Adriano: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||[[Adriano (disambigua)]]|Adriano}}
{{Magistrato romano
{{Monarca
| nome =Publio Elio Traiano Adriano
| titolo = [[Imperatore romanoRomano]]
| immagine = Bust of Hadrian in the Musei Capitolini MC817.jpg
| legenda = Busto dell'imperatoredi Adriano ([[Musei Capitolini]])
|inizio regno = 11 agosto [[117]]
|fine regno = 10 luglio [[138]]
|tribunicia potestas = 22 volte: dal dicembre del [[117]] fino alla ventiduesima (XXII) del dicembre del [[137]]
| altrititoli =''Pontifex Maximus''<br />''Pater Patriae'' dal [[128]]
|cognomina ex virtute =
| nome completo =Publius Aelius Hadrianus<br />Caesar Traianus Hadrianus Augustus
|altrititoli = ''[[Pater Patriae]]'' dal [[128]]
| predecessore =[[Traiano]]
|salutatio imperatoria = 2 volte: la prima al momento della assunzione del potere imperiale nel [[117]] e la seconda nel [[135]] al termine della rivolta giudaica.
| successore =[[Antonino Pio]]
|nome completo = ''Publius Aelius Hadrianus'' alla nascita; <br> ''Publius Aelius Traianus Hadrianus'' dopo l'adozione; <br> ''Imperator Caesar Traianus Hadrianus Augustus'' da sovrano
| coniuge 1 =[[Vibia Sabina]]<ref>[[Antinoo]] fu l'amante e il favorito ufficiale dell'imperatore</ref>
|predecessore = [[Traiano]]
| figli =nessuno.<br />Adottivi:<br />[[Lucio Elio Cesare]]<br />[[Antonino Pio]]
|successore = [[Antonino Pio]]
| dinastia =[[Dinastia degli Antonini|Antonini]]
|coniuge 1 = [[Vibia Sabina]]<ref>[[Antinoo]] fu l'amante e il favorito ufficiale dell'imperatore</ref>
| padre =[[Publio Elio Adriano Afro]]
|figli = nessuno<br />Adottivi:<br />[[Lucio Elio Cesare]]<br />[[Antonino Pio]]
| madre =[[Domizia Paolina]]
|dinastia = [[Dinastia degli Antonini|Antonini]]
| data di nascita =24 gennaio [[76]]
|padre = [[Publio Elio Adriano Afro]]
| luogo di nascita=[[Italica]]
|madre = [[Domizia Paolina]]
| data di morte =10 luglio [[138]]
| luogodata di mortenascita = 24 gennaio [[Baia (Bacoli)|Baia76]]
|luogo di sepolturanascita = [[Castel Sant'Angelo|Mausoleo di AdrianoItalica]]
|data di morte = {{Calcola età3|138|7|10|76|1|24}}
|}}
|luogo di morte = [[Baia (Bacoli)|Baia]]
|sepoltura = [[Castel Sant'Angelo|Mausoleo di Adriano]]
|tribuno militare = della ''[[Legio II Adiutrix]]'' in [[Pannonia inferiore]] ([[95]]); della ''[[Legio V Macedonica]]'' in [[Mesia inferiore]] ([[96]]); della ''[[Legio XXII Primigenia]]'' in [[Germania superiore]] ([[97]])
|questura = nel [[101]]
|vigintivirato = fu uno dei ''[[Decemviro|decemviri stlitibus iudicandis]]''
|edilità =
|tribunato della plebe = nel [[105]]
|pretura = nel [[106]]
|legatus_legionis = della ''[[Legio I Minervia]]'' nel [[106]], in [[Germania inferiore]]
|propretura =
|consolato = 3 volte: nel [[108]] (''suffectus''), [[118]] e [[119]]
|proconsolato =
|procurator_augusti =
|legatus_augusti = della [[Pannonia inferiore]] nel [[107]]; della [[Siria (provincia romana)|Siria]] nel [[117]]
|pontificato massimo = al momento dell'assunzione del trono nel [[117]]
|carica religiosa = tra i [[sodales Augustales]], prima del [[112]]
}}
{{Bio
|Nome = Publio ElioCesare Traiano Adriano
|Cognome = AdrianoAugusto
|PostCognomeVirgola = noto semplicemente comenato '''Publio Elio Adriano'''
|PreData = [[lingua latina{{latino|latino]]: ''Publius AeliusCaesar Traianus Hadrianus'' Augustus}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Italica
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|GiornoMeseMorte = 10 luglio
|AnnoMorte = 138
|Epoca = 100
|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , il terzo della [[dinastia degli [[imperatori adottivi]], che; regnò dal [[117]] fino alla sua morte
}}
 
FuSuccessore di [[Traiano]], fu uno dei "buoni imperatori" secondo lo storico [[Edward Gibbon]]. Colto e appassionato ammiratore della cultura greca, viaggiò per tutto l'impero e valorizzò le province. Fu attento a migliorare le condizioni dei militari. In [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] fece costruire un vallo fortificato, il [[Vallo di Adriano]]. Inaugurò una nuova strategia militare per l'impero: all'espansione e alla conquista preferì il consolidamento dei confini e la loro difesa. Mantenne le conquiste di [[Traiano]], a parte la [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] che assegnò a un sovrano vassallo. Il suo governo fu caratterizzato da [[tolleranza]], efficienza e splendore delle [[Arte|arti]] e della [[filosofia]]. EgliGrazie stessoalle studiòricchezze provenienti dalle conquiste, Adriano ordinò l'edificazione di molti edifici pubblici in Italia e nelle province, come terme, teatri, anfiteatri, strade e porti. Nella villa che fece costruire a Tivoli riprodusse i monumenti greci che amava di più e trasformò la sua dimora in museo. L'imperatore lasciò un segno indelebile anche a Roma, con l'edificazione del Mausoleo, la [[ellenismoCastel Sant'Angelo|Mole Adriana]], e con la ricostruzione del quale[[Pantheon era(Roma)|Pantheon]], appassionatodistrutto da un incendio.
 
== Biografia ==
{{quote|Era ad un tempo serio e gioviale, affabile e contegnoso, sfrenato e controllato, avaro e generoso, schietto e simulatore, crudele e mite, e sempre in ogni cosa mutevole.|''[[Historia Augusta]]''<ref>{{cita|Historia Augusta|''Hadrianus'', 14, 11}}.</ref>}}
=== Origini familiari ===
Sulla nascita di Adriano le fonti non concordano: alcune (come [[Elio Sparziano]]) sostengono che nacque a [[Roma]], dove il padre stava svolgendo importanti funzioni pubbliche; ma la maggior parte degli autori afferma che Adriano nacque a [[Italica]], a {{M|7|u=km}} da Siviglia, in [[Betica|Hispania Baetica]], municipio fondato da italici ai tempi di [[Publio Cornelio Scipione l'Africano]]. La sua famiglia era originaria della città di ''Hatria'', l'attuale [[Atri]]. Il padre, [[Publio Elio Adriano Afro]], era imparentato con [[Traiano]]. La madre, [[Domizia Paolina]], era originaria di [[Cadice]]. Adriano aveva una sorella maggiore ([[Elia Domizia Paolina]]), una nipote (Giulia Serviana Paolina) e un pronipote (Gneo Pedanio Fusco Salinatore). I suoi genitori morirono nell'[[85]]/[[86]], quando Adriano aveva solo nove anni. Grazie al [[Corpus Inscriptionum Latinarum]], sappiamo che Adriano ebbe una nutrice di nome Germana, una schiava di origini germaniche successivamente liberata che gli sopravvisse arrivando a morire a ottant'anni<ref>{{cita testo|url=https://books.google.de/books?id=_XE_AQAAMAAJ&dq=D%20M%20%2F%20%5Baeli%5DAE%20GERMANAE%20DIVI%20%2F%20%5Bhad%5DRIANI%20NUTRICI%20ET%20AELIO&pg=PA1426#v=onepage&q=D%20M%20%2F%20%5Baeli%5DAE%20GERMANAE%20DIVI%20%2F%20%5Bhad%5DRIANI%20NUTRICI%20ET%20AELIO&f=false|titolo=Whilelm Henzen, Giovanni Battista de Rossi, ''Corpus inscriptionum Latinarum VI. Inscriptiones urbis Romae latinae'' p. 1426.}}</ref>.
Sulla nascita di Adriano le fonti non concordano: alcune (come [[Elio Sparziano]]) sostengono che nacque a [[Roma]], dove il padre stava svolgendo importanti funzioni pubbliche; altre (come [[Dione Cassio]]) che Adriano nacque a [[Italica]], a 7&nbsp;km da Siviglia, in [[Betica|Hispania Baetica]].
 
La sua famiglia era originaria della città [[Regio V Picenum|picena]] di ''Hatria'', l'attuale [[Atri]], ma si insediò a Italica subito dopo la sua fondazione a opera di [[Publio Cornelio Scipione|Scipione l'africano]]. Il padre, [[Publio Elio Adriano Afro]], era imparentato con [[Traiano]]. La madre, [[Domizia Paolina]], era originaria di [[Cadice]].
 
Adriano aveva una sorella maggiore ([[Elia Domizia Paolina]]), una nipote (Giulia Serviana Paolina) e un pronipote (Gneo Pedanio Fusco Salinatore). I suoi genitori morirono nell'[[85]]/[[86]], quando Adriano aveva solo nove anni.
[[File:Ritratto del decennale di traiano, inv. 2269 01.JPG|thumb|left|upright=0.8|L'imperatore Traiano]]
 
=== Giovinezza ===
Traiano, che non aveva avuto figli, divenne di fatto il [[tutore (educazione)|tutore]] del giovane dopo la morte dei suoi genitori. Anche la moglie di Traiano, [[Plotina]], lo aiutò notevolmente nel ''[[cursus honorum]]'', trattandolo come proprio figlio. Inoltre sembra sia stata lei a spingerlo a sposare [[Vibia Sabina]], anche lei parente di Traiano. Il [[matrimonio]] avvicinò ulteriormente il futuro imperatore alle stanze del potere, grazie anche agli ottimi rapporti intrattenuti con la suocera [[Salonina Matidia|Matidia]]. Per il resto il matrimonio fu un fallimento. Dopo che l'imperatore [[Nerva]] ebbe nominato Traiano suo successore, presentandolo in [[senato romano|Senato]] nel [[97]], la carriera di Adriano fu notevolmente agevolata.
 
Dopo che l'imperatore [[Marco Cocceio Nerva|Nerva]] ebbe nominato Traiano suo successore, presentandolo in [[senato romano|Senato]] nel [[97]], la carriera di Adriano fu notevolmente agevolata.
==== Cariche ottenute ====
Le cariche accumulate nel ''cursus honorum'' del futuro imperatore furono numerosissime. Quando Nerva morì nel 98, Adriano si precipitò a informare personalmente Traiano. E 'statoFu anche [[arconte]] ad [[Atene]] per un breve periodo, e fu eletto ufficialmente come cittadino ateniese<ref>Iscrizione in Atene, anno 112 AD: {{CIL III, |03|550}} = InscrAtt 3 = IG II, 3286 = Dessau 308 = IDRE 2, 365: ''P(ublio) Aelio P(ubli) f(ilio) Serg(ia) Hadriano / co(n)s(uli) VIIviro epulonum sodali Augustali leg(ato) pro pr(aetore) Imp(eratoris) Nervae Traiani / Caesaris Aug(usti) Germanici Dacici Pannoniae inferioris praetori eodemque / tempore leg(ato) leg(ionis) I Minerviae P(iae) F(idelis) bello Dacico item trib(uno) pleb(is) quaestori Imperatoris / Traiani et comiti expeditionis Dacicae donis militaribus ab eo donato bis trib(uno) leg(ionis) II / Adiutricis P(iae) F(idelis) item legionis V Macedonicae item legionis XXII Primigeniae P(iae) F(idelis) seviro / turmae eq(uitum) R(omanorum) praef(ecto) feriarum Latinarum Xviro s(tlitibus) i(udicandis)'' //... (testo in greco)</ref>. La sua carriera completa prima di diventare imperatore fu la seguente:
 
La sua carriera completa prima di diventare imperatore è la seguente:
* [[decemviro]] stlitibus iudicandis
* seviro [[turma]]e equitum Romanorum
* [[praefectus urbi|praefectus Urbi]] feriarum Latinarum causa
* [[tribunus militum]] con la [[Legio II Adiutrix]] piae Fidelis nel 95, in [[Pannonia inferiore]]
* tribunus militum con la [[Legio V Macedonica]] nel 96, in [[Mesia inferiore]]
* tribunus militum con la [[Legio XXII Primigenia]] nel 97, in [[Germania superiore]]; successivamente trasferito alla [[Legio I Minervia]].
* [[questore (storia romana)|questore]] (nel 101)
* ab Actis senatus
* [[tribunus plebis]] (nel 105)
* [[pretore (storia romana)|pretore]] (nel 106)
* [[Legatus legionis]] Idella Minerviae[[Legio piaeI FidelisMinervia]] (106, in [[Germania inferiore]])
* [[Legatus]] Augusti pro praetore]] Pannoniaedella Inferiorisprovincia romana della [[Pannonia inferiore]] (107)
* [[console (storia romana)|console]] suffectus (108)
* [[septemviri epulones|septemviro epulonum]] (prima del 112)
* [[Sodales Augustales]] (prima del 112)
* [[arconte]] ad [[Atene]] (tra il 112/13)
* [[Legatus Augusti pro praetore]] in [[Siria (provincia romana)|Siria]] (117)<ref>H. W. Benario in [{{cita testo|url=http://www.roman-emperors.org/hadrian.htm |titolo=Roman-emperors.org]}}</ref>
 
=== Ascesa al trono ===
{{Vedi anche|Adozione nell'antica Roma}}
[[File:Head Roman woman Glyptothek Munich 405.jpg|thumb|upright=0.8|Plotina]]
Al contrario del suo predecessore, Adriano non fu mai [[adozione nell'antica Roma|adottato]]<nowiki> ufficialmente, tramite la presentazione in Senato. Su questo punto l'</nowiki>''[[Historia Augusta]]'' riporta diverse teorie, una delle quali fa discendere il suo avvento al potere da una presunta nomina di [[Traiano]] morente, molto probabilmente una messinscena organizzata da [[Plotina]], che avrebbe orchestrato abilmente l'operazione, d'accordo con il prefetto del pretorio [[Publio Aclio Attiano|Attiano]]. La questione, in realtà, appare assai più complessa. Pare difficile che Adriano possa aver preso il ruolo di successore di [[Traiano]] per sola intercessione di [[Plotina]] e di alcuni suoi collaboratori. Alcuni conii monetali attesterebbero il titolo di ''Caesar'' per Adriano già in un periodo compreso tra il [[114]] e il [[117]].
{{Vedi anche|Adozione (storia romana)}}
Al contrario del suo predecessore, Adriano non fu mai [[adozione (storia romana)|adottato]]<nowiki> ufficialmente, tramite la presentazione in Senato. Su questo punto l'</nowiki>''[[Historia Augusta]]'' riporta diverse teorie, una delle quali fa discendere il suo avvento al potere da una presunta nomina di [[Traiano]] morente, molto probabilmente una messinscena organizzata da [[Plotina]], che avrebbe orchestrato abilmente l'operazione, d'accordo con il prefetto del pretorio [[Publio Aclio Attiano|Attiano]].
 
