Renzo De Felice: differenze tra le versioni

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{{P|La voce è strutturalmente sbilanciata nel rilevare critiche rivolte contro De Felice, sottovalutando il fondamentale impatto innovativo derivante dalle sue ricerche, sia in Italia che nel resto del mondo.|Storia|ottobre 2011}}
 
{{Citazione|Lo storico non può essere unilaterale, non può negare aprioristicamente le "ragioni" di una parte e far proprie quelle di un'altra. Può contestarle, non prima però di averle capite e valutate.|Renzo De Felice<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini l'alleato 1940-1945. II. La guerra civile 1943-1945'', Einaudi, Torino 1997, p. 429.</ref>}}
 
[[File:Laterza e De Felice.jpg|thumb|Renzo De Felice (a destra) con l'editore [[Vito Laterza]]]]
{{Bio
|Nome = Renzo
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|GiornoMeseMorte = 25 maggio
|AnnoMorte = 1996
|Attività = storico
|Epoca = 1900
|Attività = storico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , considerato da alcuni il maggiore studioso del [[fascismo]],<ref>{{cita|Vidotto|p. 21}}: "....Renzo De Felice, il maggiore studioso del fascismo italiano e il primo a fornire nuovi strumenti concettuali per l'analisi e la comprensione del ventennio fascista."</ref><ref>{{cita|Aga Rossi|p. 128}}.</ref>, alloalla studiocui delapprofondita qualeanalisi si dedicò sin dal [[1960]] e fino all'anno della sua morte
|Immagine = Renzo De Felice.jpg
}}
 
== La vita e la carriera accademica ==
Figlio unico, Renzo De Felice conseguì la maturità da privatista<ref>{{Treccani|renzo-de-felice_(Dizionario-Biografico)/}}</ref> nel [[1949]] presso il [[liceo classico]] [[Marco Terenzio Varrone]] di [[Rieti]]. Si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenzagiurisprudenza dell'Università di Roma [[Università degli studiStudi di Roma [["La Sapienza"|La Sapienza]] e nell'[[anno accademico]] [[1951]]-[[1952]] ottenne il passaggio al secondo anno del corso di [[laurea]] in Filosofiafilosofia. Durante gli studi universitari si era iscritto al [[Partito Comunista Italiano]] e, secondo la testimonianza del suo collega di studi [[Piero Melograni]], decise il suo passaggio al corso di laurea in Filosofia,filosofia perché lo studio della stessa gli sembrava – in una prospettiva [[marxismo|marxista]] – indispensabile per fondare adeguatamente gli studi di carattere storico, che lo appassionavano sin dalla sua iscrizione a Giurisprudenzagiurisprudenza<ref>[[Piero Melograni]], ''Studenti di Federico Chabod'' in Luigi Goglia, Renato Moro, Fiorenza Fiorentino (a cura di), ''Renzo De Felice. Studi e testimonianze, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura'', 2002. ISBN 88-87114-81-1, pp.102-103</ref><ref>[http://www.giomurru.com/papers/antologia/Renzo%20De%20Felice.pdf ''Renzo De Felice, la storia al di là delle trappole ideologiche'', ricordo - intervista a De Felice a cura di Giò Murru]</ref>.
 
Era un militante di ispirazione [[trotskistatrockista]] e, nel 1952, fu arrestato insieme a [[Sergio Bertelli]] mentre preparava una contestazione contro la visita a Roma del generale statunitense [[Matthew Ridgway]], veterano della [[guerra di Corea]] e comandante della [[NATO]]<ref>Fabio Felicetti, ''[http://archiviostorico.corriere.it/1992/settembre/22/Felice_fini_cella_non_tollerava_co_0_92092214180.shtml E De Felice finì in cella. Non tollerava Ridgway]'', in ''Corriere della Sera'', 22 settembre 1992, p. 19; L'episodio è menzionato anche da {{cita|Gentile, 2002|p. 14 n. 1}}.</ref>. Alla fine degli anni ottanta1980, interrogato su cosa avesse conservato dell'ideologia coltivata in gioventù, rispose:
 
{{citazione|Oggi nulla, salvo che l'essere stato marxista e comunista mi ha immunizzato dal fare del moralismo sugli avvenimenti storici. I discorsi in chiave morale applicati alla storia, da qualunque parte vengano e comunque siano motivati, provocano in me un senso di noia, suscitano il mio sospetto nei confronti di chi li pronuncia e mi inducono a pensare a mancanza di idee chiare, se non addirittura ad un'ennesima forma di ricatto intellettuale o ad un espediente per contrabbandare idee e interessi che si vuol evitare di esporre in forma diretta. Lo storico può e talvolta deve dare dei giudizi morali; se non vuole tradire la propria funzione o ridursi a fare del giornalismo storico, può farlo però solo dopo aver assolto in tutti i modi al proprio dovere di indagatore e di ricostruttore della molteplicità dei fatti che costituiscono la realtà di un periodo, di un momento storico; invece sento spesso pronunciare giudizi morali su questioni ignorate o conosciute malamente da chi li emette. E questo è non solo superficiale e improduttivo sotto il profilo di una vera comprensione storica, ma diseducativo e controproducente<ref>Citazione in E. Romeo, ''La scuola di Croce. Testimonianze sull'Istituto Italiano per gli Studi Storici'', Bologna, Il Mulino, 1992, p. 249, cit. in {{cita|Gentile, 2002|pp. 57-58}}.</ref>.}}
 
Nella facoltà di Filosofiafilosofia, quale titolare del corso di Storiastoria Modernamoderna, insegnava il professor [[Federico Chabod]]:; per De Felice quello con Chabod fu un incontro decisivo: prese a frequentare assiduamente le lezioni ed i seminari tenuti dallo storico liberale e, nell'ambito di uno di questi, scrisse un saggio sugli ebrei nella [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana del 1798-1799]], del quale Chabod sollecitò la pubblicazione.
 
Ma chi più ebbe influenza sul giovane De Felice, secondo quanto da eglilui stesso riferito, fu il suo maestro e poi amico [[Delio Cantimori]].<ref>{{cita|Vidotto|p. 143}}.</ref>. Ormai definitivamente orientato verso lo studio della Storiastoria, De Felice preparò quindi la sua tesi di laurea - relatore lo stesso Chabod - con titolo ''Correnti di pensiero politico nella prima repubblica romana'', che discusse il 16 novembre [[1954]] ottenendo il massimo dei voti con lode.<ref>[[Emilio Gentile]], ''L'umiltà di uno storico del novecento'' in Luigi Goglia, Renato Moro, Fiorenza Fiorentino (a cura di), ''Renzo De Felice. Studi e testimonianze, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura'', 2002. ISBN 88-87114-81-1, pp. 38</ref>. Nel 1956 ottenne una borsa di studio presso l'[[Istituto Italiano per gli Studi Storici]] di [[Napoli]], fondato da [[Benedetto Croce]] e diretto dallo stesso Chabod.
 
