Centromero: differenze tra le versioni
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[[File:Chromosome.png|thumb|('''1''') [[Cromatidio]], ('''2''') regione centromerica, ('''3''') braccio corto, ('''4''') braccio lungo.]]
Il '''centromero''' è una regione ristretta del [[cromosoma]] che svolge un ruolo fondamentale nella divisione del [[DNA]] durante la [[divisione cellulare]] ([[mitosi]] e [[meiosi]]). In particolare, è la zona in cui si attaccano le fibre del [[fuso mitotico]]. Dopo l’aggancio delle fibre del fuso al centromero, le due [[Cromatidio|cromatidi]] sorelle identiche che costituiscono il cromosoma replicato vengono tirate verso lati opposti della [[cellula]] in divisione, in modo che le due cellule figlie risultanti ricevano un DNA identico.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.genome.gov/genetics-glossary/Centromere|titolo=Centromere|sito=www.genome.gov|accesso=2025-10-02}}</ref>
Nei cromosomi della maggior parte delle [[specie]], il centromero occupa una posizione discreta e localizzata ('''cromosomi monocentrici'''), ma in alcune specie si estende lungo l’intera lunghezza del cromosoma (es. nei '''cromosomi olocentrici''' di [[Caenorhabditis elegans|''C. elegans'']]). Sebbene il loro nome sembri implicare una posizione centrale nei cromosomi ('''cromosomi metacentrici'''), i centromeri possono anche essere localizzati vicino alle estremità ('''cromosomi acrocentrici''' o '''telocentrici''').<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|nome=Marion E|cognome=Pesenti|nome2=John R|cognome2=Weir|nome3=Andrea|cognome3=Musacchio|data=2016-04-01|titolo=Progress in the structural and functional characterization of kinetochores|rivista=Current Opinion in Structural Biology|volume=37|pp=152–163|accesso=2025-10-02|doi=10.1016/j.sbi.2016.03.003|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959440X16300124}}</ref>
[[File:Centromere Placement.svg|alt=Posizionamento del centromero|miniatura|Posizionamento del centromero]]
Oltre alla variabilità nella posizione, anche la sequenza di DNA alla base dei centromeri varia considerevolmente tra le diverse specie. I centromeri “puntiformi” di [[Saccharomyces cerevisiae|''S. cerevisiae'']] e di altri [[Lievito|lieviti]] si estendono per circa 125 [[Coppia di basi|coppie di basi]] (bp) e includono tre elementi di DNA conservati, la cui [[Mutazione genetica|mutazione]] compromette la funzione centromerica.<ref name=":0" />
La maggior parte dei centromeri [[Eukaryota|eucariotici]] è caratterizzata dalla presenza di una variante specifica dell’[[istone H3]], che nei [[Mammalia|mammiferi]] prende il nome di CENP-A (Centromere Protein A). Nei centromeri degli eucarioti multicellulari, la localizzazione avviene spesso in corrispondenza o in prossimità di regioni di sequenze ripetitive, dette anche [[DNA satellite]].<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|nome=Kaitlin M|cognome=Stimpson|nome2=Beth A|cognome2=Sullivan|data=2010-12-01|titolo=Epigenomics of centromere assembly and function|rivista=Current Opinion in Cell Biology|volume=22|numero=6|pp=772–780|accesso=2025-10-02|doi=10.1016/j.ceb.2010.07.002|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S095506741000102X}}</ref>
I centromeri [[Homo sapiens|umani]] sono definiti da ripetizioni ricche in AT chiamate DNA alfa-satellite. L’alfa-satellite è costituito da [[Monomero|monomeri]] di 171 coppie di basi (bp), disposti in tandem a formare strutture di ordine superiore (higher order arrays) che si estendono da 0,2 a 5 megabasi (Mb). Un numero specifico di monomeri forma una ripetizione di ordine superiore (HOR), che viene ripetuta centinaia o migliaia di volte.<ref name=":1" />
La maggior parte dei centromeri delle [[Plantae|piante]] è composta da brevi sequenze ripetitive organizzate in array complessi, insieme a [[Retrotrasposone|retrotrasposoni]] centromerici.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shulan|cognome=Fu|nome2=Zhi|cognome2=Gao|nome3=James|cognome3=Birchler|data=2012-03-20|titolo=Dicentric Chromosome Formation and Epigenetics of Centromere Formation in Plants|rivista=Journal of Genetics and Genomics|volume=39|numero=3|pp=125–130|accesso=2025-10-02|doi=10.1016/j.jgg.2012.01.006|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1673852712000355}}</ref>
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