Teramene: differenze tra le versioni
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| Nome = Teramene▼
▲{{Infobox militare
| Immagine =
▲|Nome = Teramene
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| Soprannome = Coturno▼
| Data_di_nascita = 450 a.C. circa▼
▲|Soprannome = Coturno
| Nato_a = [[Coo]]
▲|Data_di_nascita = 450 a.C. circa
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| Morto_a = [[Atene (città antica)|Atene]]▼
|Data_di_morte = [[404 a.C.]]▼
▲|Morto_a = [[Atene]]
| Luogo_di_sepoltura = ▼
▲|Cause_della_morte = Suicidio obbligato
| Etnia =
▲|Luogo_di_sepoltura =
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| Nazione_servita = [[Atene (città antica)|Atene]]▼
| Forza_armata =
▲|Nazione_servita = [[Atene]]
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| Anni_di_servizio = ▼
|Corpo = ▼
▲|Anni_di_servizio =
| Guerre = [[Guerra del Peloponneso]]▼
▲|Grado = [[Generale]] ([[Strategos]]), [[trierarchia|trierarca]]
| Campagne = ▼
▲|Guerre = [[Guerra del Peloponneso]]
| Battaglie = [[Battaglia di Cizico (410 a.C.)|Battaglia di Cizico]] (410)<br />[[Assedio di Bisanzio (408 a.C.)|Assedio di Bisanzio]] (408)<br />[[Battaglia delle Arginuse]] (406)▼
▲|Campagne =
| Comandante_di = ▼
▲|Battaglie = [[Battaglia di Cizico (410 a.C.)|Battaglia di Cizico]] (410)<br />[[Assedio di Bisanzio (408 a.C.)|Assedio di Bisanzio]] (408)<br />[[Battaglia delle Arginuse]] (406)
| Altro_lavoro = Politico▼
▲|Comandante_di =
▲|Altro_lavoro = Politico
| Ref = Vedi bibliografia▼
}}
▲|Ref = Vedi bibliografia
{{Carica pubblica
|nome = Teramene
|carica= [[Tiranno]] di [[Atene (città antica)|Atene]]<br>(regime dei [[trenta tiranni]])
|mandatofine = 403 a.C.
|predecessore = Alesia (come [[arconte eponimo]])
|successore = Eucleide (come arconte eponimo)
}}
{{Bio
|Nome = Teramene
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = figlio di [[Agnone (politico)|Agnone]] del [[Stiria (demo)|demo di Stiria]]
|PreData = {{lang-grc|Θηραμένης|
|Sesso = M
|LuogoNascita = Coo
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[450 a.C.]] circa
|LuogoMorte = Atene
|LuogoMorteLink = Atene (città antica)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 404 a.C.
|Epoca = -400
|Attività = politico
|Attività2 = oratore
|Attività3 = militare
|Nazionalità = ateniese
|Immagine = Pnyx.jpg
|Didascalia = In primo piano, la piattaforma degli oratori sulla [[Pnice]], dalla quale Teramene e gli altri politici ateniesi parlavano all'[[Ecclesia (antica Grecia)|ecclesia]] (con l'[[Acropoli]] sullo sfondo)
}}
Nato nell'isola di [[Coo]] da [[Agnone (politico)|Agnone]]<ref name=Plutarco2>{{Cita|Plutarco, Nicia|2|Plutarco}}.</ref>, ma
Dopo aver ricoperto la carica di [[stratego]], fu [[trierarchia|trierarca]] durante la [[battaglia delle Arginuse]] del [[406 a.C.]], combattuta tra Atene e Sparta nelle fasi finali della [[guerra del Peloponneso]]. Nel conseguente [[Processo delle Arginuse|processo]], fu accusato assieme agli altri ufficiali di aver abbandonato i naufraghi al loro destino.<ref name=Diodoro-13-98-100>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 98-100|Diodoro}}.</ref> Teramene fu assolto,
Dopo la sconfitta ateniese nella [[battaglia di Egospotami]] ([[405 a.C.]]), fu inviato a [[Sparta]] come ambasciatore per trattare la resa di Atene.<ref name=Diodoro-14-3>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIV, 3|Diodoro}}.</ref> Tornato in patria, convinse l'assemblea ad accettare le condizioni degli Spartani, che implicavano la demolizione delle [[Lunghe Mura]].<ref>{{Cita web|lingua=greco antico|url=http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/testi/Lysias/In_Agoratum.html|titolo=Contro Agorato, Lisia|sito=poesialatina|accesso=2024-12-29}}</ref>
Dopo la costituzione del regime oligarchico filo-spartano dei [[Trenta tiranni]], del quale fece parte, venne in contrasto con [[Crizia]], il capo dei Trenta, per il suo governo repressivo e sanguinario e fu da questi costretto al suicidio ([[404 a.C.]])