Sempre nel 1956 fu tra i firmatari del [[Manifesto dei 101]]<ref>''Renzo De Felice, il Sessantotto e la difesa dello Stato di diritto'', di Giuseppe Parlato, Ventunesimo Secolo, Vol. 9, No. 22, L'altro Sessantotto (Giugno 2010), pp. 37-64.</ref>, sottoscritto da intellettuali dissenzienti verso l'appoggio dato dal partito all'[[Rivoluzione ungherese del 1956|invasione sovietica dell'Ungheria]]. Insieme a molti dei firmatari del manifesto, De Felice lasciò il PCI<ref>{{cita web | http://www.corriere.it/cultura/libri/11_giugno_28/zazzara-la-storia-a-sinistra_bc3d555a-a196-11e0-ae6a-9b75910f192b.shtml | Quel tentativo del Pci di controllare la storia | 19 agosto 2011}}: "Poi negli anni Sessanta Renzo De Felice, fuoriuscito dal Pci anche lui dopo il 1956, rivoluzionò la storiografia italiana del Novecento con le sue ricerche sul fascismo e Benito Mussolini che, secondo Gilda Zazzara, segnarono «una svolta nella storia di questi studi, divenendo un punto di riferimento obbligato»."</ref>, iscrivendosi al [[Partito Socialista Italiano]]. In seguito preferì rinunciare a ogni militanza politica e lasciò anche il PSI<ref name=vidotto144>{{cita|Vidotto|p. 144}}.</ref>. L'uscita dal partito costò a De Felice alcuni anni di isolamento, che durarono sino all'incontroagli incontri con la futura moglie Livia De Ruggiero, figlia dellodel storicofilosofo liberale [[Guido De Ruggiero]] scomparso nel 1948, e con il sacerdote e studioso cattolico don [[Giuseppe De Luca (sacerdotepresbitero)|Giuseppe De Luca]]<ref>p.146 in [[Emilio Gentile]] ''Renzo De Felice: A Tribute'', Journal of Contemporary History, Vol. 32, No. 2 (Apr., 1997), pp. 139-151, Sage Publications, Ltd.</ref>.
 
Con l'appoggio di [[Rosario Romeo]]<ref name=vidotto144/>, ottennevinse l'incaricoil diconcorso a professore ordinario pressoe lottenne la cattedra all'[[Università di Salerno]] dove insegnò dal [[1968]] al [[1971]]. Nel [[1970]] fondò la rivista ''[[Storia Contemporanea (rivista)|Storia Contemporanea]]'' edita da [[Il Mulino]], che diresse sino alla morte. Nel [[1972]] si trasferì all'[[Sapienza – Università di Roma|Università "La Sapienza"]] di Roma]], ove insegnò Storia dei partiti politici, prima alla facoltà di Lettere e poi, dal [[1979]], in quella di Scienze politiche; infine, nel [[1986]], passò a occupare la cattedra di Storia contemporanea.
 
Alla vigilia delle [[elezioni politiche italianein Italia del 1976|elezioni politiche del 1976]] firmò insieme ad altri cinquanta intellettuali un manifesto pubblicato da ''[[Il Giornale]]'' di [[Indro Montanelli]], nel quale si invitavano gli elettori a votare «dal [[Partito Liberale Italiano|PLI]] al PSI», criticando come «moda del giorno» le dichiarazioni di voto di molti intellettuali per il PCI, allora in costante ascesa tanto da far apparire probabile il "sorpasso" sulla [[Democrazia Cristiana]] come primo partito. Intervistato sulla sua adesione, De Felice spiegò di avere l'impressione che tanti intellettuali «votino comunista nel timore di perdere la qualifica di uomini di cultura. Noi, al contrario, non crediamo che la cultura "liberale", della quale siamo partecipi, abbia come logico sviluppo la scelta comunista. È proprio una scelta opposta»<ref>{{cita news|Lamberto Fumo||Renzo De Felice: appello a non votare per il PCI|La Stampa|3 giugno 1976}}</ref>.
 
[[File:Laterza e De Felice.jpg|thumb|Renzo De Felice (a destra) con l'editore [[Vito Laterza]].]]
Durante il novembre 1977 partecipò a Roma a un'udienza del Tribunale internazionale Sacharov, dal nome del dissidente sovietico [[Andrej Dmitrievič Sacharov]], sulle violazioni dei diritti umani nell'URSS e nell'Europa orientale comunista. Nel 2012, negli archivi della [[Stasi]], polizia segreta della [[Repubblica Democratica Tedesca|Germania Est]] (DDR), è stata rinvenuta una scheda su De Felice, segnalato per essere intervenuto attivamente nella fase preparatoria dei lavori, nel corso dei quali la DDR fu accusata di abusi<ref>{{cita news |[[Paolo Simoncelli]]1 = | 2 = http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/e-la-stasi-spi%C3%B2-de-felice.aspx | 3 = E la Stasi spiò De Felice | 4 = Avvenire | 5 = 13 dicembre 2012 | accesso = 1º giugno 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140306205045/http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/e-la-stasi-spi%C3%B2-de-felice.aspx | dataarchivio = 6 marzo 2014 | urlmorto = sì }}</ref>. Ha fatto parte del consiglio editoriale del ''Journal of Contemporary History''.
 
De Felice e'morì mortoper diun [[tumore]], aall'età di 67 anni, nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 maggio 1996 nella sua casa romana di Monteverde vecchio, in via Antonio Cesari,. tumoreIl cancro che lo affliggeva era probabilmente legato all' [[epatite]] cronica chedi cui da vent' anni loera affliggevaaffetto.
 
Tra i suoi studenti divenuti a loro volta storici vi sono [[Emilio Gentile]], [[Giovanni Sabbatucci]] (entrambi considerati i più importanti storici contemporanei del fascismo), [[Paolo Mieli]], [[Francesco Perfetti]], [[Giuseppe Parlato]], [[Mauro Canali]], [[Renato Moro]].
 
== Gli studi ==
Inizialmente De Felice si dedicò allo studio della [[storia moderna]], concentrandosi in particolare sul [[giacobinismo]] italiano. Sebbene abbia prodotto sul tema un considerevole numero di pubblicazioni, la sua attività come studioso del giacobinismo fu in qualche modo oscurata dalla successiva e ben più ampia produzione storiografica sul Novecento, e soprattutto sul fascismo. Ciononostante, secondo [[Giuseppe Galasso]], «De Felice resta nella storiografia sul giacobinismo, se non con lo stesso rilievo che in quella sul fascismo, certo con una non minore legittimità di ricerca e risultati»<ref>{{cita news|Giuseppe Galasso|http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/26/studio_dei_giacobini_del_Settecento_co_0_96052611009.shtml|Lo studio dei giacobini del Settecento lo aiutò a capire l'Italia contemporanea|Corriere della Sera|26 maggio 1996}}</ref>.
 
