Zenobia: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua}}
{{Monarca
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|immagine = Zenobia obversee.png
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|sottotitolo = ''(In congiunzione con il figlio [[Vaballato]])''
|regno = [[267]]-[[272]]
|predecessore = [[Settimio Odenato]]<ref name="HAGallieno13.1">"Historia Augusta" - "Due Gallieni", 3.1.</ref>
|successore = [[Aureliano]] ([[Impero romano]])
|titolo1 = [[Regno di Palmira|Regina consorte di Palmira]]
|regno1 = [[262]]-[[267]]
|titolo2 = [[Conquista palmirena dell'Egitto romano|Regina palmirena d'Egitto]]
|regno2 = [[270]]-[[272]]
|nome completo = Julia Aurelia Zenobia
|altrititoli = ''Discendente di Cleopatra'',<br /> ''Regina guerriera''
|luogo di nascita = [[Palmira]]
|data
|luogo di morte = [[Tivoli]]
|data
|padre = Giulio Aurelio Zanobi
|madre = ignota (di probabili origini egizie)
|consorte = [[Settimio Odenato]]<ref name="HAGallieno13.1"/>
|figli = [[Vaballato]]<br>Hairan II<br>Settimio Antioco
}}
{{Bio
|Nome = Zenobia
|Cognome = Settimia
|ForzaOrdinamento = Zenobia
|PostCognome = <ref>Il marito discendeva dalla ''gens Septimia''.</ref> o '''Iulia Aurelia Zenobia''', il cui nome non latinizzato era in [[palmireno|aramaico palmireno]] '''Bat-Zabbai''' (𐡡𐡶𐡦𐡡𐡩{{Apice aiuto|Alfabeto palmireno}}), in [[Lingua greca|greco]] '''Zēnobía''' ({{lang|grc|Ζηνοβία}}{{Apice aiuto|Aiuto:Greco antico}}) e in [[Lingua araba|arabo]] '''az-Zabba''' ({{lang|ar|الزباء}}{{Apice aiuto|Aiuto:Arabo}}),
|Sesso = F
|LuogoNascita = Palmira
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 240
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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 275
|Attività = regina
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = fu dal 267 al 272 la prima ed unica [[Regno di Palmira|Regina di Palmira]]
}}
Fu la seconda consorte del «''dux Romanorum''» e «''corrector totius Orientis''» [[Settimio Odenato]], signore della città di Palmira e generale romano. Zenobia istigò il nipote [[Meonio]] (che in seguito fece giustiziare) ad assassinare Odenato<ref name="HAGallieno13.1" /> e il suo figliastro [[Settimio Erodiano]] (Hairan), assumendo essa stessa il governo di Palmira. Trasformò il suo Stato in una monarchia indipendente dall'Impero romano, il [[Regno di Palmira]], e si autoproclamò ''[[Augusto (titolo)|Augusta]]'', attribuendosi il titolo divino ''Discendente di Cleopatra'' e nominando il proprio figlio [[Vaballato]] ''Augusto''.
== Biografia ==
{{Citazione|[
Zenobia attuò una politica ostile all'Impero romano e favorevole ai Persiani di [[Sapore I]], lanciando il suo esercito, guidato dal capace generale [[
Fu sconfitta infine dall'imperatore [[Aureliano]] durante le sue [[Campagne orientali di Aureliano|campagne orientali]], che si conclusero con la cattura della regina e la conquista della capitale [[Palmira]], al termine di un lungo [[Assedio di Palmira|assedio]].
=== Famiglia, discendenza e infanzia ===
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[[File:Odenaethus bust.jpg|upright=0.9|thumb|Il consorte [[Settimio Odenato]]]]
[[File:Antoninian Vaballathus Augustus (obverse).jpg|thumb|Il figlio [[Vaballato]], come [[Augusto]]]]
Zenobia era nata e cresciuta a [[Palmira]], in [[Siria (provincia romana)|Siria]].
