Utente:Edfri/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m + fonte
Atarubot (discussione | contributi)
Migrazione nuovo formato template M
 
(224 versioni intermedie di 3 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:ESO - Hertzsprung-Russell Diagram (by).jpg|350px|thumb|destra|Il [[diagramma Hertzsprung-Russell]]. Le supegiganti rosse occupano la parte alta destra del diagramma]]
[[File:The life cycle of a Sun-like star (annotated).jpg|thumb|420x420px|Questa immagine riproduce il ciclo vitale di una [[stella]] della [[massa (fisica)|massa]] del [[Sole]] dalla sua [[Formazione stellare|formazione]] (a sinistra) alla sua [[evoluzione stellare|evoluzione]] in gigante rossa dopo miliardi di anni (a destra).]]
Le '''supergiganti rosse''' sono [[stella|stelle]] che, nella [[classificazione stellare#La classificazione spettrale di Yerkes|classificazione di Yerkes]], hanno [[classificazione stellare#Le classi di luminosità|classe di luminosità]] '''I''' e [[classificazione stellare#Le classi di Harvard|classe spettrale]] K o M<ref name="LamersCassinelli1999">{{cita libro|autore1=Henny J. G. L. M. Lamers|autore2=Joseph P. Cassinelli|titolo=Introduction to Stellar Winds|url=https://books.google.com/books?id=MJuDvniBNokC&pg=PA53|accesso=12 dicembre 2018|anno=1999|editore=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-59565-0|p=53|città=Cambridge}}</ref>. Si tratta solitamente di stelle [[massa (fisica)|massicce]] che hanno abbandonato la [[sequenza principale]] e che esploderanno in tempi astronomicamente brevi in [[supernova]]e. Le supergiganti rosse sono le [[Stelle più grandi conosciute|stelle più grandi conosciute]] in termini di [[volume]], sebbene non siano quelle dotate di massa o di [[Luminosità (astronomia)|luminosità]] maggiori. Sono supergiganti rosse due fra le [[Stelle più brillanti del cielo notturno osservabile|stelle più brillanti della volta celeste]]: [[Betelgeuse]] e [[Antares]].
 
==Classificazione==
Una '''gigante rossa''' è una [[stella gigante]] di [[massa (fisica)|massa]] piccola o intermedia (circa 0,3–8&nbsp;[[massa solare|M<sub>☉</sub>]]) nelle fasi finali della sua [[evoluzione stellare|evoluzione]]. L'[[Atmosfera stellare|atmosfera]] della stella è molto rarefatta ed estesa e, di conseguenza, il [[raggio (astronomia)|raggio]] è molto più grande e la [[Temperatura efficace (astrofisica)|temperatura superficiale]] più bassa (meno di 5.000&nbsp;[[Kelvin|K]]<ref>{{cita web |url=http://www.universetoday.com/51505/red-giant/ |titolo=Red Giant |autore=Jean Tate |sito=Universe Today |editore= |accesso=6 settembre 2015}}</ref>) rispetto alle stelle di eguale massa che non hanno ancora abbandonato la [[sequenza principale]]. Il loro colore varia dal giallo-arancio al rosso, il che le fa assegnare alle [[classificazione stellare#Le classi spettrali in dettaglio|classi spettrali]] K e M. Sono giganti rosse anche le stelle si classe S e la maggior parte delle [[Stella al carbonio|stelle al carbonio]].
Le stelle che appartengono alla classe delle supergiganti esibiscono [[linea spettrale|linee spettrali]] molto più fini rispetto alle stelle appartenenti alla [[sequenza principale]]. Le linee assottigliate si presentano solitamente quando l'[[atmosfera]] di una stella è molto rarefatta<ref name=Rieke>{{cita web |url=http://ircamera.as.arizona.edu/astr_250/Lectures/Lecture_14.htm |titolo=Stellar Spectroscopy and the HR Diagram |autore=Marcia Rieke |sito=Fundamentals of Astronomy |editore=University of Arizona |accesso=16 dicembre 2018 }}</ref>. D'altra parte, una atmosfera rarefatta è indice del fatto che la stella si è espansa, aumentando il suo volume e, di conseguenza, anche la sua superficie radiante, facendo innalzare la [[luminosità (astronomia)|luminosità]] della stella<ref>{{cita libro | autore=Michael Seeds |autore2=Dana Backman | titolo=Perspective in Astronomy | editore=Thomson Higher Education | città=Belmont (CA) | anno=2007 |ISBN=978-0-495-39273-6 |p=112}}</ref>. L'assottigliamento delle linee spettrali è più pronunciato nelle stelle supergiganti rispetto a quelle giganti, indicando una enorme superficie radiante e quindi una luminosità molto elevata. Le stelle supergiganti occupano quindi solitamente la regione superiore del [[diagramma Hertzsprung-Russell]], quella riservata alle stelle più luminose aventi [[magnitudine assoluta]] compresa fra −5 e −12<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Studies of luminous stars in nearby galaxies. III - Comments on the evolution of the most massive stars in the Milky Way and the Large Magellanic Cloud |autore1=R. M. Humphreys |autore2= K. Davidson |rivista=Astrophysical Journal |anno=1979 |volume=232 |pp=409-420 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1979ApJ...232..409H |doi=10.1086/157301 |accesso=16 dicembre 2018}}</ref>. Tuttavia, vi sono altri tipi di supergiganti, in cui l'assottigliamento delle linee spettrali è dovuto ad altri fenomeni, come per esempio le [[Stella Be|stelle Be]].
 
La classe delle supergiganti è ulteriormente divisa in due sottoclassi, quella delle supergiganti meno luminose, indicata con Ib, e quella delle supergiganti brillanti indicata con Ia. L'indicazione Iab per riferirsi a una classe intermedia fra le due è abbastanza usuale. Stelle eccezionalmente luminose, aventi gravità superficiali estremamente basse, con segni di grandi perdite di massa vengono a volte designate con la classe di luminosità 0 (zero), sebbene ciò sia abbastanza raro<ref>{{cita pubblicazione|bibcode=1992A&A...263..123P|titolo=Photometry of yellow semiregular variables - HR 8752 (= V509 Cassiopeiae)|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=263|pp=123-128|cognome1=Percy|nome1=J. R.|cognome2=Zsoldos|nome2=E.|anno=1992|accesso=16 dicembre 2018}}</ref>. Più frequenti sono le designazioni Ia-0 o Ia<sup>+</sup><ref>{{cita pubblicazione|bibcode=1992A&A...259..600A|titolo=A photometric study of the G0-4 Ia(+) hypergiant HD 96918 (V382 Carinae)|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=259|pp=600-606|cognome1=Achmad|nome1=L.|cognome2=Lamers|nome2=H. J. G. L. M.|cognome3=Nieuwenhuijzen|nome3=H.|cognome4=Van Genderen|nome4=A. M.|anno=1992|accesso=16 dicembre 2018}}</ref>. Queste supergiganti eccezionalmente luminose vengono talvolta chiamate ''[[Stella ipergigante|ipergiganti]]''<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1007/s001590050009|titolo=The yellow hypergiants|journal=Astronomy and Astrophysics Review|volume=8|numero=3|pp=145–180|anno=1998|cognome=De Jager|nome=Cornelis|bibcode=1998A&ARv...8..145D|accesso=16 dicembre 2018}}</ref> ma l'uso di questo termine per le supergiganti rosse è abbastanza raro, sebbene a volte compaia nelle designazioni delle supergiganti rosse più grandi e instabili<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1088/0004-637X/744/1/23|titolo=Distance and Kinematics of the Red Hypergiant VY CMa: Very Long Baseline Array and Very Large Array Astrometry|rivista=The Astrophysical Journal|volume=744|posizione=23|anno=2012|cognome1=Zhang|nome1=B.|cognome2=Reid|nome2=M. J.|cognome3=Menten|nome3=K. M.|cognome4=Zheng|nome4=X. W.|bibcode=2012ApJ...744...23Z|accesso=16 dicembre 2018}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|bibcode=2012A&A...544A..42Z|titolo=The distance and size of the red hypergiant NML Cygni from VLBA and VLA astrometry|rivista=Astronomy & Astrophysics|volume= 544|posizione=A42|cognome1= Zhang|nome1=B.|cognome2=Reid|nome2=M. J.|cognome3=Menten|nome3=K. M.|cognome4=Zheng|nome4=X. W.|cognome5=Brunthaler|nome5=A.|anno=2012|doi=10.1051/0004-6361/201219587|arxiv=1207.1850|accesso=16 dicembre 2018 }}</ref>.
Sebbene tutte le giganti rosse si trovino nelle fasi finali della loro evoluzione, esse si possono suddividere in base alla loro posizione sul [[Diagramma Hertzsprung-Russell|diagramma H-R]], che corrisponde al preciso stadio evolutivo da esse raggiunto. La maggior parte di esse si trova nella parte finale del [[ramo delle giganti rosse]], dove si collocano stelle che presentano un [[struttura stellare|nucleo]] [[Materia degenere|degenere]] di [[elio]] e nella quali la [[Fusione nucleare|fusione dell'idrogeno]] avviene in un guscio che circonda il nucleo. Le giganti rosse che invece fondono l'elio in [[carbonio]] tramite il [[processo tre alfa]] si collocano nella parte più fredda del [[ramo orizzontale]]. Infine nel [[ramo asintotico delle giganti]] sono collocate le stelle che fondono l'elio in carbonio in un guscio disposto intorno a un nucleo di carbonio degenerato e l'idrogeno in elio in un guscio esterno al primo<ref name=zeilik>{{cita libro | cognome=Zeilik | nome=Michael A. |cognome2=Gregory |nome2=Stephan A. | titolo=Introductory Astronomy & Astrophysics | edizione=4 | anno=1998 | editore=Saunders College Publishing | isbn=0-03-006228-4 | pp=321–322 }}</ref>.
 