Gli studi di [[storia contemporanea]] iniziarono con il volume ''[[Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo]]'' (1961), nato da uno studio commissionatogli dall'[[Unione delle comunità ebraiche italiane|Unione delle comunità israelitiche]]<ref>{{cita pubblicazione|autore=[[Pasquale Chessa]]|data=marzo-aprile 2002|titolo=Renzo De Felice e il volume sugli ebrei italiani sotto il fascismo. Genesi e sviluppo di una ricerca storiografica|rivista=Nuova Storia Contemporanea|numero=2|paginepp=113-132}}</ref><ref>{{cita news|Dino Messina|http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/13/Gli_ebrei_FELICE_Scrivi_nostra_co_0_0202137179.shtml|Gli ebrei a De Felice «Scrivi la nostra storia»|Corriere della Sera|13 febbraio 2002}}</ref>. Da tale filone<ref>Ventura, Angelo. 2000. "Renzo De Felice : il fascismo e gli ebrei." Incontro Di Studio Sull'opera Di Renzo De Felice 41. RAMBI.</ref> scaturì l'interesse che contraddistinse più marcatamente la sua carriera di storico e che lo propose spesso all'attenzione del grande pubblico: la storia del fascismo. In otto volumi (il primo ''Mussolini il rivoluzionario'' è del 1965, l'ultimo ''Mussolini l'alleato. La guerra civile'', fu pubblicato incompleto e postumo nel 1997) partendo dalla vita di Mussolini, affronta oltre venticinque anni della storia d'Italia, dando un'interpretazione originale del fenomeno fascista, suscitando consensi e critiche.
 
== Il magnum opus: il ''Mussolini'' di De Felice ==
{{Citazione|Lo storico non può essere unilaterale, non può negare aprioristicamente le "ragioni" di una parte e far proprie quelle di un'altra. Può contestarle, non prima però di averle capite e valutate.|Renzo De Felice<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini l'alleato 1940-1945. II. La guerra civile 1943-1945'', Einaudi, Torino 1997, p. 429.</ref>}}
 
La sua grande opera affronta il ''Ventennio fascista'' partendo dalla vita di Benito Mussolini: il primo volume, ''Mussolini il rivoluzionario'', è del 1965; l'ultimo, ''Mussolini l'alleato. La guerra civile'', fu pubblicato incompleto e postumo nel 1997. Uscita nell'arco di trent'anni in otto volumi per settemila pagine, offre un'interpretazione originale del fenomeno fascista, che ancora suscita consensi e critiche. Lettura ostica, sia per la struttura della prosa che per le vaste appendici documentarie, con note ampie ed esaustive, il magnum opus defeliciano è stato uno dei più grandi casi storiografici del secondo Dopoguerra, influendo sul dibattito culturale italiano. L'interpretazione che De Felice dà del fascismo si articola su tre temi fondamentali: l'origine socialista del pensiero di [[Benito Mussolini|Mussolini]] e la differenza fra il fascismo e le dittature di destra contemporanee; la distinzione fra il "fascismo movimento" e il "fascismo regime"; la realizzazione di un consenso determinante a garantire stabilità e successo al regime fascista. De Felice individua un'evoluzione ideologica di Mussolini da socialista a interventista e quindi a fascista; le dinamiche che si innescarono portando il fascismo dall'essere un movimento «di sinistra» a quello di movimento conservatore e di destra; il successivo trapasso da movimento ricco di sfumature e posizioni divergenti a quello facente perno sulla personalità del duce; l'identificazione del fascismo a forza dell'immobilismo e della conservazione. Il consenso e l'appoggio del quale godette il fascismo - e non quindi fondato solo su elementi coercitivi e polizieschi - fu un altro tema sollevato e documentato da De Felice, secondo il quale esso cessò solo tra il 1942-43, quando la sconfitta militare su tutti i fronti di guerra si profilava minacciosa<ref>{{Cita web |url=http://www.cliomediaofficina.it/clionew/wp-content/uploads/2014/11/De-Felice-Torna-il-Mussolini-che-fece-scandalo-Corriere-della-sera-1752001-De-Felice-EDITORIA-DIGITALE.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=5 gennaio 2019 |dataarchivio=5 gennaio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190105145412/http://www.cliomediaofficina.it/clionew/wp-content/uploads/2014/11/De-Felice-Torna-il-Mussolini-che-fece-scandalo-Corriere-della-sera-1752001-De-Felice-EDITORIA-DIGITALE.pdf |urlmorto=sì }}</ref>. Al di là degli elogi e delle critiche, l'interpretazione che De Felice offre del fascismo e della dittatura mussoliniana ha comunque il merito di aver suscitato una nuova stagione di studi e riflessioni sul fascismo. Secondo [[Indro Montanelli]], «sul Ventennio fascista nessuno potrà più scrivere una riga senza consultare De Felice, nel quale c'è tutto. Tutto meno una cosa, purtroppo la più importante: l'uomo Mussolini, senza il quale del fascismo non si capisce nulla, perché il fascismo fu tutto e soltanto lui»<ref>Indro Montanelli, «Le Nuove Stanze», Rizzoli, Milano 2001, pp.80-81</ref>.
Gli studi di [[storia contemporanea]] iniziarono con il volume ''[[Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo]]'' (1961), studio commissionatogli dall'[[Unione delle comunità ebraiche italiane|Unione delle comunità israelitiche]]<ref>{{cita pubblicazione|autore=[[Pasquale Chessa]]|data=marzo-aprile 2002|titolo=Renzo De Felice e il volume sugli ebrei italiani sotto il fascismo. Genesi e sviluppo di una ricerca storiografica|rivista=Nuova Storia Contemporanea|numero=2|pagine=113-132}}</ref><ref>{{cita news|Dino Messina|http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/13/Gli_ebrei_FELICE_Scrivi_nostra_co_0_0202137179.shtml|Gli ebrei a De Felice «Scrivi la nostra storia»|Corriere della Sera|13 febbraio 2002}}</ref>. Da tale filone scaturì l'interesse che contraddistinse più marcatamente la sua carriera di storico e che lo propose spesso all'attenzione del grande pubblico: la storia del fascismo. In otto volumi (il primo ''Mussolini il rivoluzionario'' è del 1965, l'ultimo ''Mussolini l'alleato. La guerra civile'', fu pubblicato incompleto e postumo nel 1997) partendo dalla vita di Mussolini, affronta oltre venticinque anni della storia d'Italia, dando un'interpretazione originale del fenomeno fascista, suscitando consensi e critiche.
 