[[Senofonte]]<ref name=Senofonte-2-3-31/> tramanda che fu soprannominato dai contemporanei ''Coturno'', per il suo [[trasformismo politico]] nel passare con disinvoltura dalla fazione oligarchica a quella democratica e viceversa: il [[coturno]], infatti, era un calzare utilizzato dagli [[Tragedia greca|attori
== Biografia ==
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Le fonti antiche hanno tramandato poche notizie sulle origini di Teramene. [[Plutarco]]<ref name=Plutarco2/> tramanda che nacque nell'isola di [[Coo]] e sappiamo che era cittadino ateniese del [[Demo (antica Grecia)|demo]] di [[Stiria (demo)|Stiria]]<ref>{{SmithDGRBM|articolo=Theramenes|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0104:entry=theramenes-bio-2}}.</ref> e figlio di [[Agnone (politico)|Agnone]], il capo del gruppo di coloni che nel [[437 a.C.|437]]-[[436 a.C.]] fondarono [[Anfipoli]].<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|IV, 106|Tucidide}}.</ref> [[Tucidide]] riporta<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|I, 117|Tucidide}}.</ref><ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|II, 58|Tucidide}}.</ref><ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|II, 95|Tucidide}}.</ref> che Agnone militò nell'esercito ateniese come [[stratego]] e che fu tra i firmatari della [[pace di Nicia]].<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|V, 19|Tucidide}}.</ref>
Secondo quanto riportato da [[Lisia]],<ref>{{Cita|Lisia, Contro Eratostene|65|Lisia}}.</ref>
=== Il colpo di Stato oligarchico del 411 a.C. ===
{{vedi anche|Boulé dei Quattrocento}}
[[File:Mosaico Alcibiade.jpg|thumb
Teramene iniziò la carriera politica nel [[411 a.C.]] quando fu tra i fautori del [[colpo di Stato]] che portò alla temporanea soppressione della democrazia ateniese a
I motivi di questo cambiamento politico ad Atene sono da ricercarsi da una parte nell'esilio di [[Alcibiade]] ([[415 a.C.]]), dall'altra nella clamorosa disfatta nella [[spedizione in Sicilia]] ([[413 a.C.]]), che portò alla perdita quasi completa della flotta e dell'esercito ateniese.