Il suo nome romano era
[[Atanasio di Alessandria]] la denunciò come
Più tardi fonti arabe
Il nome romano di suo padre era ''"
Zanobi è stato governatore di Palmira nel
Zenobia affermò di discendere da [[Semiramide]], da [[Didone]], regina di [[Cartagine]] e dalla regina tolemaica [[Cleopatra VII|Cleopatra VII d'Egitto]].
Se non vi è alcuna prova concreta di questo, si sa per certo però che ella possedeva alcune
Fonti classiche e
Ben istruita, parlava
Conosceva la storia egiziana e di Alessandria tanto bene che ne scrisse un [[compendio]].
=== Regina del regno di Palmira ===
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=== Ascesa al potere ===
[[File:Zenobia and Maeonius.jpg|thumb|''Zenobia condanna a morte [[Meonio]], assassino di suo marito [[Settimio Odenato|Odenato]]'', arazzo della fine del
[[File:Sir Edward Poynter, Zenobia Captive 1878.jpg|thumb|[[Romanticismo|Romantico]] ritratto di fantasia della regina prigioniera, di sir [[Edward Poynter]] (1878)]]
Zenobia era diventata la seconda moglie di [[Settimio Odenato]], il ''Re dei Re di Palmira'', nel 258. Aveva un figliastro, [[Settimio Erodiano|Hairan]] (Settimio Erodiano), un figlio dal primo matrimonio di Odenato. Su un arco delle rovine del Palazzo reale c'è una scritta, "il console illustre nostro signore", dedicato a Odenato da Zenobia.
Intorno al 266
Alla fine del
=== Sconfitta dell'imperatore romano Gallieno ===
[[File:Hadrian Gate Palmyra.jpg|left|thumb|Resti di una delle porte fortificate delle mura di [[Palmira]].
Poco dopo la morte del ''re dei re'', sua moglie Zenobia prese il potere,<ref>''Historia Augusta'' - ''Due Gallieni'', 13.2-3.</ref> in nome del figlio minorenne [[Vaballato]]<ref>Secondo [[Andreas Alföldi]], Zenobia fu reggente per conto prima di Erodiano, il figlio maggiore, e poi di [[Vaballato]], il minore.</ref>, che però aveva solo un anno di età,
Nominò allora comandante supremo di tutte le truppe palmirene l'abile e fedele generale [[Zabdas|Settimio Zabdas]]. Egli era un formidabile generale; nel guidare il suo esercito, mostrò notevole prodezza: era un "''cavallo-cavaliere''" in più occasioni pare che avrebbe camminato tre o quattro miglia assieme
[[File:Bath of Zenobia(js).jpg|left|thumb|289x289px|Resti delle terme fatte costruire dalla regina Zenobia a [[Palmira]]]]
Gallieno avrebbe voluto regolare i conti con Zenobia,<ref>''Historia Augusta'' - ''Due Gallieni'', 13.4-5.</ref> ma fu impossibilitato a recarsi in Oriente, sia dall'invasione dei [[Goti]] iniziata nel
Zenobia si autonominò ''Augusta'' e proclamò il figlio ''Augusto''. Zenobia conquistò nuovi territori e accrebbe i domini del
Tuttavia, sia per gli sforzi di Zenobia che per il momentaneo scarso interesse di Roma a
=== La corte di Zenobia a Palmira ===
[[File:Halabiya,N-wall.jpg|thumb|''Zenobia'', oggi
La regina Zenobia teneva a Palmira una corte fastosa e insieme illuminata, frequentata dagli intellettuali del tempo, come il filosofo ateniese [[Cassio Longino (retore)|Cassio Longino]], che, assieme a lei, ne appoggiò il disegno e la strategia politica, o come il generale [[Zabdas
Il progetto di Zenobia era di rendersi autonoma da Roma e di diventare signora dell'Oriente, riunendo sotto di sé la Siria, l'Egitto, l'Asia Minore, l'Arabia, regioni tutte nominalmente parte dell'impero romano, ma in realtà svincolatesi dal dominio di Roma; questo intento era tutt'altro che irrealistico, considerata la situazione di instabilità politica che minava allora la potenza romana; inoltre questi territori, in cui fianco a fianco, coesistevano etnie, lingue, culture, religioni diverse - la greca, la persiana, la romana, l'ebrea, la siriana - si mostravano tuttavia inclini e disponibili ad assumere una loro propria fisionomia, un profilo in qualche modo connotato e capace di autonomia culturale ed economica, che l'abile politica sincretistica di Zenobia esaltava e favoriva.