Le supergiganti rosse si distinguono dalle altre supergiganti per essere le meno calde. Esse hanno [[classificazione stellare#Le classi di Harvard|classe spettrale]] M. Anche le supergiganti di classe K meno calde sono talvolta classificate come rosse, anche se non c'è una precisa linea di confine. Le supergiganti di classe K sono rare relativamente a quelle di classe M dato che rappresentano uno stadio evolutivo di transizione verso la classe M. Le supergiganti di classe K più calde vengono talvolta definite come supergiganti arancioni (per esempio [[Zeta Cephei]]) o addirittura gialle (per esempio l'[[ipergigante gialla]] [[HR 5171]]A)<ref name=levesque/>.
La stella gigante rossa più vicina è {{STL|Gamma|Cru}}, distante {{M|88|-|anni luce}}, ma la gigante arancione [[Arturo (astronomia)|Arturo]], distante {{M|36|-|anni luce}} è talvolta descritta come una gigante rossa
 
==Evoluzione==
== Caratteristiche fisiche ==
[[File:Stellar evolutionary tracks-en-with-text.svg|400px|right|thumb|Tracce evolutive nel [[Diagramma Hertzsprung-Russell|diagramma H-R]] di stelle con massa iniziale di 0,4 2 15 e {{M|60|ul=masse solari}}]]
[[File:Mira 1997.jpg|thumb|200px|left|La gigante rossa [[Mira (astronomia)|Mira]]]]
Le supergiganti rosse [[evoluzione stellare|evolvono]] da stelle aventi una massa iniziale compresa fra ≈{{M|10|ul=masse solari}} e ≈{{M|40|ul=masse solari}}<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Red Supergiants, Luminous Blue Variables and Wolf-Rayet stars: the single massive star perspective |autore=Georges Meynet |etal=si |rivista=Bulletin de la Societe Royale des Sciences de Liege |anno=2011 |volume=80 |pp=266-278 | arxiv=1101.5873|accesso=20 dicembre 2018}}</ref><ref>{{cita web |url=https://www.astro.ru.nl/~onnop/education/stev_utrecht_notes/chapter12-13.pdf |titolo=Pre-supernova evolution of massive stars |autore=Onno Pols |editore=Radboud University |accesso=20 dicembre 2018}}</ref>. Durante la loro fase di permanenza nella [[sequenza principale]] tali stelle si presentano come molto calde e luminose, a causa della rapida fusione dell'[[idrogeno]] tramite il [[Ciclo del carbonio-azoto|ciclo CNO]] nei loro nuclei [[Convezione|convettivi]], e appartengono alle prime sottoclassi della [[Stella di classe B V|classe B]] o alle ultime sottoclassi della [[Stella di classe O V|classe O]]. Esse hanno temperature superficiali comprese fra {{M|25000|ul=K}} e {{M|32000|ul=K}} e luminosità comprese fra 10.000 e 100.000&nbsp;[[luminosità solare|L<sub>☉</sub>]]. Contrariamente a quanto avviene nel [[Sole]], gli strati superficiali di queste stelle non sono convettivi<ref name=ekstrom/>. Bruciando molto velocemente il loro combustibile nucleare, queste stelle esauriscono l'idrogeno nei loro nuclei in soli 5-20&nbsp;milioni di anni, un tempo molto più breve di quello di una stella come il Sole, che impiega diversi miliardi di anni per compiere lo stesso percorso evolutivo.
La giganti rosse sono caratterizzate da un [[raggio (astronomia)|raggio]] centinaia di volte più grande di quello del [[Sole]]. Il notevole aumento delle dimensioni produce una rarefazione degli strati più esterni della stella e una diminuzione della loro temperatura rispetto alle stelle di uguale massa della sequenza principale, sicché essa assume un colore arancio-rosso. Malgrado la diminuzione di temperatura produca una riduzione della [[radiazione]] emessa per unità di superficie, secondo la [[legge di Stefan-Boltzmann]], le giganti rosse sono in genere molto più luminose del Sole a causa delle loro dimensioni e della grande superficie radiante.
 
Alla fine della loro permanenza nella sequenza principale, queste stelle presentano un nucleo di elio molto massiccio, che, non più sostenuto dalle reazioni nucleari di fusione dell'idrogeno, si contrae e aumenta la sua temperatura. La fusione dell'idrogeno continua invece in un guscio che circonda tale nucleo<ref name=ekstrom/>. La contrazione del nucleo e l'innalzamento della sua temperatura causa l'espansione dell'inviluppo di idrogeno che circonda la zona centrale, in cui avvengono le reazioni nucleari<reF>{{Cita conferenza | autore=C. Georgy |titolo=Evolution models of red supergiants |data=28 luglio 2017 | conferenza=The Lives and Death-Throes of Massive Stars | organizzazione=J.J. Eldridge, J.C. Bray, L.A.S. McClelland, L. Xiao |editore=Cambridge University Press |città=Cambridge |pp=193-198 |DOI=10.1017/S1743921317003179 |url=http://adsabs.harvard.edu/doi/10.1017/S1743921317003179 |accesso=25 dicembre 2018 }}</ref>. Questo processo è molto simile a quello che avviene nelle stelle meno massicce, appartenenti al [[ramo delle giganti rosse]]. Nel caso delle supergiganti, tuttavia, in ragione della loro massa maggiore, l'espansione dilata il volume della stella fino a dimensioni enormi. Il raggio di una supergigante rossa può superare di gran lunga i 1000&nbsp;[[raggio solare|R<sub>☉</sub>]] e avvicinarsi ai 2000&nbsp;R<sub>☉</sub>. Questo fa delle supergiganti rosse le stelle più grandi conosciute.
Le stelle appartenenti al ramo delle giganti rosse sono di classe spettrale K o M, hanno una temperatura superficiale di 3000-4000&nbsp;[[Kelvin|K]], hanno un raggio 20-100 volte quello del Sole e sono da un centinaio a diverse centinaia di volte più luminose della nostra stella. Le stelle del ramo orizzontale sono in genere più calde di quelle del ramo delle giganti rosse, mentre quelle del ramo asintotico delle giganti sono circa una decina di volte più luminose rispetto a quelle del ramo delle giganti rosse, sebbene siano molto più rare.
 
Espandendosi, la stella diminuisce la sua [[temperatura superficiale]] e passa dalla classe O alla classe M in un tempo astronomicamente breve. Poiché il tempo passato nello stadio di [[supergigante gialla]] è molto minore rispetto a quello che poi la stella passerà in quello di supergigante rossa, è rivelabile un numero di supergiganti rosse molto maggiore rispetto a quello delle supergiganti gialle. In questo passaggio la stella aumenta la sua luminosità di circa tre volte. Tale incremento è molto meno drammatico di quello che avviene nelle stelle di massa media e piccola, quando entrano nello stadio di [[gigante rossa]]. Di conseguenza, mentre le stelle con massa simile a quella del Sole percorrono una traccia nel diagramma H-R che le porta verso l'alto e verso la destra nel diagramma stesso, le supergiganti rosse sono il frutto di una evoluzione che lascia una traccia quasi orizzontale nel diagramma, dalla parte alta sinistra alla parte alta destra.
Fra le stelle del ramo asintotico delle giganti, quelle di tipo C-N e C-R presentano grandi abbondanze di carbonio e altri [[metallicità|metalli]] nella superficie. Tali [[elementi chimici|elementi]] sono convogliati in superficie tramite un processo chiamato [[Dragaggio (astronomia)|dragaggio]] (in inglese ''dredge-up''), consistente in moti [[Convezione|convettivi]] che trasportano i prodotti della fusione dalle zone interne dell'astro alla superficie<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The CNO Isotopes: Deep Circulation in Red Giants and First and Second Dredge-up |autore=Arnold Boothroyd, I.-Juliana Sackmann |rivista=The Astrophysical Journal |anno=1999 |volume=510 |numero=1 |pagine= 232-250 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1999ApJ...510..232B |doi=10.1086/306546 |accesso=24 marzo 2015}}</ref>. Il primo dredge-up avviene quando la stella si trova nel ramo delle giganti rosse e fonde l'idrogeno in un guscio che circonda il nucleo inerte di elio, ma non causa la dominanza del carbonio in superficie, cosa che viene prodotta dal secondo e terzo dredge-up, che avvengono quando la stella si trova nel ramo asintotico delle giganti, durante la fase della fusione dell'elio intorno al nucleo inerte di carbonio.
 
L'inviluppo di idrogeno che circonda il nucleo delle supergiganti è, in seguito all'espansione, estremamente rarefatto. In esso, si sviluppano enormi zone convettive che penetrano a fondo all'interno della stella e che portano in superficie i prodotti delle reazioni nucleari, in particolare l'[[azoto]]<ref name=heger>{{cita pubblicazione|doi=10.1086/308158|titolo=Presupernova Evolution of Rotating Massive Stars. I. Numerical Method and Evolution of the Internal Stellar Structure|rivista=The Astrophysical Journal|volume=528|pp=368–396|anno=2000|cognome1=Heger|nome1=A.|cognome2=Langer|nome2=N.|cognome3=Woosley|nome3=S. E.|bibcode=2000ApJ...528..368H|arxiv = astro-ph/9904132 |accesso=28 dicembre 2018 }}</ref>.
I confini di una gigante rossa non sono definiti in modo preciso, contrariamente a quanto viene rappresentato in molte illustrazioni. A causa della bassa densità dei loro strati superficiali, queste stelle non possiedono [[fotosfera|fotosfere]] ben definite e non c'è alcun confine determinato fra le loro [[Atmosfera stellare|atmosfere]] e le loro [[corona solare|corone]]. Le giganti rosse meno calde presentano [[Spettro elettromagnetico|spettri]] complessi con [[Linea spettrale|linee spettrali]] di [[molecola|molecole]], [[maser]] e, a volte, [[linea spettrale#Emissione e assorbimento|emissioni]].
 
