Emilio o dell'educazione: differenze tra le versioni
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{{Citazione|Si è curiosi soltanto nella misura in cui si è istruiti|Jean-Jacques Rousseau, ''Emilio
{{libro |titolo = Emilio
|titoloorig = Émile ou De
|annoorig = 1762
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|sottogenere = romanzo filosofico e pedagogico
|immagine=Emile frontispice première édition.png
|didascalia = Frontespizio della prima edizione dell{{'}}''Émile ou de l'éducation'' (1762)
|lingua = fr
}}
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▲''L’emilio ovvero dell’educazione ''(titolo originale ''Émile ou De l’éducation'') è un noto e diffuso romanzo pedagogico scritto dall’autore francese [[Jean Jacques Rousseau|Jean-Jacques Rousseau]] e pubblicato nel 1762.
Rousseau propone ai lettori una originale fusione di narrazione e riflessione filosofica e pedagogica fondata sul principio che
[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] assume la vita del giovane Emilio come un modello pedagogico.
ed un modello per i suoi cittadini. Il vero protagonista
== Struttura ==
[[File:Illustrazione primo libro.png
Si apre illustrando il “gran principio della bontà originaria dell'uomo” e della sua successiva degenerazione nei rapporti sociali.
Rousseau sostiene che il grande apporto alla crescita del bambino sia da ricondurre all'educazione. Tutto ciò che abbiamo quando nasciamo ci viene fornito dall'educazione, impartita da "tre maestri": la natura, gli uomini e le cose. La natura provvede allo sviluppo interno delle nostre facoltà e dei nostri organi; gli uomini all'uso che ne facciamo; le cose all'acquisizione dell'esperienza e degli oggetti. Tra queste
Per poter prendere pienamente parte della società in cui vive, il giovane dovrà assecondare in modo armonico i suoi tre maestri, ponendo maggiori attenzioni sulle due educazioni su cui ha più controllo.
Rousseau poi, elenca una serie di errori pratici dell'educazione tradizionale, come l'uso delle fasce che limitano la libertà di movimento, le cure e le precauzioni eccessive, le lusinghe e le minacce. Viene inoltre criticato il ricorso a balie le quali badano più ai propri interessi che alla giusta formazione del carattere del bambino, infatti, il primo allevamento e il nutrimento del bambino dovrebbe essere responsabilità esclusiva della madre, vista da Rousseau come colei
L'educazione naturale va condotta in mezzo alla natura, dove l'ambiente rinvigorisce il corpo e l'anima, e la società non può esercitare
Inoltre, nel primo libro, Rousseau dà ampio spazio al
Chiamato anche “dell'educazione dei sensi”, affronta quella che viene considerata da Rousseau la seconda età evolutiva, che va dai 6 ai 11 anni. [[File:Emilio Secondo libro.png|thumb|left|upright=1.8| Secondo libro]]In questa fase, Emilio imparerà a muoversi e a parlare, a conquistare coscienza di sé e autonomia, a ricordare e ad essere felice.
▲==== <strong>Libro Secondo</strong> ====
Con lo scopo di non limitare la sua autonomia Emilio verrà lasciato libero di muoversi e di agire, le cadute e i piccoli sbagli gli permetteranno di conoscere e dominare il dolore, la vita all'aria aperta e il libero esercizio del corpo attraverso il gioco e i piccoli lavori manuali lo renderanno più sano e vigoroso.
Inoltre, le situazioni in cui il giovane allievo di Rousseau dovrà apprendere saranno situazioni concrete, predisposte
▲Con lo scopo di non limitare la sua autonomia Emilio verrà lasciato libero di muoversi e di agire, le cadute e i piccoli sbagli gli permetteranno di conoscere e dominare il dolore, la vita all'aria aperta e il libero esercizio del corpo attraverso il gioco e i piccoli lavori manuali lo renderanno più sano e vigoroso.
▲L’unico modo possibile per favorire la felicità di un individuo consiste nell’educarlo a valutare i suoi desideri a seconda delle sue possibilità. Il precettore non dovrà intervenire direttamente, ma dovrà fare in modo che Emilio percepisca i propri limiti autonomamente; il metodo del precettore è dunque definito inattivo, la sua educazione negativa consiste nel rimuovere le cattive influenze, non nel fornire nuovi precetti.
▲Inoltre, le situazioni in cui il giovane allievo di Rousseau dovrà apprendere saranno situazioni concrete, predisposte dall’educatore che agirà nell’ombra, dando al fanciullo l’impressione che le sue esperienze siano casuali.
Nel libro terzo Rousseau descrive
Grazie alla curiosità che contraddistingue questa fase dello sviluppo, Emilio è spinto ad esplorare il mondo
Il maestro allenerà Emilio a cercare in sé stesso i mezzi di indagine e a non ricorrere ad altri, egli dovrà trovare da solo le soluzioni ai problemi.
