Alopias vulpinus: differenze tra le versioni

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{{Tassobox
|nome =Squalo Pesce volpe
|statocons = VU
|statocons_versione = iucn3.1
|statocons_ref = <ref>{{IUCN|summ=39339|autore=Goldman, K.J. & members of the Shark Specialist Group 2002|accesso=29 aprile 2019}}</ref>
|immagine =[[File: Thresher shark.jpg|250px]]
|didascalia =
|dominio = [[Eukaryota]]
|regno = [[Animalia]]
|phylum = [[Chordata]]
|subphylum = [[Vertebrata]]
|classe = [[Chondrichthyes]]
|sottoclasse = [[Elasmobranchii]]
|ordine = [[Lamniformes]]
|famiglia = [[Alopiidae]]
|genere = [[Alopias]]
|specie = '''A. vulpinus'''
|biautore = [[Pierre Joseph Bonnaterre|Bonnaterre]]
|binome = Alopias vulpinus
|bidata = [[1788]]
|sinonimi =
|sinonimi=Squalus vulpes <small>[[Johann Friedrich Gmelin|Gmelin]], [[1789]]</small>
<small>''Alopecias barrae'' Pérez Canto, 1886<br>
|suddivisione=[[Areale]]
''Alopecias chilensis'' Philippi, 1902<br>
|suddivisione_testo=[[File:Alopias vulpinus distmap.png|250px]]
''Alopecias longimana'' Philippi, 1902<br>
''Alopecias vulpes'' (Gmelin, 1789)<br>
''Alopias caudatus'' Phillipps, 1932<br>
''Alopias greyi'' Whitley, 1937<br>
''Alopias macrourus'' Rafinesque, 1810<br>
''Alopias vulpes'' (Gmelin, 1789)<br>
''Carcharias vulpes'' (Gmelin, 1789)<br>
''Galeus vulpecula'' Rafinesque, 1810<br>
''Squalus alopecias'' Gronow, 1854<br>
''Squalus vulpes'' Gmelin, 1789<br>
''Squalus vulpes'' Berkenhout, 1789<br>(ambiguo)<br>
''Squalus vulpinus'' Bonnaterre, 1788<br>
''Vulpecula marina'' Garman, 1913<br></small>
<ref>{{Cita web|url=https://www.fishbase.de/summary/Alopias_vulpinus.html|titolo=Alopias vulpinus|accesso=25 ottobre 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.marinespecies.org/aphia.php?p=taxdetails&id=105836|titolo=Alopias vulpinus|accesso=25 ottobre 2025}}</ref>
|suddivisione = [[Areale]]
|suddivisione_testo = [[File:Alopias vulpinus distmap.png|250px300px]] Distribuzione nel 2012 secondo i dati dell'IUCN.
}}
 
LoIl '''pesce volpe'''<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.masaf.gov.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23014|titolo=Decreto Ministeriale n° 175216 del 16 aprile 2025 - Modalità di attribuzione delle denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale|accesso=25 ottobre 2025}}</ref> conosciuto anche come '''squalo volpe''' ('''''Alopias vulpinus''''' <small>{{Maiuscoletto|[[Pierre Joseph Bonnaterre|Bonnaterre]]}}, [[1788]]</small>) è uno [[squalo]] [[lamniformes|lamniforme]] della [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] degli [[Alopiidae|Alopidi]].
 
Coi suoi 6&nbsp;m di lunghezza, rappresenta la specie più grande fra le tre ascritte al genere ''[[Alopias]]'':; la metà della lunghezza totale, tuttavia, spetta alla parte superiore della caratteristica coda, che l'animale utilizza come [[scudiscio]] per stordire e sopraffare le prede. Molto diffuso nei mari tropicali, lo squalo volpe nuota spesso in superficie in aree costiere, ma è presente anche alla profondità di 350&nbsp;m. Lo si osserva meglio dall'imbarcazione o con un semplice aeratore in mare aperto. Normalmente non attacca l'uomo, ma se ferito e preso all'amo può dare poderosi colpi di coda.
 
== Tassonomia ==
Già [[Aristotele]], nel suo ''Historia Animalia'', parlava dello squalo volpe: il pensatore e scienziato greco descriveva questi squali come animali molto astuti, particolarmente abili nello sfuggire ai pescatori (ad esempio rompendo le [[lenza (pesca)|lenze]] a morsi) e dall'abitudine di ingoiare i propri piccoli per proteggerli (credenza probabilmente basata sul ritrovamento di embrioni prossimi alla nascita all'interno del corpo di qualche femmina)<ref>Bodson, L. 1983. Aristotle's statement on the reproduction of sharks. Journal of the History of Biology, 16: 391-407.</ref>. Comportamenti del genere portarono Aristotele a ritenere questo squalo estremamente furbo e a chiamarlo perciò ''ἀλώπιξ''ἀλώπηξ (''alopexalṓpēx'', "[[vulpes|volpe]]" in [[lingua greca antica|greco antico]]), da cui derivano sia il [[nome volgare|nome comune]] che quello [[nome scientifico|scientifico]] di questo animale.
 