Alcune supergiganti rosse vanno incontro ad ''anelli blu'' (in inglese: ''blue loops'') nei quali la loro temperatura superficiale può innalzarsi fino a 10000&nbsp;K, prima di ritornare a scendere. Il nome di questo fenomeno deriva dal fatto che le supergiganti rosse durante gli anelli blu si spostano verso la parte blu del diagramma H-R in modo quasi orizzontale per poi tornare alla posizione di partenza. Mentre molte supergiganti rosse non sperimentano alcun anello blu, alcune possono descriverne più di uno. Il manifestarsi di anelli blu sembra dipendere da una molteplicità di parametri quali la massa, la velocità di rotazione, il tasso di perdita di massa causato dal vento stellare e la composizione chimica della stella<ref name=meynet>{{cita pubblicazione|doi=10.1051/0004-6361/201424671|titolo=Impact of mass-loss on the evolution and pre-supernova properties of red supergiants|rivista=Astronomy & Astrophysics|volume=575|p=A60|anno=2015|cognome=Meynet|nome=G.|etal=si|bibcode=2015A&A...575A..60M|arxiv = 1410.8721 }}</ref>. I meccanismi di innesco degli anelli blu non sono ancora stati compresi a fondo. Una ipotesi è che essi siano dovuti a variazioni di opacità negli strati intermedi della stella, che impattano sulla quantità di energia trasporta dal nucleo agli strati superficiali. Questa variazione di energia a sua volta causa l'espansione o la contrazione della stella<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Physics of the blue-to-red and red-to-blue transitions in the evolution of massive stars - I. From blue to red |autore=C. Ritossa |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |anno=1996 |volume=281 |numero=3 |pp=970-976 |doi=
Mentre il Sole possiede un grande numero di piccole celle convettive (i [[Granulo (sole)|granuli solari]]), le fotosfere delle giganti, così come quelle delle [[stella supergigante|supergiganti]], hanno un numero limitato di grandi celle, responsabili di alcune delle [[stella variabile|variazioni]] che sono comuni in questi tipi di stelle<ref name=Schwarzschild>{{cita pubblicazione| volume = 195 | pagine = 137–144| autore = Martin Schwarzschild | titolo = On the scale of photospheric convection in red giants and supergiants| rivista= Astrophysical Journal| anno= 1975
10.1093/mnras/281.3.970 |bibcode=1996MNRAS.281..970R}}</ref> .
| doi = 10.1086/153313 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1975ApJ...195..137S |accesso= 25 marzo 2015}}</ref>.
 
[[File:PESSTO Snaps Supernova in Messier 74.jpg|250px|left|thumb|Una supergigante rossa termina la sua esistenza in una [[supernova di tipo II]] (in basso a sinistra) in uno dei bracci di [[M74 (astronomia)|M74]]<ref>{{cita pubblicazione|bibcode= 2014MNRAS.439L..56F|doi=10.1093/mnrasl/slt179|titolo=On the progenitor of the Type IIP SN 2013ej in M74|rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters|volume=439|pp=L56-L60|anno=2013|cognome=Fraser|nome=M.|etal=si|arxiv = 1309.4268 }}</ref>]]
== Evoluzione ==
{{vedi anche|Evoluzione stellare#Stelle con masse tra 0,08 ed 8-10 M☉}}
[[File:Seeing into the Heart of Mira A and its Partner.jpg|thumb|[[Mira A]] sta rilasciando i suoi strati superficiali nello spazio<ref>{{cita web|titolo=Seeing into the Heart of Mira A and its Partner|url=http://www.eso.org/public/images/potw1447a/|sito=www.eso.org|editore=European Southern Observatory|accesso=25 marzo 2015}}</ref>]]
Le giganti rosse sono stelle di massa media o piccola (da circa {{M|0,3|-|MS}} a circa {{M|8|-|MS}}) che hanno abbandonato la [[sequenza principale]] a causa dell'esaurimento dell'idrogeno nei loro nuclei<ref name=endms>{{cita pubblicazione |titolo=The End of the Main Sequence |autore=G. Laughlin, P. Bodenheimer, F.C. Adams |rivista=The Astrophysical Journal |anno=1997 |volume=482 |numero=1 |pagine=420-432 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1997ApJ...482..420L |doi= |accesso=26 marzo 2015}}</ref>. La permanenza all'interno della sequenza principale di una stella della [[massa (fisica)|massa]] del Sole è circa 10&nbsp;milardi di anni. Le stelle più massicce del Sole bruciano il loro combustibile nucleare molto più velocemente e quindi permangono all'interno della sequenza principale per un periodo di tempo minore, mentre quelle meno massicce per un periodo di tempo maggiore (fino a 1000&nbsp;miliardi di anni)<ref name=zeilik /><ref name=endms />.
 
La fase di supergigante rossa dura 1-2&nbsp;milioni di anni. Quando le condizioni di pressione e temperatura del nucleo lo permettono, le stelle supergiganti rosse innescano la [[Processo tre alfa|fusione dell'elio]]. Successivamente, quando la temperatura raggiunge il valore di {{M|6|e=6|ul=T}} e la densità il valore di {{M|2|e=6|ul=kg/m3}}<ref name=Ryan>{{Cita libro| autore=Ryan, Sean G.; Norton, Andrew J. | titolo=Stellar Evolution and Nucleosynthesis | anno=2010 | pagine=135|isbn=978-0-521-13320-3|editore=Cambridge University Press|url=http://books.google.com/?id=PE4yGiU-JyEC&q=carbon+burning#v=onepage&q=carbong%20burning&f=false|accesso=29 novembre 2018}}</ref>, viene innescata la [[Processo di fusione del carbonio|fusione del carbonio]]. A questo punto, l'evoluzione della stella subisce una notevole accelerazione e in poche migliaia di anni vengono creati elementi sempre più pesanti fino al [[ferro]]. Nel giro di qualche giorno, il nucleo di ferro che la stella ha costruito collassa e viene prodotta una [[supernova]]. Il tipo di supernova prodotto dipende dalla massa iniziale della stella e da altri fattori quali la [[metallicità]]. In genere, le stelle più massicce e quelle più ricche di metalli perdono quantitativi maggiori di massa durante la fase di supergigante rossa a causa del [[vento stellare]]<ref name=Pettini>{{cita web |url=https://www.ast.cam.ac.uk/~pettini/STARS/Lecture15.pdf |titolo=Post-Main Sequence Evolution II: Massive Stars |autore=M. Pettini |sito=Institute of Astronomy, University of Cambridge |accesso=20 dicembre 2018}}</ref>. A metallicità solare, le stelle con massa inferiore a {{M|15|ul=masse solari}} subiscono una moderata perdita di massa durante la fase di supergiganti rosse e conservano gran parte del loro inviluppo di idrogeno. Esse quindi esplodono in [[Supernova di tipo II|supernovae di tipo II-P]]<ref name=ekstrom/><ref name=heger/>. Le stelle con masse comprese fra {{M|15|ul=masse solari}} e {{M|25|ul=masse solari}} sperimentano perdite di massa più importanti durante la loro fase di permanenza fra le supergiganti rosse, ma non tali da rimuovere completamente il loro strato di idrogeno superficiale. Esse esplodono in [[Supernova di tipo II|supernovae di tipo II-L e IIb]], nelle quali le [[Linea spettrale|linee]] dell'idrogeno sono inizialmente presenti, ma scompaiono dopo breve tempo<ref name=woosley>{{cita pubblicazione|doi=10.1103/RevModPhys.74.1015|titolo=The evolution and explosion of massive stars|rivista=Reviews of Modern Physics|volume=74|numero=4|pp=1015–1071|year=2002|cognome1=Woosley|nome1=S. E.|cognome2=Heger|nome2=A.|cognome3=Weaver|nome3=T. A.|bibcode=2002RvMP...74.1015W}}</ref>. Le stelle con massa compresa fra {{M|25|ul=masse solari}} e {{M|40|ul=masse solari}} subiscono ingenti perdite di massa durante la loro fase di supergiganti rosse, che rimuovono completamente l'inviluppo di idrogeno facendole diventare delle [[Stella di Wolf-Rayet|stelle di Wolf-Rayet]]. Esse esplodono in [[Supernovae di tipo Ib e Ic|supernovae di tipo Ib]], in cui le linee dell'idrogeno non sono presenti<ref name=meynet/>.
=== Il ramo delle giganti rosse ===
 
Le previsioni dei modelli teorici sembrano essere confermate dalle osservazioni. Le progenitrici delle supernovae di tipo II-P hanno temperature comprese fra 3500&nbsp;K e 4400&nbsp;K e luminosità comprese fra 20000&nbsp;[[luminosità solare|L<sub>☉</sub>]] e 200000&nbsp;L<sub>☉</sub>, che sono parametri che ci si aspetta di osservare nelle supergiganti rosse meno massicce. È stato osservato un piccolo numero di progenitrici di supernovae di tipo II-L e IIb; esse sembrano comunque avere una luminosità che si aggirano intorno ai 100000&nbsp;L<sub>☉</sub> e temperature che possono arrivare a 6000&nbsp;K. C'è una buona corrispondenza fra questi parametri e quelli delle supergiganti rosse di massa intermedia, che sono andate incontro a moderate perdite di massa. Le supergiganti rosse più massicce non sembrano essere invece progenitrici di supernovae, confermando che esse evolvono in stelle di Wolf-Rayet prima di esplodere.
Quando le stelle di massa media e piccola esauriscono l'idrogeno nei loro nuclei, le reazioni nucleare cessano all'interno del nucleo, che in tal modo comincia a contrarsi a causa della sua stessa [[Interazione gravitazionale|forza di gravità]]. La contrazione produce un aumento di temperatura del nucleo che è in grado di accendere le reazioni nucleari in un guscio che circonda il nucleo. A causa delle temperature più elevate, il tasso delle reazioni nucleari è maggiore e ciò determina un aumento di luminosità da parte della stella di un fattore compreso fra 1000 e 10.000. L'aumento della [[densità]] del nucleo e della sua temperatura si traduce in una espansione degli strati superficiali della stella: ciò accade perché la stella tende a conservare la sua [[energia]] totale e di conseguenza sia la sua [[energia potenziale gravitazionale]] che la sua [[energia termica]]: di conseguenza ogni contrazione del nucleo deve accompagnarsi a una espansione delle zone superficiali della stella in modo da conservare l'energia potenziale gravitazionale totale; inoltre a un aumento della temperatura del nucleo deve corrispondere una diminuzione della temperatura delle zone superficiali in modo da conservare l'energia termica totale<ref name=Pettini>{{cita web |url=http://www.ast.cam.ac.uk/~pettini/STARS/Lecture12.pdf |titolo=Stellar Evolution I: Life on the Main Sequence |autore=Max Pettini |editore=Institute of Astronomy, University of Cambridge |formato=PDF |accesso=10 giugno 2015}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.astro.ru.nl/~onnop/education/stev_utrecht_notes/chapter9-11.pdf |titolo=Post-main sequence evolution through helium burning |autore=Onno Pols |editore=Department of Astrophysics/IMAPP, Radboud University Nijmegen |accesso=10 giugno 2015}}</ref><ref name=Brainerd>{{cita web |url=http://www.astrophysicsspectator.com/topics/stars/RedGiantsEvolution.html |titolo=Red Giant Evolution |autore=Jim Brainerd |sito=The Astrophysics Spectator |accesso=4 aprile 2015}}</ref>. Di conseguenza, l'astro spende una parte dell'energia prodotta per espandersi. Poiché l'energia prodotta viene rilasciata su una superficie più grande e poiché parte di essa viene dissipata nell'espansione, ciò si traduce in una minore temperatura superficiale della stella<ref name=Brainerd />, che in tal modo emette [[radiazione]] a [[Lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] maggiori diventando più rossa. Da qui il nome di ''gigante rossa'', anche se il colore è a volte più vicino all'arancione. In questa fase evolutiva la stella percorre il ramo delle giganti rosse nel [[Diagramma Hertzsprung-Russell|diagramma H-R]], cioè si porta verso destra e verso l'alto nel diagramma in conseguenza dell'aumento della luminosità e della diminuzione della temperatura superficiale<ref name=zeilik />. La minore temperatura determina nelle stelle più massicce la formazione di un involucro [[Convezione|convettivo]] e nelle stelle meno massicce l'approfondimento della [[zona convettiva]] già esistente nella fase di sequenza principale. Ciò è dovuto al fatto che la diminuzione della temperatura si traduce in una maggiore opacità degli strati periferici dell'astro e di conseguenza il trasporto dell'energia per [[Zona radiativa|radiazione]] non sarebbe più efficiente. La zona convettiva trasporta il materiale presente negli strati interni della stella (anche se non quello presente nel nucleo) in superficie. Tale materiale è maggiormente ricco di prodotti della fusione dell'idrogeno di quanto non sia quello in superficie e, di conseguenza, compaiono in superficie alcuni [[metallicità|metalli]]. Questo processo si chiama [[Dragaggio (astronomia)|primo dragaggio]].
 
