San Lazzaro di Savena: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = San Lazzaro di Savena
|Panorama = Municipio San Lazzaro di Savena.jpg
|Didascalia =
|Bandiera =
|Voce bandiera =
|Stemma = San Lazzaro di Savena-Stemma.png
|Voce stemma = San Lazzaro di Savena#
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Emilia-Romagna
|Divisione amm grado 2 = Bologna
|Amministratore locale =
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|Data elezione = 10-6-2024
|Data
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni = Borgatella, Caselle, Villaggio Martino, Cicogna, [[Castel de' Britti]], Idice, Colunga, Campana, Mura San Carlo, Paleotto (Trappolone), Pizzocalvo, Ponticella, Croara, Pulce, Farneto<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/frazioni/frazioni |titolo=Comune di San Lazzaro di Savena - Le frazioni |accesso=23 novembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201080846/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/frazioni/frazioni |urlmorto=no}}</ref>
|Divisioni confinanti = [[Bologna]], [[Castenaso]], [[Ozzano dell'Emilia]], [[Pianoro (Italia)|Pianoro]]
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2210
|Nome abitanti = sanlazzaresi
|Patrono = [[Lazzaro (mendicante)|san Lazzaro]]
|Festivo = 17 dicembre
|PIL =
|PIL procapite = 29267€
|Mappa = Map of comune of San Lazzaro di Savena (province of Bologna, region Emilia-Romagna, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di San Lazzaro di Savena nella città metropolitana di Bologna
}}
'''San Lazzaro di Sàvena''' (''San
[[File:Piazza_del_Comune_di_San_Lazzaro_di_Savena.jpg|thumb|upright=1.6|Piazza Luciano Bracci (la principale piazza del Comune)]]
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{Citazione|E non pur io qui piango bolognese<br />anzi n'è questo luogo tanto pieno,<br />che tante lingue non son ora apprese<br />a dicer 'sipa' tra Sàvena e Reno;<br />e se di ciò vuoi fede o testimonio,<br />rècati a mente il nostro avaro seno.|[[Dante Alighieri]], [[Divina Commedia]], [[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]], [[Inferno - Canto diciottesimo|Canto XVIII]]}}
La città<ref name="autogenerato10">[http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/statuto-e-regolamenti/Statuto%20Comunale.pdf/at_download/file ''Statuto comunale''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150615010333/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/statuto-e-regolamenti/Statuto%20Comunale.pdf/at_download/file |data=15 giugno 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref> incrocia la [[strada statale 9 Via Emilia|via Emilia]] (
Il territorio del
Sono presenti la [[
=== Clima ===
San Lazzaro di Savena presenta un tipo di clima che è generalmente caldo e temperato e con una piovosità annua rilevante (il sistema di [[Classificazione dei climi di Köppen|classificazione climatica di Köppen-Geiger]], fa rientrare il suo territorio nel [[Clima subtropicale#Definizioni|gruppo Cfa]],<ref>
Dal punto di vista legislativo ([[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] 26 agosto
{{ClimaAnnuale
| nome = BOLOGNA BORGO PANIGALE<br /><small>(1991-2005<ref>
| tempmax01 = 6.8
| tempmax02 = 9.6
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| giornighiaccio12 = 0.4
}}
== Origini del nome ==
{{Immagine multipla
| allinea = right
| larghezza totale = 350
| immagine1 = La storia sacra-Il ricco Epulone ed il mendico Lazzaro.jpg
| immagine2 = Savena-07.jpg
| sotto = A sinistra, raffigurazione della [[Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone]]. A destra, il fiume [[Savena]].
}}
La natura del nome ''San Lazzaro di Savena'' è duplice.<ref>{{Cita web |url=http://www.sanlazzarodisavena.com/toponomi-lazzaro-savena.cfm |titolo=''Origine e significato dei toponimi Lazzaro e Savena'' |accesso=9 maggio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150518175445/http://www.sanlazzarodisavena.com/toponomi-lazzaro-savena.cfm |urlmorto=no}}</ref> La prima parte è da ricondurre al [[lazzaretto]] che nel [[Basso Medioevo]] era stato elevato a oriente dell'antica [[Mura di Bologna|cinta muraria di Bologna]], attorno al quale, nei secoli, sorse la comunità sanlazzarese (l'[[Toponimo|agiotoponimo]] deriva dunque dal suo [[Santo patrono|patrono]], [[Lazzaro (mendicante)|San Lazzaro mendicante e lebbroso]]<ref>[http://www.parrocchiasanlazzaro.it/wp-content/uploads/2013/12/bollettino-pag.esterna.pdf ''San Lazzaro, protettore dei poveri''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150518075445/http://www.parrocchiasanlazzaro.it/wp-content/uploads/2013/12/bollettino-pag.esterna.pdf |data=18 maggio 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>). In origine, la località ospitante il nosocomio era chiamata Ronco Maruni, la quale divenne San Lazzaro di Roncomaruno (proprio per la presenza dell'edificio) e in seguito abbreviato in San Lazzaro<ref name="autogenerato13" />. Al [[Savena|fiume Savena]] (dall'[[lingua etrusca|etrusco]] ''Sàvena'', "vena d'acqua"<ref>[http://www.emiliaromagnaturismo.it/it/pubblicazioni/download/Pubblicazioni_Misc/Valli-Bolognesi.pdf ''Il Savena''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150518090912/http://www.emiliaromagnaturismo.it/it/pubblicazioni/download/Pubblicazioni_Misc/Valli-Bolognesi.pdf |data=18 maggio 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>), che oggi lambisce i suoi confini da nord a sud, la città deve invece l'altro tratto della propria denominazione<ref>[http://www.federgev.it/primosito/Docs/parchi/gessi/Storia.html ''L'origine di San Lazzaro''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924011529/http://www.federgev.it/primosito/Docs/parchi/gessi/Storia.html |data=24 settembre 2015 }}</ref> (il corso d'acqua, dal 1776 subì una deviazione artificiale, operata per tutelare Bologna dalle sue inondazioni<ref>[http://www.centroannalenatonelli.it/pdf/CasaAnnalena_A2N1.pdf ''Quando sul ponte c'erano le sirene''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150923201814/http://www.centroannalenatonelli.it/pdf/CasaAnnalena_A2N1.pdf |data=23 settembre 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>). Infine, mediante un [[Regio decreto|Regio Decreto]] del 1862, il comune assunse l'attuale denominazione di San Lazzaro di Savena<ref>{{Cita web |url=http://www2.provincia.bologna.it/archivics.nsf/0/555748a381d52de8c12568ba0032926f?OpenDocument&ExpandSection=2#_Section2 |titolo=''Archivio storico comunale di San Lazzaro di Savena'' |accesso=11 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190216094132/http://www2.provincia.bologna.it/archivics.nsf/0/555748a381d52de8c12568ba0032926f?OpenDocument&ExpandSection=2#_Section2 |urlmorto=sì}}</ref>.
== Storia ==
=== Preistoria ed epoca romana ===
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|titolo = Giulio Cesare
|contenuto = [[File:Bust of Gaius Iulius Caesar in Naples.jpg|miniatura|88px]]
Una leggenda
}}
Abitato fin dall'antichità da gruppi pur non ancora stanziali, dediti alla pastorizia e all'attività di caccia, nel territorio comunale sono stati rinvenuti numerosi reperti risalenti al [[Paleolitico]], all'[[Età del rame]] e all'[[
In età romana l'ambiente locale si mostrava per la sua vocazione prettamente agricola (in tal senso, testimonianze sono state trovate
Attorno al
In località Pizzocalvo, la presenza romana si materializzò nella forma di un insediamento risalente al periodo fra il [[I secolo|I]] e il [[II secolo|II secolo d.C.]]<ref>[http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/san_lazzaro_gessi/testimonianze_08.htm ''Gli scavi di via Montebello a San Lazzaro di Savena (BO) Testimonianze di vita romana dal Parco dei Gessi Bolognesi''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150620211906/http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/san_lazzaro_gessi/testimonianze_08.htm |data=20 giugno 2015 }}</ref> In [[Civiltà romana|epoca romana]] da San Lazzaro di Savena passava la ''via Aemilia'', che collegava ''[[Storia di Rimini|Ariminum]] '' (Rimini) con ''[[Storia di Piacenza|Placentia]]'' (Piacenza) per poi continuare, grazie a un prolungamento successivo, fino ''[[Mediolanum]]'' (Milano).
=== Medioevo ed epoca napoleonica ===
[[Feudo]] di [[Matilde di Canossa]], alla morte di questa (
[[File:Matilde di Canossa.jpg|miniatura|
[[File:Lastra lazzaretto S Lazzaro.jpg|thumb
All'epoca della prima
Per via del lebbrosario medioevale, col tempo, Ronco Maruni cambiò nome in San Lazzaro di Roncomaruno e successivamente in San Lazzaro<ref
L'ospedale diventò poi una [[commenda]] affidata a varie famiglie
[[File:
[[File:San Lazzaro di Savena litografia ottocentesca della chiesa principale.jpg
Successivamente, con provvedimenti in [[motu proprio]], prima [[Papa Sisto V]], quindi [[Papa Urbano VIII|Urbano VIII]] nel
Verso il
Con il Regio Decreto n. 923 del 16 ottobre 1862, la municipalità cambia la propria denominazione da "San Lazzaro" a "San Lazzaro di Savena"<ref>{{Cita web |url=http://online.ibc.regione.emilia-romagna.it/I/libri/pdf/archivi_storici_er.txt |titolo=''Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari'' |accesso=11 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151021011341/http://online.ibc.regione.emilia-romagna.it/I/libri/pdf/archivi_storici_er.txt |urlmorto=no}}</ref>.
Nel [[XIX secolo]] San Lazzaro era scarsamente popolato (in rapporto alle sue dimensioni) ed importanti fenomeni di urbanizzazione o industrializzazione non lo coinvolsero: era ancora un borgo prettamente rurale<ref>[http://clueb.it/wp-content/uploads/2015/05/Quaderni_del_Savena_13_2013.pdf ''Quaderni del Savena Rivista di strumenti, studi e documenti dell'Archivio storico comunale Carlo Berti Pichat, n.13 del 2013''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150927185957/http://clueb.it/wp-content/uploads/2015/05/Quaderni_del_Savena_13_2013.pdf |data=27 settembre 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>.
=== Dal Novecento a oggi ===
Il comune di Bologna, prima nel 1927 e in seguito nel 1931, cercò di annettere a sé nuovamente il territorio di San Lazzaro, il quale rispose con un lungo contenzioso durato fino al 1935 e risoltosi a favore dei sanlazzaresi<ref>Pier Luigi, Letizia e Gianni Marchesini, ''Maria Trebbi, una vita per San Lazzaro'', Gianni Marchesini Editore, San Lazzaro di Savena, 2009, p. 46</ref>.
Il 28 giugno 1914, mentre a Sarajevo veniva assassinato l'arciduca Francesco Ferdinando dell'Impero austro-ungarico, a San Lazzaro di Savena si votava per il nuovo sindaco. Il socialista Enrico Casanova, bracciante e politico attivo, vinse le elezioni. Nato a Ozzano dell’Emilia nel 1868 e aderente al PSI, Casanova si trovava in un comune in trasformazione con problematiche di disoccupazione stagionale. Durante il suo mandato, avviò iniziative per migliorare l'istruzione elementare e, ispirato dal sindaco di Bologna, acquistò grano per contrastare l'aumento dei prezzi dovuto alla guerra. Nel 1920, con l'avanzare del fascismo, Casanova affrontò violenze da parte dei fascisti, culminate con l'assassinio del socialista Ugo Mezzini il 19 marzo 1922 da parte di un gruppo fascista chiamato " Schiavisti agrari". Dopo numerose minacce, violenze fisiche e vessazioni pubbliche, Casanova si dimise il 12 giugno 1922 e si trasferì a Bologna nel 1923. Durante il suo mandato realizzò anche un nuovo cimitero comunale e sostenne le famiglie dei caduti in guerra, oltre che il monumento ai caduti che si trova tutt'oggi nella centrale Piazza Bracci.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Manuele Franzoso|titolo=Enrico Casanova: il primo sindaco socialista di San Lazzaro|rivista=Quaderni del Savena. Strumenti, studi e documenti dell’Archivio storico comunale
“Carlo Berti Pichat” di San Lazzaro di Savena|volume=14}}</ref>
[[File:San Lazzaro di Savena edificio comunale bombardato.jpg|thumb|Il municipio bombardato durante la Seconda guerra mondiale]]
Dopo il 25 luglio 1943 (la [[Caduta del fascismo|caduta del Fascismo]]) il [[commissario prefettizio]] e il segretario del Fascio furono costretti alle dimissioni. I cittadini si ripresero le istituzioni locali<ref name="autogenerato27">{{Cita web |url=https://www.storiaememoriadibologna.it/san-lazzaro-di-savena-bo-150-luogo |titolo=San Lazzaro di Savena, (BO) |sito=Storia e memoria di Bologna |lingua=it |accesso=2 aprile 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924111133/http://www.storiaememoriadibologna.it/san-lazzaro-di-savena-bo-150-luogo |urlmorto=no}}</ref>. Ma già dall'ottobre dello stesso anno, i soldati tedeschi (nell'ambito dell'''[[Operazione Achse]]'') occuparono il paese (stabilendo il loro [[quartier generale]] a ''Villa Rusconi-Rizzi'', nell'odierna frazione Croara)<ref>Pier Luigi, Letizia e Gianni Marchesini, ''Maria Trebbi, una vita per San Lazzaro'', Gianni Marchesini Editore, San Lazzaro di Savena, 2009, p. 48</ref>. Il neo [[Partito Fascista Repubblicano]] occupò gli uffici comunali.
In seguito, il sostegno dato dagli abitanti alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], non rimase privo di conseguenze. L'episodio più grave si verificò il 2 luglio del 1944, quando otto civili furono rastrellati dai tedeschi delle [[SS]] (coadiuvati da fascisti locali delle [[Brigate Nere]]) dalle loro case site nella frazione Pizzocalvo, per aver vettovagliato i partigiani, e in località Croara subirono la fucilazione il giorno 3 luglio (vennero poi tumulati frettolosamente in una buca per far credere ad un loro trasferimento a [[Carpi]], in attesa della [[deportazione]] definitiva nel [[Germania nazista|Reich]]): verranno ricordati come i "Martiri di Pizzocalvo"<ref>{{Cita web |url=https://www.storiaememoriadibologna.it/eccidio-di-pizzocalvo-58-evento |titolo=Eccidio di Pizzocalvo |autore=Nazario Sauro Onofri |sito=Storia e memoria di Bologna |lingua=it |accesso=2 aprile 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150518150945/http://www.storiaememoriadibologna.it/eccidio-di-pizzocalvo-58-evento |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1944/contadini_uccisi_a_pizzocalvo |titolo=Eccidio di Pizzocalvo, 3 luglio 1944 |accesso=29 dicembre 2022 |https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1944/contadini_uccisi_a_pizzocalvo |Eccidio di Pizzocalvo, 3 luglio 1944 |29 dicembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://storiedimenticate.wordpress.com/2012/07/03/la-strage-di-pizzocalvo/#more-1281 |titolo=''La strage di Pizzocalvo'' |accesso=10 maggio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150518234708/https://storiedimenticate.wordpress.com/2012/07/03/la-strage-di-pizzocalvo/#more-1281 |urlmorto=no}}</ref><ref>Werther Romani e Mauro Maggiorani, ''Guerra e Resistenza a San Lazzaro di Savena'', Edizioni Aspasia, San Giovanni in Persiceto, 2000</ref>. Per commemorarli, sul luogo dell'eccidio fu loro dedicata una lapide (il 3 luglio del 1946) ed eretta una [[stele]] (quest'ultima dello scultore Luigi Mattei).
