Acciaio inossidabile: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Fracode (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
 
(197 versioni intermedie di 95 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{C|molte parti del primo paragrafo sono poco chiare|chimica|arg2=ingegneria|novembre 2009|arg2=ingegneria}}
{{F|ingegneriamateriali|maggio 2011}}
{{Avvisounicode}}
{{Materiale
|nome = Acciaio inossidabile
|immagine1_nome = gatewayGateway archArch (148714273).jpgjpeg
|immagine1_dimensioni = 150px
|immagine1_descrizione = Il ''[[Gateway Arch]]'' di [[Eero Saarinen]] a [[Saint Louis (Missouri)|St. Louis]], realizzato interamente in acciaio inox.
|immagine2_nome =
|immagine2_dimensioni =
|immagine2_descrizione =
|immagine3_nome =
|immagine3_dimensioni =
|immagine3_descrizione =
|immagine4_nome =
|immagine4_dimensioni =
|immagine4_descrizione =
|immagine5_nome =
|immagine5_dimensioni =
|immagine5_descrizione =
|abbreviazioni =
|nomi_alternativi = Acciaio inox
Riga 49 ⟶ 36:
|conduttività_termica =
|conduttività_elettrica =
|resistività_elettrica = {{expM|0,714|e=-6}}<ref>[{{cita testo|url=http://www.engineerplant.it/tab_metalprop.htm |titolo=Tabelle proprietà fisiche dei metalli<!-- Titolo generato automaticamente -->]}}</ref>
|velocità_suono =
|velocità_onde_elastiche =
Riga 90 ⟶ 77:
|immagine3_codice_riciclaggio =
}}
L{{'}}'''acciaio inossidabile (o inox)''' è una [[Lega (metallurgia)|lega]] ferro-carbonio, caratterizzata dalla presenza di elementi di lega quali [[cromo]] (Cr) e [[nichel]] (Ni). Tali elementi donano una maggiore resistenza alle [[ossidazione|ossidazioni]] e alle [[corrosione|corrosioni]], rispetto al comune acciaio non legato (anche detto [[acciaio|''acciaio al carbonio'']]), grazie alla formazione di un sottile strato (''dell'ordine dei nanometri'') di ossido superficiale detto anche "Film passivante", il quale protegge la lega dall'attacco di agenti atmosferici ed esterni<ref>{{Cita libro|autore=Silvia Barella|autore2=Andrea Gruttadauria|titolo=Metallurgia e materiali non metallici|editore=Società Editrice Esculapio s.r.l.|capitolo=Capitolo 7.6 - Gli acciai inossidabili|ISBN=978-88-9385-277-7}}</ref>. La capacità di resistere alla corrosione di questa particolare lega, infatti, è dovuta principalmente alla presenza del [[cromo]], il quale in ambiente ossidante tende a trasformarsi in [[Ossido di cromo (III)]] ([[Cr2O3|Cr<sub>2</sub>O<sub>3</sub>]]) e produrre, sulla superficie del manufatto in inox, uno strato nanometrico (''dell'ordine dei {{m|0,3|-|5|ul=nm}}'') di tale composto, il quale previene il contatto tra il ferro contenuto nella lega e l'ossigeno atmosferico e altri agenti ossidanti e corrosivi che potrebbero compromettere l'integrità del manufatto.<ref name="Olsson">{{cita pubblicazione|nome=C.-O.A.|cognome=Olsson et al.|anno=2003|titolo=Passive films on stainless steels - chemistry, structure and growth|rivista=Electrochimica Acta|editore=Elsevier Science}}</ref> Il processo è chiamato ''[[passivazione]]'' ed è sia naturale che indotto artificialmente.
Gli '''acciai inox''' (o '''acciai inossidabili''') sono [[lega (metallurgia)|leghe]] di [[ferro]] caratterizzate, oltre alle proprietà meccaniche tipiche degli [[acciaio|acciai]] al carbonio, da una notevole resistenza alla [[corrosione]], specie in aria umida o in acqua dolce.
 