[[File:AlopiasVulpesDay.jpg|thumb|left|Disegno di squalo volpe risalente al [[1889]].]]
La specie venne descritta scientificamente per la prima volta dal naturalista francese [[Pierre Joseph Bonnaterre]], il quale nel [[1788]] la classificava nel suo ''Tableau encyclopédique et méthodique des trois règnes de la nature'' col nome di ''Squalus vulpinus''. Il [[nome scientifico]] della specie deriva, dal [[lingua latina|latino]] ''vulpes'', col significato di "volpe"<ref>{{Cita libro |autore=Ebert, D.A. |titolo=Sharks, Rays, and Chimaeras of California |url=https://archive.org/details/sharksrayschimae0000eber |editore=University of California Press |città=London |anno=2003 |isbn=0-520-23484-7 }}</ref>. In seguito, la specie venne riclassificata e ascritta al genere ''[[Alopias]]'' da [[Constantine Samuel Rafinesque-Schmaltz|Rafinesque]], col nome di ''Alopias macrourus'' ("dalla grande coda"):. tuttaviaTuttavia, secondo le regole dell'[[ICZN]], il nome valido rimase quello più assegnato per primo in termini cronologici, ed essendo stato appurato che lo squalo volpe non era strettamente imparentato con le altre specie del genere ''[[Squalus]]'', il [[nome scientifico]] assegnato alla specie divenne ''Alopias vulpinus''<ref>Jordan, V. [http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Gallery/Descript/ThresherShark/ThresherShark.html Thresher Shark - ''Alopias vulpinus'']. ''Florida Museum of Natural History''. Retrieved on December 23, 2008.</ref>.
[[File:Alopias vulpinus swfsc.jpg|centro|miniatura|Un esemplare catturato che viene studiato]]
 
Nell'ambito del genere ''[[Alopias]]'', lo squalo volpe comune rappresenta un [[clade]] basale prossimo a quello comprendente le altre due specie (''[[Alopias superciliosus]]'' e ''[[Alopias pelagicus|A. pelagicus]]'') e comprendente anche un'ipotetica quarta specie identificata in base all'analisi degli [[allozima|allozimi]] di un campione di [[tessuto muscolare]] ritenuto inizialmente di ''A. pelagicus''<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Eitner, B.J. |titolo=Systematics of the genus ''Alopias'' (Lamniformes: Alopiidae) with evidence for the existence of an unrecognized species |url=httphttps://jstor.org/stable/1446753 |rivista=Copeia |volume=1995 |numero=3 |data=18 agosto 1995 |paginepp=562–571562-571 |doi=10.2307/1446753}}</ref>.
 
== Descrizione ==
=== Dimensioni ===
SiÈ tratta dellala specie più grande della famiglia degli [[Alopiidae]]. Generalmente misura attorno ai 3-4 metri di lunghezza per un peso di 230–250&nbsp;kg, ma può crescere ben al di là di tali misure: il record di lunghezza dello squalo volpe è di 7,60&nbsp;m, mentre il record di peso è di 510&nbsp;kg ed appartiene a una grossa femmina<ref>{{Cita news |autore=Booth, J. and agencies |data=22 novembre 2007 |url=http://www.timesonline.co.uk/tol/news/uk/article2921960.ece |titolo=Giant thresher shark caught off Cornish coast |pubblicazione=Times Online |accesso=23 dicembre 2008 |città=London |urlmorto=sì }}</ref>.<br />
Le femmine, aA parità d'di età, le femmine sono più grandi e robuste dei maschi.
 
=== Aspetto ===
[[File:Small shark, Kelvingrove Museum. Glasgow - DSC06249.JPG|thumb|Uno squalo volpe conservato al Kelvingrove Museum di [[Glasgow]] lascia osservare tutte le caratteristiche salienti della specie.]]
Il corpo è tozzo e siluriforme, con testa tozza e larga dal profilo dorsale convesso e, munita di muso conico. Gli occhi sono di medie dimensioni, mentre la bocca è relativamente piccola e munitaprovvista di una piccola scanalatura a ciascun lato (presente anche in ''[[Alopias pelagicus]]'', ma assente in ''[[Alopias superciliosus|A. superciliosus]]''):; in essa trovano posto 20 file di denti nella [[mascella]] e 21 nella [[mandibola]], i quali sono piccoli, e presentanodalla forma allungata con fine seghettatura sul margine, e mancanza disenza cuspidi laterali (osservabili invece in ''[[Alopias pelagicus]]''). Le scaglie sono di tipo [[Scaglia#Scaglia placoide|placoide]], leggermente sovrapposte fra loro e molto piccole (0,21&nbsp;mm di diametro). Gli [[arco branchiale|archi branchiali]] sono 5, piuttosto piccoli e posti lateralmente sul corpo, quasi in posizione inferiore:; gli ultimi due sono posizionati oltre l'attacco delle [[pinna pettorale|pinne pettorali]].<br />
[[File:Alopias vulpinus tail.jpg|thumb|left|CodaPinna caudale di squalo volpe.]]
Queste ultime sono insolitamente lunghe e di aspetto falciforme, mentre le [[pinna pelvica|pinne pelviche]] sono quadrangolari e di piccole dimensioni. DiÈ piccole dimensioni èpiccola anche la seconda [[pinna dorsale]], mentre la prima è di medie dimensioni e si innesta con il margine anteriore in corrispondenza di quello posteriore delle pettorali. Ciò che colpisce di più in questo animale è tuttavia la [[pinna caudale]], eterocerca nella sua parte superiore, che arriva ad essere lunga quanto il corpo e che a sua volta presentatapresenta un'espansione triangolare nella sua parte finale.
 