== Problemi di definizione ==
Durante la permanenza nel ramo delle giganti rosse il nucleo stellare continua a innalzare la sua temperatura accelerando gradualmente il tasso delle reazioni nucleari nel guscio di idrogeno. Ciò produce un progressivo aumento di luminosità della stella e una sua espansione: la stella di conseguenza continua a spostarsi verso l'alto e verso destra nel diagramma H-R. Quando il nucleo raggiunge temperature vicine a 10<sup>8</sup>&nbsp;K, si innesca la [[Processo tre alfa|fusione dell'elio]] nel nucleo della stella.
Come si è accennato, le supergiganti vengono individuate tramite la configurazione delle linee spettrali, che indica una gravità molto bassa nell'atmosfera stellare. Questa definizione, tuttavia, raggruppa stelle con proprietà differenti sotto un'unica categoria. Si preferisce quindi spesso optare per una definizione evolutiva e definire le supergiganti come quelle stelle che nel corso della loro evoluzione fondono elementi sempre più pesanti fino ad arrivare al ferro ed esplodono in supernovae in seguito al collasso del loro nucleo<ref>{{cita pubblicazione|bibcode=2005A&A...438..273V|titolo=An empirical formula for the mass-loss rates of dust-enshrouded red supergiants and oxygen-rich Asymptotic Giant Branch stars|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=438|pp=273–289|cognome1=Van Loon|nome1=J. Th.|cognome2=Cioni|nome2=M.-R. L.|cognome3=Zijlstra|nome3=A. A.|cognome4=Loup|nome4=C.|anno=2005|doi=10.1051/0004-6361:20042555|arxiv = astro-ph/0504379 }}</ref>.
 
[[File:Antares.jpg|thumb|right|250px|[[Antares]], una delle supergiganti rosse più luminose della volta celeste.]]
=== Il ramo orizzontale delle giganti ===
 
Se si adotta questa definizione evolutiva di supergigante e se si definiscono le supergiganti rosse come quelle supergiganti che, espandendosi, passano dalla classe spettrale O o B alla classe K o M, allora sono definibili come supergiganti rosse le stelle aventi una massa iniziale compresa fra ≈10&nbsp;M<sub>☉</sub> e ≈40&nbsp;M<sub>☉</sub> in avanzato stato evolutivo. Il limite inferiore di questo intervallo è costituito dalle stelle che non sviluppano mai le condizioni interne sufficienti alla creazione di un nucleo di [[ferro]]: le stelle con massa inferiore a ≈8&nbsp;M<sub>☉</sub> arrivano a possedere un nucleo degenere di [[carbonio]], che non raggiunge mai le condizioni sufficienti ad essere fuso in elementi più pesanti. Le stelle con masse comprese fra ≈8&nbsp;M<sub>☉</sub> e ≈10&nbsp;M<sub>☉</sub> in avanzato stadio evolutivo possiedono un nucleo degenere composto da [[neon]], [[magnesio]] e [[ossigeno]], che non raggiunge le condizioni sufficienti per essere fuso in ferro. Invece, le stelle con masse superiori a ≈10&nbsp;M<sub>☉</sub>, sviluppano alla fine della loro evoluzione un nucleo di ferro, che collassa facendo esplodere la stella in una [[supernova]]<ref name=ekstrom>{{cita pubblicazione|bibcode=2012A&A...537A.146E|titolo=Grids of stellar models with rotation. I. Models from 0.8 to 120 M<sub>⊙</sub> at solar metallicity (Z = 0.014)|rivista=Astronomy & Astrophysics|volume=537|pagine=A146|cognome=Ekström|nome=S.|etal=si|anno=2012|doi=10.1051/0004-6361/201117751|arxiv = 1110.5049|accesso=21 dicembre 2018 }}</ref>. Stelle con masse iniziali superiori a ≈40&nbsp;M<sub>☉</sub> (in alcuni modelli, ≈30&nbsp;M<sub>☉</sub><ref>{{cita pubblicazione |titolo=The Temperatures of Red Supegiants |autore=Ben Davies |rivista=The Astrophysical Journal |anno=2013 |volume=767 |numero=1 |url=https://iopscience.iop.org/article/10.1088/0004-637X/767/1/3/meta |doi=10.1088/0004-637X/767/1/3 |accesso=18 novembre 2019 |etal=si}}</ref>) perdono ingenti quantità di massa a causa di intensi [[vento stellare|venti stellari]] durante la loro permanenza nella sequenza principale, che rimuovono buona parte dell'inviluppo di idrogeno che circonda il nucleo. Questo fa sì che esse non diventino mai delle supergiganti rosse, ma evolvano direttamente in [[Stella di Wolf-Rayet|stelle di Wolf-Rayet]], nelle quali il nucleo di elio della stella è esposto. Solo le stelle con massa compresa fra questi due limiti diventano dunque delle supergiganti rosse.
L'innesco dell'elio avviene in modo differente a seconda della massa iniziale della stella. Nelle stelle eventi massa minore o uguale a {{M|2|-|MS}}<ref name=Fagotto>{{cita pubblicazione |titolo=Evolutionary sequences of stellar models with new radiative opacities. IV. Z=0.004 and Z=0.008 |autore=F. Fagotto ''et al.'' |rivista=Astronomy and Astrophysics Suppl. |anno=1994 |volume=105 |numero= |pagine=29-38 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1994A&AS..105...29F |doi= |accesso=31 marzo 2015}}</ref> il nucleo diviene verso la fine della fase di gigante rossa abbastanza denso da diventare [[Materia degenere|degenere]] a causa della pressione degli elettroni. Questo nucleo degenere continua ad aumentare la sua temperatura fino a raggiungere le condizioni di innesco dell'elio. L'inizio della fusione dell'elio avviene simultaneamente in tutto il nucleo in un processo chiamato [[flash dell'elio]] in quanto il gas degenere non reagisce all'aumento di temperatura espandendosi. Solo quando la temperatura non raggiunge livelli tali da produrre pressioni simili a quella degli elettroni degenerati, la degenerazione viene rimossa e il nucleo si espande. Nelle stelle più massicce di {{M|2|-|MS}} la temperatura atta alla fusione dell'elio viene raggiunta prima che il nucleo divenga degenere e quindi l'innesco dell'elio avviene più lentamente, senza alcun flash.
 
