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{{nota disambigua|la dittatura della Roma antica|dittatoreDittatore romano(storia romana)}}
{{P|La pagina manca di diversità di prospettive e punti di vista riguardo al tema.|politica|novembre 2023}}
{{c|La voce prende in considerazione solo la limitatissima accezione novecentesca del termine, quale sinonimo di regime totalitario frutto di un'ideologia politica, venutasi a creare nell'ultimo secolo, trascurandone il significato storico e politico ben differente|politica|maggio 2012}}
 
{{C|Sebbene la pagina fornisca diverse fonti, queste tendono a presentare prevalentemente un'unica prospettiva. Inoltre, nel caso delle vittime delle dittature più significative nella storia contemporanea, le cifre riportate appaiono sproporzionate e distanti dalla realtà.|politica|novembre 2023}}{{NN|politica|novembre 2023|commento=Sebbene la pagina fornisca numerose fonti, queste tendono a presentare prevalentemente un'unica prospettiva. Inoltre, nel caso delle vittime delle dittature più significative nella storia contemporanea, le cifre riportate appaiono sproporzionate e distanti dalla realtà.}}
{{F|politica|dicembre 2009}}
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La '''dittatura''' è una forma [[autoritarismo|autoritaria]] di [[governo]] in cui il [[potere]] è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo [[dittatore]], non limitato da [[legge|leggi]], [[costituzione|costituzioni]], o altri [[politica|fattori politici]] e sociali interni allo [[Stato]].<ref>[http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/dittatura.shtml definizione di dittatura] sul Dizionario della Lingua Italiana Sabatini-Coletti.</ref><ref>[http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/dittatura.aspx?idD=1&Query=dittatura definizione di dittatura] sul Grande Dizionario Italiano di Aldo Gabrielli.</ref>
|immagine1 = Ludwig HOHLWEIN Telegramm Schmucktelegramm Deutsche Reichspost NSDAP propgandana Reichsadler Nürnberg Decorative telegram Hitler in open car Nuremberg Castle parading SA men Cover of four page folder No known copyright restrictions.jpg
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|sotto = Manifesti propagandistici di [[Adolf Hitler]] e [[Stalin]], tra i dittatori più famosi della storia.
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La '''dittatura''' è una forma di [[governo]] che accentra il [[potere]] in un solo organo, se non nelle mani di un solo [[dittatore]]. La scalata al potere di una dittatura è spesso favorita da situazioni di grave crisi economica (ad esempio in seguito a una guerra), da difficoltà sociali (lotte di classi), dall'instabilità del regime esistente o dalla preesistenza di un regime dittatoriale. Esempi di regimi considerati dittature furono quelli di [[Nicolae Ceaușescu]], [[Idi Amin Dada]], [[Pol Pot]], [[Stalin]], [[Mao Zedong]], [[Adolf Hitler]], [[Benito Mussolini]], [[Kim Jong-un]] e [[Francisco Franco]].<ref>{{cita web|url=https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/giornata-mondiale-democrazia-dittature|titolo=Giornata mondiale Democrazia, da Pol Pot a Hitler: le 7 peggiori dittature della Storia|data=15 settembre 2022|accesso=14 settembre 2024}}</ref>
 
Mentre in passato, la transizione dei poteri verso un dittatore poteva essere contemplata dalla stessa [[costituzione]] e, in questo caso, rigorosamente a tempo e in stretto collegamento con una [[Stato di emergenza|situazione emergenziale]], al giorno d'oggi il termine dittatura ha il diffuso significato di predominio assoluto e perlopiù incontrastabile, opposto alla [[democrazia]], di un individuo (o di un ristretto gruppo di persone) che detiene un potere imposto con la forza, con la negazione della [[Libertà di manifestazione del pensiero|libertà di espressione]] e di [[Libertà di stampa|stampa]]. Nella sua accezione moderna, di fatti, la sua declinazione in senso [[Stato autoritario|autoritario]] o [[Stato totalitario|totalitario]] è avvenuta quando il ricorso a tale forma di governo non era limitato da [[legge|leggi]], [[costituzione|costituzioni]] o da altri [[politica|fattori politici]] e sociali interni allo [[Stato]].<ref>{{Cita web |url=http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/dittatura.shtml |titolo=dittatura |sito=Dizionario della Lingua Italiana Sabatini-Coletti |editore=[[Corriere della Sera]]}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/dittatura.aspx?idD=1&Query=dittatura |titolo=dittatura |sito=Grande Dizionario Italiano di Aldo Gabrielli |editore=[[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]] |accesso=8 agosto 2021 |urlarchivio=https://archive.is/20120707182715/http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/dittatura.aspx?idD=1&Query=dittatura }}</ref>
In senso lato, dittatura ha quindi il significato di predominio assoluto e perlopiù incontrastabile di un individuo (o di un ristretto gruppo di persone) che detiene un potere imposto con la forza. In questo senso la dittatura coincide spesso con l'[[autoritarismo]] e con il [[totalitarismo]]. Sua caratteristica è anche la negazione della libertà di espressione e di stampa. La dittatura è considerata l'opposto della [[democrazia]]. Va inoltre detto che il dittatore può giungere al potere anche democraticamente e senza violenza (valga l'esempio di [[Adolf Hitler]], eletto dal popolo tedesco). La salita al potere di una dittatura è favorita da situazioni di grave [[crisi economica]] - per esempio dopo una guerra - sociali - lotte di classi - politiche - instabilità del regime precedentemente esistente. Altre due forme di dittatura sono l'[[assolutismo monarchico]] e la [[teocrazia]] (vedi [[Ebraismo]], [[Cattolicesimo]], [[Calvinismo]] e [[Islam]]).
 
== Cenni storiciEtimologia ==
Il termine compare per la prima volta in ''[[De re publica]]''<ref name=":11">{{Cita libro|nome=Rich, Anthony|cognome=Verfasser|titolo=A Dictionary of Roman and Greek antiquities|url=http://worldcat.org/oclc/1189395491|accesso=12 novembre 2022|lingua=en|oclc=1189395491|ISBN=978-3-337-74044-3}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Gaffiot,|cognome=Félix.|titolo=Le Gaffiot de poche : dictionnaire latin-français|url=http://worldcat.org/oclc/1025626906|accesso=12 novembre 2022|data=cop. 2001|editore=Hachette|lingua=fr|oclc=1025626906|ISBN=978-2-01-167940-6}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roland G.|cognome=Kent|nome2=A.|cognome2=Ernout|nome3=A.|cognome3=Meillet|data=1932-06|titolo=Dictionnaire étymologique de la Langue latine; histoire des mots|rivista=Language|volume=8|numero=2|p=152|lingua=fr|accesso=12 novembre 2022|doi=10.2307/409313|url=http://dx.doi.org/10.2307/409313|issn=0097-8507}}</ref> ed in ''[[Pro Milone]]''<ref name=":11" /> di [[Marco Tullio Cicerone]]. L'etimo deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''dictatură'', la carica [[Repubblica romana|romana]] del ''dictātor'',<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/dittatura/|titolo=dittatura: definizioni, etimologia e citazioni nel Vocabolario Treccani|accesso=29 ottobre 2022}}</ref> titolo che un [[Magistratura (storia romana)|magistrato]], ai tempi della [[Repubblica romana]], poteva ottenere dal [[Senato romano]] per essere investito di pieni poteri politici e militari in [[Iustitium|tempi di emergenza]] ([[Dittatore (storia romana)|dittatore romano]]).<ref name=":10" />
Il termine dittatura ha origine nella [[Repubblica romana]], dove indicava l'ufficio del dittatore e la durata di quell'ufficio. Infatti la carica dell'antico [[dittatore romano]] - che assumeva il potere prevalentemente in tempo di guerra - era circoscritta nel tempo durando circa sei mesi. Il dittatore era un capo militare (un ''Dux''), nominato dai [[Consoli Repubblicani Romani]] su proposta del [[Senato romano]]; i consoli non potevano nominarsi dittatori, e il Senato poteva in ogni momento far decadere il mandato del dittatore. La nomina di un dittatore aveva luogo solo in circostanze particolarmente delicate o pericolose per lo Stato Romano, in cui era necessario che una sola persona prendesse le decisioni, al posto del senato. Furono nominati dittatori ad esempio Cincinnato, durante la guerra contro gli Equi e Quinto Fabio Massimo durante la seconda guerra punica, entrambi momenti in cui era a rischio l'esistenza stessa di Roma.
 
=== Evoluzione del significato ===
Nell'epoca moderna, a Ginevra, il riformatore [[Giovanni Calvino]] organizzò una teocrazia dittatoriale fondata su un rigido moralismo e un fanatismo che non lasciava scampo a nessuno e i suoi successori non furono da meno.
Pertanto, il concetto di dittatura nasce come fondamentalmente diverso dai concetti di dispotismo e [[Tiranno|tirannide]], che erano designati come forme degenerate di monarchia nell'antichità, nel [[medioevo]] e nella prima [[Storia moderna|età moderna]]. L'accezione negativa di dittatura è nata con la [[Rivoluzione francese]]; il terrore instaurato da [[Maximilien de Robespierre|Robespierre]] fu chiamato ''dittatura'' con riferimento a un regime politico tirannico.<ref name=":12" /><ref name=":13" /> Nell'uso attuale del termine sono presenti sia il significato più attuale che quello meno recente, lasciando assumere al vocabolo un concetto bivalente: dittatura assoluta, incostituzionale da un lato, dittatura costituzionale dall'altro.<ref name=":10" />
 
==== Dittatura assoluta ====
Un esempio di dittatura con forti motivazioni etiche, su basi teologiche e morali, è quella instaurata da [[Oliver Cromwell]] (ispirandosi all'esempio ginevrino) in Gran Bretagna tra il 1645 e il 1658, nata dalla ribellione al Sovrano Carlo I, giustiziato nel 1649 con l'accusa di immortalità, tirannia, tradimento e omicidio.
Una dittatura assoluta (dal [[Lingua latina|latino]]: ''absolutus'', participio passato di ''absolvĕre'', quindi liberato: ''libera da qualsiasi limitazione'') <ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/assoluto2|titolo=assoluto² in Vocabolario - Treccani|lingua=it|accesso=14 novembre 2022}}</ref> è l'accezione più moderna del termine dittatura, ovvero una forma di governo autoritaria, arbitraria e coercitiva stabilita e mantenuta con la violenza, di natura eccezionale ed illegittima, caratterizzata dal concentramento di tutti i poteri ([[Potere esecutivo|esecutivo]], [[Potere legislativo|legislativo]], [[Potere giudiziario|giudiziario]]) in un solo capo che può corrispondere in un singolo od in una giunta, che è incompatibile nei confronti del [[pluralismo]] politico e delle libertà politiche e civili, di un governo costituzionale e del principio di [[isonomia]].<ref>{{Cita libro|nome=Erica|cognome=Frantz|titolo=Dictators and dictatorships : understanding authoritarian regimes and their leaders|url=https://www.worldcat.org/oclc/705538250|accesso=14 novembre 2022|data=2011|oclc=705538250|ISBN=978-1-4411-1602-4}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Annette|cognome=Ciattoni|titolo=Dictionnaire de géopolitique|url=https://www.worldcat.org/oclc/1269399050|accesso=14 novembre 2022|data=2021|lingua=fr|oclc=1269399050|ISBN=978-2-401-07778-2}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.larousse.fr/dictionnaires/francais/dictature/25352|titolo=Définitions : dictature - Dictionnaire de français Larousse|autore=Éditions Larousse|lingua=fr|accesso=14 novembre 2022}}</ref><ref name=":22">{{Cita web|url=https://www.universalis.fr/encyclopedie/dictature/|titolo=DICTATURE|autore=Encyclopædia Universalis|sito=Encyclopædia Universalis|lingua=fr|accesso=14 novembre 2022}}</ref>
 
==== Dittatura costituzionale ====
L'accezione negativa di dittature è nata con la [[Rivoluzione Francese]]: il [[Regime del Terrore|Terrore]] instaurato da [[Robespierre]] fu chiamato ''Dittatura'' con riferimento a un regime politico tirannico. [[Karl Marx]] riteneva che tutti i regimi politici fossero in fin dei conti delle dittature, e per questo parlava della necessità di instaurare una dittatura del [[proletariato]] come fase propedeutica per il passaggio dal [[Capitalismo]] al [[Comunismo]]. Questa idea fu poi alla base dell'affermazione del [[Comintern]] secondo cui non vi era differenza tra [[Fascismo]] e sistemi rappresentativi occidentali.
Una dittatura costituzionale è una forma di governo, classica degli [[Stato|stati]] [[Costituzione|costituzionali]] [[Democrazia|democratici]], che prevede, durante uno stato d'[[Stato di emergenza|emergenza]], il consenso costituzionale nei confronti di un accentramento, solitamente lieve, dei poteri verso un organo istituzionale per la sopravvivenza dello stato stesso. Il dittatore non ha poteri assoluti e la sua autorità resta limitata dalla costituzione vigente. Baluardo della dittatura costituzionale fu la [[Repubblica romana|Repubblica Romana]], ma, ad oggi, ordinamenti come lo [[Costituzione degli Stati Uniti d'America|statunitense]],<ref>{{Cita web|url=https://www.whitehouse.gov/briefing-room/presidential-actions/2022/08/04/letter-on-the-continuation-of-the-national-emergency-with-respect-to-export-control-regulations/|titolo=Letter on the Continuation Of The National Emergency With Respect To Export Control Regulations|autore=The White House|sito=The White House|data=4 agosto 2022|lingua=en|accesso=19 novembre 2022}}</ref><ref name=":10" group="Esplicazione">[[Abramo Lincoln]], presidente degli Stati Uniti durante la [[Guerra civile americana]], assunse poteri straordinari per preservare l'Unione, ma furono prontamente deposti alla fine dell'emergenza, durante la quale si mantenne comunque in vita il sistema costituzionale dei pesi e contrappesi con gli altri organi costituzionali (Congresso e Corte suprema).</ref> l'[[Costituzione della Repubblica Italiana|italiano]],<ref>{{Cita libro|titolo=La Costituzione della Repubblica italiana del 1947 : testo, concordanze, indici|url=http://worldcat.org/oclc/926792842|accesso=19 novembre 2022|data=1971|editore=Idg|oclc=926792842}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.brocardi.it/codice-protezione-civile/capo-iv/art24.html|titolo=Art. 24 codice della protezione civile - Deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale|sito=Brocardi.it|lingua=it|accesso=19 novembre 2022}}</ref> il [[Legge fondamentale della Repubblica Federale di Germania|tedesco]]<ref>{{Cita libro|nome=Luca|cognome=Mezzetti|titolo=Diritto e Società|anno=1991|pp=307-354|capitolo=Comando costituzionale delle Forze Armate e gestione degli stati di crisi nella Repubblica Federale di Germania}}</ref> ed il [[Costituzione francese del 1958|francese]]<ref>{{Cita web|url=https://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000000695350&categorieLien=id|titolo= |accesso=19 novembre 2022}}</ref> includono clausole che rendono possibile un accentramento del potere.
 
Rimane tuttavia il pericolo che una dittatura sorga mediante un travisamento delle regole costituzionali: attraverso uno [[stato di emergenza]] (vero o presunto) i poteri dello stato convergono, direttamente o indirettamente, nelle mani del singolo.<ref name=":10" /> In questi casi il disposto costituzionale non appare in via di principio violato, ma di fatto la [[separazione dei poteri]] è solo simbolica: con il controllo della forza pubblica nelle mani di un solo, viene meno il requisito affinché la forma di governo si configuri come [[stato di diritto]]. Il meccanismo con cui l'apparente rispetto dei principi dello stato viene mantenuto, attraverso la facciata costituzionale, è chiamato [[frode]] [[Costituzione|costituzionale]] (o ''golpe bianco''):<ref name=":9">La dittatura costituzionale in America Latina (Diego Valadés) nella Biblioteca giuridica virtuale (BJV); Valades, Diego (1974). La dittatura costituzionale in America Latina. Ed. UNAM.</ref> un indizio della sua presenza è la [[Broglio elettorale|frode elettorale]], così come i meccanismi di governo che consentono il controllo da parte del presidente nei confronti degli altri poteri dello stato; ciò consente la sua rielezione a tempo indeterminato, il che fa sì che in questo tipo di regime di norma si doti il dittatore di poteri assoluti o quanto meno di una larga quota di potere all'interno dello stato e della pubblica amministrazione. Le dittature assolute che si insediano da una dittatura costituzionale, perlomeno inizialmente, sono caratterizzate da [[Democrazia illiberale|una pretesa di legittimazione democratica]], ma, di solito, in seguito il camuffamento viene meno. <ref group="Esplicazione">Ne è un esempio la dittatura fascista in Italia: [[Benito Mussolini|Mussolini]] e [[Giovanni Gentile]], ideologi del fascismo, ritenevano il loro regime un ''totalitarismo'' (considerandolo ovviamente in un'accezione positiva), reduce da una ''rivoluzione''; in realtà, la [[Marcia su Roma]] sfociò in un incarico ministeriale conferito dal [[Re d'Italia|re]] ed in una fiducia accordata dalle Camere. Solo dopo il 3 gennaio 1925 si rivendicò la frattura costituzionale, chiudendo i partiti di opposizione con la circolare ai prefetti di [[Luigi Federzoni|Federzoni]]. Nonostante ciò, molti storici sostengono che quella di Mussolini fosse una dittatura ancora non completamente uscita dallo schema costituzionale precedente: formalmente, il re era più importante del [[Duce]] e, diversamente da come avveniva nella [[Germania nazista]] o nell'[[Unione Sovietica]] stalinista, il fascismo non aveva il controllo totale degli organi di sicurezza e d'ordine (i carabinieri rispondevano prevalentemente a [[casa Savoia]]); pertanto, il fascismo viene definito, a volte, un totalitarismo ''imperfetto''.</ref>
Però c'è da dire che il comunismo aveva in sé delle forti connotazioni dittatoriali: [[Karl Marx|Marx]] aveva ideato la formazione di uno stato parecchio autoritario, che curava i propri interessi e lasciava il popolo a sé e che imponeva un forte ateismo (dimostrando anche una propaganda simile a quella nazifascista) e questo forma di dittatura fu poi rappresentata maggiormente da [[Lenin]], [[Stalin]] e [[Mao Tse-tung|Mao Zedong]].
 