Sulla scia di tali dati l'adozione di Adriano apparirebbe meno offuscata da dubbi e una deliberata volontà di [[Traiano]]. Adriano, salito al trono, allontanò dai luoghi di potere gran parte del seguito e dell'amministrazione di Traiano, non senza ricorrere a metodi brutali (come nella repressione della [[congiura dei consolari]]), compresi i vertici militari<ref>[[Alberto Angela]], ''[[Impero. Viaggio nell'Impero di Roma seguendo una moneta]]'', Mondadori, 2010</ref>. In ogni caso la ratifica da parte dell'esercito, che acclamò il nuovo imperatore, chiuse la questione.
La questione, in realtà, appare assai più complessa. Pare difficile che Adriano possa aver preso il ruolo di successore di [[Traiano]] per sola intercessione di [[Plotina]] e di alcuni suoi collaboratori. Alcuni coni monetali attesterebbero il titolo di ''Caesar'' per Adriano già in un periodo compreso tra il [[114]] e il [[117]]. Sulla scia di tali dati l'adozione di Adriano apparirebbe meno offuscata da dubbi e una deliberata volontà di [[Traiano]].
 
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Adriano, salito al trono, allontanò dai luoghi di potere gran parte del seguito e dell'amministrazione di Traiano, dei quali aveva fatto parte anche lui, compresi i vertici militari.<ref>[[Alberto Angela]], ''[[Impero. Viaggio nell'Impero di Roma seguendo una moneta]]'', Mondadori, 2010</ref> In ogni caso la ratifica da parte dell'esercito, che acclamò il nuovo imperatore, chiuse la questione.
File:Head Roman woman Glyptothek Munich 405.jpg|[[Plotina]]
File:Traianus Glyptothek Munich 72b.jpg|[[Traiano]]
</gallery>
 
=== Principato (117-138) ===
{{Vedi anche|Monetazione da Nerva ad Adriano}}
Il Senato, ricevuto un messaggio dal neo elettoneoeletto, nel quale egli riferiva di non essersi potuto sottrarre alla volontà dell'esercito, si allineò a sua volta. Sia i militari chesia i senatori trassero notevoli benefici dalla loro acquiescenza: i primi ricevettero il tradizionale donativo in misura più cospicua che in passato e anche i membri del Senato ebbero dei vantaggi. La fulmineità dell'ascesa al potere, accompagnata dall'eliminazione fisica dei principali potenziali dissidenti o concorrenti, portò a un insediamento rapido, seguito da un continuo rafforzamento che durò per tutto il ventennio in cui Adriano rimase al potere. L'opposizione al ''neo princeps'' era costituita da generali che, come lo stesso Adriano, avevano seguito Traiano nelle più importanti battaglie di ampliamento territoriale: tra questi Quieto, la cui morte provocò sommosse di ribellione in Mauretania. Adriano fu uno degli imperatori morti per cause naturali e non assassinati in una congiura. Anche la designazione del successore e il suo insediamento, dopo la morte di Adriano, non furono ostacolati.
 
La fulmineità dell'ascesa al potere, accompagnata dall'eliminazione fisica dei principali potenziali dissidenti o concorrenti, portò a un insediamento rapido, seguito da un continuo rafforzamento che durò per tutto il ventennio in cui Adriano rimase al potere. L'opposizione al neo princeps era costituita da generali che,come lo stesso Adriano, avevano seguito Traiano nelle più importanti battaglie di ampliamento territoriale: tra questi Quieto, la cui morte provocó sommosse di ribellione in Mauretania. Fu uno degli imperatori morti per cause naturali e non assassinati in una congiura. Anche la designazione del successore e il suo insediamento, dopo la morte di Adriano, non furono ostacolati.
 
==== Politica interna ====
[[File:Head of Publius Aelius Traianus Hadrianus in Museo Nazionale Romano.jpg|250px|thumb|leftupright=0.8|[[Ritratto di Adriano (Museo delle Terme)|Ritratto di Adriano]] del [[Museo delle Terme]] a [[Roma]], una delle repliche più fresche del ritratto ufficiale dell'imperatore dopo l'ascesa al trono del [[117]]]]
===== Tolleranza =====
{{vedi anche|Rescritto di Adriano a Gaio Minucio Fundano}}
Un caposaldo della politica adrianea fu l'idea di ampliare, quando possibile, i livelli di tolleranza. Si fece promotore di una riforma legislativa per alleggerire la posizione degli [[schiavo|schiavi]], i quali si trovavano in situazioni disumane allorché si verificasse un crimine ai danni del ''dominus''. Anche nei confronti dei cristiani mostrò maggiore tolleranza dei suoi predecessori. Ne rimane testimonianza, intorno all'anno [[122]], in un [[Rescritto di Adriano a Gaio Minucio Fundano|rescritto indirizzato a Gaio Minucio Fundano]], [[proconsole]] della [[Asia (provincia romana)|provincia d'Asia]]. In esso l'imperatore, a cui era stato richiesto come comportarsi nei confronti dei cristiani e delle accuse a loro rivolte, rispose di procedere nei loro confronti solo in ordine a notizie circostanziate emergenti da un procedimento giudiziario e non sulla base di accuse generiche.
 
Anche nei confronti dei cristiani mostrò maggiore tolleranza dei suoi predecessori. Ne rimane testimonianza, intorno all'anno [[122]], in un [[Rescritto di Adriano a Gaio Minucio Fundano|rescritto indirizzato a Gaio Minucio Fundano]], [[proconsole]] della [[Asia (provincia romana)|provincia d'Asia]]. In esso l'imperatore, a cui era stato richiesto come comportarsi nei confronti dei cristiani e delle accuse a loro rivolte, rispose di procedere nei loro confronti solo in ordine a notizie circostanziate emergenti da un procedimento giudiziario e non sulla base di accuse generiche.
 
===== Riforma dell'editto pretorio =====
Un'altra riforma operata da Adriano fu quella dell'[[editto pretorio]]. Questo strumento normativo consisteva in un'esposizione di principi giuridici generali, che il magistrato enunciava al momento dell'insediamento. Con l'andar del tempo, questi principi costituirono un nucleo di norme consolidato (''edictum vetus'' o ''tralaticium''), al quale ogni pretore aggiungeva le fattispecie che intendeva tutelare. Tecnicamente la finalità dell'editto era quella di concedere tutela processuale anche a rapporti non previsti dallo ''[[ius civile]]''. Con la riforma adrianea, che l'imperatore affidò al [[giuristi romani|giurista romano]] [[Salvio Giuliano]] negli anni dal [[130]] al [[134]], l'editto venne codificato, fu approvato da un [[senatoconsulto]] e divenne perpetuo (''edictum perpetuum'').
 
Sempre in campo giuridico, Adriano pose fine al sistema ideato da [[Augusto]] che, concedendo ad alcuni giuristi lo ''ius respondendi ex auctoritate principis'', aveva consentito che il diritto si espandesse progressivamente attraverso l'opera creatrice di alcuni esperti scelti dall'imperatore stesso. Adriano sostituì al gruppo di giuristi isolati dello schema augusteo un ''consilium principis,'', che contribuì alla progressiva istituzionalizzazione di questa figura, togliendole l'indipendenza residuata.
 
===== Riforma della pubblica amministrazione =====
MalgradoNonostante avesse seguito personalmente più di una campagna militare (la più impegnativa quella dacica al seguito di [[Traiano]]), Adriano si dimostrò, oltre che esperto di cose militari, il che era prevedibile, anche un grande riformatore della pubblica amministrazione. Il suo intervento sulle strutture amministrative dell'impero fu profondo e radicale, dimostrando che era parte di un piano globale che l'imperatore andava applicando, a mano a mano, alla struttura dell'esercito, alla difesa dei confini, alla politica estera, alla politica economica. Adriano aveva una sua visione dell'impero e cercava di uniformare le singole parti al suo disegno.
 
In luogo dei [[liberto|liberti]] cesarei diede spazio e importanza a nuovi funzionari provenienti dalla classe dei cavalieri. Essi erano preposti alle varie branche amministrative suddivise per materie: finanze, giustizia, patrimonio, contabilità generale e così via. Le carriere furono determinate, così come le retribuzioni, e la pubblica amministrazione divenne più stabile e meno soggetta ai cambiamenti connessi con l'avvicendarsi degli imperatori.
 
In luogo dei [[liberto|liberti]] cesarei diede spazio e importanza a nuovi funzionari provenienti dalla classe dei cavalieri. Essi erano preposti alle varie branche amministrative suddivise per materie: finanze, giustizia, patrimonio, contabilità generale e così via. Le carriere furono determinate, così come le retribuzioni, e la pubblica amministrazione divenne più stabile e meno soggetta ai cambiamenti connessi con l'avvicendarsi degli imperatori. Attento amministratore, Adriano pensò anche a tutelare nel migliore dei modi gli interessi dello Stato con l'istituzione dell{{'}}''[[advocatus fisci]],'', cioè una sorta di [[avvocatura dello Stato]] che si occupasse di difendere in giudizio gli interessi delle finanze pubbliche (''fiscus''). Va considerato che in epoca tardo-imperiale l'originaria bipartizione tra ''aerarium'' (la finanza pubblica di area senatoria) e ''fiscus'' (la finanza pubblica di competenza del ''princeps'') era andata scomparendo per l'avvenuta unificazione delle due aree nelle mani dell'imperatore.
 
===== I viaggi e la visita di tutto l'Impero =====
[[File:Hadrianus gate.jpg|thumb|La Porta di Adriano, ad [[Adalia]], [[Turchia]] meridionale, costruita per celebrare la visita dell'imperatore avvenuta nel [[130]].]]
 
Appena il suo potere fu sufficientemente consolidato, Adriano intraprese una serie di viaggi in tutto l'Impero ([[Gallia]], Germania, [[Britannia]], Spagna, Mauritania), per rendersi conto di persona delle esigenze e prendere i provvedimenti necessari per rendere il sistema difensivo efficiente. Nel [[123]] iniziò il lungo viaggio d'ispezione delle province orientali che lo impegnò per due anni. Nel [[128]], ispezionò la provincia d'Africa. Nell'anno seguente si recò di nuovo in orienteOriente. La sua filosofia risulta evidente dai suoi atti: il ritiro da territori indifendibili, il controllo dei confini basato su difese stanziali, la politica degli accordi con gli ''Stati cuscinetto'' che facevano da interposizione fra il territorio dell'impero e quello dei popoli confinanti. Durante il viaggio in Egitto nel [[130|130 d.C.]], Adriano si recò a visitare i [[Colossi di Memnone]]. In età romana molti visitatori, richiamati da uno dei colossi di Memnone per il suo [[Colossi di Memnone#Origine del nome|canto al sorgere del sole]], erano soliti a lasciare incise sulle gambe della statua le loro osservazioni e le loro dediche. Anche gli accompagnatori di Adriano e dell'imperatrice [[Vibia Sabina|Sabina]] fra il 20 e il 21 novembre del 130, lasciarono alcuni testi:
[[File:EGYPT-AMENHOTEPIII.JPG|miniatura|[[Colossi di Memnone]]]]
{{citazione|quando in compagnia dell'imperatrice Sabina fui presso Memnone. Tu Memnone, che sei figlio dell'Aurora e del venerabile Titone e che sei assiso di fronte alla città di Zeus, o tu, [[Akhenaton|Amenoth]], re egizio, a quanto raccontano i sacerdoti esperti delle antiche leggende, ricevi il mio saluto e, cantando, accogli a tua volta favorevolmente la moglie venerabile dell'imperatore Adriano.}}
 
In questi lunghi viaggi, nei quali praticamente percorse tutto l'impero, non si occupò solo di questioni legate alla difesa dei confini, ma anche di esigenze amministrative, edificazioni di edifici pubblici e, più in generale, di cercare di migliorare lo standard di vita delle province. Al contrario di altri imperatori, che governarono l'impero senza muoversi praticamente mai da Roma, Adriano scelse un metodo di conoscenza diretta, che poté attuare grazie al consolidamento della situazione interna: allontanarsi dalla sede del potere per periodi così prolungati presupponeva una certezza assoluta sulla tenuta del sistema. Un altro elemento era la curiosità propria del suo carattere e la propensione per i viaggi, che lo accompagnò tutta la vita.
La sua filosofia risulta evidente dai suoi atti: il ritiro da territori indifendibili, il controllo dei confini basato su difese stanziali, la politica degli accordi con gli ''stati cuscinetto'' che facevano da interposizione fra il territorio dell'impero e quello dei popoli confinanti.
 
Amò la cultura, l'architettura e la scultura greca. Soggiornò molte volte ad Atene e in tutta la Grecia, attratto da quel mondo pieno di meraviglie artistiche, e le popolazioni locali innalzarono in suo onore molte statue.
In questi lunghi viaggi, nei quali praticamente percorse tutto l'impero, non si occupò solo di questioni legate alla difesa dei confini, ma anche di esigenze amministrative, edificazioni di edifici pubblici e, più in generale, di cercare di migliorare lo standard di vita delle province.
 