Nella giornata del 15 aprile 1945<ref name="parrocchiasanlazzaro.it">{{Cita web |url=http://www.parrocchiasanlazzaro.it/?page_id=753 |titolo=Storia della chiesa di S. Lazzaro |accesso=5 aprile 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407083226/http://www.parrocchiasanlazzaro.it/?page_id=753 |urlmorto=no}}</ref>, un massiccio bombardamento degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] (ad opera della 15ª Forza Aerea degli Stati Uniti e nell'ambito delle operazioni ''[[Operazione Craftsman|Craftsman]]'' e ''[[Operazione Wowser|Wowser]]''<ref>[http://www.pdsanlazzaro.it/wp-content/uploads/2014/04/uscita4-2014web.pdf ''15 aprile 1945, una tragica domenica''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140503170019/http://www.pdsanlazzaro.it/wp-content/uploads/2014/04/uscita4-2014web.pdf |data=3 maggio 2014 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>) portò la devastazione sul territorio comunale.
La città fu liberata ufficialmente dal [[nazifascismo]], il [[storia di Bologna#La seconda guerra mondiale e il dopoguerra|21 aprile del 1945]], con l'arrivo delle [[Alleati della seconda guerra mondiale|truppe alleate]] della 3ª Divisione Fucilieri dei Carpazi del [[II Corpo polacco]]<ref name="autogenerato27" /><ref>Pier Luigi, Letizia e Gianni Marchesini, ''Maria Trebbi, una vita per San Lazzaro'', Gianni Marchesini Editore, San Lazzaro di Savena, 2009, pp. 37 e 48</ref> (nel [[2017]], in occasione del 70º anniversario della [[Anniversario della liberazione d'Italia|Liberazione]], il [[Ministero della difesa]] ha conferito 26 "Medaglie della Liberazione" ad altrettanti ex partigiani sanlazzaresi<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/comunicazione/notizie/consegnate-le-medaglie-della-liberazione-agli-ex-partigiani |titolo=''Consegnate le medaglie della Liberazione agli ex partigiani'' |accesso=22 luglio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170811080021/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/comunicazione/notizie/consegnate-le-medaglie-della-liberazione-agli-ex-partigiani |urlmorto=no}}</ref>).
Alfredo Nadalini fu il primo sindaco socialista di San Lazzaro di Savena dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale Emilia-Romagna (CLNER) il 21 aprile 1945 e riconfermato nelle prime libere elezioni del 1946, fino al 1950. Militò nella 62ª brigata Camicie Rosse Garibaldi e operò sull’Appennino tosco-emiliano. Fu dunque riconosciuto come partigiano dal 1º maggio 1944 alla Liberazione.
[[File:BolognaPolCmWoj7sie2011.JPG|thumb|left|[[Cimitero militare polacco di Bologna|Cimitero militare polacco]] (al confine tra Bologna e San Lazzaro di Savena), ove riposano i soldati del Secondo corpo polacco]]
Conclusosi il conflitto, la città aveva subito vittime fra civili, partigiani e caduti sui campi di battaglia; il 65% degli edifici sul suo territorio risultavano rasi al suolo o fortemente danneggiati<ref>[http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/la-tua-citta/san-lazzaro-e...-cultura/resistenza-monumenti-che-parlano/la-resistenza-a-san-lazzaro ''La Resistenza a San Lazzaro''] {{Webarchive|url=https://archive.is/20150510154529/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/la-tua-citta/san-lazzaro-e...-cultura/resistenza-monumenti-che-parlano/la-resistenza-a-san-lazzaro |date=10 maggio 2015 }}{{Cita web |url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/la-tua-citta/san-lazzaro-e...-cultura/resistenza-monumenti-che-parlano/la-resistenza-a-san-lazzaro |titolo=La Resistenza a San Lazzaro |autore=Mauro Maggiorani |sito=Comune di San Lazzaro di Savena |accesso=23 giugno 2020 |urlarchivio=https://archive.is/20150510154529/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/la-tua-citta/san-lazzaro-e...-cultura/resistenza-monumenti-che-parlano/la-resistenza-a-san-lazzaro }}</ref> (con un novero di sfollati pari a {{formatnum:5500}} unità circa), le infrastrutture-chiave quali ponti, acquedotti, linee telefoniche ed elettriche erano state abbattute o notevolmente colpite, come gran parte delle costruzioni scolastiche; le coltivazioni erano devastate, senza contare la presenza di estese zone in cui erano state posate [[Mina terrestre|mine]]<ref name="autogenerato27" />.
Dopo la ricostruzione postbellica, arrivò l'espansione edilizia degli anni settanta, iniziata negli anni cinquanta e proseguita negli anni novanta, fino ai giorni nostri, che ha fatto del comune una sorta di sobborgo residenziale di Bologna<ref>{{Cita web |url=http://www.treccani.it/enciclopedia/san-lazzaro-di-savena/ |titolo=''San Lazzaro di Savena'' |accesso=29 agosto 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150612152849/http://www.treccani.it/enciclopedia/san-lazzaro-di-savena/ |urlmorto=no}}</ref>. San Lazzaro di Savena risulta essere uno dei comuni più popolosi della provincia bolognese (il quarto per popolazione residente: conta oltre {{formatnum:30000}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/>). Le origini di tale progetto espansivo sono ancora visibili, ad esempio, grazie al preciso impianto urbanistico della zona denominata Ponticella, la quale fu riqualificata dalla famiglia Brizzi-Nuccorini. Il complesso residenziale che è possibile osservare ancora oggi, sorse prevalentemente sui campi di proprietà di tale famiglia, la quale suddivise nel tempo i terreni circostanti la storica villa accanto al Savena, dando origine a strade e nuovi [[Isolato|isolati]]. Le vie sono rimaste invariate e seguono ancora la disposizione geometrica definita all'epoca.
San Lazzaro è sede di industrie, dislocate in buona parte nella frazione La Cicogna, un insediamento artigianale-industriale nato negli anni settanta.
Oltre agli agglomerati urbani nei dintorni della via Emilia (San Lazzaro-capoluogo, La Cicogna, Idice, La Campana), ne esistono alcuni lungo la valle del fiume Idice (Castel de' Britti), del fiume Savena (Trappolone e Ponticella) e lungo la valle del [[Zena (torrente)|torrente Zena]] (nel Farneto).
=== Simboli ===
[[File:San Lazzaro di Savena-Stemma.png|thumb|upright=0.5|Stemma comunale di San Lazzaro di Savena]]
Lo stemma di San Lazzaro di Savena è del tipo [[scudo svizzero]], [[Inquartato|separato in quattro parti]]: la prima, smaltata di bianco, reca la figura di un ponte ad un arco sormontato da quattro sirene sopra ad altrettante colonne, il tutto su di un fiume azzurro; il secondo e il terzo quarto sono tinti di verde e recano il [[Motto#Motti, divise, imprese e gridi di guerra negli stemmi|motto]] in oro "<small>LIBERTAS</small>", posto in [[Banda (araldica)|banda]]; l'ultimo quarto (su sfondo bianco) reca la figura di san Lazzaro seduto, con una veste azzurra e un cane accucciato alla sua sinistra. Lo scudo è sormontato da una lupa che allatta [[Romolo e Remo]]. Lo stemma è completato da [[Ornamenti esteriori dello scudo#Corona murale|ornamenti esteriori di città]] e da una doppia fronda d'[[laurus nobilis|alloro]] in [[decusse]], che lo chiude verso il basso<ref>Bollettino Ufficiale della Consulta Araldica del Regno</ref>.
Nel primo quarto, è raffigurato il
Lo stemma comunale<ref>Giorgio Ognibene, ''San Lazzaro Comune Democratico'', A.P.E., Bologna, 1975.</ref><ref>Piero Guelfi Camajani, ''Dizionario araldico'', Hoepli, Milano, 1897.</ref> fu disegnato nel 1851, su richiesta dello [[Stato
Il gonfalone è un drappo di bianco.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona di
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
| motivazione = Decreto del Presidente della Repubblica
| data = 17 settembre 2001<ref name="autogenerato10" /><ref name="ACSFascCom">{{Cita web |url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?2677 |titolo=San Lazzaro di Savena, decreto 1937-04-07 DCG, riconoscimento di stemma |sito=Archivio Centrale dello Stato - Ufficio araldico - Fascicoli comunali |accesso=7 marzo 2022}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/san-lazzaro-di-savena/?section=stemma |titolo=Città di San Lazzaro di Savena (BO) |accesso=8 dicembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161220153153/http://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/san-lazzaro-di-savena/?section=stemma |urlmorto=no}}</ref><ref>Il titolo di città al comune di San Lazzaro è stato conferito, ai sensi dell'art. 18 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con [https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Titolo_di_citt%C3%A0_a_San_Lazzaro_di_Savena.JPG?uselang=it decreto del Presidente della Repubblica del 17 settembre 2001] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150402235801/https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Titolo_di_citt%C3%A0_a_San_Lazzaro_di_Savena.JPG?uselang=it |data=2 aprile 2015 }} non riportante numero.</ref>
}}
{{Onorificenze|immagine= Merito civile silver medal BAR.svg|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al merito civile
|collegamento_onorificenza = Valor civile
|motivazione=Dal 1944 al 1945 il Comune fu colpito da diversi bombardamenti che causarono un elevato numero di vittime sia partigiane che civili. Inoltre, a partire dal 1943, il Comune ospitò molti sfollati. Esempio di generoso altruismo e di profonda umanità. 1943/1945 - San Lazzaro di Savena (BO) |data=20 aprile 2022<ref>{{cita testo|url= https://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg=23A0545700000010110005&dgu=2023-10-17&art.dataPubblicazioneGazzetta=2023-10-17&art.codiceRedazionale=23A05457&art.num=1&art.tiposerie=SG |titolo= Medaglie al valore e merito civile 2022 |p= 23 |rivista= Supplemento ordinario n. 35 alla Gazzetta Ufficiale |numero= 243 }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.comune.sanlazzaro.bo.it/argomenti/accesso-allinformazione/medaglia-dargento-al-valore-civile|titolo=Medaglia d'Argento al Valore Civile|accesso=15 giugno 2024|sito=Comune di San Lazzaro di Savena}}</ref>}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa di San Lazzaro ====
{{vedi anche|Chiesa di San Lazzaro (San Lazzaro di Savena)}}
La [[chiesa di San Lazzaro (San Lazzaro di Savena)|chiesa di San Lazzaro]] è la principale parrocchia comunale.
L'originaria cappella duecentesca si trovava nell'area oggi occupata dal municipio, adiacente all'antico [[Lazzaretto|lebbrosario]], e fu elevata a parrocchia nel 1924. Distrutta da un bombardamento aereo durante la [[seconda guerra mondiale]], la chiesa fu ricostruita nella posizione attuale in piazza Bracci, fra il 1946 e il 1949, su progetto degli ingegneri Ferruccio Maglioni e Rodolfo Bettazzi.
Nel retro della chiesa, nel 1962, venne fatta costruire la "Casa per giovani lavoratori" (in seguito denominata "Pensione Savena"), ovvero un alloggio economico per i meno abbienti, e fu approntata anche una mensa popolare<ref name="parrocchiasanlazzaro.it" /> (entrambe le attività furono chiuse il 30 giugno 2014<ref>[http://www.parrocchiasanlazzaro.it/wp-content/uploads/2014/07/BANNER.pdf ''Parrocchia di San Lazzaro di Savena''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150106002909/http://www.parrocchiasanlazzaro.it/wp-content/uploads/2014/07/BANNER.pdf |data=6 gennaio 2015 }} [[PDF]]</ref>).
==== Altre chiese ====
; Chiesa di San Francesco d'Assisi: Struttura moderna in zona San Lazzaro capoluogo, la cui costruzione è terminata fra il 1992 e il 1993<ref>{{Cita web |url=http://www.parrocchiasfrancesco.it/?page_id=728 |titolo=''La Chiesa Nuova'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419191246/http://www.parrocchiasfrancesco.it/?page_id=728 |urlmorto=no}}</ref> e dotata di un grande [[Organo (strumento musicale)|organo]] a {{formatnum:1275}} canne<ref>[http://www.parrocchiasfrancesco.it/wp-content/uploads/2012/12/impaginazione-organodef.pdf ''Inaugurazione del nuovo organo''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150419185139/http://www.parrocchiasfrancesco.it/wp-content/uploads/2012/12/impaginazione-organodef.pdf |data=19 aprile 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.organiantichi.org/organi/slazzaro.html |titolo=''San Lazzaro di Savena - Chiesa parrocchiale di San Francesco d'Assisi'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150304024545/http://www.organiantichi.org/organi/slazzaro.html |urlmorto=no}}</ref>.
; Chiesa di San Luca Evangelista: Piccola chiesa in località La Cicogna.
[[File:Chiesa S Francesco d'Assisi a S Lazzaro di Savena.jpg|thumb|upright=1.0|Chiesa di San Francesco d'Assisi]]
; Chiesa della Sacra Famiglia: Chiesetta a pianta ottagonale (su modello della Chiesa della Madonna delle Apparizioni di [[Pellestrina]]<ref>Padre Gabriele Digani, ''L'opera di Padre Marella a trent'anni dalla morte del fondatore'', Fraternità Cristiana di Padre Marella Città dei Ragazzi - Onlus, San Lazzaro di Savena, 1999, p. 26</ref>), sita nella frazione La Cicogna (e nel cuore della comunità "Città dei Ragazzi", un'[[associazione laicale]]), nella cui [[cripta]], dal 1980<ref>Padre Gabriele Digani, ''L'opera di Padre Marella a trent'anni dalla morte del fondatore'', Fraternità Cristiana di Padre Marella Città dei Ragazzi - Onlus, San Lazzaro di Savena, 1999, p. 10</ref>, sono custodite le spoglie del [[beato]] Don [[Olinto Marella]] (chiamato Padre Marella)<ref>{{Cita web |url=http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/03/28/865592-padre-marella-beatificazione-decreto-papa-francesco.shtml |titolo=''Un altro passo verso la beatificazione di Padre Marella'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419185809/http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/03/28/865592-padre-marella-beatificazione-decreto-papa-francesco.shtml |urlmorto=no}}</ref>, fondatore dell'omonima [[Opera Padre Marella]]<ref>{{Cita web |url=http://www.operapadremarella.it/chiese/chiesa-san-lazzaro.html |titolo=''San Lazzaro di Savena (BO) Località Cicogna via dei Ciliegi 1'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419203517/http://www.operapadremarella.it/chiese/chiesa-san-lazzaro.html |urlmorto=sì}}</ref>.
; Chiesa di Santa Maria Assunta di Caselle: Chiesa collocata in zona centrale del territorio sanlazzarese.
