Lingua araba: differenze tra le versioni
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{{NN|lingue|settembre 2015}}
{{Lingua
|colore = yellow
|nome = Arabo
|nomenativo = {{lang|ar|عربية}} (''{{unicode|ʿ|}}
|stati = [[Algeria]], [[Arabia Saudita]], [[
|regione = [[Vicino Oriente]] [[Arabi|arabo]], [[Nordafrica]]
|persone =
|classifica = 5
|scrittura = [[Alfabeto arabo]]
|tipologia = {{VSO}} [[lingua flessiva|flessiva]]
|fam1 = [[Lingue
|fam2 = [[Lingue semitiche]]
|fam3 = Semitiche Centrali
|fam4 = Semitiche Centrali Meridionali
|nazione = {{DZA}}
|agenzia = Nel {{Bandiera|Lega Araba}} [[Mondo arabo]]: Arabic Language International Council.<br />In {{DZA}}: Consiglio Supremo della lingua araba.<br />In {{SAU}}: Accademia della Lingua Araba.<br />In {{EGY}}: Accademia della Lingua Araba.<br />In {{JOR}}: Accademia giordana dell'arabo.<br />In {{
|iso1 = ar
|iso2 = ara
|iso3 = ara
|mappa = Arabic speaking world.svg
|didascalia = {{legend|#088A4B|Lingua ufficiale}}
{{legend|#045FB4|Co-ufficiale parlato dalla maggioranza}}
{{legend|#5599ff|Co-ufficiale parlato da una minoranza}}
{{legend|#e6e6e6|Non ufficiale, con una minoranza di arabofoni}}
|estratto = <div dir="rtl" lang="ar"><div style="text-align:right;">يولد جميع الناس أحرارًا متساوين في الكرامة والحقوق. وقد وهبوا عقلاً وضميرًا وعليهم أن يعاملو بعضهم بعضًا بروح الإخاء.</div> '''Traslitterazione''' </div>Yūladu ǧamīʿu an-nāsi ʾaḥrāran mutasāwina fī al-karāmati wa-l-ḥuqūqi. Waqad wahabū ʿaqlan wa-ḍamīran wa-ʿalayhim ʾan yuʿāmila baʿḍahum baʿḍan bi-rūḥi al-ʾiḫāʾi.
|sil = arb
|codice = ar
}}
La '''lingua araba''' (in arabo <big>{{lang|ar|الْعَرَبيّة}}</big>, ''al-
Al 2025, è parlata da 334,6 milioni di parlanti totali.
L'arabo classico è la lingua liturgica di 1,9 miliardi di musulmani, oltreché di varie chiese cristiane, mentre l'[[Lingua araba standard|arabo moderno standard]] è una delle sei lingue ufficiali delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]].
== Storia ==
La scrittura dell'arabo classico si sviluppò dalla forma tardo-[[lingua nabatea|nabatea]] dell'[[lingua aramaica|aramaico]]. L'[[alfabeto aramaico]] dei [[nabatei]], con la loro capitale [[Petra (Giordania)|Petra]], è un precursore della scrittura araba. La scrittura dei graffiti arabi era soprattutto aramaica o [[alfabeto nabateo|nabatea]]. Secondo il [[Kitab al-Aghani]] (Il libro dei canti), tra i primissimi inventori della scrittura araba ci furono due cristiani di [[Al-Hira|al-Hīra]] (Zayd ibn Bammad e suo figlio). A Zabad (a sud-ovest di [[Aleppo]]) sono state trovate delle iscrizioni cristiane in tre lingue ([[lingua siriaca|siriaco]], [[lingua greca|greco]] e arabo), degli anni 512-513 d.C., finora le più antiche testimonianze scoperte della scrittura araba.
È evidente come i cristiani arabi abbiano giocato un ruolo nella storia della lingua araba nel [[VI secolo]]. I testi più antichi di un arabo «classico» risalgono al III secolo d.C. e presto si sviluppò una poesia araba in ambito semitico. La lingua e la scrittura araba furono ulteriormente sviluppate alla corte di [[Al-Hira|al-Hīra]], la città araba sulla riva occidentale dell'[[Eufrate]] del sud la cui sede vescovile è spesso citata, e che fu un grande centro cristiano ancora prima di [[Najrān]] nell'Arabia meridionale: qui si studiava l'arte dello scrivere, molto prima che fosse praticata in generale nel resto della [[Penisola araba|penisola arabica]]. L'arabo fu infine fondamentale per il senso dell'unità e dell'identità degli arabi.
La lingua araba ha preso "in prestito" da altre lingue non solo le parole profane, come ad esempio il termine ''qaṣr'' (dal latino ''castra'', «accampamento», «cittadella»), bensì anche parole che sono state molto rilevanti per il [[Corano]] e per altri usi della lingua: così la parola ''qalam'' (dal greco ''kalamos''), che significa "[[Calamo (scrittura)|calamo]]", attraverso il quale per i [[musulmani]] Dio ha insegnato agli uomini ciò che essi prima non sapevano. Dalle fonti semitico-ebraiche o cristiane derivano:
* ''sīrat'' = «il giusto cammino», «guida del cammino» (dal latino ''strata'', «strada lastricata») che si trova in posizione centrale già nelle [[Sura|sure]] di apertura del Corano;
* ''sūra'' = «un pezzo di scrittura»;
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* ''al-raḥmān'' = «il Clemente» (due volte programmaticamente nelle sure di apertura, assieme alla parola dal suono simile al-raḥīm = il Misericordioso).
Il siriaco ''qeryqānā'' (= «lettura» nella liturgia) dimostra un legame con il nome ''al-Qurʾān'' (attraverso il verbo affine ''qara'a'' «leggere ad alta voce»). Ma ancora più importante: la parola che il Corano conosce "per il solo
La lingua araba fa capo al ceppo [[Lingue semitiche|semitico]], alla cui radice gli studiosi hanno postulato un capostipite unico, definito ''protosemitico'', che fu il probabile mezzo di espressione dei primi [[semiti]] nella stadio linguistico comune, cioè prima che il gruppo umano semitico si frammentasse geograficamente in vari gruppi migratori, diversificandosi culturalmente. Quando ciò avvenne, diversi millenni or sono, dal protosemitico derivarono lingue diverse, ciascuna delle quali assunse, con il tempo, peculiari caratteristiche morfologiche e lessicali; la tesi più accreditata comunque indicherebbe il serbatoio dei semiti nella [[penisola araba]]. Comunque la lingua araba venne diffusa tra il VII e il XII secolo, sull'onda delle conquiste islamiche, in tutto il [[Nordafrica]], dove venne ad affiancarsi ai dialetti [[Lingua berbera|berberi]], e in un'ampia fascia che copre tutto il [[Medio Oriente]] fino ai confini della [[Persia]]. Oggi è [[lingua ufficiale]] in tutti i ventidue paesi che aderiscono alla [[Lega araba]]; e una delle lingue ufficiali di tre organizzazioni internazionali: la [[Lega araba]], l'[[Unione africana]] e l'[[ONU]]. Un grande numero di persone parla arabo come seconda lingua, lingua veicolare o lingua del culto. La tradizione [[islam]]ica considera l'arabo lingua sacra in quanto impiegata nel proprio [[testo sacro]], ovvero il Corano.
Di grammatica non semplice, l'arabo presenta, come le altre lingue semitiche, la flessione interna dei sostantivi e dei verbi. Soltanto lo scheletro consonantico delle parole rimane invariato, mentre infissi e vocali si combinano per ottenere le più sottili sfumature.
==
{{Vedi anche|Letteratura araba|Poesia araba}}
La letteratura araba prende l'avvio con le [[Muʿallaqāt]], poesie di argomento lirico, erotico o guerresco, scritte nel VI secolo da un gruppo di poeti nell'ambiente dei [[beduini]] nomadi, tra cui spiccano [[Antara ibn Shaddad|ʿAntar]] e [[Imru l-Qays]]. A queste segue a ruota la compilazione del ''Qurʾān'' (Corano), per i musulmani parola divina trasmessa dall'[[arcangelo Gabriele]] al profeta ''Muḥammad'' ([[Maometto]]), con la quale si apre il capitolo dell'Islām. Queste prime composizioni rappresentarono l'inizio di quella che, nei secoli successivi, sarebbe diventata una letteratura d'importanza mondiale. Le opere di narrativa, storia, filosofia, teologia, poesia, sia originali sia di derivazione greca e persiana, che meriterebbero di essere menzionate, sono numerose. Ricordiamo ad esempio l'antologia ''ʾAlf layla wa layla'' ([[Le mille e una notte]]), tuttora apprezzata e continuamente tradotta e ristampata nel mondo. Da allora l'arabo ha continuato ad essere, per centinaia di milioni di persone, una valida lingua letteraria.