Tutto ciò che il fanciullo apprenderà dovrà essere collegato ad uno scopo concreto, per questo motivo la lettura non verrà particolarmente incoraggiata. Solamente un libro viene consigliato: ''[[La vita e le straordinarie, sorprendenti avventure di Robinson Crusoe
Il giovane Emilio in questa fase, verrà iniziato al lavoro
Viene affrontata
Il precettore sarà molto attento a non favorire in Emilio l'insorgere precoce e incontrollato delle passioni, aiutandolo ad evitare le occasioni che potrebbero tentarlo. Questo comporterà la necessità di un'educazione sessuale che permetta al giovane di conoscere la natura del corpo umano, parlandogli con semplicità e chiarezza, così che in lui non nasca il sospetto che gli si voglia nascondere qualcosa facendo insorgere la voglia di sperimentare.
Rousseau espone successivamente il tema della religione, egli sostiene che le diverse religioni non sono altro che variazioni del Credo fondamentale; Emilio, quindi, non verrà educato ad una religione specifica, ma sarà messo nelle condizioni di poter scegliere con l'uso della ragione la propria.
Il quinto libro tratta di Sofia, futura moglie di Emilio, e più in generale dell'educazione femminile. Rousseau si serve infatti
==Edizione==
*Jean-Jacques Rousseau, ''Emilio, o, Dell'educazione'', traduzione e premessa di Paolo Massimi, Introduzione di F. e P. Richard, Armando Editore, 1989
== Analisi del libro ==
Rousseau, che già nella ''[[Giulia o la nuova Eloisa|Nouvelle Heloise]]'' aveva rappresentato la famiglia e nel ''[[Contratto sociale (saggio)|Contratto sociale]]'' la società civile, si pone ora il problema della definizione dell'elemento fondamentale delle due istituzioni: lo sviluppo nel fanciullo da essere naturale a individuo sociale.
L'uomo naturale a cui pensa Rousseau non è quello che [[Voltaire]] beffeggiava, né il "[[buon selvaggio]]" di cui riferivano i resoconti dei viaggiatori illuministi, ma un mito reso irrealizzabile dallo stesso progresso umano: «''Come sarebbe dolce vivere tra noi, se l'atteggiamento esteriore fosse sempre l'immagine delle disposizioni del cuore. [...] Prima che l'arte avesse modellato le nostre maniere e insegnato alle nostre passioni un linguaggio controllato, i nostri costumi erano rozzi, ma naturali''».<ref>Jean-Jacques Rousseau, ''Discorso sulle scienze e le arti'', p. 7. In ''Scritti politici'', Bari, Laterza 1994.</ref>
L'uomo naturale è prima della civiltà, è la manifestazione della originaria natura dell'uomo, «''è l'uomo universale nei suoi tratti più generali e più durevoli''», è il simbolo di una pedagogia ideale<ref>J.J.Rousseau, ''Emilio, o, Dell'educazione'', traduzione e premessa di Paolo Massimi, Introduzione di F. e P. Richard, Armando Editore, 1989, (Introduzione), p. 20</ref>.
L'equilibrio razionale si fonda sul difficile accordo tra l'[[amor proprio|egoismo]], a tutela dell'autoconservazione, e la [[solidarietà]] verso il prossimo: ma, mentre negli animali gli istinti non si modificano, l'uomo è libero di osservarli o meno. «''L'uomo è libero, cioè dai limiti imposti dalla natura, riconosciuti e accettati da lui; si muove e si sviluppa senza costrizione, realizzando per se stesso e per gli altri la felicità''».<ref>J.J.Rousseau, ''op.cit.'', Introduzione, p. 21</ref>
La libertà del fanciullo in tutti i suoi aspetti deve essere la prima regola di ogni educatore che deve intervenire nell'operare il meno possibile neppure per i castighi dei fanciulli ribelli: sarà la natura stessa a punire il fanciullo che la viola.
In primo luogo prima di quella sociale si dovrà curare la sua formazione individuale e quindi lo si terrà libero dalle soffocanti influenze della famiglia, dalla società fondata sull'ingiustizia della diseguaglianza, dai libri che insegnano una "scienza morta", dalla religione colma di misteri irrazionali, dalle cattive abitudini.
La "seconda regola" prevede di trattare il fanciullo da fanciullo; poiché non si può liberare l'uomo in via di [[formazione]] se non rispettandolo nella progressione delle sue fasi di sviluppo. «''Lasciar maturare la fanciullezza nel fanciullo''»<ref>J.J.Rousseau, ''op.cit.'', Introduzione, p.22 nota 31</ref>.
==== <strong>Ripercussioni dell'opera nella società dell'epoca</strong> ====▼
L'educatore dovrà cioè adeguare la sua pedagogia ai vari gradi del percorso culturale raggiunti dal fanciullo; ad esempio: sarà inutile intervenire per lo sviluppo della ragione prima che essa si completi dopo i tredici anni e solo in ultimo l'insegnamento riguarderà la morale.
