Versione 73950710
Qui ci copiamo Chiesa di San Bartolomeo, versione n. 73706340
Brugherio's devotional pilasters were erected, after the plague that struck Monza and the near territory in 1576 in the four points in which they were placed altars used to celebrate religious services. Information about this plaque could be found in the notes of the visits to the population done by the Bishop of Milan, Saint Charles Borromeo. The plague of 1576 was in fact called "the plague of Saint Charles" in memory of the closeness of the Bishop to those affected.<ref name="Brugherio">{{cite book | | |title= Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo |Language= Italian|date= 2009 |publisher= Comune di Brugherio |___location= Brugherio}}</ref>
{{coord|45.55056|9.30169|display=title}}
{{Citazione|Una reggia degna non di un re, ma di Tre Re<ref name=":8" />|Estratto del discorso tenuto dal [[Alfredo Ildefonso Schuster|Cardinale Schuster]] nel 1939, in occasione della consacrazione della nuova chiesa.}}
{{Edificio religioso
|Nome = chiesa di San Bartolomeo
|Immagine =Chiesa di San Bartolomeo vista da Piazza Roma.JPG
|Larghezza =
|Didascalia =chiesa di San Bartolomeo da Piazza Roma
|SiglaStato = ITA
|Regione = [[Lombardia]]
|Città = [[Brugherio]]
|Religione = [[Chiesa Cattolica]]
|DedicatoA = [[San Bartolomeo]]
|Ordine =
|Diocesi = [[Diocesi di Milano]]
|AnnoConsacr = 1578, 1855, 1939
|AnnoSconsacr =
|Fondatore =
|Architetto = [[Giacomo Moraglia]] [[Leo Sorteni]]
|StileArchitett =
|InizioCostr =
|FineCostr =
|Demolizione =
|Sito =
}}
La '''chiesa di San Bartolomeo''' di [[Brugherio]] è l'edificio di culto principale della [[comunità pastorale Epifania del Signore]], nonché la parrocchia più antica della città. Dotata di un certo valore artistico e architettonico, custodisce le [[reliquie dei Magi (Brugherio)|reliquie dei Magi]]. Caratteristico è il suo campanile, alto 36,80 metri<ref name=":8">''La chiesa di San Bartolomeo'', a cura dell'Associazione Kairòs. Per consultare la voce, cliccare sulla terza casella in alto a sinistra, nella sezione "in giro per la città". Il formato pdf parla delle chiese di Brugherio, ed una sezione è dedicata alla parrocchiale. Per consultare, cliccare [http://www.comune.brugherio.mb.it/territorio/la-citt/la-citta/ qui]</ref>.
== Devotional pilaster ==
==Storia dell'edificio==
During the spread of the plague, the faithful gathered in prayer around the altar outdoor places, to avoid contagion to which they were exposed indoors. At the end of the plague they dismantled the altars but it was decided to erect in these places devotinal pilasters, as an act of gratitude by survivors.
===Gli esordi (1578-1613)===
They are placed in piazza Roma, next to the Church of Saint Bartholomew; in Viale Lombardia, not far away from the old cemetery; in Torazza and in San Damiano. At the top of all there is the symbol of the cross, supported by architectural details recognizable as spheres, cones, capitals, etc. In some cases the pilasters report also inscriptions, not always legible.
==== TraPilaster ilin 1578piazza eRoma il 1582 ====
It is located next to the parish church. On the ball at the top it there is written: ''In Hoc Signo Vinces, the capital Deo Sacrum Christ Jesus'' and on the basis of the column Sicut Moses esaltavi Serpentem in Desert sic''.'' On the stone block which forms the pedestal: ''Spes omnium Salus Fidellium Branda Scottus fecit proud. Anno Nativitatis MDLXX Maj I''. The inscription of the year is likely incomplete because the column was built by Bernard Scotti in 1576.<ref name="Brugherio" /><ref>{{cite book |first= Manuela |last= Mancini |title= Brugherio: presente e passato |language= Italian|date= 1996 |publisher= Swan Edizioni|___location= Milano}}</ref> It is also known as ''Cross Scotti''.
[[File:Carlo Borromeo.jpg|thumb|258x258px|[[Ambrogio Figino]], ''Carlo Borromeo, ''dipinto, seconda metà del XVI secolo, [[Museo diocesano (Milano)|Museo diocesano di Milano]].]]