Le stelle con una massa inferiore a ≈10&nbsp;M<sub>☉</sub> nella fase finale della loro evoluzione, durante la quale fondono l'elio, ascendono il [[ramo asintotico delle giganti]] (AGB). In questa fase diventano molto luminose e si espandono notevolmente, diminuendo la loro temperatura. Specie quelle più massicce, possono raggiungere dimensioni enormi, con raggi anche pari a 1000&nbsp;R<sub>☉</sub><ref name="Doherty" />. Superficialmente le stelle AGB sono praticamente indistinguibili dalle supergiganti rosse presentando linee spettrali molto simili<ref name="Doherty">{{cita pubblicazione|autore=|nome=C.|cognome=Doherty|anno=2017|titolo=Super-AGB Stars and their Role as Electron Capture Supernova Progenitors|rivista=Publications of the Astronomical Society of Australia|volume=34|numero=|pp=id.e056|lingua=en|accesso=28 novembre 2018|doi=10.1017/pasa.2017.52|bibcode=2017PASA...34...56D|etal=si}}</ref>. Tuttavia, spesso i ricercatori preferiscono non classificare le stelle AGB come supergiganti a causa del loro diverso percorso evolutivo e del loro diverso destino finale. La grande maggioranza delle stelle AGB infatti non esplode in supernovae, ma termina la sua esistenza quando, dopo avere espulso il proprio inviluppo di idrogeno e avere così prodotto una [[nebulosa planetaria]], diventano delle [[nana bianca|nane bianche]]. Le stelle AGB, inoltre, presentano composizioni chimiche leggermente diverse da quelle delle supergiganti e, essendo spesso [[Variabile Mira|variabili Mira]], presentano variazioni di luminosità più regolari<ref>{{cita pubblicazione|bibcode=2009A&A...506.1277G|titolo=Luminosities and mass-loss rates of SMC and LMC AGB stars and red supergiants|rivista=Astronomy and Astrophysics|volume=506|numero=3|pp=1277–1296|cognome1=Groenewegen|nome1=M. A. T.|cognome2=Sloan|nome2=G. C.|cognome3=Soszyński|nome3=I.|cognome4=Petersen|nome4=E. A.|anno=2009|doi=10.1051/0004-6361/200912678|arxiv = 0908.3087 }}</ref>. Fra le stelle AGB, le più simili alle supergiganti rosse sono le stelle super-AGB, che rappresentano lo stadio evolutivo finale delle stelle aventi massa iniziale compresa fra ≈8&nbsp;M<sub>☉</sub> e ≈10&nbsp;M<sub>☉</sub>. Esse fondono il carbonio, sviluppano temperature del nucleo molto alte, si espandono notevolmente durante la fase AGB, e possono esplodere in supernovae. Tuttavia il processo che porta all'esplosione è differente rispetto a quello che si registra nelle supergiganti. Infatti le stelle super-AGB non arrivano mai a sviluppare un nucleo di ferro che collassa. Invece, possono raggiungere nel loro nucleo condizioni di temperatura e densità tali da innescare un processo di [[cattura elettronica]], che fa diminuire la pressione degli [[elettrone degenerato|elettroni degenerati]] che sostengono il nucleo, portandolo al collasso<ref name=sagb>{{cita pubblicazione|doi=10.1086/520872|titolo=The Supernova Channel of Super‐AGB Stars|rivista=The Astrophysical Journal|volume=675|pp=614–625|anno=2008|cognome1=Poelarends|nome1=A. J. T.|cognome2=Herwig|nome2=F.|cognome3=Langer|nome3=N.|cognome4=Heger|nome4=A.|bibcode=2008ApJ...675..614P|arxiv = 0705.4643 }}</ref>. Se non esplodono in questo modo, le stelle super-AGB danno origine a [[nana bianca#Al limite tra stelle medie e massicce (8-10 M☉): nane O-Ne-Mg|nane bianche al neon, magnesio e ossigeno]]. Nonostante le indubbie somiglianze fra le stelle super-AGB e le supergiganti rosse, si preferisce spesso distinguerle a causa della mancata produzione di ferro nelle fasi evolutive finali.
L'innesco dell'elio nel nucleo causa la sua espansione, mentre, al contrario, gli strati superficiali della stella si contraggono nuovamente. La contrazione produce un aumento della temperatura superficiale e la conseguente cessazione del movimenti convettivi e del dragaggio. La stella di sposta quindi orizzontalmente verso sinistra nel diagramma H-R, ridiventando meno rossa e riavvicinandosi alla sequenza principale<ref name=zeilik />. Le stelle più poveri di metalli si dispongono quindi lungo il ramo orizzontale delle giganti, quelle ricche di metalli nel cosiddetto ''[[red clump]]'' (letteralmente: ''gruppo rosso''). La stella raggiunge a questo punto un nuovo equilibrio, per certi versi simile a quello delle stelle di sequenza principale con la differenza che l'energia viene prodotta non dalla fusione dell'idrogeno in elio, ma da quella dell'elio in carbonio<ref>{{cita web |url=http://cronodon.com/SpaceTech/GiantStars.html |titolo=Giants and Supergiants |autore= |sito= |editore=Cronodon |accesso=1 aprile 2015}}</ref>. In ogni caso le stelle appartenenti al ramo orizzontale e al red clump, sebbene si posizionino vicino alla sequenza principale, sono molto più luminose delle stelle di sequenza principale di corrispondente massa a causa della maggiore quantità di energia prodotta in un nucleo stellare molto più caldo.
 
Il seguente specchietto illustra l'evoluzione delle stelle con massa compresa fra 2 e 60&nbsp;M<sub>☉</sub>:
=== Il ramo asintotico delle giganti ===
Esattamente come nelle stelle di sequenza principale si ha un progressivo accumulo dell'elio al centro della stella fino alla formazione di un nucleo inerte, allo stesso modo il carbonio, prodotto dalla fusione dell'elio, si accumula lentamente al centro delle stelle che si trovano nel ramo orizzontale. Mano a mano che l'elio si esaurisce nel nucleo esso si contrae nuovamente e innalza la sua temperatura. Si forma quindi al centro della stella un nucleo inerte di carbonio, mentre le reazioni nucleari avvengono in un guscio esterno a tale nucleo in cui viene fuso l'elio. Ancora più esternamente viene fuso l'idrogeno. Questa nuova configurazione della struttura stellare produce una espansione degli strati superficiali della stella e la diminuzione della loro temperatura, per certi versi parallele a quelle che caratterizzano l'entrata nel ramo delle giganti rosse. La stella si sposta verso destra e verso l'alto nel diagramma H-R fino a incrociare la zona delle [[supergigante rossa|supergiganti rosse]]. La stella entra pertanto nel ramo asintotico delle giganti (in inglese ''Asymptotic giant branch'', abbrevviato con AGB).
 
{| class="wikitable"
L'espansione della stella è ancora maggiore di quella che avviene nella ramo delle giganti rosse e la sua luminosità, di conseguenza, più elevata. Si riforma in superficie una zona convettiva che porta in superficie i materiali presenti nelle zone profonde della stella. Si ha quindi un secondo dragaggio, che essendo la zone convettiva più ampia di quella precedente tanto da raggiungere il nucleo stellare, porta in superficie i prodotti del processo tre-alfa e del [[Processo S|processo-s]] arricchendola in tal modo di elio, carbonio ed altri metalli. Di conseguenza, la maggior parte delle stelle in questa fase evolutiva diventano [[Stella al carbonio|stelle al carbonio]].
|+Schema dell'evoluzione delle stelle con masse medie e grandi (aventi [[metallicità]] solare)
|-
! Massa iniziale (M<sub>☉</sub>) !! Sequenza evolutiva !! Destino finale
|-
| 2-8 || A o B&nbsp;→&nbsp;RG || WD
|-
| 8-10 || B&nbsp;→&nbsp;RG|| II-P o WD
|-
| 8–15 || B&nbsp;→&nbsp;RSG || II-P
|-
| 15–25 || O&nbsp;→&nbsp;RSG&nbsp;↔&nbsp;(YHG)&nbsp;↔&nbsp;BSG&nbsp;(loop) || II-L (o IIb)
|-
| 25–40 || O&nbsp;→&nbsp;RSG&nbsp;→&nbsp;WR || Ib
|-
| 40–60 || O&nbsp;→&nbsp;LBV&nbsp;→&nbsp;WR || Ib/c
 
|}
La perdita di massa causata dal [[vento stellare]], trascurabile nelle fasi precedenti, si fa durante questa fase consistente a causa delle ragguardevoli dimensioni raggiunte dalla stella che fanno sì che le zone superficiali siano legate solo debolmente legate gravitazionalmente. Le stelle del ramo asintotico perdono massa tramite lenti venti stellari ({{TA|5-30 km/s}}) al ritmo di {{M|e=−8|1|-|MS}} all'anno<ref name=Pettini/>.
 
Legenda:
=== Evoluzione post-AGB ===
* O: [[stella di classe O V]]
Le stelle con massa iniziale inferiore a {{M|8|-|MS}} non raggiungono mai nei loro nuclei condizioni di [[densità]] e temperatura sufficienti a innescare la [[Processo di fusione del carbonio|fusione del carbonio]]. Invece, verso la fine della loro permanenza nel ramo asintotico delle giganti, queste stelle diventano sempre più instabili e vanno incontro a pulsazioni molto ampie nelle quali perdono quantità sempre maggiori di materiale. Alla termine di questa fase evolutiva, esse perdono gli strati che avvolgono il nucleo stellare, formando una [[nebulosa planetaria]]. Il nucleo viene sempre più esposto e la stella percorre il diagramma H-R da destra a sinistra mano a mano che gli strati interni più caldi diventano visibili. Con l'esaurimento dell'elio nel nucleo le reazioni nucleari cessano, la luminosità della stella diminuisce ed essa diviene una [[nana bianca]]. Per le stelle della massa pari a quella del Sole la fase di gigante dura all'incirca un miliardo di anni, circa il 10% della sua esistenza, la maggior parte dei quali trascorsi nel ramo delle giganti rosse. Il fatto che le stelle permangano molto più tempo nel ramo delle giganti rosse piuttosto che nel ramo orizzontale o in quello asintotico spiega come mai le stelle del primo tipo siano molto più frequenti rispetto alle stelle degli altri due tipi.
* B: [[stella di classe B V]]
* A: [[stella di classe A V]]
* RG: [[gigante rossa]]
* WD: [[nana bianca]]
* BSG: [[supergigante blu]]
* RSG: [[supergigante rossa]]
* YHG: [[supergigante gialla]]
* LBV: [[variabile S Doradus|stella LBV]]
* WR: [[stella di Wolf-Rayet]]
 
== Proprietà ==
Le stelle con massa compresa fra 0,3 e {{M|0,5|-|MS}}<ref name=Fagotto/> sono abbastanza massicce per diventare delle giganti ma non in modo sufficiente per innescare la fusione dell'elio<ref name=endms/>. Quando fuoriescono dalla sequenza principale a causa della scarsità di idrogeno nei loro nuclei, queste stelle aumentano le loro dimensioni e la loro luminosità, ma il nucleo non raggiunge mai le condizioni di densità e temperatura sufficienti a innescare il flash dell'elio. Esse ascendono quindi il ramo delle giganti rosse ma a un certo punto rilasciano gli strati superficiali, come fanno le giganti del ramo asintotico, e diventano delle nane bianche.
Le supergiganti rosse hanno basse temperature superficiali, sotto i 4 100&nbsp;[[kelvin|K]].<ref name=levesque>{{cita pubblicazione|doi=10.1086/430901|titolo=The Effective Temperature Scale of Galactic Red Supergiants: Cool, but Not as Cool as We Thought|rivista=The Astrophysical Journal|volume=628|numero=2|pp=973–985|year=2005|cognome=Levesque|nome=Emily|etal=si|bibcode=2005ApJ...628..973L|arxiv = astro-ph/0504337 }}</ref>. Queste ultime causano il loro colore rosso o arancio, che le fa ascrivere alle classi spettrali K o M. Ma la caratteristica forse più distintiva delle supergiganti rosse sono le loro dimensioni che possono variare da parecchie centinaia a più di un migliaio di volte quelle del Sole<ref name=levesque/>. Le supergiganti rosse più grandi conosciute hanno un raggio di circa 1800&nbsp;[[raggio solare|R<sub>☉</sub>]]<ref>{{cita web |url=https://www.universetoday.com/24731/red-supergiant-star/ |titolo=Red Supergiant Star |autore=Fraser Cain |sito=Universe Today |accesso=10 gennaio 2018}}</ref>. Si tratta delle stelle più grandi che si conoscano.
 