===== La critica =====▼
Questo infatti afferma la "terza regola": rispettare l'onestà naturale del fanciullo mantenendolo ignorante e solo in seguito intervenire con l'esempio e l'esperienza personale del bene. Tenendo sempre presente che «''La formazione del cuore deve comunque precedere quella dell'intelletto''».<ref>J.J.Rousseau, ''op.cit.'', Introduzione, p.22</ref>
I programmi di studio prevederanno una parte teorica con l'insegnamento di [[cosmografia]], [[fisica]] e [[meteorologia]] e una pratica, riguardante l'industria e il commercio e, infine, le conoscenze concernenti l'uomo: storia, politica, religione. Per tutte le altre nozioni Emilio, possedendo un valido metodo di studio, potrà fare da solo perché ha imparato a imparare.
===== Il successo =====▼
La pubblicazione dell{{'}}''Emilio'' nel 1762, «dopo vent'anni di meditazione e tre di lavoro»<ref>J.J.Rousseau, ''op.cit.'' p.37</ref> ebbe una vasta eco nell'ambiente letterario francese ma fu anche «''occasione di crescente scandalo''» presso le istituzioni pubbliche e la Chiesa<ref>L'idea di Rousseau, che l'uomo fosse buono per natura, era in contrasto con la dottrina del [[peccato originale]]; inoltre, la sua "teologia naturale", esposta nell'Emilio portò alla condanna del libro sia nella Ginevra calvinista che nella cattolica Parigi.</ref> al punto che, come scrisse l'editore Duchesne a Rousseau, «''la polizia ha interrotto la nostra attività e ... non possiamo più vendere nulla''» e per di più la prima sezione del Parlamento ordinava l'arresto dell'autore, che fu costretto a lasciare la Francia, e il bruciamento del libro.<ref>J.J.Rousseau, ''op.cit.'' p.38</ref>
Alle critiche dei nobili, degli accademici, dei magistrati, degli intellettuali, persino del suo vecchio amico [[Diderot]]<ref>Definiva Rousseau «''uomo incline agli eccessi...oscillante tra l'ateismo e il battesimo delle campane''» (in ''op.cit.'' p.40)</ref> e della Chiesa, Rousseau reagì difendendo apertamente la sua opera e la sua dottrina pedagogica in particolare con una lettera al [[Lettera a Christophe de Beaumont|cardinale Christophe de Beaumont]] dove rivendicava la libertà di discussione e di coscienza.
Allo stesso tempo assieme alle critiche l'opera riceveva apprezzamenti da un pubblico di sconosciuti e in particolare dalle lettrici disposte a seguire le nuove regole dell'educazione moderna. Durante i suoi anni di peregrinazione, Rousseau dispensò consigli di pedagogia ad abati, a dame del gran mondo, a grandi signori. Nei venticinque anni seguenti la pubblicazione dell{{'}}''Emilio,'' furono pubblicati in lingua francese il doppio di opere sull'educazione rispetto ai primi sessant'anni del secolo.<ref>J.J.Rousseau, ''op.cit.'' p.43</ref>
È durante la Rivoluzione francese che la fama di Rousseau raggiungerà il culmine. [[Marie-Joseph Chénier]], nella seduta della Convenzione del 5 novembre 1793, proclamava Rousseau «''quello tra i filosofi che meglio ha conosciuto la vera teoria dell'educazione''».<ref>J.J. Rousseau, ''op.cit.'' p.43</ref> L'ideologia rivoluzionaria apprezzava infatti l'opera che insegnava al fanciullo ad essere secondo natura libero ed uguale e a rigenerarsi come cittadino nemico della corruzione dell'antico regime.
== Note ==
Riga 105:
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|editore= Paul Dupont
|lingua= fr
|cognome= Rousseau
Riga 113:
|accesso= 20 aprile 2015
|data= 1823
|url=
}}
* Aldo Visalberghi (a cura di), ''Rousseau, Emilio'', Roma-Bari: Piccola biblioteca filosofica Laterza, 1999
* Mario Trombino (a cura di), ''L<nowiki>'</nowiki>Emilio di Rousseau e il problema della sua interpretazione tra <nowiki>'</nowiki>800 e <nowiki>'</nowiki>900'', Torino: Paravia, 1991, ISBN 88-395-0139-8
* Giuseppe Flores d'Arcais, ''Il problema pedagogico nell'Emilio di G. G. Rousseau'', Brescia: La scuola, 1972
* François e Pierre Richard
== Altri progetti ==
{{interprogetto|testo=fr:Émile,_ou_De_l'éducation |testo_preposizione=in [[lingua francese]] di |etichetta=''Emilio o dell'educazione''|q=Jean-Jacques Rousseau#Emilio o dell'educazione}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[https://web.archive.org/web/20171018133703/http://www.liceoagnesimilano.gov.it/new_site/download/emilio-romanzo-pedagogico-di-jean-jacques-rousseau/ Epub] della prima traduzione in italiano
{{Jean-Jacques Rousseau}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|istruzione|filosofia}}
[[Categoria:Educazione]]
[[Categoria:Opere filosofiche di Jean-Jacques Rousseau]]
[[Categoria:Storia della pedagogia]]
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