Quando [[san Carlo Borromeo]] decise di fondare una parrocchia nella località di ''Brughé'' per motivi di carattere pastorale<ref>Brugherio dipendeva dal [[Duomo di Monza]] dal punto di vista religioso, e i contadini desideravano avere un parroco più vicino alle loro case per le loro esigenze spirituali</ref>, era presente una chiesetta diroccata e antica<ref>Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, ''Brugherio: una città nel segno dei Magi'', p. 36: «Una chiesa dedicata a San Bartolomeo esisteva già nel XIII secolo, ''in Baratia de Modoetia'', nella baraggia di Monza, e molto probabilmente si trovava dove sorge l'attuale chiesa» </ref> e praticamente inadatta secondo le disposizioni [[Concilio di Trento|tridentine]]<ref>Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, ''Brugherio: una città nel segno dei Magi'', p.38:«...la chiesa...aveva una sola navata e terminava più o meno dove ora comincia il presbiterio; la cucina veniva usata come sacrestia. Inoltre, non c'era un armadio per contenere i paramenti» </ref>. In più, tale chiesetta non era consacrata<ref name="Mag38">Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, ''Brugherio: una città nel segno dei Magi'', p. 38 </ref>, cosa che rendeva estremamente necessario l'intervento dell'autorità vescovile nella risoluzione di questo stato d'abbandono, tenendo conto del fatto che, nel contempo, vi si custodiva anche il [[santissimo sacramento]]<ref name="Bar12"> Marco Rapetti – Mauro Bertoni – Simona Castelli et alii, ''San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale'', p.12.</ref>. Nonostante queste carenze, il Borromeo procedette comunque alla costituzione della nuova entità parrocchiale, affidandola a don Arcangelo Biancardi<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = Brugherio, una città nel segno dei Magi|anno = |editore = |città = |p = 40}}</ref>:
=== Pilaster in viale Lombardia ===
{{Citazione|Prima di partire l'Arcivescovo determinò i confini della nuova parrocchia, enumerando le cascine che le sarebbero sottoposte e tra di esse: Cascine de' Bastoni coll'oratorio di Maria Nascente, S. Cristoforo di Ottavo (perché a otto miglia romane da Milano), S. Damiano, Sant'Albino, Sant'Ambrogio, S. Donato.|Comitato per le Feste, ''S. Carlo Borromeo e Monza: memorie cittadine: pubblicate nel III centenario della canonizzazione'', p. 41.}}Nella seconda visita pastorale compiuta dal cardinale-arcivescovo (1582), pertanto, si procedette alla [[consacrazione|consacrazione dell'edificio]] (ampliato, nel frattempo, grazie ai ruderi della decadente chiesa di San Rocco e a quelli di San Damiano<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = Brugherio, una città nel segno dei Magi|anno = |editore = |città = |p = 36}}</ref>) e alla sua dedicazione a [[San Bartolomeo Apostolo|San Bartolomeo]], nonostante ancora degli abusi e delle carenze nell'utilizzo degli spazi della chiesa:
Located near the old cemetery (but prexisting to it) on viale Lombardia, it is characterized by a cone at the top. Also on it there is written the name of the manufacturer of Brugherio, Bernard Scotti, who had it built in 1578. For years it was not very visible, embedded in the wall of the building and hidden by vegetation.<ref>{{cite book |first= Luciana |last= Tribuzio Zotti |___location= Brugherio: luoghi memorabili |date= 1987 |publisher= Parole Nuove |___location= Brugherio}}</ref> In recent times it has been moved across the street.<ref>{{cite book | | |title= Piano di governo del territorio. B04: Repertorio dei beni storici e ambientali ||language= Italian|date= 2013 |publisher= Comune di Brugherio |___location= Brugherio}}</ref> On the pedestal of the column it is written: ''Sicut Mojses exaltavit Serpentem in Desert.'' On a square stone placed under the base'': Ego sum lux et veritas Mundi via vivorum life.'' In the western side of the pedestal'': Sic Deus dilexit Mundum ut suum Filium unigenitum daret pro nobis.'' In the eastern side'': Ecce nomen super omne nomen et omne and genuflectatur.'' In the northern side'': Hic quem videtis true solus Dominus Noster est et our glory. Branda Scotus fecit.'' It is also known as ''Brugherio Cross'', or ''House Scotti''.<ref>{{cite book |first= Luciana |last= Tribuzio Zotti |title= Brugherio nei documenti ||language= Italian|date= 1986 |publisher= Musicografica Lombarda |___location= Brugherio}}</ref>
=== Pilaster in Torazza ===
{{Citazione|«Sia ampliata la chiesa dalla parte anteriore….Si faccia la sacristia dove ora c’è la cucina, che è usata come sacrestia … Sia l’armadio per depositare i paramenti forse nel luogo dove ora c’è il camino…Sia adattato il pavimento…Sia il Battistero secondo la norma».|Atti della visita pastorale del 1582, copia conservata presso l'Archivio della Parrocchia di San Bartolomeo.|«Amplietur ecclesia e parte anteriori ... Fiat sacristia ubi nunc est coquina, quae servit pro sacristia …Fiat armarium pro recondendis paramentis num in loco ubi nunc est caminus… Aptetur pavimentum…Fiat Baptisterium ad formam».|lingua = La|lingua2 = It}}
It is placed at the crossroad of Torrazza. On the pedestal it is written: Votive monument in memory of the plague in 1576, torn down by the cyclone in 1928, rebuilt in 1929 by Angelo Cazzaniga's family.<ref name=Brugherio/>
=== Pilaster in San Damiano ===
Sempre in tale occasione, l'arcivescovo delineò definitivamente i confini della parrocchia con l'esclusione della Cascina Bastoni, di Sant'Albino, di San Donato e di [[San Damiano (Brugherio)|San Damiano]]<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.epifaniadelsignore.it/info/storia/155-storia-sb|titolo = Storia di San Bartolomeo in ''Comunità Epifania del Signore''|accesso = 11/03/2015|editore = |data = }}</ref>, comunità che protestarono per la separazione dalla ben più ricca parrocchia di [[Chiesa di San Gerardo (Monza)|San Gerardo di Monza]]<ref>{{Cita libro|autore = Luciana Tribuzio Zotti|titolo = Brugherio nei documenti|anno = |editore = |città = |pp = 35-36}}</ref>, la quale non richiedeva il pagamento di una tassa annuale da versare al parroco per i bisogni suoi personali e quelli di prima necessità per lo svolgimento delle funzioni religiose.