Alcibiade, infatti, secondo quanto riporta Tucidide,<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 47-48|Tucidide}}.</ref> persuase alcuni [[trierarchia|triearchi]] della flotta ateniese di stanza a [[Samo (isola)|Samo]]
Pisandro convinse quindi l'[[Ecclesia (antica Grecia)|ecclesia]] ad accettare la proposta, e fu inviato un emissario ad Alcibiade, per comunicargli che gli venivano attribuiti, nonostante si trovasse in esilio, i pieni poteri per le trattative con Tissaferne.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 53-54|Tucidide}}.</ref>
Alcibiade tuttavia non riuscì a persuadere il satrapo, ma Pisandro e i suoi compagni, tra i quali Teramene,<ref name=Tucidide8-68>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 68|Tucidide}}.</ref> ormai determinati al cambiamento istituzionale, si recarono a Samo,<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 56|Tucidide}}.</ref> dove si assicurarono l'appoggio della flotta
Nel frattempo, ad Atene, alcuni giovani aristocratici, cavalcando il malcontento generale per la sconfitta in Sicilia, presero il potere attraverso l'intimidazione e la forza, uccidendo chi si opponeva al colpo di Stato<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 65-66|Tucidide}}.</ref> e preparando il ritorno da Samo di Pisandro e degli altri politici, tra i quali Teramene, che avevano appoggiato la rivolta.<ref name=Tucidide8-68/>
Pisandro e i suoi compagni convocarono l'assemblea
=== La restaurazione democratica ===
{{vedi anche|Costituzione di Teramene}}
[[File:Eetioneia Gate (Piraeus)2.JPG|thumb
Il governo oligarchico non durò però a lungo: il colpo di Stato a Samo fallì<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 73|Tucidide}}.</ref> e l'esercito di stanza nell'isola, una volta giunte le notizie, forse esagerate, delle intimidazioni e degli eccidi che venivano perpetrati ad Atene, giurò fedeltà alla democrazia.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 74-76|Tucidide}}.</ref> Nel frattempo, ad Atene, il governo si divise tra i radicali, tra i quali [[Pisandro di Atene|Pisandro]], [[Frinico (oligarca)|Frinico]]
La fazione radicale iniziò quindi a costruire una fortificazione sulla [[Eezioneia]], il molo posto all'ingresso del [[Pireo]], in modo da affrontare un attacco sia dal mare
Teramene protestò veementemente contro la costruzione di tale opera, sostenendo che era stata preparata per essere consegnata agli Spartani e ai loro alleati quando avessero attaccato il porto.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 90-91|Tucidide}}.</ref>
La situazione precipitò quando una flotta [[Lega del Peloponneso|peloponnesiaca]] si avvicinò al Pireo,<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 91|Tucidide}}.</ref> e Frinico, uno dei capi della fazione radicale dei Quattrocento, fu assassinato senza che si riuscissero
A quel punto Aristocrate, il comandante di un reggimento di opliti al Pireo, arrestò [[Alessicle]], un generale fedele alla fazione radicale, e Teramene, a sorpresa, si offrì volontario per guidare un gruppo di militari al Pireo per liberare il generale. Teramene, giunto al porto, ordinò ai soldati di liberare Alessicle ma, quando gli opliti gli chiesero se la costruzione della fortificazione di Eezioneia fosse una mossa giusta, rispose che abbatterla sarebbe stata una buona idea, e quindi esortò i militari a farlo.<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 92|Tucidide}}.</ref>
Qualche giorno dopo, la flotta peloponnesiaca arrivò davanti al Pireo ma, trovando la fortificazione dell'Eezioneia distrutta e il porto ben difeso, ripiegò verso l'isola di [[Eubea]]<ref>{{Cita|Tucidide, Guerra del Peloponneso|VIII, 94|Tucidide}}.</ref> ([[410 a.C.]])
Nei giorni successivi, la Boulé dei Quattrocento fu formalmente sciolta e fu istituito un nuovo governo sostenuto dai moderati e guidato da un'assemblea di cinquemila cittadini,<ref name=Tucidide8-97-98/> scelti tra coloro che avevano abbastanza denaro da "giovare alla città sia coi cavalli sia cogli scudi", cioè tra gli [[Oplita|opliti]]: l'ideale di Teramene era rappresentato da un governo che, pur non essendo un'oligarchia, escludesse comunque i nullatenenti dalle cariche pubbliche.<ref>{{cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,48|Senofonte}}.</ref>
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=== Teramene stratego ===
{{vedi anche|Battaglia di Cizico (410 a.C.)}}
[[File:Battle of Cyzicus.svg|thumb
Teramene fu nominato [[stratego]] dall'assemblea dei Cinquemila<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 7,5|Senofonte}}.</ref> e gli fu affidato il comando della flotta che operava nell'[[Ellesponto]].