Al contrario di altri imperatori, che governarono l'impero senza muoversi praticamente mai da Roma, Adriano scelse un metodo di conoscenza diretta, che poté attuare grazie al consolidamento della situazione interna: allontanarsi dalla sede del potere per periodi così prolungati presupponeva una certezza assoluta sulla tenuta del sistema. Un altro elemento era la curiosità propria del suo carattere e la propensione per i viaggi, che lo accompagnò tutta la vita.
[[File:Hadrian Greek BM Sc1381.jpg|thumb|Statua raffigurante l'imperatore Adriano, in veste greca, mentre offre un sacrificio ad [[Apollo]], [[marmo]], 117-125, proveniente dal tempio di Apollo a [[Cirene (città)|Cirene]], attualmente a [[Londra]], [[British Museum]].]]
 
==== Politica estera ====
===== Adriano e le campagne militari =====
{{Vedi anche|Vallo di Adriano|Esercito romano}}
[[File:Hadrian Greek BM Sc1381.jpg|thumb|left|upright=0.8|Statua raffigurante l'imperatore Adriano, in veste greca, mentre offre un sacrificio ad [[Apollo]], [[marmo]], 117-125, proveniente dal tempio di Apollo a [[Cirene]], attualmente a [[Londra]], [[British Museum]]]]
Il regno di Adriano fu caratterizzato da una generale pausa nelle operazioni militari. Egli abbandonò le conquiste di [[Traiano]] in [[Mesopotamia]], considerandole indifendibili, a causa dell'immane sforzo logistico necessario per far giungere rifornimenti a quelle latitudini e alla molto maggiore estensione del confine che sarebbe stato necessario difendere<ref>Le conquiste di Traiano avevano permesso di acquisire la Mesopotamia e la parte settentrionale della Persia fino al Mar Caspio, ma le nuove conquiste costituivano due aree approssimativamente triangolari con lati piccoli sul fiume Eufrate e aventi come confine gli altri lati</ref>.
 
La politica di Adriano fu tesa a tracciare confini controllabili a costi sostenibili. Le frontiere più turbolente furono rinforzate con opere di fortificazione permanenti, la più famosa delle quali è il possente [[Vallo di Adriano]] in [[Gran Bretagna]]. Qui Adriano, dopo aver terminato la conquista del Nord dell'isola, fece costruire una lunga fortificazione per arginare i popoli della [[Caledonia]]. Anche la frontiera del [[Danubio]] fu rinforzata con strutture di varia natura.
 
Il problema delle strutture difensive era strettamente connesso col territorio e col tipo di difesa che si voleva instaurare. Infatti strutture particolarmente pesanti e durature, oltre a richiedere tempi di realizzazione e costi ingentissimi, mal si adattavano a mutamenti strategici nelle linee difensive. Se un territorio era particolarmente soggetto a incursioni in un determinato periodo, una struttura leggera, formata da fossati, terrapieni e palizzate, poteva fornire una discreta tenuta, dando alle truppe di stanza nelle fortificazioni il tempo di intervenire.
 
Diverso era il caso di incursioni in profondità o di vere e proprie invasioni, che richiedevano strutture molto più resistenti, le quali però, una volta edificate, diventavano definitive e non seguivano le evoluzioni politiche e strategiche del territorio. Molte regioni passavano da situazioni di occupazione vera e propria allo stato di protettorati, i cosiddetti "stati clienti", il che modificava notevolmente le necessità difensive.
 
Il regno di Adriano fu caratterizzato da una generale pausa nelle operazioni militari. La politica di disimpegno dalle conquiste che erano state condotte con pervicacia e successo da Traiano, inaugurata da Adriano (che aveva posto fine alla guerra partica a prezzo della perdita di Assiria, Mesopotamia e Armenia), suscitò non pochi malumori tra i vecchi vertici militari legati al precedente imperatore, che furono prontamente soffocati. Egli abbandonò le conquiste di [[Traiano]] in [[Mesopotamia]], considerandole indifendibili, a causa dell'immane sforzo logistico necessario per far giungere rifornimenti a quelle regioni e alla molto maggiore estensione del confine che sarebbe stato necessario difendere<ref>Le conquiste di Traiano avevano permesso di acquisire la Mesopotamia e la parte settentrionale della Persia fino al Mar Caspio, ma le nuove conquiste costituivano due aree approssimativamente triangolari con lati piccoli sul fiume Eufrate e aventi come confine gli altri lati.</ref>. La politica di Adriano fu tesa a tracciare confini controllabili a costi sostenibili. Le frontiere più turbolente furono rinforzate con opere di fortificazione permanenti, la più famosa delle quali è il possente [[Vallo di Adriano]] in [[Gran Bretagna]]. Qui Adriano, dopo aver terminato la conquista del Nord dell'isola, fece costruire una lunga fortificazione per arginare i popoli della [[Caledonia]]. Anche la frontiera del [[Danubio]] fu rinforzata con strutture di varia natura.
Quando la politica del protettorato si consolidava, si mantenevano in loco le risorse strettamente necessarie, spostando le risorse liberate in zone più calde. Questo sistema, detto delle [[Vexillationes]], cioè di distaccamenti prelevati da una legione e comandati altrove, dette ottimi risultati conferendo un'elasticità di manovra notevole.
 
Il problema delle strutture difensive era strettamente connesso col territorio e col tipo di difesa che si voleva instaurare. Infatti strutture particolarmente pesanti e durature, oltre a richiedere tempi di realizzazione e costi ingentissimi, mal si adattavano a mutamenti strategici nelle linee difensive. Se un territorio era particolarmente soggetto a incursioni in un determinato periodo, una struttura leggera, formata da fossati, terrapieni e palizzate, poteva fornire una discreta tenuta, dando alle truppe di stanza nelle fortificazioni il tempo di intervenire. Diverso era il caso di incursioni in profondità o di vere e proprie invasioni, che richiedevano strutture molto più resistenti, le quali però, una volta edificate, diventavano definitive e non seguivano le evoluzioni politiche e strategiche del territorio. Molte regioni passavano da situazioni di occupazione vera e propria allo stato di protettorati, i cosiddetti "Stati clienti", il che modificava notevolmente le necessità difensive.
Il sistema dei distaccamenti consentiva anche di non turbare gli equilibri regionali faticosamente raggiunti, perché non si spostava un'intera legione ma singoli reparti. Il che, con il consolidamento di una difesa sempre più stanziale e con i conseguenti legami che si instauravano tra i legionari e gli abitanti locali, consentiva di mantenere il controllo del territorio, disponendo comunque di una massa di manovra da destinare a operazioni belliche ove fosse stato necessario.
 
Quando la politica del protettorato si consolidava, si mantenevano in loco le risorse strettamente necessarie, spostando le risorse liberate in zone più calde. Questo sistema, detto delle [[vexillationes]], cioè di distaccamenti prelevati da una legione e comandati altrove, dette ottimi risultati conferendo un'elasticità di manovra notevole. Il sistema dei distaccamenti consentiva anche di non turbare gli equilibri regionali faticosamente raggiunti, perché non si spostava un'intera legione ma singoli reparti. Il che, con il consolidamento di una difesa sempre più stanziale e con i conseguenti legami che s'instauravano tra i legionari e gli abitanti locali, consentiva di mantenere il controllo del territorio, disponendo comunque di una massa di manovra da destinare a operazioni belliche ove fosse stato necessario.
[[File:Vibia Sabina (Villa Adriana) 01.jpg|thumb|left|upright=0.8|Vibia Sabina]]
Per mantenere alto il morale delle truppe e non lasciarle impigrire, Adriano stabilì intensi turni di addestramento, ispezionando personalmente le truppe nel corso dei suoi continui viaggi. Poiché non era incline, già dai tempi delle campagne daciche, a distinguersi per lussi particolari, si spostava a cavallo e condivideva in tutto la vita rude dei legionari.
 
[[File:Vibia Sabina (Villa Adriana) 01.jpg|thumb|upright=0.7|[[Vibia Sabina]]]]
Di questa attività rimane memoria nelle cosiddette [[Iscrizioni di Lambesi]]<ref>Sul punto si veda: M.A. Levi, ''Adriano, un ventennio di cambiamento'', cit. in bibl. pag. 44 e seg.</ref>, che vennero erette dopo una permanenza dell'imperatore nel [[castrum]] omonimo, sede della [[Legio III Augusta]] di stanza in [[Numidia]]. Nel documento viene descritta una serie di esercitazioni molto complesse che la legione svolse con successo nell'anno [[128]], a dimostrazione della nuova dottrina difensiva di Adriano, che intendeva ottenere il massimo dell'efficienza militare anche in quadranti, come quello numidico, abbastanza pacifici.
Per mantenere alto il morale delle truppe e non lasciarle impigrire, Adriano stabilì intensi turni di addestramento, ispezionando personalmente le truppe nel corso dei suoi continui viaggi. Poiché non era incline, già dai tempi delle campagne daciche, a distinguersi per lussi particolari, si spostava a cavallo e condivideva in tutto la vita rude dei legionari. Di questa attività rimane memoria nelle cosiddette [[Iscrizioni di Lambesi]]<ref>Sul punto si veda: M.A. Levi, ''Adriano, un ventennio di cambiamento'', cit. in bibl. pag. 44 e seg.</ref>, che vennero erette dopo una permanenza dell'imperatore nel [[castrum]] omonimo, sede della [[Legio III Augusta]] di stanza in [[Numidia]]. Nel documento viene descritta una serie di esercitazioni molto complesse che la legione svolse con successo nell'anno [[128]], a dimostrazione della nuova dottrina difensiva di Adriano, che intendeva ottenere il massimo dell'efficienza militare anche in quadranti, come quello numidico, abbastanza pacifici.
 
Da un punto di vista della struttura organizzativa non portò grandi innovazioni nell'esercito, salvo creare nuovi corpi (secondo alcuni, rinforzare) corpi già esistenti), basati su leva locale, denominati [[Numero (esercito romano)|Numeri]], al fine di dare un apporto alle truppe ausiliarie, i cosiddetti [[Auxilia]]. I motivi erano diversi, innanzitutto tecnici: si trattava di mettere in linea truppe molto specializzate, ad esempio lanciatori, o destinate a terreni particolari, o equipaggiate in modo non convenzionale (come alcuni corpi di cavalleria pesante). Inoltre i Numeri non fruivano come gli Auxilia del diritto di vedere arruolati stabilmente i loro figli nelle legioni e quindi contribuivano a mantenere gli organici in numero costante.
 
I Numeri erano molto più vicini degli Auxilia ai gruppi etnici stanziati nei territori che si intendevano controllare e conservavano organizzazione e armamento loro propri. Il tutto a costi nettamente inferiori a quelli che si sostenevano per i legionari regolari, i quali, oltre a una paga di tutto rispetto, fruivano di donativi saltuari e di una liquidazione alla fine del servizio, spesso costituita dal diritto di proprietà di terreni.
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===== La rivolta in Giudea (132-135) =====
{{vedi anche|Terza guerra giudaica}}
[[File:Thedecapolis1865 Spruner Map Israel or Palestine post 70 AD.pngjpg|thumb|left|Laupright=1.0|L'antica [[Giudeagiudea romana|provincia romana di Giudea]]. al tempo di Adriano]]
 
Il problema della Giudea si era manifestato in tutta la sua gravità finofin dai tempi della prima rivolta, nel [[66]], quando le truppe di Cestio Gallo, governatore della Siria, furono duramente sconfitte con perdite rilevantissime (poco meno di seimila uomini, secondo [[Giuseppe Flavio]]) e la perdita delle insegne da parte della [[Legio XII Fulminata|Legio XII ''Fulminata'']]. Il tutto adper opera di truppe che non si potevano tecnicamente definire all'altezza di quelle romane. Il che dimostra la fortissima motivazione dei combattenti Giudei e, in particolare degli Zeloti. La rivolta si protrasse fino alla distruzione di [[Gerusalemme]] del [[70]], adper opera del generale [[Tito (imperatore romano)|Tito]], figlio di [[Vespasiano]], e alla caduta della fortezza di [[Masada]] avvenuta nel [[73]], conclusasi con la morte per suicidio di tutti i resistenti e dei membri delle loro famiglie. Nel [[115]], sotto [[Traiano]] alla rivolta divampata a [[Cirene (città)|Cirene]], in [[Egitto]] e a [[Cipro]] si unirono anche i Giudei con effetti devastanti.
 
Nel [[115]], sotto [[Traiano]] alla rivolta divampata a [[Cirene]], in [[Egitto]] e a [[Cipro]] si unirono anche i Giudei con effetti devastanti. Il problema era strutturale, dato che gli abitanti della Giudea rifiutavano decisamente la romanizzazione, sia per motivi nazionalistici chesia, soprattutto, per motivi religiosi. Infatti, professando una religione monoteista che, in quanto tale, non prevedeva l'affiancamento di altre divinità come era avvenuto in tutte le province, l'integrazione diveniva completamente impossibile. Quando Adriano si trovò a dover affrontare la ricostruzione di [[Gerusalemme]] ripropose i moduli architettonici e urbanistici applicati in tutto l'impero, mentre la popolazione ebraica chiedeva una ricostruzione nella forma precedente alla distruzione del 70.
 
A seguito della visita effettuata alle rovine della città nel 130 cominciò l'opera di ricostruzione permettendo inizialmente la ricostruzione di un [[Terzo Tempio]], ma secondo la testimonianza del ''[[Midrash]]''<ref name="ReferenceA">Midrash Rabba, Genesis Rabba 64 (end).</ref> quando gli venne riferito dai [[Samaritani]] che ciò sarebbe stato causa scatenante di continua [[sedizione]], parve ricredersi. Di poco seguente, la scelta di far erigere, in luogo di quello ebraico (come accadeva in tutto il resto dell'impero) un tempio al dio romano [[Giove (divinità)|Giove]] sul sito del [[Monte del Tempio]]<ref>[[Cassio Dione]], ''[[Historia Augusta]]'' 69.12.1.</ref>, e altre costruzioni dedicate a varie divinità romane in tutta Gerusalemme, tra cui un grande tempio alla dea [[Venere (divinità)|Venere]]<ref name="Jerusalem 1981">[[Virgilio Corbo]], ''The Holy Sepulchre of Jerusalem'' (1981)</ref>.
 