Come altri squali pelagici della famiglia [[Lamnidae]], lo squalo volpe possiede una striscia di [[tessuto muscolare]] [[muscoli striati|striato]] a respirazione aerobica su ciascun fianco:; tale tessuto è in grado di emettere calore tramite contrazione continua e prolungata nel tempo<ref>Martin, R.A. [http://elasmo-research.org/education/ecology/ocean-thresher.htm Common Thresher Shark]. ''ReefQuest Centre for Shark Research''. Retrieved on December 23, 2008.</ref>:. oltreOltre a questa caratteristica, (condivisa fra l'altro anche con le due specie congeneri), questala specie presenta anche dei muscoli striati posti in profondità nel torso e collegati a una [[rete mirabile]] di capillari che consente uno scambio quasi immediato del calore prodotto. In tal modo, l'animale è in grado di mostrare un certo grado di [[omeotermia]], con la temperatura corporea che generalmente supera quella esterna in media di circa 2&nbsp;°C (anche se tale valore varia anche in maniera significativa da individuo a individuo)<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Bernal, D. and Sepulveda, C.A. |titolo=Evidence for temperature elevation in the aerobic swimming musculature of the common thresher shark, ''Alopias vulpinus'' |rivista=Copeia |volume=2005 |numero=1 |paginepp=146–151146-151 |data=24 febbraio 2005 |doi=10.1643/CP-04-180R1}}</ref>.<br />
A differenza delle altre due specie congeneri (ed in particolare di ''[[Alopias superciliosus]]'', in cui tale struttura è particolarmente sviluppata), lo squalo volpe risultaè privo di una seconda rete mirabile posta fra gli occhi e il cervello, con funzione protettiva nei confronti dei primi, in quanto avente funzione di ammortizzare gli sbalzi di temperatura dovuti al movimento verticale dell'animale nella colonna d'acqua<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Weng, K.C. and Block, B.A. |titolo=Diel vertical migration of the bigeye thresher shark (''Alopias superciliosus''), a species possessing orbital retia mirabilia |rivista=Fishery Bulletin - National Oceanic and Atmospheric Administration |anno=2004 |volume=102 |numero=1 |paginepp=221–229221-229 }}</ref>.
 
Lo squalo volpe è di colore bruno-grigiastro con riflessi metallici sui fianchi, che tende a scurirsi sino a diventare quasi nero man mano che si procede verso il dorso:; a livello delle pinne pettorali e del [[peduncolo caudale]] sono presenti macchie di colore più scuro, mentre la pinna dorsale è di un caratteristico colore verde scuro (nelle altre specie di squalo volpe è solitamente di colore violaceo). Il ventre è biancastro, così come la base delle pinne pettorali (che in ''Alopias pelagicus'' è invece dello stesso colore del dorso) e la zona sotto gli occhi.<ref>{{Cita libro |autore=Compagno, L.J.V. |anno=2002 |titolo=Sharks of the World: An Annotated and Illustrated Catalogue of Shark Species Known to Date (Volume 2) |città=Rome |editore=Food and Agriculture Organization |paginepp=86–8886-88 |isbn=92-5-104543-7 }}</ref>. Dopo la morte, tuttavia, il corpo perde i suoi riflessi metallici e il colore vira velocemente verso il grigio.
 