== Introduzione all'alfabeto e pronuncia puntuale ==
{{Vedi anche|Alfabeto arabo|Storia dell'alfabeto arabo|Calligrafia araba|ʿIlm al-ḥurūf}}
=== Introduzione generica ===
L'[[alfabeto arabo]], per darne una breve sintesi, consiste di 28 consonanti, più un grafema particolare (''[[hamza]]'') e alcuni simboli grafici particolari. Tre di queste consonanti hanno un valore semiconsonantico (o semivocalico, se si preferisce), servendo anche a indicare l'allungamento degli unici tre suoni vocalici esistenti nell'arabo standard (''[[fuṣḥa|fuṣḥā]]''):
* a → ا
* u → و
* i → ي
In realtà nei vari dialetti (عامية ''‘āmmiyya'') i suoni vocalici "e" e "o" trovano piena accoglienza. Questo rende particolarmente ardua la soluzione della traslitterazione in alfabeto latino perché, se in arabo classico il nome "Muḥammad" prescriverebbe l'uso appunto delle vocali "u" e "a", nel parlato ciò non è detto che avvenga. Si avrà allora (in modo perfettamente legittimo) "Mohammed" o, addirittura (rispettando la realtà fonetica di certe aree arabofone) "M'hammed". Meno corretto – ma non in maniera dirimente – mescolare le cose e creare ad esempio "Muhammed" o "Mohammad". Spesso si preferisce, per uniformità, usare con coerenza il sistema "classico", comunemente chiamato "arabo letterario". Questo per evitare le varietà fonetiche che si presentano numerose, a seconda delle nazioni arabofone. La stessa cosa vale per l'articolo determinativo arabo "al-" che, con circa metà delle lettere dell'alfabeto, assimila la prima consonante che incontra mentre resta invariato con le restanti lettere. Le lettere che assimilano l'articolo sono dette lettere "solari" e sono le seguenti: ﺕ ([[tāʼ]]), ﺙ ([[ṯāʼ]]), ﺩ ([[dāl]]), ﺫ ([[ḏāl]]), ﺭ ([[rāʼ]]), ﺯ ([[zāy]]), ﺱ ([[sīn]]), ﺵ ([[šīn]]), ﺹ ([[ṣād]]), ﺽ ([[ḍād]]), ﻁ ([[ṭāʼ]]), ﻅ ([[ẓāʼ]]), ﻝ ([[lām]]) ﻥ ([[nūn]]); quelle che non lo assimilano sono chiamate lettere "lunari" e sono ﺍ (ʼ[[alif]]), ﺏ ([[bāʼ]]), ﺝ ([[ǧīm]]), ﺡ ([[ḥāʾ]]), ﺥ ([[ḫāʾ]]), ﻉ ([[ʿayn]]), ﻍ ([[ġayn]]), ﻑ ([[fāʾ]]), ﻕ ([[qāf]]), ﻙ ([[kāf]]), ﻡ ([[mīm]]), ﻩ ([[hāʼ]]), ﻭ ([[wāw (lettera)|wāw]]), ﻱ ([[yāʼ]]).
Si avrà così "aš-šams" (il sole), "ar-raǧul" (l'uomo), "an-nūr" (la luce) ecc; mentre si avrà "al-qamar" (la luna), "al-kitāb" (il libro), "al-bint" (la ragazza), ecc.
Le vocali brevi (a, u, i) sono indicate con tre diversi segni posti sopra o sotto la consonante e di pronunciano di seguito a essa: la ''a'' breve con un piccolo tratto obliquo soprastante (detto ''[[fatḥa]]''), la ''i'' breve con uno identico ma sottostante (detto ''[[kasra]]'') e la ''u'' breve con una sorta di piccolo 9, con coda più accentuata, (detto ''[[ḍamma]]''). Tra i simboli particolari appartenenti alla scrittura araba troviamo:
* [[
* [[šadda]]: è un segno simile alla lettera greca "ω" posto sopra una consonante e ne indica il raddoppiamento.
La lingua araba si scrive da destra verso sinistra. Le 28 lettere che compongono l'alfabeto hanno 4 forme differenti a seconda che si trovino all'inizio di una parola, in mezzo, alla fine o isolate. Solo 6 lettere non legano a sinistra con le altre e perciò hanno solo la forma iniziale e finale. Esse sono:
* ʼalif <big>(ا);</big>
* rāʼ <big>(ر);</big>
* zāy <big>(ز);</big>
* dāl <big>(د);</big>
* ḏāl <big>(ذ);</big>
* wāw <big>(و).</big>
Esistono altri "simboli" particolari che sono costituiti dall'unione di 2 lettere o caratteri:
* la [[alif#Lām-alif|lām-ʼalif]] <big>(لا)</big> nata dall'incontro appunto di una lam (ل) e di un'alif (ا);
* la [[alif#Alif madda|ʼalif madda]] <big>(آ)</big> composta da una ’alif con una linea ondulata al di sopra ed è come se fosse una ’alif seguita da un'altra ’alif (il suono che rappresenta è una A lunga);
*
* La [[alif#Alif maqsūra|ʼalif maqṣūra]] <big>(ى)</big> che ha il suono di una "a" lunga posta in fine di parola.
Esistono vari sistemi di [[traslitterazione dall'arabo]].
=== Basi di fonologia ===
La pronuncia dell'arabo si differenzia notevolmente tra i vari Paesi in cui è parlato e anche all'interno di essi. Esiste, però, una [[arabo moderno standard|lingua araba moderna ''standard'']] che comprende 33 [[fonema|fonemi]]: 5 vocalici e 28 consonantici.
* Suoni vocalici:
** vocali semplici: {{IPA|[i]}}, {{IPA|[iː]}}, {{IPA|[u]}}, {{IPA|[uː]}}, {{IPA|[a]}}, {{IPA|[aː]}};
** dittonghi: {{IPA|[aj]}}, {{IPA|[aw]}}.
* Consonanti:
:{| class="wikitable" style="text-align: center;"
|-
! rowspan="2" colspan="2" |
! rowspan="2" | [[Consonante labiale|Labiali]]
! rowspan="2" | Interdentali
! colspan="2" style="white-space:nowrap;" | [[Consonante dentale|Dentali]] / [[Consonante alveolare|Alveolari]]
! rowspan="2" | [[Consonante palatale|Palatali]]
! rowspan="2" | [[Consonante velare|Velari]]
! rowspan="2" | [[Consonante uvulare|Uvulari]]
! rowspan="2" | [[Consonante faringale|Faringali]]
! rowspan="2" | [[Consonante glottidale|Glottali]]
|-
! style="font-size:85%;" | semplici
! style="font-size:85%;" | faringalizzate
|-
! rowspan="2" | [[Consonante occlusiva|Occlusive]]
! style="font-size:85%;" | [[Consonante sorda|sorde]]
| <big> </big>
| <big> </big>
| <big>{{lang|ar|ت }} {{IPA|t̪}}</big>
| <big>{{lang|ar|ط}} {{IPA|t̪ˁ}}</big>
| <big> </big>
| <big>{{lang|ar|ك}} {{IPA|k}}</big>
| <big>{{lang|ar|ق }} {{IPA|q}}</big>
| <big> </big>
| <span style="text-decoration: none"><big>[[Hamza|ء]] {{IPA|ʔ}}</big></span>
|-
! style="font-size:85%;" | [[Consonante sonora|sonore]]
| <big>{{lang|ar|ب}} {{IPA|b}}</big>
| <big> </big>
| <big>{{lang|ar|د}} {{IPA|d̪}}</big>
| <big>{{lang|ar|ض}} {{IPA|d̪ˁ}}</big>
| colspan="2" | <big>{{lang|ar|ج}} {{IPA|d͡ʒ (ʒ~g)}}<sup>1</sup></big>
| <big> </big>
| <big> </big>
| <big> </big>
|-
! rowspan="2" | [[Consonante fricativa|Fricative]]
! style="font-size:85%;" | sorde
| <big>ف {{IPA|f}}</big>
| <big>ث {{IPA|θ}}</big>
| <big>{{lang|ar|س}} {{IPA|s}}</big>
| <big>{{lang|ar|ص}} {{IPA|sˁ}}</big>
| <big>ش {{IPA|ʃ}}</big>
| colspan="2" | <big>{{lang|ar|خ}} {{IPA|x~χ}}<sup>4</sup></big>
| <big>{{lang|ar|ح}} {{IPA|ħ}}</big>
| <big>{{lang|ar|ە}} {{IPA|h}}</big>
|-
! style="font-size:85%;" | sonore
| <big> </big>
| <big>ذ {{IPA|ð}}</big>
| <big>ز {{IPA|z}}</big>
| <big>ظ {{IPA|ðˁ}}</big>
| <big> </big>
|colspan=2| <big>غ {{IPA|ɣ~ʁ}}<sup>4</sup></big>
|<big>ع {{IPA|ʕ}}</big>
| <big> </big>
|-
! colspan="2" | [[Consonante nasale|Nasali]]
| <big>م {{IPA|m}}</big>
| <big> </big>
| <big>ن {{IPA|n}}</big>
| <big> </big>
|<big> </big>
|<big> </big>
| <big> </big>
|
|<big> </big>
|-
! colspan="2" | [[Consonante vibrante|Vibranti]]
| <big> </big>
| <big> </big>
| <big>ر {{IPA|r}}</big>
| <big> </big>
| <big> </big>
| <big> </big>
| <big> </big>
| <big> </big>
| <big> </big>
|-
! colspan="2" | [[Consonante laterale|Laterali]]
|<big> </big>
|<big> </big>
|<big>ل {{IPA|l}}<sup>2</sup></big>
|<big> </big>
|<big> </big>
|<big> </big>
|<big> </big>
|<big> </big>
|<big> </big>
|-
! colspan="2" | [[Consonante approssimante|Approssimanti]]
|<big> </big>
|<big> </big>
|
|<big> </big>
| <big>ي {{IPA|j}}</big>
| <big>و {{IPA|w}}</big>
|<big> </big>
|
|<big> </big>
|}
Quasi tutte le consonanti possono essere brevi o lunghe ([[geminazione consonantica|geminate]]). La pronuncia ''enfatica'' (ossia [[faringalizzazione|faringalizzata]]) si realizza avvicinando la parte posteriore della lingua alla faringe.