I volumi mussoliniani di De Felice hanno riscosso grande successo di vendite. Pubblicati da Einaudi, per l'editore torinese nel 2001 uscì un'edizione in quattro&nbsp;cd-rom, con vasto corredo di apparati fotografici, filmati, documenti sonori; nello stesso anno, i quattro compact disc furono allegati ai settimanali ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'' e ''[[TV Sorrisi e Canzoni]]''. Gli 8 volumi sono stati pubblicati in formato cartaceo per quattro volte in allegato: la prima volta nel 2006 coi settimanali mondadoriani; nell'autunno 2015-16 con il quotidiano ''[[Il Giornale]]''; nell'autunno 2018-19 nuovamente coi settimanali Mondadori; la quarta volta nell'autunno 2022 con la rivista ''TV Sorrisi e Canzoni'', in occasione del centenario della [[Marcia su Roma]].
L'interpretazione che De Felice dà del fascismo si articola su tre temi fondamentali: l'origine socialista del pensiero di [[Benito Mussolini|Mussolini]] e la differenza fra il fascismo e le dittature di destra contemporanee, la distinzione fra il "fascismo movimento" e il "fascismo regime", la realizzazione di un consenso determinante a garantire stabilità e successo al regime fascista. Al di là degli elogi e delle critiche, l'interpretazione che De Felice offre del fascismo e della dittatura mussoliniana ha comunque il merito di aver suscitato una nuova stagione di studi e riflessioni sul fascismo.
 
=== Controversie ===
{{vedi anche|Controversie su Renzo De Felice}}
Quando De Felice, storico di orientamento liberaldemocratico che secondo alcuni autori aveva origini ebraiche<ref>[[Vittorio Messori]], ''Pensare la storia. Una lettura cattolica dell'avventura umana'', Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline, 1992, p. 80: «Renzo De Felice, il nostro maggior storico del fascismo, un liberale di sicure convinzioni democratiche nonché – per maggior garanzia – di origini ebraiche».</ref><ref>{{Cita news|autore=[[Giordano Bruno Guerri]]|url=http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/duce-govern-col-consenso-e-de-felice-ha-dimostrato-1190989.html|titolo=Il Duce governò col consenso. E De Felice lo ha dimostrato|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=17 novembre 2015|citazione=...&nbsp;a quei tempi De Felice venne addirittura accusato di filofascismo: lui, ebreo liberale che fino a allora si era occupato soprattutto della Rivoluzione francese.}}</ref>, pubblicò il primo volume della monumentale biografia di Mussolini, la storiografia e la cultura italianeitaliana erano divise da barriere ancoraideologiche molto rigide. e unaUna ricerca che contraddicesse l'interpretazione storiografica prevalente del fascismo, di Mussolini e della guerra di liberazione, si esponeva a forti critiche e pesanti polemiche<ref>{{cita|Vidotto|p. 21}}: "...la propensione revisionistica, invece di essere una delle qualità più alte del lavoro dello storico, votato a ricostruire e a reinterpretare il passato secondo nuovi schemi e nuovi documenti, è stata e in parte continua ad essere trasformata in una un'imputazione da portare in giudizio di fronte ai custodi delle vulgate storiografiche"</ref>; lo storico venne accusato dadalla sinistra<ref>A. James. Gregor, ''Professor Renzo De Felice and the Fascist Phenomenon.'' World Politics, 1978, p. 433.</ref> di giustificare il fascismo e di eccessiva adesione al personaggio oggetto del suo lavoro.
 
D'altra parte, le sue ricerche, poi riconosciutedelle daquali buona parte degli accademici<ref>Painter, comeBorden generalmenteW. serie"Renzo eDe scrupolosamenteFelice documentateand the Historiography of Italian Fascism.", The American Historical Review 1990: 391.</ref> ha riconosciuto tanto la serietà<ref>{{citazionecita necessariapubblicazione|autore=Pietro Scoppola|titolo=Fascismo e borghesia nell'opera di Renzo De Felice|rivista=Contemporanea|editore=Il Mulino|volume=1|numero=3|data=luglio 1998|p=603|ISSN=1127-3070}}</ref> quanto la scrupolosa documentazione, furono spesso piegateutilizzate (con evidenti forzature delle tesi defeliciane) dai seguaci delle teorie [[revisionismo|revisionistiche]], al fine di negare le responsabilità storiche del fascismo}}.<ref>A. Burgio (a cura di), ''Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d'Italia (1870-1945), ''Il Mulino, Bologna 2000</ref>. Il mondo antifascista reagì accusando De Felice di "[[revisionismo]]" e accomunandolo spesso a storici invisi e considerati anch'essi revisionisti. De Felice reagì, da una parte ribadendo le sue tesi in libri discussi ma sempre di tono "scientifico", dall'altra, con articoli che pubblicò su ''[[Il Giornale]]'', o in alcune interviste rilasciate a [[Giuliano Ferrara]], sul ''[[Corriere della Sera]]'', utilizzando il mezzo giornalistico per aprire il dibattito sul fascismo a un pubblico non di soli specialisti.
 
In definitiva il lavoro svolto da De Felice permise l'inizio di un nuovo modo di porsi riguardo allo studio degli anni del fascismo, affrancando quest'ultimo "dagli stereotipi e dalle secche dell'antifascismo di maniera".<ref>{{cita|Vidotto|p. 150}}: "Spente le polemiche e attenuate (talora anche ritrattate) molte delle critiche che hanno accompagnato il suo immane lavoro di storico, il lascito più duraturo di De Felice alla storiografia e alla cultura italiana è di aver legittimato lo studio del fascismo emancipandolo dagli stereotipi e dalle secche dell'antifascismo di maniera, consegnandolo a nuove forme di riflessione e di concettualizzazione..."</ref>
 
== Valutazioni critiche dell'opera di De Felice ==
{{P|Paragrafo "a tesi". Oltre a ciò, ad una prima sommaria verifica, il pensiero di alcuni autori citati qui come "critici" appare diverso e più articolato: essi hanno anche in vario modo lodato l'opera di De Felice, o l'hanno citato addirittura a sostegno o ad approfondimento dei propri scritti.|Storiastorici|ottobre 2011}}
{{senza fonte|De Felice viene considerato lo storico italiano che, accedendo agli archiviArchivi di stato ed a quelli del regime fascista, ha ricostruito più in profondità, dedicando l'ultima parte della sua vita ad una un'opera monumentale (7 volumi per quasi 7000 pagine con ricca documentazione), la biografia storica di Mussolini}}. {{senza fonte|La sua opera, ricca di nuove interpretazioni rispetto alle correnti storiografiche tradizionali, rappresenta un esempio di approfondimento storico metodico e documentato del ventennio fascista ed in particolare della parabola mussoliniana}}<ref>Aramini, Donatello. 2014. ''Renzo De Felice e la recente storiografia italiana''. n.p.: Carocci editore, 2014.</ref>.
 