Di poco seguente, la scelta di far erigere, in luogo di quello ebraico (come accadeva in tutto il resto dell'impero) un tempio al dio romano [[Giove (divinità)|Giove]] sul sito del [[Monte del Tempio]]<ref>[[Cassio Dione]], ''[[Historia Augusta]]'' 69.12.1</ref>, ed altre costruzioni dedicate a varie divinità romane in tutta Gerusalemme, tra cui un grande tempio alla dea [[Venere (divinità)|Venere]]<ref name="Jerusalem 1981">[[Virgilio Corbo]], ''The Holy Sepulchre of Jerusalem'' (1981)</ref>. Egli fece poi anche rinominare la città la quale divenne così [[Aelia Capitolina]] in onore di se stesso e di [[Giove Capitolino]], la principale divinità romana. Secondo [[Epifanio di Salamina|Epifanio]] (''De ponderibus et mensuris '', cap. XIII-XVI .; ed. Migne, ii II. 259-264), Adriano nominò [[Aquila di Sinope]] - parente acquisito dello stesso imperatore - come "supervisore dei lavori di costruzione della città"<ref>Epiphanius, ''Treatise on Weights and Measures'' – Syriac Version (ed. James Elmer Dean), University of Chicago Press, c1935, p. 30</ref>. Si dice anche che operò per mettere un grande [[Foro (urbanistica)|foro]], che avrebbe dovuto essere il centro d'incontro sociale primario della nuova città, all'incrocio delle strade principali del [[Cardine (storia romana)|cardine]] e del [[decumano]], oggi facente parte dell'area quadrata costituita dal [[Muristan]]. Presto i [[Giuda (tribù)|Giudei]], che avevano sperato in tutt'altro, furono assai delusi dal constatare quanto stava accadendo alla loro terra sacra, cominciarono pertanto sempre più un'opera di opposizione.
 
Si dice anche che operò per mettere un grande [[Forum (luogo)]], che avrebbe dovuto essere il centro d'incontro sociale primario della nuova città, all'incrocio delle strade principali del [[Cardine (storia romana)]] e del [[Decumano Massimo]], oggi facente parte dell'area quadrata costituita dal [[Muristan]].
Presto i [[Giudei]], che avevano sperato in tutt'altro, furono assai delusi dal constatare quanto stava accadendo alla loro terra sacra, cominciarono pertanto sempre più un'opera di opposizione.
{{Coin image box 1 double|header = Adriano visita la Giudea|hbkg = #abcdef|image = file:Hadrian visit to Judea.jpg|caption_left = HADRIANVS AVG COS III P P - busto laureato di Adriano volto verso destra|caption_right = ADVENTVI AVG IVDAEAE, S C in esergo. Sulla sinistra Adriano stante, sulla destra la Giudea, stante, ai cui lati si trovano tre ragazzi.|width = 250|footer = Æ [[Sesterzio]], ca. 117-130 d.C.|position = right|margin = 5}}
Quindi una causa della rivolta fu il nazionalismo degli abitanti della Giudea. Altra causa, secondo una tradizione basata sulla ''[[Historia Augusta]]'', suggerisce che le tensioni siano via via cresciute sinofino a sfociare in uno scontro aperto quando Adriano volle abolire la [[circoncisione]] rituale della [[religione ebraica]] (il [[Brit milah]])<ref>{{Cita libro|cognome1= Schäfer|nome1= Peter|wkautore1= Peter Schäfer|titolo= Judeophobia: Attitudes Toward the Jews in the Ancient World|lingua=en
|url= http://books.google.com/books?id=8jIhYBwkO80C|editore= Harvard University Press|datapubblicazione= 1998|pp= 103–105103-105| isbnISBN = 978-0-674-04321-3|accesso= 1º febbraio 2014|citazione= [...] Hadrian's ban on circumcision, allegedly imposed sometime between 128 and 132 CE [...]. The only proof for Hadrian's ban on circumcision is the short note in the ''Historia Augusta'': 'At this time also the Jews began war, because they were forbidden to mutilate their genitals (''quot vetabantur mutilare genitalia''). [...] The historical credibility of this remark is controversial [...] The earliest evidence for circumcision in Roman legislation is an edict by Antoninus Pius (138-161 CE), Hadrian's successor [...] [I]t is not utterly impossible that Hadrian [...] indeed considered circumcision as a 'barbarous mutilation' and tried to prohihit it. [...] However, this proposal cannot be more than a conjecture, and, of course, it does not solve the questions of when Hadrian issued the decree (before or during/after the Bar Kokhba war) and whether it was directed solely against Jews or also against other peoples.}}</ref> che egli, da fine ellenista qual era, avrebbe interpretato come l'esser una pura e semplice mutilazione fisica<ref name=Mackay>Mackay, Christopher. ''Ancient Rome a Military and Political History'' 2007: 230</ref>. Tuttavia su questo specifico punto la revisione moderna ha evidenziato che moltissimi popoli sotto il dominio romano, nell'area nordafricana e mediorientale, la praticavano senza divieti e che quindi appare singolare un divieto specifico; uno studioso, Peter Schäfer, ribadisce che non vi sono mai state prove per affermare una simile ipotesi proibizionista<ref>{{cita testo
|titolo=The Bar Kokhba War Reconsidered: New Perspectives on the Second Jewish Revolt Against Rome
|autore=Peter Schäfer
|lingua=en
|url=https://books.google.it/books?id=_5ltAAAAMAAJ&q=The+Bar+Kokhba+War+Reconsidered:+New+Perspectives+on+the+Second+Jewish+Revolt+Against+Rome&dq=The+Bar+Kokhba+War+Reconsidered:+New+Perspectives+on+the+Second+Jewish+Revolt+Against+Rome&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&redir_esc=y
|editore= Mohr Siebeck|anno= 2003| p= 68|ISBN= 9783161480768}}</ref><ref>{{cita testo
|titolo=The History of the Jews in the Greco-Roman World: The Jews of Palestine from Alexander the Great to the Arab Conquest
|autore=Peter Schäfer |lingua=en|editore=Routledge|data= 2 settembre 2003| p= 146}}</ref><ref>''[[Historia Augusta]]'', ''Adriano'' {{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Hadrian/1*.html#14.2|titolo=14.2}}</ref>.
 
Nel [[132]], divampò la [[terza guerra giudaica]], con i ribelli comandati da [[Simon Bar Kochba]] (Simone figlio della stella). Le perdite dei Romani furono tanto pesanti che nel rapporto di Adriano al Senato fu omessa l'abituale formula "Io e il mio esercito stiamo bene". Necessitò di ben 12 legioni per reprimere la rivolta, ossia circa cinque sesti di tutta la forza militare dell'Impero: fu la sola volta in cui il Senato rinunciò a far celebrare il trionfo al ritorno dell'Imperatore dopo una vittoria militare<ref>Gérard Nahon, Article ''Bar-Kokhba'', Encyclopaedia Universalis, DVD, 2007</ref>. Nonostante le perdite subite, nel [[135]], Adriano riuscì a distruggere la città fortificata di [[Betar (Giudea)|Bétar]] e soffocare la ribellione devastando la Giudea ({{formatnum:580000}} [[ebrei]] rimasero uccisi, 1,5 milioni deportati al Mercato degli Schiavi di Adriano a [[Gaza]], 50 città fortificate e 985 villaggi furono distrutti), Adriano tentò di sradicare l'[[Ebraismo]] considerandolo la causa delle continue ribellioni. Proibì di seguire la [[legge ebraica]], di attenersi al [[calendario ebraico]] e mise a morte gli studiosi della ''[[Torah]]'' (il [[martirio (ebraismo)|martirio]]). I "Rotoli sacri" delle scritture furono formalmente e solennemente bruciati sul [[Monte del Tempio]]. Nel tentativo di cancellare la memoria stessa della Giudea, rinominò la provincia ''[[Syria Palaestina]]'' (dal nome dei loro antichi nemici, i [[Filistei]], dall'ebraico "Philistim" פְּלִשְׁתִּים che significa "invasori") e agli ebrei da quel momento in poi fu fatto divieto di entrare nella capitale riconsacrata al [[paganesimo]].
}}</ref> che egli, da fine ellenista qual era, avrebbe interpretato come l'esser una pura e semplice mutilazione fisica<ref name=Mackay>Mackay, Christopher. ''Ancient Rome a Military and Political History'' 2007: 230</ref>. Tuttavia su questo specifico punto la revisione moderna ha evidenziato che moltissimi popoli sotto il dominio romano, nell'area nordafricana e mediorientale, la praticavano senza divieti e che quindi appare singolare un divieto specifico; uno studioso, Peter Schäfer, ribadisce che non vi sono mai state prove per affermare una simile ipotesi proibizionista<ref>The Bar Kokhba War Reconsidered: New Perspectives on the Second Jewish Revolt Against Rome Peter Schäfer Mohr Siebeck, 2003 pg 68</ref><ref>The History of the Jews in the Greco-Roman World: The Jews of Palestine from Alexander the Great to the Arab Conquest By Peter Schäfer Routledge, 2 Sep 2003 pg 146</ref><ref>''[[Historia Augusta]]'',
''Adriano''[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Hadrian/1*.html#14.2 14.2]</ref>.
 
Più tardi si permise loro di piangere la loro umiliazione una volta all'anno a Tisha B'Av. Era evidente che l'impero non poteva permettersi di mantenere in vita un potenziale focolaio di ribellione in un'area così delicata, soprattutto in considerazione della presenza di comunità ebraiche in molti paesi al di fuori della Giudea derivante dalla [[diaspora]] avvenuta in seguito ai fatti del [[70]]. Quando le fonti ebraiche parlano di Adriano è sempre con l'[[epitaffio]] "possano essere le sue ossa frantumate" (שחיק עצמות o שחיק טמיא<ref>La versione aramaica, "שחיק טמיא", viene utilizzata, per esempio, in {{cita testo|url=https://he.wikisource.org/wiki/%D7%9E%D7%93%D7%A8%D7%A9_%D7%A8%D7%91%D7%94_%D7%A2%D7%9C_%D7%95%D7%99%D7%A9%D7%9C%D7%97|titolo=Genesis Rabbah 78:1}}. A ciò fa riferimento [[Rashi]] nel suo commento alla frase, "טמא לנפש", nel {{cita testo|url=http://www.chabad.org/parshah/torahreading.asp?AID=39589&p=3&showrashi=true|titolo=commentario a Numeri 5:2}}. In altre due occasioni poi Rashi si riferisce poi a [[Bereshit (libro)]] nel suo commentario, 10:3 e 28:3, utilizzando la versione ebraica, "שחיק עצמות"</ref>, nell'equivalente aramaico), espressione mai usata neppure nei confronti di [[Vespasiano]] o del figlio [[Tito (imperatore)|Tito]] che avevano fatto distruggere il [[Secondo Tempio]].
Nel [[132]] divampò la [[terza guerra giudaica]], con i ribelli comandati da [[Simon Bar Kochba]] (Simone figlio della stella). Le perdite dei romani furono tanto pesanti che nel rapporto di Adriano al senato fu omessa l'abituale formula "Io e il mio esercito stiamo bene".
[[File:Statue of Caesar Hadrian from Caesarea.JPG|thumb|left|Statua in [[porfido]] ritraente Adriano rinvenuta a [[Cesarea marittima]]]]
Nel [[135]] dopo aver soffocato la ribellione e devastato la Giudea (580.000 [[Ebreo|Ebrei]] rimasero uccisi e 50 città fortificate e 985 villaggi furono distrutti), Adriano tentò di sradicare l'[[Ebraismo]] considerandolo la causa delle continue ribellioni. Proibì di seguire la [[legge ebraica]], di attenersi al [[calendario ebraico]] e mise a morte gli studiosi della ''[[Torah]]'' (il [[martirio (ebraismo)]]). I "Rotoli sacri" delle scritture furono formalmente e solennemente bruciati sul [[Monte del Tempio]].
Nel tentativo di cancellare la memoria stessa della Giudea, rinominò la provincia ''[[Syria Palaestina]]'' (dal nome degli antichi abitatori di quella terra, i [[Filistei]]), e agli [[ebrei]] da quel momento in poi fu fatto divieto di entrare nella capitale riconsacrata al [[paganesimo]].
Più tardi si permise loro di piangere la loro umiliazione una volta all'anno a Tisha B'Av. Era evidente che l'impero non poteva permettersi di mantenere in vita un potenziale focolaio di ribellione in un'area così delicata, soprattutto in considerazione della presenza di comunità ebraiche in molti paesi al di fuori della Giudea derivante dalla [[diaspora]] avvenuta in seguito ai fatti del [[70]].
 
Quando le fonti ebraiche parlano di Adriano è sempre con l'[[epitaffio]] "possano essere le sue ossa frantumate" (שחיק עצמות o שחיק טמיא,<ref>La versione aramaica, "שחיק טמיא", viene utilizzata, per esempio, in [http://he.wikisource.org/wiki/%D7%9E%D7%93%D7%A8%D7%A9_%D7%A8%D7%91%D7%94_%D7%A2%D7%9C_%D7%95%D7%99%D7%A9%D7%9C%D7%97 Genesis Rabbah 78:1]. A ciò fa riferimento [[Rashi]] nel suo commento alla frase, "טמא לנפש", nel [http://www.chabad.org/parshah/torahreading.asp?AID=39589&p=3&showrashi=true commentario a Numeri 5:2]. In altre due occasioni poi Rashi si riferisce poi a [[Bereshit (libro)]] nel suo commentario, 10:3 e 28:3, utilizzando la versione ebraica, "שחיק עצמות"</ref> nell'equivalente aramaico), espressione mai usato neppure nei confronti di [[Vespasiano]] o del figlio [[Tito (imperatore romano)]] che avevano fatto distruggere il [[Secondo Tempio]].
[[File:Statue of Caesar Hadrian from Caesarea.JPG|thumb|left|Statua in [[porfido]] ritraente Adriano rinvenuta a [[Cesarea Marittima]].]]
====== Nella letteratura rabbinica ======
La [[letteratura rabbinica]] è in genere fortemente critica nei confronti della sua politica estera, in particolare riguardo all'intolleranza religiosa che dimostrò verso gli ebrei; le sue politiche infatti sono state viste ede intese dai [[rabbini]] come un attacco alla propria libertà religiosa, di continuare cioè a studiare la [[Torah]] e di seguire gl'gli insegnamenti della [[legge ebraica]]. La maggior parte delle storie raccontate dai "Saggi di Israele" riflettono un approccio bifronte del suo operato: in una storia viene raccontato di come punisce un Ebreoebreo che non è riuscito a salutarlo in tempo. Alla domanda rivoltagli su quale fosse la logica della sua severità nel colpire gli uomini, egliAdriano rispose: "Tu vorresti forse darmi consigli su come uccidere i miei nemici?"<ref>Midrash Rabba (Lamentations Rabba), section 3</ref>.
 