Dopo la vittoria ateniese nella [[battaglia di Abido]] ([[
Successivamente, partecipò alla [[Battaglia di Cizico (410 a.C.)|battaglia navale di Cizico]] (410 a.C.) agli ordini di Alcibiade, che era stato nel frattempo fatto rientrare dall'esilio. In quell'occasione la vittoria ateniese fu completa, infatti la flotta spartana, attirata in mare aperto, fu accerchiata dalle flotte di Teramene e di Trasibulo che tagliarono ai Lacedemoni la possibilità di ripiegare verso la terraferma: tutte le navi spartane furono distrutte o catturate.<ref>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 50-51|Diodoro}}.</ref><ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 1,11-18|Senofonte}}.</ref>
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Dopo questa vittoria, gli Ateniesi costruirono a [[Cizico]] una fortificazione che controllava lo stretto del [[Bosforo]] e dalla quale veniva richiesto a tutte le navi mercantili in transito di pagare un dazio del valore della decima parte del carico. Teramene rimase con trenta navi a Cizico per controllare la riscossione del tributo<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 1,19-22|Senofonte}}.</ref> mentre ad Atene il governo dei Cinquemila veniva consensualmente destituito e la democrazia ripristinata.
Nel [[408 a.C.]] Teramene partecipò, ancora sotto il comando di [[Alcibiade]], all'[[Assedio di Bisanzio (408 a.C.)|assedio di Bisanzio]],<ref>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 66|Diodoro}}.</ref> vincendo l'esercito peloponnesiaco di [[Beozia|Beoti]] e [[Megara
=== La battaglia delle Arginuse e il conseguente processo ===
{{vedi anche|Battaglia delle Arginuse}}
[[File:Trireme.jpg|thumb
Nel [[406 a.C.]] Teramene partecipò come [[Trierarchia|trierarca]] alla [[battaglia delle Arginuse]]. La flotta ateniese ebbe la meglio su quella spartana a prezzo di gravi perdite: circa venticinque triremi ateniesi affondarono o non furono in grado di rientrare. Volgendo la sorte a favore degli Ateniesi, gli strateghi che nel frattempo stavano inseguendo la flotta nemica, incaricarono Teramene con il collega Trasibulo di soccorrere i naufraghi, ma una violenta tempesta sopraggiunta nel frattempo rese impossibile ai due trierarchi il salvataggio
Ad Atene si istituì quindi un [[Processo delle Arginuse|processo]] per omesso soccorso contro gli otto strateghi che erano al comando della flotta.<ref name=Diodoro-13-98-100/><ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|I, 6,29-35|Senofonte}}.</ref> Gli strateghi accusarono invece i loro luogotenenti Teramene e Trasibulo di non aver eseguito i loro ordini, il che fu, secondo Diodoro,<ref>{{Cita|Diodoro Siculo, Bibliotheca historica|XIII, 101|Diodoro}}.</ref> un errore molto grave, in quanto in questo modo si inimicavano due personaggi molto abili nell'arte oratoria, con molti sostenitori ad Atene, e che avevano direttamente partecipato alle fasi cruciali della battaglia navale.
Senofonte tramanda che Teramene, in particolare, fece partecipare all'assemblea numerosi cittadini che avevano capelli rasati ed erano vestiti di nero, come se fossero tutti parenti delle vittime, mentre invece erano abbigliati in quel modo per la festa delle [[Apaturie]] che era in corso in quei giorni. Inoltre, Teramene convinse a sostenere l'accusa contro gli strateghi il politico [[Callisseno]], che pretese
Teramene e Trasibulo furono assolti, mentre gli otto strateghi, nonostante l'opposizione di [[Socrate]], che in quell'occasione era stato sorteggiato come [[epistate]], furono tutti condannati a morte e alla confisca dei beni; i sei strateghi presenti (due, infatti, non si erano recati ad Atene, sparendo nel nulla) furono giustiziati subito dopo.<ref name=Senofonte7-1-34/>
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=== La resa di Atene ===
{{vedi anche|Guerra deceleica}}
Nel [[405 a.C.]],
Gli Ateniesi, privati della flotta e con gli Spartani accampati alle porte della città pronti all'assedio, mandarono ambasciatori prima al re lacedemone [[Agide II]], che si trovava nell'accampamento, e poi direttamente a Sparta dagli [[efori]], offrendo la resa della città in cambio del mantenimento del [[Pireo]] e delle [[Lunghe Mura]]. Gli Spartani rifiutarono però l'offerta.<ref name=Senofonte2-2-1-14>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 2,1-14|Senofonte}}.</ref>
Teramene chiese
Teramene negoziò la resa di Atene alle seguenti condizioni: abbattimento delle Lunghe Mura, limitazione del numero di triremi che potevano essere ricostruite e consegna di quelle rimaste tranne dodici, amnistia per gli Ateniesi in esilio, che avrebbero potuto quindi tornare in città, e subordinazione di Atene a Sparta per ogni decisione riguardante la politica estera.<ref name=Senofonte2-2-1-14/> In cambio, Teramene ottenne che la città fosse risparmiata, e che potesse mantenere la costituzione democratica.<ref name=Diodoro-14-3/>
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}}
Messe ai voti le condizioni di resa, l'assemblea accettò e le Lunghe Mura furono abbattute. La guerra del Peloponneso era dunque terminata con la vittoria di Sparta ([[404 a.C.]])