Nell'arabo ''standard'' i suoni {{IPA|[o]}}, {{IPA|[e]}}, {{IPA|[p]}}, {{IPA|[v]}}, {{IPA|[ɡ]}} e {{IPA|[ʧ]}} compaiono solo in prestiti stranieri. Per rendere graficamente le consonanti {{IPA|[p]}}, {{IPA|[v]}}, {{IPA|[ɡ]}} e {{IPA|[ʧ]}} si usano forme modificate di lettere di suono simile, in particolare quelle dell'[[alfabeto persiano]], che possiede questi suoni, ma sono possibili delle varianti.
La pronuncia può subire il fenomeno della [[Imāla|’imāla]] ("inclinazione"), che provoca l'innalzamento della vocale /a/ verso il timbro /ɛ/~/e/~/i/.
=== Pronuncia puntuale, inclusi i diacritici (taškīl) ===
Nella tabella sottostante è spiegata in modo puntuale la pronuncia delle lettere base, lettere speciali e diacritici dell'[[alfabeto arabo]], senza però approfondire le numerose regole di scrittura della hamza.
{| class="wikitable sortable"
|-
!Lettera/
segno
!Trascrizione
[[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]
!Spiegazione
|-
|<big>َ</big>
|/ɛ/~/æ/~/a/~/ɑ/
|Chiamata ''[[fatḥa]]'' ("apertura", intendendo delle labbra), scrive la vocale breve "a". Questa vocale nel parlato può avvicinarsi alla /æ/ molto aperta dell'inglese. Dopo consonanti faringalizzate invece di scurisce in /ɑ/.
|-
|<big>ًا</big>
| -/an/
|Chiamata ''[[fatḥatayn]]'' ("doppia fatḥa"), si trova solo in fine di parola ed è la combinazione di ’alif e fatḥatayn. Indica il caso accusativo unito al [[tanwīn]].
|-
|<big>ٰ</big>
|/ɛ:/~/æː/~/ɑ:/
|Chiamata ''[[Alif#’Alif miniaturizzata|’alif ḫanǧariyya]]'' ("’alif pugnale"), è la "a" lunga di m'''a'''re. È un diacritico dalla forma di una ’alif rimpicciolita posizionata sopra la consonante che compare in alcune parole dall'ortografia arcaizzante ed equivale a una ’alif di allungamento della "a". L'aggiunta del diacritico non è obbligatoria.
|-
|<big>ِ</big>
|/i/
|Chiamata ''[[kasra]]'' ("rottura", intendendo delle labbra), è la "i" breve di p'''i'''ccolo. Questo diacritico si scrive sotto la lettera. Se la consonante seguente è una yā’ indica la vocale lunga /i:/. Questo diacritico, se combinato con hamza su una ’alif iniziale, porta sotto la ’alif anche la hamza.
|-
|<big>ٍ</big>
| -/in/
|Chiamata ''[[kasratayn]]'' ("doppia kasra"), si trova solo in finale di parola e indica il caso obliquo unito al tanwīn.
|-
|<big>ُ</big>
|/u/
|Chiamata ''[[ḍamma]]'' ("riunione", intendendo delle labbra), è la "u" breve di pi'''ù'''.
|-
|<big>ٌ</big>
| -/un/
|Chiamata ''[[ḍammatayn]]'' ("doppia ḍamma"), si trova solo in finale di parola e indica il caso nominativo unito al tanwīn. Il diacritico deriva dalla stilizzazione di due <big>وو</big> compattate e fuse insieme.
|-
|<big>ْ</big>
|''muta''
|Detto ''[[sukūn]]'' ("pausa"), è un cerchiolino vuoto che indica l'assenza di vocalizzazione, ossia la consonante si pronuncia senza vocale di appoggio. Si scrive sopra la consonante, ma non è obbligatorio.
|-
|<big>ّ</big>
|''consonante [[Geminazione consonantica|geminata]]''
|Chiamata ''[[šadda]]'' o ''tašdīd'', indica che la consonante si pronuncia lunga, come le consonanti doppie dell'italiano. In arabo, infatti, due consonanti uguali di seguito non sono intese come le consonanti doppie dell'italiano, ma sono separate da una vocale. La kasra, se combinata con questo diacritico, non si scrive sotto la consonante ma immediatamnente sotto la šadda, ossia sopra la consonante. Le altre due vocali brevi si scrivono invece sopra la šadda.
|-
|<big>ء</big>
|/ʔ/
|Chiamata ''[[hamza]]'', è il colpo di glottide ed equivale grossomodo a un colpetto di tosse. In principio di parola si pone sempre su una ’alif (ma non tutte le ’alif iniziali portano la hamza)<ref>Alcune parole, come ad esempio l'articolo, portano infatti la ’alif waṣla, ossia la ’alif elidibile.</ref>, mentre in corpo e in fine di parola la sua ortografia è piuttosto complessa. In questi ultimi due casi può comparire anche su ’alif, su wāw o su yā’ che vengono quindi chiamate ''kursiyy al-hamza'', "sedia della hamza".