== Struttura ==
È nel [[XX secolo]] che le dittature nelle più svariate parti del mondo, un po' in tutti i continenti ([[Europa]], [[America latina]], [[Africa]], [[Asia]]), trovano la loro massima espressione con il loro carico di sofferenza, guerre, soprusi, violazione dei [[diritti umani]] fino a [[crimini di guerra]] o [[crimini contro l'umanità|contro l'umanità]].
 
=== ClassificazioneInstaurazione dellee dittaturecaduta ===
Le dittature di solito si instaurano nel contesto di una [[Crisi (politica)|crisi]] istituzionale o sociale molto grave e si pongono come obiettivo l'accelerazione di un'evoluzione ('''dittature rivoluzionarie'''), oppure la sua prevenzione ('''dittature conservatrici''').<ref name=":22" /> In ogni caso, rivestono notevole importanza le specifiche tradizioni storiche e politiche, l'ambiente [[Geografia|geografico]] e [[clima]]tico, i sistemi politici e sociali, nonché il livello di sviluppo [[Economia|economico]], la [[cultura]], le forme [[Religione|religiose]] e [[Morale|morali]]. Esistono notevoli differenze ideologiche nella legittimità delle dittature, specialmente nelle loro forme autoritarie. I sistemi di potere dittatoriali moderni si auto-legittimano in nome della [[sovranità]] [[Sovranità popolare|del popolo]] o della [[Sovranità nazionale|nazione]], dell'[[accentramento amministrativo]], dell'omogeneità sociale, della sicurezza interna e della comunità ideale.<ref name=":10" /> Mentre molti dittatori salirono e salgono tuttora al potere attraverso un [[colpo di Stato]] (come [[Augusto Pinochet]]) od una [[guerra civile]] (come [[Francisco Franco]]), può accadere che un autocrate salga al potere tramite libere elezioni, prima di instaurare una dittatura personale o un monopartitismo (come [[Adolf Hitler|Hitler]], [[António de Oliveira Salazar|Salazar]], [[Lenin]], in epoca contemporanea [[Vladimir Putin|Putin]] o [[Aleksandr Lukashenko|Lukashenko]]). Altri ricevono il potere da un dittatore precedente (come [[Stalin]], [[Bashar al-Assad]], [[Kim Jong-un]] o [[Nicolas Maduro]]).
{{Vedi anche|Totalitarismo}}
Le dittature della storia moderna si classificano in base a due variabili: l''''intensità''' e l''''ideologia'''. L’intensità prende in considerazione la raffinatezza e l’efficacia del potere, il rapporto tra forza e consenso, il grado di pluralismo, il ricorso alla mobilitazione di massa. L’ideologia prende in considerazione l’atteggiamento sociale e i valori di fondo della dittatura, l’atteggiamento verso l’ordine politico-sociale esistente, il tipo di rappresentanza di classe.
 
Una dittatura può cadere a causa di:
In base all'intensità generalmente si distingue tra [[Autoritarismo]], [[Cesarismo]] e [[Totalitarismo]].
* un [[colpo di Stato]]: si verifica quando il regime dittatoriale non è più efficace nel garantire la stabilità della [[politica interna]] del paese,<ref name="E&F a">{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 61-67}}.</ref> è il culmine di un'insurrezione ed ha maggiori possibilità di sfociare in un nuovo regime dittatoriale;
* un intervento straniero: si verifica quando il regime dittatoriale non gode più di sostegno internazionale, dunque ha luogo il tentativo di un'entità transnazionale di rovesciare il regime [[Invasione|invadendo]] il paese (come nel caso di [[Saddam Hussein]]) o finanziando un colpo di Stato;
* un ritiro volontario del dittatore: si verifica quando l'autocrate sceglie di negoziare le proprie dimissioni, avendo perso legittimità, quindi per paura di una destituzione violenta. I dittatori più violenti hanno maggiori probabilità di essere esiliati, imprigionati o uccisi dopo la destituzione. Solitamente sono i ritiri volontari che sfociano in [[democrazia]] (come avvenuto con Pinochet in Cile);
[[File:Bundesarchiv Bild 183-H28708, Paris, Eiffelturm, Besuch Adolf Hitler.jpg|min|verticale=1.7|Immagine della [[propaganda]] [[Adolf Hitler|hitleriana]] che ritrae il dittatore mentre cammina ai piedi della [[Torre Eiffel]] affiancato dai suoi fedelissimi.]]
 
=== Stabilità e legittimità ===
* Nell''''Autoritarismo''' ovvero la dittatura della repressione: il mantenimento e consolidamento del potere si basa in via prevalente o esclusiva sulla repressione, poiché, instaurandosi in società tradizionali, il regime non vive la necessità di coinvolgere le masse tramite ricorso frequente e costante alla [[propaganda]]. Lascia quindi una certa libertà e autonomia, non avvertendo l’esigenza di controllare tutti gli aspetti della società. Talvolta rappresenta il tentativo di alcune élite conservatrici di bloccare il processo di modernizzazione, talaltra il tentativo del ceto dominante di favorire la modernizzazione traghettando la società verso un nuovo ordine. In base all'ideologia si distingue tra:
** [[Franchismo]] (''Autoritarismo reazionario''), legato ai valori tradizionalisti ([[Forze Armate]], [[Chiesa (istituzione)|Chiesa]], [[Patria]]); esempio fu la dittatura del Generalissimo [[Francisco Franco]] in [[Spagna]];
** [[pretoriani|Pretorianesimo]] (''Autoritarismo apolitico''), in genere una [[dittatura militare]], priva di una vera e propria base ideologica; ad esempio la dittatura del Generale Augusto [[Pinochet]] in [[Cile]], del Generale Jorge [[Videla]] in [[Argentina]], il cui scopo fu principalmente l'[[anticomunismo]]. Un esempio attuale può essere la [[Birmania]] del Generale [[Than Shwe]];
** [[Terzomondismo]] (''Autoritarismo rivoluzionario''), pone spesso l'accento sull'opposizione ai paesi stranieri e imperialisti, pur senza una vera ideologia codificata, se non l'orgoglio della propria cultura; è il caso di alcuni regimi [[islamismo|islamisti]], come quello dei [[talebani]] in [[Afghanistan]] (vedi [[Teocrazia]]).
 
==== Élite ====
* Il '''Cesarismo''' ovvero la dittatura del "capo" ("uomo della Provvidenza", "padre del popolo"): è la categoria in cui [[Max Weber]] e [[Antonio Gramsci]] facevano ricadere le dittature del loro tempo. Questi regimi non si basano solo su strumenti di repressione, ma anche sul consenso. Sono incentrati sulla figura di un capo carismatico e su un forte apparato statale. All’ideologia si sostituisce il carisma del capo. Caratteristica di questa dittatura è la mediazione tra interessi contrastanti. Il termine deriva dalla dittatura di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] nell’[[antica Roma]]. In base all'ideologia si parla di:
È il [[dittatore]] ad esercitare il potere su tutta l'entità statale, ma spesso emerge una cerchia ristretta di fedelissimi, che costituisce una classe di élite che detiene una porzione di potere all'interno della dittatura e che riceve benefici in cambio di sostegno militare, politico ed economico. La cerchia può essere composta da [[Ufficiale (forze armate)|ufficiali militari]], membri del [[Partito politico|partito]] o amici e familiari del dittatore. L'''establishment'' può tuttavia divenire la principale minaccia del potere assoluto del dittatore, in quanto, disponendo di una certa influenza all'interno del regime, possa influenzare o [[Colpo di Stato|rovesciare]] la dittatura.<ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 82-83}}.</ref><ref name=":14">{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 55-58}}.</ref> Essendo il consenso dell'élite necessario affinché si radichi al meglio l'autorità del dittatore, questo costituisce un grande limite del suo potere. Per imporre la propria volontà liberamente, un dittatore deve saper gestire la classe dirigente, condiscendendo alle sue pretese, dividendola<ref group="Esplicazione">Una classe dirigente meno compatta conterrebbe meno il potere di un dittatore, mentre un{{'}}''élite'' coesa, specialmente se costituita da gerarchi militari, costituirebbe una minaccia più concreta per la stabilità dell'autocrate.</ref><ref>{{Cita|Geddes, Wright & Frantz (2018)|pp. 76-79}}.</ref><ref>{{Cita|Geddes, Wright & Frantz (2018)|pp. 97-99}}.</ref> od eliminandola.<ref name="Geddes, Wright & Frantz (2018)|pp. 65-66">{{Cita|Geddes, Wright & Frantz (2018)|pp. 65-66}}.</ref>
** [[Sultanismo]] (''Cesarismo reazionario''), il capo è l'espressione dei ceti dominanti e tradizionali o è ad essi alleato (il forte culto del capo e l'ideologia lo distinguono dal Franchismo); ad esempio il [[Fascismo]] di [[Benito Mussolini]] in [[Italia]] (basato sul culto dell'[[Impero]], sull'alleanza Chiesa-[[Stato]] - dopo i [[Patti Lateranensi]] - , sulla supremazia del Popolo Italiano), la [[Persia]] ([[Iran]]) degli [[Scià]], la [[Corea del Nord]] di [[Kim Il Sung]];
** [[Peronismo]] (''Cesarismo apolitico'', definizione talora considerata ambigua), in esso il capo vuole rappresentare l'intero popolo, identificandosi in esso e nei suoi valori "migliori" e non un'ideologia che spesso divide; ad esempio il [[Juan Domingo Peron|Peronismo classico]] in Argentina o il regime di [[Saddam Hussein]] in [[Iraq]];
** [[Napoleone|Bonapartismo]] (''Cesarismo rivoluzionario''), il capo è il ''garante della rivoluzione'', colui che protegge il ''nuovo ordine'', soprattutto per conto della [[classe sociale]] che l'ha portato al potere, sovvertendo il ''vecchio ordine'', in genere un altro regime autoritario o sultanistico, come una [[monarchia assoluta]], ma dominato da altri interessi; esempi furono gli Imperi di [[Napoleone I]] e [[Napoleone III]] in [[Francia]], il [[Castrismo]] a [[Cuba]].
 
==== Repressione e propaganda ====
* Il '''Totalitarismo''' ovvero la dittatura del controllo totale: è il tipo più moderno di regime dittatoriale. Oltre alla repressione, all'ideologia e al capo si aggiunge la presenza del regime in ogni ambito. Il concetto è sviluppato nelle ''Origini del Totalitarismo'' di [[Hannah Arendt]]. Ritiene l'autrice che il totalitarismo necessiti di tre fattori per potersi sviluppare: una società [[Industria|industriale]] di massa, la persistenza di un’arena mondiale divisa e lo sviluppo della [[tecnologia]] moderna. Secondo la Arendt gli elementi distintivi del totalitarismo sono l’[[ideologia]] e l’uso del terrore, e la massima espressione del medesimo il [[lager]] ([[Germania nazista]]) e il [[gulag]] ([[Unione Sovietica]]), dove avviene la cancellazione dell’individualità tramite un dominio assoluto sulle persone.
{{Vedi anche|Repressione|Dittatore}}
Nel tentativo di consolidare la propria stabilità un regime dittatoriale applica solitamente una rigida repressione nei confronti dell'opposizione, composta spesso da ex figure di spicco militari o politiche. Solitamente questa si organizza nel tentativo di minare il sostegno pubblico e militare del dittatore e di rovesciare la dittatura.<ref name=":14" /><ref>{{Cita|Geddes, Wright & Frantz (2018)|pp. 56-57}}.</ref><ref>{{Cita|Geddes, Wright & Frantz (2018)|p. 178}}.</ref> [[File:Thamzing of Tibetan woman circa 1958.jpg|sinistra|min|Donna [[tibet]]ana condannata alla berlina intorno al 1958, sotto il regime di [[Mao Zedong]]]]
La repressione politica sistematica e violenta è una caratteristica tipica delle dittature,<ref>{{Cita libro|nome=Victor|cognome=Serge|titolo=What everyone should know about repression|url=https://www.worldcat.org/oclc/5376898|accesso=26 novembre 2022|data=1979|editore=New Park Publications|oclc=5376898|ISBN=0-902030-97-3}}</ref> in quanto il dittatore possa percepirla come parte della propria politica di sicurezza e stabilità ai danni dei dissidenti o della popolazione in generale. La repressione sfocia spesso in violazioni dei [[diritti umani]] e [[Diritti civili|civili]], in rigide sorveglianze, in [[brutalità poliziesca]], in [[reclusione]], [[confino]] e [[lustrismo]], in [[Omicidio|omicidi politici]], [[Esecuzione sommaria|esecuzioni sommarie]], [[tortura]] e [[Sequestro di persona|rapimento]], infine in [[Genocidio|genocidi]] e [[Terrorismo di Stato|terrorismo di stato]].<ref>{{Cita libro|autore=Nicholas N. Kittrie|titolo=The War Against Authority, from the crisis of legitimacy to a new social contract|url=https://archive.org/details/waragainstauthor0000kitt|anno=1995|editore=Johns Hopkins University Press|lingua=en}}</ref> Solitamente al servizio del dittatore, nell'applicare una politica di repressione, vi sono [[Polizia segreta|polizie segrete]] (es. [[KGB]]), [[esercito]] o [[Organizzazione paramilitare|organizzazioni paramilitari]] (es. [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|Camicie Nere]], [[Sturmabteilung|Camicie Brune]]).
 
Le repressioni politiche più violente nella storia furono quella di [[Mao Zedong]] (35 milioni di vittime),<ref name=":24">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/genocidio_(Enciclopedia-del-Novecento)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/genocidio_(Enciclopedia-del-Novecento)/|titolo=Genocidio - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|citazione=...si scopre che nel corso del XX secolo i governi hanno ucciso circa 174 milioni di persone. In massima parte (probabilmente 110 milioni di persone) il genocidio è imputabile a governi comunisti, in particolare l'Unione Sovietica di Lenin, di Stalin e dei loro successori (62 milioni di vittime) e la Cina di Mao Zedong (35 milioni).|accesso=2024-05-02}}</ref> di [[Adolf Hitler|Hitler]] (21 milioni di vittime),<ref name=":25">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/genocidio_(Enciclopedia-del-Novecento)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/genocidio_(Enciclopedia-del-Novecento)/|titolo=Genocidio - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|citazione=Un numero considerevole di vittime è stato provocato da altri regimi totalitari o autoritari, specialmente la Germania di Hitler (21 milioni di persone) e il governo nazionalista di Jiang Jieshi (Chiang Kai-shek) in Cina (circa 10 milioni).|accesso=2024-05-02}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=R. J.|cognome=Rummel|titolo=Death by government|url=https://www.worldcat.org/oclc/28929046|accesso=26 novembre 2022|data=1994|editore=Transactions Publishers|oclc=28929046|ISBN=1-56000-145-3}}</ref> di [[Chiang Kai-shek]] (10 milioni di vittime),<ref name=":25" /> di [[Lenin]], [[Iosif Stalin|Stalin]] e successori (62 milioni di vittime)<ref name=":24" /> e di [[Leopoldo II del Belgio]] (8-9 milioni di vittime).<ref>{{Cita web|url=https://www.storicang.it/a/tragedia-congo-belga_14624|titolo=La tragedia del Congo Belga|sito=www.storicang.it|data=2020-01-03|lingua=it|citazione=Oggi gli studiosi confermano quanto denunciato allora e stimano la mortalità al 50 percento: perirono tra gli 8 e i 9 su 17 milioni di abitanti (alcuni la alzano al 65 percento e altri la abbassano al 38).|accesso=2024-05-02}}</ref>
Esempi furono lo Stalinismo in [[U.R.S.S.]] e il [[Nazionalsocialismo]] di Adolf Hitler in [[Germania]]. Un esempio attuale è la [[Corea del Nord]] di [[Kim Jong-un]]. Mussolini e [[Giovanni Gentile]], uno degli ideologi del Fascismo, ritenevano il loro regime un totalitarismo (considerandolo ovviamente in un'accezione positiva). Nonostante ciò, molti storici sostengono che quella di Mussolini fosse una dittatura autoritaria e non totalitaria, siccome, formalmente, il re era più potente del Duce, ed inoltre la Chiesa era molto potente.
 
Le dittature sono solite a ricorrere alla [[propaganda]], per creare attorno alla figura del dittatore un [[culto della personalità]]. Nell'esibirsi di fronte al popolo come ''[[uomo forte]],'' alcuni dittatori scelsero dei titoli personali per essere indicati, come: [[Adolf Hitler]] che utilizzò il titolo di ''[[Führer]]'', [[Benito Mussolini]] che utilizzò il titolo di ''[[Duce]]'', [[Francisco Franco]] che utilizzò i titoli di ''[[Caudillo]]'' e di ''[[Generalissimo (grado)|Generalissimo]]'', [[Ion Antonescu]] e [[Nicolae Ceaușescu]] che utilizzarono il titolo di ''[[Conducător]],'' altri dittatori si ricoprono di titoli onorifici volti a magnificare la propria figura, come [[Idi Amin Dada]], che si autoconferì titoli come ''[[Eccellenza (trattamento)|Eccellenza]],'' [[Presidenti a vita|Presidente a vita]], [[Feldmaresciallo]] e ''[[Hadji]]''.<ref>{{Cita web|url=http://www.theguardian.com/news/2003/aug/18/guardianobituaries|titolo=Obituary: Idi Amin|autore=Patrick Keatley|sito=the Guardian|data=18 agosto 2003|lingua=en|accesso=26 novembre 2022}}</ref>
 
==== Legittimazione ====
La legittimazione del proprio governo è uno dei primi problemi che un dittatore deve affrontare. Spesso la legittimità del governo dittatoriale viene giustificata con i demeriti del regime precedente,<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/legittimita_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)|titolo=Legittimita in "Enciclopedia delle scienze sociali"|lingua=it|accesso=15 novembre 2022}}</ref> con lo screditamento e la repressione dell'opposizione e con l'indizione di elezioni fasulle, che consentono alla dittatura di porre dei limiti alla creazione di un'opposizione autentica e di presentare il regime vigente come democratico, intavolando la negabilità del suo ''status'' di dittatura sia davanti alla popolazione che davanti a governi stranieri. Le dittature possono influenzare i risultati delle elezioni attraverso il [[broglio elettorale]], la [[coercizione]], la [[corruzione]], il controllo dei media, la manipolazione delle leggi elettorali e la limitazione dei diritti di voto.
 
== Analisi della dittatura ==
Le [[scienze politiche]], altresì politologia, includono la disciplina accademica della definizione e classificazione dei regimi politici mediante approccio metodico.
 