=== I Trenta tiranni ===
{{vedi anche|Trenta tiranni}}
Pur mantenendo formalmente la costituzione democratica, i politici ateniesi fautori dell'oligarchia, tornati ad Atene dall'esilio
Ben presto Teramene si scontrò con la politica repressiva
Teramene, non potendo opporsi a Crizia con la forza, tentò di estendere il potere decisionale
Successivamente i Trenta decisero di arrestare e far uccidere altrettanti [[meteco|meteci]], scelti tra i più facoltosi, al solo scopo di confiscare loro i beni: Teramene si rifiutò di eseguire l'ordine;<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,21-22|Senofonte}}.</ref> Crizia allora intuì che lo Stiriense era troppo pericoloso e decise di eliminarlo. Convocatolo davanti all'assemblea dei Tremila, lo accusò pubblicamente di seguire la fazione politica che gli convenisse a seconda delle circostanze,<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,23-24|Senofonte}}.</ref> ricordando, come testimonia Senofonte,<ref name=Senofonte-2-3-31>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,31|Senofonte}}.</ref> il suo soprannome di "Coturno".
Nella sua difesa Teramene ribatté di essersi sempre comportato da politico moderato, cercando di conciliare le tradizioni democratiche con una forma di governo che includesse nel potere decisionale solo i cittadini ateniesi che avessero almeno il grado militare di [[oplita]]. Il discorso di Teramene fece presa sull'assemblea e, secondo quanto riporta Senofonte,<ref>{{Cita|Senofonte, Elleniche|II, 3,35-49|Senofonte}}.</ref> Crizia intuì che, se si fosse andati al voto, lo Stiriense sarebbe stato assolto. Il capo dei Trenta
[[File:Kottabos Met 56.171.62.jpg|thumb|sinistra|Giocatore di [[cottabo]] raffigurato su una [[kylix]] attica a figure rosse: Teramene parodiò questo gioco prima di morire
Senofonte riporta che Teramene invocò gli
{{Citazione
|E se
|Senofonte, ''Elleniche'', 2, 3,56
|ἂν δὲ σιωπῶ, οὐκ ἄρ᾽ οἰμώξομαι;
Riga 168 ⟶ 175:
{{Citazione
|
|Senofonte, ''Elleniche'', 2, 3,56
|Κριτίᾳ τοῦτ' ἔστω τῷ καλῷ
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== Storiografia ==
Teramene, protagonista dei maggiori punti di controversia degli ultimi anni del V secolo a.C., dall'esperimento oligarchico della [[Boulé dei Quattrocento]] al [[processo delle Arginuse]], dalla [[Guerra del Peloponneso#La fase Deceleica (413-404 a.C.)|resa di Atene]] fino alla tirannide dei [[Trenta tiranni|Trenta]], è stato sia elogiato
=== Fonti antiche ===
==== Senofonte e Tucidide ====
[[File:Parc de Versailles, Rond-Point des Philosophes, Lysias, Jean Dedieu inv1850n°9452 03.jpg|thumb
Le fonti antiche che descrivono nel dettaglio la personalità e l'operato politico di Teramene sono principalmente le ''[[Elleniche]]'' di [[Senofonte]]<ref>{{cita|Natalicchio|pag. 43-47}}.</ref> e l'orazione ''[[Contro Eratostene]]'' di [[Lisia]].<ref>{{cita|Natalicchio|pag. 20-25}}.</ref>
Nel secondo libro delle ''Elleniche'' Senofonte tratteggia un ritratto apologetico di Teramene, evidenziando la sua contrarietà alla tirannide di Crizia e l'eroica difesa nel processo da questi intentato nei suoi confronti. Il filologo [[Luciano Canfora]] nota però una netta differenza tra il primo e il secondo libro: mentre nel primo si evidenziano chiaramente le sue responsabilità nell'ingiusto [[processo delle Arginuse]], nel secondo si fanno notare tutte le sue qualità positive; Canfora conclude perciò che il primo libro fu probabilmente basato su un lascito di [[Tucidide]], scrittore come Lisia ostile a Teramene.<ref>Nell'ottavo libro della ''[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]'' si contrappone, nell'ambito della [[Boulé dei Quattrocento]], il voltafaccia di Teramene alla lealtà di [[Frinico (oligarca)|Frinico]]. {{cita|Canfora|pp. 382-383}}.</ref>