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>{{Big|testo=ﺍ}}</big></span>
|''vedi''
''spiegazione''
|Chiamata ''[[Alif|’alif]]'', ha vari utilizzi. In principio di parola è un sostegno grafico per le vocali e regge le tre vocali brevi ed eventualmente anche la hamza. In corpo di parola può indicare l'allungamento della vocale "a" (se segue una fatḥa) oppure può essere sostegno (''kursiyy'', "sedia") per la hamza.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺏ}}</span>
|/b/
|Chiamata ''[[bāʾ]]'', è come la "b" italiana.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺕ}}</span>
|/t/
|Chiamata ''[[tāʾ]]'', è come la "t" italiana.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺙ}}</span>
|/θ/
|Chiamata ''[[ṯāʾ]]'', è il "th" interdentale sordo dell'inglese '''th'''ing.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺝ}}</span>
|/d͡ʒ/~/ʒ/~/g/
|Chiamata ''[[ǧīm]]'', è la "g" di '''g'''iorno, consonante sonora. Spesso è realizzata come la "j" del francese '''j'''our. In Egitto è la "g" dura di '''g'''atto, '''g'''hiro.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺡ}}</span>
|/ħ/
|Chiamata ''[[ḥāʾ]]'', è un'aspirazione che si ottiene comprimendo la faringe con la radice della lingua.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺥ}}</span>
|/x/~/χ/
|Chiamata ''[[ḫāʾ]]'', è il ''ch'' aspirato del tedesco, o la ''j'' spagnola.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺩ}}</span>
|/d/
|Chiamata ''[[dāl]]'', è come la "d" italiana.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺫ}}</span>
|/ð/
|Chiamata ''[[ḏāl]]'', è il "th" interdentale sonoro dell'inglese '''th'''at.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺭ}}</span>
|/r/~/rˁ/; -/ɾ/-
|Chiamata ''[[rāʾ]]'', è come la "r" italiana. Nel Nordafrica può essere faringalizzata.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺯ}}</span>
|/z/
|Chiamata ''[[zāy]]'', è la "s" sonora di ro'''s'''a.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺱ}}</span>
|/s/
|Chiamata ''[[sīn]]'', è la "s" sorda di '''s'''a'''ss'''o.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺵ}}</span>
|/ʃ/
|Chiamata ''[[šīn]]'', è la "sc" di '''sc'''ena.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺹ}}</span>
|/sˁ/~/θˁ/
|Chiamata ''[[ṣād]]'', è una "s" di '''s'''a'''ss'''o, sorda e faringalizzata: mentre la si pronuncia la lingua è stirata all'indietro verso la gola.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﺽ}}</span>
|/dˁ/
|Chiamata ''[[ḍād]]'', è una "d" faringalizzata: mentre la si pronuncia la lingua è stirata all'indietro verso la gola.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻁ}}</span>
|/tˁ/
|Chiamata ''[[ṭāʾ]]'', è una "t" faringalizzata: mentre la si pronuncia la lingua è stirata all'indietro verso la gola.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻅ}}</span>
|/ðˁ/~/zˁ/
|Chiamata ''[[ẓāʾ]]'', è come il ''th'' inglese interdentale e sonoro di '''th'''at, ma in più faringalizzato. In arabo colloquiale o dialettale può mutare in una "s" sonora faringalizzata.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻉ}}</span>
|/ʕ/
|Chiamata ''[[ʿayn]]'', è la [[fricativa faringale sonora]]: si produce comprimendo la faringe con la radice della lingua, senza però occluderla. Notoriamente ostica per gli occidentali, può essere utile pensare di cantare il suono più basso che si riesce finché non si sente un movimento nella gola quasi strozzata, senza però esagerarlo: la sensazione nella gola deve essere di sollevamento e non di schiacciamento.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻍ}}</span>
|/ɣ/~/ʁ/
|Chiamata ''[[ġayn]]'', è come <big>خ</big> sonorizzata.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻑ}}</span>
|/f/
|Chiamata ''[[fāʾ]]'', è come la "f" italiana.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻕ}}</span>
|/q/
|Chiamata ''[[qāf]]'', è come la "c" di '''c'''ane ma pronunciata più indietro, contro l'ugola.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻙ}}</span>
|/k/
|Chiamata ''[[kāf]]'', è come la "c" di '''c'''ane, sempre dura anche davanti a /i/.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻝ}}</span>
|/l/; /lˁ/
|Chiamata ''[[lām]]'', è come la "l" italiana. Nella parola "Allah" è faringalizzata.
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>لاَ</big></span>
|/la:/
|Legatura di lām con ’alif. Come parola a sé, <big>لاَ</big> significa "no".
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>الأَ</big></span>
|/al ʔa/
|È l'articolo determinativo seguito da una parola che inizia con ’alif hamza con "a" breve.
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>الآ</big></span>
|/al ʔa:/
|È l'articolo determinativo seguito da una parola che inizia con ’alif madda. Attenzione all'allungamento vocalico, presente a priori nella ’alif madda.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">الإِ</span>
|/al ʔi/
|È l'articolo determinativo seguito da una parola che inizia con ’alif hamza con "i" breve.
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>الأُ</big></span>
|/al ʔu/
|È l'articolo determinativo seguito da una parola che inizia con ’alif hamza con "u" breve.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻡ}}</span>
|/m/
|Chiamata ''[[mīm]]'', è una "m" di '''m'''ano, consonante sonora. Davanti alla /f/, si assimila in un suono labiodentale, cioè pronunciato con gli incisivi dell'arcata superiore a contatto con il labbro inferiore, come nell'italiano a'''nf'''ora. Questa consonante in IPA si trascrive con /ɱ/. Se è vicina a una consonante faringalizzata, assimila la faringalizzazione.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻥ}}</span>
|/n/
|Chiamata ''[[nūn]]'', è una "n" di '''n'''ave, consonante sonora. Di fronte al suono bilabiale /b/ si assimila in una /m/ (ma la grafia non cambia); davanti alla /k/, si assimila in /ŋ/, cioè una /n/ pronunciata con il dorso della lingua sul palato, come nell'italiano pa'''n'''ca. Davanti al suono uvulare /q/ si assimila in una /ɴ/, cioè una /n/ pronunciata contro l'ugola.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻩ}}</span>
|/h/
|Chiamata ''[[hāʾ]]'', è una comune aspirazione sorda come nell'inglese "'''h'''ave", in questo caso non faringale ma glottidale.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">ة</span>
| -/a(t)/
|Chiamata ''[[tāʾ marbūṭa]]'' ("tā’ legata", perché sembra che le estremità siano state legate), indica il suffisso del femminile, che si può trascrivere -a(t) oppure -ah. È sempre preceduta da una /a/, che già da sola indica il femminile. È muta e si pronuncia, come /t/, solo quando compaiono le vocali flessive; inoltre, nel parlato non sorvegliato, si pronuncia senza vocale flessiva quando la parola è la prima di uno stato costrutto.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻭ}}</span>
| -/u:/; /w/-; -/u̯/
|Chiamata ''[[Wāw (lettera)|wāw]]'', è la "u" semiconsonante di '''u'''omo. Se scritta dopo una consonante con il diacritico /u/ indica l'allungamento vocalico /u:/. Può essere sostegno (kursiyy, "sedia") per la hamza.
|-
|<span style="font-size:1.6875em">{{Big|testo=ﻱ}}</span>
| -/i:/; /j/-; -/i̯/
|Chiamata ''[[yāʾ]]'', è una "i" di '''i'''ena, cioè la /j/ semiconsonantica. Se scritta dopo una consonante con il diacritico /i/ indica l'allungamento vocalico /i:/. Nella scrittura manuale spesso la forma finale perde i due punti, assumendo quindi lo stesso aspetto della ’alif maqṣūra; nei testi curati e seri i due punti non vengono mai omessi. Può essere sostegno (kursiyy, "sedia") per la hamza, e in questo caso perde sempre i due puntini.
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>ى</big></span>
|/ɛ:/~/ɑ:/
|Chiamata ''[[Alif#’Alif maqṣūra|’alif maqṣūra]]'' ("’alif accorciata"), è una /a:/ lunga, tenendo conto di tutte le varietà di pronuncia. Si trova alla fine delle parole indeclinabili.
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>ىً</big></span>
| -/a(:)n/
|Combinazione di ’alif maqṣūra con fatḥatayn.
|-
|<span style="font-size:1.6875em"><big>ئ</big></span>
|/a:ʔ/
|Combinazione di ’alif maqṣūra con hamza.
|}
Inoltre, il ''tanwīn'' o nunazione è l'aggiunta di una /n/ alla vocale flessiva in fondo alla parola e ha la funzione dell'articolo indeterminativo italiano: ''raǧul'' "uomo", ''raǧulu'''n''''' "un uomo". Ortograficamente non si scrive con la lettera nūn ma ponendo due volte la corrispondente vocale breve sull'ultima consonante della parola, ottenendo quindi fatḥatayn, kasratayn e ḍammatayn come indicate nella tabella; di queste, da notare l'ortografia della fatḥatayn che si appoggia sempre su una ’alif.
=== Esempi di parole contenenti la ḣamza all'interno e alla fine ===
Si offrono alcuni esempi di questa tipologia di parole, siccome la scrittura della hamza specialmente dentro la parola è soggetta a regole complesse. Degli esempi concreti danno una vaga idea di come funzioni, a meno che si impari la grafia a memoria caso per caso o si faccia una via di mezzo: <span style="font-size:1.6875em">سأل</span> sa’ala (chiedere), <span style="font-size:1.6875em">الفأر</span> al-fa’r (il topo), <span style="font-size:1.6875em">الفئران</span> al-fi’rān (i topi), <span style="font-size:1.6875em">الرأس</span> ar-ra’s (la testa), <span style="font-size:1.6875em">الرئيس</span> ar-ra’īs (la testa/il capo), <span style="font-size:1.6875em">رؤساء</span> ru’asā’ (teste/i boss), <span style="font-size:1.6875em">قرأ</span> qara’a (leggere), <span style="font-size:1.6875em">الرأي</span> ar-ra’y (l'opinione), <span style="font-size:1.6875em">المرأة</span> al-mar’a (la donna), <span style="font-size:1.6875em">بدأ</span> bada’a (iniziare), <span style="font-size:1.6875em">المبدأ</span> al-mabda’ (il principio), <span style="font-size:1.6875em">المساء</span> al-masā’ (la sera/le sere), <span style="font-size:1.6875em">القرآن</span> al-Qur’ān (il Corano), <span style="font-size:1.6875em">ثأر</span> ṯa’r (vendetta), <span style="font-size:1.6875em">المستأجر</span> al-musta’ǧir (il prestatore), <span style="font-size:1.6875em">زأر</span> za’ara (ruggire), <span style="font-size:1.6875em">الملجأ</span> al-malǧa’ (il riparo), <span style="font-size:1.6875em">متأنق</span> muta’anniq (elegante, ''abbastanza raro''), <span style="font-size:1.6875em">بؤس</span> bu’s (misera), <span style="font-size:1.6875em">مسؤول</span> mas’ūl (responsabile), <span style="font-size:1.6875em">مائة</span> mi’a (cento), <span style="font-size:1.6875em">هيئة</span> hay’a (organizzazione), <span style="font-size:1.6875em">شيء</span> šay’ (cosa), <span style="font-size:1.6875em">أصدقاء</span> ’aṣdiqā’ (amici), <span style="font-size:1.6875em">لقاء</span> liqā’ (incontro), <span style="font-size:1.6875em">جرؤ</span> ǧaru’a (osare), <span style="font-size:1.6875em">نباء</span> nabā’ (notizia), <span style="font-size:1.6875em">نبوءة</span> nabū’a (profezia), <span style="font-size:1.6875em">ضوء</span> ḍau’ (luce), <span style="font-size:1.6875em">جزء</span> ǧuz’ (parte), <span style="font-size:1.6875em">لان</span> li-’anna (perché), <span style="font-size:1.6875em">أسر</span> ’asara (catturare), <span style="font-size:1.6875em">أمل</span> ’amala (sperare), <span style="font-size:1.6875em">يأمل</span> ya’mulu (lui spera), <span style="font-size:1.6875em">أخذ</span> ’aḫaḏa (prendere), <span style="font-size:1.6875em">يأخذ</span> ya’ḫuḏu (lui prende), <span style="font-size:1.6875em">أكل</span> ’akala (mangiare), <span style="font-size:1.6875em">يأكل</span> ya’kulu (lui mangia).