; Chiesa di Santa Maria Assunta e San Gabriele dell'Addolorata: Chiesa sita in località Idice<ref>[http://www.parrocchiaidice.it/?page_id=60 ''La parrocchia''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304122118/http://www.parrocchiaidice.it/?page_id=60 |data=4 marzo 2016 }}</ref>.
; Chiesa di Sant'Agostino: Chiesa situata nella frazione di Ponticella<ref>[http://santagostinoponticella.altervista.org/''Parrocchia Sant'Agostino''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150419190559/http://santagostinoponticella.altervista.org/ |data=19 aprile 2015 }}</ref>, costruita nel 1959 e un tempo al servizio di un collegio di [[Suore adoratrici ancelle del Santissimo Sacramento e della carità]]; fu elevata a parrocchia nel 1967<ref>{{Cita web |url=https://savenaidice.wordpress.com/2014/07/01/domani-2-luglio-le-esequie-di-don-luciano-prati/ |titolo=''Domani 2 luglio le esequie di don Luciano Prati'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140917204538/http://savenaidice.wordpress.com/2014/07/01/domani-2-luglio-le-esequie-di-don-luciano-prati/ |urlmorto=no}}</ref>.
; Chiesa di San Giovanni Battista: Chiesa collocata in frazione Colunga, l'antica chiesa è traccia della [[civiltà villanoviana]] sul territorio, conserva infatti al suo interno una [[fonte battesimale]] che era un granaio di quell'epoca. Documentazione parrocchiale fa risalire la costruzione dedicata a [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]] agli esordi del 1300. La "nuova" chiesa è stata invece edificata un secolo fa sopra a quella piccola preesistente (il nucleo originario fu ridotto a cappella) e possiede una facciata con elementi decorativi realizzati sia per il [[Portale (architettura)|portale]], che per il sovrastante finestrone, oltre a un [[Timpano (architettura)|timpano]] triangolare. Il campanile è formato da una grande [[guglia]] e da altre quattro angolari (di dimensioni minori). La parrocchia, al suo interno possiede quattro colonne di [[ordine ionico]] poste a sostegno della volta dell'[[altare maggiore]] (al centro del quale è presente un quadro, attribuito al pittore [[Giacomo Cavedone]]: ''La Natività di San Giovanni Battista''). Nelle cappelle trovano spazio l'antica fonte battesimale, un quadro sulla [[crocifissione di Gesù]] (attribuito alla [[Tiziano|scuola del Tiziano]]), un altro sul [[Sacro Cuore di Gesù]], un terzo dedicato a [[Rita da Cascia|Santa Rita]], un simulacro della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] (opera questa dello scultore cremonese Francesco Riccardo Monti) e quindici piccoli quadri che rappresentano i misteri del [[Rosario|Santo Rosario]] (della [[Carracci|scuola del Carracci]])<ref>{{Cita web |url=http://icozzano.scuole.bo.it/ozzano/luoghi/mappa4/luogo109.htm |titolo=''Chiesa di S. Giovanni Battista di Colunga'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419184324/http://icozzano.scuole.bo.it/ozzano/luoghi/mappa4/luogo109.htm |urlmorto=no}}</ref>.
; Chiesa di San Lorenzo del Farneto: Edificata nel 1733 (il campanile è invece anteriore, 1500), al suo interno è collocata un'opera del [[XVII secolo]] di un artista della [[Guido Reni|scuola di Guido Reni]], che rappresenta Gesù crocifisso, affiancato dai [[San Lorenzo|Santi Lorenzo]] e [[Santa Lucia|Lucia]]. È presente anche il dipinto della Madonna della Cintura con [[Bambino Gesù|Gesù bambino]]<ref>[http://www.selenitebo.it/documenti/Itinerari_Narranti_Parco.pdf ''La Buca di Gaibola''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150419192106/http://www.selenitebo.it/documenti/Itinerari_Narranti_Parco.pdf |data=19 aprile 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>, al cui culto viene annualmente dedicata la ''Festa della Madonna della Cintura'', per la [[Grazia (teologia)|grazia]] ricevuta dagli abitati del Farneto, nel corso dell'[[Storia del colera#Epidemia del 1854-55|epidemia di colera del 1855]], dalla quale uscirono senza registrare decessi<ref>{{Cita web |url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/devozioni/mariana/cintura/farneto.html |titolo=''La devozione alla Madonna della Cintura: Farneto'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419185514/http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/devozioni/mariana/cintura/farneto.html |urlmorto=no}}</ref>.
; Chiesa e Abbazia di Santa Cecilia della Croara: Il complesso (che sorge a sud del comune, precisamente nella frazione Croara), faceva parte di un antico [[Ordine di San Benedetto|monastero benedettino]]<ref name="autogenerato29">[http://www.parks.it/parco.gessi.bolognesi/PDF/05.Concerti.Tramonto.pdf ''Chiesa di Santa Cecilia Croara''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924064754/http://www.parks.it/parco.gessi.bolognesi/PDF/05.Concerti.Tramonto.pdf |data=24 settembre 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref> e nei secoli raggiunse un notevole potere economico e prestigio religioso<ref name="autogenerato31">{{Cita web |url=http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_17573_12 |titolo=''Interrogazione a risposta scritta 4/17573 presentata da Morselli Stefano (Alleanza Nazionale) in data 19960109'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419185936/http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_17573_12 |urlmorto=no}}</ref>. Il più datato documento ufficiale che faccia menzione dell'abbazia, risale al 1095<ref name="autogenerato31" />, tuttavia è possibile che l'edificio sia più antico<ref>{{Cita web |url=http://www.prolocoemiliaromagna.it/abbazia-di-santa-cecilia-della-croara/ |titolo=''Abbazia di Santa Cecilia della Croara: Patrimonio dell'Umanità'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419205215/http://www.prolocoemiliaromagna.it/abbazia-di-santa-cecilia-della-croara/ |urlmorto=no}}</ref>. Il complesso (un tempo anche sede del [[museo della preistoria Luigi Donini]]), contiene opere come una [[Via Crucis]] (in cotto e del XVII secolo), due effigi create da [[Giovanni Andrea Donducci]], detto il "Mastelletta" (uno su Santa Cecilia e l'altro raffigurante [[San Girolamo]]), un dipinto riconducibile alla scuola di Guido Reni, avente come soggetto [[Antonio di Padova|Sant'Antonio di Padova]], una statua in cotto appartenente al XV secolo, che riproduce l'immagine di Santa Cecilia e una [[pala d'altare]] con Gesù bambino, attribuito al pittore bolognese [[Annibale Carracci]]<ref>{{Cita web |url=http://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/30241RTP0500/M/25591RTP0404 |titolo=''Abbazia di Santa Cecilia della Croara'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419192807/http://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/30241RTP0500/M/25591RTP0404 |urlmorto=no}}</ref>. Nel 1977 è stato restaurato l'antico organo a canne, usando il materiale del vecchio organo ottocentesco e riportandolo all'antico splendore.<br />
:Nel 2005<ref>{{Cita web |url=http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=15631 |titolo=''L'ex abbazia di Santa Cecilia diventa monumento dell'Unesco'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419185941/http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=15631 |urlmorto=no}}</ref> l'abbazia ha ricevuto dai [[Club UNESCO]] il riconoscimento di "Patrimonio per la cultura di pace"<ref>{{Cita web |url=http://unesco.bo.it/ |titolo=''Centro UNESCO Bologna'' |accesso=19 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419185236/http://unesco.bo.it/ |urlmorto=no}}</ref>.
[[File:Madonna dei Boschi (San Lazzaro di Savena) abc1.jpg|thumb|L'oratorio della Madonna dei Boschi, nel [[Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa|parco dei gessi]] ]]
; Oratorio della Madonna dei Boschi alla Croara: L'oratorio della Madonna dei Boschi è una piccola cappella sita all'interno di un bosco della Croara, finita di costruire nel 1630 e appartenente dal 1647 all'Abbazia di Santa Cecilia. Eretta dagli abitanti della Croara e di [[Pianoro (Italia)#Rastignano|Rastignano]] per rendere grazie alla Madonna d'esser scampati alla [[peste del 1630]], è stata restaurata nel 1998<ref>Gianni Grillini, ''Oratorio della Madonna dei Boschi'', articolo di «In Piazza San Lazzaro», giugno-luglio 2016, anno 39, n. 2, p. 21</ref>. Il poeta [[Enrico Panzacchi]] dedicò la lirica intitolata ''La Leggenda'' alla Madonna dei Boschi<ref>[http://www.selenitebo.it/documenti/Itinerari_Narranti_Parco.pdf ''La leggenda della Madonna dei Boschi''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150419192106/http://www.selenitebo.it/documenti/Itinerari_Narranti_Parco.pdf |data=19 aprile 2015 }} p.12 [[PDF]]</ref>.
; Chiesa di
=== Architetture civili ===
Il territorio di San Lazzaro di Savena è disseminato di ville patrizie e palazzi storici, edificazioni di campagna degne di nota dal punto di vista architettonico e per la rilevanza delle famiglie nobiliari che le hanno commissionate.
==== Villa Bellaria ====
''Villa Bellaria'' è una costruzione cinquecentesca<ref>[http://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/27551RTP0400/M/25201RTP0404 ''San Lazzaro di Savena'']</ref>. Già della famiglia dei Malvasia, andò in proprietà ai [[Pepoli]], poi ai Boschi ed ai Mondani-Coltelli, quindi, all'azienda [[Furla]]. Attorno alla villa, nel corso del tempo furono [[Espropriazione per pubblica utilità|espropriati]] diverse porzioni di terreno per consentire, negli anni venti, il collegamento del vicino [[ospedale Bellaria]] alla viabilità ordinaria e, in tempi recenti, per ragioni generali di assetto urbanistico<ref>[http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2013/25-settembre-2013/espropriato-pezzo-villa-furla-macciantelli-li-serve-rotonda--2223287738694.shtml?refresh_ce-cp ''Espropriato un pezzo di Villa Furla. Macciantelli: Lì serve una rotonda'']</ref>.
Negli anni della seconda guerra mondiale ''Villa Bellaria'' fu requisita al fine d'essere convertita a [[Centro elaborazione dati|centro meccanografico]] di un istituto bancario, poi trasformata negli ambienti redazionali del quotidiano [[L'Avvenire d'Italia]], quindi subì, come tutta San Lazzaro, l'occupazione tedesca. Fu anche sottoposta a bombardamenti alleati.
Rimangano poche testimonianze dell'originale verde della proprietà, in quanto, per via dell'inverno ostile occorso fra il 1944-1945, una parte degli alberi fu abbattuta ad uso di riscaldamento. Il giardino ha avuto un parziale ripristino postbellico e, negli anni novanta (a seguito dell'acquisizione della società Furla), un restauro approfondito con la consulenza del paesaggista [[Paolo Pejrone]])<ref>Mimma Pallavicini, ''Per difendere una forma. Il giardino Furla'', «[[Gardenia (periodico)|Gardenia]]», 2000</ref>.
==== Villa Brizzi-Nuccorini ====
''Villa Brizzi'' è un antico edificio settecentesco sito al centro della frazione Ponticella (un tempo area agricola della famiglia Brizzi, proprietaria dei terreni circostanti). Nel corso dell'Ottocento, vennero ospitati anche personaggi illustri e rimase residenza estiva fino ai bombardamenti che colpirono pesantemente la villa (sede del comando tedesco), verso la fine della Seconda Guerra mondiale. Nel 1950 gli eredi la ricostruirono con la stessa volumetria precedente, senza però restaurare gli affreschi che la caratterizzavano internamente ed esternamente. Solo verso gli anni '80, la famiglia Nuccorini vendette la villa ed il comune espropriò il parco secolare rimanente, convertendolo in parco pubblico.
==== Villa Cicogna ====
{{vedi anche|Villa Cicogna}}
[[File:VillaCicogna.jpg|thumb|left|Villa Cicogna]]
[[Villa Cicogna]] (o ''Villa Boncompagni alla Cicogna'') è una residenza [[XVI secolo|cinquecentesca]] situata nella frazione La Cicogna, lungo la via Emilia. È considerata uno degli ultimi lavori dell'architetto [[Jacopo Barozzi da Vignola|Jacopo Barozzi]] e, sebbene incompiuta, è uno dei primi esempi del "periodo aureo" per le ville bolognesi di campagna.<ref name="autogenerato1">{{Cita web |url=http://www.kaleidosmusica.it/template.php?pag=12020 |titolo=''Villa Boncompagni alla Cicogna - S. Lazzaro di Savena'' |accesso=15 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150215183840/http://www.kaleidosmusica.it/template.php?pag=12020 |urlmorto=sì}}</ref>
L'edificio fu commissionato dal marchese [[Giacomo Boncompagni (politico)|Giacomo Boncompagni]], figlio di [[Papa Gregorio XIII|Ugo Boncompagni]] (poi [[papa Gregorio XIII]]).<ref>{{Cita web |url=http://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/30251RTP0200/M/25621RTP0404 |titolo=''Villa Cicogna'' |accesso=15 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150215195456/http://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/30251RTP0200/M/25621RTP0404 |urlmorto=no}}</ref> Nei secoli appartenne a famiglie aristocratiche quali i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], i [[Pepoli]], i [[Paleotti]] e gli [[Aldrovandi (famiglia)|Aldrovandi]], e più recentemente a società private. All'interno custodisce stucchi e affreschi, fra cui un ciclo di tempere su parete (in parte perdute) di [[Carlo Lodi]] e [[Antonio Rossi (pittore)|Antonio Rossi]].<ref name="autogenerato1" /> La villa si trova immersa in un parco, in parte pubblico, ed è collegata alla via Emilia da un lungo viale alberato.
{{Approfondimento
|larghezza = 320px
|allineamento = destra
|titolo = La colonia elioterapica Assunta Panterna
|dim-testo = 90%
|contenuto = [[File:Colonia Elioterapica Assunta Panterna San Lazzaro di Savena.jpg|thumb]]
La [[Colonia climatica|colonia elioterapica]] "Assunta Panterna"<ref>[http://clueb.it/wp-content/uploads/2015/05/Quaderni_del_Savena_13_2013.pdf ''Quaderni del Savena», n. 13/2013''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150927185957/http://clueb.it/wp-content/uploads/2015/05/Quaderni_del_Savena_13_2013.pdf |data=27 settembre 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>, fu inaugurata nell'estate del [[1942]] vicino al torrente Idice (nell'odierna via Ca' Bassa) come consolidamento di una precaria installazione fluviale preesistente dei primi del Novecento e su impulso del partito fascista locale. L'edificio (dall'architettura circolare, progettata dall'ingegnere [[Mario Agnoli]]<ref>[http://www.pdsanlazzaro.it/wp-content/uploads/2012/06/giugno2012-2.pdf ''Sulle tracce della vecchia colonia elioterapica di Idice''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150615015102/http://www.pdsanlazzaro.it/wp-content/uploads/2012/06/giugno2012-2.pdf |data=15 giugno 2015 }}[[Portable Document Format|PDF]]</ref>) fu il frutto d'una donazione alla [[Gioventù italiana del littorio]] da parte del [[ordine della Corona d'Italia|commendatore]] Pompeo Panterna (in memoria della defunta consorte, Assunta Gruppi). La colonia estiva accoglieva ragazzi che vi trascorrevano periodi di [[fototerapia|cure elioterapiche]] o vacanze. Nel 1943, venne requisita prima dal [[6º Reggimento bersaglieri]] del [[Regio Esercito]], quindi da [[Operazione Achse|truppe di occupazione tedesche]], per allocarvi una stazione radio dell'[[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche|Ente Italiano Audizioni Radiofoniche]], avente funzione d'interferenza delle [[Radio Londra|trasmissioni radiofoniche degli Alleati rivolte alla Resistenza partigiana]]<ref>[http://www.radiomarconi.com/marconi/colonia/colonia.html ''Dalle rive dell'Idice i nazisti oscuravano Radio Londra''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150423192614/http://www.radiomarconi.com/marconi/colonia/colonia.html |data=23 aprile 2015 }} "Vincenzo Branà, ''Il Domani di Bologna''"</ref>. Proprio le forze alleate ne fecero a più riprese un bersaglio fino a raderla al suolo nelle incursioni aeree del 1944-1945<ref>{{Cita web |url=http://www.radiomarconi.com/marconi/idice.html |titolo=''Stazione radiofonica di Idice - San Lazzaro di Savena (Bo)'' |accesso=13 giugno 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150318010858/http://www.radiomarconi.com/marconi/idice.html |urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.radiomarconi.com/marconi/colonia/colonia1.html |titolo=''Dalle rive dell'Idice i nazisti oscuravano Radio Londra'' |accesso=13 giugno 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924084238/http://www.radiomarconi.com/marconi/colonia/colonia1.html |urlmorto=sì}}</ref><ref>''Dalle rive dell'Idice i nazisti oscuravano Radio Londra'', «Il Domani di Bologna», 11 gennaio 2006</ref>.