About this column there is no trace in the historical local chronicles.
== References ==
==== Tra il 1582 e il 1613 ====
<references />
{{Vedi anche|Reliquie dei Magi (Brugherio)}}
[[File:Altare dei Magi, con copia del reliquiario.JPG|thumb|290x290px|''Altare dei Magi'', con copia del [[reliquiario]] realizzato in occasione del 400° anniversario della traslazione nella parrocchiale (2013). L'affresco è di [[Vittorio Granchi]].|left]]La parrocchia era, infatti, povera e bisognosa di mezzi per riuscire a completare quanto era stato richiesto nelle relazioni stese durante le visite pastorali di san Carlo. In occasione della visita pastorale del 1596 compiuta dal cugino di Carlo, il neo-arcivescovo [[Federico Borromeo|Federigo]], annota che il [[santissimo]] e l'olio usato per l'[[estrema unzione]] erano custoditi in un "tabernacolo...piccolo e di legno"<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |p = 21}}</ref>, ma che bisognava adattare alcune aree della piccola chiesa secondo le norme canoniche. Nel frattempo, la vita comunitaria si era arricchita della presenza di due istituti spirituali voluti fortemente dai vescovi al Concilio di Trento: la'' Schola del Santissimo Sacramento'' e la'' Schola della Dottrina cristiana''<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = Brugherio: una città nel segno dei Magi|anno = |editore = |città = |pp = 38-39}}</ref>. La prima, fondata nel 1578, era deputata a coinvolgere la popolazione in varie [[Devotio moderna|pratiche devozionali]], incrementandone così la virtù; la seconda, invece, doveva istruire i fedeli in materia di fede per allontanarli dall'[[eresia]]. L'evento più importante, però, fu la ricognizione di una parte delle reliquie dei Magi, che credevasi trasferite totalmente nella lontana [[Colonia (Germania)|Colonia]], da parte di Federigo Borromeo nel 1613. In quest'anno, esattamente il 27 maggio<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = Brugherio: una città nel segno dei Magi|anno = |editore = |città = |p = 52}}</ref>, vi fu la solenne traslazione dalla [[Chiesa di Sant'Ambrogio (Brugherio)|chiesa di Sant'Ambrogio]] nella parrocchiale sotto l'attenta supervisione del parroco d'allora, Francesco Bernardino Paleario.