La città e la corte di Palmira, più che un simbolo, ne erano la rappresentazione vivente: la vivace e sfarzosa città, che sorgeva in una vasta e lussureggiante oasi nel deserto siriano, era il luogo di incontro delle piste carovaniere, che provenivano dall'estremo Oriente, dall'India, dall'Arabia e dalle coste del Mediterraneo; i continui transiti e scambi, incoraggiati dalle efficienti strutture di accoglienza palmirene, rendevano la città ricca e cosmopolita, così come l'architettura e l'urbanistica riflettevano la coesione delle diverse culture; fiorenti e raffinate, di sapore ellenistico, erano le arti figurative, l'oreficeria, la lavorazione della terracotta e delle composizioni musive.
Numerosi furono i palazzi e gli edifici fatti costruire da Zenobia a [[Palmira]]; oggi ne restano numerose testimonianze, purtroppo in buona parte distrutte dall'esercito di occupazione del sedicente Is o "Daesh" fino al marzo 2016.
=== Le campagne di conquista ===
[[File:Armed-horseman.JPG|thumb|Rilievo di un palazzo partico dell'Iran, raffigurante un catafratto persiano; l'armamento e la bardatura del cavallo erano molto simili a quelli dei ''climbanarii palmireni
Zenobia iniziò ad attribuirsi anche in pubblico titoli divini, il più celebre dei quali era "''discendente di Cleopatra''".
La regina orchestrò così la ribellione contro l'autorità [[Impero
==== Invasione dell'Arabia e della Giudea ====
Nella primavera 269 Zenobia inviò il suo esercito, guidato dall'abile generale Zabdas, nell'Arabia
Zabdas conquistò e saccheggiò la capitale provinciale, ''[[Bosra|Nova Traiana Bostra]]
Mosse poi lungo la [[Giordano (fiume)|valle del
L'inizio della campagna aveva raggiunto lo scopo di conquistare la
==== Invasione dell'Egitto romano ====
[[File:Zenobia.jpg|thumb|Profilo di Zenobia.]]
{{Vedi anche|Conquista palmirena dell'Egitto romano}}
Probo ritornò in Egitto e riorganizzò le forze romane, riconquistando
La vittoria di Zabdas fece entrare l'importante provincia dell'Egitto nel [[regno di Palmira]] di Zenobia, che venne tenuto con un contingente di
==== Completo assoggettamento della Siria e invasione dell'Asia Minore ====
[[File:Impero romano 260.png|thumb|Il [[
Zabdas condusse il suo esercito alla conquista dell'[[Asia Minore]], tanto che in meno di un anno il Regno di Palmira acquisì i territori dell'Anatolia inclusa la [[Galazia (provincia romana)|Galazia]]. Unico territorio a resistergli fu Calcedonia, all'estremità nord-occidentale della penisola, che rimase in mano nemica dopo diversi tentativi, giocando poi un ruolo importante durante la riconquista di [[Aureliano]].
Il regno di Palmira aveva raggiunto il suo apogeo; Zenobia, con il suo grande esercito, ha fatto spedizioni e conquistato l'[[Anatolia]] fino [[Ankara|Ancyra]] ([[Ankara]]) e alla [[Calcedonia]], in precedenza erano cadute sotto il suo dominio Siria, Palestina, [[Libano]] ed Egitto.