Sebbene le supergiganti rosse siano molto più fredde del Sole e quindi emettano meno energia per unità di superficie, le loro imponenti dimensioni fanno sì che siano molto più luminose della nostra stella: tipicamente hanno luminosità comprese fra qualche decina e alcune centinaia di migliaia di [[luminosità solare|L<sub>☉</sub>]]<ref name=levesque/>. C'è un limite superiore teorico alla luminosità delle supergiganti rosse, che si aggira intorno al milione di L<sub>☉</sub>, oltre il quale la stella supererebbe il [[limite di Eddington]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=he Evolution of Massive Stars. I. Red Supergiants in the Magellanic Clouds |cognome1=Massey |nome1=Philip |cognome2=Olsen |nome2=K. A. G. |rivista=The Astronomical Journal |anno=2003 |volume=126 |numero=6 |pp= 2867-2886 |doi=10.1086/379558 |bibcode=2003AJ....126.2867M |arxiv=0309272 }}</ref>. Di fatto le supergiganti rosse più luminose osservate hanno una luminosità di circa 200.000 volte quella del Sole<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Red Supergiants in the Andromeda Galaxy (M31) |autore=Philip Massey |etal=si |rivista=The Astrophysical Journal |anno=2009 |volume=703 |pp=420–440 |arxiv=0907.3767 |doi=10.1088/0004-637X/703/1/420 |bibcode=2009ApJ...703..420M}}</ref>. Si tratta di valori molto elevati, ma che tuttavia non sono i più elevati riscontrati: alcune [[supergigante blu|supergiganti blu]] e alcune [[Variabile S Doradus|stelle LBV]] superano di gran lunga le supergiganti rosse in luminosità. Come si è visto, le supergiganti rosse, pur essendo stelle molto massicce, non sono le più massicce in assoluto perché le stelle di massa superiore a 40&nbsp;M<sub>☉</sub> non diventeranno mai delle supergiganti rosse.
== Stelle che non divengono giganti ==
Le stelle di massa molto piccola e le stelle con massa superiore a {{M|8|-|MS}} non divengono mai giganti. Le stelle massa inferiore a {{M|3,5|-|MS}} sono completamente convettive<ref>{{cita pubblicazione |titolo=On the magnetic topology of partially and fully convective stars |autore=A. Reiners, G. Basri |rivista=Astronomy and Astrophysics |anno=2009 |volume=496 |numero=3 |pagine=787-790 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2009A%26A...496..787R |doi=10.1051/0004-6361:200811450 |accesso=4 aprile 2015}}</ref><ref>{{cita web | autore=Jerome James Brainerd | titolo=Main-Sequence Stars
| editore=The Astrophysics Spectator | data=16 febbraio 2005 | url=http://www.astrophysicsspectator.com/topics/stars/MainSequence.html
| accesso=4 aprile 2015 }}</ref> e fondono lentamente l'idrogeno in elio rimescolando continuamente i prodotti delle [[Reazione nucleare|reazioni nucleari]] su tutto il volume della stella<ref>{{cita web | autore=Richmond Michael | titolo=Late stages of evolution for low-mass stars | url=http://spiff.rit.edu/classes/phys230/lectures/planneb/planneb.html | accesso=4 aprile 2015 }}</ref> finché, dopo centinaia di miliardi di anni, solo una piccola frazione della stella è composta da idrogeno. Durante questo lungo periodo, la temperatura e la luminosità della stella crescono, ma senza che la stella diventi mai una gigante. Quando l'idrogeno è esaurito esse diventano nane bianche all'elio<ref name=endms />.
 
La bassa [[Gravità di superficie|gravità superficiale]] e la grande luminosità delle supergiganti rosse causa ingenti perdite di massa, milioni di volte maggiori rispetto a quelle a cui va incontro il Sole (fino a {{M|1|e=−4,8|ul=masse solari}} all'anno<ref name=ekstrom/>). Ciò induce la formazione di [[Nebulosa|nebulose]] intorno alla stella<ref name=smith>{{cita pubblicazione|doi=10.1086/318748|titolo=The Asymmetric Nebula Surrounding the Extreme Red Supergiant Vy Canis Majoris|rivista=The Astronomical Journal|volume=121|numero=2|pp=1111-1125|anno=2001|cognome=Smith|nome=Nathan|etal=si|bibcode=2001AJ....121.1111S}}</ref>. Entro la fine della loro esistenza, le supergiganti rosse perdono una frazione sostanziale della loro massa. Tale frazione è più cospicua nelle stelle di massa più elevata, tanto che queste possono diventare delle supergiganti blu prima di esplodere in supernovae. Le perdite di massa sono condizionate dalla metallicità e dalla velocità di rotazione della stella durante la fase di permanenza nella sequenza principale<ref name=ekstrom/>.
Le stelle molto massicce diventano delle [[stella supergigante|supergiganti]] e si muovono lungo una [[traccia evolutiva]] orizzontale lungo il diagramma H-R, finché non diventano [[supergigante rossa|supergiganti rosse]]. Concludono la loro esistenza in [[Supernova di tipo II|supernovae di tipo II]]. Le stelle più massicce possono diventare direttamente delle [[Stella di Wolf-Rayet|stelle di Wolf-Rayet]] senza passare per la fase di gigante o supergigante<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Physical Properties of Wolf-Rayet Stars |autore=P. A. Crowther |rivista=Annual Review of Astronomy & Astrophysics |anno=2007 |volume=45 |numero=1 |pagine=177-219 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2007ARA&A..45..177C |doi=10.1146/annurev.astro.45.051806.110615 |accesso=4 aprile 2015}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Georges Meynet ''et al.''|titolo=Red Supergiants, Luminous Blue Variables and Wolf-Rayet stars: The single massive star perspective|pagine=266–278|volume=80|numero=39|anno=2011 |rivista=Société Royale des Sciences de Liège|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2011BSRSL..80..266M |accesso=4 aprile 2015 }}</ref>.
 
[[File:Betelgeuse pulsating UV (HST).jpg|250px|left|thumb|Immagine che mostra le pulsazioni di [[Betelgeuse]] e il cambiamento del suo profilo spettrale.]]
== Pianeti ==
Alcune decine di giganti rosse sono conosciute come aventi [[Pianeta extrasolare|pianeti]] orbitanti<ref>{{cita web |url=http://exoplanetarchive.ipac.caltech.edu/cgi-bin/TblView/nph-tblView?app=ExoTbls&config=planets |titolo=NASA Exoplanet archive |autore= |sito= |editore=[[NASA]] |accesso=5 aprile 2015}}</ref>. Fra queste, le giganti rosse di classe spettrale M [[HD 208527]] e [[HD 220074]] e le giganti di classe K [[Polluce (astronomia)|Polluce]], [[Alrai]] e {{STL|Iota|Dra}}.
 
La maggior parte delle supergiganti rosse sono [[stella variabile|stelle variabili]], ma raramente esibiscono un periodo o una ampiezza di variazione regolari, come accade invece nelle meno massicce variabili Mira. Pertanto, vengono di solito classificate come variabili [[Variabile irregolare lenta|irregolari]] o [[Variabile semiregolare|semiregolari]]. Esse sono di solo raccolte in specifiche sottoclassi, come la sottoclasse LC delle variabili irregolari e la sottoclasse SRC delle variabili semiregolari. Le variazioni hanno tipicamente periodi lunghi e sono di modesta ampiezza, sebbene a volte si presentino ampiezze fino a quattro magnitudini<ref name=kiss>{{cita pubblicazione|doi=10.1111/j.1365-2966.2006.10973.x|titolo=Variability in red supergiant stars: Pulsations, long secondary periods and convection noise|rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society|volume=372|numero=4|pp=1721–1734|anno=2006|cognome1=Kiss|nome1=L. L.|cognome2=Szabo|nome2=G. M.|cognome3=Bedding|nome3=T. R.|bibcode=2006MNRAS.372.1721K|arxiv = astro-ph/0608438|accesso=8 novembre 2019 }}</ref>.
=== Possibile abitabilità ===
Sebbene tradizionalmente si creda che l'evoluzione di una stella in gigante rossa renderebbe il suo [[sistema planetario]], se presente, inabitabile, alcuni ricercatori hanno suggerito che, durante la fase di gigante rossa, una stella della massa del Sole potrebbe ospitare una [[zona abitabile]] alla distanza di {{M|2|-|UA}} per più un miliardo di anni e una zona abitabile di alcune centinaia di milioni di anni alla distanza di {{M|5|-|UA}}, un tempo giudicato sufficiente perché la vita possa svilupparsi su un pianeta avente le condizioni adatte. Nella fase di fusione dell'elio, invece, la la zona abitabile si sposterebbe a una distanza compresa fra 7 e {{M|22|-|UA}}. Poiché questa fase durerebbe anch'essa centinaia di milioni di anni, la vita potrebbe nuovamente svilupparsi nella nuova zona<ref name="Lopez2005">{{cita pubblicazione| autore=B. Lopez J. Schneider, W. C. Danchi | | titolo=Can Life Develop in the Expanded Habitable Zones around Red Giant Stars? | rivista=The Astrophysical Journal | anno=2005 | volume=627 | numero=2| pagine=974–985 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2005ApJ...627..974L| doi=10.1086/430416|accesso= 5 aprile 2015 }}</ref>
 