De Felice ha creato una vera e propria scuola storiografica: oltre a [[Emilio Gentile]], diversi allievi ne hanno proseguito gli studi, (molti raccolti intorno alla rivista ''Nuova storia contemporanea'') da [[Giuseppe Parlato]] a [[Francesco Perfetti]], a [[Giovanni Sabbatucci]]. Al di fuori della sua scuola, la sua opera è stata talora oggetto anche di critiche da parte di storici accademici. Tra i criticiquesti, [[Giorgio Rochat]] ha evidenziato la scarsa attenzione prestata da De Felice ai problemi fondamentali della politica militare del Duce; l'autore afferma che: «De Felice non aveva alcun interesse per le forze armate, dimenticate nei primi cinque volumi della sua biografia di Mussolini malgrado le responsabilità di costui nella politica militare» e che «lo scarso interesse di De Felice per le questioni militari lo porta anche nell'ultimo volume della biografia a scelte discutibili»<ref>{{cita libro|Giorgio|Rochat|wkautore=Giorgio Rochat|Le guerre italiane. 1935-1943|2005|Einaudi|Torino|isbn=88-06-16118-0}}, pp. 147 e 415.</ref> oltre a sottolineare anche l'assenza nella sua opera di riferimenti al ruolo decisivo svolto da Mussolini nelle politiche repressive in Libia: «nella monumentale biografia che De Felice dedica a Mussolini non è mai citato il vivo interesse con cui il Duce seguiva la repressione»<ref>G. Rochat, ''Le guerre italiane, 1935-1943'', p. 14.</ref>.
È stata criticata inoltre l'assenza di una un'analisi della politica bellica di Mussolini in Etiopia e delle sue decisioni sull'impiego dei gas; a tale proposito [[Angelo Del Boca]] ha scritto: «A nostro avviso De Felice non ha messo sufficientemente in risalto la gravità dell'aggressione a uno stato sovrano e i metodi spietati che hanno caratterizzato la campagna [...] per fare un solo esempio De Felice liquida la questione dell'impiego sistematico degli aggressivi chimici, forse il peggior crimine che si può imputare al fascismo, con una sola riga.»<ref>A. Del Boca in AA.VV.. ''La storia negata'', pp. 12-16.</ref>.
 
Relativamente alle occupazioni balcaniche, [[Teodoro Sala]] scrive della «sottovalutazione delle questioni balcaniche operata da Renzo De Felice quando ha ricostruito la politica estera fascista» e di «uso magmatico delle fonti introdotto nell'opera monumentale dedicata da De Felice a Mussolini»<ref>T.Sala, ''Il fascismo italiano e gli slavi del sud'', pp. 296 e 338.</ref>.
 
Riguardo lall'interpretazione da parte di De Felice della politica estera intrapresa da [[Dino Grandi]], lo storico britannico MacGregor Knox scrive di: «singolare interpretazione della diplomazia e della strategia fascista» e di «ancor più bizzarra adorazione per l'ambiguo collaboratore e rivale Dino Grandi»<ref>MacGregor Knox, ''Alleati di Hitler'', p. 199.</ref>, mentre lo storico australiano R. J. B. Bosworth parla di «ricomparsa di Grandi nel 1988 in veste di ''eroe'' dell'interpretazione revisionista del regime data da Renzo De Felice»<ref>R. J. B. Bosworth, ''L'Italia di Mussolini'', p. 520.</ref>. Sempre riguardo lall'interpretazione di De Felice della politica estera fascista, Teodoro Sala condivide il concetto di una "continuità" del fascismo rispetto al periodo liberale ma scrive anche che «si insiste in modo francamente artificioso sulla prevalenza che il fascismo avrebbe dato, fino alla metà degli anni trenta, a una politica degli interessi nazionali contrapposta a quella successiva fondata più sugli interessi ideologici»<ref>T.Sala, ''Il fascismo italiano e gli Slavi del sud'', p. 220.</ref>.
 
Lo storico tedesco [[Lutz Klinkhammer]], pur citando varie volte De Felice e apprezzandone alcuni lavori, scrive anche di «impressionante trascuratezza riguardo alle fonti tedesche, cosa che per l'interpretazione del periodo bellico porta necessariamente ad uno stravolgimento della prospettiva»<ref>{{cita libro|Lutz|Klinkhammer|L'occupazione tedesca in Italia|2007|Bollati Boringhieri|Torino|isbn=978-88-339-1782-5}}, p. 435.</ref>. Lo storico Thomas Schlemmer elogia gli autori italiani più giovani per "aver messo in dubbio la tesi, che risale a Renzo De Felice, secondo la quale il fascismo sarebbe fuori dal cono d'ombra dell'Olocausto"<ref>T. Schlemmer, ''Invasori, non vittime'', p. 8.</ref>.
 
Infine è stata criticata la tesi defelicianasecondo dila quale esiste una sostanziale equivalenza morale delle due parti in lotta. Ancora Bosworth: «la tesi revisionista diventa inaccettabile quando storici e memorialisti accampano un'equivalenza morale tra le due parti in lotta»<ref>R. J. B.Bosworth, ''L'Italia di Mussolini'', p. 522.</ref>.
 