=== Aureliano riconosce l'indipendenza del regno di Palmira ===
{{Coin image box 1 double
|header = Zenobia: [[Antoniniano]]<ref name="Aurelianus">[[Roman Imperial Coinage]], ''Aurelianus'', V, 150; BN 567-8.</ref>|hbkg = #abcdef|image = File:ZENOBIA - RIC V 2 - 80000750.jpg|caption_left = [[Aureliano|S ZЄNOBIA]] [[Augusto (titolo)|AVG]], busto con drappeggio verso destra, capelli intrecciati insieme a mezzaluna;|caption_right = IVNO REGINA, [[Giunone]] in piedi verso sinistra, tiene nella mano destra una [[patera (archeologia)|patera]] ed uno scettro nella sinistra; ai piedi a sinistra, un pavone in piedi a sinistra; una stella in alto a sinistra.|width = 250|footer = coniato nel
Durante il suo impero, di breve durata, Zenobia prese le rotte commerciali vitali di queste zone ai Romani.
Nel 270 divenne imperatore [[Aureliano]], che era a quel tempo occupato in una campagna militare con le forze dell'Impero gallico, e fu di fatto costretto a riconoscere, seppur temporaneamente, l'autorità di Zenobia.
Approvò per [[Vaballato]], seppur appena fanciullo, i titoli di ''vir clarissimus rex'' e ''imperator dux Romanorum'', tanto che nel regno di Palmira si batterono monete con da un lato l'effigie di Vaballato, ''imperator dux Romanorum'', e dall'altro l'imperatore, Aureliano.
A Zenobia fu conferito il titolo di ''Augusta'' e di ''Regina d'Egitto'', le furono riconosciute pure le conquiste che ella aveva fatto a danno dello stesso [[Impero romano]], anche perché Aureliano la riteneva un'ottima amministratrice di stati. Proprio nel 270 il regno di Palmira raggiunse il massimo del suo potere, a tal punto da riuscire a sconvolgere l'equilibrio romano creatosi nella regione: Aureliano si vide costretto a concludere con la regina un trattato, con cui Roma accettava la situazione creatasi in Oriente.
Quando tuttavia la regina cominciò a presentarsi in pubblico avvolta in un manto purpureo, a battere monete con la propria effigie e quella del figlio (escludendo Aureliano, il che era un aperto atto di ostilità), il legittimo imperatore romano si allarmò e ritenne di dovere intervenire.
== Il contrattacco dell'imperatore Aureliano ==
{{Vedi anche|battaglia di Tyana|battaglia di Immae|battaglia di Emesa|Assedio di Palmira|Campagne orientali di Aureliano}}
[[File:AurelianusPalmyra272.png|thumb|302x302px|Percorso della [[Campagne orientali di Aureliano|campagna]] di [[Aureliano]] contro Zenobia di Palmira]]
Nel 271, risolti i problemi che aveva in [[Italia]], Aureliano decise di ristabilire il controllo romano sulle varie regioni, cominciando dal regno di Palmira; le battaglie che portarono alla riannessione della parte orientale dell'impero romano sono note come [[Campagne orientali di Aureliano]].
=== Riconquista dell'Egitto e dell'Asia Minore ===
Le province di [[Bitinia e Ponto|Bitinia]] ed Egitto, conquistate nemmeno due anni prima da Zenobia, furono riconquistate quasi senza colpo ferire; in Egitto vi fu qualche resistenza palmirena più consistente, guidata del generale Timagene, che fu sconfitto nel
Aureliano ridusse in sua obbedienza senza incontrare particolare resistenza la provincia di [[Bitinia]] e prese [[Ancyra]] e [[Tyana]], quest'ultima per tradimento.