=== Aristotele ===
Una delle prime tipologie di classificazione è quella di [[Aristotele]] nella sua [[Politica (Aristotele)|Politica]],<ref name=":15">{{Cita|Ball (1988)|p. 37}}.</ref> che si divide in tre gruppi principali a seconda del numero di governanti:<ref>{{Cita libro|nome=Alan R.|cognome=Ball|titolo=Modern Politics and Government.|url=https://www.worldcat.org/oclc/1004379300|accesso=19 novembre 2022|edizione=IV edizione|data=1988-01|editore=Macmillan Publishers Limited|lingua=en|oclc=1004379300|ISBN=978-0-333-46413-7}}</ref> Include quindi, nelle ''costituzioni giuste'', cioè quelle che puntano al bene comune, gli ordinamenti di stati gestiti da una singolo («[[monarchia]]»), da un piccolo numero di persone («[[aristocrazia]]») e da più individui (governo costituzionale). Aristotele classifica anche le ''costituzioni corrotte'', che nonostante siano analoghe alle ''costituzioni giuste'' per numero di governanti, mirano al bene di una parte della città, dunque, al contrario della monarchia vi è la «[[Tiranno|tirannia]]», al contrario dell'aristocrazia vi è l'[[oligarchia]] e al contrario del governo costituzionale vi è la democrazia.<ref name=":15" /><ref name=":16">{{Cita libro|autore=Aristotele|titolo=Politica|lingua=el|volume=Vol. II - Vol. III - Vol. IV}}</ref>
Nel quinto capitolo della ''Politica'' Aristotele descrive tre tipi di tiranno: il capopopolo o [[Demagogia|demagogo]]; l'ex [[magistrato]], che parte da una base istituzionale; il [[monarca]] o l'[[Oligarchia|oligarca]] degenerato.
 
==== Monarchia e tirannia ====
Aristotele tratta la monarchia come governo del solo fine al bene comune, nelle sue sfaccettature ereditario o elettivo, al di sopra o soggetta alla legge; mentre tratta la tirannia come una forma [[Barbaro|barbara]] corrotta di governo della monarchia.<ref name=":16" />
 
==== Aristocrazia e oligarchia ====
In ''Politica'' l'aristocrazia è considerata il governo dei migliori in assoluto, scelti secondo le virtù dell'uomo [[Bene (filosofia)|buono]] e del cittadino, mentre l'oligarchia è considerata un governo di pochi perlopiù fondato sull'illegalità, la [[corruzione]] ed il [[nepotismo]].<ref name=":16" />
 
=== Montesquieu ===
Ne ''[[Lo spirito delle leggi]]'', [[Montesquieu]] propone una tipologia di classificazione diversa da quella di Aristotele,<ref name=":15" /> che pur rimanendo una classificazione per numero di governanti, si basa sul rapporto tra la società e il regime,<ref name=":17">{{Cita|Ball (1988)|p. 38}}.</ref> a sua volta caratterizzato dall'estensione del territorio e da altri fattori.<ref name=":15" /> Questa tipologia si divide in tre forme di governo: la [[repubblica]], la [[monarchia]] e, la peggiore forma di governo,<ref name=":17" /> il [[dispotismo]].
 
=== Barbara Geddes ===
Nel 1999 la [[Scienza politica|politologa]] [[Barbara Geddes]] propose una classificazione delle dittature che si concentra sul dove viene concentrato il potere:<ref>{{Cita libro|nome=Roger D.|cognome=Congleton|nome2=Bernard|cognome2=Grofman|nome3=Stefan|cognome3=Voigt|titolo=The Oxford handbook of public choice. Volume 2|url=https://www.worldcat.org/oclc/1088684275|accesso=19 novembre 2022|data=2019|oclc=1088684275|ISBN=978-0-19-046980-1}}</ref> le dittature militari sono controllate da ufficiali militari, le dittature monopartitiche sono controllate dai membri di un unico partito politico legale e le dittature personaliste sono controllate da un singolo individuo. Vengono identificate altre due sezioni: le dittature monarchiche, ove il monarca detiene potere assoluto e le dittature ibride, ovvero regimi che presentano una combinazione di queste classificazioni.<ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 20-22}}.</ref>
 
==== Dittatura militare ====
{{Vedi anche|Dittatura militare}}
[[File:Francisco Franco 1975 (cropped).jpg|min|Il dittatore [[Francisco Franco]] nel 1975 in divisa militare.]]
Le dittature militari sono regimi in cui uno o più ufficiali militari detengono il potere militare e politico assoluto.<ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|p. 20}}.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carl J.|cognome=Friedrich|data=1950-01|titolo=Military Government and Dictatorship, The annals of the American Academy of Political and Social Science|volume=267|numero=1|pp=1-7|lingua=en|accesso=19 novembre 2022|doi=10.1177/000271625026700102|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/000271625026700102}}</ref> Sono state il tipo di dittatura caratteristico del XX secolo, venendo poi meno tra gli anni '70 ed '80.<ref>{{Cita libro|titolo=DECLINE OF MILITARY REGIMES : the civilian influence.|url=https://www.worldcat.org/oclc/1122159148|accesso=19 novembre 2022|data=2019|editore=ROUTLEDGE|oclc=1122159148|ISBN=0-367-29117-7}}</ref> Sono più comuni nelle nazioni in via di sviluppo in [[Africa]], [[Asia]] e [[America Latina]].<ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 34-38}}.</ref> Sono di natura instabile (la durata media di una dittatura militare è di cinque anni), non è raro che si susseguano più dittature militari.
 
Le dittature militari si instaurano tipicamente mediante un golpe militare, che è frequente, nelle democrazie, durante il periodo immediatamente successivo alla loro proclamazione, ma precedente a riforme militari su larga scala. Altri fattori associati ai ''golpe'' militari sono le ampie risorse naturali, l'uso limitato dell'esercito a livello internazionale e l'uso dell'esercito come forza di repressione all'interno del paese.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Daron|cognome=Acemoglu|nome2=Davide|cognome2=Ticchi|nome3=Andrea|cognome3=Vindigni|data=2010-01|titolo=A Theory of Military Dictatorships|rivista=American Economic Journal: Macroeconomics|volume=2|numero=1|pp=1-42|lingua=en|accesso=19 novembre 2022|doi=10.1257/mac.2.1.1|url=https://www.aeaweb.org/articles?id=10.1257/mac.2.1.1}}</ref> I colpi di stato militari non si sono sempre tradotti in dittature militari, in quanto la dittatura possa presentarsi come personalistica o si possano indire elezioni democratiche. Spesso i dittatori militari si presentano come ''guardiani dello stato'' e si dimostrano dittatori sanguinari, sospettosi e poco diplomatici.<ref>{{Cita libro|nome=András|cognome=Sajó|nome2=Renáta|cognome2=Uitz|nome3=Stephen|cognome3=Holmes|titolo=Routledge handbook of illiberalism|url=https://www.worldcat.org/oclc/1273423429|accesso=19 novembre 2022|data=2022|oclc=1273423429|ISBN=978-1-000-47954-6}}</ref>
 
==== Dittatura monopartitica ====
{{Vedi anche|Monopartitismo}}
[[File:18th National Congress of the Communist Party of China.jpg|min|verticale=1.2|XVIII Congresso del [[Partito Comunista Cinese]], unico partito legale in [[Cina]]]]
Le dittature monopartitiche consistono in ordinamenti di stato in cui vi è un unico partito legale (dittature monopartitiche) oppure consistono in ordinamenti in cui è legale un'opposizione che è ''de facto'' impossibilitata ad influenzare il governo (dittature a partito egemone). Durante la guerra fredda, con l'insediamento di governi comunisti in diversi paesi, si diffusero in particolar modo le dittature monopartitiche in Asia e in Europa orientale, tramutatesi in gran parte in dittature a partito egemone dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica (es. [[Russia]] con [[Russia Unita]]).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Beatriz|cognome=Magaloni|nome2=Ruth|cognome2=Kricheli|data=1º maggio 2010|titolo=Political Order and One-Party Rule|rivista=Annual Review of Political Science|volume=13|numero=1|pp=123-143|lingua=en|accesso=19 novembre 2022|doi=10.1146/annurev.polisci.031908.220529|url=https://www.annualreviews.org/doi/10.1146/annurev.polisci.031908.220529}}</ref><ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 39-42}}.</ref> Le dittature monopartitiche sono più stabili di altre forme di governo autoritario, grazie alla struttura gerarchica, che permette loro di applicare una favorevole [[politica interna]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Hanne|cognome=Fjelde|data=2010-07|titolo=Generals, Dictators, and Kings: Authoritarian Regimes and Civil Conflict, 1973—2004|rivista=Conflict Management and Peace Science|volume=27|numero=3|pp=195-218|lingua=en|accesso=19 novembre 2022|doi=10.1177/0738894210366507|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0738894210366507}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Deniz|cognome=Aksoy|nome2=David B.|cognome2=Carter|nome3=Joseph|cognome3=Wright|data=1º luglio 2012|titolo=Terrorism In Dictatorships|rivista=The Journal of Politics|volume=74|numero=3|pp=810-826|accesso=19 novembre 2022|doi=10.1017/S0022381612000400|url=https://www.journals.uchicago.edu/doi/abs/10.1017/S0022381612000400}}</ref> ed [[Economia|economica]]. Tra il 1950 e il 2016, le dittature monopartitiche hanno costituito il 57% dei regimi autoritari nel mondo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=António Costa|cognome=Pinto|data=2002-08|titolo=Elites, Single Parties and Political Decision-making in Fascist-era Dictatorships|rivista=Contemporary European History|volume=11|numero=3|pp=429-454|lingua=en|accesso=19 novembre 2022|doi=10.1017/S0960777302003053|url=https://www.cambridge.org/core/journals/contemporary-european-history/article/abs/elites-single-parties-and-political-decisionmaking-in-fascistera-dictatorships/B0B01AD1C565221CC855FA1B2B2FDE6B}}</ref>
 
==== Dittatura personalista ====
{{Vedi anche|Culto della personalità}}
[[File:Alexander Lukashenko (2020-09-03) 01(cropped).jpg|min|[[Aljaksandr Lukašėnka]], attuale dittatore della [[Bielorussia]].]]
Le dittature personaliste consistono in ordinamenti di stato in cui il potere converge nelle mani di una singola figura, che può essere un militare o membro di un partito, ma che esercita di fatto un potere incontrastabile. Si instaurano generalmente nell'ambito di una crisi istituzionale grave e sono più inclini a concludersi con la morte del dittatore, per cause naturali o meno, e non sempre sfociano in democrazia.<ref name="E&F a" />
 
L'autocrate viene affiancato da un{{'}}''establishment'' composto da amici intimi o familiari del dittatore,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Mark|cognome=Peceny|nome2=Caroline C.|cognome2=Beer|data=2003-05|titolo=Peaceful Parties and Puzzling Personalists|rivista=American Political Science Review|volume=97|numero=2|pp=339-342|lingua=en|accesso=22 novembre 2022|doi=10.1017/S0003055403000716|url=https://www.cambridge.org/core/journals/american-political-science-review/article/abs/peaceful-parties-and-puzzling-personalists/5CF537CE042285B6EB8A65EE85F5FA2F}}</ref><ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 215-216}}.</ref> perlopiù leali ma non qualificati per la magistratura che ricoprono, ciò ostacola la crescita economica e tecnologica del paese e favorisce lo sviluppo della corruzione. Le dittature personaliste soffrono solitamente di una scarsa istruzione e di una violenta repressione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Erica|cognome=Frantz|nome2=Andrea|cognome2=Kendall-Taylor|nome3=Joseph|cognome3=Wright|data=1º gennaio 2020|titolo=Personalization of Power and Repression in Dictatorships|rivista=The Journal of Politics|volume=82|numero=1|pp=372-377|accesso=22 novembre 2022|doi=10.1086/706049|url=https://www.journals.uchicago.edu/doi/abs/10.1086/706049}}</ref>
 
Le dittature personaliste sono più comuni nell'[[Africa subsahariana]] a causa delle istituzioni meno consolidate nella regione.<ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 42-45}}.</ref>
[[File:تميم بن حمد بن خليفة آل ثاني (49759678641).jpg|sinistra|min|[[Tamim bin Hamad Al Thani|Tamim bin Hamad]], attuale [[emiro]] e monarca assoluto ''de facto'' d<nowiki/>el [[Qatar]].]]
 
==== Dittatura monarchica o monarchia assoluta ====
{{Vedi anche|monarchia assoluta}}
La monarchia assoluta (differente da monarchia costituzionale e parlamentare)<ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 240-241}}.</ref> è una tipologia di monarchia in cui il monarca, al potere per legittimità storica, governa al di sopra delle leggi. Le monarchie si dividono in dinastiche o elettive. Le monarchie dinastiche sono regolate da una serie di regole che rendono possibile un trasferimento pacifico del potere alla morte del monarca, salvo dispute di successione. Nell'era moderna, le monarchie assolute sono più comuni in Medio Oriente.<ref>{{Cita|Ezrow & Frantz (2011)|pp. 46-48}}.</ref>
 
=== Analisi moderna ===
Le dittature della storia moderna possono essere classificate in base a due variabili: l'intensità e l'ideologia. L'intensità prende in considerazione la raffinatezza e l'efficacia del potere, il rapporto tra forza e consenso, il grado di pluralismo, il ricorso alla mobilitazione di massa. L'ideologia prende in considerazione l'atteggiamento sociale e i valori di fondo della dittatura, l'atteggiamento verso l'ordine politico-sociale esistente, il tipo di rappresentanza di classe.
 
In base all'intensità, generalmente si distingue tra [[Stato autoritario|autoritarismo]], [[cesarismo]] e [[totalitarismo]]:<ref name="Millennium" />
 
*Autoritarismo, ovvero la dittatura della repressione: il mantenimento e il consolidamento del potere si basano in via prevalente o esclusiva sulla repressione, poiché, instaurandosi in società tradizionali, il regime non vive la necessità di coinvolgere le masse tramite ricorso frequente e costante alla [[propaganda]]. Lascia quindi una certa libertà e autonomia, non avvertendo l'esigenza di controllare tutti gli aspetti della società. Talvolta, rappresenta il tentativo di alcune élite conservatrici di bloccare il processo di modernizzazione, talaltra il tentativo del ceto dominante di favorire la modernizzazione, traghettando la società verso un nuovo ordine. In base all'ideologia, si distingue tra:
**[[Spagna franchista#Il Franchismo|Franchismo]] (''autoritarismo reazionario''), legato ai valori tradizionalisti ([[Forza armata|Forze armate]], [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], [[Patria]]); un esempio fu la dittatura del ''generalissimo'' [[Francisco Franco]] in [[Spagna]];
**il [[fascismo]] di [[Benito Mussolini]] in [[Italia]] (basato sul culto dell'[[Impero]], sull'alleanza [[Chiesa (comunità)|Chiesa]]-[[Stato]] dopo i [[Patti Lateranensi]], sulla supremazia del [[Italiani|popolo italiano]]) e la [[Persia]] ([[Iran]]) degli [[Scià]].
**[[Guardia pretoriana|Pretorianesimo]] (''autoritarismo apolitico''), in genere una [[dittatura militare]], priva di una vera e propria base ideologica; fra di esse, spiccano le dittature del generale [[Augusto Pinochet]] in [[Cile]] e quella del generale [[Jorge Rafael Videla|Jorge Videla]] in [[Argentina]], il cui scopo fu principalmente l'[[anticomunismo]]. Un esempio attuale può essere la [[Birmania]] del generale [[Than Shwe]];
**[[Terzomondismo]] (''autoritarismo rivoluzionario''), che pone spesso l'accento sull'opposizione ai paesi stranieri e imperialisti, pur senza una vera ideologia codificata, se non l'orgoglio della propria cultura; è il caso di alcuni regimi [[Islamismo|islamisti]], come quello dei [[talebani]] in [[Afghanistan]] ''(vedi [[teocrazia]])''.<ref>{{Cita web|url=https://www.proquest.com/openview/f7897bc13bcc5d47b89f2003fbbc466e/1.pdf?pq-origsite=gscholar&cbl=41559|titolo=The Third Worldist Moment - ProQuest|lingua=it|accesso=19 novembre 2022}}</ref>
*Totalitarismo, ovvero la dittatura del controllo totale: è il tipo più moderno di regime dittatoriale. Oltre alla repressione, all'ideologia e al capo, si aggiunge la presenza del regime in ogni ambito. Il concetto è sviluppato nelle ''Origini del Totalitarismo'' di [[Hannah Arendt]]. Ritiene l'autrice che il totalitarismo necessiti di tre fattori per potersi sviluppare: una società [[industria]]le di massa, la persistenza di un'arena mondiale divisa e lo sviluppo della [[tecnologia]] moderna. Secondo Arendt, gli elementi distintivi del totalitarismo sono l'[[ideologia]] e il [[terrorismo di Stato|terrorismo di stato]]: la massima espressione del medesimo erano il [[lager]] nella [[Germania nazista]] e il [[gulag]] nell'[[Unione Sovietica]], dove avveniva la cancellazione dell'individualità tramite un dominio assoluto sulle persone. Gli esempi più rilevanti furono il [[nazionalsocialismo]] di [[Adolf Hitler]] in [[Germania]] e lo [[stalinismo]] di [[Stalin]] in Unione Sovietica. Esempi attuali sono la [[Corea del Nord]] del [[nepotismo]] di [[Kim Il-sung|Kim Il-Sung]], [[Kim Jong-il]], [[Kim Jong-un]] e la [[Cina]] che usa i [[Laogai]].
* Cesarismo, ovvero la dittatura del «capo» («Uomo della Provvidenza», «Padre del popolo»): è la categoria in cui [[Max Weber]] e [[Antonio Gramsci]] facevano ricadere le dittature del loro tempo. Questi regimi non si basano solo su strumenti di repressione, ma anche sul consenso. Sono incentrati sulla figura di un capo carismatico e su un forte apparato statale. All'ideologia si sostituisce il carisma del capo. Caratteristica di questa dittatura è la mediazione tra interessi contrastanti. Il termine deriva dalla dittatura di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] nell'[[Roma (città antica)|antica Roma]]. In base all'ideologia, si parla di:
**[[Peronismo]] (''cesarismo apolitico'', definizione talora considerata ambigua), in esso il capo vuole rappresentare l'intero popolo, identificandosi in esso e nei suoi valori «migliori» e non un'ideologia che spesso divide; ad esempio, il peronismo classico in Argentina o il regime di [[Saddam Hussein]] in [[Iraq]];
**[[Bonapartismo]] (''cesarismo rivoluzionario''), il capo è il «garante della rivoluzione», colui che protegge il «nuovo ordine», soprattutto per conto della [[classe sociale]] che l'ha portato al potere, sovvertendo il «vecchio ordine», in genere un altro regime autoritario o sultanistico, come una [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]], ma dominato da altri interessi; esempi furono gli Imperi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone I]] e [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] in [[Francia]].
 