Nei dizionari e grammatiche sono reperibili molte altre parole simili, che permettono di capire come funziona la grafia della hamza in questi casi. Le eccezioni agli schemi sono sporadiche e possono essere trovate pure nella letteratura di grandi autori.
== Varianti ==
===L'arabo moderno standard===
{{Vedi anche|Fuṣḥā}}
Nel mondo arabo si parlano molte varianti dialettali della lingua araba, spesso molto diverse tra loro. Tuttavia, esiste una forma di arabo ufficiale standard ([[fuṣḥa|fuṣḥā]]) unica per tutti che viene usata per la comunicazione scritta (soprattutto seria o destinata a persone istruite) e in situazioni formali preparate come lezioni universitarie, discorsi pubblici, programmi radiofonici e televisivi di tipo culturale, politico o religioso. Questa variante, in italiano, di solito si chiama "[[arabo moderno standard]]" o "lingua araba standard". Questo arabo moderno standard non è mai madrelingua di nessun arabofono e il suo apprendimento avviene nella scuola.
===
{{Vedi anche|Dialetti arabi}}
Per la comunicazione orale viene usato a livello pubblico l'arabo standard oppure, a livello privato, la lingua [[Dialetto|dialettale]]<ref>L'uso della parola dialetto in riferimento alle varietà della lingua araba può essere causa di incomprensione a causa del suo significato nell'italiano attuale. I dialetti arabi non sono infatti lingue regionali e minoritarie come avviene in Italia, ma vere e proprie lingue nazionali, seppur con le loro varianti all'interno dello stesso paese, e madrelingue vernacolari della popolazione.</ref>. Alcuni di questi dialetti sono solo parzialmente comprensibili dagli arabi che vengono da paesi diversi; l’insieme di [[Dialetto|dialetti]] usati nella comunicazione quotidiana varia infatti non solo da un paese arabo all’altro ma anche da una regione all’altra all’interno dei singoli stati.
In particolare i [[arabo maghrebino|dialetti del Maghreb]] sono considerati molto diversi dall'arabo standard, ma anche dai dialetti parlati nel Golfo Persico, soprattutto a causa delle forti influenze della [[lingua berbera]] e della [[lingua francese]]. Mentre le persone di buon livello culturale sono in genere capaci di esprimersi in arabo standard, la maggioranza degli arabi usa generalmente solo il proprio dialetto locale e ha una conoscenza principalmente passiva dell'arabo standard.
I dialetti [[Arabo egiziano|egiziano]] e [[Arabo levantino|levantino]] sono probabilmente i più conosciuti e compresi nel mondo arabo, grazie alla grande popolarità della filmografia egiziana e siriana. La produzione scritta in lingua dialettale è tuttavia presente, ed è rappresentata da riviste e stampati di carattere leggero e di intrattenimento, in cui la spontaneità è più importante del contenuto, ma anche da testi letterari di autori che preferiscono esprimersi nella lingua dialettale invece che in arabo standard; lo stesso avviene anche per la radio e la televisione. Molto importante è anche la produzione musicale in lingua dialettale, in cui spiccano cantanti come l'egiziana [[Umm Kulthum]] e la libanese [[Fairuz]].
==== Diglossia ====
Si verificherebbe negli arabi una comune [[diglossia]], o addirittura [[Poliglotta|pluriglossia]], contando il fatto che ogni arabofono potrebbe potenzialmente parlare, oltre al proprio dialetto nativo, anche la [[Lingua araba standard|lingua standard]], il dialetto della capitale e spesso persino una lingua europea, fatto questo comune soprattutto in nazioni come l'[[Algeria]], dove a partire dal [[XIX secolo|diciannovesimo secolo]] si è diffusa la [[lingua francese]].
Ogni arabo ben istruito è capace di cambiare il registro della conversazione, potendo passare dal dialetto alla lingua standard (in realtà il cambio avviene soprattutto fra sfumature intermedie, raramente si tratta dell'uno o dell'altro estremo), adattando facilmente il proprio parlato all'interlocutore e al contesto più o meno formale.
Il fatto poi che [[Mezzo di comunicazione di massa|media]], giornali, documenti, cartelli stradali siano scritti in arabo standard e che in tutte le occasioni ufficiali, formali e durante le preghiere si parli nella medesima lingua, rende poi la conoscenza della [[fuṣḥā]], e la conseguente diglossia, obbligatoria per chiunque intenda approcciarsi all'ambiente urbano.<ref>Durand 2018</ref>
== Grammatica ==
{{vedi anche|Grammatica araba|Plurale fratto}}
=== La frase minima ===
Come in ogni lingua, la frase minima è formata dal soggetto (un nome o un pronome) e dal predicato (un verbo, eventualmente accompagnato da un aggettivo, un pronome o un nome, o anche un'intera frase). Le frasi si suddividono in verbali (quando contengono un verbo) e nominali (quando il verbo è assente)<ref>L'italiano non prevede un uso sistematico della frase nominale, ma spesso se ne trovano nelle risposte in cui il verbo è sottinteso: "dove è Marco?" → "In giardino". Il latino, in modo simile all'arabo, tende a sottintendere il verbo essere quando è copula: ''nomen omen'' "il nome [è] presagio".</ref>. L'arabo non possiede il tempo presente del verbo essere, pertanto fa un largo uso di frasi nominali. Di conseguenza, frasi come "dove sei?", "chi è lui?" e "chi è lei?" si traducono rispettivamente "dove tu?" (<span style="font-size:1.6875em">أﻳﻥ أنت؟</span> ''’ayna ’anta/’anti?''), "chi lui?" (<span style="font-size:1.6875em">من هو؟</span> ''man huwa?'') e "chi lei?" (<span style="font-size:1.6875em">من هي؟</span> ''man hiya?'').
In arabo esiste un solo articolo, determinativo e invariabile (<span style="font-size:1.6875em">-ﺍﻟ</span> ''al-''), che si comporta come un prefisso, unendosi all'inizio della parola; "il libro" è, quindi, ''al-kitāb ''(<span style="font-size:1.6875em">ﺍﻟﻜﺘﺎﺏ</span>). Le lettere dell'alfabeto a seconda del loro comportamento a contatto con l'articolo si dividono in [[Lettere solari e lunari|solari e lunari]]. Le consonanti "lunari" (quelle labiali, velari e post-velari) prendono l'articolo così com'è, mentre quelle "solari" (tutte le altre) assimilano la ''lām'' dell'articolo alla prima lettera del sostantivo, che quindi si raddoppia (es. "il sole": ''*al-šams'' > ''aš-šams'').<ref>L'opposizione fra solari e lunari viene dal fatto che le parole che significano sole (šams, aš-šams) e luna (qamar, al-qamar), due entità tradizionalmente opposte che fanno casualmente parte una di un gruppo e l'altra dell'altro, sono state scelte come rappresentanti delle due categorie.</ref>
Per esprimere l'indeterminazione, dal punto di vista grafico si raddoppiano le lettere ''[[ḍamma]]'' (<span style="font-size:1.6875em">ـُ</span> /u/), ''[[fatḥa]]'' (<span style="font-size:1.6875em">ـَ</span> /a/) e ''[[kasra]]'' (<span style="font-size:1.6875em">ـِ</span> /i/) (la <span style="font-size:1.6875em">ـُ</span> ''ḍamma'' al nominativo indeterminato non usa due segni identici, ma uno solo che deriva dall'unione dei due: <span style="font-size:1.6875em">ـٌ</span>); la ''ḍamma'' raddoppiata si pronuncia [un], la ''fatḥa'' raddoppiata [an] e la ''kasra'' raddoppiata [in] (es. "una bella casa": ''baytun ǧamīlun''; "la bella casa": ''al-baytu l-ǧamīlu''). Il fenomeno del raddoppiamento grafico della vocale a fine parola si chiama "[[nunazione]]", perché dal punto di vista fonetico aggiunge una /n/, che in arabo è espressa dalla lettera [[nūn]].