}}
==== Villa Dolfi-Ratta ====
La villa nobiliare ''Dolfi-Ratta'' (o ''Castello Dolfi-Ratta''), un tempo conosciuta anche come ''Villa Bosdari''<ref>{{Cita web |url=http://www.villadolfiratta.it/index.html |titolo=''Castello Dolfi Ratta'' |accesso=6 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140806195459/http://www.villadolfiratta.it/index.html |urlmorto=no}}</ref>, collocata nella periferia sanlazzarese, era originariamente circondata da [[Merlo (architettura)|mura merlate]] che, connesse a due torri prospicienti l'edificio principale, creavano un aspetto d'insieme similare a quello di un castello<ref name="autogenerato9">{{Cita web |url=http://www.villadolfiratta.it/PreView_6-Storia.htm |titolo=''La Storia: da ieri a oggi'' |accesso=6 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140806195444/http://www.villadolfiratta.it/PreView_6-Storia.htm |urlmorto=no}}</ref>: in effetti, il complesso, risalente ad epoca [[xV secolo|quattrocentesca]], era un lazzaretto e la sua struttura fortificata era stata studiata per assolvere sia a funzioni sanitarie, che difensive verso il [[brigantaggio]]<ref name="autogenerato30">{{Cita web |url=https://www.amicidelleacque.org/luoghi-e-storia/|titolo=''Villa Dolfi-Ratta'' |accesso=19 gennaio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150425215813/http://www.amicidelleacque.org/luoghi-e-storia/ |urlmorto=no}}</ref>.
La villa, nel [[XVI secolo]] passò alla ricca famiglia [[Pavia|pavese]] dei Parati (in un antico dipinto custodito in una cappella che apparteneva al [[Cavalleria medievale|cavaliere]] Parati, sita nella [[Chiesa di Santa Maria della Misericordia (Bologna)|Chiesa di Santa Maria della Misericordia a Bologna]], è possibile scorgere l'edificio fortificato<ref name="autogenerato30" />). In seguito, la proprietà giunse ai [[Grassi (famiglia bolognese)|conti Grassi]]<ref name="autogenerato24">{{Cita web |url=http://www.castellodolfiratta.it/villa/ |titolo=''La Villa'' |accesso=6 aprile 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150812104551/http://www.castellodolfiratta.it/villa/ |urlmorto=no}}</ref>, quindi a quelli Pallotta i quali, nel 1730, la vendettero al marchese Ludovico Ratta. Nell'ultima parte del [[XVIII secolo]], la marchesa Maria Dolfi-Ratta (ereditata la struttura), ordinò alcune significative revisioni architettoniche, facendo tra l'altro atterrare le mura difensive. Eleonora Dolfi-Ratta, nel 1891 lasciò in eredità la dimora a sua nipote Eleonora Agucchi Legnani, sposa del conte [[Bosdari|Girolamo De Bosdari]]. All'inizio degli [[anni 1960|anni sessanta]] del [[XX secolo|Novecento]], gli eredi del conte De Bosdari cedettero la villa alla famiglia di imprenditori Borsari, i quali vendettero (nel 1977) agli immobiliaristi Marzaduri<ref name="autogenerato9" />.
Intersecante un parco secolare (esteso oltre 180 000 m² e includente anche [[giardino#Il giardino all.27italiana|giardini all'italiana]] che accolgono una fauna composita: caprioli, daini, tassi, pavoni, pappagalli, fagiani e lepri), un lungo doppio viale funge da accesso alla ''Villa Dolfi-Ratta''. L'edificio, di oltre 1 200 m² (che in tempi moderni ha subito un restauro durato 10 anni) è formato da un corpo centrale e dalle due torri laterali d'avamposto sopraccitate. L'ingresso è costituito da una ampia [[loggia]] con [[volta a botte]] ornata da affreschi rappresentanti scene di respiro mitologico. L'interno è corredato di decorazioni in [[Storia dell'arredamento#Verso il neo-classicismo|stile Luigi XVI]] e tempere raffiguranti rovine<ref name="autogenerato24" />. Nella proprietà si trovano anche un [[auditorium]], una cappella privata approntata nel 1777<ref name="autogenerato24" /> e abbellita da stucchi (situata nella torre di levante) e un'antica conserva.
Villa storica, parco e giardini sono utilizzati parzialmente per varie tipologie di eventi mondani.
==== Villa Pepoli ====
In località La Mura San Carlo vi è ubicata ''Villa Pepoli'' (o ''Villa San Camillo'' ed ex ''Villa Seminario''), costruita dalla famiglia nobiliare bolognese dei [[Pepoli]] alla fine del [[XVII secolo]]. La villa (era soprannominata "il serraglio", in quanto aveva una recinzione per via della numerosa e varia fauna tenuta al suo interno), passò poi ai Legnani, quindi ai Bovi e alla famiglia dei Bonora. Nel 1862<ref>{{Cita web |url=http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/15907 |titolo=''FANT 0301 - Farneto (San Lazzaro di Savena), località La Mura: porta castellana dell'antica villa Pepoli'' |accesso=1º novembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304124948/http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/15907 |urlmorto=no}}</ref> fu del Seminario Arcivescovile di Bologna (il quale fece eseguire modifiche strutturali all'unico corpo centrale dello stabile, aggiungendo due ali). Divenne luogo di villeggiatura per [[seminaristi]] fino al 1933, quando, per volere del cardinale [[Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano|Nasalli Rocca]], fu ufficialmente inaugurato come ospizio (il ''San Camillo'').
Durante la seconda guerra mondiale ''Villa Pepoli'' fu lesa seriamente, ma questo non impedì d'accogliere sfollati. Dal 1962 al 1973 la sua [[destinazione d'uso]] mutò in studentato teologico e successivamente in ospedale. Attualmente la tenuta ospita locali dell'Azienda USL di Bologna<ref name="ReferenceA">[http://www.centroannalenatonelli.it/pdf/CasaAnnalena_A2N1.pdf ''San Camillo, una storia infinita''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150923201814/http://www.centroannalenatonelli.it/pdf/CasaAnnalena_A2N1.pdf |data=23 settembre 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>.
==== Villa Rodriguez ====
''Villa Rodriguez'' edificata nel 1855 sulla via Emilia, era la residenza estiva della famiglia Rodriguez (di origine spagnola), e fu destinata dalla marchesa bolognese Laura Bevilacqua Ariosti (vedova del marchese Annibale Rodriguez y Laso De' Buoi, deceduto nel 1901) all'istituzione di un convalescenziario per donne non abbienti.
L'inaugurazione dell'istituto avvenne nel 1932. Nel 1943 l'[[Ospedale Maggiore di Bologna]] fu quasi completamente abbattuto da un bombardamento nel corso della seconda guerra mondiale<ref>{{Cita web |url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1943/disastroso_bombardamento_sul_centro_cittadino |titolo=Disastroso bombardamento sul centro cittadino, 24 luglio 1943 |accesso=29 dicembre 2022 |https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1943/disastroso_bombardamento_sul_centro_cittadino |Disastroso bombardamento sul centro cittadino, 24 luglio 1943 |29 dicembre 2022}}</ref> e in conseguenza di ciò, nel 1944 la villa accolse nei propri locali la sua Divisione di Medicina. Causa l'occupazione tedesca e in seguito per via degli alleati, l'attività fu sospesa. Nel 1945 anche il convalescenziario fu bombardato (venne distrutto, fra l'altro, il suo archivio). Concluso il periodo bellico, ''Villa Rodriguez'' fu convertita a nosocomio di zona. La struttura riprese la sua attività assistenziale solo nel 1964, finalità che successivamente mutò in casa di riposo riservata a donne anziane.
La proprietà ove è ubicata la villa (un amplissimo terreno agricolo completo di parco a carattere secolare) è stata dal comune parzialmente urbanizzata e in parte trasformata nel [[#Parchi pubblici|Parco della Resistenza]]. Nel 1984 l'edificio fu sottoposto ad un importante progetto di ristrutturazione ed ampliamento (lavori che si svolsero dal 1989 al 1992). Nel medesimo anno, le funzioni di casa protetta e di convalescenziario per persone anziane disabili o non autosufficienti furono ripristinate<ref>{{Cita web |url=http://www.asplaurarodriguez.it/visual.php?id=10&sezione=Cenni |titolo=''Cenni Storici'' |accesso=4 ottobre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151007142314/http://www.asplaurarodriguez.it/visual.php?id=10&sezione=Cenni |urlmorto=sì}}</ref><ref name="storiaememoriadibologna.it">{{Cita web |url=https://www.storiaememoriadibologna.it/bevilacqua-ariosti-laura-481337-persona |titolo=Bevilacqua Ariosti Laura |sito=Storia e memoria di Bologna |lingua=it |accesso=2 aprile 2023}}</ref><ref>[http://clueb.it/wp-content/uploads/2013/07/Quaderni_del_Savena_2012.pdf ''Laura Rodriguez''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304232036/http://clueb.it/wp-content/uploads/2013/07/Quaderni_del_Savena_2012.pdf |data=4 marzo 2016 }} [[PDF]]</ref>.
==== Villa Salina ====
[[File:Villa Salina.jpg|thumb|Villa Bolognini (ora Salina) nel suo aspetto attuale.]]
{{Vedi anche|Villa Salina}}
''Villa Salina'', in località Farneto, è nel tempo appartenuta alle famiglie nobiliari dei Bolognini (i quali la fecero innalzare al termine del [[XV secolo]]), quindi degli Amorini, e del marchese Salina in seguito<ref>[http://www.villasalinacasadiriposo.com/ ''La nostra storia''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160207123308/http://www.villasalinacasadiriposo.com/ |data=7 febbraio 2016 }}</ref>.
Il territorio sanlazzarese fu pesantemente bersagliato nell'atto conclusivo del secondo conflitto mondiale: la villa fu colpita e subì danni non lievi (e l'ampio giardino, dotato di [[Labirinto di siepi|siepi labirintiche]], fu distrutto). Dopo un lungo periodo d'incuria, ''Villa Salina'' è stata sottoposta ad interventi di recupero. Attualmente essa è adibita a struttura di accoglienza per anziani<ref>[http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/15912# ''FANT 0306 - Farneto (San Lazzaro di Savena), Villa già Bolognini, poi Amorini, ora Salina'']</ref>, con un parco che ha un'estensione superficiale di circa un [[ettaro]], comprensiva di un giardino all'italiana col suo [[Parterre (giardinaggio)|parterre]]<ref>{{Cita web |url=http://attraversogiardini.it/2006/04/02/il-parterre-di-villa-bolognini-salina-al-farneto/ |titolo=''Il parterre di Villa Bolognini-Salina al Farneto'' |accesso=17 ottobre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305065721/http://attraversogiardini.it/2006/04/02/il-parterre-di-villa-bolognini-salina-al-farneto/ |urlmorto=no}}</ref>.
==== Altre ville storiche ====
''Villa Scornetta'' (sita nel capoluogo) è una tenuta [[rinascimentale]] che apparteneva alla famiglia Bianchini (fu poi acquistata nel 1808 da Vincenzo Pasquale Rusconi e giunse, per eredità, alla famiglia Berti<ref>{{Cita web |url=https://www.storiaememoriadibologna.it/zucchini-matilde-483802-persona |titolo=Zucchini Matilde |autore=Silvia Benati |sito=Storia e memoria di Bologna |lingua=it |accesso=2 aprile 2023 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117015242/http://www.storiaememoriadibologna.it/zucchini-matilde-483802-persona |urlmorto=no}}</ref>), passò quindi alla famiglia Paglia. È attualmente di una società immobiliare.<ref>{{Cita web|url=https://www.villebolognesi.it/le-ville-storiche/le-ville-del-contado/la-scornetta|titolo=La Scornetta|autore=Maria Teresa Sambin De Norcen|sito=Ville Bolognesi|lingua=it|accesso=2024-01-19}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://digital.fondazionecarisbo.it/artwork/san-lazzaro-di-savena-bo-villa-scornetta-30855-2021-07-22t07-02-55-387z|titolo=Fotografie e Cartoline Brighetti > San Lazzaro di Savena (BO), villa Scornetta|sito=Digital Humanities|editore=Fondazione Carisbo|lingua=it|accesso=2024-01-19}}</ref>
Nella frazione di Caselle, è presente ''Villa Rorà'' (in principio dei [[Gozzadini (famiglia)|Gozzadini]], poi dei Bonfioli, quindi dei Malvezzi e ora convertita parzialmente in stabile condominiale).
A Colunga vi è ''Villa Savioli'', un complesso posseduto dai [[Pepoli]] e in seguito dai Savioli (ora è dei [[Marescotti (famiglia)|Marescotti]]).
In località Croara si trovano ''Villa Malvasia'', costruzione del [[XVII secolo]] e ''Villa Rusconi-Rizzi'' (già degli Zambeccari, quindi dei Malvezzi), oggi divenuta condominio (durante l'[[Operazione Achse|occupazione tedesca]] era stata trasformata nella loro roccaforte a San Lazzaro).
Nella frazione di Pizzocalvo è collocata una villa del [[XVI secolo]]<ref>[http://www.collibolognesi.it/ita/itinerario1.html ''Itinerario n°1 Valle dell'Idice - Valle del Savena''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151117023825/http://www.collibolognesi.it/ita/itinerario1.html |data=17 novembre 2015 }}</ref> soprannominata ''Palazzo del Bosco'' (per via del suo bosco perimetrale) appartenuta inizialmente alla famiglia dei Bovio, poi ai [[Boncompagni (famiglia)|Boncompagni]], quindi ai Berti Pichat; presentemente la famiglia proprietaria è quella dei Minutoli Tegrini<ref>{{Cita web |url=http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/16584 |titolo=''FANT 0822 - Pizzocalvo (San Lazzaro di Savena), Villa del Bosco: disegno'' |accesso=14 novembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117015748/http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/16584 |urlmorto=no}}</ref>.