== Storia ==
 
=== Età antica ===
 
==== Antica Grecia ====
Il termine tiranno (dal [[Lingua greca antica|greco]] anatolico: ''τύραννος'', letteralmente ''signore''), nell'ambito delle autocrazie instauratesi nelle ''[[polis]]'' greche, è da intendersi come "signore della città", senza alcuna accezione negativa, come scritto nelle [[Storie (Erodoto)|Storie]] di [[Erodoto]] (Storie III, 80-82). I più famosi tiranni greci furono, [[Policrate]] di Samo (540 a.C.-522 a.C.), [[Cipselo]] (VII sec. a.C) e [[Periandro]] (627 a.C-585 a.C.) di Corinto, [[Pisistrato]] (V sec. a.C.), [[Ipparco (tiranno)|Ipparco]] (528 a.C-514 a.C.) e [[Pericle]] (461 a.C-429 a.C.) di Atene, e [[Dionisio I di Siracusa|Dioniso]] di Siracusa (405 a.C-367 a.C.).
 
==== Roma Repubblicana ====
{{Vedi anche|Dittatore (storia romana)}}
[[File:Bust of Gaius Iulius Caesar in Naples.jpg|min|[[Gaio Giulio Cesare]]]]
Durante la [[Repubblica romana]], il dittatore fu un magistrato straordinario eletto dal senato in [[Stato di emergenza|stato d'emergenza]] e posto al comando assoluto di Roma, la cui carica non poteva superare i sei mesi. Nel corso della età antica furono eletti 85 dittatori romani, l'ultimo dei quali fu scelto per gestire la [[Seconda guerra punica]]. Centoventi anni dopo [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] fu eletto dittatore a tempo indeterminato, per arrivare a [[Gaio Giulio Cesare]], 33 anni dopo, formalmente ultimo dittatore romano ed unico ''[[dictator perpetuo]]''.<ref>{{Cita libro|nome=Mark B.|cognome=Michigan Publishing|titolo=Dictator : the evolution of the Roman dictatorship|url=https://www.worldcat.org/oclc/1197561102|accesso=29 ottobre 2022|data=2021|oclc=1197561102|ISBN=978-0-472-13266-9}}</ref>
 
=== Età medievale ===
 
==== Occidente ====
Nel Medioevo vigeva perlopiù la [[monarchia]] [[Feudalesimo|feudale]], o [[Monarchia assoluta|assoluta]] ereditata dall'[[impero romano]], o la forma del [[comune medievale]]. Nel caso dei sovrani, si faceva differenza tra il monarca legittimo, e colui che era ritenuto usurpatore o negligente, definito [[tiranno]], l'equivalente del dittatore moderno, verso cui talvolta la stessa [[Chiesa cattolica]] [[Tirannicidio|giustificava l'omicidio]].<ref>{{citazione|Poiché nessuno è in grado di farsi da sé solo imperatore, è chiaro che è il popolo a innalzare uno sopra tutti così che egli possa governare e reggere l’impero con la giustizia (...) Agli imperatori e ai re che proteggono il regno si devono lealtà e rispetto, ma se essi si volgono all’esercizio della tirannide allora ogni obbedienza e rispetto vengono a mancare. Quando colui che è stato scelto per punire i malvagi diviene egli stesso malvagio e esercita con crudeltà contro i suoi sudditi la tirannide che aveva il compito di allontanare dal regno, è evidente che deve decadere dalla carica concessagli e che il popolo ha il diritto di liberarsi dal suo dominio: è il re divenuto tiranno il primo a rompere il patto. Nessuno può accusare il popolo visto che il re è stato il primo a tradire la fiducia pattuita.|[[Manegoldo di Lautenbach]]}}</ref><ref>[[Tommaso d'Aquino]], Commentary on the Sentences of Peter Lombard, trans. J.G. Dawson (Oxford, 1959), 44, 2 in O'Donovan, p. 329-30.</ref><ref>"I filosofi e teologi sono d'accordo, il principe che afferra lo stato con la forza e con le sue braccia, e senza alcun diritto legale, senza la pubblica approvazione civica, può essere ucciso da chiunque e privato della vita." ([[Juan de Mariana]])</ref><ref>Fülöp-Miller, René (1997). Power and Secret of the Jesuits. Kessinger Publishing. pp. 313–318. ISBN 0-7661-0056-1. Retrieved October 30, 2008.</ref> {{citazione|Inoltre, l'uccisione di un tiranno non è solo un atto lecito, bensì auspicabile e giusto. Chi si impossessa (illegittimamente) della spada, è degno di perire per questa.|[[Giovanni di Salisbury]], ''Policraticus''|Porro tyrannum occidere non modo licitum est sed aequum et iustum. Qui gladium accipit, gladio dignus est interire.|lingua=la}}
[[Dante Alighieri]] pone i tiranni nel [[Cerchi dell'Inferno#Primo girone - Omicidi, predoni e tiranni|settimo cerchio dell'Inferno]].
 
==== Oriente ====
[[Giappone]] e [[Corea]] videro susseguirsi diverse dittature militari durante l'era medievale. Durante le prime fasi della [[guerra Goguryeo-Tang]] nel [[642]], [[Yeon Gaesomun]] organizzò un [[colpo di Stato]] nel Regno di [[Goguryeo]] e si affermò come dittatore militare.<ref name="A new history of Korea">{{Cita libro|nome=Ki-baek|cognome=Yi|titolo=A new history of Korea|url=https://www.worldcat.org/oclc/9283320|accesso=29 ottobre 2022|data=1984|editore=Published for the Harvard-Yenching Institute by Harvard University Press|oclc=9283320|ISBN=0-674-61575-1}}</ref> Un colpo di Stato ebbe luogo in Corea nel [[1170]] e stabilì una dittatura militare sotto la [[Goryeo|Dinastia Goryeo]] per tutto il secolo successivo.<ref name="A new history of Korea" />
 
[[Shōgun|Shogun]] fu il titolo conferito agli autocrati giapponesi, che, ''de iure'', operavano sotto il controllo dell'[[Imperatore del Giappone|Imperatore]], ''de facto'' detenevano potere assoluto.<ref>{{Cita libro|nome=Minoru|cognome=Shinoda|titolo=The founding of the Kamakura shogunate, 1180-1185 : with selected translations from the Azuma kagami|url=https://www.worldcat.org/oclc/609326599|accesso=29 ottobre 2022|data=1960|oclc=609326599|ISBN=978-0-231-89400-5}}</ref>
 
=== Età moderna ===
 
==== Europa ====
Nell'epoca moderna, a [[Ginevra]], il riformatore [[Giovanni Calvino]] organizzò una [[teocrazia]] dittatoriale fondata su un rigido moralismo e un fanatismo che non lasciava scampo a nessuno e i suoi successori non furono da meno.
 
Un esempio di dittatura con forti motivazioni etiche, su basi teologiche e morali, è quella instaurata da [[Oliver Cromwell]] (ispirandosi all'esempio ginevrino) in Gran Bretagna tra il 1645 e il 1658, nata dalla ribellione al sovrano [[Carlo I Stuart|Carlo I]], giustiziato nel 1649 con l'accusa di immoralità, tirannia, tradimento e omicidio.<ref>{{Cita libro|titolo=History|url=http://dx.doi.org/10.1111/(issn)1468-229x|accesso=29 ottobre 2022|editore=Wiley}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Graham D.|cognome=Goodlad|titolo=Oliver Cromwell|url=https://www.worldcat.org/oclc/741613927|accesso=29 ottobre 2022|data=2007|editore=Humanities-Ebooks|lingua=en|citazione=Avrebbe attribuito per sempre l'etichetta, per quanto ingiustificata, di "dittatore militare" a Cromwell.|oclc=741613927|ISBN=978-1-84760-052-3}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Graham D.|cognome=Goodlad|titolo=Oliver Cromwell|url=https://www.worldcat.org/oclc/741613927|accesso=29 ottobre 2022|data=2007|editore=Humanities-Ebooks|oclc=741613927|ISBN=978-1-84760-052-3}}</ref> Robespierre instaurò il [[Regime del Terrore]] in Francia (durante la [[rivoluzione francese]]) tra il settembre del 1793 ed il luglio del 1794, dopo aver deposto e fatto ghigliottinare il monarca assoluto [[Luigi XVI]]<ref name=":12">{{Cita pubblicazione|nome=Minchul|cognome=Kim|data=3 ottobre 2015|titolo=The many Robespierres from 1794 to the present|rivista=History of European Ideas|volume=41|numero=7|pp=992-996|lingua=en|accesso=29 ottobre 2022|doi=10.1080/01916599.2015.1029729|url=http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/01916599.2015.1029729}}</ref><ref name=":13">{{Cita libro|nome=Immanuel|cognome=Ness|titolo=The international encyclopedia of revolution and protest : 1500 to the present|url=https://www.worldcat.org/oclc/226361751|accesso=29 ottobre 2022|data=2009|editore=Wiley-Blackwell|oclc=226361751|ISBN=978-1-4051-8464-9}}</ref>, mentre [[Napoleone]] governò la Francia tra il 1799 e il 1814-15, dal 1804 con il titolo di [[imperatore dei francesi]].
 
=== Età contemporanea ===
[[File:Karl Marx 001.jpg|min|[[Karl Marx]]]]
L'idea di dittatura rivoluzionaria confluì nella visione marxista di [[dittatura del proletariato]], tipica della fase di transizione tra [[capitalismo]] e [[comunismo]], volta a preparare il superamento dello stato.<ref name="Millennium">{{Cita libro|titolo=Enciclopedia Storia Millennium - Panorama|url=https://archive.org/details/tuttostoria00agos|anno=2011|editore=De Agostini|p=[https://archive.org/details/tuttostoria00agos/page/n345 345]|volume=2}}</ref> [[Karl Marx]] infatti riteneva che tutti i regimi politici fossero in fin dei conti delle dittature quindi teorizzò la necessità d'instaurare una dittatura del [[proletariato]] come fase propedeutica per il passaggio dal [[capitalismo]] al [[comunismo]]. Questa idea fu poi alla base dell'affermazione del [[Internazionale Comunista|Comintern]] secondo cui non vi era differenza tra [[fascismo]] e sistemi rappresentativi occidentali.
 
Il comunismo autoritario ha in sé delle forti connotazioni dittatoriali, che trovarono applicazione nel [[bolscevismo]], soprattutto nello [[stalinismo]], poi in tutti gli [[Stato comunista|Stati comunisti]]. È nel [[XX secolo]] che le dittature nelle più svariate parti del mondo, un po' in tutti i continenti ([[Europa]], [[America Latina]], [[Africa]], [[Asia]]), trovano la loro massima espressione con il loro carico di sofferenza, guerre, soprusi, violazione dei [[diritti umani]] fino a [[Crimine di guerra|crimini di guerra]] o [[Crimine contro l'umanità|contro l'umanità]].
 
La dittatura si diffuse come una delle principali forme di governo nel [[XIX secolo]], mentre si iniziava ad affermare l'accezione dispregiativa della dittatura, a dispetto dell'accezione costituzionale.<ref>{{Cita libro|nome=Moisés|cognome=Prieto|titolo=Dictatorship in the nineteenth century : conceptualisations, experiences, transfers|url=https://www.worldcat.org/oclc/1256591502|accesso=29 ottobre 2022|data=2022|oclc=1256591502|ISBN=1-000-43702-7}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Moisés|cognome=Prieto|titolo=Dictatorship in the nineteenth century : conceptualisations, experiences, transfers|url=https://www.worldcat.org/oclc/1256591502|accesso=26 novembre 2022|data=2022|oclc=1256591502|ISBN=1-000-43702-7}}</ref>
 
Furono esempi di dittatura costituzionale la [[Dittatura di Garibaldi|dittatura in Sicilia]] (27 maggio - 4 novembre 1860) sotto [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], nell'ambito della [[spedizione dei Mille]], conclusasi il [[Plebiscito delle province siciliane del 1860|plebiscito]] per l'annessione della [[Regno delle Due Sicilie|Sicilia]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]],<ref>{{Cita libro|autore=Cesare Vetter|titolo=Dictatorship in the Nineteenth Century|anno=2021|editore=Routledge|lingua=en|pp=113-132|capitolo=Garibaldi and the dictatorship: Features and cultural sources}}</ref> la dittatura in Polonia (17 ottobre 1863 - 10 aprile 1864) di [[Romuald Traugutt]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stefan|cognome=Kieniewicz|data=1967|titolo=Polish Society and the Insurrection of 1863|rivista=Past & Present|numero=37|pp=130-148|accesso=26 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/650026}}</ref> e la [[Repubblica di Biak-na-Bato|dittatura nelle Filippine]] sotto il dittatore [[Emilio Aguinaldo]].<ref>{{Cita web|url=https://nhcp.gov.ph/the-first-philippine-republic/|titolo=The First Philippine Republic|titolotradotto=La Prima Repubblica Filippina|data=7 settembre 2012|lingua=en|accesso=26 novembre 2022|dataarchivio=7 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211007035227/https://nhcp.gov.ph/the-first-philippine-republic/|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== America ====
[[File:Juan Manuel De Rosas.jpg|sinistra|min|verticale=1.2|[[Juan Manuel de Rosas|Juan Manuel De Rosas]]]]
Le [[guerre d'indipendenza ispanoamericane]] si svolsero all'inizio del [[XIX secolo]] e si conclusero con la fondazione di vari nuovi governi, molti dei quali caddero sotto il controllo di un ''[[caudillo]]'', titolo che designava un autocrate autoritario. La maggior parte dei ''caudillos'' proveniva da un ambiente militare, ed era spesso vincolata di diritto da una costituzione, ma di fatto il caudillo deteneva potere assoluto.
 
Ad oggi molti ''caudillos'' sono riconosciuti come dittatori sanguinari, mentre altri sono ricordati come eroi nazionali.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Charles E.|cognome=Chapman|data=1932-08|titolo=The Age of the Caudillos: A Chapter in Hispanic American History|rivista=The Hispanic American Historical Review|volume=12|numero=3|p=281|accesso=29 ottobre 2022|doi=10.2307/2506672|url=https://www.jstor.org/stable/2506672?origin=crossref}}</ref> [[Juan Manuel de Rosas]] fu una figura importante nell'unificazione dell'[[Argentina]], governando come dittatore dal 1829 al 1852, In [[Guatemala]], [[Rafael Carrera]] governò come dittatore dal 1839 al 1865. In Venezuela, [[José Antonio Páez]] governò nei decenni successivi alla fondazione del Paese. [[José Gaspar Rodríguez de Francia]] governò il [[Paraguay]] dalla sua fondazione fino al 1840.<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Hugh M.|cognome=Hamill|titolo=Caudillos : dictators in Spanish America|url=https://www.worldcat.org/oclc/24846130|accesso=29 ottobre 2022|data=1992|editore=University of Oklahoma Press|oclc=24846130|ISBN=0-8061-2412-1}}</ref> Il presidente messicano [[Antonio López de Santa Anna]] si affermò come dittatore militare e si attribuì il titolo di ''Sua Altezza Serenissima'' nel [[1853]]. Fu rovesciato ed esiliato nel [[1855]].<ref>{{Cita libro|nome=William H.|cognome=Beezley|titolo=Latin American history|url=https://www.worldcat.org/oclc/1008639250|accesso=29 ottobre 2022|data=2014-|oclc=1008639250|ISBN=978-0-19-936643-9}}</ref>
 
[[Augusto Leguía y Salcedo|Augusto Leguía]] fu dittatore in [[Perù]] dal 1919 al 1930.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roger|cognome=Atwood|data=2001|titolo=Democratic Dictators: Authoritarian Politics in Peru from Leguia to Fujimori|rivista=SAIS Review|volume=21|numero=2|pp=155-176|lingua=en|accesso=9 novembre 2022|doi=10.1353/sais.2001.0030|url=http://muse.jhu.edu/content/crossref/journals/sais_review/v021/21.2atwood.html}}</ref> [[Juan Vicente Gómez]] governò il [[Venezuela]] come dittatore dal 1908 fino alla sua morte nel 1935. [[Rafael Leónidas Trujillo]] divenne dittatore della [[Repubblica Dominicana]] nel 1930 e governò per oltre trent'anni.<ref name=":0" />
 
L'[[Argentina]], a partire dal [[Colpo di Stato in Argentina del 1930|golpe]] del [[1930]] fu caratterizzata da una politica interna molto instabile, che portò ad un susseguirsi di colpi di stato e dittature militari per tutto il [['900]].<ref>{{Cita libro|nome=Deborah L.|cognome=Norden|titolo=Military rebellion in Argentina : between coups and consolidation|url=https://www.worldcat.org/oclc/45843484|accesso=9 novembre 2022|data=1996|editore=University of Nebraska Press|oclc=45843484|ISBN=0-585-32990-7}}</ref>
 
[[Jorge Ubico]] prese il potere in [[Guatemala]] nel 1931 e governò fino al 1944.
 
