Locomotiva FS 206: differenze tra le versioni

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==Storia==
Le locomotive del gruppo vennero acquisite dalla ''[[Società italiana per le strade ferrate meridionali|Società delle Meridionali]]'' quasi a ridosso del [[1885]] anno in cui avvenne la ripartizione delle ferrovie precedenti tra le tre grandi reti. Si trattava di locomotive per treni merci. Erano in parte di costruzione nazionale e in parte estera: le prime 17 unità erano state consegnate dalle [[Officine di Pietrarsa]] ([[Napoli]]) nel [[1882]] e ulteriori 13 unità nel [[1884]] dalla [[Maschinenfabrik Esslingen|Kessler]] di [[Esslingen sul Neckar|Esslingen]]. Le ordinazioni successive erano state fatte alla ''Società alsaziana'' di [[Mulhouse]] in ragione di 12 unità consegnate nel [[1885]] e 8 consegnate nel [[1886]]. ''Pietrarsa'' ne aveva fornite altre 6 unità nel 1886 e, tra lo stesso anno e il [[1887]], ne aveva fornite 8 unità l'[[Ansaldo]] di [[Sampierdarena]]. Furono immatricolate nel parco macchine SFM da 3301 a 3364.
 
Vennero infine acquisite dalle [[Ferrovie dello Stato]] nel [[1906]] e immatricolate come FS 2061-2124.
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==Caratteristiche tecniche==
La locomotiva aveva una configurazione complessiva piuttosto semplice; fu costruita con il comune [[rodiggio]] 0-3-0, e ruote da 1.330&nbsp;mm di diametro, tipico delle locomotive tuttofare dell'epoca; era una macchina a vapore saturo, a 2 cilindri esterni, a semplice espansione. Venne realizzata con differenze piuttosto contenute in tre versioni di cui la serie da SFM 3331 a 3364 differiva per la forma piuttosto ridotta della cabina di guida, una distanza inferiore di 100&nbsp;mm tra macchina e tender e pochi altri particolari mentre la serie costituita dalle unità SFM 3306, 3315 e 3324 aveva alcune differenze tecniche e si distingueva per la posizione arretrata del [[duomo]] (posto all'altezza del III asse) e la sabbiera tra camino e duomo<ref name=ReferenceB>{{Cita|Album delle locomotive|tav.27}}.</ref>.
 
La caldaia che equipaggiava la maggior parte delle unità era lunga 7.000&nbsp;mm (6.952&nbsp;mm nelle 3 unità 2066, 2075 e 2084) e conteneva un volume d'acqua (misurata a 10&nbsp;cm sopra il ''cielo'' del forno) di 4,34&nbsp;m³ e un volume di vapore di 1,65&nbsp;m³; la sua pressione di taratura era di 9&nbsp;bar<ref>{{Cita|Album delle locomotive|tav.25}}.</ref>. Le tre macchine citate con la caldaia più corta erano meno capienti in acqua, 3,775&nbsp;m³ ma maggiormente vaporiere, 1,87&nbsp;m³<ref name=ReferenceB />. Tuttavia erano in grado di produrre quasi lo stesso quantitativo orario di vapore asciutto: 5.280/5.290&nbsp;kg<ref name="ReferenceA"/>. Di poco differenti erano anche le dimensioni esterne ed interne del corpo cilindrico, rispettivamente 1.372&nbsp;mm di diametro contro 1.330 e 1.316 contro 1.302; anche la sua lunghezza variava dai 5,165&nbsp;m (compresa di camera a fumo) a 5,152&nbsp;m<ref name=ReferenceA>{{Cita|Album delle locomotive|tavv. 25-26-27}}.</ref>.
Il forno era delle dimensioni di 1.600 x 1.016&nbsp;mm e di 1.560 x 1.090&nbsp;mm nel secondo caso; alto in media 1.210&nbsp;mm contro 1.310&nbsp;mm sul piano della graticola della superficie poco differente, 1,64&nbsp;m² nel primo sottogruppo e 1,60&nbsp;m² nel secondo.
Variava anche il numero di tubi bollitori, 183 contro 193, di ugual diametro 50/45&nbsp;mm con lunghezza uguale tra le piastre estreme di 4.250&nbsp;mm. Le differenze costruttive si traducevano in una differente superficie di riscaldamento: la superficie tubiera era di 109,94&nbsp;m² nel primo gruppo e 115,98 nel secondo; la superficie di riscaldamento estesa sulla volta del forno era rispettivamente di 7,08&nbsp;m² e di 7,58&nbsp;m². In totale quindi, 117,02&nbsp;m² contro 123,56&nbsp;m²<ref name="ReferenceA"/>.
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==Voci correlate==
*[[Lista dei rotabiliRotabili italiani]]
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