A [[Castel de' Britti]] sono visibili la ''Villa Malvezzi'', un fabbricato in stile [[neomedievale]] costruito sul finire dell'Ottocento, e ''Villa L'Abbadia'', costruzione storica, in passato sede di ordini religiosi e poi convertita ad uso civile all'inizio del XIX secolo, facendo innalzare una torre con orologio.
=== Architetture militari ===
* [[Rovine del Castello dei Britti]]
=== Altro ===
==== Piazza Luciano Bracci ====
La piazza pubblica principale di San Lazzaro di Savena è intitolata a [[Luciano Bracci]], partigiano diciassettenne sanlazzarese, nome di battaglia "Toro", della [[62ª Brigata Garibaldi "Camicie rosse"|62ª Brigata Garibaldi "Camicie Rosse"]].<ref>{{Cita web|https://www.comune.sanlazzaro.bo.it/vivere-san-lazzaro-di-savena/luoghi/piazza-bracci|titolo=Piazza Bracci|accesso=13 aprile 2024}}</ref> A nord, il piazzale si apre sulla via Emilia, a ovest, si affaccia sulla sede dell'amministrazione municipale, a sud è presente la principale chiesa di San Lazzaro, mentre sul lato orientale, è collocato il monumento ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale, con l'elenco delle vittime sanlazzaresi.<ref>{{Cita web|https://www.cittametropolitana.bo.it/portale/Il_territorio/piazze_di_BolognaMetropolitana/Piazza_San_Lazzaro_di_Savena|titolo=San Lazzaro di Savena - Piazza Bracci|accesso=13 aprile 2024}}</ref>
Nel 1962-63, l'architetto milanese [[Ferdinando Forlay]] si occupò del rifacimento del piazzale.
Fra il 2023 e il 2024, piazza Bracci è stata oggetto di lavori di riqualificazione che hanno visto l'aggiunta di spazi verdi, alberi e fontane a sfioro.<ref>{{Cita web|https://www.comune.sanlazzaro.bo.it/novita/comunicati-stampa/inaugurazione-piazza-bracci-il-video-della-serata|titolo=Inaugurazione Piazza Bracci|accesso=13 aprile 2024}}</ref>
==== Monumento ai Caduti della Guerra 1915-1918 e 1940-1945 ====
Col fine di onorare i caduti della [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]] (di cui 131 sanlazzaresi<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/eventi/san-lazzaro-alla-guerra-storie-di-uomini-che-partirono-per-il-fronte-e-non-fecero-ritorno|titolo=''San Lazzaro alla guerra, storie di uomini che partirono per il fronte e non fecero ritorno''|accesso=10 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180211131135/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/eventi/san-lazzaro-alla-guerra-storie-di-uomini-che-partirono-per-il-fronte-e-non-fecero-ritorno|urlmorto=no}}</ref><ref name="autogenerato27" />), il 24 ottobre del 1921, l'allora sindaco di San Lazzaro di Savena, Enrico Casanova, istituì il "Comitato Cittadino per le Onoranze ai Caduti in Guerra" (composto sia da autorità civili che religiose, associazioni, ma anche persone comuni) il quale diede l'avvio a una raccolta fondi. Dall'idea di partenza di una commemorazione fatta mediante il collocamento di una semplice lapide, si passò alla convinzione di dover erigere un monumento nel cuore della piazza principale.
[[File:Monumento ai Caduti e Palazzo Comunale S Lazzaro di Savena dopo il 1930.jpg|thumb|upright=1.2|left|Monumento ai Caduti (qui negli [[anni 1930|anni trenta]], prima del suo spostamento dal centro al lato est della piazza principale di San Lazzaro). Sullo sfondo, il Palazzo Comunale]]
[[File:Monumento ai Caduti S Lazzaro.JPG|thumb|upright=0.9|Monumento ai Caduti della [[prima guerra mondiale|Guerra 1915-1918]] e [[seconda guerra mondiale|1940-1945]]]]
Il Comitato diede l'incarico all'architetto e scultore Riccardo Venturi di realizzare l'opera da lui proposta. Il 21 settembre 1922, il Ministero della Guerra Fascista, concesse tre quintali di bronzo recuperati da rottami, per concretare le decorazioni. Il 24 settembre 1922, si tenne la cerimonia della posa della prima pietra. Il monumento, terminato a fine maggio 1923, venne inaugurato il 24 giugno successivo.
Nel 1962-63, il comune designò l'architetto Ferdinando Forlay per la progettazione del rifacimento della piazza principale: i risultati dello studio, contemplarono anche la variazione di posizione del monumento, dal centro, al lato orientale del piazzale.
L'opera è un'alta stele costituita di [[calcare|pietra calcarea]] ornata da decorazioni bronzee. Il [[monolito]] riporta elementi [[Propaganda|propagandistici]] rappresentazioni della "forza" e della "supremazia" del [[storia dell'Italia fascista|regime fascista]].<ref>{{Cita web|url=http://www.rivisteclueb.it/riviste/index.php/quadsav/article/download/38/38|titolo=Il monumento ai caduti della Grande Guerra di San Lazzaro di Savena|accesso=1º maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502002528/http://www.rivisteclueb.it/riviste/index.php/quadsav/article/download/38/38|urlmorto=no}}</ref><ref name="San Lazzaro di Savena">{{Cita web|url=http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it%2F108%2Fricerca-itinerari%2F46%2F520|titolo=San Lazzaro di Savena|accesso=13 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190517090521/http://www.emiliaromagna.beniculturali.it//index.php?it%2F108%2Fricerca-itinerari%2F46%2F520|urlmorto=no}}</ref>
La costruzione architettonica è composta da un basamento con due gradini (per i due lati più estesi di tale base, furono previste due lampade votive) sul quale si appoggia un blocco (salvaguardato agli angoli da quattro elementi verticali sagomati) che ospita, frontalmente, tre rilievi circolari dotati delle iscrizioni: "<small>PIAVE", "V. VENETO", "MONTELLO</small>". Sul lato sinistro di tale blocco, in un altro cerchio è incisa la dicitura: "<small>M. GRAPPA</small>"; sul lato destro, in un ulteriore rilievo a forma di disco, si può leggere: "<small>GORIZIA</small>"; infine, sulla parte retrostante vi sono altri tre elementi (sempre di tipo circolare), all'interno dei quali sono visibili le parole: "<small>S. MICHELE", "M. SANTO", "BAINSIZZA</small>".
Il blocco fa da sostegno a due colonne di [[ordine dorico]] binate, le quali s'innestano in un [[parallelepipedo|parallelepipedo rettangolo]] (per uscirne alla sommità dello stesso) contenente frontalmente una doppia fila di nomi di caduti nel primo conflitto mondiale (al di sotto di tale elenco, c'era originariamente la seguente iscrizione, andata perduta: "<small>MCMXV / MCM XVIII / VIRTÙ DI POPOLO - AMOR DI PATRIA / EROI LI FECE / PER L'ITALIA IN ARMI / A GLORIOSA MORTE IMMOLATI / AD ETERNA VITA RINATI</small>"). Nel lato sinistro del parallelepipedo, è presente un altro elenco di nomi; sulla parte destra, sono visibili sia un'ulteriore lista, che la data d'inaugurazione del manufatto: <small>"24 GIUGNO 1923</small>". Conclusa la seconda guerra mondiale, nella parte retrostante fu aggiunta la scritta: "<small>CADUTI NELLA GUERRA 1940-1945</small>", fornita d'una elencazione di vittime sanlazzaresi di quel conflitto, oltre che la dicitura: "<small>PARTIGIANI</small>" (con un ultimo insieme di concittadini periti nel corso della [[resistenza italiana|lotta partigiana]]).
Tornando alla parte frontale del grande blocco principale, in essa è presente una spada bronzea "gocciolante il sangue dei caduti" (con la dicitura "<small>[[SPQR]]</small>" sulla [[Guardia (armi)|guardia]]), al di sopra della cui impugnatura, vi è un componente bronzeo decorativo a foggia di foglie di [[quercus|quercia]] e d'alloro (rispettivamente a significare la forza e l'onore). Più in alto, su di un tratto di [[trabeazione]], svetta un'aquila (in bronzo) ad ali semi-distese (emblema della forza).
In origine, il monumento ai caduti era delimitato da una bassa recinzione in metallo. Plausibilmente, la cancellata subì la rimozione per via delle leggi fasciste che, a partire dal 1940, imponevano la requisizione del ferro per destinarlo allo sforzo bellico<ref>{{Cita web|url=http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/fede.htm|titolo=Oro (argento, ferro e rame) alla patria - Il Rito della "fede"|accesso=1º maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502033037/http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/fede.htm|urlmorto=no}}</ref>. In seguito, il perimetro fu definito nuovamente da un recinto (in pietra), poi anch'esso rimosso<ref name="San Lazzaro di Savena" /><ref name="Il monumento ai caduti della Grande Guerra di San Lazzaro di Savena">[http://www.rivisteclueb.it/riviste/index.php/quadsav/article/download/38/38 Il monumento ai caduti della Grande Guerra di San Lazzaro di Savena] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140502002528/http://www.rivisteclueb.it/riviste/index.php/quadsav/article/download/38/38|data=2 maggio 2014}} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>.
==== Ponte Savena ====
Il ponte Savena è una costruzione posta sul
Il ponte Savena, adeguato nell'[[XIX secolo|Ottocento]], nella seconda guerra mondiale subì l'abbattimento e venne sostituito dall'attuale (dallo stile architettonico anodino)<ref
=== Siti archeologici ===
==== Scavi di via Montebello ====
Un accidentale ritrovamento in località Pizzocalvo (via Montebello, sulla sponda sinistra del [[Idice|torrente Idice]] e nel cuore del [[Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa]]) ha dato l'abbrivio a due [[scavo (archeologia)|campagne di scavo]] del 2001 e del 2007 che hanno rivelato l'esistenza d'un importante insediamento d'epoca romana. In particolare, l'impianto rustico rinvenuto consta di una serie di ambienti, uno dei quali era un magazzino per la conservazione di generi alimentari. L'attività archeologica ha individuato sostanzialmente tre fasi d'insediamento dell'edificio, risalenti ad un periodo compreso fra il [[I secolo|I]] e il [[II secolo|II secolo d.C.]], e messo in luce come quella zona non fosse rilevante solo per il suo ruolo agricolo, ma anche per quanto concerne il governo dei traffici commerciali che si svolgevano tra l'Emilia e l'[[Etruria]] (attraverso la valle dell'Idice)<ref>[http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/san_lazzaro_gessi/testimonianze_08.htm ''Gli scavi di via Montebello a San Lazzaro di Savena (BO)''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150620211906/http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/san_lazzaro_gessi/testimonianze_08.htm |data=20 giugno 2015 }}</ref>.
==== Area della ex
Area d'interesse [[paleontologico]] è quella della ex [[
==== Camposanto del lazzaretto ====
Nel maggio del
Precedenti scavi (
Gli scavi del 2015 nel centro del comune hanno portato al rinvenimento di tombe [[Basso Medioevo|basso-medievali]] (una decina), le quali ampliano i limiti di quella che si pensava potesse essere l'area cimiteriale, coinvolgendo anche l'ambito della via Emilia. A pochi centimetri dalla superficie sono state individuate spoglie adagiate nella nuda terra (ma anche alcuni resti di bare di legno) con, in molti casi, sovrapposizioni di seppellimenti.
==== Il pozzo per la captazione delle acque ====
La [[Soprintendenze per i beni archeologici dell'Emilia Romagna|Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna]], in via Caselle (nel centro di San Lazzaro) ha compiuto scavi nel 2006<ref>Articolo di «San Lazzaro in Comune», Anno 2, numero 4, marzo 2016, p. 8 ''AQUA FONS VITAE''</ref> (in un cantiere edile aperto per una nuova costruzione) che hanno evidenziato un pozzo per la captazione delle acque (avente una profondità di circa 13 metri), manufatto costruito presumibilmente non prima del I secolo a.C.<ref name="archeobo.arti.beniculturali.it" /><ref>{{Cita web |url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/comunicazione/notizie/aqua-fons-vitae-quando-la-storia-e-sotto-i-nostri-piedi#null |titolo=''Aqua Fons Vitae, quando la storia è sotto i nostri piedi'' |accesso=20 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160404005501/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/comunicazione/notizie/aqua-fons-vitae-quando-la-storia-e-sotto-i-nostri-piedi#null |urlmorto=no}}</ref> La funzionalità del pozzo (di servizio a un edificio rurale andato perduto e segno d'un insediamento agricolo romano nel contesto dell'''[[ager Bononiensis]]'') cessò tra la fine del II secolo d.C. e l'inizio del III secolo d.C. Nel cuore della cavità sono stati ritrovati reperti in gran numero, i cui più significativi sono rappresentati da un [[dupondio]] con al dritto la testa dell'imperatore [[Marco Aurelio]] e al rovescio la dea [[Vittoria (divinità)|Vittoria]] (moneta coniata nel periodo 170-171 d.C.), un pendaglio di lamina bronzea traforata, uno spillone in osso con testa sferica, una firmalampe (lucerna firmata) e un mortaio ricavato dalla [[Marmo di Aurisina|pietra di Aurisina]].
=== Aree naturali ===
Il comune fa parte del [[Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa]], caratterizzato da numerosi punti di interesse.
==== Grotta del Farneto ====
La ''[[Grotta del Farneto]]'' (un tempo chiamata anche del ''Farnè''
==== Grotta della Spipola ====
[[File:
La [[Grotta della Spipola]] si trova all'interno del Parco regionale, in frazione Croara. Venne scoperta nel 1932 dallo speleologo bolognese [[Luigi Fantini (speleologo)|Luigi Fantini]]<ref name="autogenerato25">{{Cita web |url=http://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/30451RTP0400/M/26351RTP0400 |titolo=''Grotta della Spipola'' |accesso=28 marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402165803/http://turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it/Engine/RAServePG.php/P/30451RTP0400/M/26351RTP0400 |urlmorto=no}}</ref>, pioniere dell'esplorazione dei gessi bolognesi e fondatore della Società Speleologica Bolognese<ref name="autogenerato21" />.
La grotta, lunga 4 km e caratterizzata da un dislivello di 50 m<ref name="autogenerato19" />, è considerata tra i maggiori complessi ipogei [[carsismo|carsici]] dell'Europa occidentale, limitatamente alle formazioni gessose. Fa parte del sistema carsico chiamato "Acquafredda-Spipola-Prete Santo"<ref name="autogenerato25" /><ref name="autogenerato19">{{Cita web |url=http://www.meteweekend.it/Mete/Italia/Emilia-romagna/fine-settimana-nel-parco-dei-gessi-bolognesi.html |titolo=''Fine settimana nel Parco dei Gessi Bolognesi'' |accesso=28 marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402182947/http://www.meteweekend.it/Mete/Italia/Emilia-romagna/fine-settimana-nel-parco-dei-gessi-bolognesi.html |urlmorto=sì}}</ref>.