La ’alif dell'articolo è waṣla, ossia la sua vocale si elide a contatto con un'altra vocale: <span style="font-size:1.6875em">بابُ ٱلبيت</span> *''bābu al-bayt'' diventa quindi ''bābu l-bayt'', oppure ancora <span style="font-size:1.6875em">في ٱلفندق</span> *''fī al-funduq'' diventa ''fī l-funduq''.
=== Le declinazioni ===
{{Vedi anche|ʾiʿrāb}}
L'arabo è una lingua flessiva che possiede tre casi: il [[nominativo]] (ٱلْمَرْفُوعُ al-marfūʿ oppure ٱلرَّفْع ar-rafʿ), la cui marca è la ''[[damma (arabo)|ḍamma]]'' (ـُ /u/); l'[[accusativo]] (ٱلْمَنْصُوب al-manṣūb oppure ٱلنَّصْب an-naṣb), la cui marca è la ''[[fatḥa]]'' (ـَ /a/); il [[caso obliquo]] (ٱلْمَجْرُورُ al-maǧrūr oppure ٱلجَرّ al-ǧarr), la cui marca è la ''[[kasra]]'' (ـِ /i/), che ha funzioni di [[genitivo]] e di [[prepositivo]]. Dal caso obliquo si costruisce il complemento di specificazione (es. "il libro del ragazzo", ''kitābu l-waladi''), in cui il sostantivo dell'entità posseduta ("il libro") non prende mai l'articolo (pur essendo determinato) e il sostantivo dell'entità possedente ("del ragazzo") è al caso obliquo semplice e prende l'articolo. In una catena di complementi di specificazione (es. "il libro della figlia del maestro") prende l'articolo solo l'ultimo termine (''kitābu binti l-muʿallimi'').
L'aggettivo segue sempre il sostantivo e si declina in genere, numero e caso.
Nella lingua parlata e nei dialetti la declinazione non viene evidenziata.
=== Il verbo ===
{{Vedi anche|Verbi arabi}}
La radice dei verbi è formata da tre o, più raramente, quattro lettere, per cui si distinguono verbi trilitteri e verbi quadrilitteri.
Vi sono nove forme "aumentate", espresse con l'aggiunta di prefissi, suffissi e diverse vocalizzazioni che attribuiscono al verbo una sfumatura di significato (es. la seconda forma ha valore perlopiù causativo, la terza di reciprocità, la quinta di passività, etc.).
I verbi irregolari si formano quando nella radice compaiono le semivocali ﻭ e ﻱ, che creerebbero una cacofonia se precedute o seguite dalle desinenze. Un verbo irregolare si dice "assimilato" (1º gruppo dei verbi irregolari) se ha ﻭ o ﻱ all'inizio, "concavo" (2º gruppo dei verbi irregolari) se ha ﻭ o ﻱ al centro e "difettivo" (3º gruppo dei verbi irregolari) se ha ﻭ o ﻱ alla fine.
Il verbo arabo possiede solo due [[aspetto verbale|aspetti verbali]], perfettivo e imperfettivo, che si esprimono in due tempi verbali:
* Il perfetto o passato (اَلْمَاضِي ''al-māḍī'') indica che l'azione si è svolta, a prescindere dal tempo; ha solo il modo indicativo (اَلْمُضَارِع ''al-muḍāriʿ'').
* L'imperfetto o non-passato (اَلْمُضَارِع ''al-muḍāriʿ'') indica che l'azione si sta svolgendo (presente) o si svolgerà (futuro)<ref>Per rimarcare il tempo futuro si utilizza la parola سَوْفَ ''sawfa'' o la sua abbreviazione سَـ ''sa'' seguita dal non-passato.</ref>.
Il sistema verbale arabo ha quattro modi finiti: indicativo (مَرْفُوع ''marfūʿ''), congiuntivo (مَنْصُوب ''manṣūb''), imperativo (صِيغَة اَلْأَمْر ''ṣīġat al-ʾamr'') e apocopato o iussivo (مَجْزُوم ''maǧzūm''); e tre modi non finiti: [[infinito sostantivato]] (''maṣdar''), participio attivo/presente sostantivato (''ism al-fāʿil'', lett. "nome del facente"), participio passivo/passato sostantivato (''ism al-mafʿūl'', lett. "nome del fatto"). L'arabo classico ha inoltre l'energico I e l'energico II, non utilizzati in arabo moderno standard.
La radice trilittera del verbo ﻓﻌﻝ (''faʿala'', "fare") è usata come modello per la coniugazione di tutti i verbi.
L'infinito sostantivato di ﻓﻌﻝ ''faʿala'', فعل ''fiʿl'' ("il fare"), è un nome d'azione (''nomen actionis'') sostantivato e significa, quindi, "azione, opera".
== Parole di origine araba in italiano ==
Nel corso del [[Medioevo]] entrarono nell'italiano numerose parole arabe, specie in settori in cui gli Arabi eccellevano: navigazione, commercio, matematica, astronomia, medicina.
Alcuni termini marittimi derivati dall'arabo sono "[[libeccio]]", "[[scirocco]]", "[[gomena]]", "cassero" (vocabolo che gli Arabi presero dai [[Bizantini]] e questi a loro volta dai [[Civiltà romana|Romani]]; cfr. [[lingua latina|latino]] "''[[castrum]]''"<ref>{{Treccani|cassero|càssero|v=sì}}</ref>). La parola di origine araba "[[ammiraglio]]" indicò dapprima "capo, comandante" e solo nel XII secolo in [[Sicilia]] e nel XIII altrove si fissò nel significato di "capo delle forze di mare". L'espressione araba ''dār aṣ-ṣinā‘a'' ("casa del mestiere", poi "luogo di costruzioni navali") trova accoglimento in Italia sotto diverse forme: ''arzanà'' (da cui ''arsenale'') a [[Venezia]], ''darsena'' a [[Genova]], ''tersanaia'' a [[Pisa]], ''terzenale'' ad [[Ancona]], ''terzanà'' a [[Palermo]].
Alcuni termini commerciali derivati dall'arabo sono "[[magazzino]]", "[[fondaco]]", "[[dogana]]", "[[gabella]]", "[[tariffa]]", "fardello", "tara", "[[Zecca (moneta)|zecca]]", "[[carato]]", "[[risma]]", "[[sensale]]". Attraverso gli scambi commerciali sono giunti i termini "[[zucchero]]", "[[Zafferano (spezia)|zafferano]]", "[[caffè]]", "[[azzurro]]", "[[lapislazzuli]]", "[[limone]]", "[[albicocco]]", "[[carciofo]]", "[[zibibbo]]", "[[melanzana]]", "[[tamarindo]]"<ref>{{Treccani|tamarindo|tamarindo|v=sì}}</ref><ref>[[Bruno Migliorini]], [[Ignazio Baldelli]], ''Breve Storia della lingua italiana'', ed. Sansoni, 1984, pag. 79-81.</ref>, "[[ribes]]".
Sono di origine araba i termini matematici "[[algebra]]", "[[algoritmo]]" e "[[cifra]]" (derivante dalla parola araba indicante lo zero, novità essenziale nel sistema di numerazione europeo) e i termini astronomici "[[Aldebaran]]", "[[almagesto]]", "[[almanacco]]" (< ''al-manāḫ'', "tavole astronomiche"<ref>{{Treccani|almanacco|almanacco|v=sì}}</ref>), "[[zenit]]", "[[nadir]]", "[[Vega]]".
Nella medicina entrò il vocabolo arabo "[[sciroppo]]". La medicina araba influenzò molto la [[scuola medica salernitana]]; proprio da [[Salerno]] deve essersi divulgato il termine medico "[[taccuino]]" (< ''taqwīm'', "corretta disposizione").