In un'altra storia, invece, Adriano scese dal suo carro e si inchinò davanti ad una ragazza ebrea affetta da [[lebbra]]. Quando fu interrogato dai suoi soldati sul motivo per cui l'avesse fatto, l'imperatore rispose con un doppio versetto del [[libro di Isaia]] - dimostrando in tal modo di conoscerlo assai bene - in lode della nazione di Israele: "Così dice Dio il redentore di Israele per l'anima degli oppressi davanti alla nazione ripugnante, i re vedranno e scenderanno"<ref>[[midrash HaGadol]] to dvarim 26:19</ref>.
 
In un'altra storia, invece, Adriano scese dal suo carro e s'inchinò davanti a una ragazza ebrea affetta da [[lebbra]]. Quando fu interrogato dai suoi soldati sul motivo per cui l'avesse fatto, l'imperatore rispose con un doppio versetto del [[libro di Isaia]] - dimostrando in tal modo di conoscerlo assai bene - in lode della nazione di Israele: "Così dice Dio il redentore di Israele per l'anima degli oppressi davanti alla nazione ripugnante, i re vedranno e scenderanno"<ref>[[midrash HaGadol]] to dvarim 26:19</ref>.
Il [[Malbim]], nel suo commento al [[libro di Daniele]]<ref>Midrash Rabba, Genesis Rabba 64 (end).</ref> dice come Adriano abbia fatto erigere una statua di se stesso nel sito della HaMikdash Bet (il luogo ove sorgeva il santo [[Tempio di Gerusalemme]]) in un giorno per celebrare l'anniversario della distruzione del Tempio da parte di Tito<ref>Malbim to Daniel 9:27</ref>.
 
Il [[Malbim]], nel suo commento al [[libro di Daniele]]<ref name="ReferenceA"/> dice come Adriano abbia fatto erigere una statua di sé stesso nel sito della HaMikdash Bet (il luogo ove sorgeva il santo [[Tempio di Gerusalemme]]) in un giorno per celebrare l'anniversario della distruzione del Tempio da parte di Tito<ref>Malbim to Daniel 9:27</ref>. Secondo i documenti storici ebraici di quel tempo, il famoso rabbino e studioso nonché un contemporaneo di Adriano, il rabbino Yehoshua figlio di Anania, si oppose a qualsiasi intervento militare ebraico contro l'esercito romano di occupazione, a dispetto dei duri decreti di Roma promulgati contro la popolazione, e lo stesso fecero anche molti altri.
[[File:Статуя Адриана.jpg|thumb|Statua colossale di Adriano trionfante con globo in una mano e scettro nell'altra, conservata all'[[Ermitage]].]]
 
==== Attività culturali e protezione delle arti ====
{{Vedi anche|Storia della letteratura latina (117 - 192)|Età traianea e adrianea}}
{{Citazione|Piccola anima smarrita e soave,<br />compagna e ospite del corpo,<br />ora t'appresti a scendere in luoghi<br />incolori, ardui e spogli,<br />ove non avrai più gli svaghi consueti.|''[...[Historia Augusta]|poesia], inAdriano'', stile25, ellenistico9. Poesia composta da "P. Aelius Hadrianus Imp."Adriano poco prima della morte, traduzione di [[Lidia Storoni Mazzolani]]|[[Animula vagula blandula]]<br />Hospes comesque corporis<br />Quae nunc abibis in loca<br />Pallidula rigida nudula<br />Nec ut soles dabis iocos[...|lingua=la}}
[[File:Villa adriana canopos.jpg|thumb|left|Canopo di Villa Adriana]]
Adriano è stato descritto, da Ronald Syme tra gli altri, come il più versatile degli imperatori romani. Gli piaceva dimostrare di essere versato in tutti i campi intellettuali e letterari; ma soprattutto frequentò e protesse l'[[arte]], essendo egli stesso un fine [[intellettuale]], amante delle [[arti figurative]], della [[poesia]] e della [[letteratura]]. Anche l'[[architettura]] lo appassionava molto e durante il suo principato si adoperò per dare un'impronta stilistica personale agli edifici via via edificati.
Adriano è stato descritto, da [[Ronald Syme]] tra gli altri, come il più versatile degli imperatori romani. Gli piaceva dimostrare di essere versato in tutti i campi intellettuali e letterari; ma soprattutto frequentò e protesse l'[[arte]], essendo egli stesso un fine [[intellettuale]], amante delle [[arti figurative]], della [[poesia]] e della [[letteratura]]. Anche l'[[architettura]] lo appassionava molto e durante il suo principato si adoperò per dare un'impronta stilistica personale agli edifici via via edificati.
[[File:Villa adriana canopos.jpg|thumb|left|Canopo di Villa Adriana.]]
 
La grande [[villa]] che si fece costruire, [[Villa Adriana]] a [[Tivoli]] (Tibur), è stato il più grande esempio romano di "giardino alessandrino", che ha ricreato un autentico paesaggio sacro al suo interno; andato in gran parte perduto a causa della spoliazione delle rovine adper opera del [[cardinale]] [[Ippolito II d'Este]] il quale utilizzò molto del marmo rimosso per costruire la sua [[Villa d'Este (Tivoli)|sua celebre proprietà]]. La villa di Adriano costituisce l'esempio più notevole di una dimora immensa costruita con passione, intesa come luogo della memoria, intessuto di citazioni architettoniche e paesaggistiche, di riproduzioni, su varia scala, di luoghi come la [[Stoà Pecile]] ateniese<ref>{{Cita testo |autore=Ilaria Romeo |titolo=The Panhellenion and Ethnic Identity in Hadrianic Greece |pubblicazione=Classical Philology |volume=97 |numero=1 |mese=gennaio |anno=2002 |pp= 21-40}}</ref> o [[Canopo (Egitto)|Canopo in Egitto]].
[[File:Pantheon novembre 2004.jpg|thumb|left|Il [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] di [[Roma]], costruito da [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]], fu restaurato da Adriano]]
 
Anche il [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] a [[Roma]], originariamente costruito da [[Marco Vipsanio Agrippa]] ma andato distrutto a seguito di un incendio nell'80, fu ricostruito proprio sotto l'egida di Adriano nella caratteristica forma a cupola che mantiene ancora oggi; questo è tra i meglio conservati degli antichi edifici della capitale imperiale e la sua struttura ha successivamente influenzato alcuni tra i più grandi architetti del [[Rinascimento italiano]] e del periodo [[Barocco]]. La città fu inoltre ulteriormente arricchita di templi, come il [[tempio di Venere e Roma]] e di edifici pubblici. Da già ben prima di salire al trono provava un vivo interesse per l'architettura, ma sembra che questo non sia stato sempre troppo ben accolto.
 
Da già ben prima di salire al trono provava un vivo interesse per l'architettura, ma sembra che questo non sia stato sempre troppo ben accolto. Ad esempio, sembra che spesso l'imperatore in persona mettesse mano ai progetti il che, secondo [[Cassio Dione]], portò ada un conflitto con [[Apollodoro di Damasco]], famoso architetto di corte ufficialmente investito dell'incarico progettuale del [[Foro di Traiano]] il quale respinse i suoi disegni e proposte per apportarne modifiche. Quando [[Traiano]] fece chiamare Apollodoro per consultarlo su un problema sorto inerente all'opera, ecco che Adriano l'interruppe per mettersi a dare consigli, per cui Apollodoro rispose così: "Andate via e continuate a disegnare le vostre zucche. Tu non sai niente di questi problemi"<ref>Cassius{{cita Diotesto|autore=Cassio [Dione |url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#4 | titolo=69,4,2] |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200329072634/http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#4 }}; ÜbersetzungTraduzione nachsecondo {{Cita|Opper 2009, S|pag.&nbsp;102}}.</ref>. "Zucche" si riferisce ai disegni di Adriano di cupole come il [[Serapeo]] che poi installò nella sua villa. Sempre secondo lo storico una volta che Adriano divenne imperatore, infastidito dalla disistima dell'architetto che lo riteneva poco più di un dilettante, sarebbe arrivato al punto da mandarlo prima in [[esilio]] e poi a metterlo a morte.
 
Anche in questo caso, come già con [[Tacito]] e [[Svetonio]] nei confronti di [[Tiberio]], [[Claudio]] e [[Nerone]], è difficile capire quanto lo storico riferisca fatti reali e non illazioni dettate da animosità nei confronti dell'imperatore. Adriano ha scritto poesie in latino e greco; delle sue varie raccolte, andate completamente perdute, uno dei pochi esempi riusciti a giungere sino a noi è un frammento riportato dalla ''[[Historia Augusta]]''<ref>{{Cita web |titolo=Historia Augusta |voce=Hadrian |url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Hadrian/2*.html#25.9 |volume=25.9}}</ref><ref>Antony Birley, p. 301.</ref>, che pare avrebbe dovuto essere parte di un poema latino composto, o meglio fatto dettare, sul letto di morte. Ha anche scritto un'[[autobiografia]] - apparentemente non un'opera di grande ampiezza o di vasta profondità psicologica, ma progettata perlopiù per inserire varie notizie o fatti importanti della sua vita e spiegare le motivazioni delle diverse azioni da lui compiute durante il suo regno.
Sempre secondo lo storico una volta che Adriano divenne imperatore, infastidito dalla disistima dell'architetto che lo riteneva poco più di un dilettante, sarebbe arrivato al punto da mandarlo prima in [[esilio]] e poi a metterlo a morte. Anche in questo caso, come già con [[Tacito]] e [[Svetonio]] nei confronti di [[Tiberio]], [[Claudio]] e [[Nerone]], è difficile capire quanto lo storico riferisca fatti reali e non illazioni dettate da animosità nei confronti dell'imperatore.
 
[[File:Arco di costantino, tondi adrianei, caccia al leone.jpg|thumb|Tondo dell'[[Arco di Costantino]] raffigurante la caccia al leone di Adriano]]
Adriano ha scritto poesie in latino e greco; delle sue varie raccolte, andate completamente perdute, uno dei pochi esempi riusciti a giungere sino a noi è un frammento riportato dalla ''[[Historia Augusta]]''<ref>Historia Augusta, ''Hadrian''
[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Hadrian/2*.html#25.9 25.9]; Antony Birley, p. 301</ref>, che pare avrebbe dovuto essere parte di un poema latino composto, o meglio fatto dettare, sul letto di morte. Ha anche scritto un'[[autobiografia]] - apparentemente non un'opera di grande ampiezza o di vasta profondità psicologica, ma progettata perlopiù per inserire varie notizie o fatti importanti della sua vita e spiegare le motivazioni delle diverse azioni da lui compiute durante il suo regno.
[[File:Arco di costantino, tondi adrianei, caccia al leone.jpg|thumb|[[Tondo]] dell'[[Arco di Costantino]] raffigurante la caccia al leone di Adriano.]]
 
Adriano era poi un cacciatore appassionato, e questo fin dai tempi della sua giovinezza, secondo una fonte<ref>''{{Cita web |titolo=Historia Augusta'', ''|voce=Adriano'' [|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Historia_Augusta/Hadrian/1*.html#2 |volume=2.1].}}</ref>: Nelnel nord-ovest dell'Asia, avrebbe fondato e dedicato una città per commemorare un'orsa che era riuscito a stanare e uccidere<ref name=foxhadrian>Fox, Robin ''The Classical World: An Epic History from Homer to Hadrian'' Basic Books. 2006 pg 574</ref>. Si è documentato inoltre il fatto che mentre si trovava in viaggio lungo l'[[Egitto romano]] - assieme al suo amato ragazzo [[Antinoo]] - uccise un leone<ref name=foxhadrian/>. A Roma, otto rilievi caratterizzano l'imperatore in diverse fasi della caccia; essi decorano un edificio che era stato inizialmente progettato come un monumento che doveva celebrare uno di questi eventi<ref name=foxhadrian/>.
Adriano, benché, sempre secondo Cassio Dione, disconoscesse [[Omero,]]<ref>[[Cassio Dione]], ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]'' LXIX 4.6: "«In ogni occasione ignorò Omero, sostituendolo con [[Antimaco di Colofone|Antimaco]], il cui nome, in precedenza, era stato per lo più sconosciuto».</ref>, fu un umanista profondamente vicino all'[[ellenismo]] nei gusti; culturalmente aveva familiarità con l'opera dei filosofi [[Epitteto]], esponente dello [[stoicismo]] nonché suo amico personale, [[Gaio Avidio Eliodoro|Eliodoro]] e [[Favorino]]; ma studiò approfonditamente sia [[Platone]] chesia [[Epicuro]],<ref>{{Cita web |url=http://www.puntoerre.eu/pegaso/wp-content/uploads/2009/12/Plotina.pdf |titolo=Plotina |urlmorto=sì }}</ref>, oltre alla [[lingua greca antica]]. Vicino anche ai bisogni sociali più concreti ha mitigato la [[schiavitù nell'antica Roma]], dandole un codice legale di regolamentazione più umanizzato proibendo ad esempio la [[tortura]] sulle persone ridotte in [[schiavitù]]. Ha costruito [[biblioteche romane|biblioteche]] (un esempio è la [[biblioteca di Adriano]] ad [[Atene]]), [[acquedotti romani|acquedotti]], [[terme romane]] e [[teatro romano (architettura)|teatri]].
[[File:Adriano5.jpg|thumb|left|La barba di Adriano]]
 
Vicino anche ai bisogni sociali più concreti ha mitigato la [[schiavitù nell'antica Roma]], dandole un codice legale di regolamentazione più umanizzato proibendo ad esempio la [[tortura]] sulle persone ridotte in [[schiavitù]]. Ha costruito [[biblioteche romane|biblioteche]] (un esempio è la [[biblioteca di Adriano]] ad [[Atene]]), [[acquedotti romani|acquedotti]], [[terme romane]] e [[teatro romano (architettura)|teatri]]. Da molti storici è considerato per essere stato saggio e giusto: [[Friedrich Schiller|Schiller]] ebbe modo di definirlo "primo servitore dell'Impero", e lo storico inglese [[Edward Gibbon]] ha ammirato la sua "vasta e attiva opera di genio", così come la sua "equità e moderazione". Nel 1776, ha affermato che quella di cui anche Adriano faceva parte era stata la "più felice epoca della storia umana". Un altro dei contributi di Adriano alla cultura più "popolare" era costituito dalla [[barba]] che portava la quale veniva a simboleggiare anche il suo [[filellenismo]]; proprio in omaggio alla [[filosofia greca]], fu il primo imperatore a portarla sempre<ref>{{Cita|Fündling 2006|Vol. 4.2, pp.&nbsp;1128–1131}}</ref><ref>Paul Zanker, ''Die Maske des Sokrates: Das Bild des Intellektuellen in der antiken Kunst'', Monaco 1995, pp. 206–221.</ref>.
[[File:Adriano5.jpg|thumb|left|La barba di Adriano.]]
 