== Bibliography ==
=== Il XVIII secolo ===
*{{cite book |first= Luciana |last= Tribuzio Zotti |title= Brugherio nei documenti ||language= Italian|date= 1986 |publisher= Musicografica Lombarda |___location= Brugherio}}
*{{cite book |first= Luciana |last= Tribuzio Zotti |title= Brugherio: luoghi memorabili ||language= Italian|date= 1987 |publisher= Parole Nuove | ___location= Brugherio}}
*{{cite book |first= Manuela |last= Mancini |title= Brugherio: presente e passato ||language= Italian|date= 1996 |publisher= Swan |___location= Milano}}
*{{cite book | | |title= Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo ||language= Italian|date= 2009 |publisher= Comune di Brugherio |___location= Brugherio}}
*
==== La ''Cronaca ''del De Petri ====
Per conoscere i dettagli della storia della parrocchia e della chiesa nel secolo dei lumi, è fondamentale come fonte un resoconto scritto dal parroco Antonio De Petri (o Petro), curato dal 1778 al 1819<ref name=":0">{{Cita libro|autore = |titolo = Brugherio la nostra gente|anno = |editore = |città = |p = 145}}</ref>. Costui, desideroso di imitare le ''Memorie storiche della città di Monza ''del canoninco [[Antonio Francesco Frisi]], redasse anche lui una ''cronaca ''che descrivesse il territorio di Brugherio e, tra le varie realtà, anche quella della chiesa di San Bartolomeo:
== External Links ==
{{Citazione|<nowiki>Ha questa Chiesa decente facciata adorna di Cornici, lesene, e fascie con frontone a Timpano acuminato quale conviene alla interna di lei Struttura. Vi si entra per tre Porte di fronte una maggiore e due minori ciascuna delle quali corrisponde ad una delle tre Navi [</nowiki>''Navate''<nowiki>, n.d.a], ma alquanto più vicine alle laterali pareti: Sopra la Porta principale si pare una Finestra, che da luce alla nave di mezzo. Le Navi sono tramezzate da tre Archi sostenuti da doppie Colonne di viva pietra, e d'ordine Dorico con largo intercollnio coperto da proporzionato Architrave pure di pietra ed alle Colonne corrispondono quattro lesene, sulle quali posano dalla parte del Presbiterio, e della Facciata</nowiki>|Don Antonio De Petri, ''Descrizione delle terre, e delle cassine che compono la parrocchia di Brugherio e notizie storiche intorno alle medesime'', manoscritto conservato presso l'Archivio Parrocchiale di San Bartolomeo, Brugherio 1794, citato in ''San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale''.}}Da quello che si può leggere, nel corso di quasi duecento anni la chiesa ha subito parecchie modifiche estetiche ed architettoniche, rispetto alle relazioni iniziali di Carlo e Federigo Borromeo: è monumentale, presenta una specie di [[rosone]] capace di illuminare l'interno che non presenta più una sola [[navata]], ma tre come nell'attuale chiesa. Inoltre, proseguendo nella descrizione, il De Petri riporta la presenza di alcuni dipinti, tra cui uno raffigurante il ''Martirio di santa Margherita'', del XVII secolo<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale.|anno = |editore = |città = |p = 24}}</ref>.
*{{cite web|url=http://www.comune.brugherio.mb.it/citt/la-citt/colonne-votive/|title=Comune di Brugherio. La città. Colonne ed edicole votive||language= Italian|accessdate=11 April 2015}}
== Other projects ==
Sempre nel [[XVIII secolo]], fu edificato anche l'attuale [[campanile]], del quale si preferisce trattare in sede diversa per via delle numerose modifiche che ha subito nel corso dell'800 e del '900.
{{Interprogetto|commons = Category:Colonne votive (Brugherio)}}
=== Il XIX secolo ===
[[File:Targa 2 (San Bartolomeo).JPG|thumb|Targa commemorativa dei lavori compiuti dall'architetto Giacomo Moraglia nel 1855]]
==== Fermenti architettonici e artistici: Moraglia e Valtorta ====
A partire dalla seconda metà dell[['800]], sotto i parroci Gian Andrea Nova, Giuseppe Maroni e Giuseppe Schieppati si assistette ad un fermento di rinnovamento artistico ed architettonico senza precedenti. In seguito alla visita pastorale del [[1851]] dell'[[arcivescovo Romilli]], ci si rese conto della necessità di ampliare la chiesa, a causa dell'accresciuto numero di abitanti<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |pp = 42-43}}</ref>. Gian Andrea Nova, parroco dal 1838 al 1878<ref name=":0" />, si prodigò immediatamente ad esaudire le richieste episcopali chiamando l'architetto [[Giacomo Moraglia]] nel 1854<ref name=":1">{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |p = 45}}</ref>. I lavori di ricostruzione della parrocchiale, che prevedevano nello specifico la creazione del [[presbiterio]], il rifacimento completo della facciata e la costruzione dei bracci minori del [[transetto]]<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |p = 43}}</ref>, si svolsero nel giro di un anno. La prima pietra fu posata il 1° aprile 1854<ref name=":8" />, e già il 9 ottobre del [[1855]] la nuova chiesa era per la maggior parte costruita. Il 1º dicembre i lavori di costruzione venivano ultimati definitivamente<ref name=":1" />. La pianta della nuova chiesa era di croce greca<ref name=":5">{{Cita web|autore = Vicky Porfidio|url = http://www.monzaebrianzainrete.it/itemById.do?id=2404|titolo = San Bartolomeo su ''Monzaebrianzainrete''|accesso = 13/03/2015|editore = |data = }}</ref>. Sotto la cura pastorale di don Giuseppe Maroni (1879-1884<ref name=":0" />), fu chiamato il pittore milanese [[Giovanni Valtorta]] per realizzare parte degli [[affreschi]] e [[dipinti]] che tutt'ora si possono vedere in chiesa<ref>{{Cita libro|autore = Giovanna Virgilio|titolo = Brugherio, percorsi tra storia e arte|anno = |editore = |città = |p = 11}}</ref>.