Generalmente, l'acciaio inox contiene valori di cromo tra il 12 e 18 %, ma vengono utilizzati anche altri elementi per aumentare la resistenza all'ossidazione e alla corrosione.
Tale capacità di resistere alla corrosione è dovuta alla presenza di elementi di lega, principalmente [[cromo]], in grado di [[passivazione|passivarsi]], cioè di ricoprirsi di uno strato di ossidi sottile e aderente, praticamente invisibile, di spessore pari a pochi strati atomici (dell'ordine dei {{m|3-5|e=−7|m|m}}), che protegge il metallo, o la lega, sottostante dall'azione degli agenti chimici esterni.
 
GliPer acciaipoter inossidabiliavere sonola caratterizzatiformazione dadello un tenorestrato di carbonioossido generalmente"passivante" inferioreefficace, ale 1per cui un acciaio può essere ritenuto inossidabile,2%. Ilil contenuto minimo di cromo[[Cromo]] "libero", (ossia, non combinato con ilal carbonio,) siè aggiradel tra l'11-12% per poter avere formazione dello strato di ossido "passivante" continuo10, protettivo nei confronti dalla corrosione5%. Il cromo nella lega, infatti, combinandosi con il carbonio, può formare [[carburi]] di cromo, che, limitanoprecipitando laai disponibilitàbordi didei taligrani elementodella distruttura legacristallina, ne limitano la disponibilità a formare ossidi e, quindi, dia [[passivazione|passivarsi]].<ref>{{Cita web|titolo=UNI EN 10088-1 (2014) : Acciai inossidabili - Parte 1: Lista degli acciai inossidabili|url=https://store.uni.com/uni-en-10088-1-2014|accesso=20 giugno 2016|urlmorto=sì|dataarchivio=24 settembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230924174606/https://store.uni.com/uni-en-10088-1-2014}}</ref>
 
Altri termini comunemente usati e sinonimi, sono: '''acciaio inox''' (dal francese '''''acier inoxydable'''''<ref>{{treccani|inox|v=x}}</ref>), '''stainless steel''' (in inglese '''''acciaio senza macchia''''') e '''rostfrei Stahl''' (in tedesco '''''acciaio senza ruggine''''').
La definizione di '''inox''' deriva dal francese ''inoxydable''.
 
== Storia ==
 
[[File:Stainless steel nyt 1-31-1915.jpg|thumb|Prima menzione pubblica degli acciai inossidabili [[New York Times|NYT]] 1-31-1915<ref name="NYT">{{cita news|titolo=A non-rusting steel|pubblicazione=New York Times|data=31 gennaio 1915}}</ref>]]
La scoperta dell'acciaio inossidabile si deve all'inglese [[Harry Brearley]] di [[Sheffield]].
 
Nel [[1913]], sperimentando acciai per canne di [[arma da fuoco|armi da fuoco]], scoprì che un suo provino di acciaio con il 13-14% di [[cromo]] e con un tenore di [[carbonio]] relativamente alto (0,25%) non si arrugginiva quando era esposto all'[[atmosfera]].
 
L'invenzione dell'acciaio inossidabile si deve agli inglesi Woods e Clark, i quali nel 1872 brevettarono una lega di ferro contenente il 35% in peso di cromo e resistente agli acidi<ref>{{cita web|url=http://www.airedalesprings.co.uk/its-complicated-the-discovery-of-stainless-steel/|titolo=Storia degli acciai inossidabili|accesso=17 giugno 2016}}</ref>.
L'industrializzazione tuttavia avvenne soltanto anni dopo quando nel [[1913]] [[Harry Brearley]] di [[Sheffield]], sperimentando acciai per canne di [[arma da fuoco|armi da fuoco]], scoprì che un suo provino di acciaio con il 13-14% di [[cromo]] e con un tenore di [[carbonio]] relativamente alto (0,25%) non si arrugginiva quando era esposto all'[[atmosfera]]. La prima menzione di questo progresso tecnologico risale al 1915 e si trova in un articolo del [[New York Times]] riguardo l'uso per posateria di questa classe di acciai, elogiandone la resistenza alla corrosione perfino a contatto con gli acidi organici contenuti nei cibi<ref name="NYT"/>.
Successivamente questa proprietà venne spiegata con la [[passivazione]] del cromo, che forma sulla superficie una pellicola di [[ossido]] estremamente sottile, continua e stabile.
 