La analisi statistiche permettono di fare delle ipotesi su almeno alcune delle cause di queste variazioni. Alcune sono dovute a pulsazioni radiali della stella aventi periodi di qualche centinaio di giorni, proporzionali alla luminosità della stella; altre variazioni devono probabilmente la loro origine a pulsazioni non radiali che hanno solitamente un periodo di qualche migliaio di giorni<ref name=kiss/>. Entrambe questi tipi di variazioni usualmente hanno ampiezze di circa una magnitudine. Ulteriori variazioni, molto irregolari e di modesta ampiezza, sono dovute alla granularità della [[fotosfera]] della stella, che nelle supergiganti rosse è caratterizzata dalla presenza di un numero relativamente piccolo di supercelle convettive, molto più grandi di quelle solari, che causano delle variazioni nella luminosità della stella, mentre questa ruota sul proprio asse<ref name=Schwarzschild>{{cita pubblicazione | volume = 195 | pp = 137–144| cognome = Schwarzschild | nome = Martin | titolo = On the scale of photospheric convection in red giants and supergiants| rivista = Astrophysical Journal| anno = 1975|bibcode = 1975ApJ...195..137S| doi = 10.1086/153313 |accesso=9 novembre 2019}}</ref>. Infine, si pensa che le variazioni di grande ampiezza ed estremamente irregolari, che caratterizzano un piccolo numero di supergiganti rosse, siano dovute a venti stellari molto sostenuti, che compiano verso la fine dell'esistenza di questo tipo di stelle<ref name=kiss/>.
=== Dimensioni dei pianeti ===
I [[Gigante gassoso|pianeti giganti]] che orbitano intorno alle giganti rosse sono in genere più massicci di quelli che orbitano intorno a stelle di sequenza principale. Ci sono due spiegazioni possibili di questo fatto. La prima è che le stelle giganti attualmente esistenti sono in genere più massicce del Sole in quanto le stelle di tipo solare o aventi addirittura massa inferiore non hanno avuto ancora il tempo di evolvere in giganti rosse. Poiché in genere maggiormente massiccia è la stella, maggiormente massicci sono i pianeti che le orbitano intorno, questo spiegherebbe questa differenza in masse. Tuttavia, la massa dei pianeti che orbitano intorno a stelle giganti non sarebbe in correlazione con la massa delle stelle; ciò induce a pensare che i pianeti subiscano un processo di accrescimento durante la fase di gigante rossa della loro stella. Il responsabile di questo processo potrebbe essere il [[vento stellare]] che nelle stelle giganti diventa più cospicuo oppure la fuoriuscita della stella dal suo [[lobo di Roche]] durante che sua espansione, con conseguente cessione di materiale da parte della stella al pianeta<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The properties of planets around giant stars |autore=M. I. Jones ''et al.'' |rivista=Astronomy & Astrophysics |anno=2014 |volume=566 |pagine=A113 |url=http://www.aanda.org/articles/aa/abs/2014/06/aa23345-13/aa23345-13.html |doi=10.1051/0004-6361/201323345 |accesso=4 aprile 2015}}</ref>.
 
Gli [[Spettro elettromagnetico|spettri]] delle supergiganti rosse sono molto simili a quelli delle altre stelle a bassa temperatura superficiale e sono dominati dalle [[Linea spettrale|linee di assorbimento]] dei [[Metallicità|metalli]] e delle molecole. Alcune di queste linee sono utili per determinare la classe di luminosità, per esempio le tre linee del [[Calcio (elemento chimico)|calcio]] ionizzato presenti nella banda dell'[[infrarosso]], che sono un buon indicatore di luminosità<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Use of Red Supergiant Spectral Features as Age Indicators in Starburst Regions |autore=Y. D. Mayya |rivista=The Astrophysical Journal |anno=1997 |volume= |numero=482 |pp=L149–L153 |url=https://iopscience.iop.org/article/10.1086/310715/fulltext/5164.text.html |doi= |accesso=13 novembre 2019}}</ref><ref>{{Cita conferenza | autore=R. Dorda |titolo=Red supergiant identification and classification | conferenza=VIII Meeting of the Spanish Astronomical Society |editore=SEA |pp=465-470 |url=https://www.sea-astronomia.es/sites/default/files/archivos/proceedings11/via_lactea/dordar/dordar.pdf |accesso=13 novembre 2019 |etal=si}}</ref>.
== Il destino del Sole ==
[[File:Sun red giant it.svg|thumb|Le dimensioni del Sole nella sequenza principale e nella fase di gigante rossa.]]
 
Le abbondanze superficiali delle supergiganti rosse sono dominate dall'idrogeno anche quando l'idrogeno nel nucleo è completamente esaurito. Nella fase finale della loro esistenza, prima di esplodere in supernovae, l'elio può diventare tanto abbondante quanto l'idrogeno e, nel caso di perdite di massa ingenti dovute a impetuosi venti stellari, addirittura più abbondante. Le stelle di sequenza principale che evolvono in supergiganti rosse presentano atmosfere in cui l'ossigeno è più abbondante del carbonio e dove l'azoto è meno abbondante di questi due elementi. Tali abbondanze riflettono quelle della nebulosa da cui sono nate. Tuttavia, il [[Ciclo del carbonio-azoto-ossigeno|ciclo CNO]] aumenta le abbondanze di azoto rispetto a quelle di carbonio e ossigeno all'interno del nucleo stellare e i [[Dragaggio (astronomia)|dredge up]] a cui la stella va incontro portano in superficie i prodotti della fusione nucleare, producendo nell'atmosfera uguali cambiamenti nelle abbondanze di questi elementi<ref name=georgy>{{cita pubblicazione|doi=10.1051/0004-6361/201118372|titolo=Yellow supergiants as supernova progenitors: An indication of strong mass loss for red supergiants?|rivista=Astronomy & Astrophysics|volume=538|p=L8|anno=2012|cognome=Georgy|nome=C.|bibcode=2012A&A...538L...8G|arxiv = 1111.7003|accesso=13 novembre 2019 }}</ref>.
Si stima che il [[Sole]] raggiungerà lo stadio di gigante rossa tra circa 5 miliardi di anni, quando raggiungerà dimensioni circa 130 volte maggiori di quelle attuali, prossime a {{M|1,2||UA}}<ref name="future-sun">{{cita web|autore=Richard W. Pogge|anno=1997| titolo=The Once and Future Sun| url=http://www.astronomy.ohio-state.edu/~pogge/Lectures/vistas97.html |editore=The Ohio State University (Department of Astronomy) |sito=[http://www-astronomy.mps.ohio-state.edu/Vistas/ New Vistas in Astronomy] |accesso=9 aprile 2015}}</ref>, tanto che la sua atmosfera esterna quasi certamente arriverà a inglobare [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]] e [[Venere (astronomia)|Venere]]. Incerto è il destino del nostro pianeta, la [[Terra]]<ref name="future-sun"/> essa potrebbe essere inglobata nella gigante rossa oppure potrebbe salvarsi poiché la perdita di massa da parte della nostra stella farebbe allargare la sua orbita, che slitterebbe conseguentemente sino a quasi {{M|1,7||UA}}<ref name="sun_future">{{cita pubblicazione | autore=I.J. Sackmann|coautori= A.I. Boothroyd, K.E. Kraemer | titolo=Our Sun. III. Present and Future | rivista=Astrophysical Journal | anno=1993 | volume=418 | pagine=457 |url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1993ApJ...418..457S |doi=10.1086/173407 | accesso=9 aprile 2015 }}</ref>. Anche se questo allontanamento dal Sole si verificasse, la maggior parte della vita presente sulla Terra, se non la sua totalità, si estinguerebbe a causa del cospicuo aumento di radiazione proveniente dalla gigante<ref name="sun_future" />. In ogni caso è stato speculato che anche se la Terra si allontanasse dalla gigante, essa produrrebbe sulla superficie della stella una "[[Forza di marea|protuberanza mareale]]" che la seguirebbe nella sua orbita, rallentandola lentamente fino a farla decadere nella gigante<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Distant future of the Sun and Earth revisited |autore= K.-P. Schröder, R. Connon Smith |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |anno=2008 |volume=386 |numero=1 |pagine=155-163 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2008MNRAS.386..155S |doi=10.1111/j.1365-2966.2008.13022.x |accesso=9 aprile 2015}}</ref>.
 
Le particolari condizioni del materiale circumstellare delle supergiganti rosse, ricco di molecole e investito dalla instabile radiazione della stella, favoriscono la formazione di [[maser]]. I più comuni sono i maser ad [[acqua]] (H<sub>2</sub>O) e quelli al [[monossido di silicio]] (SiO), ma si registrano anche quelli derivanti dalle emissioni di [[Radicale ossidrile|ossidrili]] (OH) in regioni di piccole dimensioni<ref name=masers>{{cita pubblicazione|doi=10.1088/0004-637X/760/1/65|titolo=Maser Observations of Westerlund 1 and Comprehensive Considerations on Maser Properties of Red Supergiants Associated with Massive Clusters|rivista=The Astrophysical Journal|volume=760|p=65|anno=2012|autore=Thomas Fok |bibcode=2012ApJ...760...65F|arxiv = 1209.6427 |accesso=23 novembre 2019 |etal=si}}</ref>. I maser possono essere utilizzati per costruire mappe ad altra risoluzione del materiale circumstellare delle supergiganti rosse<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1046/j.1365-8711.1999.02606.x|titolo=Maser mapping of small-scale structure in the circumstellar envelope of S Persei|rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society|volume=306|numero=4|pp=954–974|anno=1999|cognome1=Richards|nome1=A. M. S.|cognome2=Yates|nome2=J. A.|cognome3=Cohen|nome3=R. J.|bibcode=1999MNRAS.306..954R |accesso=23 novembre 2019}}</ref> e per misurare la loro distanza con molta accuratezza<ref>{{cita pubblicazione|doi=10.1088/0004-637X/774/2/107|titolo=Distance and Proper Motion Measurement of the Red Supergiant, Pz Cas, in Very Long Baseline Interferometry H2O Maser Astrometry|rivista=The Astrophysical Journal|volume=774|numero=2|p=107|anno=2013|autore=K. Kusuno |bibcode=2013ApJ...774..107K|arxiv = 1308.3580 |accesso=23 novembre 2019|etal=si }}</ref>. In futuro, tali maser potrebbero anche essere utili per analizzare grandi strutture galattiche e per scoprire la presenza di supergiganti rosse altrimenti invisibili perché oscurate da polveri<ref>{{cita pubblicazione|bibcode=2012A&A...541A..36V|titolo=SiO maser emission from red supergiants across the Galaxy . I. Targets in massive star clusters|rivista=Astronomy & Astrophysics|volume=541|p=A36|cognome1=Verheyen|nome1=L.|cognome2=Messineo|nome2=M.|cognome3=Menten|nome3=K. M.|anno=2012|doi=10.1051/0004-6361/201118265|arxiv = 1203.4727 |accesso=23 novembre 2019 }}</ref>.
Dopo circa un miliardo di anni passato nella fase di gigante rossa, il Sole espellerà gli strati più esterni, esponendo il proprio nucleo e diventando una nana bianca.
 