==== Ornamenti vari ====
La chiesa del Moraglia necessitava di ulteriori arricchimenti artistici, e che non si limitassero esclusivamente agli affreschi ornamentali. Infatti, nella seconda metà dell'Ottocento, i parroci successori del Nova provvidero a dotare la chiesa di preziosi suppellettili: don Michele Rotti (1884-1894<ref name=":0" />) si preoccupò di dotare gli interni dei [[pulpiti]] laterali<ref>I due pulpiti, usati un tempo per le [[omelia|omelie]], sono dorati ed entrambi sono sormontati da una croce. Se il pulpito di sinistra presenta le [[Dieci comandamenti|tavole della legge]], quello di destra ha invece un serpente attorniato alla croce. Quest'ultimo riprendere l'episodio narrato da [[Numeri (Bibbia)|Numeri]] 21, 4-8, quando Mosè innalzò un [[Nehustan|serpente di bronzo]] per salvare la vita agli [[Israeliti]] morenti nel deserto.</ref> al presbiterio centrale e dell'[[Organo (strumento musicale)|organo]] per la liturgia (l'O[[organo tornaghi|rgano Tornaghi]])<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |p = 46}}</ref>, mentre sempre in questo periodo si provvide anche a dotare il [[coro (musica)|coro]] di preziosi [[Stallo (seggio)|stalli]] scanditi da [[paraste]] [[scanalatura (architettura)|scanalate]]<ref name=":9">{{Cita libro|autore = Vicky Porfidio|titolo = Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia|anno = |editore = |città = |p = 26}}</ref>.
=== Il XX secolo ===
==== L'ampliamento della chiesa: Leo Sorteni ====
[[File:Interno della chiesa di San Bartolomeo.JPG|left|thumb|340x340px|Chiesa di San Bartolomeo - interno. Il colonnato e le gallerie di affreschi sono stati realizzati durante i lavori del Sorteni. L'antica chiesa del Moraglia, invece, va dal transetto al presbiterio.]]
Dopo alcuni lavori di minore entità compiuti sotto don LuIgi Fumagalli (1898-1921<ref name=":0" />), quali per esempio la commissione di ulteriori affreschi affidati al pittore [[Enrico Mariola]]<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale.|anno = |editore = |città = |p = 47}}</ref>, l'aspetto definitivo della chiesa che possiamo ammirare oggi, sia per quanto riguarda gli interni che gli esterni, è opera dell'architetto [[Leo Sorteni]]. Come nel 1854, anche in questo caso i lavori furono determinati dalle annotazioni che l'arcivescovo [[Ildefonso Schuster]] fece presente al parroco, don Giuseppe Camagni (1921-1957<ref name=":0" />), in occasione della visita pastorale del 1937<ref name=":2">{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale.|anno = |editore = |città = |p = 56}}</ref>. Don Camagni, pertanto, chiese al Sorteni (di cui era amico) di guidare i lavori di ampliamento della chiesa, resi necessari per l'aumento del numero della popolazione della città di Brugherio. Il Sorteni ci mise solamente un anno a completare l'ampliamento dell'edificio (il tempio religioso fu consacrato dall'arcivescovo nella visita pastorale dell'ottobre del 1939<ref name=":2" />), allungandolo dal [[transetto]] della [[pianta a croce latina]] della chiesa (vale a dire dal braccio corto). Questo comportò un allungamento delle tre navate di ben 42 metri, l'abbattimento e il rifacimento della facciata e la costruzione della nuova [[canonica]]<ref name=":3">{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale.|anno = |editore = |città = |p = 57}}</ref>. Nel 1940, nuovi cicli di affreschi volti ad abbellire le volte appena realizzate furono dipinti da [[Vittorio Granchi]]<ref>guardasi l'appendice iconografica in fondo a ''San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale''.</ref><ref name=":4">{{Cita web|autore = |url = http://www.marcatorestauri.it/SchedaIntervento_affreschi.asp?ID=42|titolo = GF Marcato - restauri della chiesa di San Bartolomeo|accesso = 13/03/2015|editore = |data = }}</ref>.
==== Dagli anni '50 ad oggi: i restauri degli anni '90 e 2000 ====
Nel corso del secondo novecento, i [[parroci]] si occuparono della manutenzione e del restauro di alcuni affreschi della chiesa. Per esempio, don Franco Perlatti (1958-1994<ref name=":0" />) si preoccupò di salvare dalla rovina alcuni degli affreschi più antichi<ref name=":3" />, mentre il successore don Giovanni Maraviglia (1994-2009) affidò alla ditta GF Marcato<ref name=":4" />, tra il 1990 e il 2005, il restauro completo degli affreschi della chiesa: la prima fase dei restauri, avvenuta nel 1990, riguardò le cappelle laterali, il presbiterio e la cupola; la seconda (2002/2003) le navate laterali e il transetto; la terza fase (2004/3005) riguardò il restauro degli affreschi della navata centrale<ref name=":4" />.