== Biologia ==
Si tratta di grandi nuotatori solitari, che percorrono instancabilmente gli oceani alla ricerca di cibo: sebbene sia possibile osservarli in coppie o in gruppetti, taligli assembramenti sono il più delle volte dovuti alla presenza di un'abbondante fonte di cibo nelle vicinanze. A volte questi squali possono essere osservati mentre si esibiscono in salti e acrobazie fuori dall'acqua, similmente a quanto osservabile in molti [[cetacei]]:; si pensa che questo insolito comportamento abbia la stessa funzione del ''[[breaching]]'' di questi ultimi, oppure abbia un qualche ruolo nella lotta contro i parassiti<ref>Leonard, M. [http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/thresherjump.htm A Firsthand Account of a Jumping Thresher Shark]. ''University of Florida Museum of Natural History''. Retrieved on December 23, 2008.</ref>.<br />
Fra i parassiti di questa specie finora descritti figurano varie specie di [[copepodi]] (nove specie del genere ''[[Nemesis (genere)|Nemesis]]'', che colpiscono le [[branchia|branchie]]<ref>Benz, G., S. Adamson. 1990. Disease caused by Nemesis robusta (van Beneden, 1851) (Eudactylinidae: Siphonostomatoida: Copepoda) infections on gill filaments of thresher sharks (Alopias vulpinus (Bonnaterre, 1758)), with notes on parasite ecology and life history. Canadian Journal of Zoology, 68/6: 1180-1186.</ref>, ''[[Gangliopus pyriformis]]''<ref>Izawa,{{Cita pubblicazione|cognome=Izawa|nome=K. |anno=2010. |titolo=Free-living stages of the parasitic copepod, Gangliopus pyriformis gerstaecker, 1854 (Siphonostomatoida, Pandaridae) reared from eggs. |rivista=[[Crustaceana,]]|editore= Brill |volume=83|numero=7|url=https://www.jstor.org/stable/20787184 |accesso=14 febbraio 2024|pp=829-837.}}</ref>, ''[[Bariaka alopiae]]''<ref>Borucinska, J., K. Kotran, M. Shackett, T. Barker. 2009. Melanomacrophages in three species of free-ranging sharks from the northwestern Atlantic, the blue shark Prionacae glauca (L.), the shortfin mako, Isurus oxyrhinchus Rafinesque, and the thresher, Alopias vulpinus (Bonnaterre). Journal of Fish Diseases, 32: 883-891.</ref> e ''[[Kroeyerina benzorum]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Phylogenetic analysis and revision of ''Kroeyerina'' Wilson, 1932 (Siphonostomatoida: Kroyeriidae), copepods parasitic on chondrichthyans, with descriptions of four new species and the erection of a new genus, ''Prokroyeria'' |url=https://archive.org/details/sim_canadian-journal-of-zoology_1987-09_65_9/page/2121 |autore=Deets, G.B. |rivista=Canadian Journal of Zoology |volume=65 |numero=9 |paginepp=2121–21482121-2148 |anno=1987 |doi=10.1139/z87-327}}</ref>), il [[protozoa|protozoo]] ''[[Giardia intestinalis]]''<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Molecular characterization of ''Giardia intestinalis'' haplotypes in marine animals: variation and zoonotic potential |autore=Lasek-Nesselquist, E., A.L. Bogomolni, R.J. Gast, D.M. Welch, J.C. Ellis, M.L. Sogin and M.J. Moore |rivista=Diseases of Aquatic Organisms |volume=81 |numero=1 |paginepp=39–5139-51 |data=19 agosto 2008 |doi=10.3354/dao01931 |pmid=18828561 }}</ref>, i [[cestodi]] ''[[Paraorygmatobothrium exiguum]]'' e ''[[Sphyriocephalus tergetinus]]'',<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=''Paraorygmatobothrium barberi'' n. g., n. sp. (Cestoda: Tetraphyllidea), with amended descriptions of two species transferred to the genus |autore=Ruhnke, T.R. |rivista=Systematic Parasitology |volume=28 |numero=1 |paginepp=65–7965-79 |data=maggio 1994 |doi=10.1007/BF00006910}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Forma adulta de ''Sphyriocephalus tergetinus'' (Cestoda: Tetrarhynchidea) en ''Alopias vulpinus'' (Peces: Selacea) |autore=Gomez Cabrera, S. |rivista=Revista Iberica de Parasitologia |volume=43 |numero=3 |paginap=305 |anno=1983}}</ref> e, (anche se eccezionalmente), ''[[Campula oblonga]]''<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Adams, A.M., E.P. Hoberg, D.F. McAlpine and S.L. Clayden |titolo=Occurrence and morphological comparisons of ''Campula oblonga'' (Digenea: Campulidae), including a report from an atypical host, the thresher shark, ''Alopias vulpinus'' |rivista=Journal of Parasitology |volume=84 |numero=2 |paginepp=435–438435-438 |data=aprile 1998}}</ref>.
 
[[File:Rävhaj GNM503-001.jpg|thumb|left|Esemplare femmina lungo 4,47&nbsp;m rinvenuto in Svezia]]
Sebbene si tratti di un predatore posto all'apice della [[catena alimentare]], lo squalo volpe (ed in particolare gli esemplari giovani) può cadere preda di altri squali di maggiori dimensioni:. Anche alcune popolazioni di [[orcinus orca|orca]], inoltre, sono state osservate cacciarecacciarlo attivamente esemplari di questa specie al largo della [[Nuova Zelanda]]<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Visser, I.N. |titolo=First observations of feeding on thresher (''Alopias vulpinus'') and hammerhead (''Sphyrna zygaena'') sharks by killer whales (''Orcinus orca'') specialising on elasmobranch prey |rivista=Aquatic Mammals |volume=31 |numero=1 |data=gennaio 2005 |paginepp=83–8883-88 |doi=10.1578/AM.31.1.2005.83}}</ref>.
 
Una leggenda comune fra i pescatori vede lo squalo volpe come inseparabile amico-nemico del [[pesce spada]]: i due animali sarebbero soliti affrontarsi a colpi di coda e spada, e spesso collaborerebbero nella caccia alle [[Mysticeti|balene]]. Qui i resoconti diventano discordanti: mentre in una versione lo squalo volpe distrarrebbe la preda nuotando in cerchio attorno ad essa e fendendo l'acqua con la coda, permettendoper permere al pesce spada di infilzare indisturbato un punto vulnerabile della balena, nell'altra il pesce spada si piazzerebbe verticalmente al di sotto dellala balena, mentre lo squalo volpe, saltando sul dorso di quest'ultima e martellando con la coda, la spingerebbe a infilzarsi sulla spada. Altri racconti descrivono lo squalo volpe come cacciatore solitario di [[cetacei]], che aggredirebbe tagliando loro grossi pezzi di carne con la coda.<br />
Tuttavia, né lo squalo volpe, né tantomeno il pesce spada possiedono una dentizione adatta a sopraffare balene e a nutrirsi della loro carne:. probabilmente,Probabilmente talii racconti hanno avuto origine da avvistamenti di [[orcinus orca|orche]] (la cui alta pinna dorsale potrebbe essere stata confusa con la pinna caudale di uno squalo volpe, e che effettivamente annoverano fra le proprie prede anche le balene) nei pressi di qualche balena uccisa e dal ritrovamento di rostri di pesce spada conficcati nel corpo di qualche [[Balaenoptera|balenottera]], probabilmente dovuti a qualcheun incidente causato dalle scarse doti di frenata di questo pesce<ref>{{Cita libro |titolo=Adventures with Big Fish - Big Game Fishing and Whaling |url=https://archive.org/details/isbn_9781443737296 |autore=Wood, W. |editore=Read Books |anno=2008 |isbn=1-4437-3729-1 }}</ref>.
 