Fin dai tempi di [[Publio Cornelio Scipione]] (detto "l'Africano") era stato infatti di moda tra i Romani essere sempre ben rasati; anche tutti gli imperatori romani prima di lui, con l'eccezione di [[Nerone]] (non a caso anch'egli un grande ammiratore della cultura greca), erano rasati. La maggior parte degli imperatori dopo Adriano invece sarebbero stati ritratti con la barba. Le loro barbe, tuttavia, non sono state portate tanto quanto un segno di apprezzamento nei confronti della cultura greca ma perché essa, grazie ad Adriano, era diventata di moda; un uso che verrà poi ripreso da molti suoi successori (tra i quali [[Antonino Pio]], [[Marco Aurelio]], [[Settimio Severo]] e [[Flavio Claudio Giuliano]]).
Un altro dei contributi di Adriano alla cultura più "popolare" era costituito dalla [[barba]] che portava la quale veniva a simboleggiare anche il suo [[filellenismo]]; proprio in omaggio alla [[filosofia greca]], fu il primo imperatore a portarla sempre<ref>Fündling 2006, Bd. 4.2, S.&nbsp;1128–1131; Paul Zanker, ''Die Maske des Sokrates: Das Bild des Intellektuellen in der antiken Kunst.'' München 1995, S. 206–221.</ref>. Fin dai tempi di [[Publio Cornelio Scipione]] (detto "l'Africano") era stato infatti di moda tra i romani essere sempre ben rasati. Anche tutti gli imperatori romani prima di lui, ad eccezione di [[Nerone]] (non a caso anch'egli un grande ammiratore della cultura greca), erano rasati.
 
La maggior parte degli imperatori dopo Adriano invece sarebbero stati ritratti con la barba. Le loro barbe, tuttavia, non sono state portate tanto quanto un segno di apprezzamento nei confronti della cultura greca ma perché essa, grazie ad Adriano, era diventata di moda; un uso che verrà poi ripreso da molti suoi successori (tra i quali [[Antonino Pio]], [[Marco Aurelio]], [[Settimio Severo]] e [[Flavio Claudio Giuliano]]). Questa nuova moda durò fino al regno di [[Costantino I]]<ref>{{Cita pubblicazione|jstor=859783 |titolo=?|pp=346–349346-349|cognome1=Conway|nome1=A. E.|volume=25|numero=138|rivista=[[The Burlington Magazine]] for Connoisseurs|anno=1914}}</ref> e fu ripresa di nuovo solamente dall'[[imperatore bizantino]] [[Foca (imperatore)|Foca]] all'inizio del VII secolo<ref>{{Cita web |url=http://web2.airmail.net/uthman/byzantine.html |titolo=Facts About the Byzantine Emperors |editore=Web2.airmail.net |data=7 settembre 2001 |accesso=7 maggio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120205204104/http://web2.airmail.net/uthman/byzantine.html |urlmorto=sì }}</ref>. Fu anche il primo imperatore romano a essere iniziato al rito greco dei [[misteri eleusini]] e, a parte [[Caligola]] e Nerone, a interessarsi fortemente alle culture orientali dell'impero, ma allo stesso tempo riaffermò le antiche origini di [[Roma]], valorizzando gli elementi arcaici dell'[[età regia di Roma]] e [[Augusto|augustei]] della [[religione romana]], come il richiamo a [[Romolo]] e [[Numa Pompilio]]<ref>{{Cita|Galimberti|}}</ref>. Restaurò il culto di [[Venere (divinità)|Venere]] Genitrice, istituito da [[Cesare]] e poi abbandonato, associandolo a quello della [[dea Roma]], ricostruendo il [[Tempio di Venere Genitrice|Tempio dedicato]]<ref>Mario Attilio Levi, ''L'età delle guerre civili'', in ''La storia: Roma - Dalle origini ad Augusto'', Mondadori</ref>.
[[File:Antinous Ecouen Louvre Ma1082 n3.jpg|thumb|Ritratto di Antinoo scoperto a [[Villa Adriana]] a [[Tivoli]] e conservato al [[museo del Louvre]]]]
 
Fu anche il primo imperatore romano a essere iniziato al rito greco dei [[misteri eleusini]] e, a parte [[Caligola]] e Nerone, a interessarsi fortemente alle culture orientali dell'impero, ma allo stesso tempo riaffermò le antiche origini di [[Roma]], valorizzando gli elementi arcaici dell'[[età regia di Roma]] e [[Augusto|augustei]] della [[religione romana]], come il richiamo a [[Romolo]] e [[Numa Pompilio]].<ref>Alessandro Galimberti, ''Adriano e l'ideologia del principato''.</ref> Restaurò il culto di [[Venere (divinità)|Venere]] Genitrice, istituito da [[Cesare]] e poi abbandonato, associandolo al quello della [[dea Roma]], ricostruendo il [[Tempio di Venere Genitrice|Tempio dedicato]].<ref>Mario Attilio Levi, ''L'età delle guerre civili'', in ''La storia: Roma - Dalle origini ad Augusto'', Mondadori</ref>
[[File:Antinous Ecouen Louvre Ma1082 n3.jpg|thumb|Ritratto di Antinoo scoperto a [[Villa Adriana]] a [[Tivoli]] e conservato al [[museo del Louvre]].]]
 
=== Relazione con Antinoo ===
{{vedi anche|Antinoo}}
Molto noto è stato il legame sentimentale intercorso tra l'imperatore ede un giovane [[Antica Grecia|greco]] originario della [[Bitinia]] di nome [[Antinoo]], tanto da essere celebratocitato nel corso del tempo come una delle più famose rappresentazioni di "coppie omosessuali" dell'intera [[storia LGBT]]; non vi è in ogni caso una prova inequivocabile che tra i due sussistesse un rapporto del tipo [[erastes]]-[[eromenos]], così come era nella tradizione erotico-pedagogica della [[pederastia greca]]: si sa comunque che il giovinetto si trovò strettamente a contatto con Adriano per almeno cinque anni e che lo seguì in tutti i suoi viaggi fino a quando, appena diciannovenne misteriosamente cadde nel [[Nilo]] e morì.
[[File:Antinous Osiris Louvre Ma433 n2.jpg|thumb|left|Antinoo come Osiride, con il [[nemes]] e l'[[ureo]].]]
Travolto dal dolore, in onore del defunto Antinoo, Adriano fondò la città egiziana di [[Antinopoli]], nella quale fece edificare un tempio dedicato al culto di Antinoo divinizzato, assimilato al [[Antico Egitto|dio egizio]] [[Osiride]] e successivamente anche ada [[Ermes]] e a [[Dioniso]], nonché come patrono delle colture<ref>Forse simbolico delle speranze di immortalità e rinascita dei princeps. ({{Cita|Fündling 2006, Bd|Vol. 4.2, Spag.&nbsp;698}}.)</ref>. Per il resto della vita Adriano commissionò centinaia (se non migliaia) di statue di Antinoo, oltre che farlo ritrarre in busti, monete, gioielli ede altri oggetti di artigianato: tutta la passione e la profondità dell'amore di Adriano furono mostrate in queste opere, che sono tra gli esempi più alti dell'[[arte adrianea]] e rinvenute ovunque in tutto l'orienteOriente ellenizzato dell'[[imperoImpero romano]], raffiguranti un giovane uomo dal fascino malinconico, caratterizzato da un volto tondo con guance piene prive di qualsiasi peluria, labbra sensuali, e folta capigliatura a grosse ciocche mosse che ricoprono le orecchie. Uno dei più famosi fra questi oggetti è la cosiddetta [[gemma Marlborough]], una [[Sardonice|sardonica]] splendidamente incisa e bagnata nell'oro nella parte posteriore, che si riteneva perduta e che fu poi riscoperta in un'asta pubblica londinese nel 1952. Il grande collezionista Giorgio Sangiorgi la riportò poi a Roma, dove è tuttora conservata, quando i duchi di Marlborough dispersero la collezione per mantenere la tenuta di Blenheim.
[[File:Pierre Bouillon - Hadrien, Antinous (Bustes).png|thumb|Adriano e Antinoo, disegno del pittore e incisore francese ottocentesco [[Pierre Bouillon]]]]
Antinoo proveniva da [[Claudiopoli (Bitinia)]] e Adriano con tutta probabilità lo incontrò durante il soggiorno in [[Asia minore]] avvenuto nel biennio 123/24<ref>{{Cita|Fündling 2006|Vol. 4.2, pp.&nbsp;687/689}}</ref>. Per l'ambiente contemporaneo non era tanto l'inclinazione omoerotica dell'imperatore nei confronti degli adolescenti a essere irritante - tali rapporti erano sempre stati evidenti anche nel predecessore [[Traiano]] - quanto l'insolita [[apoteosi]] assegnatagli post-mortem, del tutto simile al [[culto imperiale]] e appartenente di diritto solamente alla famiglia reale, nonché l'allontanamento definitivo dalla moglie e la profonda malinconia che caratterizza i suoi ultimi anni di regno, accresciuta anche dalla perdita di lì a breve dell'amata sorella Paulina<ref>Cassio Dione {{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#11|titolo=69,11,4|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200329072634/http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#11 }}</ref><ref>{{Cita|Fündling 2006|Vol. 4.2, pag.&nbsp;690}}.</ref> (la quale non ebbe peraltro mai gli onori che furono attribuiti ad Antinoo in quanto pare considerasse l'abbandono sentimentale del fratello sconveniente ed eccessivo<ref>{{Cita|Fündling 2006|pag.&nbsp;692}}.</ref>).
 
Immediatamente cominciarono inoltre anche a circolare voci su quelle che in realtà avrebbero dovuto essere state le effettive circostanze dell'incidente occorso ad Antinoo; oltre alla morte naturale cadendo nel fiume per poi annegare subito dopo, sorsero anche interpretazioni alternative per cui si sarebbe suicidato<ref>{{Cita|Fündling 2006|Vol. 4.2, pp.&nbsp;692–695}}</ref><ref>Birley 2006, S.&nbsp;90</ref> perché rischiava di non rimanere ancora per molto nelle grazie dell'imperatore ma si ipotizzò anche l'omicidio da parte della moglie di Adriano o la morte sacrificale a carattere magico-rituale nell'intento di donare la piena salute ad Adriano che in quel periodo era tornata a essere alquanto cagionevole<ref>Cassio Dione {{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#11|titolo=69,11,2 f.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200329072634/http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#11 }}; ''[[Historia Augusta]]'', ''Hadrianus'' 14,6.</ref>.
Il ragazzo proveniva da [[Claudiopoli (Bitinia)]] e Adriano con tutta probabilità lo incontrò durante il soggiorno in [[Asia minore]] avvenuto nel biennio 123/24<ref>Fündling 2006, Bd. 4.2, S.&nbsp;687/689.</ref>. Per l'ambiente contemporaneo non era tanto l'inclinazione omoerotica dell'imperatore nei confronti degli adolescenti ad essere irritante - tali rapporti erano sempre stati evidenti anche nel predecessore [[Traiano]] - quanto l'insolita [[apoteosi]] assegnatagli post-mortem, del tutto simile al [[culto imperiale]] ed appartenente di diritto solamente alla famiglia reale, nonché l'allontanamento definitivo dalla moglie e la profonda malinconia che caratterizza i suoi ultimi anni di regno, accresciuta anche dalla perdita di lì a breve dell'amata sorella Paulina<ref>Cassio Dione [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#11 69,11,4]; Fündling 2006, Bd. 4.2, S.&nbsp;690.</ref> (la quale non ebbe peraltro mai gli onori che furono attribuiti ad Antinoo in quanto pare considerasse l'abbandono sentimentale del fratello sconveniente ed eccessivo<ref>Fündling 2006, S.&nbsp;692.</ref>).
 
[[File:Busto Adriano Napoli.jpg|thumb|Busto di Adriano del 132-138 d.C.]]
Immediatamente cominciarono inoltre anche a circolare voci su quelle che in realtà avrebbero dovuto essere state le effettive circostante dell'incidente occorso ad Antinoo; oltre alla morte naturale cadendo nel fiume per poi annegare subito dopo, sorsero anche interpretazioni alternative per cui l'adolescente si sarebbe suicidato<ref>Fündling 2006, Bd. 4.2, S.&nbsp;692–695; Birley 2006, S.&nbsp;90.</ref> perché rischiava di non rimanere ancora per molto nelle grazie dell'imperatore in quanto cominciava perdere le attrattive specifiche dell'adolescenza; ma si ipotizzò anche la morte sacrificale a carattere magico-rituale nell'intento di donare la piena salute ad Adriano che in quel periodo era tornata ad essere alquanto cagionevole<ref>Cassio Dione [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html#11 69,11,2 f.]; ''[[Historia Augusta]]'', ''Hadrianus'' 14,6.</ref>.
Il modello della deificazione postuma dei propri cari - la quale iniziò a verificarsi durante l'[[ellenismo]] tra i vari sovrani del [[Vicino Oriente]] - fu [[Alessandro Magno]], che attribuì egli stesso onori e culto da eroe all'amatissimo compagno [[Efestione]] dopo la sua sopravvenuta dipartita. Ma la portata della venerazione nei confronti di Antinoo fu tale da includere anche il [[catasterismo]]: Adriano affermò cioè di aver veduto brillare in cielo la stella dell'amato e lo volle pertanto tramutare in una [[costellazione]] col suo nome, quella di [[Antinoo (costellazione)|Antinoo]]<ref>{{Cita|Fündling 2006|Vol. 4.2, pp.&nbsp;696/698}}</ref>.
[[File:Pierre Bouillon - Hadrien, Antinous (Bustes).png|thumb|Adriano e Aninoo, disegno del pittore ed incisore francese ottocentesco [[Pierre Bouillon]].]]
 