== Analisi artistica ed architettonica ==
=== L'Interno ===
==== Dati architettonici ====
La chiesa, dopo le modifiche del 1939, è ritornata a presentare una [[pianta a croce latina]], il cui [[transetto]] corrisponde all'antico limite dell'edificio realizzato dal Moraglia. È divisa in tre [[navate]], due laterali e una principale, cui si accede attraverso le tre rispettive porte presenti sulla [[facciata]]. Queste navate, che percorrono i 42 metri di lunghezza della pianta, terminano in tre punti diversi dell'edificio: la navata di sinistra termina con l'ingresso nella [[sagrestia]]; quella centrale lascia il posto al [[presbiterio]]; quella di destra si ferma ad una porta che doveva condurre ad uno dei due [[pulpito|pulpiti]], oggi inutilizzati. L'accesso alla chiesa è permesso grazie anche a due porte laterali presenti sul lato che dà a meridione, una delle quali (quella posta accanto al campinile e che si può vedere nella foto sotto riportata) è stata realizzata dopo l'abbattimento (avvenuta per ordine del Sorteni<ref name=":6">{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale.|anno = |editore = |città = |p = 60}}</ref>) della cosiddetta ''Ca de sciatt''<ref>Espressione dialettale per indicare "casa dei poveri"</ref>, cioè di una piccola zona riservata alla gente troppo povera e che si vergognava di entrare nella chiesa vera e propria<ref name=":6" />. Ritornando alla descrizione dell'interno dell'edificio, la navate centrale è ornata da una [[teoria di colonne]] con [[capitello corinzio]], che sostengono la volta a galleria realizzata sotto il Sorteni<ref name=":5" />, mentre dal transetto all'inizio del presbiterio (dunque la chiesa progettata dal Moraglia), la volta a galleria lascia il posto ad una grande [[cupola]] impostata su un [[Tamburo (architettura)|tamburo]]. Sempre in quest'area della chiesa, ai lati sono presenti due [[cappella|cappelle laterali]], una dedicata alla [[Madonna del Rosario]] (navata laterale di destra), l'altra a [[san Giuseppe]] (navata laterale di sinistra). L'altare dedicato allo sposo di Maria è di età tardo-barocca<ref name=":9" />. Il presbiterio, rialzato rispetto allo spazio destinato al popolo dei fedeli, presenta infine un [[abside]] semicircolare.
==== Le ricchezze di San Bartolomeo ====
{{Vedi anche|Reliquie dei Magi (Brugherio)}}
[[File:Giovanni Valtorta, Gloria dell'Eterno Padre (San Bartolomeo).JPG|thumb|337x337px|Giovanni Valtorta, ''Gloria dell'Eterno Padre'', affresco della cupola del presbiterio.]]
===== Gli affreschi =====
La chiesa di San Bartolomeo, tra il 1880 e il 1940, ha visto abbellire le sue volte e gli interni grazie a dei cicli di affreschi e a dei dipinti posti ai lati dell'[[abside]] che, nonostante siano stati realizzati da artisti minori, la rendono pregevole dal punto di vista artistico. [[Giovanni Valtorta]] ebbe l'incarico, da parte del parroco Maroni, di affrescare la volta (''Gloria dell'Eterno Padre''), di realizzare una ''Natività ''e una ''Deposizione ''ai lati del [[presbiterio]]<ref name=":7">{{Cita libro|autore = Vicky Porfidio|titolo = Brugherio, i suoi luoghi, la sua storia|anno = |editore = |città = |p = 25}}</ref>. Il pittore piemontese [[Enrico Mariola]], nel 1913, fu chiamato da don Luigi Fumagalli perché provvedesse a decorare delle aree che sarebbero state poi demolite in occasione dei lavori compiuti vent'anni dopo dal Sorteni<ref name=":7" />. Unico lavoro del Mariola che è sopravvissuto sarebbe l'''Annunciazione ''che si trova sopra l'ingresso della [[sagrestia]]<ref name=":7" />. Infine, ad affrescare le volte realizzate dal Sorteni fu incaricato [[Vittorio Granchi]], ornate con delle figure di ''Santi ''e ''Profeti ''fortemente sentiti dalla devozione popolare dei brugheresi. Il Granchi realizzò, nella cappella della Vergine e di san Giuseppe, gli affreschi dipinti nel [[catino absidale]]<ref name=":7" />.