=== Alimentazione ===
La quasi totalità (fino al 97%) della dieta dello squalo volpe è costituita da piccoli [[Osteichthyes|pesci ossei]] [[Pelagico|pelagici]] gregari, come [[Clupeidae|aringhe]], [[Scomber scombrus|sgombri]], [[Belonidae|aguglie]], [[Pomatomus saltatrix|pesci serra]] e [[Myctophidae|pesci lanterna]]. Di tanto in tanto essi si cibano anche di prede dipiù maggiori dimensionigrandi (come i [[Alepisauridae|sauri]]), così come di [[Teuthida|calamari]] e di altri [[invertebrati]] pelagici.<br />
Gli squali volpe tendono ad essere abbastanza selettivi ed abitudinari per quanto riguarda le prede, concentrandosi su poche specie, ma divenendodiventano più opportunisti nei periodi caldi, dovuti all'influenza di [[El Niño]]: ad esempio, le popolazioni [[california]]ne di squalo volpe si nutrono principalmente della sardina ''[[Engraulis mordax]]'', ma durante i periodi più caldi cacciano anche altre prede solitamente occasionali, come ''[[Sardinops sagax]]'', ''[[Merluccius productus]]'', ''[[Scomber japonicus]]'' e anche invertebrati come ''[[Loligo opalescens]]'' e ''[[Pleuroncodes planipes]]''<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Preti, A., Smith, S.E. and Ramon, D.A. |titolo=Diet differences in the thresher shark (''Alopias vulpinus'') during transition from a warm-water regime to a cool-water regime off California-Oregon, 1998–2000 |rivista=California Cooperative Oceanic Fisheries Investigations Report |volume=45 |anno=2004 |paginepp=118–125118-125 }}</ref>.
 
Per cacciare le proprie prede, lo squalo volpe si serve della lunga coda per fendere l'acqua, compattando così i banchi e potendosi nutrire agevolmente attraversandoli senza farli disperdere:; spesso quest'azione viene svolta in coppie o in piccoli gruppi, che tuttavia non sono precostituiti ma si incontrano casualmente sul luogo del banchetto.<br />
Nell'immaginario collettivo lo squalo volpe utilizza la lunghissima coda per menare fendenti e scudisciate sulle prede. A supporto di tale credenza vi sarebbero alcuni avvistamenti di squali intenti a compiere questo gesto: nell'inverno [[1865]] l'[[ittiologia|ittiologo]] irlandese Harry Blake-Knox avrebbe osservato uno squalo volpe dilaniare a colpi di coda e poi mangiare una [[Gavia immer|strolaga maggiore]] (testimonianza questa giudicata poco verosimile, poiché si ritiene che la coda dello squalo volpe non sia possieda muscolatura sufficiente ad esercitare una forza tale da provocare lesioni sul corpo delle prede), mentre il 14 aprile [[1923]] un altro esemplare lungo attorno ai due metri colpì con la coda deglialcuni ''[[Atherinopsis californiensis]]'' sotto gli occhi dell'[[oceanografia|oceanografo]] W. E. Allen. Inoltre, il fatto che non sia raro trovare questi squali impigliati agli ami dei [[palamito|palamiti]] per la coda lascia supporre che ciò avvenga quando l'animale tenta di colpire con la coda le prede prese all'amo.
 
=== Riproduzione ===
[[File:Alopias vulpinus pups.jpg|thumb|Due esemplari neonati di squalo volpe.]]
Si tratta di squali [[ovoviviparità|ovovivipari]]:. laLa femmina dà alla luce un numero di piccoli che va da due a sette (nelle popolazioni del Pacifico le nidiate contano solitamente un numero pari di piccoli, mentre nelle popolazioni dell'Atlantico taleil numero è solitamente dispari<ref>[http://www.fao.org/fishery/species/2008 Species Fact Sheets: ''Alopias vulpinus'' (Bonnaterre, 1788]. ''FAO Fisheries and Agriculture Department''. Retrieved on December 23, 2008.</ref>). L'[[accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]] avviene solitamente nei mesi estivi, dimodoché lail femminaparto partoriscacapiti in un periodo favorevole dell'anno (marzo-giugno nelle popolazioni californiane, mesi estivi in quelle mediterranee, gennaio-maggio in quelle indo-pacifiche), mentre la femmina ritorna a nord per passare l'estate. Durante la [[gestazione]] (che dura circa nove mesi) gli [[embrione|embrioni]] praticano l'[[ovofagia]], nutrendosi delle uova non fecondate che la madre periodicamente produce periodicamente. L'embrione assume le uova intere, in quanto i piccoli denti sono ricoperti da tessuto e diventano funzionali solo poco prima della nascita, probabilmente per evitare che i piccoli possanodi ferire la madre durante la gestazione<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Teeth of embryos in lamniform sharks (Chondrichthyes: Elasmobranchii) |url=https://archive.org/details/sim_environmental-biology-of-fishes_2002-03_63_3/page/309 |autore=Shimada, K. |rivista=Environmental Biology of Fishes |volume=63 |paginepp=309–319309-319 |anno=2002 |doi=10.1023/A:1014392211903}}</ref>.
 