Zenobia intimò al generale Zabdas di ritirarsi verso la Siria, cuore del dominio palmireno, dove, secondo i calcoli della regina, sarebbe stato più facile respingere l'imperatore romano. Il generale palmireno abbandonò così [[Tyana]] al suo destino. Aureliano fu clemente con la città di Tyana risparmiando gli abitanti e giustiziando il traditore che gli aveva aperto le porte. Poiché Aureliano, durante l'assedio, irato dalla resistenza della città aveva giurato che non avrebbe
Dopodiché l'esercito, deluso dal bottino sfumato, obbedì senza esitare. Secondo la leggenda la clemenza di Aureliano nei confronti degli abitanti di Tyana sarebbe dovuta a un'apparizione in sogno del filosofo
Zenobia nel frattempo preparava un possente esercito e lo poneva sotto il comando di Zabdas, colui che aveva conquistato l'Egitto per conto del regno di Palmira.
Riga 177:
=== Battaglia di Immae ===
Le truppe di Palmira, al comando del generale [[Zabdas]] e composte dai resti di almeno due legioni romane, gli arcieri palmireni e la cavalleria pesante (i ''clibanarii'' simili al [[Catafratto]] [[persia]]no), che erano state radunate ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]], si mossero allora incontro all'imperatore, che fu intercettato sulle rive dell'[[Oronte]], dove avvenne la [[Battaglia di Immae]]. Qui Aureliano, che in passato era stato comandante di cavalleria, al primo attacco dei ''clibanarii'' ordinò alla sua cavalleria leggera di arretrare e farsi inseguire sino a quando i cavalli del nemico, appesantiti dalla propria corazza e da quella del cavaliere, fossero esausti; allora la cavalleria di Aureliano si arrestò e mise in fuga i clibanarii, mentre la sua fanteria, attraversato l'Oronte, attaccò sul fianco le truppe di Zabdas che così subirono una sconfitta completa. Egli si ritirò quindi entro le mura di Antiochia.<ref>Simiot, p. 48</ref>
All'interno di
Nottetempo il suo generale abbandonò Antiochia, portando il grosso dell'esercito palmireno, meno un contingente di arcieri posto su di un'altura che dominava il sobborgo meridionale di
{{Citazione|Abbiamo ancora un esercito, generale?
Lo abbiamo, maestà, ma
Nel frattempo [[Aureliano]], il giorno dopo la battaglia, giunse ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]] dove trovò la città quasi deserta: infatti la maggior parte degli abitanti, spaventati dall'arrivo dell'esercito romano, era scappata seguendo le truppe di Zenobia e Zabdas a Emesa.
Aureliano provvide subito a
=== Battaglia di Emesa ===
[[File:Palmyra, Syria - 2.jpg|upright=1.5|thumb|I resti della città.]]
Zenobia, allontanandosi da Antiochia, aveva lasciato su una collina che dominava il borgo di [[Dafne (sobborgo di Antiochia)|Dafne]] un drappello di arcieri in modo da trattenere Aureliano il più possibile ad Antiochia e per darle più tempo per riorganizzarsi e allestire un esercito in grado di battersi alla pari con quello di Aureliano. L'imperatore ordinò alla fanteria di salire la collina disposta a
Giunto a [[Emesa]]
I palmireni fuggirono quindi disordinatamente e nella loro fuga calpestavano i loro stessi commilitoni ed erano uccisi dalle cariche della fanteria romana. La pianura al termine della battaglia era un'autentica carneficina tra uomini e cavalli. Quelli che avevano potuto fuggire tra i Palmireni, raggiunsero la città di
Zenobia, dopo la terza disastrosa sconfitta, decise di ritirarsi da Emesa e fuggire fino a Palmira, dove avrebbe organizzato l'ultima resistenza. La repentina fuga non le permise però di recuperare il tesoro che aveva nascosto in città. Aureliano, informato della fuga di Zenobia, entrò in Emesa, accolto con favore dai suoi cittadini e qui trovò il tesoro abbandonato dalla regina ribelle. Entrato in Emesa Aureliano, ordinò che venisse costruito un nuovo tempio, dedicato al dio [[Sol invictus]].