Altri termini arabi sono "[[zara (gioco)|zara]]", [[Trabucchetto|garbo]] (< ''qālib'', modello)<ref>{{Treccani|garbo_(Sinonimi-e-Contrari)|garbo|v=sì}}</ref>,"[[gioco d'azzardo|azzardo]]"<ref>{{Treccani|azzardo|azzardo|v=sì}}</ref>, "[[califfo]]", "[[sultano]]", "alcova", "alcool" (< ''al-kuḥl'', "polvere finissima per tingere le sopracciglia"<ref>{{Treccani|alcol_(Sinonimi-e-Contrari)|alcol|v=sì}}</ref>), "[[alchimia]]" (< ''ṣan’a) al-kīmiyā’'', "(arte della) pietra filosofale"), "caraffa", "[[tazza]]" (< ''ṭasa''), [[racchetta]] (< ''rāḥet'', ''rāḥa'', "mano"), "ragazzo" (< ''raqqāṣ'', "fattorino, corriere"<ref>{{Treccani|ragazzo|ragazzo|v=sì}}</ref>), "facchino" (< ''faqīh'', "teologo", "giureconsulto", poi "sovraintendente alle dogane", "scrivano", "rivenditore ambulante")<ref>https://www.treccani.it/vocabolario/facchino/</ref>, "materasso" (< ''matrah'', "cosa gettata"), "[[bizzeffe]]" (< ''bizzāf'', "molto"), [[ricamo]] (< ''raqama'', "punteggiare", "cifrare", "marchiare" ma anche "scrivere"), "gazzarra" (< ''algazara'', "mormorio"), tafferuglio (< ''taffaruǧ'', "baldoria"), "[[salamelecchi|salamelecco]]" (< ''salām ‘alaikum'', "pace a te/voi"), "garbo" (< ''qālib'', ''modello'', ''stampo''), "[[alambicco]]" (< ''al-anbīq'', "coppa", "vaso"), "liuto" (< ''al-'oud'', "bastone", "pezzo di legno"), "tamburo" (< ''tunbūr'', "strumento a corde" e ''tabūl'', "tamburo"), "[[assassino]]" (termine che in origine designava i [[Nizariti]], setta degli [[Ismailismo|Ismailiti]] radunata attorno al Vecchio della Montagna<ref>[[Manlio Cortelazzo]], Paolo Zolli, ''Dizionario etimologico della lingua italiana'', ed. Zanichelli</ref>).
Nei termini arabi in "al-" ("alambicco", "algebra" ecc.) o in "a + consonante geminata" ("ammiraglio", "assassino", "azzardo" ecc.) si riscontra un fenomeno frequente in [[Lingua spagnola|spagnolo]], in cui gli arabismi presentano spesso forme in cui compare l'articolo arabo ''al-'' ("''alcázar''", "fortezza, palazzo, reggia"; "''alcachofa''", "carciofo"; "''algodón''", "cotone"; "''azúcar''", "zucchero"; "''alhóndiga''", "fondaco"), poiché molti di questi termini giunsero in Italia attraverso traduzioni dallo spagnolo.
== Premi Nobel per la letteratura di lingua araba ==
[[File:Necip Mahfuz.jpg|thumb|right|[[Nagib Mahfuz|Naǧīb Maḥfūẓ]], [[premio Nobel per la letteratura]] nel 1988.]]
* [[Nagib Mahfuz]] ([[1988]], {{EGY}})
==Note==
<references/>
== Bibliografia ==
=== Dizionari ===
* Renato Traini, ''Vocabolario arabo-italiano'', [[Istituto per l'Oriente|I.P.O.]], Roma, 1966-1973-1993-2015,
* [[Eros Baldissera]], ''Il dizionario di arabo'', Zanichelli, Bologna, 2004-2014, ISBN 978-88-08-19598-2
*
*
* [[Claudia Maria Tresso]], ''Dizionario italiano-arabo'', Hoepli, 2014, ISBN 9788820362997
* Khalifa M. Tillisi (<big>خليفة محمد التليسي</big>), ''Dizionario italiano-arabo'', Beirut, Librairie du Liban, 1986
==== Dialetti arabi moderni ====
* [[Marcelin Beaussier]], Mohamed Ben Cheneb, Albert Lentin, ''Dictionnaire pratique arabe-français'', Paris, Ibis Press, 2007
=== Grammatiche ===
==== Testi di riferimento e grammatiche didattiche ====
* [[Laura Veccia Vaglieri]], ''Grammatica teorico-pratica della lingua araba'', 2 voll. (vol. 1: ''Parte I - Lettura e scrittura, Parte II - Morfologia e nozioni di sintassi'', vol. 2: ''Parte III - Complemento della morfologia e sintassi''), [[Istituto per l'Oriente|I.P.O.]], Roma, 1937
* Laura Veccia Vaglieri, Maria Avino, ''Grammatica teorico-pratica della lingua araba'', vol. 1/I: ''Morfologia e nozioni sintattiche'', vol. 1/II: ''Esercizi in lingua araba moderna'', Roma, [[Istituto per l'Oriente Carlo Alfonso Nallino|Istituto per l'Oriente C. A. Nallino]], 2011-2014<ref>Si tratta del primo volume (''Parte I - Lettura e scrittura, Parte II - Morfologia e nozioni di sintassi'') della grammatica di Laura Veccia Vaglieri, ma aggiornato e adattato da Maria Avino. Il volume è stato inoltre diviso fisicamente in due parti, teoria ed esercizi, mentre l'originale si presentava in un volume unico. Il secondo volume dell'opera (''Parte III - Complemento della morfologia e sintassi'') resta per ora invariato.</ref>
* Giuliano Mion, Luca D'Anna, ''Grammatica di arabo standard moderno. Fonologia, morfologia e sintassi'', Hoepli, Milano, 2021, ISBN 9788820385767
* Claudia Maria Tresso, ''Lingua araba contemporanea - Grammatica ed esercizi'', Milano, Hoepli, 2019 [1997], ISBN 978-88-203-9077-8
* Claudia Maria Tresso, ''Il verbo arabo'', Milano, Hoepli, 2002, ISBN 978-88-2032-934-1
* Agnese Manca (Anissa), ''Grammatica teorico-pratica di arabo letterario moderno'', Roma, Associazione Nazionale di amicizia e cooperazione italo-araba, 1989
* Francesca Maria Corrao, ''Grammatica di arabo moderno'', Roma, Luiss University Press, 2020, ISBN 978-88-6105-510-0
* Vito A. Martini, ''Grammatica araba e dizionario italo-arabo'', Milano, ristampa delle edizioni [[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]], Cisalpino-Goliardica, 1976, ISBN 88-205-0082-5
* Lucy Ladikoff Guasto, ''Ahlan. Grammatica araba didattico-comunicativa'', Roma, Carocci, 2002, ISBN 978-88-430-1831-4
* Ouafae Nahli, ''Lingua araba. Il sistema verbale'', Pisa, Pisa University Press, 2013, ISBN 978-88-6741-300-3
* Abrah Malik, ''Al kitab della lingua araba. Teoria - Pratica'', Roma, Eurilink, 2014, ISBN 978-88-95151-79-3
==== Corsi di lingua ====
* [[Olivier Durand]], Angela Daiana Langone, [[Giuliano Mion]], ''Corso di arabo contemporaneo. Lingua standard'', Milano, Hoepli, 2010, ISBN 978-88-203-4552-5
* Fathi Makboul, ''Impara l'arabo'', Roma, Centro culturale arabo, 1985
* Mario Gerardo Dall'Arche, ''Corso d'arabo per le scuole secondarie: Vol. I Grammatica, Vol. II Vocabolario'', Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, 1984
* Younis Tawfik, ''As-salamu alaikum. Corso di arabo moderno'', Torino, Ananke, 1996-1999, ISBN 88-86626-53-3
* Monica Ruocco, Fatima Sai, ''Comprendere e parlare arabo'', Hoepli, 2018, ISBN 978-88-203-7754-0
* Alma Salem, Cristina Solimando, ''Imparare l'arabo conversando. Corso elementare'', Roma, Carocci, 2011, ISBN 978-88-430-5349-0
* Luc-Willy Deheuvels, ''Grammatica araba - Manuale di arabo moderno con esercizi e cd audio per l'ascolto'', edizione italiana a cura di Antonella Ghersetti, Bologna, Zanichelli, 2 voll., vol. 1, 2010, ISBN 978-88-08-16298-4; vol. 2, 2011, ISBN 978-88-08-12103-5 (ed. orig. ''Manuel d'arabe moderne'', 2 voll., Parigi, L'Asiathèque - Maison des langues du monde, 1993-2008)
* Jack Smart, Frances Altorfer, ''Impara l'arabo con Zanichelli'', Bologna, Zanichelli, 2013, ISBN 978-88-08-22976-2 (ed. orig. ''Teach Yourself Complete Arabic'', Londra, Hodder Education, 2010)
* ''L'arabo'', Collana Senza Sforzo, Chivasso, Assimil Italia