Il fatto che siano state individuate aree di ''nursery'' per i piccoli nel sud della [[California]] e della [[Spagna]] fa pensare che il parto avvenga in aree accuratamente scelte dalle femmine in tutto l'areale occupato dalla specie. Alla nascita i piccoli sono insolitamente grandi,: misurando fino a 160&nbsp;cm di lunghezza (un terzo degli adulti) per un peso di 5–6&nbsp;kg. Essi cresconoCrescono a ritmo molto veloce (fino a mezzo metro l'anno) durante i primi anni di vita:; la crescita tende poi a stabilizzarsi con l'età, fino a raggiungere valori medi di una decina di centimetri lall'anno negli adulti<ref>The International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas. Preliminary investigations into the age and growth of the shortfin mako, Isurus oxyrinchus, white shark, Carcharodon carcharias, and thresher shark, Alopias vulpinus, in the western North Atlantic Ocean. 54. Madrid, Spain: The International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas. 2002.</ref>. Attorno ai tre anni, i piccoli lasciano le aree di ''nursery'' (site in acque basse e calme, come baie e lagune) e si avventurano in mare aperto<ref>[http://animaldiversity.ummz.umich.edu/site/accounts/information/Alopias_vulpinus.html Lewis, J. 2011. "Alopias vulpinus" (On-line), Animal Diversity Web. Accessed August 23, 2011]</ref>.<br />
La maturità sessuale viene raggiunta ad età e dimensioni che sembrano essere differenti sia nei due sessi che nelle varie popolazioni: i maschi generalmente maturano attorno ai 5 anni d'età (2,6-3,4&nbsp;m di lunghezza) in tutto l'areale occupato dalla specie, mentre le femmine maturano alcuni anni più tardi, a una lunghezza che va dai 2,6&nbsp;m ([[Baja California]]) ai 4,5&nbsp;m ([[Oceano Indiano]]).
 
Sebbene non si conosca con esattezza la speranza di vita dello squalo volpe, comparandocomparandone le dimensioni di questa specie con quelle delle altre due specie (che vivono in media 20-30 anni) è stato stimato che lo squalo volpe possa vivere fino a 43 anni o anche di più<ref>National Oceanic and Atmosphere Administration. Age and growth estimates of the bigeye thresher shark, Alopias superciliosus, in Northeastern Taiwan waters. 96. Seattle, Wa: National Marine Fisheries Service. 1998.</ref>.
 
== Distribuzione ede ''habitat'' ==
SiLa trattaspecie di una specieè diffusapresente in tutti i mari temperati e subtropicali del mondo: nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] lo si trova ad ovest dalda [[NewfoundlandTerranova]] alle [[Antille]] e in [[Brasile]] e [[Argentina]], mentre ad est è diffuso dallo [[Skagerrak]] al [[Ghana]]. Nell'[[Oceano Indiano]] lo si trova dal [[Sudafrica]] all'[[Indonesia]] e nell'[[Oceano Pacifico]] lo squalo volpe è osservabile dal [[Giappone]] alla [[Nuova Zelanda]] a ovest e dalla [[Columbia Britannica]] al [[Cile]] ad est:. è inoltreÈ diffuso anche fra le varie isole del Pacifico, specialmente alle [[Hawaii]]. Lo(la squalosua volpepresenza è inoltre particolarmente registrata nella parte del [[Pacifico]] orientale che comprende le coste americane). È invece assente dal [[Mar Baltico]], dal [[Mar Rosso]] e dal [[Golfo Persico]], così come dalle acque circumpolari:. lo si trova inveceÈ abbastanza di frequente nel [[Mediterraneo]] (specialmente nel [[Golfo del Leone]]), dove sembrerebbe essere stata addirittura identificata un'area di ''nursery'' lungo la costa spagnola<ref>Maddalena, A. de & Baensch, H., 2005. ''Haie im Mittelmeer''. Stuttgart: Franckh-Kosmos Verlags-GmbH & Co.</ref>, oltre che in almeno una parte del [[Mar Nero]]<ref>Kabasakal, H., 1998. A note on the occurrence of the thresher shark, Alopias vulpinus from the south-western
Black Sea. Journal of the Marine Biological Association of the United Kingdom, 78, 685–686</ref>.<br />
La sua così ampia diffusione è dovuta al fatto che gli squali volpe sono animali estremamente mobili che sono, soliti compiere lunghe migrazioni, nella maggior parte dei casi dovute allo spostamento delle prede (che seguono le [[corrente oceanica|correnti oceaniche]]) e solitamente dirette in genere verso l'[[Equatore]] durante ld'inverno e verso i poli durante ld'estate<ref>[httphttps://www.escholarship.org/uc/item/3908d6cv Cartamil, D. 2009. Movement patterns, habitat preferences, and fisheries biology of the common thresher shark (Alopias vulpinus) in the Southern California Bight. San Diego: University of California. Accessed September 16, 2010]</ref>. I maschi sembrano essere più propensi a percorrere lunghe distanze rispetto alle femmine, mentre i giovani non compiono spostamenti di una certa entità almeno fino al raggiungimento della maturità. La popolazione residente nella porzione occidentale dell'[[Oceano Indiano]] tende altresì alla stanzialità, mostrando separazione deie sessi in base alladiversi differenteoccupano profondità occupatadiverse, segregazione che appare tantoancor più evidente durante i mesi in cui le femmine partoriscono<ref>Martin, R.A. [http://elasmo-research.org/education/shark_profiles/a_vulpinus.htm Biology of the Common Thresher (''Alopias vulpinus'')]. ''ReefQuest Centre for Shark Research''. Retrieved on December 23, 2008.</ref>.<br />
Nonostante questa grossa tendenza a compiereai grandi spostamenti, gli squali volpe di differenti popolazioni raramente si accoppiano fra loro: questa caratteristica è emersa dalle analisi del [[DNA mitocondriale]], che hanno evidenziato ununa marcata [[variabilità genetica]] fra le popolazioni di squalo volpe dei tre oceani<ref>Trejo, T. (2005). "Global phylogeography of thresher sharks (''Alopias'' spp.) inferred from mitochondrial DNA control region sequences". M.Sc. thesis. Moss Landing Marine Laboratories, California State University.</ref>.
 