In [[El Salvador]] nel 1931, fu organizzato un golpe contro il governo di [[Arturo Araujo]], la sanguinosa dittatura terminò con il [[golpe salvadoregno del 1979]] e l'inizio della [[Guerra civile di El Salvador|guerra civile salvadoregna]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=John|cognome=Beverley|data=1982|titolo=El Salvador|rivista=Social Text|numero=5|pp=55-72|accesso=9 novembre 2022|doi=10.2307/466334|url=https://www.jstor.org/stable/466334}}</ref> Il presidente [[Tiburcio Carías Andino]] organizzò un [[autogolpe]] in [[Honduras]] dopo le elezioni del 1932 e rimase in carica come dittatore fino al 1949.<ref>{{Cita libro|nome=Thomas J.|cognome=Dodd|titolo=Tiburcio Carías : portrait of a Honduran political leader|url=https://www.worldcat.org/oclc/57311373|accesso=9 novembre 2022|data=2005|editore=Louisiana State University Press|oclc=57311373|ISBN=0-8071-3037-0}}</ref> Un autogolpe in [[Uruguay]] insediò [[Gabriel Terra]] come dittatore nel 1933.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Philip B.|cognome=Taylor|data=1952|titolo=The Uruguayan Coup D'état of 1933|rivista=The Hispanic American Historical Review|volume=32|numero=3|pp=301-320|accesso=9 novembre 2022|doi=10.2307/2509447|url=https://www.jstor.org/stable/2509447}}</ref> [[Getúlio Vargas]] guidò un colpo di Stato nel 1937 che lo insediò come dittatore in [[Brasile]] in un sistema di ''[[Estado Novo (Brasile)|Estado Novo]]''.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Samuel|cognome=Putnam|data=1941|titolo=Vargas Dictatorship in Brazil|rivista=Science & Society|volume=5|numero=2|pp=97-116|accesso=9 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/40399384}}</ref> In [[Paraguay]], [[Higinio Morínigo Martínez|Higinio Morínigo]] si insediò come dittatore militare nel 1940 e governò fino al 1948.<ref>{{Cita libro|nome=Pablo Alberto|cognome=Baisotti|titolo=Problems and alternatives in the modern Americas|url=https://www.worldcat.org/oclc/1268545712|accesso=9 novembre 2022|data=2022|oclc=1268545712|ISBN=978-1-000-46071-1}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Magdalena|cognome=López|titolo=Dictatorship, Transition and Democracy in Paraguay (1954–2019)|anno=2021|lingua=en}}</ref>
 
==== Europa ====
Le conseguenze della [[prima guerra mondiale]] portarono a crisi sociali, economiche e politiche in gran parte degli Stati europei, offrendo l'opportunità ai movimenti politici estremisti di [[Estrema destra|destra]] o [[Estrema sinistra|sinistra]].<ref>{{Cita|Lee (2016)|p. 5}}.</ref>
 
L'[[Unione Sovietica]] fu fondata da [[Lenin|Vladimir Lenin]] nel [[1917]] e organizzata secondo la [[dittatura del proletariato]],<ref>{{Cita|Lee (2016)|p. 36}}.</ref> mantenendo degli aspetti democratici fino alle elezioni del 1922, quando Lenin sciolse l'[[Assemblea costituente panrussa|Assemblea Costituente]] e l'Unione si costituì come dittatura sotto il controllo del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito Bolscevico]], il cui potere fu saldo fino alla [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|dissoluzione]] grazie a polizie segrete come [[Čeka|ČEKA]] e [[KGB]].<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 48-50}}.</ref> Dopo la morte di Lenin nel 1924, il partito scelse [[Iosif Stalin]] come leader. Nei decenni successivi, Stalin portò avanti un [[Totalitarismo|regime totalitario]] in cui tutte le minacce al suo potere venivano eliminate attraverso le [[Grandi purghe|purghe]].<ref>{{Cita|Lee (2016)|p. 55}}.</ref><ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 59-60}}.</ref>
 
Un governo su stampo sovietico fu istituito per breve tempo in [[Repubblica Sovietica Ungherese|Ungheria]] nel marzo [[1919]], ma cadde nell'agosto dello stesso anno.<ref>{{Cita|Lee (2016)|p. 322}}.</ref>
[[File:Hitler and Mussolini in Munich, Germany, circa June 1940.jpg|min|verticale=1.3|[[Benito Mussolini|Mussolini]] ed [[Adolf Hitler|Hitler]] a [[Monaco di Baviera]], nel giugno [[1940]]]]
[[Benito Mussolini]] fu il primo dittatore di stampo fascista. Nel 1922 organizzò la [[marcia su Roma]], inducendo il re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] a nominarlo [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]].<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 114-115}}.</ref> Il sistema fascista, certe volte incoerente, si basava sul [[totalitarismo]], sulla fedeltà allo stato, sull'[[Colonialismo italiano|espansionismo]], sul [[corporativismo]] e sull'[[anticomunismo]].<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 122-124}}.</ref>
 
[[Adolf Hitler]] fu nominato democraticamente cancelliere della [[Repubblica di Weimar]] nel 1933, la sua ascesa al potere coincise con la profonda crisi economica e sociale del paese. Nei sei mesi successivi Hitler instaurò una dittatura, assumendo la carica di presidente oltre a quella di cancelliere.<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 178-179}}.</ref><ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 186-188}}.</ref>
 
L'Austria fu per breve tempo un periodo sotto la [[diarchia]] di [[Engelbert Dollfuss]] e [[Kurt Alois von Schuschnigg|Kurt Schuschnigg]], prima di essere [[Anschluss|annessa]] alla Germania.<ref>{{Cita|Lee (2016)|p. 318}}.</ref>
 
La Spagna fu soggetta ad un susseguirsi di ''golpes'' durante la prima metà del [['900]]. Fu il primo ad instaurare una dittatura [[Miguel Primo de Rivera]] nel 1923 e dimettendosi nel 1930. Venne instaurata per poco la [[Seconda Repubblica Spagnola]],<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 266-269}}.</ref> rovesciata nove anni dopo dal dittatore [[Francisco Franco]], in seguito alla [[guerra civile spagnola]].<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 297-298}}.</ref>
 
Nel [[1926]], [[Manuel Gomes da Costa]] guidò con successo un colpo di Stato e stabilì la ''[[Ditadura Nacional]]'' in Portogallo. Gli successero [[António Óscar Carmona|Oscar Carmona]] (1926-1951), per primo e [[António de Oliveira Salazar]] (1932-1968), per secondo.<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 305-306}}.</ref>
 
I regimi autoritari guidati da [[Antanas Smetona]] (1926-1940) in [[Repubblica di Lituania (1918-1940)|Lituania]] e da [[Kārlis Ulmanis]] (1934-1940) in [[Lettonia]] furono considerati più miti rispetto alle altre dittature.<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 333-334}}.</ref>
 
In [[Regno di Bulgaria|Bulgaria]] [[Aleksandăr Cankov]] (1923-1926) prese il potere nel 1923, dimettendosi solo nel '26. Dopo la [[Grande depressione]] gli equilibri sociopolitici si sbilanciarono fino a far salire al potere [[Kimon Georgiev]].<ref>{{Cita|Lee (2016)|pp. 341-342}}.</ref> In Albania [[Zog I di Albania|Ahmed Zog]] rovesciò il governo nel 1924 ed occupò la carica assoluta dell'entità statali albanesi che si susseguirono dal '25 al '39.<ref>{{Cita|Lee (2016)|p. 338}}.</ref> [[Ioannis Metaxas]] divenne dittatore della [[Regno di Grecia|Grecia]] dal 1936 fino alla sua morte nel 1941.<ref>{{Cita|Lee (2016)|p. 352}}.</ref>
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], [[Germania nazista|Germania]] ed [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] occuparono diversi Paesi europei e vi istituirono [[Stato fantoccio|governi fantoccio]] fascisti, caduti in seguito alla vittoria alleata.
 
=== Secondo dopoguerra ===
 
==== Africa ====
[[File:Teodoro Obiang Nguema Mbasogo with Obamas 2014.jpg|min|verticale=1.6|L'ex-[[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente]] [[Barack Obama]] e la ''[[First lady degli Stati Uniti d'America|first lady]]'' [[Michelle Obama]] con il dittatore della [[Guinea Equatoriale]] [[Teodoro Obiang Nguema Mbasogo|Teodoro Mbasogo]] e la moglie alla [[Casa Bianca]], nell'agosto 2014.]]
Nel secondo dopoguerra, a seguito della [[decolonizzazione]] l'[[Africa]], come d'altronde l'Asia, vissero un periodo di instabilità istituzionale, che in gran parte dei paesi si protrae ancora oggi, agevolando la salita al potere di dittature o causando lo scoppio di molte guerre civili. Spesso l'ascesa al potere dell'autocrate fu favorita dall'inefficacia degli ordinamenti lasciati o raccomandati dai modelli democratici delle potenze coloniali, che non trovarono terreno fertile in paesi dove non era radicata una classe borghese, dove vi era un'autocrazia preesistente, o dove strutture di decentramento del potere entrarono in contrasto con popoli e tribù spesso molto vari, e alla necessità di realizzare l'unità nazionale e di centralizzare il potere.<ref name=":10">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/dittatura_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)|titolo=Dittatura in "Enciclopedia delle scienze sociali"|lingua=it|accesso=11 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kostadis J.|cognome=Papaioannou|nome2=Jan Luiten Van|cognome2=Zanden|data=2015-03|titolo=The dictator effect: how long years in office affect economic development|rivista=Journal of Institutional Economics|volume=11|numero=1|pp=111-139|lingua=en|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1017/S1744137414000356|url=https://www.cambridge.org/core/journals/journal-of-institutional-economics/article/abs/dictator-effect-how-long-years-in-office-affect-economic-development/8CD2D9DB399B528C23D55D2C9B46C8B5}}</ref> Per l'appunto per la maggior parte dei movimenti di liberazione che sono entrati in conflitto con le superpotenze coloniali, fu comune la centralizzazione del potere nelle mani di singoli individui, inconciliabile con le strutture statali decentralizzate o federali.<ref name=":10" />
 
In Algeria prese il potere [[Houari Boumédiène]], dittatore dal 1965 al 1978.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A.|cognome=Testas|data=1º dicembre 2002|titolo=Political Repression, Democratization and Civil Conflict in Post-Independence Algeria|rivista=Democratization|volume=9|numero=4|pp=106-121|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1080/714000287|url=https://doi.org/10.1080/714000287}}</ref> [[Mobutu Sese Seko]] (1965-1997) organizzò un golpe nell'allora [[Repubblica Democratica del Congo]] per insediarsi dittatore e ribattezzando il paese [[Zaire]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Michael G|cognome=Schatzberg|data=1997|titolo=Beyond Mobutu: Kabila and the Congo|rivista=Journal of Democracy|volume=8|numero=4|pp=70-84|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1353/jod.1997.0065|url=https://muse.jhu.edu/pub/1/article/16852}}</ref> [[Teodoro Obiang Nguema Mbasogo]] governa tuttora la [[Guinea Equatoriale]] assolutisticamente dopo il golpe avvenuto ai danni dello zio nel 1979.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ana Lucia Sa|autore2=Edalina Rodrigues Sanches|titolo=The politics of autocratic survival in Equatorial Guinea: Co-optation, restrictive institutional rules, repression, and international projection|lingua=en|url=https://academic.oup.com/afraf/article-abstract/120/478/78/6118572?redirectedFrom=fulltext&login=false}}</ref> Nel 1973, il re [[Sobhuza II dello Swaziland]] soppresse la costituzione autoproclamandosi monarca assoluto, governando fino alla sua morte nel 1982.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=CHRIS|cognome=MAROLENG|data=1º gennaio 2003|titolo=Swaziland|rivista=African Security Review|volume=12|numero=3|pp=45-48|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1080/10246029.2003.9627233|url=https://doi.org/10.1080/10246029.2003.9627233}}</ref> [[Samuel Kanyon Doe|Samuel Doe]] stabilì una dittatura militare in Liberia negli a cavallo tra il 1986 ed il 1990.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Yekutiel|cognome=Gershoni|data=1997-12|titolo=War Without End and An End to A War: The Prolonged Wars in Liberia and Sierra Leone*|rivista=African Studies Review|volume=40|numero=3|pp=55-76|lingua=en|accesso=10 novembre 2022|doi=10.2307/524966|url=https://www.cambridge.org/core/journals/african-studies-review/article/abs/war-without-end-and-an-end-to-a-war-the-prolonged-wars-in-liberia-and-sierra-leone/81265BA4275163818E309F70A78715E8}}</ref> La [[Libia]] fu governata dalla dittatura di [[Muʿammar Gheddafi]] dopo un colpo di Stato militare nel 1969, fino alla sua morte nel 2011.<ref>{{Cita libro|nome=Nadine|cognome=Schnelzer|titolo=Libya in the Arab Spring : the constitutional discourse since the fall of Gaddafi|url=https://www.worldcat.org/oclc/928883643|accesso=10 novembre 2022|data=2016|oclc=928883643|ISBN=978-3-658-11382-7}}</ref> [[Moussa Traoré]] governò come dittatore il [[Mali]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=PJ|cognome=Imperato|titolo=Mali: Downfall of a Dictator|rivista=Africa Report}}</ref> [[Habib Bourguiba]] governò come dittatore [[Tunisia|tunisino]] (1957-1987) fino a quando fu deposto da un colpo di Stato guidato da [[Zine El-Abidine Ben Ali|Zine El Abidine Ben Ali]] nel 1987, che a sua volta gestì il paese fino alla [[Rivoluzione dei Gelsomini]] nel 2011.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Francesco|cognome=Cavatorta|nome2=Rikke Hostrup|cognome2=Haugbølle|data=1º luglio 2012|titolo=The End of Authoritarian Rule and the Mythology of Tunisia under Ben Ali|rivista=Mediterranean Politics|volume=17|numero=2|pp=179-195|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1080/13629395.2012.694043|url=https://doi.org/10.1080/13629395.2012.694043}}</ref> [[Robert Mugabe]] ha governato da dittatore lo [[Zimbabwe]] dal 1987 al 2017.<ref>{{Cita libro|nome=Roberta|cognome=Wiener|titolo=Robert Mugabe's Zimbabwe|url=https://www.worldcat.org/oclc/77333839|accesso=10 novembre 2022|data=2008|editore=Twenty-First Century Books|oclc=77333839|ISBN=978-0-8225-7283-1}}</ref> Altri dittatori africani furono [[François Tombalbaye]] (1960-1975) in [[Ciad]],<ref>{{Cita libro|nome=Sam C.|cognome=Nolutshungu|titolo=Limits of anarchy : intervention and state formation in Chad|url=https://www.worldcat.org/oclc/32468775|accesso=10 novembre 2022|data=1996|editore=University Press of Virginia|oclc=32468775|ISBN=0-8139-1628-3}}</ref> [[Omar Bongo]] (1967-2009) in [[Gabon]],<ref>{{Cita libro|nome=Daniel|cognome=Mengara|titolo=The Making of a Monarchical Republic: The Undoing of Presidential Term Limits in Gabon Under Omar Bongo|url=https://doi.org/10.1007/978-3-030-40810-7_3|accesso=10 novembre 2022|data=2020|editore=Springer International Publishing|lingua=en|pp=65-104|ISBN=978-3-030-40810-7|doi=10.1007/978-3-030-40810-7_3}}</ref> [[Ahmed Sékou Touré]] (1958-1984) in [[Guinea]],<ref name=":2">{{Cita libro|nome=Baba Galleh|cognome=Jallow|titolo=Leadership in postcolonial Africa : trends transformed by independence|url=https://www.worldcat.org/oclc/904289053|accesso=10 novembre 2022|edizione=First edition|data=2014|oclc=904289053|ISBN=978-1-137-47812-2}}</ref> [[Hastings Banda]] (1966-1994) in [[Malawi]],<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|nome=Clive|cognome=Gabay|data=2 novembre 2017|titolo=The Radical and Reactionary Politics of Malawi’s Hastings Banda: Roots, Fruit and Legacy|rivista=Journal of Southern African Studies|volume=43|numero=6|pp=1119-1135|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1080/03057070.2017.1365525|url=https://doi.org/10.1080/03057070.2017.1365525}}</ref> [[Ali Saibou]] (1987-1993) in [[Niger]],<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|nome=Sophia|cognome=Moestrup|data=1º giugno 1999|titolo=The role of actors and institutions: The difficulties of democratic survival in Mali and Niger|rivista=Democratization|volume=6|numero=2|pp=171-186|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1080/13510349908403616|url=https://doi.org/10.1080/13510349908403616}}</ref> [[Juvénal Habyarimana]] (1973-1994) in [[Ruanda]],<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|nome=Philip|cognome=Verwimp|data=1º giugno 2003|titolo=The political economy of coffee, dictatorship, and genocide|rivista=European Journal of Political Economy|volume=19|numero=2|pp=161-181|lingua=en|accesso=10 novembre 2022|doi=10.1016/S0176-2680(02)00166-0|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0176268002001660}}</ref> [[Léopold Sédar Senghor]] (1960-1980) in [[Senegal]],<ref name=":6">{{Cita libro|nome=Brian|cognome=Hunter|cognome2=Palgrave Connect|titolo=The statesman's year-book : statistical and historical annual of the states of the world for the year 1992-1993|url=https://www.worldcat.org/oclc/609404729|accesso=10 novembre 2022|edizione=129th ed|data=1992|editore=Macmillan|oclc=609404729|ISBN=978-0-230-27121-0}}</ref> [[Julius Nyerere]] (1964-1985) in [[Tanzania]],<ref name=":7">{{Cita libro|nome=William Edgett|cognome=Smith|titolo=Nyerere of Tanzania.|url=https://www.worldcat.org/oclc/663152|accesso=10 novembre 2022|data=1973|editore=Gollancz|oclc=663152|ISBN=0-575-01510-1}}</ref> [[Gnassingbé Eyadéma]] (1967-2005) in [[Togo]],<ref>{{Cita libro|nome=Alexander|cognome=Baturo|nome2=Robert|cognome2=Elgie|titolo=The politics of presidential term limits|url=https://www.worldcat.org/oclc/1104726951|accesso=10 novembre 2022|edizione=First edition|data=2019|oclc=1104726951|ISBN=978-0-19-257434-3}}</ref> [[Kenneth Kaunda]] (1964-1991) in [[Zambia]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ali A.|cognome=Mazrui|data=1990|titolo=On Poet-Presidents and Philosopher-Kings|rivista=Research in African Literatures|volume=21|numero=2|pp=13-19|accesso=14 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/3819276}}</ref> [[Mathieu Kérékou]] (1996-2006) in [[Benin]],<ref>{{Cita libro|nome=Kevin|cognome=Shillington|titolo=Encyclopedia of African history|url=https://www.worldcat.org/oclc/56033052|accesso=10 novembre 2022|data=2005|editore=Fitzroy Dearborn|oclc=56033052|ISBN=1-57958-245-1}}</ref> [[Mohammed Siad Barre|Siad Barre]] (1969-1991) in [[Somalia]].<ref name=":8">{{Cita news|titolo=Somalia's overthrown dictator, Mohammed Siad Barre, is dead|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=3 gennaio 1995}}</ref>
 
