Musaylima ibn Habib: differenze tra le versioni
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▲'''Musaylima ibn Ḥabīb''' ({{arabo|ﻣﺴﻴﻠﻤـة ﺑﻦ ﺣﺒﻴﺐ}}) o '''Maslama ibn Ḥabīb''' ({{arabo|مسلمة بن حبيب}}) fu un arabo che nel [[VII secolo]] si proclamò, nella regione araba della [[Yamama]], profeta dei [[Banu Hanifa]], alla stessa stregua di [[Maometto]] con i [[Quraysh]]. Fu dai musulmani qualificato come "falso profeta" o, direttamente, "Il Mentitore" - ''al-Kadhdhāb'' - ({{arabo|الكذّاب}}).<ref name="vol1">{{Cita pubblicazione | cognome =Ibn Kathīr | nome =Ismāʿīl ibn ʿUmar | linkautore =Ibn Kathir | curatore-cognome =Mubārakfūrī | curatore-nome=Ṣafī al-Raḥmān | anno =2000 | titolo =al-Miṣbāḥ al-munīr fī tahdhīb tafsīr Ibn Kathīr | volume =1 |città=Riyad, Saʻudi Arabia | editore =Darussalam | pagine =68 }}</ref>
== Nome e biografia ==
Il nome di Musaylima (che non è detto sia un diminutivo di Maslama, datogli dai musulmani per disprezzo, visto che per lo più viene chiamato ''al-Kadhdhāb'', "Il mentitore") era ''Maslama ibn Ḥabīb al-Ḥanīfī,'' che indica che era figlio di Ḥabīb e della [[tribù]] dei
Musaylima era il signore teocratico di un sacro ''ḥaram'', o enclave, che (secondo una tradizione) egli aveva organizzato nella Yamāma prima dell'[[Egira]] del profeta [[Maometto]] ([[622]]). In tal modo egli controllava un'area dell'Arabia orientale assai più vasta di quella che controllava Maometto al termine della sua vita ([[632]]).
La prima notizia che lo riguarda è datata all'ultima parte dell'anno 9 dell'[[Egira]], il cosiddetto "Anno delle delegazioni", quando egli accompagnò una delegazione della sua tribù a [[Medina]]. La delegazione includeva altri due importanti esponenti musulmani che più tardi aiutarono Musaylima a impadronirsi del potere tribale dopo la morte nel [[630]] del suo capo, il cristiano ʿAwda b. ʿAlī al-Ḥanīfī, salvando così la loro tribù dalla distruzione ad opera di Medina. Quegli uomini erano Rahhāl (o al-Rajjāl) ibn ʿUnfuwa<ref name="pg69">''The Life of the Prophet Muhammad: Al-Sira Al-Nabawiyya By Ibn Kathir'', Trevor Le Gassick, Muneer Fareed, p. 69</ref> e Mujjāʿa b. Marāra (ricordato solo da [[Baladhuri]]). A Medina la deputazione fu ospitata da una figlia di al-
In tale frangente sembra che Musaylima fosse stato assegnato alla custodia dei [[dromedari]] e che pertanto non avesse preso parte alle trattative che condussero alla conversione dei delegati (che abiurarono il [[Cristianesimo]]). Come d'abitudine, Maometto assegnò un "dono di commiato" (''jawāʾiz'' ) a ciascun membro della delegazione (5 ''[[uqiyya|ūqiyya]]'' d'argento a testa), che dissero: "Abbiamo lasciato uno dei nostri nel campo per sorvegliare le cavalcature", chiedendo lo stesso dono anche per lui.
Maometto consegnò loro il donativo anche per lui, e aggiunse: "Dacché egli ha custodito i vostri bagagli ed i vostri
== Proclamazione della profezia ==
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Musaylima, che si dice fosse stato un esperto [[Magia|mago]],<ref>''The Life of the Prophet Muhammad: Al-Sira Al-Nabawiyya'' By Ibn Kathir, Trevor Le Gassick, Muneer Fareed, p. 67</ref> impressionava le masse con "miracoli". Egli era in grado di porre un uovo in una bottiglia; poteva strappare le penne di un uccello e poi attaccargliele di nuovo così che esso era ancora in grado di volare e usava questi impressionanti espedienti per persuadere la gente che egli era divinamente assistito.
Musaylima pronunciava versi che affermava essere rivelazioni divine e diceva alle masse che Maometto aveva diviso con lui il potere.<ref>Ibidem.</ref> Musaylima si riferiva a se stesso usando il termine di "[[Rahman]]",<ref
Musaylima propose dunque a Maometto di dividere con lui il potere sulle genti dell'Arabia centro-occidentale. Nell'anno 10 dell'[[Egira]] (equivalente al 9 aprile 631-28 marzo 632) così scrisse a Maometto:
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Muhammad, tuttavia, così gli rispose:
{{Citazione|"Da Muhammad, il Messaggero di Dio, a Musaylima, l'arci-mentitore. Pace su chi segue (la guida) di Dio. Ora, sicuramente la Terra appartiene a Dio, che l'affida a chi vuole tra i suoi servi. La conclusione ultima appartiene a chi teme Dio|<ref>[[
== Morte ==
Dopo la morte di Maometto, Musaylima insorse contro il primo [[califfo]] [[
Dopo la morte di Musaylima, una delegazione dei Banu Hanifa si fece ricevere da Abu Bakr. Egli chiese ai componenti quali fossero gli insegnamenti di Musaylima. Come esempio della sua dottrina, essi recitarono il seguente verso, che gli sarebbe stato rivelato: "O rana! Quanto sei felice. Tu non impedisci al bevitore di bere, né gli insudici l'acqua. Metà del mondo appartiene a noi e metà ai Quraysh, ma i Quraysh sono un popolo crudele". Udendo ciò, Abū Bakr osservò: "Dio sia lodato! È forse questa una parola divina? Non ha alcunché di sublime come le cose divine. In quale profondità v'ha trascinato!" [http://www.witness-pioneer.org/vil/Articles/companion/17_abu_bakr.htm]
Non tutti i seguaci di Musaylima divennero buoni musulmani. Dieci o venti anni dopo, l'uomo che aveva riferito il suo messaggio a Maometto e qualcun altro furono denunciati come Kuffar (infedeli) [[ridda|apostati]], in quanto pervicaci seguaci delle dottrine di Musaylima e quindi furono giustiziati.<ref> [[Baladhuri|al-Balādhurī]], ''Futūḥ al-Buldān'', capitolo sulla Yamāma.</ref>
== Note ==
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== Voci correlate ==
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* [[Battaglia di Aqraba']]
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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