I successivi progressi della [[metallurgia]] fra gli [[Anni 1940|anni quaranta]] e [[Anni 1960|sessanta]] del XX secolo hanno ampliato il loro sviluppo e le loro applicazioni.
 
Tuttora vengono perfezionati e adattati alle richieste dei vari settori industriali, come il petrolifero/[[Industria petrolchimica|petrolchimico]], minerario, energetico, nucleare, farmaceutico e alimentare.
 
== [[Passivazione]]Descrizione ==
 
=== Passivazione ===
Molto propria è la dizione anglosassone '''''stainless''''' (letteralmente "senza macchia") derivata dalla capacità di questi materiali di ossidarsi (o, come si suol dire, ''passivarsi'') ma non arrugginirsi negli ambienti atmosferici e naturali.
 
[[File:(008) Stainless Steel A.tif|thumb|left|Confronto tra acciaio al Carbonio arrugginito e Acciaio inossidabile]]
Il fenomeno della passivazione avviene per reazione del metallo con l'ambiente ossidante (aria, acqua, soluzioni varie, ecc).
 
Molto appropriata è la dizione anglosassone '''''stainless''''' (letteralmente "senza macchia") derivata dalla capacità di questi materiali di ossidarsi (o, come si suol dire, ''passivarsi'') ma non arrugginirsi negli ambienti atmosferici e naturali.
 
Il fenomeno della [[passivazione]] avviene per reazione del metallo con l'ambiente ossidante (aria, acqua, soluzioni varie, ecc).
 
La natura dello strato passivante, formato essenzialmente da ossidi/idrossidi di cromo, è autocicatrizzante e garantisce la protezione del metallo, anche se localmente si verificano abrasioni o asportazioni della pellicola, qualora la composizione chimica dell'acciaio e la severità del danno siano opportunamente inter-relazionate.
 
In particolare, il film passivo può essere più o meno resistente in funzione della concentrazione di [[cromo]] nella lega e in relazione all'eventuale presenza di altri elementi leganti quali il [[nichel]], il [[molibdeno]], il [[titanio]].<ref name="Olsson"/><ref name="Boniardi 2014">{{Cita libro|cognome1=Boniardi|nome1=Marco|cognome2=Casaroli|nome2=Andrea|titolo=Gli acciai inossidabili|data=2014|editore=Lucefin S.p.A.}}</ref>
 
=== Classificazione degli acciai inossidabili attraverso l'indice P.R.E.N. ===
== Tipi di acciaio inossidabile ==
Gli acciai inossidabili possono essere classificati attraverso la loro resistenza alla corrosione localizzata e, in particolare, alla [[vaiolatura]]. Questa classificazione si basa sulla composizione chimica e sul calcolo dell'indice [[Pitting Resistance Equivalent Number (P.R.E.N.)]]; più questo indice è elevato, maggiore risulterà la resistenza alla [[vaiolatura]]. Questa classificazione è utilizzata in quanto di facile e agile determinazione, tuttavia va ricordato che non fornisce una descrizione completa ed esauriente delle proprietà di resistenza a corrosione degli acciai inossidabili. Gli acciai inossidabili possono quindi essere suddivisi in quattro categorie:
[[File:Piping01.JPG|thumb|left| pezzi speciali per condutture in acciaio inossidabile.]]
* Acciai Inossidabili Lean: non contengono [[Molibdeno]] e il valore tipico del loro indice P.R.E.N. si attesta intorno a 25 (per esempio il [[AISI 304|18-10]])
* Acciai Inossidabili Standard: sono caratterizzati da un indice P.R.E.N. tra 25 e 40 (per esempio l'[[AISI 316]])
* Acciai Inossidabili Super: possiedono un indice P.R.E.N. ≥ 40<ref>{{Cita web|titolo=ASTM A240 / A240M - 16 Standard Specification for Chromium and Chromium-Nickel Stainless Steel Plate, Sheet, and Strip for Pressure Vessels and for General Applications|url=https://www.astm.org/Standards/A240.htm|editore=ASTM|accesso=20 giugno 2016}}</ref>
* Acciai Inossidabili Iper: contengono elevate percentuali di [[Cromo]] > 30% in peso e il valore dell'indice P.R.E.N. può raggiungere 50<ref name="Knyazeva">{{cita pubblicazione | nome= M.|cognome= Knyazeva et al.|titolo=Duplex Steels: Part I: Genesis, Formation, Structure |rivista=Metallography, Microstructure, and Analysis |editore=Springer |anno=2013 }}</ref>
 