Vi si accede da un ingresso artificiale costruito nel 1936, più in basso rispetto a quello naturale detto "Buco del Calzolaio" (''Bus d'la Speppla'' in bolognese), oggi chiuso.
==== Oasi fluviale del Molino Grande ====
[[File:Oasi Fluviale del Molino Grande.JPG|thumb
Nella frazione Idice di San Lazzaro di Savena, è possibile trovare l'''Oasi fluviale del Molino Grande''<ref>[http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/er_molino_grande_a3.pdf ''Mappa Oasi Molino Grande''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150216054157/http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/er_molino_grande_a3.pdf |data=16 febbraio 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>. L'oasi (collocata nell'ambito del [[Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa]]<ref name="autogenerato8">[http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/oasi_molino_grande___pieghevole.pdf ''Oasi Molino Grande - pieghevole''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150216060152/http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/oasi_molino_grande___pieghevole.pdf |data=16 febbraio 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>) include una [[zona umida]], un lago e un tratto di [[bosco igrofilo]] (che si estende lungo le rive del
Sulla riva sinistra del corso d'acqua Idice sono visibili i resti di un vecchio mulino<ref>{{Cita web |url=http://www.parks.it/parco.gessi.bolognesi/pun.php |titolo=''Molino Grande'' |accesso=15 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150312024940/http://www.parks.it/parco.gessi.bolognesi/pun.php |urlmorto=no}}</ref>. Oltre agli uccelli, è possibile incrociare [[Capreolus capreolus|caprioli]], [[Sus scrofa|cinghiali]], [[Dama dama|daini]], [[Lepus (genere)|lepri]], ma anche [[Meles meles|tassi]] e [[Phasianidae|fagiani]]<ref>{{Cita web |url=http://www.sanlazzarotv.it/media/oasi-del-molino-grande |titolo=''Oasi Fluviale del Molino Grande'' |accesso=16 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150216195012/http://www.sanlazzarotv.it/media/oasi-del-molino-grande |urlmorto=no}}</ref>. Nella zona sono presenti piante di [[populus|pioppo]], [[quercus pubescens|roverella]], [[fraxinus ornus|orniello]], [[acer campestre|acero campestre]], [[robinia]], [[salix|salice]], [[quercus robur|farnia]], [[fraxinus angustifolia|frassino meridionale]] e di rovo bluastro.
Sulla superficie di un lago (la conca di un'ex cava di ghiaia<ref>{{Cita web |url=https://savenaidice.wordpress.com/2012/08/23/unex-cava-a-salvaguardia-dellambiente/ |titolo=''Un'ex cava a salvaguardia dell'ambiente'' |accesso=18 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150723025756/https://savenaidice.wordpress.com/2012/08/23/unex-cava-a-salvaguardia-dellambiente/ |urlmorto=no}}</ref>) si trovano anche rarità botaniche (a livello regionale) di genere acquatico come il nenufaro e la [[Nymphoides peltata|ninfea sfrangiata]]. Nell'oasi sono osservabili anche la [[lythrum|salcerella]], il [[iris pseudacorus|giaggiolo acquatico]] e la [[typha latifolia|tifa]].
==== Area di Riequilibrio Ecologico Parco Fluviale Lungo Idice ====
[[File:Vista fiume Idice.jpg|thumb|[[Idice|Fiume Idice]]]]
In zona Idice, è visitabile la cosiddetta ''Area di Riequilibrio Ecologico Parco Fluviale Lungo Idice'', una fascia territoriale delle dimensioni di 30 ettari in cui la vegetazione è prevalentemente formata da pioppi, robinia, [[amorpha]] e tifa.
Tale progetto di riqualificazione ambientale è affidato dal comune al [[WWF]] e la sua superficie è connessa a nord al Parco Fluviale Lungo Idice di [[Castenaso]] e a sud all'Oasi fluviale del Molino Grande e al Parco di Ca' de Mandorli, sempre ad Idice (il tutto nell'ambito perimetrale del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa)<ref>
==== Parco Belpoggio ====
Il ''Parco Belpoggio'' (attiguo alla frazione Ponticella) ha un'estensione di oltre tre ettari ed è inserito nel Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa<ref
==== Parchi pubblici ====
; Parco della Resistenza: Intitolato alla [[Resistenza italiana]], questo parco è la zona di verde pubblico principale del capoluogo-comune sanlazzarese. È confinante con il territorio di Bologna (''Parco dei Cedri'') ed è stato realizzato all'inizio degli anni settanta (ha un'estensione di oltre 17 ettari), ricavandolo da una delle proprietà della marchesa Laura Bevilacqua Ariosti (vedova di Annibale Rodriguez y Laso De' Buoi)<ref name="storiaememoriadibologna.it" />.
; Parco 2
<gallery mode="packed-hover" heights="130">
File:Parco della Resistenza a San Lazzaro di Savena.jpg|Parco della Resistenza
File:Scultura commemorativa al Parco della Resistenza.jpg|Parco della Resistenza: scultura che commemora i caduti sanlazzaresi della Resistenza
File:Parco 2 Agosto a S Lazzaro di Savena.jpg|Parco 2
File:Parco 2 Agosto a S Lazzaro di Savena palco.jpg|Palco del Parco 2
</gallery>
Si menzionano anche il Parco Europa, il Parco di via Scornetta, il Parco Aldo Moro, quello di Ca’ De’ Mandorli ed il Parco della Pace.
== Società ==
Riga 419:
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al
# [[Romania]]: 607
# [[
# [[
# [[Albania]]:
# [[
# [[Filippine]]: 109
# [[Bangladesh]]: 108
# [[Pakistan]]: 100
=== Tradizioni e folclore ===
Nell'ambito del carnevale locale, ''Lazzarone''<ref>
''Lazzarone'' (nel nome vi è sia un riferimento allo stesso comune, che all'espressione dialettale generalmente impiegata per indicare un monello, un giamburrasca) incarna un sanlazzarese quindicenne nato nei primi del Novecento; è un personaggio privo di desiderio per lo studio, ma al contempo curioso (suole prendere appunti di ciò che vede e sente), smaliziato, vanitoso, amante del divertimento e degli scherzi.
La maschera di ''Lazzarone'', impersonato per la prima volta da Pazzaglia, esordì pubblicamente il 10 febbraio del 2002, in occasione della festa carnevalesca sanlazzarese, tenendo uno strambo discorso dal balcone del municipio<ref>
== Cultura ==
===
==== Archivio Storico Comunale ====
L'Archivio storico comunale, intitolato a [[Carlo Berti Pichat]]<ref name="archiviIBC">{{Cita web |url=http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.item?munu_str=0_1_3&numDoc=15&flagview=viewItemCaster&typeItem=3&itemDoc=037054-001#nogo |titolo=''Archivio storico comunale Carlo Berti Pichat di San Lazzaro di Savena'' |accesso=23 gennaio 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161220161614/http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.item?munu_str=0_1_3&numDoc=15&flagview=viewItemCaster&typeItem=3&itemDoc=037054-001#nogo |urlmorto=no}}</ref> e parte integrante del Servizio Archivistico Metropolitano della Città metropolitana di Bologna<ref>[http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/statuto-e-regolamenti/Regolamento%20consultazione%20Archivio%20Storico%20Comunale.pdf/at_download/file ''Regolamento sulla consultazione dell'archivio storico comunale''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161220073809/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/il-comune/statuto-e-regolamenti/Regolamento%20consultazione%20Archivio%20Storico%20Comunale.pdf/at_download/file |data=20 dicembre 2016 }} [[PDF]]</ref><ref name="archivicittàmetrop">{{Cita web |url=https://www.cittametropolitana.bo.it/cultura/Guida_Archivi_1/ARCHIVIO_STORICO_COMUNALE_DI_SAN_LAZZARO_DI_SAVENA |titolo=ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI SAN LAZZARO DI SAVENA |accesso=23 gennaio 2022}}</ref>, è collocato in un ambiente sotterraneo del Palazzo comunale<ref name="sanlazzarocultura.it">{{Cita web |url=http://www.sanlazzarocultura.it/?p=238 |titolo=''Verso il cuore della cultura a San Lazzaro visita all'Archivio Storico'' |accesso=20 agosto 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160829060223/http://www.sanlazzarocultura.it/?p=238 |urlmorto=no}}</ref> (e facente parte dell'archivio propriamente detto), conserva il patrimonio documentario dell'amministrazione sanlazzarese dal 1827, anno della sua istituzione<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/cultura/archivio-storico/fondi-archivistici#null |titolo=''Fondi archivistici'' |accesso=16 agosto 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923210001/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/cultura/archivio-storico/fondi-archivistici#null |urlmorto=no}}</ref>. L'archivio venne smembrato al termine degli anni sessanta e smistato su diverse sedi. Nel 1996, fu nuovamente assemblato, riordinato, inventariato e ricollocato in municipio<ref>''L'Archivio storico comunale di San Lazzaro di Savena. Inventario a cura di M. Maggiorani e G. Romanzi'', Mauro Maggiorani e Giampiero Romanzi, Bologna, Il Nove, 1996</ref>. Nel 1998 nacque la sezione separata denominata ''Archivio Storico comunale'', un istituto incaricato della custodia della documentazione più datata di San Lazzaro e altri enti<ref name=archiviIBC/>.
L'Archivio Storico è ripartito in quattro fondi: quello comunale, che comprende la documentazione amministrativa dal 1827 fino al 1965<ref>[http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-complesso-documentario?step=dettaglio&codiSanCompl=san.cat.complArch.89037&id=89037 ''Archivio storico del Comune di San Lazzaro di Savena'']</ref>, e tre fondi locali aggregati, ovvero, quello del [[Giudice conciliatore]] ([[1905]]-1977<ref>[http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-complesso-documentario?step=dettaglio&codiSanCompl=san.cat.complArch.89027&id=89027 ''Archivio del Giudice conciliatore di San Lazzaro di Savena'']</ref>), della [[Congregazione di carità]] (poi [[Ente comunale di assistenza|Ente Comunale di Assistenza]]) dal 1893 al 1978<ref>[http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-complesso-documentario?step=dettaglio&codiSanCompl=san.cat.complArch.89041&id=89041 ''Archivio della Congregazione di carità poi Ente comunale di assistenza di San Lazzaro di Savena'']</ref>, e quello del Partito Nazionale Fascista (1933-1943<ref>[http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-complesso-documentario?step=dettaglio&codiSanCompl=san.cat.complArch.89033&id=89033 ''Archivio del Partito nazionale fascista di San Lazzaro di Savena'']</ref>). È inoltre presente un archivio fotografico, che annovera materiale per gli anni che vanno dal 1900 al 2000, proveniente anche da fondi privati<ref>[http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-complesso-documentario?step=dettaglio&codiSanCompl=san.cat.complArch.89038&id=89038 ''Archivio fotografico del Comune di San Lazzaro di Savena'']</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/cultura/archivio-storico/fondi-fotografici |titolo=''Fondi fotografici'' |accesso=8 dicembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160402215009/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/aree-tematiche/cultura/archivio-storico/fondi-fotografici |urlmorto=no}}</ref>.
==== Mediateca ====
{{doppia immagine|sinistra|Mediateca S Lazzaro di Savena.jpg|200|Mediateca S Lazzaro di Savena tetto.jpg|280|Mediateca di San Lazzaro di Savena: nella foto di destra, in evidenza la particolare copertura isolante erbosa del tetto}}
La Mediateca di San Lazzaro di Savena<ref>{{Cita web |url=https://ssl.panoramio.com/photo/1656589 |titolo=''San Lazzaro di Savena, la Mediateca'' |accesso=8 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150208203251/https://ssl.panoramio.com/photo/1656589 |urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.tagbolab.it/2014/02/la-mediateca-di-san-lazzaro-uno-spazio-innovativo-e-multimediale/ |titolo=''San La Mediateca di San Lazzaro: uno spazio innovativo e multimediale'' |accesso=8 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150208210857/http://www.tagbolab.it/2014/02/la-mediateca-di-san-lazzaro-uno-spazio-innovativo-e-multimediale/ |urlmorto=sì}}</ref> è stata inaugurata il 31 marzo 2007<ref name="autogenerato15">{{Cita web |url=http://www.mediatecadisanlazzaro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=16&Itemid=104 |titolo=''Chi siamo'' |accesso=8 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150208204525/http://www.mediatecadisanlazzaro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=16&Itemid=104 |urlmorto=no}}</ref>, alla presenza dell'allora sindaco Marco Macciantelli e di [[Romano Prodi]] e accompagnata da un [[assolo]] del trombettista [[Paolo Fresu (musicista)|Paolo Fresu]]<ref name="autogenerato12">[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/225000/221239.xml?key=Chiara&first=121&orderby=0&f=fir ''San Lazzaro, apre la nuova Mediateca. Oggi all'inaugurazione anche Romano Prodi''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150208213644/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/225000/221239.xml?key=Chiara&first=121&orderby=0&f=fir |data=8 febbraio 2015 }}</ref><ref>[http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/comunicazione/san-lazzaro-citta/2007_14_SLC.pdf ''La nostra mediateca per una nuova cultura''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150208204006/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/comunicazione/san-lazzaro-citta/2007_14_SLC.pdf |data=8 febbraio 2015 }}</ref>.
Fra le prime costruzioni del suo genere ad essere stata edificata in Italia<ref name="autogenerato12" />, è una biblioteca di circa 1550 m² disposti su due piani, ove sono conservati libri, giornali, [[Audiovisivo|audiovisivi]] e risorse multimediali in genere.
La mediateca consta di circa {{formatnum:40000}} documenti, {{formatnum:5500}} media audiovisivi e di 50 fra giornali quotidiani e periodici<ref name="autogenerato15" />.
A livello architettonico, il tetto della mediateca è obliquo e rivestito da un [[Tetto verde|tappeto vegetale]] per incrementarne l'[[inerzia termica]] e sviluppare un effetto isolante verso le temperature invernali ed estive<ref>[https://ssl.panoramio.com/photo_explorer#view=photo&position=10651&with_photo_id=1656526&order=date_desc&user=9469 ''San Lazzaro di Savena, il tetto della Mediateca''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130121082940/https://ssl.panoramio.com/photo_explorer |data=21 gennaio 2013 }}</ref>. La copertura è dotata anche di [[modulo fotovoltaico|pannelli fotovoltaici]], al fine di ridurre il fabbisogno energetico della biblioteca stessa<ref>[http://www.cittametropolitana.bo.it/cultura/Engine/RAServeFile.php/f/Iniziative/San_LazzaroMediateca-Inaugurazione-Comstampa.pdf ''Nuova Mediateca, sabato 31 marzo l'inaugurazione''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150402121124/http://www.cittametropolitana.bo.it/cultura/Engine/RAServeFile.php/f/Iniziative/San_LazzaroMediateca-Inaugurazione-Comstampa.pdf |data=2 aprile 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>.
La struttura è integrata nel distretto culturale di San Lazzaro di Savena, di cui fanno parte anche [[Loiano]], [[Monghidoro]], [[Monterenzio]], [[Ozzano dell'Emilia]], [[Pianoro (Italia)|Pianoro]] e [[Pianoro (Italia)#Rastignano|Rastignano]]<ref>{{Cita web |url=http://sol.unibo.it/SebinaOpac/Opac?sysb=VALLEIDICE |titolo=''Catalogo Biblioteche Distretto Culturale San Lazzaro'' |accesso=8 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150208213010/http://sol.unibo.it/SebinaOpac/Opac?sysb=VALLEIDICE |urlmorto=no}}</ref>.