===== L'organo tornaghi, le sculture e il baldacchino =====
Oltre agli affreschi, la parrocchiale può vantare anche altre ricchezze artistiche e devozionali: l'[[Organo Tornaghi]] del 1859, oggetto di un attento [[restauro]] durato tre anni (2010-2013)<ref>{{Cita news|autore = Paolo Rappellino|titolo = Sabato 9 febbraio il primo concerto dell’organo restaurato|pubblicazione = NoiBrugherio|data = 9/02/2013|url = http://www.noibrugherio.it/wp/2013/02/09/sabato-9-febbraio-il-primo-concerto-dellorgano-restaurato/}}</ref><ref name=":8" />; la presenza delle Reliquie dei Magi, custodite in un antico [[reliquiario]] del [['600]] del quale è stata realizzata una copia in occasione del 400º anniversario della traslazione nella parrocchiale; le due [[vetrate]] poste sulle cappelle absidali della [[Madonna del Rosario]] e di [[san Giuseppe]], raffiguranti rispettivamente ''Il Martirio di San Bartolomeo'' e ''l'Adorazione dei Magi'', realizzate nel 1937 ad opera di una squadra di artisti guidata da [[Gio Ponti]]<ref name=":8" />. Le cappelle laterali, inoltre, sono ornate di [[sculture lignee]] risalenti, le più antiche, al [[XVII secolo]], mentre quelle più recenti sono del [[XX secolo|secolo scorso]]<ref name=":10">{{Cita libro|autore = Vicky Porfidio|titolo = Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia|anno = |editore = |città = |p = 26}}</ref>. Tra queste, la più antica e meglio elaborata è quella raffigurante [[sant'Antonio da Padova]]<ref name=":10" />. Uno dei più preziosi cimeli di proprietà della parrocchia, infine, consiste nel prezioso [[baldacchino]] usato durante la [[Corpus Domini|solennità del ''Corpus Domini'']]<ref name=":11">{{Cita web|autore = |url = http://www.comune.brugherio.mb.it/territorio/la-citt/Guida-ai-servizi.html|titolo = Guida ai Servizi|accesso = 16/04/2015|editore = |data = |formato = PDF}}</ref>. Risalente al 1845 e commissionato dal parroco Nova, ha vinto il primo posto dall'[[imperial regio governo austriaco]]<ref name=":11" />.
=== L'esterno ===
L'esterno della chiesa presenta un aspetto decorativo e architettonico molto semplice, al contrario dell'interno. La [[facciata]] è sicuramente il lato architettonico più interessante, in quanto è stato oggetto di vari rifacimenti nel corso del XIX e XX secolo. La facciata costruita dal Moraglia, dal sapore [[neoclassico]] per la semplicita ornamentale e per l'ordine geometrico con cui è scandita da [[lesene]], non differiva molto da quella realizzata poi dal Sorteni, se non per la presenza (al posto dell'attuale vetrata a lunetta) di un dipinto raffigurante i Re Magi<ref>Una foto del 1913 presente in ''San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale'', cit., p. 49, può servire come elemento di comparazione.</ref>. L'attuale facciata, opera del Sorteni, è scandita da due ordini di [[lesene]] [[ioniche]]. Il lato superiore della struttura è caratterizzato da un [[frontone a timpano]]<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-monza-brianza/cartina-monumenti-brugherio/monumenti-brugherio-chiesa-di-san-bartolomeo.htm|titolo = Chiesa di San Bartolomeo|accesso = 20/03/2015|editore = |data = }}</ref>.
=== La torre campanaria ===
{{Citazione|La vaga torre delle Campane ebbe principio nel 1751, e debbono que' terrazzani riconoscerne il compimento della generosità del Co. GianLuca Pallavicini Governatore di Milano, che solea recarsi talvolta a respirare aria salubre alla grandiosa vicina Villa di Monucco|Antonio Francesco Frisi, ''Memorie storiche di Monza e sua corte'', tomo III, in ''San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale'', p. 28.}}[[File:21BrugherioSBartolomeo.JPG|thumb|265x265px|La torre campanaria di San Bartolomeo vista da Via Tre Re.|left]]Così il [[canonico]] [[Antonio Francesco Frisi|Frisi]] accenna al particolare [[campanile]] che domina il panorama di Brugherio, costruito intorno alla metà del [[XVIII secolo]] (esattamente tra il 1751 e il 1771<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = Brugherio, i suoi luoghi, la sua storia - 225º Anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo|anno = |editore = |città = |p = 29}}</ref>) grazie ai fondi del Marchese Silva e del governatore di Milano, [[Luca Pallavicini]]<ref>{{Cita libro|autore = Cesare Cantù|titolo = Grande Illustrazione del Lombardo Veneto|anno = 1858|editore = Corona e Caimi Editor|città = Milano|volume = I}}</ref>. Edificato su di una vecchia torre campanaria ormai completamente decadente e fatiscente, il campanile della parrocchiale presenta delle caratteristiche completamente differenti rispetto al canone architettonico usato per gli altri omologhi della regione. Il campanile di San Bartolomeo è, infatti, a forma di [[torrione]]. Ornato dalla presenza di [[lesene]] decorative, è diviso orizzontalmente in quattro settori da dei [[marcapiani]]. L'ultimo settore, posto sotto la particolarissima [[cella campanaria]], ospita la presenza di due [[Orologio|orologi]], testimoniati dal De Petri già nel 1794<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = ''Manoscritto del De Petri'', citato in ''San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale''|anno = |editore = |città = |p = 29|citazione = Sotto al piano delle Campane è posto l'orologio, che a mezzo giorno ed a Ponente indica da due Quadranti le ore.