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Il mese della sagra paesana (è ottobre, non novembre com'era scritto in precedenza) Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
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{{F|centri abitati del Veneto|aprile 2009}}
{{Divisione amministrativa
|Nome=Cavasagra
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|Longitudine secondi=23
|Longitudine EW=E
|Superficie=6.15
|Note superficie=[http://www.comune.vedelago.tv.it/Servizi/Bilancio/Bilancio2004/contentParagraph/00/documentPdf/1%29%20Relazione%20P.P.%20Bilancio%202004-2006.pdf Comune di Vedelago - Relazione previsionale e programmatica 2004-2006].
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|Aggiornamento abitanti=
|Codice postale=31050
|Codice catastale=
|Nome abitanti=Cavasagresi
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|Festivo=
}}
'''Cavasagra''' è una [[Frazione (geografia)|frazione]] di [[Vedelago]], in [[provincia di Treviso]], di circa
Tra il 1867 e il 1871 fu sede municipale, sotto la denominazione di '''Sant'Andrea di Cavasagra'''.
Il principale monumento è [[villa Corner della Regina]].
Varie sono le ipotesi circa l'origine del curioso nome del paese. È probabile che la "r" del vocabolo Cavasagra non sia originale<ref>{{Cita libro|autore = Carlo Agnoletti|titolo = Treviso e le sue pievi|anno = 1898|editore = Forni editore|città = }}</ref>, tanto che antichi testi fanno riferimento a: ▼
* Cavaxiaga, Cavaxaga, Cavassalea o Cavasaxea ("cava sassea", in riferimento agli scavi di materiale di costruzione)▼
* Cava sacra "Da una vasta cava eseguita nel terreno sacro in occasione d'un'epidemia per riporvi i cadaveri del vicino ospedaletto"<ref>Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni per cura di letterati italiani, Volume 5, Corona e Caimi, 1861 - 791 pagine</ref>. Si parla anche di "Hospitale de Cavaxaga".▼
* Dalla fama della festa patronale, tanto che il paese fu a lungo conosciuto come "Sant'Andrea". "Dalla sua chiesa titolata a Sant'Andrea, nella cui ''sagra'' o festa, molti vi concorrevano, trasse l'attuale suo nome".<ref>Corografia dell'Italia, Volume 1, di Giovanni B. Rampoldi, 1832</ref>▼
== Storia ==
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È meno noto che alcune persone del luogo parteciparono ai [[moti del 1848]], nella difesa cioè della Nuova Repubblica Veneta di San Marco, proclamata da [[Daniele Manin]]. Di Cavasagra sono i caduti Catterino Basso e Luigi Vettori, il primo nella difesa del forte di Marghera, il secondo nella difesa di Venezia.
Durante il [[Plebiscito del Veneto del 1866]] a Cavasagra, un austriacante inneggiò pubblicamente all'Impero e venne tradotto nel carcere di Castelfranco<ref>{{Cita web|url=https://www.sololibri.net/revisionismo-storico-Molesini-Beggiato.html|titolo=Riccardo Pasqualin,La possibile influenza del revisionismo storico nel romanzo “Non tutti i bastardi sono di Vienna” di Andrea Molesini}}</ref>.
[[File:Regio Decreto 429 Comune Cavasagra Soppresso.jpeg|miniatura|Regio Decreto 429 del 1871 che sopprime il Comune di Cavasagra]]
Tra il 1867 e il 1871 a Cavasagra fu sede municipale, sotto la denominazione di Comune di Sant'Andrea di Cavasagra. A Cavasagra venne infatti trasferita la sede dell'ex comune di [[Albaredo (Vedelago)|Albaredo]]. Il Comune fu poi soppresso e integrato a Vedelago.
Nella seconda metà dell'Ottocento, era in funzione a Cavasagra uno dei pochi molini dell'area.<ref>Storia e statistica delle industrie venete e accenni al loro avvenire, Errera (Alberto), Giuseppe Antonelli, 1870 - 799 pagine</ref>
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Il 30 novembre del [[1907]] la villa fu teatro di una rivolta contadina contro il conte Frova: una cinquantina di rivoltosi, incolpati dell'incendio della barchessa, finirono in carcere per tre mesi e solo grazie al monsignor [[Angelo Brugnoli]] furono liberati.<ref>S. Tramortin, ''Dalla ribellione all'organizzazione: le leghe bianche e l'opera di Giuseppe Corazzin a Treviso''. Treviso 1982; Giorgio Orfeo Vecchiato, ''C'era una volta Vetrego''- Almigivec Computer Editions - Vetrego, 1997</ref> I Frova hanno poi venduto le proprietà nel 1946.