==== Lisia ====
Lisia gli attribuisce, in quanto membro effettivo dei Trenta, la responsabilità condivisa delle atrocità perpetrate durante il periodo della tirannide, motivando la sua versatilità politica con la sete di potere che lo spinse a schierarsi prima con gli oligarchici, poi coi democratici, poi coi
Secondo l'oratore ateniese, infatti, la scelta di schierarsi contro i Quattrocento, dei quali inizialmente era stato un fautore e uno dei principali artefici, era motivata dal fatto che costoro l'avevano relegato
Lisia insiste inoltre sulle responsabilità di Teramene nell'instaurazione del governo dei Trenta, evitando però accuratamente di dilungarsi sull'opposizione dello Stiriense a Crizia, ma soprattutto lo incolpa di aver tradito Atene in occasione della fine della
L'ostilità di Lisia nei confronti di Teramene è facilmente spiegabile dal contesto dell'orazione che, formulata dall'oratore come accusa nel processo intentato, dopo la restaurazione democratica, contro [[Eratostene di Atene|Eratostene]], un membro dei Trenta che era stato direttamente responsabile dell'uccisione di [[Polemarco (filosofo)|Polemarco]], fratello di Lisia stesso. Eratostene apparteneva infatti allo schieramento moderato dei Trenta, capeggiato da Teramene, perciò Lisia per cercare di aggravare le responsabilità dell'accusato cerca in tutti i modi di screditare l'operato della fazione politica dello Stiriense, evidenziando come i Trenta
==== Aristotele, Plutarco e oltre ====
La tradizione ostile dovuta all'orazione di Lisia non ha però impedito a Teramene di essere preso come esempio positivo dagli scrittori degli anni successivi: Aristotele<ref name=AthPol/> lo definisce un moderato e un cittadino modello<ref>{{cita|Perrin|pag. 668–689}}.</ref> e lo associa a Nicia e a Tucidide come esempio di ateniese di nobili origini che abbia nutrito benevolenza
=== Storiografia moderna ===
La storiografia moderna del diciannovesimo secolo, seguendo la tradizione ostile di Lisia, considera generalmente Teramene un voltagabbana e un traditore,<ref name=Harding>{{cita|Harding|pag. 101}}.</ref><ref>{{cita|Andrewes|pag. 112}}.</ref> soprattutto per il suo atteggiamento nel processo delle Arginuse.
La scoperta della ''[[Costituzione degli Ateniesi]]'' di Aristotele nel 1890 consentì però una rivalutazione storica del personaggio perché, come abbiamo visto, il filosofo di Stagira presenta
Secondo [[Luciano Canfora]], Aristotele si rifece prevalentemente
La storiografia recente accetta in genere l'immagine moderata di Teramene, fautore di un'idea di democrazia dove le decisioni debbano essere prese dai cittadini che siano almeno della condizione di oplita,<ref>{{cita|Kagan|pag. 379}}.</ref> in contrasto quindi sia agli estremismi dell'oligarchia autoritaria
== Cronologia degli eventi ==
Riga 213 ⟶ 218:
* 408 a.C. Teramene guida l'ala sinistra dell'esercito ateniese durante l'[[Assedio di Bisanzio (408 a.C.)|assedio di Bisanzio]].