Gli squali volpe mostrano un maggiore attaccamento alle acque costiere rispetto alle due specie congeneri, tenendosi generalmente a ridosso della [[piattaforma continentale]] e rivelandosi piuttosto difficili da osservare a più di 30&nbsp;km dalla costa:; i giovani individui addirittura eleggono a propria dimora le acque poco profonde, come baie e insenature, dove trovano riparo dai predatori.<br />La maggior parte degli avvistamenti avviene vicino alla superficie, ma sono stati ripresi squali volpe fino a profondità di 550&nbsp;m, e probabilmente possono spingersi anche a profondità maggiori. Mentre durante il giorno rimangono a più di 100&nbsp;m di profondità, durante le ore notturne risalgono per trovare cibo<ref>{{Cita web |url=http://marinebio.org/species.asp?id=284 |titolo=MarineBio. 2010. "Alopias vulpinus, Thresher Shark" (On-line). MarineBio.org |accesso=13 maggio 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090719192444/http://marinebio.org/species.asp?id=284 |dataarchivio=19 luglio 2009 |urlmorto=sì }}</ref>.
Sebbene La maggior parte degli avvistamenti siano avvenuti nei pressi della superficie, sono stati ripresi squali volpe fino a profondità di 550&nbsp;m e probabilmente questa specie può spingersi anche a profondità maggiori. Mentre durante il giorno rimangono a più di 100&nbsp;m di profondità, durante le ore notturne gli squali volpe risalgono a profondità minori per trovare il cibo<ref>[http://marinebio.org/species.asp?id=284 MarineBio. 2010. "Alopias vulpinus, Thresher Shark" (On-line). MarineBio.org]</ref>.
 
== Rapporti con l'uomo ==
A dispetto delle dimensioni abbastanza ragguardevoli, gli squali volpe non costituiscono un pericolo per l'uomo in quanto essoperché non è visto come potenziale fonte di cibo: si tratta di animali che. adAd ogni modo vanno avvicinati con cautela in quanto capaci di infliggere profonde ferite coi denti e di spezzare le ossa con la potente coda. Tale potenziale pericolosità viene però annullata dal fatto che questi squali si rivelinorivelano abbastanza timidi e risultinorisultano difficili da osservare per i subacquei.<br />
Sino ad oggi sono stati registrati un solo attacco all'uomo e quattro a barche (probabilmente dovuti ad individui pescati accidentalmente e particolarmente battaglieri), oltre a una presunta aggressione a un [[Pesca subacquea in apnea|apneista]] [[Nuova Zelanda|neozelandese]]. Circola infine un racconto riguardante un pescatore statunitense decapitato da un colpo di coda di uno squalo volpe di 5 m<ref>{{Cita libro |titolo=The Big-Game Fishing Handbook |url=https://archive.org/details/biggamefishingha0000cacu |autore=Cacutt, L. |editore=Stackpole Books |anno=2000 |isbn=0-8117-2673-8 }}</ref>.
 