}}</ref>. La cella campanaria e il [[terrazza|terrazzo ]]<nowiki/>recintanto sovrastante hanno subito una serie di interventi nel corso dei secoli. Se all'epoca del parroco De Petri le campane erano solamente tre<ref name=":1">{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |p = 29}}</ref>, nel corso del XIX secolo Don Gioachino Farè (parroco dal 1820 al 1838<ref name=":0" />), Gian Andrea Nova e Giuseppe Schieppati (1895-1898<ref name=":0" />) procedettero all'allargamento della cella campanaria, aggiungendovi prima cinque campane (1836<ref name=":1" />), per poi diventare sei nel 1838<ref name=":1" /> ed infine otto nel 1897<ref name=":2">{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |p = 31}}</ref>. Lo stesso discorso vale per il terrazzo ottagonale che culmina sopra la struttura. Al tempo del De Petri, probabilmente, il campanile terminava a [[cupola]]<ref>{{Cita libro|autore = |titolo = San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale|anno = |editore = |città = |p = 28}}</ref>, e solamente con le modifiche alla cella campanaria si decise di modificarne anche la cima. L'insicurezza, dovuta all'imprecisione delle fonti scritte, scema davanti alle prime fotografie di Brugherio, risalenti ai primi del [['900|Novecento]], quando il torrione presentato nella foto accanto era già presente. Gli ultimi ritocchi alla cima del campanile verranno apportati nel 1952, quando viene installato il meccanismo automatico per il suono delle campane<ref name=":2" />.
== Note ==
{{References|2}}
== Bibliografia ==
* ''Brugherio la nostra gente'', a cura del Movimento Terza Età, edito a cura del Comune di Brugherio, Assessorato alla Cultura, Brugherio, Tipolitografia Brambilla, 1992.
* Vicky Porfidio, ''Brugherio, i suoi luoghi, la sua storia - 225º Anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo'', edito a cura del Comune di Brugherio, 2009.
* Cesare Cantù, ''Grande Illustrazione del Lombardo Veneto'', Vol.I, Corona e Caimi Editori, Milano 1858<sup>2</sup>
* Giovanna Virgilio, ''Brugherio, percorsi tra storia e arte'', ISAL, Cesano Maderno 2004.
* Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, ''Una città nel segno dei Magi'', edita a cura della comunità pastorale Epifania del Signore e dell'Associazione Kairòs, 2012.
* Luciana Tribuzio Zotti, ''Brugherio nei documenti'', edito a cura del circolo Paolo Grassi, Brugherio 1986.
* Marco Rapetti - Mauro Bertoni - Simona Castelli et alii, ''San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale'', edito a cura dell'A.R.C.O., Brugherio 1994.
* ''S. Carlo Borromeo e Monza: memorie cittadine: pubblicate nel III centenario della canonizzazione,'' a cura del Comitato per le Feste, Tipografia sociale monzese, Monza 1910.
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.marcatorestauri.it/SchedaIntervento_affreschi.asp?ID=42 GF Marcato - I restauri degli anni '90 e 2000]
* ''[http://www.noibrugherio.it/wp/2013/02/09/sabato-9-febbraio-il-primo-concerto-dellorgano-restaurato/ NoiBrugherio]''
* [http://www.comune.brugherio.mb.it/territorio/la-citt/la-citta/ La Città di Brugherio - in giro per Brugherio], sul sito del Comune di Brugherio
* [http://www.comune.brugherio.mb.it/territorio/la-citt/Guida-ai-servizi.html Guida ai Servizi], sul sito del Comune di Brugherio
* [http://www.monzaebrianzainrete.it/itemById.do?id=2404 San Bartolomeo] su ''Monzaebrianzainrete''
* [http://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-monza-brianza/cartina-monumenti-brugherio/monumenti-brugherio-chiesa-di-san-bartolomeo.htm San Bartolomeo] su ''geoplan''
* [http://www.epifaniadelsignore.it/info/storia/155-storia-sb San Bartolomeo] sul sito della ''Comunità Pastorale Epifania del Signore''
* [http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01285/ San Bartolomeo] sul sito di ''Lombardia Beni Culturali''
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:San Bartolomeo (Brugherio)}}
{{Brugherio}}
{{portale|architettura|cattolicesimo|Lombardia}}
[[:Categoria:Architetture di Brugherio]]
[[:Categoria:Chiese della provincia di Monza e della Brianza]]
|