Ettore Troilo].</ref>, ma non fu eletto.
 
Nonostante il ruolo di primo piano avuto durante la lotta di Liberazione, Troilo rifiutò successivamente ogni benemerenza politica e militare, compresa la pensione di guerra, ritenendo di avere adempiuto il suo dovere, rammaricandosi tuttavia dell'emarginazione in cui era relegata la memoria della Resistenza.
 
Nel 1953 fu tra i fondatori del movimento [[Autonomia Socialista]]. Visse gli ultimi decenni della sua vita esercitando la professione di avvocato.
 
Morì a Roma, i suoi funerali si tennero a Torricella Peligna. Nel 1976 per volere di [[Domenico Troilo]] le sue spoglie furono traslate, insieme a quelle di altri patrioti suoi compagni, nel Sacrario militare ai Caduti della Brigata Maiella, costruito appositamente lungo la strada nazionale Frentana per [[Taranta Peligna]]. Oggi gli sono dedicate strade a [[Milano]], [[L'Aquila]], [[Lanciano]] (CH), [[Sulmona]] (AQ), [[Altino]] (CH), [[Brisighella]] (RA), il Giardino Ettore Troilo a [[Roma]] e piazze a [[Pescara]] e [[Torricella Peligna]] (CH).
 
==Premi e riconoscimenti==
Nei giorni successivi Troilo abbandonò definitivamente la carica, evitando ogni irrigidimento politico, e l'occupazione ebbe quindi termine pacificamente. La contropartita offertagli, un incarico come delegato dell'Italia presso l'[[ONU]], non fu da lui accettato, evidenziando così la precisa scelta politica di emarginazione delle forze di sinistra che stava alla base della sua destituzione. Nonostante il ruolo di primo piano avuto durante la lotta di Liberazione, Troilo successivamente rifiutò ogni benemerenza politica e militare, considerando adempiuto il suo dovere, rammaricandosi tuttavia dell'emarginazione in cui era relegata la memoria della Resistenza. Visse gli ultimi decenni della sua vita esercitando la professione di avvocato.
Nel 1947 riceve l'[[Ambrogino d'oro]] dalla città di Milano.<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.milano.it/dseserver/ambrogini/attach/elenco%20CIVICHE%20BENEMERENZE_storiche.pdf |titolo=Benemerenze civiche |autore= |sito=comune.milano.it |data= |lingua=It |accesso=29 gennaio 2019}}</ref>
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
* Nicola Troilo, ''Storia della brigata «Maiella» 1943-1945'', Mursia 2011.
* Carlo Troilo, ''La guerra di Troilo. Novembre 1947: l'occupazione della prefettura di Milano, ultima trincea della Resistenza'' (con una prefazione di [[Aldo Aniasi]]), Rubbettino, 2005. ISBN 88-498-1164-0.
* [[Marco]] [[Marco Patricelli|Patricelli]], ''I banditi della libertà. La Straordinaria storia della Brigata maiella, partigiani senza partito e soldati senza stellette'', UTET Libreria, Torino, 2005, ISBN 9788877509758.
* [[Marco Patricelli]], ''Patrioti. Storia della Brigata Maiella alleata degli Alleati'', Ianieri, Chieti, 2013, [[ISBN]] 9788897417569.
* [[Indro Montanelli]] e [[Mario Cervi]], ''La guerra di Troilo'', in ''L'Italia della Repubblica'', Cap. VII, Rizzoli, Milano, 1985.
*Umberto Nasuti, ''Il patriota giardiniere''. ''Viaggio sulle strade della Brigata Maiella''. Editrice Carabba, 2017. ISBN 9788863445114
 
==Voci correlate==
* [[Brigata Maiella]]
* [[Gilberto Malvestuto]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.anpi.it/donne-e-uomini/ettore-troilo/ ANPI - Scheda biografica] <small>Visto 5 settembre 2014</small>
*[http://www.prefettura.it/milano/index.php?f=Spages&nodo=40482&id_sito=1141 Prefettura di Milano - Scheda biografica] <small>Visto 28 dicembre 2009</small>
*[{{cita news|url=http://archivio2.unita.it/v2/carta/showoldpdf.asp?anno=2006&mese=01&file=28CUL25a |autore=[[Wladimiro Settimelli,]] |titolo= ''Troilo, prefetto antifascista e galantuomo'', L|rivista= l'unità, |data=28 gennaio 2006.] |urlmorto=sì}}
 
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