In [[Angola]] scoppiò, poco dopo l'indipendenza, una [[Guerra civile in Angola|guerra civile]] (1975-2002), portando il paese sotto il sistema monopartitico gestito dal [[Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola|MPLA]].<ref name=":1">{{Cita libro|nome=Zaki|cognome=Ergas|titolo=The African state in transition|url=https://www.worldcat.org/oclc/19846547|accesso=10 novembre 2022|data=1987|editore=Macmillan|oclc=19846547|ISBN=0-333-41566-3}}</ref> Su stampo del sistema monopartitico comunista si instaurarono le dittature a [[Capo Verde]] sotto il [[Partito Africano dell'Indipendenza di Capo Verde|PAICV]],<ref name=":1" /> in [[Repubblica del Congo|Congo]] sotto il [[Partito Congolese del Lavoro]],<ref name=":1" /> in [[Etiopia]] sotto il [[Partito dei Lavoratori d'Etiopia|Partito dei lavoratori d'Etiopia]],<ref name=":1" /> in [[Madagascar]] sotto l'[[Associazione per la Rinascita del Madagascar|AREMA]],<ref name=":1" /> in [[Mozambico]] sotto [[Fronte di Liberazione del Mozambico|FRELIMO]].<ref name=":1" /><ref group="Esplicazione">Dei paesi del continente africano, in particolare, [[Benin]], [[Burkina Faso]], [[Burundi]], [[Repubblica Centrafricana]], [[Comore]], [[Repubblica Democratica del Congo]], [[Etiopia]], [[Ghana]], [[Mauritania]], [[Niger]], [[Nigeria]], [[Sierra Leone]], [[Sudan]] e [[Uganda]] conservano il triste primato di aver subito almeno tre colpi di stato militari di successo tra 1959 e 2001.</ref>
 
==== Asia ====
[[Mao Zedong]] proclamò la [[Cina|Repubblica Popolare Cinese]] ''de facto'' come stato [[Comunismo|comunista]]-[[Maoismo|maoista]] monopartitico alla fine della [[guerra civile cinese]] nel 1949.<ref name=":2" /> [[Chiang Kai-shek]] governò come dittatore dello [[Rump state|stato superstite]] [[taiwan]]ese fino alla sua morte nel 1975.<ref name=":3" /> La [[Corea del Nord]] e la [[Corea del Sud]] furono fondate entrambe dopo la [[seconda guerra mondiale]] come dittature. La Corea del Nord fu fondata come stato comunista monopartitico sotto l'influenza sovietica e [[Kim Il-sung]] guidò il paese fino al 1994, quando il potere passò nelle mani del figlio [[Kim Jong-il]], che a sua volta diresse il paese fino al 2011, anno in cui salì al potere l'attuale dittatore [[Kim Jong-un]], figlio di Kim Jong-il e nipote di Kim Il-sung.<ref name=":4" /><ref name=":7" /> La Corea del Sud fu sotto la dittatura di [[Syngman Rhee]] dal 1948 al 1960, anno in cui fu deposto dopo la [[Rivoluzione d'aprile sudcoreana|Rivoluzione d'aprile]].<ref name=":5" /> [[Chun Doo-hwan]] divenne dittatore dal 1980 al 1988, anno in cui fu deposto.<ref name=":6" />
 
Nell'[[Asia meridionale]], [[Ayyub Khan|Ayub Khan]] si affermò come dittatore del [[Pakistan]] a seguito del colpo di Stato del 1958,<ref name=":9" /> pochi anni dopo, nel 1977, fu [[Muhammad Zia-ul-Haq]] ad affermarsi dittatore a seguito di un colpo di Stato. [[Hossain Mohammad Ershad]] prese il potere in [[Bangladesh]] con un colpo di Stato militare del 1982 e governò fino al 1991,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Talukder|cognome=Maniruzzaman|data=1992|titolo=The Fall of the Military Dictator: 1991 Elections and the Prospect of Civilian Rule in Bangladesh|rivista=Pacific Affairs|volume=65|numero=2|pp=203-224|accesso=10 novembre 2022|doi=10.2307/2760169|url=https://www.jstor.org/stable/2760169}}</ref> mentre il [[Nepal]] fu una [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]] fino al 1990, anno in cui infuriò la [[Jana Andolan 1990|rivoluzione nepalese]], istituendo una [[monarchia costituzionale]].<ref name=":8" /> In Afghanistan si insediò la dittatura monopartitica di [[Mohammed Daud Khan]] dopo il colpo di Stato del 1973,<ref>{{Cita libro|nome=Yar Shater, Ehsan,|cognome=1920-2018.|titolo=Encyclopaedia iranica.|url=http://worldcat.org/oclc/1310225102|accesso=11 novembre 2022|editore=Koninklijke Brill NV|oclc=1310225102|ISBN=978-90-04-47290-7}}</ref> fino a quando fu rovesciata per la [[Rivoluzione di Saur]] nel 1978, anno in cui [[Hafizullah Amin]] si insediò come dittatore fino alla sua morte.<ref>{{Cita libro|nome=Rodric|cognome=Braithwaite|titolo=Afgantsy : the Russians in Afghanistan, 1979-89|url=https://www.worldcat.org/oclc/857846872|accesso=11 novembre 2022|data=2013|oclc=857846872|ISBN=0-19-932248-1}}</ref> Durante il breve periodo dello [[stato d'emergenza in India]] (1975-77), la premier [[Indira Gandhi]] accentrò tutti i poteri reprimendo le opposizioni, governando di fatto come dittatrice.<ref>{{Cita web|url=https://indianexpress.com/article/explained/recalling-the-emergency-1975-77-the-emergency-at-work/|titolo=Recalling the Emergency years|sito=The Indian Express|data=29 giugno 2015|lingua=en|accesso=30 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.thehansindia.com/hans/opinion/news-analysis/why-did-indira-gandhi-impose-emergency-in-1975-630015|titolo=Why Did Indira Gandhi Impose Emergency In 1975?|autore=S. Narayan|data=25 giugno 2020|lingua=en|accesso=30 novembre 2022}}</ref>
 
Il [[Sud-est asiatico]] fu fortemente influenzato dalla Cina maoista e dall'Unione Sovietica, che riuscirono a sostenere l'instaurazione di dittature comuniste in Vietnam, Laos e Cambogia. Dopo la [[Guerra del Vietnam|guerra civile]] il [[Vietnam del Sud]] (gestito da [[Ngô Đình Diệm|Ngo Dinh Diem]] fino al colpo di Stato del 1963)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Geoffrey|cognome=Warner|data=1º dicembre 1974|titolo=The united states and the fall of diem. I. The coup that never was|rivista=Australian Outlook|volume=28|numero=3|pp=245-258|accesso=11 novembre 2022|doi=10.1080/10357717408444509|url=https://doi.org/10.1080/10357717408444509}}</ref> ed il [[Vietnam del Nord]] (gestito da [[Ho Chi Minh]]), già entrambe sotto una dittatura, furono unificati sotto la guida del dittatore [[Ho Chi Minh]]. Su stampo comunista si instaurarono dittature anche in [[Laos]], sotto [[Souphanouvong]], in [[Kampuchea Democratica|Cambogia]], sotto [[Pol Pot]]<ref>{{Cita web|url=https://gsp.yale.edu/case-studies/cambodian-genocide-program/cambodian-genocide-databases-cgdb/introduction-cambodian|titolo=Introduction to the Cambodian Genocide Databases {{!}} Genocide Studies Program|sito=gsp.yale.edu|accesso=11 novembre 2022}}</ref> ed in [[Repubblica Socialista dell'Unione della Birmania|Birmania]], sotto [[Ne Win]], fino al suo rovesciamento nel 1988 per poi essere seguito da [[Than Shwe]], il quale governò il paese dal 1992 al 2011.<ref>{{Cita libro|nome=Maitrii|cognome=Aung-Thwin|titolo=A history of Myanmar since ancient times : traditions and transformations|url=https://www.worldcat.org/oclc/829059437|accesso=11 novembre 2022|data=2012|editore=Reaktion Books|oclc=829059437|ISBN=978-1-86189-939-2}}</ref> [[Suharto]] divenne dittatore in [[Indonesia]], salendo al potere nel 1967 fino alle sue dimissioni nel 1998 a causa delle violente rivolte.<ref name="The Oxford handbook of the Cold War">{{Cita libro|nome=Richard H.|cognome=Immerman|nome2=Petra|cognome2=Goedde|titolo=The Oxford handbook of the Cold War|url=https://www.worldcat.org/oclc/842414416|accesso=11 novembre 2022|edizione=First edition|data=2013|oclc=842414416|ISBN=978-0-19-923696-1}}</ref> [[Ferdinand Marcos]] gestì le Filippine come dittatore fino alla [[Rivoluzione del Rosario]] nel 1986.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Bobby|cognome=Benedicto|data=2021-8|titolo=The place of the dead, the time of dictatorship: Nostalgia, sovereignty, and the corpse of Ferdinand Marcos|rivista=Environment and Planning. D, Society & Space|volume=39|numero=4|pp=722-739|accesso=11 novembre 2022|doi=10.1177/02637758211013038|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8369899/}}</ref>
 
Il Medio Oriente fu decolonizzato durante la [[guerra fredda]] e al governo delle neo-nazioni si insediarono una serie di movimenti nazionalisti. Nel 1953 un colpo di Stato boicottato dai governi [[Governo federale degli Stati Uniti d'America|statunitense]] e [[Governo del Regno Unito|britannico]] instaurò di nuovo [[Mohammad Reza Pahlavi]] come monarca assoluto della [[Dinastia Pahlavi|Persia]], che a sua volta fu rovesciato a seguito della [[Rivoluzione iraniana]] del 1979 che stabilì [[Ruhollah Khomeyni|Ruhollah Khomeini]] come leader supremo dell'Iran sotto un governo [[Iran|islamista]].<ref name="The Oxford handbook of the Cold War" /> Diversi Paesi del [[Medio Oriente]] furono soggetto a colpi di stato a cavallo tra gli [[anni '50]] e [[anni '60|'60]], inclusi [[Iraq]], [[Siria]], [[Repubblica Araba dello Yemen|Yemen del Nord]] e [[Repubblica Democratica Popolare dello Yemen|Yemen del Sud]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Eliezer|cognome=Be'eri|data=1º gennaio 1982|titolo=The waning of the military coup in Arab politics|rivista=Middle Eastern Studies|volume=18|numero=1|pp=69-128|accesso=11 novembre 2022|doi=10.1080/00263208208700496|url=https://doi.org/10.1080/00263208208700496}}</ref>
 
==== America ====
[[File:Fidel Castro - MATS Terminal Washington 1959.jpg|min|verticale=1.2|[[Fidel Castro]] nel 1959]]
Le dittature militari furono un triste aspetto caratterizzante dell'[[America latina]] nel corso della [[guerra fredda]]. Tra il 1967 e il 1991, la [[Bolivia]] ha subiti almeno otto colpi di stato, [[Haiti]] ed [[Honduras]] almeno tre, mentre [[Argentina]], [[Cile]], [[Ecuador]], [[El Salvador]], [[Guatemala]], [[Panama]], [[Paraguay]], [[Perù]] e [[Uruguay]] ne hanno subito almeno uno.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Robert H.|cognome=Dix|data=1994-04|titolo=Military Coups and Military Rule in Latin America|rivista=Armed Forces & Society|volume=20|numero=3|pp=439-456|lingua=en|accesso=11 novembre 2022|doi=10.1177/0095327X9402000307|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0095327X9402000307}}</ref>
 
A [[Cuba]], [[Fulgencio Batista]] organizzò un colpo di Stato militare nel 1952 e governò come dittatore fino al 1959, anno in cui la [[Rivoluzione cubana]] rovesciò il suo governo ed insediò [[Fidel Castro]] come dittatore filo-marxista, il quale si ritirò solo nel 2008.<ref>{{Cita web|url=https://heinonline.org/HOL/Page?handle=hein.journals/wrldaf149&id=183&div=&collection=|titolo=Redirecting...|sito=heinonline.org|accesso=11 novembre 2022}}</ref> [[François Duvalier]] consolidò il suo potere come dittatore di [[Haiti]] dal 1957 al 1971, passando il potere al figlio [[Jean-Claude Duvalier]], dittatore fino al 1986.
 
In America centrale, [[Carlos Castillo Armas]] prese il potere in Guatemala con un colpo di Stato del 1954 e mantenne il potere fino al suo assassinio nel 1957, che a sua volta portò all'instaurarsi di una serie di dittature durante la [[Guerra civile in Guatemala|guerra civile guatemalteca]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=LAURA|cognome=MOYE|data=1998|titolo=The United States Intervention in Guatemala|rivista=International Social Science Review|volume=73|numero=1/2|pp=44-52|accesso=17 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/23883544}}</ref> [[Omar Torrijos (politico)|Omar Torrijos]] rimase dittatore [[Panama|panamense]] dopo il colpo di Stato militare del 1968 fino alla sua morte nel 1981. A Panama fu un susseguirsi di dittature fino a quando [[Manuel Noriega]] prese il potere nel 1983, ma fu deposto dall'[[Invasione statunitense di Panama]] nel 1989.<ref>{{Cita libro|autore=Caroline Harvey|autore2=James Summers|autore3=Nigel D. White|titolo=Contemporary Challenges to the Laws of War|anno=2014|editore=Cambridge University Press|lingua=en|p=325|ISBN=9781316148099}}</ref> La famiglia [[Somoza (famiglia)|Somoza]] governò il Nicaragua fino a quando non fu rovesciata durante la [[rivoluzione sandinista]] nel 1979.<ref>{{Cita libro|nome=Jack A.|cognome=Goldstone|nome2=Ted Robert|cognome2=Gurr|nome3=Farrokh|cognome3=Moshiri|titolo=Revolutions of the late twentieth century|url=https://www.worldcat.org/oclc/1105153605|accesso=17 novembre 2022|data=2019|oclc=1105153605|ISBN=978-1-000-23819-8}}</ref>
 