Le supergiganti rosse [[rotazione stellare|ruotano]] su se stesse lentamente o molto lentamente. I modelli di evoluzione stellare indicano che anche le stelle di sequenza principale che ruotano più velocemente perdono buona parte della loro velocità di rotazione quando entrano nella fase di supergigante a causa dell'aumento di volume e delle perdite di massa. I loro nuclei continuano tuttavia a ruotare più velocemente e la rotazione differenziale fra nucleo e superficie può essere molto marcata<ref name=meynet/>.
== Esempi notevoli di giganti rosse ==
Sebbene le giganti rosse siano relativamente rare rispetto alle stelle di sequenza principale a causa della minore durata della fase di gigante rispetto a quella di sequenza principale, esse tuttavia visibili a occhio nudo in buon numero per via della loro luminosità. La gigante rossa più luminosa della [[volta celeste]] è [[Arturo (astronomia)|Arturo]] ({{ST|Alfa|Boo}}), la [[Lista delle stelle più brillanti del cielo notturno osservabile|quarta stella più brillante del cielo notturno]], di [[magnitudine apparente|magnitudine]] −0,05. Si tratta di una stella di classe K, probabilmente nella fase di fusione dell'elio<ref name=Arturo>{{cita web |url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?Ident=Arcturus |titolo=alf Boo - Red Giant Branch star |sito=SIMBAD |editore=Centre de données astronomiques de Strasbourg |accesso=8 aprile 2015}}</ref>. Arturo è anche la gigante rossa più vicina alla Terra con una distanza di {{M|33,6|-|anni luce}}<ref name=Arturo />. Con una luminosità totale di circa 200&nbsp;[[luminosità solare|L<sub>☉</sub>]]<ref>{{cita libro | cognome=Decin | nome=Leen | titolo=Synthetic spectra of cool stars observed with the Short-Wavelength Spectrometer: improving the models and the calibration of the instrument | editore=Katholieke Universiteit Leuven | città=Leuven | anno=2000 |url=http://www.ster.kuleuven.ac.be//pub/decinl_phd/ }}</ref>, Arturo è l'oggetto più brillante nel raggio di {{M|50|-|anni luce}} dalla Terra<ref>{{cita web |url=http://www.atlasoftheuniverse.com/50lys.html |titolo=Stars within 50 light years |sito=An Atlas of the Universe |accesso=8 aprile 2015}}</ref>.
 
== Ammassi ==
La seconda gigante rossa più luminosa è [[Aldebaran]] ({{ST|Alfa|Tau}}), la quattordicesima stella più luminosa del cielo notturno, di magnitudine 0,98. Si tratta di una stella di classe K, distante {{M|67|-|anni luce}} dalla Terra, il preciso stato evolutivo non è chiaro<ref name=Aldebaran>{{cita web |url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?Ident=HD+29139 |titolo=alf Tau -- Pulsating variable Star |sito=SIMBAD |editore=Centre de données astronomiques de Strasbourg |accesso=8 aprile 2015}}</ref>. Tenendo conto della [[radiazione]] emessa nell'[[infrarosso]], Aldebaran è circa 500 volte più luminosa del Sole<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Surface convection and red-giant radius measurements |autore=L. Piau et al. |rivista=Astronomy and Astrophysics |anno=2011 |volume=526 |pagine=A100 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2011A&A...526A.100P |doi=10.1051/0004-6361/201014442 |accesso=8 aprile 2015}}</ref>.
[[File:Ssc2006-03a.jpg|left|250px|thumb|[[RSGC1]], uno degli [[ammasso aperto|ammassi]] che contengono un numero cospicuo di supergiganti rosse.]]
Le supergiganti rosse hanno al massimo 25 milioni di anni; poiché sono stelle massicce, esse si sono probabilmente formate in [[ammasso aperto|ammassi aperti]] relativamente grandi, da cui non hanno molto tempo di allontanarsi. Di conseguenza, ci si aspetta di osservare le supergiganti rosse all'interno o nei pressi degli ammassi in cui sono nate. Tuttavia, le supergiganti rosse evolvono da stelle massicce, che sono rare e che hanno un'esistenza più breve rispetto alle stelle meno massicce; di conseguenza, ci sono generalmente poche supergiganti rosse in ogni ammasso.
 
Per esempio, nell'[[ammasso Doppio di Perseo]], una coppia di ammassi aperti che si trovano nella costellazione del [[Perseo (costellazione)|Perseo]], è presente una sola supergigante rossa, [[S Persei]], mentre l'esteso e massiccio [[Hodge 301]], facente parte della [[Grande Nube di Magellano]] ne contiene solo tre<ref name=slesnick>{{cita pubblicazione|bibcode=2002ApJ...576..880S|titolo=The Star Formation History and Mass Function of the Double Cluster h and χ Persei|rivista=The Astrophysical Journal|volume=576|numero=2|pp=880–893|cognome1=Slesnick|nome1=Catherine L.|cognome2=Hillenbrand|nome2=Lynne A.|cognome3=Massey|nome3=Philip|anno=2002|doi=10.1086/341865|arxiv = astro-ph/0205130 |accesso=11 dicembre 2019 }}</ref>. Anche le due più celebri supergiganti rosse, [[Betelgeuse]] e [[Antares]], sono le uniche stelle di questo tipo presenti nelle [[Associazione OB|associazioni]] a cui appartengono, rispettivamente l'[[associazione Orion OB1]] e l'[[associazione Scorpius-Centaurus]].
La terza gigante rossa più luminosa è [[Gacrux]] ({{ST|Gamma|Cru}}). Di magnitudine 1,63 e di classe spettrale M, dista circa {{M|88|-|anni luce}} dalla Terra<ref name=>{{cita web |url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?protocol=html&Ident=gamma+crucis&NbIdent=1&Radius=2&Radius.unit=arcmin&submit=submit+id |titolo= gam Cru -- Variable Star |sito=SIMBAD |editore=Centre de données astronomiques de Strasbourg |accesso=8 aprile 2015}}</ref>. È una [[variabile semiregolare]] con periodi di variazione non ben definiti<ref>{{cita web |url=http://www.solstation.com/stars2/gacrux2.htm |titolo=Gacrux |sito=Solstation |accesso=8 aprile 2015}}</ref>.
 
Fino al XXI secolo, il numero massimo di supergiganti rosse conosciute presenti in un singolo ammasso era cinque, in [[NGC 7419]]<ref name=caron>{{cita pubblicazione|doi=10.1086/377314|titolo=The Lack of Blue Supergiants in NGC 7419, a Red Supergiant-rich Galactic Open Cluster with Rapidly Rotating Stars|rivista=The Astronomical Journal|volume=126|numero=3|pp=1415–1422|anno=2003|autore=G. Caron |bibcode=2003AJ....126.1415C|accesso=11 dicembre 2019 |etal=si}}</ref>. A partire dal 2006, sono stati identificati alcuni grandi ammassi nelle vicinanze della base del [[braccio Scudo-Croce]] della nostra galassia, ognuno dei quali contiene un buon numero di supergiganti rosse. [[RSGC1]] ne contiene almeno 12, RSGC2 (noto anche come [[Stephenson 2]]) ne contiene almeno 26, [[RSGC3]] ne contiene almeno 8, e RSGC4 (noto anche come [[Alicante 8]]) ne contiene almeno 8. Un totale di 80 supergiganti rosse è confermato essere presente in questa regione relativamente piccola del cielo. Questi quattro ammassi sembrano essersi formati a causa di un intenso [[starburst]] risalente a circa 10-20&nbsp;milioni di anni fa e verificatosi nella parte terminale della barra centrale della [[Via Lattea]], dove il braccio Scudo-Croce si origina<ref>{{cita pubblicazione|bibcode= 2012A&A...547A..15N|doi= 10.1051/0004-6361/201219540|titolo= Red supergiants around the obscured open cluster Stephenson&nbsp;2|rivista= Astronomy & Astrophysics|volume= 547|p= A15|anno= 2012|autore= I. Negueruela |arxiv = 1208.3282|accesso=12 dicembre 2019 |etal=si }}</ref>. Sono stati scoperti ammassi simili nei pressi di questa zona della galassia, ma nessuno di essi contiene un numero così elevato di supergiganti rosse<ref name=davies>{{cita pubblicazione|bibcode=2012MNRAS.419.1860D|titolo=A newly discovered young massive star cluster at the far end of the Galactic Bar|rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society|volume=419|numero=3|pp=1860–1870|autore=B. Davies |anno=2012|doi=10.1111/j.1365-2966.2011.19840.x|arxiv = 1111.2630 |accesso=12 dicembre 2019 |etal=si}}</ref>.
Un'altra gigante rossa degna di nota è [[Mira (astronomia)|Mira]] ({{ST|Omicron|Cet}}), la prima [[stella variabile]] ad essere scoperta, se si escludono le [[nova]]e<ref>{{cita web |url=http://spider.seds.org/spider/Vars/vars.html |titolo=The First Known Variable Stars |autore=Hartmut Frommert |accesso= 9 aprile 2015 }}</ref>. Si tratta di una gigante di tipo M appartenente al ramo asintotico, intrinsecamente molto luminosa (8.500&nbsp;L<sub>☉</sub>)<ref name=kaler>{{cita web |url=http://stars.astro.illinois.edu/sow/mira.html |titolo=Mira |autore=Jim Kaler |sito=Stars |editore=University of Illinois |accesso=9 aprile 2015}}</ref>. Essa va incontro a pulsazioni che producono significative variazioni di dimensioni e di luminosità. Durante il periodo di circa 330 giorni la stella varia la propria luminosità dalla magnitudine 3 a quella 9, diventando al suo minimo invisibile a occhio nudo</sub><ref name=kaler />.
 
== Esempi notevoli ==
[[File:Orion Head to Toe.jpg|200px|right|thumb|La regione della costellazione di [[Orione (costellazione)|Orione]], dove è osservabile la supergigante rossa [[Betelgeuse]].]]
Le supergiganti rosse sono stelle relativamente rare, ma a causa della loro luminosità sono visibili anche a grandi distanze. Alcune di esse sono visibili ad occhio nudo:
 
* [[Betelgeuse]]
* [[Antares]]
* [[119 Tauri]]
* [[Psi1 Aurigae]]
 
Altre supergiganti rosse sono note per le loro enormi dimensioni. Fra le stelle più grandi conosciute, con un raggio di più di 1000&nbsp;R<sub>☉</sub>, possono essere citate:
 
* [[KW Sagittarii]]
* [[PZ Cassiopeiae]]
* [[VX Sagittarii]]
* [[KY Cygni]]
* [[V354 Cephei]]
* [[Mu Cephei]]
* [[VV Cephei A]]
 
== Note ==