=== Scuole ===
Nel territorio si trovano due Istituti comprensivi: l'Istituto Comprensivo 1 composto da tre scuole dell'infanzia, tre scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado, e l'Istituto Comprensivo 2 che riunisce quattro scuole dell'infanzia, tre primarie e una secondaria di primo grado.<ref>{{Cita web |url=https://www.ic1sanlazzarodisavena.edu.it/ |titolo=IC 1 |accesso=23 gennaio 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150203193818/http://www.ic1sanlazzarodisavena.gov.it/ |urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://ic2sanlazzaro.edu.it/ |titolo=IC 2 |accesso=23 gennaio 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150203194823/http://www.2circolosanlazzaro.org/ |urlmorto=no}}</ref>
Nel comune si trovano inoltre gli Istituti di Istruzione Superiore "[[Enrico Mattei]]" ed "[[Ettore Majorana]]", oltre alla sede associata del Liceo scientifico "[[Enrico Fermi]]" di Bologna.<ref>{{Cita web |url=http://www.istitutomattei.bo.it/ |titolo=Istituto Enrico Mattei |accesso=23 gennaio 2022}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.majoranasanlazzaro.it/ |titolo=Ettore Majorana |accesso=23 gennaio 2022}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.liceofermibo.edu.it/luogo/sede-associata/ |titolo=Sede Associata |accesso=23 gennaio 2022}}</ref>
=== Musei ===
==== Museo della preistoria "Luigi Donini" ====
{{vedi anche|Museo della preistoria Luigi Donini}}
[[File:San Lazzaro-Museo della preistoria.jpg|thumb|Il Museo della preistoria]]
Il ''Museo della preistoria "Luigi Donini"'' era originariamente una struttura museale archeologica dedicata alla memoria del [[naturalista]] e [[speleologia|speleologo]] sanlazzarese Luigi Donini. Istituito nel 1971<ref name="autogenerato32">{{Cita web |url=http://www.museodellapreistoria.it/storia.html |titolo=''La storia del museo'' |accesso=25 ottobre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151026012446/http://www.museodellapreistoria.it/storia.html |urlmorto=no}}</ref>, nel 1985<ref name="autogenerato32" /> passò in gestione al comune di San Lazzaro che lo spostò nella sede attuale e favorì il rinnovo dell'allestimento e nuove acquisizioni. Ampliato nel 2003 con un nuovo allestimento, riaprì i battenti con il nome di "Museo della preistoria"<ref name="autogenerato32" />. Il percorso museale spiega i principali fenomeni concatenati al territorio (nelle sue origini) a livello geologico, paleoecologico e antropologico. Dal 2008<ref>{{Cita web |url=http://www.cittametropolitana.bo.it/cultura/Engine/RAServePG.php/P/492811390600/T/Inaugurazione-PreistoPark-Museo-della-Preistoria-Luigi-Donini |titolo=''Inaugurazione del PreistoPark al Museo della Preistoria "Luigi Donini"'' |accesso=22 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150222201356/http://www.cittametropolitana.bo.it/cultura/Engine/RAServePG.php/P/492811390600/T/Inaugurazione-PreistoPark-Museo-della-Preistoria-Luigi-Donini |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.regione.emilia-romagna.it/agenzia-di-informazione-e-comunicazione/archivio-comunicati-stampa/@@comunicatodettaglio_view?codComunicato=27568 |titolo=''Parco tematico sull'Era Glaciale a San Lazzaro (Bo)'' |accesso=22 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150222185429/http://www.regione.emilia-romagna.it/agenzia-di-informazione-e-comunicazione/archivio-comunicati-stampa/@@comunicatodettaglio_view?codComunicato=27568 |urlmorto=no}}</ref> all'esterno del museo è stato inaugurato il ''PreistoPark'', itinerario didattico sui grandi mammiferi estinti.
==== Fondazione Cirulli ====
[[File:Aroldo bonzagni, moti del ventre, 1912 (fondaz. cirulli) 02.jpg|thumb|upright|[[Aroldo Bonzagni]], ''Moti del ventre'', 1912 (coll. Fondazione Cirulli)]]
La ''Fondazione Massimo e Sonia Cirulli'' è un'istituzione culturale incentrata sull'[[arte contemporanea]] del XX secolo. Ospitata in un edificio progettato da [[Achille Castiglioni|Achille]] e [[Pier Giacomo Castiglioni]], si occupa della valorizzazione dell'arte, principalmente italiana, fra l'inizio e gli anni settanta del Novecento, tramite l'organizzazione di mostre, eventi e laboratori.<ref>{{Cita web |url=https://fondazionecirulli.org/ |titolo=Fondazione Cirulli |accesso=24 gennaio 2022}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.bolognawelcome.com/it/luoghi/musei-e-gallerie-darte/fondazione-massimo-e-sonia-cirulli |titolo=Fondazione Massimo e Sonia Cirulli |accesso=24 gennaio 2022}}</ref>
=== Media ===
==== Stampa ====
Nel territorio comunale è collocata la redazione del mensile nazionale dedicato allo sport [[Guerin Sportivo]].<ref>{{Cita web |url=https://www.guerinsportivo.it/news/altro/2014/10/09-1141406/contatti/ |titolo=Contatti |sito=Guerin Sportivo |citazione=Sede: via del Lavoro 7 – 40068 San Lazzaro di Savena (BO) |accesso=23 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200623124050/https://www.guerinsportivo.it/news/altro/2014/10/09-1141406/contatti/ |urlmorto=no}}</ref>
=== Teatro ===
==== ITC Teatro ====
L'''ITC Teatro'' è il teatro comunale di San Lazzaro di Savena e venne ufficialmente inaugurato nel 1983<ref>{{Cita web |url=http://www.itcteatro.it/ |titolo=''La storia'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150216152239/http://www.itcteatro.it/ |urlmorto=no}}</ref>. Originariamente, la sua destinazione d'uso era di Aula Magna dell'Istituto Tecnico Commerciale "E. Mattei" (ora I.I.S. "E. Mattei"), da cui la costruzione prende il suo nome<ref name="autogenerato22">{{Cita web |url=http://www.itcteatro.it/ |titolo=''Gli Spazi'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150216152239/http://www.itcteatro.it/ |urlmorto=no}}</ref> e nelle cui immediate vicinanze è ubicata. L'edificio fu convertito su iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune.
Nel corso degli anni ottanta, artisti e compagnie teatrali fra cui [[Annibale Ruccello]] e il [[Teatro delle Albe]], vi si esibirono. Ospitando il festival/concorso per comici ''La Zanzara d’oro''<ref>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/14/comici-depressi-alla-ribalta-televisiva.html |titolo=''Comici depressi alla ribalta televisiva'' |accesso=8 marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402234109/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/14/comici-depressi-alla-ribalta-televisiva.html |urlmorto=no}}</ref> (nato nel 1985, poi divenuto di rilevanza nazionale), e grazie all'incontro con lo spettacolo cabarettistico bolognese ''Gran Pavese Varietà'' (ideato da [[Patrizio Roversi]] e [[Syusy Blady]]), calcarono il palcoscenico sanlazzarese anche gli allora esordienti [[Antonio Albanese]], [[Gene Gnocchi]], [[Daniele Luttazzi]], [[Paolo Hendel]], [[Fabio De Luigi]] e [[Alessandro Bergonzoni]]<ref>{{Cita web |url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1985/il_concorso_per_comici_la_zanzara_doro |titolo=Il concorso per comici La Zanzara d'oro, aprile 1985 |accesso=29 dicembre 2022 |https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1985/il_concorso_per_comici_la_zanzara_doro |Il concorso per comici La Zanzara d'oro, aprile 1985 |29 dicembre 2022}}</ref>.
Dal momento della sua riapertura (avvenuta nel 1998, in seguito alla chiusura forzata di alcuni anni per via di lavori di ristrutturazione), il teatro fu affidato alla gestione del cast artistico e tecnico della Compagnia del Teatro dell'Argine<ref name="autogenerato22" /> (in seguito vincitrice di diversi [[Premio Ubu|premi Ubu]]<ref>{{Cita web |url=http://www.argine.it/site/lang/it-IT/page/21/ |titolo=''Riconoscimenti e prime volte'' |accesso=25 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161011200626/http://www.argine.it/site/lang/it-IT/page/21/ |urlmorto=no}}</ref>).
L'''ITC Teatro'' ha una capienza di 220 posti (120 in [[platea]] e 100 in gradinata)<ref>{{Cita web |url=http://www.itcteatro.it/ |titolo=''Dati tecnici'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150216152239/http://www.itcteatro.it/ |urlmorto=no}}</ref>, conta su una media di 30 000 spettatori all'anno (nella stagione teatrale 2007-2008, è risultato essere il terzo teatro in Italia per dati d'afflusso di pubblico, considerato fra quelli aventi una capienza al di sotto dei duecentocinquanta posti<ref name="autogenerato11">{{Cita web |url=http://www.itcteatro.it/ |titolo=''Il Teatro'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150216152239/http://www.itcteatro.it/ |urlmorto=no}}</ref>) e negli ultimi anni ha ospitato artisti come [[Paolo Rossi (attore)|Paolo Rossi]], [[Ascanio Celestini]], [[César Brie]], [[Marco Baliani]], [[Valerio Binasco]], [[Paolo Nani]] e [[Emma Dante]]<ref name="autogenerato11" />.
=== Musica ===
==== Corpo Bandistico Musicale Città di San Lazzaro ====
Tra il 1853 e il 1855<ref>{{Cita web |url=https://savenaidice.wordpress.com/2014/01/23/in-un-libro-i-160-anni-della-banda-di-san-lazzaro/ |titolo=''Corpo Bandistico Musicale di San Lazzaro di Savena'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402175459/https://savenaidice.wordpress.com/2014/01/23/in-un-libro-i-160-anni-della-banda-di-san-lazzaro/ |urlmorto=no}}</ref><ref name="autogenerato18">{{Cita web |url=https://ilbandolomusicale.wordpress.com/la-banda/#_edn9 |titolo=''Corpo Bandistico Gioacchino Rossini'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402201426/https://ilbandolomusicale.wordpress.com/la-banda/#_edn9 |urlmorto=no}}</ref> nacque la ''Banda del Comune di San Lazzaro di Savena''<ref name="autogenerato23">{{Cita web |url=http://www.bandarossinibologna.it/storia.htm |titolo=''Storia'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402094134/http://www.bandarossinibologna.it/storia.htm |urlmorto=no}}</ref>, la quale diede inizio alla propria attività adoperandosi nel corso di manifestazioni civili e religiose.
Il 6 giugno dell'anno 1859<ref name="autogenerato23" />, il complesso bandistico musicale fu aggregato alla [[Guardia nazionale italiana]]. A partire dal 1860 mutò l'originaria denominazione in ''Banda Nazionale del Comune di San Lazzaro di Savena'' e come tale, e a fini patriottici, la più antica istituzione culturale sanlazzarese<ref>{{Cita web |url=https://savenaidice.wordpress.com/2014/01/23/in-un-libro-i-160-anni-della-banda-di-san-lazzaro/ |titolo=''In un libro i 160 anni della banda di San Lazzaro'' |accesso=1º marzo 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402175459/https://savenaidice.wordpress.com/2014/01/23/in-un-libro-i-160-anni-della-banda-di-san-lazzaro/ |urlmorto=no}}</ref> accompagnò i militari nelle marce ed eseguì servizi d'onore nelle [[Rivista (militare)|riviste]] delle [[Piazza d'armi|piazze d'armi]]<ref name="bandamusicale">{{Cita web |url=https://www.bandamusicale.it/bande/italia/emiliaromagna/bologna/sanlazzarodisavena/sanlazzarodisavena.php |titolo=Corpo Bandistico Musicale di San Lazzaro di Savena |sito=BandaMusicale.it |accesso=23 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160310093215/https://www.bandamusicale.it/bande/italia/emiliaromagna/bologna/sanlazzarodisavena/sanlazzarodisavena.php |urlmorto=no}}</ref>.
In seguito, per via dello scioglimento della Guardia nazionale italiana, il gruppo bandistico variò in ''Musica di San Lazzaro di Savena'' e continuò ad operare per ulteriori 20 anni sotto tale nome<ref name="autogenerato18" />.
Il 25 febbraio del 1890<ref name="autogenerato23" />, la banda si legò alla ''Società di Mutuo Soccorso fra i Superstiti della guerra per l'Unità d'Italia'' (diventando ''Banda di San Lazzaro di Savena e Superstiti'') e per essa fornì servizi d'onore e accompagnamento per le salme dei combattenti della [[Risorgimento|guerra risorgimentale]] per l'[[Risorgimento|Unità d'Italia]]. Successivamente, il gruppo musicale trasferì la propria sede a Bologna (ove tuttora opera con il nome di ''Corpo Bandistico Gioacchino Rossini''<ref name="autogenerato18" />). Nel 1920 la banda assunse la denominazione di ''Società Musicale Risorgimento'', svincolata dalla ''Società di Mutuo Soccorso fra i Superstiti della guerra per l'Unità d'Italia''.
Nel frattempo, a San Lazzaro di Savena si era formato un altro corpo musicale, composto anche da alcuni membri che avevano deciso di non spostarsi nel capoluogo emiliano assieme alla banda, e che divenne il nucleo del gruppo bandistico sanlazzarese.
Nell'arco delle due
L'odierno ''Corpo Bandistico Musicale Città di San Lazzaro'' si articola in un organico di una quarantina di elementi<ref name="autogenerato7">[http://bandasanlazzaro.altervista.org/index.html ''Banda di San Lazzaro''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150402141227/http://bandasanlazzaro.altervista.org/index.html |data=2 aprile 2015 }}</ref>.
In tempi recenti (il 9 maggio del
Nel corso degli anni, la divisa appartenente al corpo musicale fu aggiornata diverse volte: la prima fu di color grigio, corredata di cappello piumato "alla bersagliera", in seguito assunse la livrea nera (seguendo il modello stabilito allora per gli ufficiali medici dell'[[Regio Esercito|Esercito Regio]]), fino a diventare l'uniforme corrente, composta da pantaloni grigi abbinati ad una giacca in tinta blu.<ref name="bandamusicale" />
=== Eventi ===
====
{{Citazione|A sòn stè ala Fîra d' San Lâżar, oilì oilà...|Nel [[1973]] il cantautore [[Francesco Guccini]] riprende, parzialmente modificata, una canzone popolare e goliardica: "[[La
Istituita ufficialmente il 28 aprile del
Cresciuta d'importanza nel corso del tempo (seppur perdendo di rilevanza a partire dalla fine del [[XX secolo]]<ref
== Geografia antropica ==
=== Frazioni ===
San Lazzaro di Savena nasce in via ufficiale nel 1802, unito alle frazioni di Caselle e Russo e si arricchisce, nel 1810, di ulteriori località: Castel de' Britti, Croara, Miserazzano (ovvero l'attuale Ponticella) e Pizzocalvo<ref>
Nell'epoca presente, il territorio comunale è complessivamente formato dai seguenti nuclei amministrativi:
; Borgatella: Piccola frazione situata a nord-est di San Lazzaro (capoluogo), confinante con il torrente Idice e posta a 46 metri di altitudine sul [[livello del mare]].