In [[America meridionale|Sud America]] la storiografia delle dittature del secondo dopoguerra è piuttosto complessa: [[Marcos Pérez Jiménez]] stabilì una dittatura in [[Venezuela]] a seguito di un colpo di Stato nel 1948 e governò il Paese fino al 1958,<ref>{{Cita libro|nome=H. Micheal|cognome=Tarver|nome2=Hollis Micheal Tarver|cognome2=Denova|nome3=Julia C.|cognome3=Frederick|titolo=The History of Venezuela|url=https://books.google.com/books?id=krJxx5adqHoC&pg=PA97|accesso=17 novembre 2022|data=2005|editore=Greenwood Publishing Group|lingua=en|ISBN=978-0-313-33525-9}}</ref> [[Gustavo Rojas Pinilla]] governò la [[Colombia]] dal [[1953]] al [[1957]],<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Olga|cognome=Scarpetta|data=1991|titolo=Political Traditions and the Limits of Democracy in Colombia|rivista=International Journal of Politics, Culture, and Society|volume=5|numero=2|pp=143-166|accesso=17 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/20007037}}</ref> dopo aver estromesso dal potere il dittatore [[Laureano Gómez Castro]], [[Hugo Banzer Suárez|Hugo Banzer]] fu dittatore militare in [[Bolivia]] dal 1971 al 1978, per poi essere eletto democraticamente vent'anni dopo,<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=LADB Staff|data=19 marzo 1999|titolo=Operation Condor Haunts Bolivian President Hugo Banzer|rivista=NotiSur|accesso=17 novembre 2022|url=https://digitalrepository.unm.edu/notisur/12618}}</ref> nel 1972, [[Guillermo Rodríguez Lara]] instaurò un governo dittatoriale in [[Ecuador]], gestendo il paese dal 1972 al 1975,<ref>{{Cita pubblicazione|nome=David|cognome=Corkill|data=1977|titolo=THE POLITICS OF MILITARY GOVERNMENT IN ECUADOR : THE RODRIQUEZ - LARA REGIME, 1972–1976|rivista=Bulletin of the Society for Latin American Studies|numero=26|pp=44-62|accesso=17 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/44746374}}</ref> un colpo di Stato militare del 1968 instaurò una dittatura militare in Perù fino al 1980, nel 1992, sempre in Perù, [[Alberto Fujimori]] ordinò un ''autogolpe,'' che portò ad una guerra civile che lo mise a capo del paese.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Eduardo|cognome=Ferrero Costa|data=1993|titolo=Peru's Presidential Coup|rivista=Journal of Democracy|volume=4|numero=1|pp=28-40|accesso=17 novembre 2022|doi=10.1353/jod.1993.0010|url=https://muse.jhu.edu/pub/1/article/225483}}</ref>
[[File:¡¡Fuera Pinochet!!.jpg|sinistra|min|verticale=1.4|Volantini anti-dittatoriali del periodo del [[Cile di Pinochet]] (1973-1988), in [[Lingua italiana|italiano]] ''Basta con i crimini! Via Pinochet!'']]
Dal 1968 al 1989 l'America meridionale fu segnata dall'instaurazione di una serie di dittature di [[Destra (politica)|destra]] sostenute dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref>{{Cita libro|nome=Marcia|cognome=Esparza|nome2=Henry R.|cognome2=Huttenbach|nome3=Daniel|cognome3=Feierstein|titolo=State violence and genocide in Latin America : the Cold War years|url=https://www.worldcat.org/oclc/311036621|accesso=17 novembre 2022|data=2010|editore=Routledge|oclc=311036621|ISBN=978-0-415-49637-7}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Greg|cognome=Grandin|titolo=The last colonial massacre : Latin America in the Cold War|url=https://www.worldcat.org/oclc/685120635|accesso=17 novembre 2022|edizione=Updated ed|data=2011|editore=University of Chicago Press|oclc=685120635|ISBN=978-0-226-30690-2}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Walter L.|cognome=Hixson|titolo=The myth of American diplomacy : national identity and U.S. foreign policy|url=https://www.worldcat.org/oclc/165081776|accesso=17 novembre 2022|data=2008|editore=Yale University Press|oclc=165081776|ISBN=978-0-300-11912-1}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/3588339.stm|titolo=Brazil remembers 1964 coup d'etat|data=1º aprile 2004|accesso=17 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.dominionpaper.ca/international_news/2004/04/06/us_role_in.html|titolo=US Role in 1964 Brazilian Military Coup Revealed: National Security Archive {{!}} The Dominion|accesso=17 novembre 2022|dataarchivio=22 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130722112052/http://www.dominionpaper.ca/international_news/2004/04/06/us_role_in.html|urlmorto=sì}}</ref> per mezzo dell'[[operazione Condor]]:<ref>{{Cita web|url=https://www.nbcnews.com/news/latino/new-movie-explores-global-complicity-argentinas-dirty-war-rcna1964|titolo=New movie explores global complicity in Argentina's 'dirty war'|sito=NBC News|lingua=en|accesso=17 novembre 2022}}</ref> [[Argentina]], [[Bolivia]], [[Brasile]], [[Cile]], [[Paraguay]], [[Uruguay]], dunque, furono oggetti di colpi di Stato e conseguenti dittature militari che ne caratterizzarono la storia della [[guerra fredda]]. Nel 1954 le forze armate brasiliane destituirono il presidente [[João Goulart]] e stabilirono una dittatura sotto una giunta militare, durata dal 1964 al 1985.<ref>{{Cita web|url=https://jacobin.com/2021/09/paulo-freires-ideas-are-just-as-powerful-today-as-ever|titolo=Paulo Freire’s Ideas Are Just as Powerful Today as Ever|sito=jacobin.com|lingua=en|accesso=17 novembre 2022}}</ref> Il generale [[Alfredo Stroessner]] prese il controllo del Paraguay nel 1954, stabilendo una dittatura durata fino al 1989.<ref>{{Cita libro|nome=Peter|cognome=Lambert|nome2=Andrew|cognome2=Nickson|titolo=The Transition to Democracy in Paraguay|url=https://www.worldcat.org/oclc/1004383464|accesso=17 novembre 2022|data=1997|oclc=1004383464|ISBN=978-1-349-25767-6}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.theguardian.com/news/2020/sep/03/operation-condor-the-illegal-state-network-that-terrorised-south-america|titolo=Operation Condor: the cold war conspiracy that terrorised South America|sito=the Guardian|data=3 settembre 2020|lingua=en|accesso=17 novembre 2022}}</ref> Prese il potere una giunta militare in Uruguay il 27 giugno 1973, instaurando una dittatura durata fino al 1985.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Raul O.|cognome=Garces|url=https://www.washingtonpost.com/local/obituaries/former-uruguayan-dictator-juan-maria-bordaberry-dies/2011/07/17/gIQAX54RKI_story.html|titolo=Former Uruguayan dictator Juan Maria Bordaberry dies|pubblicazione=Washington Post|data=18 luglio 2011|accesso=17 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.aljazeera.com/opinions/2013/6/27/a-silent-anniversary-in-uruguay|titolo=A silent anniversary in Uruguay?|autore=Francesca Lessa,Pierre-Louis Le Goff|lingua=en|accesso=17 novembre 2022}}</ref> Il comandante delle [[Fuerzas Armadas de la República de Chile|forze armate cilene]], il generale [[Augusto Pinochet]], bombardò il [[Palacio de La Moneda|palazzo presidenziale del Cile]] l'XI settembre 1973, assassinando il presidente democraticamente eletto [[Salvador Allende]], stabilendo una dittatura durata fino al 1990.<ref>{{Cita web|url=https://www.history.com/this-day-in-history/allende-dies-in-coup|titolo=Chilean president Salvador Allende dies in coup|autore=History com Editors|sito=HISTORY|lingua=en|accesso=17 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.theguardian.com/world/2013/sep/07/chile-coup-pinochet-allende|titolo=Chilean coup: 40 years ago I watched Pinochet crush a democratic dream|sito=the Guardian|data=7 settembre 2013|lingua=en|accesso=17 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Marcus|cognome=Klein|data=2003|titolo=The Human Rights Violations of the Pinochet Regime and Their Legacy|rivista=Revista Europea de Estudios Latinoamericanos y del Caribe / European Review of Latin American and Caribbean Studies|curatore=Mark Ensalaco, Darren G. Hawkins, Brian Loveman, Elizabeth Lira|numero=74|pp=107-114|accesso=17 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/25676023}}</ref> Il generale [[Francisco Morales Bermúdez]] gestì il Perù dal 1975 al 1980.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/02/10/desaparecidos-confermato-lergastolo-allex-dittatore-peru_f0b5694a-6165-42d3-8353-ff496f45abf9.html|titolo=Desaparecidos, confermato l'ergastolo a ex dittatore Perù - Politica|sito=Agenzia ANSA|data=10 febbraio 2022|lingua=it|accesso=17 novembre 2022}}</ref> Una giunta militare guidata dal generale [[Jorge Rafael Videla]] prese il potere in Argentina il 24 marzo 1976, governando fino al 1981.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Adam|cognome=Bernstein|url=https://www.washingtonpost.com/world/the_americas/jorge-rafael-videla-argentine-junta-leader-dies-at-87/2013/05/17/f22ae8d0-2f5c-11e2-a30e-5ca76eeec857_story.html|titolo=Jorge Rafael Videla, Argentine junta leader, dies at 87|pubblicazione=Washington Post|data=17 maggio 2013|accesso=17 novembre 2022}}</ref> I dati riguardo l'operazione Condor furono resi noti dagli Stati Uniti dopo la fine della guerra fredda.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J. Patrice|cognome=McSherry|data=2002-01|titolo=Tracking the Origins of a State Terror Network: Operation Condor|rivista=Latin American Perspectives|volume=29|numero=1|pp=38-60|lingua=en|accesso=17 novembre 2022|doi=10.1177/0094582X0202900103|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0094582X0202900103}}</ref>
 
==== Europa ====
[[File:Eastern bloc.png|min|I membri del [[Patto di Varsavia]], di fatto, uno strumento di egemonia dell'[[Unione Sovietica]].]]
Alla fine della [[seconda guerra mondiale]] molti Paesi d'[[Europa centro-orientale]] furono occupati dall'[[Unione Sovietica]] e ne furono sotto l'influenza fino alla sua [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|dissoluzione]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Constantin|cognome=Iordachi|nome2=Péter|cognome2=Apor|data=1º gennaio 2013|titolo=Introduction: Studying Communist Dictatorships: From Comparative to Transnational History|rivista=East Central Europe|volume=40|numero=1-2|pp=1-35|lingua=en|accesso=18 novembre 2022|doi=10.1163/18763308-04001016|url=https://brill.com/view/journals/eceu/40/1-2/article-p1_1.xml}}</ref> L'occupazione sovietica della Bulgaria<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 33-34}}.</ref> e della [[Governo provvisorio della Repubblica di Polonia|Polonia]]<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 156-157}}.</ref> permise l'immediata costituzione di due nuovi governi ([[Repubblica Popolare di Polonia]] e [[Repubblica Popolare di Bulgaria]]). L'area tedesca sotto influenza sovietica fu subito resa uno [[Repubblica Democratica Tedesca|stato]] [[Monopartitismo|monopartitico]] controllato dal [[Partito Socialista Unificato di Germania]].<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 100-102}}.</ref> Il governo cecoslovacco fu sostituito dalla [[Costituzione del IX maggio]], conferendo ''de facto'' l'assoluto potere al [[Partito Comunista di Cecoslovacchia|Partito Comunista della Cecoslovacchia]].<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 62-63}}.</ref> Dopo l'occupazione dell'[[Repubblica Ungherese (1946-1949)|Ungheria]], i sovietici sostennero l'istituzione dello [[Repubblica Popolare d'Ungheria|stato]] monopartitico su stampo comunista.<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 130-131}}.</ref> Il governo sovietico fece pressioni sul re [[Michele I di Romania]] affinché nominasse [[Petru Groza]] primo ministro della [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]], il quale varò una nuova costituzione per attuare un regime comunista.<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 191-192}}.</ref> Sempre in Romania [[Nicolae Ceaușescu]] salì al potere nel 1967 e vi rimase fino al 1989, quando scoppiò una sanguinosa [[Rivoluzione romena del 1989|ribellione popolare]] che lo portò ad essere deposto, processato<ref>{{Cita libro|nome=López, Juan|cognome=José.|titolo=Democracy delayed : the case of Castro's Cuba|url=http://worldcat.org/oclc/248453541|accesso=18 novembre 2022|data=2002|editore=Johns Hopkins Univ. Press|oclc=248453541|ISBN=0-8018-7046-1}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Chehabi, H. E. Linz, Juan|cognome=J.|titolo=Sultanistic regimes|url=http://worldcat.org/oclc/925045866|accesso=18 novembre 2022|data=1998|editore=Johns Hopkins Univ. Press|oclc=925045866|ISBN=0-8018-5693-0}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Chirot,|cognome=Daniel.|titolo=Modern tyrants : the power and prevalence of evil in our age|url=http://worldcat.org/oclc/876585374|accesso=18 novembre 2022|data=[stampa] 2009|editore=Princeton University Press|oclc=876585374|ISBN=978-0-691-02777-7}}</ref> e giustiziato con le accuse di crimini contro lo Stato, [[genocidio]] e ''distruzione dell'economia nazionale.''<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/december/25/newsid_2542000/2542623.stm|titolo=1989: Romania's 'first couple' executed|data=25 dicembre 1989|accesso=18 novembre 2022}}</ref> [[Josip Broz Tito]] dichiarò fondato un governo comunista in [[Jugoslavia]] durante la seconda guerra mondiale, inizialmente allineato con l'Unione Sovietica, ma le relazioni tra i paesi si raffreddarono per i tentativi sovietici di influenzare la Jugoslavia, portando al [[conflitto sovietico-jugoslavo]] nel 1948.<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 230-232}}.</ref> L'[[Repubblica Popolare Socialista d'Albania|Albania]] fu istituita dopo la guerra mondiale come dittatura comunista sotto [[Enver Hoxha]] nel 1944, allineata con il blocco comunista,<ref>{{Cita|Staar (1982)|pp. 1-2}}.</ref> andandosi poi ad allontanare dall'Unione Sovietica, fino alla caduta del regime nel 1985.
 
Fu la [[ondate di democratizzazione|terza ondata di democratizzazione]], secondo il [[Scienza politica|politologo]] [[Samuel P. Huntington|Samuel Huntington]], a ricoprire un ruolo significativo nella caduta di varie dittature sparse in tutto il mondo.<ref name=":18">{{Cita libro|nome=Samuel P.|cognome=Huntington|titolo=The Third Wave: Democratization in the Late 20th Century|url=https://books.google.com/books?id=IMjyTFG04JYC|accesso=19 novembre 2022|data=6 settembre 2012|editore=University of Oklahoma Press|lingua=en|ISBN=978-0-8061-8604-7}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Nathan J.|cognome=Brown|titolo=The Dynamics of Democratization: Dictatorship, Development, and Diffusion|url=https://books.google.com/books?id=F9LYMp0RyD4C|accesso=19 novembre 2022|data=1º luglio 2011|editore=JHU Press|lingua=en|ISBN=978-1-4214-0088-4}}</ref> La terza ondata inizia nel 1974 con la [[Rivoluzione dei garofani]], in [[Portogallo]], la fine del franchismo in [[Spagna]] nel 1975 e coinvolge in seguito le storiche transizioni democratiche in [[America Latina]] negli [[anni '80]], i Paesi e le regioni dell'Asia-Pacifico ([[Filippine]], [[Corea del Sud]] e [[Taiwan]]) dal 1986 al 1988, l'[[Europa orientale]] dopo la [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]] e [[Africa subsahariana]] dal 1989.<ref name=":18" /> Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e la conseguente fine della [[guerra fredda]], caddero molte dittature sia in [[Europa]] che in [[Asia]] comuniste ormai non più sotto la protezione sovietica.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=George|cognome=Schopflin|data=1990|titolo=The End of Communism in Eastern Europe|rivista=International Affairs (Royal Institute of International Affairs 1944-)|volume=66|numero=1|pp=3-16|accesso=18 novembre 2022|doi=10.2307/2622187|url=https://www.jstor.org/stable/2622187}}</ref> Tra i nuovi governi creati dalla caduta del comunismo in Europa, solo quello della [[Bielorussia]] è sempre rimasto una dittatura, sotto il controllo di [[Aljaksandr Lukašėnka]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Lizaveta|cognome=Kasmach|data=3 aprile 2015|titolo=The last dictatorship in Europe: Belarus under Lukashenko|rivista=Canadian Slavonic Papers|volume=57|numero=1-2|pp=124-125|accesso=18 novembre 2022|doi=10.1080/00085006.2015.1036593|url=https://doi.org/10.1080/00085006.2015.1036593}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Peter|cognome=Rutland|data=2006|titolo=Belarus: The last dictator|rivista=The Analyst - Central and Eastern European Review - English Edition|numero=04|pp=59-70|lingua=En|accesso=19 novembre 2022|url=https://www.ceeol.com/search/article-detail?id=104569}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Yuliya|cognome=Brel-Fournier|nome2=Minion K.C.|cognome2=Morrison|data=2021-09|titolo=The Predicament of Europe’s ‘Last Dictator’|rivista=International Area Studies Review|volume=24|numero=3|pp=169-192|lingua=en|accesso=19 novembre 2022|doi=10.1177/22338659211018326|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/22338659211018326}}</ref> I governi autoritari ed incontrastati del presidente [[Vladimir Putin]] sulla [[Russia]] dal 1999 e del presidente [[Recep Tayyip Erdoğan]] sulla [[Turchia]] dal 2014 sono ritenuti essere delle dittature da molti studiosi.<ref name=":19">{{Cita pubblicazione|nome=Graeme|cognome=Robertson|nome2=Samuel|cognome2=Greene|data=2017|titolo=The Kremlin Emboldened: How Putin Wins Support|rivista=Journal of Democracy|volume=28|numero=4|pp=86-100|accesso=18 novembre 2022|doi=10.1353/jod.2017.0069|url=https://muse.jhu.edu/pub/1/article/671992}}</ref><ref name=":20">{{Cita pubblicazione|nome=Stephen|cognome=Kotkin|data=2015|titolo=The Resistible Rise of Vladimir Putin: Russia's Nightmare Dressed Like a Daydream|rivista=Foreign Affairs|curatore=FIONA HILL, CLIFFORD G. GADDY, KAREN DAWISHA, BEN JUDAH|volume=94|numero=2|pp=140-153|accesso=18 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/24483492}}</ref><ref name=":21">{{Cita web|url=https://www.cnbc.com/2022/04/12/biden-suggests-putin-is-a-dictator-who-has-committed-genocide-half-a-world-away.html|titolo=Biden suggests Putin is a ‘dictator’ who has committed ‘genocide half a world away’|autore=Shannon Pettypiece|sito=CNBC|lingua=en|accesso=18 novembre 2022}}</ref>
 
== Attualità ==
{{Vedi anche|Stati per forma di governo}}
[[File:Vladimir Putin with Muammar Gaddafi-2.jpg|min|verticale=1.2|Il dittatore [[Libia|libico]] [[Muʿammar Gheddafi]] (a destra) e il presidente [[Russia|russo]] [[Vladimir Putin]], da molti considerato un dittatore.]]
Tra gli [[anni 1990]] e gli [[anni 2000]] il carattere più isolazionistico delle dittature passate venne meno, lasciando spazio alla tendenza a sviluppare un'immagine pubblica positiva del dittatore per mantenere il sostegno della popolazione e a moderare l'approccio alla politica estera per integrarsi nella comunità globale.<ref>{{Cita libro|nome=Daniel|cognome=Treisman|titolo=Spin dictators : the changing face of tyranny in the 21st century|url=https://www.worldcat.org/oclc/1264712927|accesso=19 novembre 2022|data=2022|oclc=1264712927|ISBN=0-691-21141-8}}</ref> Attualmente si stima che possano essere prese in considerazione più di 50 dittature in tutto il mondo.<ref>{{Cita pubblicazione|anno=2022|titolo=DEMOCRACY REPORT 2022|rivista=V-Dem Institute|url=https://v-dem.net/media/publications/dr_2022.pdf}}</ref>
 