== Opere ==
* ''Note e ricerche sugli "Illuminati" e il misticismo rivoluzionario (1789-1800)'', Roma, Ediz. di storiaStoria e letteraturaLetteratura, 1960; Collana I Classici della Storia, Milano, Luni Editrice, 2018, ISBN 978-88-7984-624-0.
* ''[http://books.google.it/books?id=Whd7chBazKEC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false La vendita dei beni nazionali nella Repubblica Romana del 1798-99]'', Roma, Ediz. di storiaStoria e letteraturaLetteratura, 1960.
* ''[[Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo]]'', Torino, Einaudi, 1961., ISBN 88-06-13257-1.
* '' [http://books.google.it/books?id=oE6z9jd0Da8C&printsec=frontcover&dq=renzo+de+felice&hl=en&sa=X&ei=J0FmUsC1C-Hn4gSfkoGoDw&ved=0CFEQ6AEwBQ#v=onepage&q=renzo%20de%20felice&f=false Aspetti e momenti della vita economica di Roma e del Lazio nei secoli XVIII e XIX]'', Roma, Ediz. di storiaStoria e letteraturaLetteratura, 1965.
* ''I giornali giacobini italiani'', a cura di, Milano, Feltrinelli, 1962.
* '' [http://books.google.it/books?id=oE6z9jd0Da8C&printsec=frontcover&dq=renzo+de+felice&hl=en&sa=X&ei=J0FmUsC1C-Hn4gSfkoGoDw&ved=0CFEQ6AEwBQ#v=onepage&q=renzo%20de%20felice&f=false Aspetti e momenti della vita economica di Roma e del Lazio nei secoli XVIII e XIX]'', Roma, Ediz. di storia e letteratura, 1965.
* ''Italia giacobina'', Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1965.
* {{Cita libro|titolo=Sindacalismo rivoluzionario e fiumanesimo nel carteggio De Ambris - D'Annunzio (1919-1922)|editore=Morcelliana|città=Brescia|anno=1966}}
* Renzo De Felice (a cura di), ''Il fascismo e i partiti politici italiani. Testimonianze del 1921-1923'', Bologna, Cappelli, 1966.
* ''Le interpretazioni del fascismo'', Bari, Laterza, 1969, ISBN 88-420-4595-0.
* {{Cita libro|titolo=Il problema dell'Alto Adige nei rapporti italo-tedeschi dall'Anschluss alla fine della seconda guerra mondiale|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1973}}
* ''Il Fascismo. Le interpretazioni dei contemporanei e degli storici'', Bari, Laterza, 1970.
* ''[[Intervista sul fascismo]]'', a cura di [[Michael Ledeen]], Bari, Laterza, 1975., ISBN 88-420-5371-6.
* ''I rapporti tra fascismo e nazionalsocialismo fino all'andata al potere di Hitler. 1922-1933. Appunti e documenti. Anno accademico 1970-1971'', Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1971.
* ''[[Intervista sul fascismo]]'', a cura di [[Michael Ledeen]], Bari, Laterza, 1975. ISBN 88-420-5371-6
* ''Mussolini e Hitler. I rapporti segreti, 1922-1933. Con documenti inediti'', Firenze, Le Monnier, 1975.
* ''Antologia sul fascismo. Il giudizio politico'', Bari, Laterza, 1976.
* ''Antologia sul fascismo. Il giudizio storico'', Bari, Laterza, 1976.
* ''D'Annunzio politico. 1918-1938'', Collana Tempi Nuovi, Bari, Laterza, 1978; Collana Classici della Storia, Milano, Luni Editrice, 2019, ISBN 978-88-798-4660-8.
* ''Autobiografia del fascismo. Antologia di testi fascisti, 1919-1945'', Bergamo, Minerva italica, 1978.
* ''D'Annunzio politico. 1918-1938'', Bari, Laterza, 1978.
* ''Ebrei in un paese arabo. Gli ebrei nella Libia contemporanea tra colonialismo, nazionalismo arabo e sionismo, 1835-1970'', Bologna, Il Mulino, 1978.
* ''Storia fotografica del fascismo'', con Luigi Goglia, Bari, Laterza, 1981.
* ''Mussolini. Il mito'', con Luigi Goglia, Bari, Laterza, 1983.
* ''Intellettuali di fronte al fascismo. Saggi e note documentarie'', Roma, Bonacci, 1985; Collana Classici della Storia, Milano, Luni Editrice, 2018, ISBN 978-88-798-4550-2.
* ''Il fascismo e l'Oriente. Arabi, ebrei e indiani nella politica di Mussolini'', Bologna, Il Mulino, 1988; Collana Classici della Storia, Milano, Luni Editrice, 2018, ISBN 978-88-7984-551-9.
* ''Giuseppe Bottai - don Giuseppe De Luca, Carteggio 1940-1957,'' curato con [[Renato Moro]], Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1989
* ''Il triennio giacobino in Italia, 1796-1799. Note e ricerche'', Roma, Bonacci, 1990.
* ''Bibliografia orientativa del fascismo'', Collana I Fatti della Storia, Roma, Bonacci, 1991.
* ''[[Rosso e Nero (De Felice)|Rosso e Nero]]'', Milano, Baldini & Castoldi, 1995. ISBN 88-8089-675-X
* {{Cita libro|titolo=L'Italia fascista 1926-1939. La Storia d'Italia del XX secolo|altri=3 voll., testi di [[Valerio Castronono]], R. De Felice e [[Pietro Scoppola]], capitoli fotografici a cura di Alberto Maria Arpino e Cecilia Sica|editore=Editalia-Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato|città=Roma|anno=1995}}
* Renzo De Felice (a cura di), ''Mussolini giornalista'', Rizzoli, Milano, 1995.
* ''[[Rosso e Nero (De Felice)|Rosso e Nero]]'', Milano, Baldini & Castoldi, 1995., ISBN 88-8089-675-X.
* ''Italiani, amici nemici'', dialogo con [[Norberto Bobbio]] e [[Gian Enrico Rusconi]], Collana I libri di Reset, Roma, Donzelli, 1996, ISBN 978-88-798-9271-1.
* ''Fascismo, antifascismo, nazione. Note e ricerche'', Roma, Bonacci, 1996.
* ''Fascismo'', prefazionePrefazione di [[Sergio Romano]], introd.Introduzione di [[Francesco Perfetti]], Milano, Luni Editrice, Milano-Trento, 1998, ISBN 88-7984-109-2; Firenze, Le Lettere, 2011, ISBN 978-88-608-7441-2.
* ''Breve storia del Fascismo'', introd.Introduzione di Claudio Siniscalchi, con una nota di [[Folco Quilici]], Collezione Le Scie n.47, MondadoriMilano, MilanoMondadori, 2001.
 
=== La biografia di Mussolini ===
* ''Mussolini il rivoluzionario, 1883-1920'', Prefazione di [[Delio Cantimori]], Collana Biblioteca di cultura storica, Einaudi, Torino, 1965.
* ''Mussolini il fascista. Vol. I: La conquista del potere, 1921-1925'', Collana Biblioteca di cultura storica. Einaudi, Torino, 1966, ISBN 88-06-13991-6.
* ''Mussolini il fascista. Vol. II: L'organizzazione dello stato fascista, 1925-1929'', Collana Biblioteca di cultura storica n.92, Einaudi, Torino, 1968, ISBN 88-06-1339218093-42.
* ''Mussolini il duce. Vol. I: Gli anni del consenso, 1929-1936'', Collana Biblioteca di cultura storica, Einaudi, Torino, 1974, ISBN 88-06-13996-7.
* ''Mussolini il duce. Vol. II: Lo statoStato totalitario 1936-1940'', Collana Biblioteca di cultura storica, Einaudi, Torino, 1981, ISBN 88-06-13997-5.
* ''Mussolini l'alleato. Vol. I. L'Italia in guerra, 1940-10431943. Tomo I: Dalla guerra «breve» alla guerra lunga'', Collana Biblioteca di cultura storica, Einaudi, Torino, 1990, 88-06-14031-0.
* ''Mussolini l'alleato. Vol. I. L'Italia in guerra 1940-1943. Tomo II: Crisi e agonia del regime'', Collana Biblioteca di cultura storica, Einaudi, Torino, 1990, ISBN 88-06-14032-9.
* ''Mussolini l'alleato. Vol. II. La guerra civile 1943-1945'', a cura di [[Emilio Gentile]], Luigi Goglia, Mario Missori, Collana Biblioteca di cultura storica, Einaudi, Torino, 1997, ISBN 978-88-06-11806-84 (pubblicato postumo e incompiuto con una prefazione della vedova Livia De Ruggiero) .
 