La fede nella divinità del giovane uomo morto, risorto e assunto in cielo apparve in varie forme e ottenne ampia diffusione, non solo nella parte più orientale dell'impero, ma anche in Grecia e Asia minore fino a giungere in Italia<ref>{{Cita|Fündling 2006|Vol. 4.2, pag.&nbsp;697}}</ref>; avendo un seguito tra le masse popolari che si ricollegavano a lui nella loro stessa speranza in una futura vita eterna, il suo volto iniziò ad apparire anche in lampade, vasi di bronzo e altri oggetti dell'esistenza più quotidiana<ref>{{Cita|Opper 2009|pag.&nbsp;189}}.</ref>. Solamente di Augusto e dello stesso Adriano ci sono state tramandate un numero di immagini superiore a quelle che imprimono le fattezze di Antinoo<ref>{{Cita|Opper 2009|pag.&nbsp;186}}. Con non meno di sette statue di Antinoo provenienti dalla sola [[Tivoli]] ({{Cita|Fündling 2006|Vol. 4.2, pag.&nbsp;700}}).</ref>.
Il modello della deificazione postuma dei propri cari - la quale iniziò a verificarsi durante l'[[ellenismo]] tra i vari sovrani del [[vicino oriente]] - fu [[Alessandro magno]], che attribuì egli stesso onori e culto da eroe all'amatissimo compagno [[Efestione]] dopo la sua sopravvenuta dipartita. Ma la portata della venerazione nei confronti di Antinoo fu tale da includere anche il [[catasterismo]]: Adriano affermò cioè di aver veduto brillare in cielo la stella dell'amato e lo volle pertanto tramutare in una [[costellazione]] col suo nome, quella di [[Antinoo (costellazione)]]<ref>Fündling 2006, Bd. 4.2, S.&nbsp;696/698.</ref>.
 
=== La morte e il monumento funebre ===
La fede nella divinità del giovane uomo morto, risorto ed assunto in cielo apparve in varie forme ed ottenne ampia diffusione, non solo nella parte più orientale dell'impero, ma anche in Grecia ed Asia minore fino a giungere in Italia<ref>Fündling 2006, Bd. 4.2, S.&nbsp;697.</ref>; avendo un seguito tra le masse popolari che si ricollegavano a lui nella loro stessa speranza in una futura vita eterna, il suo volto iniziò ad apparire anche in lampade, vasi di bronzo ed altri oggetti dell'esistenza più quotidiana<ref>Opper 2009, S.&nbsp;189.</ref>. Solamente di Augusto e dello stesso Adriano ci sono state tramandate un numero di immagini superiore a quelle che imprimono le fattezze di Antinoo<ref>Opper 2009, S.&nbsp;186. Con non meno di sette statue di Antinoo provenienti dalla sola [[Tivoli]] (Fündling 2006, Bd. 4.2, S.&nbsp;700).</ref>.
[[File:Ephesos-Museum - Adoption.jpg|thumb|left|Scena di adozione da [[Efeso]] ([[Monumento dei Parti]], oggi presso il Museo di Efeso a [[Vienna]]): [[Antonino Pio]] (al centro) con il fanciullo [[Lucio Vero]] di sette anni (a destra) e [[Marco Aurelio]] di diciassette anni (a sinistra, alle spalle). A fianco potrebbe essere Adriano (estrema destra).]]
 
Gli ultimi anni di Adriano furono angustiati da una dolorosa malattia e dal problema della successione. Dione riporta l'episodio, non necessariamente vero, di una conversazione al tavolo da pranzo in cui si fecero i nomi di dieci possibili successori,<ref>{{cita|Cassio Dione|69, 17}}.</ref> tra i quali sembra che Adriano avesse scelto [[Lucio Giulio Urso Serviano]].
=== La morte e il monumento funebre ===
Serviano aveva più di novant'anni, ma aveva sposato la sorella di Adriano, e il loro nipote, [[Gneo Pedanio Fusco Salinatore]], allora diciottenne, era l'unico parente di sangue di Adriano. Ma non c'è nessuna prova che Adriano abbia considerato di farlo suo erede, e Serviano era chiaramente troppo vecchio. Oltretutto, forse a causa di una congiura, sia Serviano che Fusco vennero fatti morire in circostanze che a molti senatori ricordarono l'affare dei quattro ex consolari all'inizio del regno: Adriano aveva cambiato presto idea, provocando una certa reazione di Serviano, allora condannò a morte sia lui che il nipote. Prima di suicidarsi Serviano sfogò la sua ira affermando secondo Cassio Dione il desiderio che il già malato «Adriano soffra a lungo, pregando la morte, ma incapace di morire».<ref>Serviano cullava l'idea che il nipote divenisse un giorno imperatore, ed è comprensibile quindi che fosse alquanto contrariato quando, nel 136, Adriano cambiò idea e decise di adottare Lucio Elio Cesare come suo figlio ed erede. La rabbia di Serviano e di Fusco Salinatore fu tale che intesero impugnare l'adozione: Adriano, per evitare contrasti, ordinò la morte di Serviano e del proprio pronipote. Secondo Cassio Dione Cocceiano, Serviano si suicidò esclamando: «la mia unica preghiera è che Adriano soffra a lungo, pregando la morte, ma incapace di morire».</ref>
[[File:Baptismal fonts Saint Peter's Basilica Vatican City 2.jpg|thumb|Fonte battesimale vaticano, la cui vasca in porfido potrebbe essere il coperchio del sarcofago di Adriano]]
Già nell'estate del [[136]] Adriano rischiò di morire per [[emorragia]] e questi eventi portarono all'esclusione improvvisa di Fusco. Convalescente nella [[villa Adriana|sua villa]] di [[Tivoli]], scelse inizialmente Lucio Ceionio Commodo (conosciuto poi come [[Lucio Elio Cesare]]) come suo successore, adottandolo come suo figlio contro la volontà delle persone a lui vicine tra cui non solo Serviano. Era nipote per via materna di [[Gaio Avidio Nigrino]], uno dei congiurati del 118. Dopo una breve permanenza lungo la [[limes danubiano|frontiera del Danubio]], Lucio Elio, cagionevole di salute, tornò a Roma per pronunciarvi, il primo giorno del [[138]], un discorso davanti al Senato riunito. La notte prima del discorso, però, si ammalò e morì di emorragia nel corso della giornata. Il 24 gennaio del 138 Adriano scelse allora Aurelio Antonino come suo nuovo successore<ref>{{Cita|Birley 1990|pp. 51-52}}.</ref>: si trattava del consolare Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino, in seguito noto come [[Antonino Pio]].
Questi era genero dell'anziano [[Marco Annio Vero (console 97)|Marco Annio Vero]] e cognato del [[Marco Annio Vero (pretore)|figlio omonimo]] di questi (già deceduto); dopo essere stato esaminato per alcuni giorni, fu accettato dal Senato e adottato da Adriano il 25 febbraio col nome di ''Tito Elio Cesare Antonino''. A sua volta, come da disposizioni dello stesso ''princeps'', Antonino adottò il nipote di Vero, il diciassettenne Marco Annio Vero, futuro [[Marco Aurelio]] (che era suo nipote, in quanto figlio del fratello di sua moglie [[Faustina maggiore]]) e il giovane Lucio Commodo (futuro [[Lucio Vero]]), figlio dello scomparso Lucio Elio Cesare. Il giovane Marco Annio Vero mutò il suo nome in ''Marco Elio Aurelio Vero'' e Lucio Commodo divenne ''Lucio Elio Aurelio Commodo'', nomi che avrebbero mantenuto fino alla loro stessa ascesa. Marco fu fatto fidanzare con la sorella di Lucio Elio, [[Ceionia Fabia]], ma poi, dopo la morte di Adriano, fu reso genero di Antonino che sciolse il fidanzamento facendogli sposare sua figlia [[Faustina minore]], mentre la [[Annia Aurelia Galeria Lucilla|figlia]] di Marco e Faustina divenne la moglie di Lucio. Furono così poste le basi della dinastia Antonina che governò fino al 192.
[[File:Mole Adrianorum.jpg|thumb|250px|Ricostruzione del Mausoleo di Adriano, oggi [[Castel Sant'Angelo]]]]
Poco tempo più tardi, Adriano chiese in Senato che Marco, già appassionato di filosofia e cultura greca e di cui il vecchio imperatore aveva intuito le grandi capacità politiche, fosse esentato dalla legge che impediva di diventare [[questore (storia romana)|questore]] prima del ventiquattresimo compleanno. Fu quindi facilitato nel percorso della sua classe sociale attraverso l'[[adozione nell'antica Roma|adozione]] decisa da Adriano.<ref>{{Cita|Birley 1987|pp. 38-42}}.</ref>
 
La salute di Adriano intanto continuava a peggiorare tanto da desiderare la morte anche se questa non arrivava,<ref>{{Cita|Birley 1990|pp. 50-51}}; {{cita|Cassio Dione|69, 22.4}}; {{cita|Historia Augusta|''Hadrianus'', 25.5-6}}</ref> tentando anche il [[suicidio]], impedito dal successore Antonino.<ref>Sul tentativo di suicidio di Adriano cfr. {{cita|Cassio Dione|69, 22.1-4}}; {{cita|Historia Augusta|''Hadrianus'', 24.8-13}}.</ref> L'imperatore, ormai gravemente malato, lasciò Roma per la sua residenza estiva, una villa a [[Baia (Bacoli)|Baiae]], località balneare sulla costa campana. Le sue condizioni però continuavano a peggiorare tanto che Adriano disattese la dieta prescrittagli dai medici, indulgendo in cibo e bevande, morendo infine di [[edema polmonare]] il 10 luglio del [[138]], a 62 anni come il predecessore Traiano. Le sue spoglie furono sepolte inizialmente a [[Pozzuoli]], per poi essere traslate dopo la cremazione nel [[Mausoleo di Adriano|mausoleo monumentale]] che egli stesso aveva fatto costruire a Roma.
Adriano morì nella sua residenza di Baia di [[edema polmonare]], a 62 anni come il predecessore Traiano.
La successione di Antonino si rivelò ormai stabilita e priva di possibili colpi di mano: Antonino continuò a sostenere i candidati di Adriano ai vari pubblici uffici, cercando di venire incontro alle richieste del [[senato romano|Senato]], rispettandone i privilegi e sospendendo le condanne a morte pendenti sugli uomini accusati negli ultimi giorni di vita da Adriano. Per il suo comportamento, rispettoso dell'ordine senatorio e delle nuove regole, nonché della memoria del padre adottivo, Antonino fu insignito dell'appellativo "Pio".<ref>Cassio Dione 69.21.1</ref><ref>{{Cita|Birley 1990|pp. 63-66}}.</ref> Uno dei primi atti ufficiali di governo (''acta'') fu la divinizzazione del suo predecessore, alla quale si oppose fieramente tutto il senato, che non aveva dimenticato che Adriano aveva diminuito l'autorità dell'assemblea e ne aveva mandato a morte alcuni membri. Tuttavia l'[[apoteosi]] di Adriano fu imposta comunque da Antonino.
[[Cassio Dione Cocceiano]] riporta in un brano della "Storia romana"<ref>[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html LXIX]</ref>
{{Citazione|Dopo la morte di Adriano gli fu eretto un enorme monumento equestre che lo rappresentava su di una [[quadriga]]. Era così grande che un uomo di alta statura avrebbe potuto camminare in un occhio dei cavalli, ma, a causa dell'altezza esagerata del basamento, i passanti avevano l'impressione che i cavalli ed Adriano fossero molto piccoli.}}
In realtà non è certo che il monumento funebre sia stato iniziato dopo la morte dell'imperatore e molto probabilmente fu iniziato da Adriano nel [[135]] e, dopo la morte, terminato dal successore, adottato ufficialmente prima di morire, [[Antonino Pio]]. La struttura fu, nei secoli, trasformata ripetutamente e oggi è uno dei monumenti più famosi di [[Roma]]: [[Castel Sant'Angelo (monumento)|Castel Sant'Angelo]], il quale è infatti anche denominato Mole Adriana.
 
[[Cassio Dione Cocceiano]] riporta in un brano della ''Storia romana'' la realizzazione di un monumento equestre di Adriano<ref>{{Cita web |url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html |titolo=LXIX |accesso=31 ottobre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200329072634/http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/69*.html |urlmorto=sì }}</ref>
Esistono teorie secondo cui il sarcofago in [[porfido]] dell'imperatore (in particolare il coperchio) sia stato riutilizzato come vasca della fonte battesimale di [[San Pietro in Vaticano]]<ref>[[Federico Zeri]], ''Orto aperto'', Longanesi, 1990, p. 26.</ref>.
{{Citazione|Dopo la morte di Adriano gli fu eretto un enorme monumento equestre che lo rappresentava su una [[quadriga]]. Era così grande che un uomo di alta statura avrebbe potuto camminare in un occhio dei cavalli, ma, a causa dell'altezza esagerata del basamento, i passanti avevano l'impressione che i cavalli ed Adriano fossero molto piccoli.}}
[[File:Baptismal fonts Saint Peter's Basilica Vatican City 2.jpg|thumb|Fonte battesimale in Vaticano, la cui vasca in porfido potrebbe essere il coperchio del sarcofago di Adriano]]
In realtà non è certo che il monumento funebre sia stato iniziato dopo la morte dell'imperatore e molto probabilmente fu iniziato da Adriano stesso nel [[135]] e, dopo la morte, terminato dal successore Antonino Pio. La struttura fu, nei secoli, trasformata ripetutamente e oggi è uno dei monumenti più famosi di [[Roma]]: [[Castel Sant'Angelo (monumento)|Castel Sant'Angelo]], il quale è infatti anche denominato Mole Adriana. Esistono teorie secondo cui il sarcofago in [[porfido]] dell'imperatore (in particolare il coperchio) sia stato riutilizzato come vasca del fonte battesimale di [[San Pietro in Vaticano]]<ref>[[Federico Zeri]], ''Orto aperto'', Longanesi, 1990, p. 26.</ref>.
 