[[File:Meal with thresher shark.jpg|thumb|left|Piatto a base di squalo volpe.]]
L'uomo, invece, costituisce un pericolo concreto per questo squalo: gli squali volpe cadono infatti abitualmente vittimavittime dei [[palamito|palamiti]] e dei sistemi di pesca utilizzati per catturare i [[xiphias gladius|pesci spada]], specie nell'Atlantico<ref>[http://www.nmfs.noaa.gov/fishwatch/species/atl_common_thresher.htm Atlantic Common Thresher Shark]. ''FishWatch - U.S. Seafood Facts''. Retrieved on December 23, 2008.</ref>. Oltre alla pesca accidentale, esiste un fiorente ''business'' che riguarda ladi pesca dello squalo in generale eche minaccia anche questa specie: la pelle viene trattata e commercializzata sotto forma di [[cuoio]], la carne viene commercializzata salata o affumicata per il consumo umano, l'olio estratto dal [[fegato]] vienesi utilizzatousa in [[farmaceutica]] e [[cosmetica]], ma il pezzo pregiato sono le pinne, che vengono pagate a peso d'oro sui mercati asiatici in quanto ingrediente principe della [[zuppa di pinne di pescecane]]. Perfino negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] sussisteva una flotta di imbarcazioni prepostepreposta alla pesca dello squalo volpe, che nel [[1982]] arrivò a contare 228 imbarcazioni, garantendo un pescato annuo di 1091 tonnellate<ref>{{Cita libro |autore=Mazurek, R. |anno=2001 |titolo=Seafood Watch Fishery Report: Sharks Volume I Common Thresher |editore=MBA SeafoodWatch}}</ref>:. attualmenteAttualmente la pesca allo squalo volpe appare in netta diminuzione, soprattutto a causa del drastico calo del numero di esemplari nella zona.<br />
[[File:Alopias vulpinus hooked.jpg|thumb|Uno squalo volpe preso all'amo.]]
Lo squalo volpe rappresenta inoltreanche un ambitissimo trofeo per i [[pesca sportiva|pescatori sportivi]], in quantopoiché ritenuto (assieme allo [[Isurus oxyrinchus|squalo mako]]) un fiero avversario molto difficile da sopraffare:. laLa pesca sportiva a questo squalo viene praticata soprattutto in [[California]], [[Sudafrica]] e [[Nuova Zelanda]]<ref>{{Cita libro |titolo=Rudow's Guide to Fishing the Mid Atlantic: Coastal Bays and Ocean |url=https://archive.org/details/rudowsguidetofis0000rudo |autore=Rudow, L. |editore=Geared Up Publications |anno=2006 |isbn=0-9787278-0-0 }}</ref>.
 
Tutti questi fattori hanno fatto sì che lo ''status'' delle tre specie del genere ''[[Alopias]]'' venisse modificato nel [[2007]] dall'[[IUCN]], passando da "dati insufficienti" a "vulnerabile"<ref>{{Cita web |titolo=More oceanic sharks added to the IUCN Red List |editore=[[IUCN]] |data=22 febbraio 2007 |url=http://www.iucn.org/where/oceans/index.cfm?uNewsID=103 |accesso=21 dicembre 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090114013022/http://www.iucn.org/where/oceans/index.cfm?uNewsID=103 |dataarchivio=14 gennaio 2009 }}</ref>. Per evitare di intaccare troppo le popolazioni, come accaduto in California, e per permettere a quelle rimanenti di riprendersi numericamente, alcuni governi hanno imposto precise regolamentazioni sia per ciò che concerne la quantità chee le dimensioni degli squali volpe catturabili, in alcuni casi dichiarando fuorilegge la pratica della pesca al solo fine di ottenere le pinne. Simili provvedimenti si sono dimostrati benefici, in quanto: ad esempio, la popolazione californiana di squalo volpe ha mostrato un incremento annuo compreso fra il 4 ed il 7%<ref>[http://www.nmfs.noaa.gov/fishwatch/species/pac_common_thresher.htm Pacific Common Thresher Shark]. ''FishWatch - U.S. Seafood Facts''. Retrieved on December 23, 2008.</ref>.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [http://www.fishbase.org/Summary/SpeciesSummary.cfm?genusname=Alopias&speciesname=vulpinus "''Alopias vulpinus''".]. ''FishBase''. Ed. Ranier Froese and Daniel Pauly. May 2006 version. N.p.: FishBase, 2006.
* [httphttps://www.itis.gov/servlet/SingleRpt/SingleRpt?search_topic=TSN&search_value=159916 Alopias vulpinus (TSN 159916)] Integrated Taxonomic Information System. Accessed on 23 January 2006
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Category:Alopiassullo|etichetta=squalo vulpinusvolpe}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web|http://www.flmnh.ufl.edu/fish/Gallery/Descript/ThresherShark/ThresherShark.html |Flordia Museum of Natural History biological profile]}}
* [{{cita web|url=http://marinebio.org/species.asp?id=284 |titolo=Marinebio.org fact sheet]|accesso=13 maggio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090719192444/http://marinebio.org/species.asp?id=284|dataarchivio=19 luglio 2009|urlmorto=sì}}
* [{{cita web|url=http://www.fao.org/figis/servlet/species?fid=2008 |titolo=Fisheries Global Information System (FIGIS) species fact sheet]|accesso=13 maggio 2007|dataarchivio=25 gennaio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070125023949/http://www.fao.org/figis/servlet/species?fid=2008|urlmorto=sì}}
* [{{cita web |1=http://swfsc.nmfs.noaa.gov/FRD/HMS/Large%20Pelagics/Sharks/species/common%20thresher.htm |2=Southwest Fisheries Science Center fact sheet] |accesso=28 gennaio 2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060128210857/http://swfsc.nmfs.noaa.gov/frd/HMS/Large%20Pelagics/Sharks/species/common%20thresher.htm |dataarchivio=28 gennaio 2006 |urlmorto=sì }}
 
{{Squali}}
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[[Categoria:Lamniformes]]
[[Categoria:Taxa classificati da Pierre Joseph Bonnaterre]]
 
{{categorie qualità}}