=== Articoli e interviste ===
* {{Cita libro|titolo=Scritti giornalistici. Dagli Ebrei a Mussolini. 1960-1974 - Volume I - Tomo I|altri=a cura di Giuseppe Parlato, introduzione di Stefano Folli|edizione=Collana Contemporanea|editore=Luni Editrice|città=Milano|anno=2016|isbn=978-88-798-4492-5}}
* {{Cita libro|titolo=Scritti giornalistici. Dagli Ebrei a Mussolini. 1974-1977 - Volume I - Tomo II|altri=a cura di G. Parlato|edizione=Collana Contemporanea|editore=Luni Editrice|città=Milano|anno=2016|isbn=978-88-798-4502-1}}
* {{Cita libro|titolo=Scritti giornalistici. I nemici dello stato di diritto, 1978-1983, Volume II - Tomo I|altri=a cura di G. Parlato, prefazione di [[Pierluigi Battista]]|edizione=Collana Contemporanea|editore=Luni Editrice|città=Milano|anno=2017|isbn=978-88-798-4493-2}}
* {{Cita libro|titolo=Scritti giornalistici. I nemici dello stato di diritto, 1984-1988, Volume II - Tomo II|altri=a cura di G. Parlato, prefazione di [[Pasquale Chessa]]|edizione=Collana Contemporanea|editore=Luni Editrice|città=Milano|anno=2017|isbn=978-88-798-4542-7}}
* {{Cita libro|titolo=Scritti giornalistici. «Facciamo storia, non moralismo», 1989-1996, Volume III|altri=Prefazione di Gianni Scipione Rossi, a cura di Giuseppe Parlato e Giuliana Podda|edizione=Collana Contemporanea|editore=Luni Editrice|città=Milano|anno=2019|isbn=978-88-798-4494-9}}
* {{Cita libro|titolo=L'idea di Europa e l'Unità d'Italia. Conversazioni radiofoniche|altri=a cura di L. Cella ed E. Malantrucco|edizione=Collana La nuova meridiana.Sezione storia|editore=Le Lettere|città=Firenze|anno=2011|isbn=978-88-608-7382-8}}
 
=== Curatele ===
* {{Cita libro|titolo=I giornali giacobini italiani|edizione=Collana di periodici italiani e stranieri n.6|editore=Feltrinelli|città=Milano|anno=1962}}
* {{Cita libro|titolo=Il Fascismo in Italia. Leningrado 1926. Studio inedito per i quadri dell'Internazionale comunista|editore=Edizioni del Gallo|città=Milano|anno=1965}}
* Renzo{{Cita De Felice (a cura di), ''libro|titolo=Il fascismoFascismo e i partiti politici italiani. Testimonianze del 1921-1923'', |editore=Cappelli|città=Bologna, Cappelli, |anno=1966.}}
* ''Il Fascismo. Le interpretazioni dei contemporanei e degli storici'', Bari, Laterza, 1970; nuova ed. con un'Appendice di nuovi testi, Prefazione di [[Giovanni Sabbatucci]], Collana Storia e società, Laterza, 1998; Biblioteca Storica, Laterza, 2008.
* {{Cita libro|titolo=Carteggio D'Annunzio-Mussolini (1919-1938)|altri=a cura di R. De Felice e Emilio Mariano|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1971}} - Collana I Classici della Storia, Milano, Luni Editrice, 2019, ISBN 978-88-798-4656-1.
* {{Cita libro|titolo=I rapporti tra fascismo e nazionalsocialismo fino all'andata al potere di Hitler (1922-1933). Appunti e documenti|altri=Anno accademico 1970-1971|città=Napoli|editore=Edizioni Scientifiche Italiane|anno=1971}} - col titolo ''Mussolini e Hitler. I rapporti segreti 1922-1933''. Con documenti inediti, Collezione Quaderni di Storia, Firenze, Le Monnier, I ed. 1975; II ed. con Appendice, 1983; Prefazione di [[Christian Goeschel]], Roma-Bari, Laterza, 2013, ISBN 978-88-581-0429-3.
* {{Cita libro|titolo=L'Italia fra tedeschi e Alleati. La politica estera fascista e la Seconda guerra mondiale|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1973}} - Collana Classici della Storia, Milano, Luni Editrice, 2018, ISBN 978-88-798-4572-4.
* {{Cita libro|autore=Alceste De Ambris-Luigi Campolonghi-Mario Girardon-Maria Rygier|titolo=Benito Mussolini. Quattro testimonianze|editore=La Nuova Italia|città=Firenze|anno=1976}}
* {{Cita libro|titolo=Autobiografia del fascismo. Antologia di testi fascisti, 1919-1945|edizione=Collana Politica e Società:saggi e documenti|editore=Minerva Italica|città=Bergamo|anno=1978}} - Collezione Biblioteca di cultura storica, Torino, Einaudi, 2001, ISBN 978-88-061-6106-4; Collana ET Saggi, 2004; Collana Classici della Storia, Luni Editrice, 2019; Collana ET Storia, Einaudi, 2019.
* {{Cita libro|titolo=Cenni storici sulla emigrazione italiana nelle Americhe e in Australia|editore=Franco Angeli|città=Milano|anno=1979}}
* {{Cita libro|autore=[[Galeazzo Ciano]]|titolo=[[Diario di Galeazzo Ciano|Diario 1937-1943]]|edizione=[[Collana Storica Rizzoli|Collana Storica]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1980}}
* {{Cita libro|autore=[[Tullio Cianetti]]|titolo=Memorie dal carcere di Verona. <small>Lavoro e organizzazione sindacale in epoca fascista nella testimonianza inedita dell'ultimo ministro delle Corporazioni</small>|edizione=Collana Storica|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1983}}
* {{Cita libro|autore=[[Dino Grandi]]|titolo=25 Luglio Quarant'anni dopo|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1983}}
* {{Cita libro|autore=Dino Grandi|titolo=Il mio Paese. Ricordi autobiografici|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1985}}
* {{Cita libro|titolo=Futurismo, cultura e politica. Scritti di Mosse, De Maria, Asor Rosa, Carpi, Tessari, Gentile, Zapponi, Buchignani, Guerri, Crispolti, Jannini, Masini, Cavaglià, De Michelis, Stephan, Brihuega, Wees|editore=Fondazione Giovanni Agnelli|anno=1988}} [Atti del Convegno tenuta a Palazzo Grassi il 15 e 16 maggio 1986]
* ''{{Cita libro|autore=[[Giuseppe Bottai ]]- [[don Giuseppe De Luca, ]]|titolo=Carteggio 1940-1957,''|altri=a curatocura condi R. De Felice e [[Renato Moro]], Roma, |editore=Edizioni di Storia e Letteratura, |città=Roma|anno=1989}}
* {{Cita libro|titolo=Bibliografia orientativa del fascismo|edizione=Collana I Fatti della Storia|editore=Bonacci|città=Roma|anno=1991}}
* {{Cita libro|titolo=Mussolini giornalista, 1912-1922. I migliori articoli dell'«Avanti!» e de «Il Popolo d'Italia»|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1995|p=370}} - Prefazione di [[Indro Montanelli]], Collana SuperBur Saggi, Milano BUR-Rizzoli, 2001, ISBN 978-88-171-2541-3.
 