=== Nomenclatura AISI ===
Gli acciai inox si dividono tradizionalmente, secondo la loro microstruttura, in tre grandi famiglie:
In commercio esistono vari tipi di acciaio inox, conosciuti principalmente sotto la notazione [[American Iron and Steel Institute|AISI]] (''American Iron and Steel Institute''), l'istituto di unificazione statunitense per ferro e acciaio. La notazione AISI ha però assunto erroneamente il sinonimo di "acciaio inox", ma tale istituto codifica anche tipi differenti di acciaio, non solo inox.
* [[martensite|martensitici]]
* [[ferrite|ferritici]]
* [[austenite|austenitici]]
Oltre a queste tre categorie esistono anche altre due famiglie meno note, il cui impiego è in forte ascesa, per impieghi specifici:
* gli austeno-ferritici o '''duplex'''
* gli indurenti per precipitazione
 
La notazione AISI individua l'acciaio inox attraverso una sigla a tre cifre con possibile aggiunta di una lettera. La prima di queste cifre indica la classe dell'acciaio secondo questo schema:
=== Martensitico ===
* serie 2XX - acciaio austenitico al cromo-nichel-manganese
* serie 3XX - acciaio austenitico al cromo-nichel e cromo-nichel-molibdeno
* serie 4XX - acciai ferritici o martensitici al cromo
* serie 5XX - acciaio martensitico al cromo medio
* serie 6XX - acciaio indurente per precipitazione al cromo
tra le lettere ad esempio:
* la lettera "'''L'''" indica la bassa percentuale di [[carbonio]] (''Low Carbon'') presente. Questa caratteristica fa sì che l'[[acciaio]] leghi meno gas, in quanto il [[carbonio]] tende, in qualsiasi condizione, a legarsi con l'[[idrogeno]], precipitando [[idrocarburi]]; la presenza di idrogeno è spesso penalizzante per l'acciaio, ad alte temperature e soprattutto in condizione di [[ionizzazione]] ([[radiazioni ionizzanti]]). L'atomo di idrogeno ionizzato (H<sup>+</sup>) è molto piccolo e ad alta temperatura si sposta con maggiore facilità nel reticolo dell'acciaio, rischia di accumularsi e provocare pericolose discontinuità. Il basso tenore di carbonio consente anche una buona saldabilità anche per spessori > 6&nbsp;mm.
* l'annotazione "'''N'''" sta a indicare la presenza di [[azoto]] (Nitrogenum) disciolto nella lega. Grazie alle sue proprietà di gas inerte (il legame azoto-azoto è triplo, gli atomi son molto vicini tra loro e si separano difficilmente), l'azoto sull'acciaio funge da "schermo", limitando le contaminazioni esterne.
* L'annotazione "'''Ti'''" sta a indicare la presenza di [[titanio]], il quale assicura una completa resistenza alla corrosione nelle saldature, tra elementi di grande spessore.
 
=== Sigle commerciali ===
Gli inossidabili martensitici sono leghe al cromo (dall'11 al 18% circa) con [[carbonio]] relativamente elevato, contenenti piccole quantità di altri elementi.
I vari acciai inox differiscono in base alla percentuale in peso degli elementi costituenti la lega.
Tipici elementi in essi presenti sono [[manganese]], [[silicio]], [[cromo]] e [[molibdeno]]; può essere aggiunto [[zolfo]] per migliorarne la lavorabilità con macchine per asportazione di truciolo, con parziale discapito comunque delle caratteristiche meccaniche.
 