▲=== Origine del nome ===
▲Varie sono le ipotesi circa l'origine del curioso nome del paese. È probabile che la "r" del vocabolo Cavasagra non sia originale<ref>{{Cita libro|autore = Carlo Agnoletti|titolo = Treviso e le sue pievi|anno = 1898|editore = Forni editore|città = }}</ref>, tanto che antichi testi fanno riferimento a:
▲* Cavaxiaga, Cavaxaga, Cavassalea o Cavasaxea ("cava sassea", in riferimento agli scavi di materiale di costruzione)
▲* Cava sacra "Da una vasta cava eseguita nel terreno sacro in occasione d'un'epidemia per riporvi i cadaveri del vicino ospedaletto"<ref>Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni per cura di letterati italiani, Volume 5, Corona e Caimi, 1861 - 791 pagine</ref>. Si parla anche di "Hospitale de Cavaxaga".
▲* Dalla fama della festa patronale, tanto che il paese fu a lungo conosciuto come "Sant'Andrea". "Dalla sua chiesa titolata a Sant'Andrea, nella cui ''sagra'' o festa, molti vi concorrevano, trasse l'attuale suo nome".<ref>Corografia dell'Italia, Volume 1, di Giovanni B. Rampoldi, 1832</ref>
=== Rivolta di Cavasagra (novembre 1907) ===
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Il padrone era Antonio Frova, ex [[guardaboschi]] bergamasco, il quale aveva acquistato pochi anni prima, nel 1903, la tenuta e la villa della contessa Persico. Già il cambio di proprietario aveva suscitato molte preoccupazioni negli affittuari, che dal nuovo padrone "non possono ripromettersi se non un forte aumento sui fitti", come si legge in un documento della locale [[fabbriceria]]. L'aumento arriva puntuale negli anni seguenti, dopo che Frova ha introdotto alcune migliorie, bonifiche di terreni, una diversa rotazione delle colture ed ha riempito le stalle di bestiame. Non è più la tradizionale gestione paternalistica dei vecchi nobili; di essa forse rimane soltanto la pretesa di "ubbidienza assoluta" e di onoranze ed obbligazioni (carriaggi, lavori a 60-80 centesimi al giorno), sempre meno tollerate dai contadini. Solo il padrone, poi, può provvedere all'acquisto di [[concimi chimici]] ed all'assicurazione del frumento contro i danni della grandine, naturalmente a spese degli affittuari. Delle loro condizioni economiche si preoccupa fino ad un certo punto, si limita a raccomandare "la massima pulizia nelle case, nei cortili e nelle stalle"; ma se in caso di rimostranze fa rispondere dal suo legale: "Emigrate in America!"
I cambiamenti introdotti, che nei primi anni portano più che altro nuovi oneri per i contadini, il diverso tipo di rapporti con il padrone, di cui pure si riconosce la competenza, suscitano malumori e proteste. Spuntano scritte sui muri e volano sassate contro la villa, [[vitis|viti]] e [[Morus (botanica)|gelsi]] vengono tagliati di notte.
Poco dopo l'ultimo aumento dei fitti, nel San Martino del 1907, scatta l'assalto alla villa. C'è subito un forte dispiegamento di forza pubblica. "Entro poche ore Cavasagra era in una sorta di stato d'assedio: pompieri per spegnere l'incendio, cinquanta carabinieri, uno squadrone del 4* Genova Cavalleria e 300 soldati".<ref>Grande guerra e ribellione contadina, Paolo Gaspari, Istituto editoriale Veneto Friulano, 1996</ref> Una sessantina di contadini vengono arrestati, ma le indagini non approdano a risultati concreti e qualche mese dopo gli indiziati sono tutti scarcerati. Grazie soprattutto all'intervento del Vescovo, del suo Cancelliere don Brugnoli, e del Parroco, don Luigi Perizzolo. Il Tribunale dichiara il "non luogo a procedere per non privata vita". Frova ottiene la solidarietà e l'appoggio della gerarchia ecclesiastica, delle autorità e degli organi di stampa, concordi nel riprovare pubblicamente i fatti.
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Dopo aver pensato di vendere tutta la sua tenuta (e don Brusatin stesso entra per un certo tempo in trattativa), Frova decide di rimanere e giunge a concludere un nuovo e migliore contratto con i dipendenti. "Circa gli autori dei misfatti regna un mistero impenetrabile... V'è chi suppone l'opera intelligente di persone estranee, forse era questa la via che doveva battere l'autorità giudiziaria per conchiudere meglio la sua istruttoria", annota il Vescovo in occasione della visita pastorale dell'8 ottobre 1908.
I sospetti cadono, infatti, sui [[socialisti]] di Castelfranco infiltratisi tra i contadini; e la tesi sarebbe avvalorata anche da una testimonianza di don Ferdinando Pasin. Certo un'organizzazione ci dev'essere senz'altro stata: lo fa capire la numerosa partecipazione alla sommossa, la scelta della notte della sagra del paese, il prolungato suono delle campane a martello, l'azione di ostacolo all'arrivo degli aiuti. Ma sull'attribuzione della responsabilità c'è qualche dubbio: don Pastega infatti, allora parroco alla Pieve di Castelfranco, confessa, nel suo diario, di aver subito saputo "pochi giorni dopo il delittuoso incendio, il nome delle persone maggiormente responsabili" e di averli comunicati a persona influente della Curia, che "soffocò possibili strascichi". Se si fosse trattato veramente di socialisti, forse le cose non sarebbero andate come andarono, visto anche i rapporti conflittuali che don Pastega aveva a Castelfranco con gli esponenti di quel partito.