* 406 a.C. Teramene partecipa come [[trierarca]] alla [[battaglia delle Arginuse]]. Nel conseguente [[Processo delle Arginuse|processo]], viene assolto mentre i suoi superiori vengono condannati a morte.
* 404 a.C. Teramene viene inviato a Sparta come ambasciatore plenipotenziario per trattare la resa. Ad Atene viene instaurato il regime oligarchico dei [[Trenta
== Note ==
{{
== Bibliografia ==
Riga 223 ⟶ 228:
* {{cita libro|autore=[[Diodoro Siculo]] |titolo=[[Bibliotheca historica]] |cid=Diodoro}}
* {{cita libro|autore=[[Lisia]] |titolo=[[Contro Eratostene]] |cid=Lisia}}
* {{cita libro|autore=[[Plutarco]] |titolo=[[Vite
* {{cita libro|autore=[[Senofonte]] |titolo=[[Elleniche]] |cid=Senofonte}}
* {{cita libro|autore=[[Tucidide]] |titolo=[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|La Guerra del Peloponneso]] |cid=Tucidide}}
Riga 231 ⟶ 236:
* {{cita libro|nome=Luciano|cognome=Canfora|wkautore=Luciano Canfora|titolo=La guerra civile ateniese|editore=Rizzoli|anno=2013|cid=Canfora 2}}
* {{cita libro|nome=Antonio|cognome=Natalicchio|titolo=Atene e la crisi della democrazia: i Trenta e la querelle Teramene/Cleofonte|editore=Dedalo|anno=1986|isbn=88-220-6178-0|cid=Natalicchio}}
* {{cita pubblicazione|autore=Reinhold Merkelbach|titolo=Ein Michigan Papyrus über Theramenes|rivista=Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik|volume=2|anno=1968|
* {{cita pubblicazione|cognome=Andrewes|nome=A.|titolo=The Arginousai Trial|rivista=Phoenix|volume=28|numero=1|editore=Spring|anno=1974|
* {{cita libro|cognome=Fine|nome=John V.A.|titolo=The Ancient Greeks: A critical history|url=https://archive.org/details/ancientgreeks00john|editore=Harvard University Press|anno=1983|isbn=0-674-03314-0|lingua=
* {{cita pubblicazione|cognome=Harding|nome=Phillip|titolo=The Theramenes Myth|rivista=Phoenix|volume=28|numero=1|editore=Spring|anno=1974)|
* {{cita libro|cognome=Hornblower|nome=Simon|titolo=The Greek World 479–323 BC|url=https://archive.org/details/greekworld4793230000horn|editore=Routledge|anno=1991|isbn=0-415-06557-7|lingua=
* {{cita libro|nome=Donald|cognome=Kagan|titolo=The Peloponnesian War|url=https://archive.org/details/peloponnesianwar00dona|editore=Penguin Books|anno=2003|isbn=0-670-03211-5|lingua=
* {{cita pubblicazione|cognome=Keaney|nome=John J.|titolo=A Source/Model of Aristotle's Portrait of Theramenes|rivista=The Classical Journal|volume=75|numero=1|data=ottobre-novembre 1979|
* {{cita libro|cognome=Peck|nome=Harry Thurston|titolo=Harper's Dictionary Of Classical Literature And Antiquities|anno=1898|lingua=
* {{cita pubblicazione|cognome=Perrin|nome=Bernadotte|titolo=The Rehabilitation of Theramenes|rivista=The American Historical Review|volume=9|numero=4|data=luglio 1904|
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Statisti dell'antica Atene}}
Riga 257 ⟶ 265:
{{vetrina|22|settembre|2013|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Teramene|arg=biografie|arg2=guerra}}
[[Categoria:
[[Categoria:Trenta tiranni]]
[[Categoria:Suicidi forzati]]
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