=== Prefazioni ===
* {{Cita libro|autore=Salvatore Bono|titolo=I corsari barbareschi|editore=ERI|città=Torino|anno=1964}}
* {{Cita libro|autore=[[Luigi Capello]]|titolo=Caporetto, perchè?|edizione=Collana Saggi n.414|editore=Einaudi|città=Torino|mese=ottobre|anno=1967}}
* {{Cita libro|autore=[[Sergio Zavoli]]|titolo=Nascita di una dittatura|editore=SEI|città=Torino|anno=1973}}
* Mariano Ambri, ''I falsi fascismi: Ungheria, Jugoslavia, Romania,'' Roma, Jouvence, 1980.
* {{Cita libro|autore=[[Andreas Hillgruber]]|titolo=La strategia militare di Hitler. Come il Fuhrer progettò la conquista dell'Europa|edizione=[[Collana Storica Rizzoli|Collana Storica]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1986}}
* {{Cita libro|autore=[[Yvon De Begnac]]|titolo=Taccuini mussoliniani|altri=a cura di Francesco Perfetti|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1990}}
* {{Cita libro|autore=[[Giovanni Ansaldo (giornalista)|Giovanni Ansaldo]]|titolo=Diario di prigionia|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1993}}
 
==Onorificenze==
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|collegamento_onorificenza=Benemeriti della cultura e dell'arte
|motivazione=
|luogo=[[Roma]], 28 novembre [[1992]]
}}
{{Onorificenze
Riga 126 ⟶ 164:
|luogo= 27 dicembre 1993<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=11177 quirinale.it].</ref>
}}
 
== Altri riconoscimenti ==
Nel 1995 l'[[Accademia dei Lincei]] gli ha conferito il [[Premio Feltrinelli]] per le Scienze storiche.<ref>{{Cita web|url = https://www.lincei.it/it/premi-feltrinelli-1950-2011|titolo = Premi Feltrinelli 1950-2011|sito = lincei.it|accesso = 17 novembre 2019}}</ref>
 
==Note==
{{<references|2}}/>
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|Giovanni|Aliberti|coautori=[[Giuseppe Parlato]]|Renzo De Felice. Il lavoro dello storico tra ricerca e didattica|1999|LED Edizioni Universitarie|Milano|isbn=88-7916-112-1}}
*{{cita libro|Pasquale|Chessa|wkautore=Pasquale Chessa|coautori= Francesco Villari|Interpretazioni su Renzo De Felice|2002|Baldini & Castoldi| Milano|isbn=88-8490-036-0}}
*{{cita libro|Giuseppe|D'Angelo|[https://www.academia.edu/30181710/Renzo_De_Felice._Bibliografia_1953-2002 Renzo De Felice. Bibliografia 1953-2002]|2002|Edizioni del Paguro|Salerno|isbn=88-87248-32-X}}
*{{cita libro|Emilio|Gentile|wkautore=Emilio Gentile|Renzo De Felice. Lo storico e il personaggio|2003|Laterza|Roma-Bari|isbn=88-420-6928-0}}
*{{cita libro|||curatore=Luigi Goglia, Renato Moro, Fiorenza Fiorentino|Renzo De Felice. Studi e testimonianze|2002|Edizioni di Storia e Letteratura|Roma|isbn=88-87114-81-1}}
:*{{cita libro|Emilio|Gentile|L'umiltà di uno storico del Novecento. Profilo di Renzo De Felice: il personaggio, il professore, lo storico|p=11|cid=Gentile, 2002}}
:*{{cita libro|Elena|Aga Rossi|wkautore=Elena Aga Rossi|Fascismo e antifascismo nell'opera di Renzo De Felice|p=121|cid=Aga Rossi}}
*[[Gianpasquale Santomassimo]], ''Il ruolo di Renzo De Felice'', in: ''Italia contemporanea'' (settembre 1998), p.&nbsp;55–563 ([http://www.italia-resistenza.it/wp-content/uploads/ic/RAV0053532_1998_211-213_09.pdf online]).
*{{cita libro|Paolo|Simoncelli|wkautore=Paolo Simoncelli|Renzo De Felice. La formazione intellettuale|2001|Le Lettere|Firenze|isbn=88-7166-602-X}}
*{{cita libro|Vittorio|Vidotto|wkautore=Vittorio Vidotto|Guida allo studio della storia contemporanea|2004|Laterza|Roma-Bari|isbn=88-420-7312-1|cid=Vidotto}}
 
==Voci correlate==
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://archiviostorico.corriere.it/2005/novembre/11/Veltroni_Roma_una_via_per_co_9_051111001.shtml Veltroni: a Roma una via per Renzo De Felice]
* [{{cita web|http://archiviostorico.corriere.it/20062005/maggionovembre/0611/viale_per_Renzo_Felice_nella_co_10_060506132Veltroni_Roma_una_via_per_co_9_051111001.shtml|Veltroni: Una vialeRoma una via per Renzo De Felice nella mappa di nomi e memoria]}}
* {{cita web|http://archiviostorico.corriere.it/2006/maggio/06/viale_per_Renzo_Felice_nella_co_10_060506132.shtml|Un viale per Renzo De Felice nella mappa di nomi e memoria}}
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/renzo-de-felice/ Enciclopedia Treccani]
* {{cita news|[[Sergio Romano]]|http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/15_marzo_08/OMAGGIO-A-DE-FELICE-STORICO-DEL-FASCISMO_654576a6-c564-11e4-a88d-7584e1199318.shtml|Omaggio a De Felice storico del fascismo|Corriere della Sera|8 marzo 2015}}
{{Premio Feltrinelli}}
* [[Renato Moro]], ''[http://www.treccani.it/enciclopedia/renzo-de-felice_%28Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Politica%29/ De Felice, Renzo]'', Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Politica (2013), [[Enciclopedia Treccani]] online.
 
{{Controllo di autorità}}
 
{{Portale|biografie|fascismo|storia}}
 
[[Categoria:Renzo De Felice| ]]
[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI]]
[[Categoria:Fondatori di riviste italiane]]
[[Categoria:PersoneStorici legatedel alla Sapienza - Università di Romafascismo]]
[[Categoria:StoriciDirettori deldi Fascismoperiodici italiani]]
[[Categoria:StoriciStudenti legatidella aSapienza - Università di Roma]]
[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]
[[Categoria:Biografi italiani]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Feltrinelli]]