L'episodio, comunque, fa molto scalpore per l'inatteso e inconsulto scoppio di violenza e ha un'eco in Parlamento a Roma. Testimoniava soprattutto lo stato di esasperazione a cui erano giunti i contadini veneti, ma è anche una riprova del ruolo svolto dal clero, ancora in grado di far opera di pacificazione.<ref>Il ruolo di Don Brusatin nel movimento cattolico diocesano - Vedelago Due parroci una comunità nella storia della cooperazione. Prefaz.di Lino Cusinato. Milano, Cassa Rurale ed Artigiana di Vedelago 1991</ref>
=== Costruzione della scuola primaria ===
Dopo la morte di Antonio Frova (1920) i figli Arturo, Camillo e Carla hanno voluto onorarne la memoria donando al paese la scuola elementare,
=== Comando della Ottava e Decima Armata ===
Nel corso della [[
A ricordo dell'episodio storico rimangono
Scrive Leonardo Lanaro che "[...] in paese si erano in qualche modo sistemati buffi scozzesi in gonnellino e [[Arditi]] prepotenti. Tra un'impresa e l'altra avevano compiuto soste nelle retrovie e si erano dedicati ad esercitazioni con bombe a mano; e il luogo più adatto era ovviamente un angolo del Palù, quelle terre maledette che non si lasciavano coltivare. [..] Ora la villa era tornata ai Frova, Caviglia era stato decorato e
=== Bonifica del "Palù" ===
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La crisi economica che ha segnato i primi anni Duemila ha nuovamente duramente colpito il paese. A differenza di allora, quando partivano contadini semianalfabeti, ad andarsene in questo periodo sono soprattutto giovani laureati. Le mete sono ancora Germania, Inghilterra e Francia, ma anche i paesi dell'[[Europa dell'Est]], Australia e [[America Settentrionale]].
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Il principale monumento del paese è [[villa Corner della Regina]], una [[villa veneta]] che sorge
La piazza principale è dominata dalla Chiesa dedicata a [[sant'Andrea]], col vicino slanciato [[campanile]], che ospita una apprezzata pala del Cinquecento dedicata al santo titolare. Sulla piazza si affacciano altri due imponenti edifici: la scuola elementare "Antonio Frova" e la più moderna scuola paritaria dell'infanzia “Maria Immacolata” di Cavasagra.
Un paio di chilometri a sud del centro della località scorre il fiume Sile. L'area è considerata di interesse naturalistico ed è protetta dalla [[Regione Veneto]], come [[Parco naturale regionale del Fiume Sile|Parco Regionale]]. Anche a Cavasagra, così come nella vicina [[Casacorba]], si trovano alcuni [[fontanassi]], le risorgive da cui il Sile sgorga.
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=== Villa Corner della Regina ===
{{vedi anche|Villa Corner della Regina}}
[[File:Villa Corner della Regina Cavasagra di Vedelago.
Villa Corner è una [[villa veneta]] di impronta [[Palladianesimo|palladiana]], di origine cinquecentesca e ultimata dall'architetto [[Francesco Maria Preti]] nel Settecento per Pietro [[Corner (famiglia)|Corner]].
=== Chiesa di Sant'Andrea ===
La fondazione della chiesa di Cavasagra, dedicata a Sant'Andrea, si può far risalire al XII secolo. Molti sono i documenti che la riguardano ma nulla si sa di come fosse in origine e quali opere d'arte contenesse. Si suppone che l'attuale pala d'altare raffigurante Sant'Andrea, fra San Girolamo e S. Maria Maddalena, sia in verità un'opera cinquecentesca commissionata proprio per questa chiesa. Il dipinto, molto originale dal punto di vista iconografico, è di ottima qualità pittorica, tanto che è stato a lungo attribuito al [[Cima da Conegliano]]. Un'attribuzione voluta da Luigi Crico, oggi considerata non attendibile. Rimane più credibile l'attribuzione di M. Lucco (1978) al veronese [[Domenico Capriolo]] (1494-1528).
Le uniche notizie certe riguardanti l'edificio originale risalgono al 1580: allora la chiesa era lunga 50 piedi e larga 2. Negli stessi anni è menzionata la chiesa campestre di San Giacomo a Carpenè (oggi Carpenedo). Nel 1673 viene costruito il nuovo campanile. Nel 1818 viene posta la prima pietra della nuova chiesa che, tuttavia “precipitò a terra per mala costruzione dell'architetto”. Così si dovette attendere il 1824 per l'attuale chiesa. Lo slanciato campanile fu costruito nel 1893.
== Eventi ==
La sagra paesana è dedicata alla [[Madonna del Rosario]] e si svolge a
A Cavasagra, presso le Barchesse di villa Corner, ha sede l'associazione culturale Veneto Jazz, promotrici di concerti e rassegne [[jazz]]istiche in tutto il Veneto.
== Note ==
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