; Caselle: Frazione molto prossima al centro e vocata anche a zona artigianale. È immediatamente confinante con il Savena ed è a 51 metri sul livello del mare. L'archeologo e conte [[Giovanni Gozzadini]], nel 1853 scoprì presso una sua proprietà (il podere "Camposanto") a ridosso dell'attuale chiesa di Santa Maria Assunta di Caselle, un sepolcreto (composto da 193 tombe) testimonianza della [[civiltà villanoviana]]<ref>{{Cita web |url=http://www.museodellapreistoria.it/percorso/ferro.html |titolo=''Civiltà del Ferro'' |accesso=24 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160927010102/http://www.museodellapreistoria.it/percorso/ferro.html |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.carlo.dadamo.name/articoli/1_villanoviani.htm |titolo=''La necropoli villanoviana di Giovanni Gozzadini '' |accesso=25 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160703143115/http://www.carlo.dadamo.name/articoli/1_villanoviani.htm |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/17865 |titolo=''F31341 - Giovanni Gozzadini'' |accesso=24 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160927002225/http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/17865 |urlmorto=no}}</ref>.<br />
; [[Castel de' Britti]]: piccola frazione collinare, il cui nome deriva da un antico castello oggi quasi completamente distrutto (ne rimane unicamente un grande arco d'ingresso). Oltre alla vecchia chiesa di San Biagio, è presente la nuova chiesa parrocchiale in stile modernista.
; La Cicogna: Principalmente, è un nucleo artigianale (a est del centro), progettato negli anni settanta/ottanta e ancora in ampliamento.
; Colunga: Nel
[[File:Calanco-monte-calvo.jpg|thumb|upright=1.0|[[Calanco|Calanchi]] di
; Croara: In questa località collinare (a 216 metri sul livello del mare) si trova la ''[[Grotta della Spipola]]'', accreditata fra i più estesi complessi carsici ipogei del lato occidentale europeo<ref>[http://www.federgev.it/primosito/Docs/parchi/gessi/a4.html ''Il carsismo: doline, inghiottitoi e grotte''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924011535/http://www.federgev.it/primosito/Docs/parchi/gessi/a4.html |data=24 settembre 2015 }}</ref>. Sopra ad un'altura di natura gessosa sono presenti i resti del ''Castello di Croara''.
; Farneto: Confinante con la Croara, in questa frazione posta a quota 87 metri dal livello del mare (il cui [[toponimo]] deriva dalla folta presenza di boschi di [[quercus robur|farnia]]) è locata la ''[[Grotta del Farneto]]'', cavità gessosa del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa.
; Idice: Prende la sua denominazione dal vicino torrente Idice (è a 63 metri [[s.l.m.]]). Il nucleo odierno è anticamente nato attorno a un ponte sulla strada consolare romana Emilia e alla chiesa di San Giacomo, la quale assisteva un locale ospizio per pellegrini. Entrambe le strutture furono coinvolte nelle [[Secolarizzazione dei beni ecclesiastici#Le secolarizzazioni della Rivoluzione francese e dell'età napoleonica|soppressioni napoleoniche agli inizi del XIX secolo]]. L'ospizio subì in seguito l'abbattimento e la chiesa fu sconsacrata, cambiando la sua destinazione d'uso in abitazione civile. La [[Tabula Peutingeriana]] (copia di un'antica mappa romana) riporta, nel [http://www.tabula-peutingeriana.de/tp/tp3.4_2.jpg segmento IV, 4 m], della presenza di una [[stazione di posta]] romana (poi andata distrutta) all'altezza dell'attuale Idice, chiamata "Isex flumen" (in quell'area, la strada maestra via Emilia incrociava uno dei rami della [[via Flaminia minor]]). L'ex chiesa di San Giacomo, in effetti conserva, nella sua struttura, materiali recuperati proprio dalla stazione<ref>{{Cita web |url=http://icozzano.scuole.bo.it/ic/media/attivita/iper/idice/viabilita/storia7.htm |titolo=''La via Flaminia minore'' |accesso=18 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130304075654/http://icozzano.scuole.bo.it/ic/media/attivita/iper/idice/viabilita/storia7.htm |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://ibc.regione.emilia-romagna.it/argomenti/archeologia/valorizzazione-dei-siti-e-dei-musei-archeologici-1/un-ospitale-per-pellegrini-presso-il-ponte-dellidice |titolo=''Un ospitale per pellegrini presso il ponte dell'Idice'' |accesso=18 settembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170829032613/http://ibc.regione.emilia-romagna.it/argomenti/archeologia/valorizzazione-dei-siti-e-dei-musei-archeologici-1/un-ospitale-per-pellegrini-presso-il-ponte-dellidice |urlmorto=no}}</ref><ref>Paola Foschi, ''S. Giacomo. Un ospitale per pellegrini presso il ponte dell'Idice'', San Lazzaro di Savena, Nuova Alfa, 1989</ref>. Presso Idice, trovano collocazione le aree naturali dell{{'}}''Oasi fluviale del Molino Grande'' e l{{'}}''Area di Riequilibrio Ecologico Parco Fluviale Lungo Idice''.
; La Campana: Collocata in periferia sanlazzarese (tra Idice e il
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|titolo = Miserazzano: la leggenda del cavaliere Azzano
|contenuto = Secondo una leggenda<ref>[http://www.selenitebo.it/documenti/Itinerari_Narranti_Parco.pdf ''La leggenda del povero Azzano''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150419192106/http://www.selenitebo.it/documenti/Itinerari_Narranti_Parco.pdf |data=19 aprile 2015 }} [[Portable Document Format|PDF]]</ref>, nell'anno mille viveva in un castello sull'altopiano della Croara, il cavaliere Azzano, noto per il suo ardimento in guerra e segnatamente per la sua invincibilità. La reputazione di Azzano, giunta a Bologna, destò ammirazione e invidia. Dalla città felsinea stessa e da altri centri abitati, giunsero sette cavalieri per sfidarlo, ma subirono la sconfitta. Un giorno Azzano si cimentò in duello con un giovane proveniente da sud, forte e in armi leggere (all'opposto di Azzano, il quale soleva indossare un equipaggiamento piuttosto pesante). Per tre dì la [[savena|valle del Savena]] rimbombò dei clangori dell'aspro scontro. Proprio al terzo giorno, il cavaliere Azzano, venne colpito brutalmente e cadde dalla cavalcatura, vinto. Per il disonore, il nobile cominciò ad errare per la Croara senza darsi pace; finché avvenne il tragico epilogo: si lanciò a cavallo da un'altura sulla valle del Savena. Si dice che nella corsa abbia pronunciato, gridando in latino, le parole: "''Misere Azzano!''"; il racconto narra che proprio da quell'urlo trasse il nome la località di Miserazzano<ref>
}}
; La Mura San Carlo: Toponimo dovuto a un antico
; Mirandola: Frazione a sud-est del capoluogo, locata a 56 metri di altitudine sul livello del mare.
; Pizzocalvo: Antico borgo del [[
; Ponticella: Anticamente conosciuta come ''Miserazzano''<ref>Maria Luisa D'Amato, ''Ponticella: quando limpido scorreva il Savena'', Bologna, ANCeSCAO, 2011</ref>, negli anni settanta questa frazione (un tempo borgata) prese il nome di Ponticella (già chiamata ''il Pontale'', probabilmente per via della passerella in loco che permetteva l'attraversamento del corso d'acqua del Savena<ref>Paola Cossentino, Alessandra Furlani, Fiamma Lenzi, Gabriele Nenzioni, Pier Luigi Perazzini, ''AQVA FONS VITAE - Identità storia memoria di una comunità'', Centro Stampa Regionale, 2016</ref>). Il suo confine ovest è determinato dal letto del fiume Savena. È a 72 metri sul livello del mare.
; Pulce: Questa frazione, posta a 84 metri di altitudine sul livello del mare, ha cambiato aspetto negli anni ottanta, quando, attraverso l'acquisto di terreni ecclesiali da parte del comune, fu destinata all'ubicazione di [[edilizia residenziale pubblica|alloggi popolari]]<ref>Paola Furlan, ''Da industria a parco naturale: La difficile chiusura delle cave di gesso a San Lazzaro di Savena 1960-1984'', CLUEB, Bologna, 2013, p. 71</ref>.
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; Russo: Frazione a nord del capoluogo e confinante con Borgatella.
; Trappolone (''Paleotto''): Località posta a sud-est del centro sanlazzarese (e confinante con Bologna e Pianoro), la quale prende il nome da un'antica locanda con [[stazione di posta]]<ref>[
; Villaggio Martino: Frazione confinante con Croara e Ponticella.
== Economia ==
[[File:OSCA badge - Flickr - exfordy.jpg|
A San Lazzaro di Savena hanno a tutt'oggi sede alcune importanti aziende, quali ad esempio [[Conserve Italia]] (marchi [[Valfrutta]], [[Cirio]],
=== Artigianato ===
Per quanto riguarda l'[[artigianato]], San Lazzaro di Savena è rinomato soprattutto per i laboratori di oreficeria e di gioielleria.<ref name="Aci">{{Cita libro |titolo=Atlante cartografico dell'artigianato |anno=1985 |editore=A.C.I. |città=Roma |p=4,6 |volume=2}}</ref>
== Infrastrutture e trasporti ==
Oltre che dalla
Il servizio di trasporto pubblico è assicurato dalle autocorse urbane, suburbane e interurbane svolte dalla società [[Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna|TPER
Il comune è inoltre servito dalla [[Stazione di San Lazzaro di Savena|stazione urbana di San Lazzaro di Savena]] (inaugurata il 16 dicembre 2008<ref>{{Cita web |url=http://www.fsnews.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=93a274016114e110VgnVCM1000003f16f90aRCRD |titolo=San Lazzaro di Savena, inaugurata la nuova fermata ferroviaria |editore=fsnews.it |accesso=5 dicembre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141208234726/http://www.fsnews.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=93a274016114e110VgnVCM1000003f16f90aRCRD |urlmorto=no}}</ref>), parte del [[Servizio ferroviario metropolitano di Bologna|Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna]].
Dal 1885 al 1935 San Lazzaro disponeva di una stazione della [[tranvia Bologna-Imola]] la quale svolgeva un servizio con trazione a vapore gestito dalla [[Società Veneta]]. Il 31 luglio 1948 San Lazzaro fu nuovamente collegata a Bologna tramite la linea 20 della [[Rete tranviaria di Bologna (1880-1963)|rete tranviaria urbana]]<ref>Fabio Formentin, Paolo Rossi, ''Storia dei trasporti urbani di Bologna'', Calosci, Cortona, 2004, ISBN 88-7785-204-6, p. 206</ref>; tale linea fu soppressa il 1º luglio 1961, sostituita da autobus<ref>Formentin, Rossi, ''op. cit.'', p. 265</ref>.
Secondo un progetto degli anni novanta, un [[filobus]] a guida ottica denominato [[Irisbus Civis|Civis]] avrebbe dovuto collegare San Lazzaro con il centro di Bologna; tale progetto è stato poi aggiornato in seguito ad alcune vicende giudiziarie prevedendo la sostituzione con veicoli [[Irisbus Crealis Neo|Crealis]], modelli più evoluti a guida ordinaria<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/notizie/pagina599.html |titolo=Civis: dal 17 settembre al via i lavori con l'intervento di fresatura (aggiornamento) |sito=comune.sanlazzaro.bo.it |data=22 settembre 2007 |accesso=21 luglio 2020 |urlarchivio=https://archive.is/20070514141928/http://www.comune.sanlazzaro.bo.it/notizie/pagina599.html }}</ref>.
== Amministrazione ==
{{Vedi anche|Sindaci di San Lazzaro di Savena}}
== Sport ==
=== Società sportive ===
* [[Pallavolo]]: [[Zinella Volley Bologna]] società maschile, fondata nel 1972, vincitrice di uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe. La squadra femminile ha disputato negli anni 1980 la Serie A. Oggi assorbita dalla Pallavolo San Lazzaro, che ha aggiunto al proprio logo anche quello del leone della Zinella, denominando la società Pallavolo Zinella VIP San Lazzaro.
*
* [[Scherma (sport)|Scherma]]: Zinella Scherma<ref>{{Cita web |url=https://www.zinellascherma.it/attivita/chisiamo.asp |titolo=Chi siamo |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191020125711/https://www.zinellascherma.it/attivita/chisiamo.asp |urlmorto=no}}</ref>, fondata nel 1998.
* [[Calcio
* [[Pallamano]]: [[Bologna United Handball]], fondata nel 1999.
* [[Calcio a 5]]: [[Kaos Futsal]], fondata nel 1983.
* [[Football americano]]: [[Phoenix San Lazzaro]], attivi dal 1986 al 1998 e vincitori di due [[Superbowl italiano|Superbowl italiani]]
=== Eventi sportivi ===
* Nell'agosto 2008 si sono tenuti a San Lazzaro i campionati mondiali di [[frisbee freestyle]]<ref>{{cita news|url= http://ilboemilia.gelocal.it/dettaglio/San-Lazzaro-capitale-del-frisbee-Al-via-i-mondiali-di-Freestyle/1490717 |titolo= San Lazzaro capitale del frisbee. Al via i mondiali di Freestyle |rivista= il BO Emilia |data= 21 luglio 2008 |urlmorto= sì }}</ref>.
=== Impianti sportivi ===
[[File:PalaSavena.jpg|thumb
* [[PalaSavena]]: palazzetto dello sport con una capienza di 2700 posti, che oltre ad eventi sportivi ospita anche spettacoli e congressi.
* Palestra Rodriguez: palazzetto dello sport per la BSL San Lazzaro.
* Stadio Maurizio Cevenini: capace di 2500 posti, è dotato di un campo da calcio regolamentare (oltre a un campo da calcetto). Vi giocano il Real San Lazzaro A.S.D. e il FC San Lazzaro A.S.D.
* Piscina Comunale Kennedy: è dotata di una vasca coperta di 25x16 m e una profondità che varia da 1,50 m fino a 1,80 e un'ulteriore vasca coperta di 15x6 m, profonda 0,80 m.
* Bowling Polisport San Lazzaro, fondato nel 1986, è un centro [[bowling]] da 40 piste.
{{-}}
== Note ==
{{
== Bibliografia ==
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* ''La Banda Musicale di San Lazzaro di Savena. 1853-2013: 160 anni di musica insieme'', Michelangelo Abatantuono, Pier Luigi Perazzini, Bologna, Costa Editore, 2013
* ''Quaderni del Savena'', Bologna, CLUEB, nn. 12/2012, 13/2013, 14/2014-2015
* ''AQVA FONS VITAE - Identità storia memoria di una comunità'', Paola Cossentino, Alessandra Furlani, Fiamma Lenzi, Gabriele Nenzioni, Pier Luigi Perazzini, Centro Stampa Regionale, 2016
== Voci correlate ==
* [[
* [[PalaSavena]]
* [[Sala Paradiso]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web |url=https://www.fieradisanlazzaro.it/it |titolo=Fiera di San Lazzaro}}
{{Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa}}
{{
{{Via Emilia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Bologna
[[Categoria:San Lazzaro di Savena| ]]
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