== TitolaturaMonetazione imperiale del periodo ==
{{Vedi anche|Monetazione da Nerva ad Adriano}}
{| class="wikitable"
|- valign="top"
!width=20%|Titolatura imperiale
!width=20%|Numero di volte
!width=60%|Datazione evento
|- valign="top"
|[[Tribunicia potestas]]
|22 volte:
|dal dicembre del [[117]] fino alla ventiduesima (XXII) del dicembre del [[137]].
|-
|[[Console romano|Consolato]]
|3 volte:
|nel [[108]], [[118]] e [[119]].
|-
|''[[Salutatio imperatoria]]''
|2 volte:
|la prima al momento della assunzione del potere imperiale nel [[117]] e la seconda nel [[135]] al termine della rivolta giudaica.
|-
|Altri titoli
|2 volte:
|''[[Pontifex Maximus]]'' al momento dell'assunzione del trono nel [[117]] e ''[[Pater Patriae]]'' nel [[128]].
|}
 
== Rappresentazioni storiche ==
* La perduta autentica [[biografia]] di Adriano fu reinterpretata in forma di [[autobiografia]], basata su accurati studi di fonti originali da [[Marguerite Yourcenar]], ''Mémoires d'Hadrien'' (''[[Memorie di Adriano]]'') nel [[1951]] (New York [[1954]]).
* Un'altra rappresentazione di Adriano e della sua corte è il classico scolastico di [[Elizabeth Speller]], ''Following Hadrian: a second-century journey'' del [[2003]] (''Seguendo Adriano: Un viaggio nel II secolo''). Il libro mescola racconti di viaggio, finte memorie ede autentiche note biografiche, viste dagli occhi della poetessa e storica di Adriano, [[Giulia Balbilla]].
* Altra rappresentazione di Adriano, ricavata daldalle ''Mémoires d'Hadrien'' di Marguerite Yourcenar, è lo spettacolo teatrale di [[Giorgio Albertazzi]], "Memorie di Adriano" per la regia di Maurizio Scaparro.
 
== Note ==
Riga 277 ⟶ 256:
 
== Bibliografia ==
=== ;Fonti primarie ===
* {{cita libro |autore=Cassio Dione Cocceiano |wkautore=Cassio Dione Cocceiano |titolo=Historia Romana |url=https://it.wikisource.org/wiki/Autore:Cassio_Dione_Cocceiano|cid=Cassio Dione}} LXIX-LXXIII {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} Versione in inglese {{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/home.html|titolo=qui}}.
* [[Cassio Dione]], ''Storia romana''
* {{la}} ''[[Historia Augusta]]'', ''[{{cita testo|url=http://www.thelatinlibrary.com/sha/hadr.shtml |titolo=De vita Hadriani Aelii]|cid=Historia Augusta}}'' (Vita di Adriano, di Spartiano).
 
=== ;Fonti secondarie ===
* [[{{cita libro | autore= Albino Garzetti]], ''| wkautore= Albino Garzetti | titolo= L'Impero da Tiberio agli Antonini'', Cappelli,| città= Bologna, | editore= Cappelli | anno= 1960}} (v. pagp. &nbsp;393 e seggsgg.: ''Adriano'')
* {{Cita libro|Anthony Richard|Birley|Marco Aurelio|1990|Rusconi|Milano|cid=Birley 1990|ISBN=88-18-18011-8}}
* [[Royston Lambert]], ''Beloved and God: the story of Hadrian and Antinous'', Meadowland Books, New York [[1988]]. ISBN 0-8216-2003-7
* {{cita libro | autore= Royston Lambert | titolo= Beloved and God: the story of Hadrian and Antinous | città= New York | editore= Meadowland Books | anno= 1988 | ISBN= 0-8216-2003-7}}
* [[Mario Attilio Levi]], ''Adriano Augusto: studi e ricerche '' - L'Erma di Bretschneider, [[1993]]. ISBN 88-7062-843-4
* [[{{cita libro | autore= Mario Attilio Levi]], ''| wkautore= Mario Attilio Levi | titolo= Adriano unAugusto: ventenniostudi die cambiamentoricerche | editore= L'',Erma di Bretschneider | anno= Bompiani1993 ([[1994]]).| ISBN= 88-4527062-9061843-14}}
* {{cita libro | autore= Mario Attilio Levi | titolo= Adriano un ventennio di cambiamento | editore= Bompiani | anno= 1994 | ISBN= 88-452-9061-1}}
* [[Edward N. Luttwak]], ''La grande strategia dell'impero romano'' Bur.([[1997]]). ISBN 88-17-11541-X
* {{cita libro | autore= Edward N. Luttwak | wkautore= Edward Luttwak | titolo= La grande strategia dell'impero romano | editore= Bur | anno= 1997 | ISBN= 88-17-11541-X}}
* Mario Pani, ''Il principato dai Flavi ad Adriano'' in: AA.VV., ''Storia di Roma'', Einaudi, Torino, 1990, vol. II, tomo 2; ripubblicata anche come ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'', Ediz. de ''Il Sole 24 ORE'', Milano, 2008 (v. il vol. 16°)
* {{cita libro | autore-capitolo= Mario Pani | capitolo= Il principato dai Flavi ad Adriano | autore= [[AA.VV.]] | titolo= Storia di Roma | città= Torino | editore= Einaudi | anno= 1990 | volume= II, tomo 2}}; ripubblicato anche come ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'', Milano, Ediz. de ''Il Sole 24 ORE'', 2008 (v. il vol. 16°).
* [[Ben Pastor]], ''The Water Thief'', ([[2007]]), Thomas Dunne Books, New York, pubblicato in Italia col titolo de ''Il ladro d'acqua'', Frassinelli, Milano.
* {{cita libro | autore= Ben Pastor | wkautore= Ben Pastor | titolo= The Water Thief | anno= 2007 | editore= Thomas Dunne Books | città= New York}}, pubblicato in Italia col titolo de ''Il ladro d'acqua'', Frassinelli, Milano.
* [[Marguerite Yourcenar]], ''[[Memorie di Adriano]]'', ([[1951]]), Einaudi, Torino. (Romanzo, ma basato su dati storicamente accurati).
* {{cita libro | autore= Marguerite Yourcenar | wkautore= Marguerite Yourcenar | titolo= [[Memorie di Adriano]] | anno= 1951 | editore= Einaudi | città= Torino|tipo=romanzo basato su dati storicamente accurati}}
* [[Roberto Paribeni]], "Adriano" in AA.VV., ''Enciclopedia Biografica Universale'', Roma, Ist. Enc. Ital., 2006, pp.&nbsp;106–115.
* {{Cita libro |autore-voce = [[Roberto Paribeni]] |voce = "Adriano" |curatore = AA.VV. |titolo = Enciclopedia Biografica Universale |città = Roma |editore = Ist. Enc. Ital. |anno = 2006 |pp=106-115 |sbn = IEI0255605}}
* Giuseppe Antonelli, ''Gli uomini che fecero grande Roma antica'', Roma [[2002]]
* {{Cita libro |autore = Giuseppe Antonelli |titolo = Gli uomini che fecero grande Roma antica |città = Roma |editore = Newton & Compton |anno = 2002 |ISBN = 88-8289-635-8}}
* Alessandro Galimberti, ''Adriano e l'ideologia del principato'', Roma, L'Erma di Bretschneider, 2007.
* {{Cita libro |autore = Alessandro Galimberti| cid = Galimberti |titolo = Adriano e l'ideologia del principato |città = Roma |editore = L'Erma di Bretschneider |anno = 2007 |ISBN = 88-8265-436-2}}
* Elena Calandra, ''Oltre La Grecia: Alle Origini Del Filellenismo Di Adriano'', Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1996.
* {{Cita libro |autore = Elena Calandra |titolo = Oltre la Grecia. Alle origini del filellenismo di Adriano |città = Napoli |editore = Edizioni Scientifiche Italiane |anno = 1996 |ISBN = 88-8114-424-7}}
* Jörg Fündling: ''Kommentar zur Vita Hadriani der Historia Augusta'' (= ''Antiquitas'', Reihe 4: ''Beiträge zur Historia-Augusta-Forschung'', Serie 3: ''Kommentare'', Bände 4.1 und 4.2). Habelt, Bonn 2006, ISBN 3-7749-3390-1 (analisi completa sulla "Vita Hadriani" sulla scorta delle valutazioni dei risultati delle ricerche odierne su Adriano; [http://www.sehepunkte.de/2008/12/14459.html Revisione])
* {{Cita libro |autore = Jörg Fündling|titolo=Kommentar zur Vita Hadriani der Historia Augusta |url=https://books.google.it/books?id=1KMiAQAAIAAJ&q=Kommentar+zur+Vita+Hadriani+der+Historia+Augusta&dq=Kommentar+zur+Vita+Hadriani+der+Historia+Augusta&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjEhsuF07SOAxWsh_0HHSucOQsQ6AF6BAgGEAM |lingua=de |cid = Fündling 2006 |titolotradotto=Commento alla Vita Hadriani della Historia Augusta |OCLC= 70841040 |collana= Antiquitas|vol= 4|opera=Beiträge zur Historia-Augusta-Forschung'', Serie 3: ''Kommentare''<!-- , Bände 4.1 und 4.2) -->|pp=1231 in due tomi|città=Bonn|editore= Habelt|anno= 2006|ISBN= 3-7749-3390-1|tipo=analisi completa sulla "Vita Hadriani" sulla scorta delle valutazioni dei risultati delle ricerche odierne su Adriano}}, ({{cita testo|url=http://www.sehepunkte.de/2008/12/14459.html|titolo=Recensione}}).
* Thorsten Opper: ''Hadrian: Machtmensch und Mäzen.'' Darmstadt 2009, ISBN 978-3-8062-2291-3 (edito originariamente in inglese ''Hadrian: Empire and conflict'', London 2008).
* {{Cita libro |autore =Thorsten Opper|titolo=Hadrian: Machtmensch und Mäzen|città=Darmstadt|anno=2009|ISBN= 978-3-8062-2291-3|cid = Opper 2009}} (edito originariamente in inglese ''Hadrian: Empire and conflict'', London, 2008).
* {{cita libro | autore= Margarita Torrione | anno= 2024 | titolo= El militar y la hiedra. Adriano bajo el signo de Dioniso | città= Madrid | editore= Guillermo Escolar Editor | p= 240 | ISBN= 978-84-19782-50-2 | lingua= es}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Vallo di Adriano]]
* [[Arte adrianea]]
* [http://www.fannius.it/villadriana/inside.asp Adriano Libri e Biblioteche in epoca classica]
* [[Villa Adriana]]
* [[Ritratto di Adriano (Museo delle Terme)]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Publius Aelius Traianus Hadrianus|etichetta=Adriano}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{de}} [http://www.antinous.wai-lung.com/antinous_de_antinoe.htm Antinoopolis (Antinoe)] Sulle rovine della città egiziana [[Antinopoli]], che Adriano costruì in memoria di Antinoo
* {{Cita testo|lingua=de|url=http://www.antinous.wai-lung.com/antinous_de_antinoe.htm|titolo=Antinoopolis (Antinoe)|accesso=6 ottobre 2023|dataarchivio=17 luglio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070717122748/http://www.antinous.wai-lung.com/antinous_de_antinoe.htm|urlmorto=sì}} Sulle rovine della città egiziana [[Antinopoli]], che Adriano costruì in memoria di Antinoo
* {{En}} [http://www.androphile.org/preview/Library/Biographies/Hadrian/Hadrian.htm Hadrian's life and his love for Antinous], sulla relazione [[omosessuale]] fra l'imperatore Adriano e Antinoo
* {{Cita testo|lingua=en|url=http://www.androphile.org/preview/Library/Biographies/Hadrian/Hadrian.htm|titolo=Hadrian's life and his love for Antinous|accesso=6 ottobre 2023|dataarchivio=3 novembre 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051103032351/http://www.androphile.org/preview/Library/Biographies/Hadrian/Hadrian.htm|urlmorto=sì}}, sulla relazione [[omosessuale]] fra l'imperatore Adriano e Antinoo
* {{En}} [http://ladyhedgehog.hedgie.com/antinous.html Hadrian and Antinoos], sempre sulla relazione tra Adriano e Antinoo
* {{Cita testo|lingua=en|url=http://ladyhedgehog.hedgie.com/antinous.html|titolo=Hadrian and Antinoos|accesso=6 ottobre 2023|dataarchivio=31 ottobre 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051031162804/http://ladyhedgehog.hedgie.com/antinous.html|urlmorto=sì}}, sempre sulla relazione tra Adriano e Antinoo
* {{De}} [http://www.antinous.wai-lung.com/antinous_de_obelisk.htm Antinoos-obelisk], l'obelisco del Pincio, eretto per Antinoo
* {{Cita testo|lingua=De|url=http://www.antinous.wai-lung.com/antinous_de_obelisk.htm|titolo=Antinoos-obelisk|accesso=6 ottobre 2023|dataarchivio=12 luglio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070712150657/http://www.antinous.wai-lung.com/antinous_de_obelisk.htm|urlmorto=sì}}, l'obelisco del Pincio, eretto per Antinoo
* {{Es}} [http://www.almargen.com.ar/sitio/seccion/arte/antinoo/index.html Mercedes Giuffré, ''Antinoo y la misteriosa pasión de un emperador'']
* {{cita web|url=https://www.documentatiburtinaomnia.it |titolo= Testi su Adriano e la sua Villa di Tivoli}}
* [http://www.cristianomarchegiani.it/Recensione%20per%20Studia%20Picena%20libro%20G_Ciarrocchi%202008.pdf Adriano e il Foro di ''Cupra Maritima''] Considerazioni sulla tradizione storiografica di "Adriano architetto"
* {{cita web|url=http://www.almargen.com.ar/sitio/seccion/arte/antinoo/index.html|titolo=Mercedes Giuffré, ''Antinoo y la misteriosa pasión de un emperador''|lingua=Es|accesso=4 novembre 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051025221417/http://www.almargen.com.ar/sitio/seccion/arte/antinoo/index.html|urlmorto=sì}}
 
* {{cita testo|url=http://www.cristianomarchegiani.it/Recensione%20per%20Studia%20Picena%20libro%20G_Ciarrocchi%202008.pdf|titolo=Adriano e il Foro di ''Cupra Maritima''}} Considerazioni sulla tradizione storiografica di "Adriano architetto"
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