* Hisam Jamil Allawi, Rita Degli Alberi, ''Salaam. Primi passi verso la lingua araba. 1 primo livello'', 2015, Infinito edizioni, Formigine (MO), ISBN 978-88-6861-107-1
* Maha Yakoub, ''Instant Arabo'', Milano, Gribaudo, 2017, ISBN 978-88-580-1010-5
* Marco Criscuolo, ''Natakallam Arabi - Parliamo Arabo'', Lecce, Youcanprint, 2019, ISBN 978-88-31601-56-6
* Sana Darghmouni, ''Kalima/Parola'', vol. 1 ''Lezioni di scrittura e grammatica araba con esercizi'', Le Monnier, 2019
* Sana Darghmouni, ''Kalima/Parola'', vol. 2 ''Lezioni di grammatica araba con esercizi'', Le Monnier, 2020
* Rosaria Zanetel Katrib, Gihad Hassan Katrib, ''Parliamo l'arabo. Grammatica'', Padova, Editore Zanetel Katrib, 1987
* Monica Ruocco, Luca D'Anna, Souzan Fatayer, '' Comunicare in arabo'', Hoepli, vol. 1, 2022, ISBN 978-8820399108; vol. 2, 2023, ISBN 978-8820399139; vol. 3, 2024, ISBN 978-8836011155
* Barbara Airò, Stefania Bertonati, Yaser Odeh, Maha Salim Barakat, ''Lingua araba e società contemporanea. Apprendere l'arabo attraverso i media'', Zanichelli, 2021, ISBN 978-8808920133
====Dialettologia====
* Olivier Durand, ''
* Olivier Durand, ''Dialettologia araba'', Roma, Carocci, 2009, ISBN 978-88-430-5066-6
====Egiziano====
* Ibraam G. M. Abdelsayed, ''L'arabo egiziano per gli italiani. Corso base'', Hoepli, 2020, ISBN 978-8820382674
* Patrizia Zanelli, ''L'arabo colloquiale egiziano. Corso pratico-teorico. Livello intermedio'', Libreria Editrice Cafoscarina, 2016, ISBN 978-8875434243
*[[Carlo Alfonso Nallino]], ''L'arabo parlato in Egitto'', Milano, Hoepli, 1900 (rist. Cisalpino-Goliardica, 1983, ISBN 88-205-0080-9)
* Giulio Soravia, ''Manuale di arabo parlato basato sul dialetto egiziano'', Bologna, Clueb, 2007, ISBN 978-88-491-2958-8
====Libico====
* [[Eugenio Griffini]], ''L'arabo parlato della Libia'', Milano, Hoepli, 1913 (rist. Cisalpino-Goliardica 1985), ISBN 88-205-0081-7
====Marocchino====
* Olivier Durand, Annamaria Ventura, ''Grammatica di arabo marocchino. Lingua dārija'', Hoepli, 2022, ISBN 978-8820399665
* Olivier Durand, ''Profilo di arabo marocchino. Studi Semitici N.S. 11'', Roma, Università di Studi "La Sapienza", 1994
====Levantino====
* Olivier Durand, Annamaria Ventura, ''Grammatica di arabo mediorientale. Lingua šāmi,'' Milano, [[Hoepli (casa editrice)|Ulrico Hoepli Editore]], 2017, ISBN 978-8820377472
* Olivier Durand, ''Grammatica di arabo palestinese'', Studi semitici N.S. 14, Roma, Università di Studi "La Sapienza", 1996
* Giuliano Mion, ''L'arabo parlato ad Amman. Varietà tradizionali e standardizzate'', Edizioni Q, Roma, 2012, ISBN 88-978-3106-0
* Elie Kallas, ''Yatabi lebnaaniyyi. Un "livello soglia" per l'apprendimento del neo-arabo libanese'', Venezia, Cafoscarina, 1990, ISBN 88-85613-55-1.
* Wasim Dahmash, ''Elementi di arabo damasceno'', Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2010, ISBN 978-88-6134-431-0
====Tunisino====
*Olivier Durand, Maura Tarquini, ''Corso di arabo tunisino'', Hoepli, 2023, ISBN 978-8836004195
=== Alfabeto arabo ===
* Monica Ruocco, Andrea De Benedittis, ''Introduzione alla scrittura araba'', Hoepli, 2019, ISBN 978-8820389468.
* Jolanda Guardi, Hocine Benchina, ''Scrivere arabo'', Milano, Studio Edizioni, 2001.
* Antonio Pe, ''Alif Ba. Pronunciare leggere e scrivere l'arabo con un metodo facile e divertente'', Milano, Studio Edizioni, 2003.
* ''Quaderno di scrittura. Arabo, le basi'', Collana Quaderni, Chivasso, Assimil Italia.
* Wasim Dahmash, ''Scrivere l'arabo'', Roma, Università La Sapienza - Edizioni Nuova Cultura, 2005, ISBN 88-89362-12-X.
* Silvia Pierucci Sapio, ''Le lettere arabe spiegate a mio figlio'', Pisa, Marchetti Editore, 2014, ISBN 978-88-99014-03-2.
=== Sociolinguistica ===
* Chérif Choubachy, ''La sciabola e la virgola'', traduzione dal francese di Luisa Cortese, Milano, ObarraO, 2008, ISBN 978-88-87510-51-5 (ed. orig. ''Le sabre et la virgule'', L'archipel, 2007)
* Giuliano Mion, ''Sociofonologia dell'arabo. Dalla ricerca empirica al riconoscimento del parlante'', Roma, 2010, ISBN 88-613-4479-8
===
* Michele Vallaro, ''Parliamo arabo? Profilo (dal vero) di uno spauracchio linguistico'', Torino, Promolibri Magnanelli, 1997, ISBN 88-8156-063-1
* Giuliano Mion, ''La lingua araba'', Roma, Carocci, 2007-2017, ISBN 978-88-430-8271-1
* Martino Diez, ''Introduzione alla lingua araba. Origini, storia, attualità'', Milano, Vita e Pensiero, 2012, ISBN 978-88-343-2321-2
* Angiola Codacci-Pisanelli, ''Kepparli arabo?'', collana "il Regisole", Pavia, Effigie, 2018, ISBN 978-88-319-7609-1
* Aabis Johnson, ''Arabo. La migliore guida all'apprendimento per principianti'', Leipzig, Amazon Distribution Gmbh, 2019, ISBN 9798507246267
* {{fr}} Louis-Jean Calvet, ''L'expansion de l'arabe'', in: ''La Méditerranée. Mer de nos langues'', Cap. 7, pp. 131–149, Paris, CNRS Éditions, 2016, ISBN 978-2-271-08902-1
=== Influenza dell'arabo sull'italiano ===
* Lorenzo Lanteri, ''Le parole di origine araba nella lingua italiana'', Padova, Editore Zanetel Katrib, 1991
* Gaston Dorren, ''5. Arabo. Al-‘arabiyyah'', in: Gaston Dorren, ''Babele. Le 20 lingue che spiegano il mondo'', traduzione di Carlo Capraro e Cristina Spinoglio, Milano, Garzanti, 2019, ISBN 978-88-11-60756-4, pp. 291–307 (ed. orig.: ''Babel. Around the World in 20 Languages'', London, Profile Books, 2018)
== Voci correlate ==
* [[Arabistica]]
* [[Capitale araba della cultura]]
* [[Giornata della lingua araba nelle Nazioni Unite]]
* [[Istituto del mondo arabo]]
=== Idiomi neolatini influenzati dall'arabo ===
* [[Lingua siciliana]]
* [[Lingua mozarabica]]
== Altri progetti ==
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{{Interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|https://www.youtube.com/playlist?list{{=}}PLUII9a4qOiS73JRsGiTtNJig18O8f-28C|Lezioni di lingua araba - Lettura e scrittura}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|lingua=fr|http://www.lescahiersdelislam.fr/Histoire-et-evolution-de-la-langue-arabe_a137.html|Histoire et évolution de la langue arabe}}
*
* {{cita web|https://www.lexilogos.com/keyboard/arabic.htm|tastiera araba}}
* {{cita web|1=http://www.qitty.net/|2=Appunti di arabo|formato=pdf|autore=Andrea Benazzo|accesso=9 luglio 2007|dataarchivio=15 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070415202304/http://www.qitty.net/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://corsoarabo.altervista.org|Corso arabo di Nazha}}
* {{cita web|http://www.madinaharabic.com/Where_Do_I_Start.htm|Corso di arabo|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://sguardosulmedioriente.it/portal/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1|titolo=Risorse lingua araba Sguardo sul Medio Oriente}}
{{Lingue ufficiali ONU}}
{{Dialetti d'Italia}}
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