=== Asia ===
* In Asia Orientale: [[Cina]]<ref>{{Cita web|url=http://www.theguardian.com/world/2018/feb/26/xi-jinping-china-presidential-limit-scrap-dictator-for-life|titolo='Dictator for life': Xi Jinping's power grab condemned as step towards tyranny|sito=the Guardian|data=26 febbraio 2018|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Dimitar Gueorguiev|titolo=Mike Bloomberg said China isn’t a dictatorship. Is he right?|titolotradotto=Mike Bloomberg ha detto che la Cina è una dittatura. Ha ragione?|pubblicazione=The Washington Post|data=4 dicembre 2019|url=https://www.washingtonpost.com/politics/2019/12/04/michael-bloomberg-said-china-isnt-dictatorship-is-he-right/}}</ref>, [[Laos]], [[Cambogia]] (di fatto), [[Corea del Nord]],<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/estero/kim_jong_un_dittatore_pyongyang_ritratto_corea-2116897/news/2017-09-04/|titolo=Chi è davvero Kim Jong-un il dittatore nordoreano che spaventa il mondo|sito=Agi|lingua=it|accesso=28 novembre 2022}}</ref> e [[Vietnam]] sono stati monopartitici.
* In Asia Meridionale: il [[Myanmar]] (2021-oggi)<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2021/02/01/birmania-arrestata-capo-del-governo-aung-san-suu-kyi_e850a444-1611-42f6-a33e-5cd8ce633249.html|titolo=Colpo di stato in Myanmar, San Suu Kyi arrestata: 'Non accettate il golpe' - Mondo|sito=Agenzia ANSA|data=1º febbraio 2021|lingua=it|accesso=28 novembre 2022}}</ref> è una dittatura militare, il [[Brunei]] è una monarchia assoluta<ref>{{Cita web|url=https://unimelb.libguides.com/c.php?g=930183&p=6721965|titolo=Library Guides: Southeast Asian Region Countries Law: Brunei Darussalam|autore=Jason Odering|sito=unimelb.libguides.com|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref>, mentre il [[Bhutan]] fu monarchia assoluta fino alle Elezioni dell'Assemblea Nazionale Bhutanese del 2008<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Marian|cognome=Gallenkamp|data=2010|titolo=Constitutional Change: A Comprehensive Analysis|editore=Institute of Peace and Conflict Studies|pp=3-15|accesso=19 novembre 2022|url=https://www.jstor.org/stable/resrep33602.4}}</ref>; il [[Bangladesh]] è [[de facto]] sotto una dittatura autoritaria.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2021/08/16/news/bangladesh_le_sparizioni_forzate_silenziano_gli_oppositori_politici-314217936/|titolo=Bangladesh, le sparizioni forzate silenziano gli oppositori politici}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.tvsvizzera.it/tvs/qui-mondo/elezioni-parlamentari_l-ombra-di-brogli-sul-voto-in-bangladesh/44651024|titolo=L'ombra di brogli sul voto in Bangladesh}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.rsi.ch/news/mondo/Bangladesh-elezioni-nel-sangue-11260836.html|titolo=Bangladesh, elezioni nel sangue}}</ref>
* In Medio Oriente: l'[[Iraq]] fu uno stato monopartitico sotto [[Saddam Hussein]] dal 1979 fino all'[[Invasione dell'Iraq del 2003|invasione]] del 2003,<ref>{{Cita web|url=http://www.pbs.org/newshour/updates/baghdad_04-09-03.html|titolo=Online NewsHour Update: Coalition Says Iraqi Regime Has Lost Control of Baghdad -- April 9, 2003|data=|accesso=28 novembre 2022|dataarchivio=1 dicembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101201163438/http://www.pbs.org/newshour/updates/baghdad_04-09-03.html|urlmorto=sì}}</ref> la [[Siria]] è stata una dittatura sotto la famiglia di [[Bashar al-Assad]] (1971-2024);<ref>{{Cita libro|titolo=Resisting state crime as a criminological project in the context of the Arab Spring|url=http://dx.doi.org/10.4324/9780203101063-9|accesso=28 novembre 2022|data=27 novembre 2012|editore=Routledge|pp=27-40}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Robert|cognome=Cole|titolo=The Encyclopedia of propaganda|url=https://www.worldcat.org/oclc/1304261793|accesso=28 novembre 2022|edizione=First edition|data=2022|oclc=1304261793|ISBN=978-1-315-70481-4}}</ref> [[Arabia Saudita]],<ref>{{Cita web|url=https://carnegieendowment.org/2015/04/15/authoritarian-resurgence-saudi-arabia-s-anxious-autocrats-pub-59790|titolo=The Authoritarian Resurgence: Saudi Arabia’s Anxious Autocrats|autore=Frederic Wehrey, Frederic Wehrey|sito=Carnegie Endowment for International Peace|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref> [[Emirati Arabi Uniti]], [[Oman]]<ref>{{Cita web|url=https://www.aljazeera.com/news/2020/01/haitham-bin-tariq-named-successor-oman-sultan-qaboos-200111060309444.html|titolo=Haitham bin Tariq sworn in as Oman's new sultan {{!}} GCC News {{!}} Al Jazeera|data=|accesso=28 novembre 2022|dataarchivio=11 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200111074932/https://www.aljazeera.com/news/2020/01/haitham-bin-tariq-named-successor-oman-sultan-qaboos-200111060309444.html|urlmorto=sì}}</ref> e [[Qatar]]<ref>{{Cita web|url=https://freedomhouse.org/country/qatar/freedom-world/2020|titolo=Qatar: Freedom in the World 2020 Country Report|sito=Freedom House|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref> sono di fatto [[Assolutismo monarchico|monarchie assolute]].
* In Asia Centrale: sono dittature l'[[Iran]] sotto [[Ali Khamenei]] (1989-oggi),<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Robert F.|cognome=Worth|nome2=Nazila|cognome2=Fathi|url=https://www.nytimes.com/2009/08/17/world/middleeast/17iran.html|titolo=Clerics’ Call for Removal Challenges Iran Leader|pubblicazione=The New York Times|data=17 agosto 2009|accesso=28 novembre 2022}}</ref> il [[Turkmenistan]] sotto il [[Partito Democratico del Turkmenistan|PDT]] (1991-oggi), l'[[Azerbaigian]] sotto [[İlham Əliyev|Ilham Aliyev]] (2003-oggi),<ref>{{Cita web|url=https://freedomhouse.org/country/azerbaijan|titolo=Azerbaijan: Country Profile|sito=Freedom House|lingua=en|accesso=19 novembre 2022}}</ref> l'[[Uzbekistan]] sotto l'[[Partito Liberale Democratico dell'Uzbekistan|OʻzLiDeP]] (1991-oggi),<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Uzbekistan|url=https://bti-project.org/fileadmin/api/content/en/downloads/reports/country_report_2006_UZB.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.hrw.org/news/2021/10/22/can-governments-stop-being-authoritarian|titolo=Can governments stop being authoritarian?|sito=Human Rights Watch|data=22 ottobre 2021|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref> il [[Tagikistan]] sotto [[Emomalī Rahmon|Emomali Rahmon]] (1994-oggi),<ref name=":23" /><ref>{{Cita web|url=https://www.cbsnews.com/news/the-worlds-enduring-dictators-emomali-rahmon-tajikistan/|titolo=The world's enduring dictators: Emomali Rahmon, Tajikistan|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref> il [[Kazakistan]] sotto il partito [[Amanat]] (1991-),<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/kazakistan|titolo=Kazakistan nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it|accesso=28 novembre 2022}}</ref> l'[[Afghanistan]] sotto i [[talebani]] (1996-2001; 2021-oggi).
 
=== Africa ===
* Nel Nordafrica: la [[Libia]] vive un periodo di instabilità dopo la caduta della dittatura di [[Muʿammar Gheddafi]] (1969-2011), l'[[Egitto]] dal 2014 è sotto la dittatura di [[Abdel Fattah al-Sisi]].<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/esteri/2020/12/17/news/egitto_dieci_anni_dopo_primavere_arabe_vincenzo_nigro-278449256/|titolo=Il ritorno al passato sotto il giogo di Al Sisi|sito=la Repubblica|data=16 dicembre 2020|lingua=it|accesso=28 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/12/egitto-la-dittatura-di-al-sisi-e-piu-feroce-di-quella-di-mubarak/3578802/|titolo=Blog {{!}} Egitto, la dittatura di Al Sisi è più feroce di quella di Mubarak|sito=Il Fatto Quotidiano|data=12 maggio 2017|lingua=it|accesso=28 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/esteri/20_novembre_22/impunita-dittatore-prezzo-silenzio-e77196c2-2d01-11eb-a006-0b5f9624cb77.shtml|titolo=Da Zaki a Regeni: l’impunità del dittatore Al Sisi e il prezzo del silenzio|autore=Francesco Battistini|sito=Corriere della Sera|data=22 novembre 2020|lingua=it|accesso=28 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Giles|cognome=Whittell|url=https://www.thetimes.co.uk/article/egypt-s-dictator-deserves-to-be-treated-as-a-pariah-mkc8wzl8h|titolo=Egypt’s dictator deserves to be treated as a pariah|accesso=28 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://nigrizia.fabricandum.com/notizia/egitto-dittatura-permanente|titolo=Egitto, dittatura permanente|autore=raffaellozordan|sito=Nigrizia|data=24 aprile 2019|lingua=it|accesso=28 novembre 2022|urlmorto=sì}}</ref>
* Nel [[Sahel]]: [[Mali]], [[Burkina Faso]], [[Ciad]], [[Guinea]], [[Sudan]], [[Niger]], [[Guinea Equatoriale]] sono sotto dittature militari; l'[[Eritrea]] è uno stato monopartitico [[Nazionalismo|nazionalista]] sotto [[Isaias Afewerki]] dal 1993.<ref>{{Cita web|url=https://thebaffler.com/latest/the-despotism-of-isaias-afewerki-de-waal|titolo=The Despotism of Isaias Afewerki {{!}} Alex de Waal|sito=The Baffler|data=2022-09-02|lingua=en|accesso=2022-12-07}}</ref>
* In Africa Centrale e Meridionale: il [[Camerun]] con [[Paul Biya]], il [[Ruanda]] con [[Paul Kagame]] e lo [[Zimbabwe]] sono [[stato autoritario|dittature autoritarie]]; [[eSwatini]] è una monarchia assoluta.
 
=== America ===
[[Cuba]] è uno stato monopartitico comunista<ref>{{Cita web|url=https://freedomhouse.org/country/cuba|titolo=Cuba: Country Profile|sito=Freedom House|lingua=en|accesso=29 novembre 2022}}</ref> dal ''golpe'' del '59, vedendo tre capi di Stato susseguirsi: [[Fidel Castro]] (1961-2011), [[Raúl Castro]] (2011-2021) e [[Miguel Díaz-Canel]] (2021-oggi). Il [[Venezuela]] è una dittatura con [[Nicolás Maduro]] (2013-oggi).<ref>{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Penfold-Becerra|titolo=Dragon in the tropics : the legacy of Hugo Chávez|url=https://www.worldcat.org/oclc/904131829|accesso=29 novembre 2022|edizione=2|data=2015|oclc=904131829|ISBN=978-0-8157-2594-7}}</ref> Il [[Nicaragua]] è sotto la dittatura di [[Daniel Ortega]] dal 2007.<ref>{{Cita web|url=https://panampost.com/editor/2016/08/16/meet-daniel-ortega-nicaraguas-rising-dictator/|titolo=Meet Daniel Ortega, Nicaragua's Rising Dictator|data=|accesso=29 novembre 2022|dataarchivio=25 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180425143036/https://panampost.com/editor/2016/08/16/meet-daniel-ortega-nicaraguas-rising-dictator/|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Europa ===
Ad oggi in Europa vi sono tre stati con governi classificabili come dittature: la [[Russia]] di [[Vladimir Putin]] (1999-oggi)<ref name=":19" /><ref name=":20" /><ref name=":21" />, la [[Turchia]] di [[Recep Tayyip Erdoğan]] (2014-oggi)<ref>{{Cita web|url=https://www.newyorker.com/news/news-desk/turkeys-vote-makes-erdogan-effectively-a-dictator|titolo=Turkey’s Vote Makes Erdoğan Effectively a Dictator|autore=Condé Nast|sito=The New Yorker|data=17 aprile 2017|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://publicseminar.org/2017/03/the-fall-of-turkish-democracy/|titolo=The Fall of Turkish Democracy|autore=Ertug Tombus|sito=Public Seminar|data=3 marzo 2017|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref>, la [[Bielorussia]] di [[Aljaksandr Lukašėnka]] (1994-oggi).<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/it/news.php?newsid=60535|titolo=Bielorussia. Osce: "Mancano i requisiti per elezioni libere e corrette". Per gli Usa le elezioni sono da ripetere|data=|accesso=28 novembre 2022|dataarchivio=12 marzo 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140312225308/http://www.rainews.it/it/news.php?newsid=60535|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.atlanticcouncil.org/blogs/belarusalert/lukashenko-vs-democracy-where-is-belarus-heading/|titolo=Lukashenka vs. democracy: Where is Belarus heading?|autore=Peter Dickinson|sito=Atlantic Council|data=10 agosto 2020|lingua=en|accesso=28 novembre 2022}}</ref>
 
=== Oceania ===
[[Tonga]] fu una monarchia assoluta fino alle elezioni generali tongane del 2010.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Siobhan|cognome=Bent|titolo=Tonga|rivista=ArtAsiaPacific Almanac|volume=10|p=189|accesso=19 novembre 2022|doi=10.3316/informit.919951186909920|url=https://search.informit.org/doi/abs/10.3316/informit.919951186909920}}</ref>
 
== Indice di democrazia ==
{{Vedi anche|Democracy Index}}
[[File:Democracy Index 2022.svg|alt=|min|Mappa dell'[[Economist Intelligence Unit]] ''Democracy Index'' del 2022.<ref name=":23">{{Cita web|url=https://www.eiu.com/n/campaigns/democracy-index-2020/|titolo=Democracy Index 2020|sito=Economist Intelligence Unit|lingua=en|accesso=19 novembre 2022}}</ref>
{{Div col|cols=5|small=yes|dim=100px}}'''Democrazia completa'''{{Legend|#006837|9.01–10}}{{legend|#1a9850|8.01–9}}
'''Democrazia imperfetta'''{{legend|#66bd63|7.01–8}}{{legend|#a6d96a|6.01–7}}
'''Regime ibrido'''{{legend|#fee08b|5.01–6}}{{legend|#fdae61|4.01–5}}
'''Regime autoritario'''{{legend|#f46d43|3.01–4}}{{legend|#d73027|2.01–3}}{{legend|#a50026|1.01–2}}{{legend|#black|0.01–1}}
'''Nessun dato'''{{legend|#C0C0C0|?}}
{{Div col end}}|512x512px]]
 
La scienza politica comprende tra i suoi ambiti di studio l’analisi e la classificazione del livello di democraticità dei singoli Stati. A tal fine, sono stati sviluppati e pubblicati diversi indici di democrazia, tra i quali si annoverano, tra i più noti, il ''Freedom in the World'' di [[Freedom House]], il ''Polity Data Series'' e il ''Democracy Index'' elaborato dall’[[Economist Intelligence Unit]]. Principalmente, questi strumenti si differenziano per metodologia, finalità analitiche e criteri di valutazione. Alcuni indici adottano un approccio perlopiù essenziale e si basano principalmente sulla regolarità delle [[Elezione|elezioni]] e sulla presenza formale di istituzioni rappresentative. Altri, invece, propongono un'analisi più articolata, includendo nel calcolo del livello di democrazia fattori quali il rispetto dei [[diritti umani]], la tutela della [[libertà di stampa]], l'[[Separazione dei poteri|indipendenza della magistratura]], lo [[stato di diritto]] e altre dimensioni sostanziali della ''governance'' democratica. In ogni caso, tali indici costituiscono strumenti utili per la comparazione tra sistemi politici e per il monitoraggio dell’evoluzione democratica nel tempo, pur rimanendo oggetto di dibattito tra studiosi in merito alla loro attendibilità, imparzialità e capacità di cogliere la complessità dei contesti politici nazionali.<ref>{{Cita web|url=https://us.sagepub.com/en-us/nam/collegepoliticalscience|titolo=CQ Press Political Science|sito=SAGE Publications Inc|data=17 agosto 2017|lingua=en|accesso=22 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Svend-Erik|cognome=Skaaning|titolo=Requisites of democracy : conceptualization, measurement, and explanation|url=https://www.worldcat.org/oclc/794383730|accesso=22 novembre 2022|data=2011|editore=Routledge|oclc=794383730|ISBN=978-0-203-80803-0}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Matt|cognome=Golder|nome2=Sona Nadenichek|cognome2=Golder|titolo=Principles of comparative politics|url=https://www.worldcat.org/oclc/241304487|accesso=22 novembre 2022|data=2009|editore=CQ Press|oclc=241304487|ISBN=978-0-87289-289-7}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Courtenay R.|cognome=Conrad|data=14 ottobre 2012|titolo=Divergent Incentives for Dictators|rivista=Journal of Conflict Resolution|volume=58|numero=1|pp=34-67|accesso=22 novembre 2022|doi=10.1177/0022002712459707|url=http://dx.doi.org/10.1177/0022002712459707}}</ref>
 
==Note==
'''Esplicative'''<references group="Esplicazione"/>'''Bibliografiche'''<references/>
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{Cita libro|autore=Alan R. Ball|titolo=Modern Politics and Government|edizione=IV edizione|anno=1988-2001|editore=Macmillan Publishers Limited|lingua=en|cid=Ball (1988)|oclc=1004379300|ISBN=978-0-333-46413-7}}
*{{Cita libro|nome=Claudio|cognome=Bonvecchio|titolo=Il potere della paranoia: il mito del dittatore|anno=2012|editore=SocietàMutamentoPolitica|città=Firenze|volume=Vol. 6|cid=Bonvecchio (2012)}}
*{{Cita libro|nome=Natasha M.|cognome=Ezrow|nome2=Erica|cognome2=Frantz|titolo=Dictators and Dictatorships: Understanding Authoritarian Regimes and Their Leaders|anno=2011|editore=Bloomsbury|lingua=en|cid=Ezrow & Frantz (2011)|ISBN=9781441196828}}
*{{Cita libro|nome=Barbara|cognome=Geddes|nome2=Joseph|cognome2=Wright|nome3=Erica|cognome3=Frantz|titolo=How Dictatorships Work|anno=2018|editore=Cambridge University Press|lingua=en|cid=Geddes, Wright & Frantz (2018)|ISBN=9781107115828}}
*{{Cita libro|nome=Stephen J.|cognome=Lee|titolo=European Dictatorships 1918-1945|url=https://archive.org/details/europeandictator0000lees_w2v9|anno=2016|editore=Routledge|lingua=en|cid=Lee (2016)|ISBN=9781315646176}}
*{{Cita pubblicazione |autore=Antonio A. Martino |anno=1978 |titolo=Osservazioni sulla definizione di "dittatura" |rivista=Il Politico |volume=XLIII |numero=2 |url=http://www.giuristiediritto.it/OSSERVAZIONI-SULLA-DEFINIZIONE-DI-DITTATURA.pdf |accesso=25 marzo 2012 |dataarchivio=10 agosto 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130810193237/http://www.giuristiediritto.it/OSSERVAZIONI-SULLA-DEFINIZIONE-DI-DITTATURA.pdf |urlmorto=sì }}
*{{Cita libro|nome=Richard F.|cognome=Staar|titolo=Communist Regimes in Eastern Europe|edizione=IV edizione|anno=1982|editore=Hoover Institution Press|lingua=en|cid=Staar (1982)}}
 
== Voci correlate ==
* [[Assolutismo politicoAutocrazia]]
* [[Autoritarismo]]
* [[Colpo di Stato]]
* [[Dittatore]]
* [[Dittatura militare]]
* [[Governo]]
* [[Monopartitismo]]
* [[Polizia segreta]]
* [[Teocrazia]]
* [[Tirannia]]
* [[Totalitarismo]]
* [[Stati per forma di governo]]
* [[Censura di Internet]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogettointerprogetto|etichetta=dittatura|q|q_preposizione=sulla|s=:Categoria:Dittature|s_preposizione=riguardanti la|s_etichetta=dittatura e i regimi dittatoriali|commons=Category:Dictatorship|commons_preposizione=sulla|wikt=dittatura}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{ThesaurusCollegamenti BNCFesterni}}
*{{cita pubblicazione
| autore =Antonio A. Martino
| anno =1978
| titolo =Osservazioni sulla definizione di "dittatura"
| rivista =Il Politico
| volume =XLIII
| numero =2
| url =http://www.giuristiediritto.it/OSSERVAZIONI-SULLA-DEFINIZIONE-DI-DITTATURA.pdf
| accesso =25 marzo 2012
}}
 
{{Forme di Stato e di Governo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|politica|storia}}
 
[[Categoria:Dittature| ]]