Questa sconfitta fu particolarmente dolorosa per
=== Ultime resistenze palmirene: l'assedio di Palmira ===
[[File:Herbert_Schmalz-Zenobia.jpg|thumb|Herbert Schmalz - ''L'ultimo sguardo della regina Zenobia su [[Palmira]]'' durante l'[[assedio di Palmira|assedio romano]].
Zenobia si preparò a resistere, con le poche truppe che le restavano, all'[[assedio di Palmira]] che presto [[Aureliano]] avrebbe intrapreso. L'
Attraversando il deserto per giungere a Palmira il più velocemente possibile, per impedire a [[Zabdas]] di rinforzare ulteriormente le già poderose difese della città, si imbatté nelle bande di predoni siriano-arabi, fedeli a Zenobia, che nel corso di un'imboscata, riuscirono a ferirlo.
Aureliano non demorse e si presentò
Saggiamente, anche per
La sovrana, inaspettatamente, non volle aderire alla proposta
Tuttavia la città continuava a resistere. La regina sperava che la fame e la sete (l'oasi della città era ancora totalmente sotto il controllo dell'esercito palmireno)
Dalla Siria arrivavano regolarmente convogli e ben presto Probo, fresco della riconquista dell'Egitto, raggiunse il suo imperatore a Palmira e gli diede gran rinforzo nell'assedio. Nonostante tutto i soldati e le mura di Palmira continuavano a resistere ad ogni tentativo di espugnazione.
=== Cattura di Zenobia, resa di Zabdas e vittoria di Aureliano ===
[[File:Giovanni Battista Tiepolo - Il trionfo di Aureliano.jpg|left|thumb|246x246px|''La resa della regina Zenobia di Palmira'' - dipinto di [[Giambattista Tiepolo|Giovanni Battista Tiepolo]]]]
Mentre
Intanto i palmireni erano incerti se continuare la lotta affrontando qualunque pericolo, oppure se arrendersi, chiedendo perdono all'imperatore romano. Alla fine prevalse la seconda soluzione, tanto più che con la loro regina catturata e gran parte dell'esercito annientato e stremato, il [[Zabdas|generale Zabdas]] consegnò la città ai romani sul finire del
Le province orientali riconobbero di nuovo l'autorità di Aureliano. Quando l'imperatore ricevette la prigioniera Zenobia, le chiese per quale motivo lei avesse osato ribellarsi agli Imperatori romani, e lei rispose: {{Citazione|Perché io sdegnavo di riguardare un [[Aureolo]], ed un [[Gallieno]] come Imperatori Romani. Riconosco voi solo per mio vincitore e Sovrano}}
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=== Processo a Zenobia e ai suoi fidati ===
Successivamente la regina ed i suoi fedelissimi raggiunsero in catene [[Homs|Emesa]] per essere processati.
Venne condannato [[Cassio Longino (retore)|Longino]], primo consigliere di Zenobia, reo di avere scritto la lettera con cui la regina aveva rifiutato la resa e punito perciò con la morte.
Assieme al filosofo Cassio Longino, molti altri funzionari di Zenobia come il sofista [[Callinico (sofista)|Callinico]] e lo stesso generale [[Zabdas]] furono condannati a morte, mentre le regina ebbe salva la vita.
Poco dopo la resa di Palmira un certo [[Fermo (ribelle)|Fermo]], fedele amico di Zenobia e di professione mercante, organizzò una rivolta in Egitto. Occupata [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]], si proclamò Augusto e fece battere moneta, pubblicò editti e organizzò un esercito. Tuttavia fu in breve tempo sconfitto da Aureliano e messo a morte.
Zenobia e [[Vaballato]] furono inviati a Roma ma, secondo quanto testimoniato dallo storico bizantino [[Zosimo (storico)|Zosimo]], il figlio dell'ex regina morì durante il viaggio.
== Prigionia e morte a Tivoli ==
[[File:Imperial palace Villa Adriana.jpg|thumb|Il palazzo imperiale ([[Villa Adriana]], [[Tivoli]])]]
Zenobia, legata con
Ci sono racconti differenti circa il destino di Zenobia:
* Alcune versioni suggeriscono che morì relativamente poco dopo il suo arrivo a Roma, alla presunta età di 35 anni circa, sia a causa di malattia
* Il racconto più a lieto
Zenobia si dice che abbia sposato un governatore e senatore romano il cui nome è sconosciuto, anche se vi è ragione di pensare che potrebbe essere stato ''Marcello Petrus Nutenus''. Le
== Note ==
== Bibliografia ==
* AA. VV., ''Zenobia. Il sogno di una regina d'Oriente '', Catalogo Electa della mostra di [[Palazzo Bricherasio]] a [[Torino]] (2002) ISBN 88-435-9843-0
* [[Andreas Alföldi]], Le invasioni delle popolazioni stanziali, dal Reno al Mar Nero, in «Storia del mondo antico», vol. IX, 1999, pp.
* [[Andreas Alföldi]], La crisi dell'impero (249-270 d.C.), in «Storia del mondo antico», vol. IX, 1999, pp.
* Antoine B. Daniel, ''Una regina contro Roma. La caduta di Palmira'', Cairo, Milano 2007.
* Alexandra J. Forrest, ''Il sogno di una regina'', Mondadori, Milano 2008.
* [[Harold Mattingly]], La ripresa dell'impero, in «Storia del mondo antico», vol. IX, 1999, pp.
* Bernard Simiot, ''Zenobia di Palmira. Un'appendice storiografica'', Franco Maria Ricci, Milano 1993.
* Carlo Mochi Sismondi, ''Palmira "Regina d'Oriente"'', Formiggini, Roma 1930.
* Deda Pini, ''La regina di Palmira'', Vallecchi, Firenze 1969.
; Opere artistiche
* {{cita libro | autore = [[Pasquale Anfossi|P. Anfossi]] | autore2 = G. Sertor | url = https://archive.org/details/zenobiadipalmira00anfo/page/6 | titolo = Zenobia di Palmira; dramma per musica, da reppresentarsi nel nuovo publica teatro di Bologna, l'autunno dell'anno 1792 | editore = [[Sassi (disambigua)|Sassi]] (tipografia di) | città = Bologna | anno = 1792 | lingua = it | pagine = 68 | sito = [[Internet Archive|archive.org]] | urlarchivio = https://archive.is/20181020224101/https://archive.org/stream/zenobiadipalmira00anfo/zenobiadipalmira00anfo_djvu.txt# | dataarchivio = 20 ottobre 2018 | urlmorto = no | accesso = 20 ottobre 2018 }} (balletto, su commissione del card. [[Andrea Archetti]]
* F. Introna, ''La regina guerriera, il romanzo di Zenobia di Palmira, la donna che sfidò l'impero romano'', 2021, Tre60 Libri, Milano.
== Voci correlate ==
{{div col|2}}
* [[Donna guerriera]]
* [[Donne nelle guerre dell'antichità]]
* [[Nel segno di Roma]]
* [[Regno di Palmira]]
* [[Settimio Odenato]]
{{div col end}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{De mulieribus claris}}
{{Box successione
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|precedente = [[Settimio Odenato]]
|successivo = [[Impero romano]]
|immagine =
}}
{{Crisi del III secolo}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Tyranni triginta]]
[[Categoria:Usurpatori romani]]
[[Categoria:Personaggi del De mulieribus claris]]
[[Categoria:Regine regnanti]]
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