Tra gli acciai più comunemente utilizzati distinguiamo:
L'acciaio inox martensitico ha caratteristiche meccaniche molto elevate ed è ben lavorabile alle macchine, è l'unico acciaio inox che può essere sottoposto a [[tempra]], trattamento termico atto ad aumentarne le proprietà meccaniche (carico di rottura, carico di snervamento, durezza).
* 304 - Cr (18%) Ni (10%) C (0,05%);
* 304 L - (''Low Carbon''): Cr (18%) Ni (10%) C (< 0,03%);
* 316 - Cr (16%) Ni (11.3/13 %) Mo (2/3 %)
* 316 L - (''Low Carbon''): Cr (16,5/18,5%) Ni (10,5/13,5%) Mo (2/2,25%) C (< 0,02%);
* 316 LN - (''Low Carbon Nitrogen'') (presenza di [[azoto]] disciolto nel reticolo cristallino del materiale);
* 316 LN ESR (''electro-slag remelting'');
* 430: Cr (16/18 %) C (0,08%).
*904 L - (''Low Carbon''): Cr (19/23%) Ni (23/28%) Mo (2/2,25%) C (< 0,03%) Cu (1-2%); ritenuto il migliore acciaio in termini di durabilità e lucentezza; praticamente inattaccabile dagli acidi grazie alla presenza di rame. La casa Rolex è tra le uniche al mondo ad utilizzare questo acciaio per realizzare i propri manufatti.
 
Questi materiali possono essere anche stabilizzati al [[titanio]] o al [[niobio]] come:
È conosciuto soprattutto con la nomenclatura americana: per esempio l'acciaio al solo cromo è l'[[American Iron and Steel Institute|AISI]] serie 400 (da ricordare AISI 410 e 420, con 0,20% < [[carbonio|C]] < 0,40% e [[cromo|Cr]] = 13% circa; AISI 440 con C = 1% circa e Cr = 17%); nella nomenclatura [[Ente Nazionale Italiano di Unificazione|UNI]] ha sigle come X20Cr13, X30Cr13, X40Cr14. È [[magnetismo|magnetico]]. È anche conosciuto come acciaio "serie 00".
* 316 Ti
* 316 Nb
* 430 Ti.
 
La formazione cristallina della lega, influenza diverse caratteristiche del materiale con elevata importanza per il suo utilizzo. Quella principale, è la struttura [[magnetismo|magnetica]]:
L'acciaio inossidabile martensitico è autotemprante, ma per semplice raffreddamento dalla temperatura di [[laminazione]] alla temperatura ambiente si sviluppa una struttura cristallina deformata, con forti tensioni residue e conseguente infragilimento.
* nella disposizione a corpo centrato l'acciaio è [[Ferrite (siderurgia)|ferritico]] o [[Martensite|martensitico]] e perciò sviluppa proprietà magnetiche (è attratto dalle [[Magnete|calamite]]);
* nella disposizione a facce centrate, l'acciaio è [[austenite|austenitico]] e perciò è [[Paramagnetismo|paramagnetico]].
 
Come già accennato in precedenza, gli AISI 304 e 316 appartengono alla famiglia degli acciai a struttura austenitica (amagnetico), mentre l'AISI 420 è a struttura martensitica (magnetico).
Per ovviare a tali condizioni sfavorevoli, la procedura produttiva prevede generalmente le seguenti fasi:
 
La differenza tra gli acciai 304 e 316, a parte il costo maggiore e la presenza di [[molibdeno|Mo]] nel 316, è data dalla più elevata austenicità del secondo, grazie alla più alta percentuale di [[nichel]].
* [[ricottura]] di lavorabilità: essa è svolta col metodo isotermico solo quando si voglia la [[durezza]] minima; altrimenti si raffredda a velocità costante, scegliendola in base alla durezza che si vuole ottenere (vedi curve CCT);
* [[tempra]] a temperatura di circa 1000&nbsp;°[[Celsius|C]] e per un tempo sufficiente a sciogliere i [[carburi]] di cromo, utile per aumentare la resistenza all'usura;<ref>[http://www.agemont.it/studidef/anticorrosione.pdf Trattamenti superficiali per aumentare la resistenza alla corrosione della posateria da tavola e più in generale della coltelleria, anche per uso professionale, da cucina]</ref>
* [[rinvenimento]] a temperature diverse a seconda che si voglia privilegiare la durezza, la resistenza alla [[corrosione]] o la [[tenacità]].
 
Sebbene questi acciai conservino la struttura austenitica, in alcuni casi restano nella massa grani cristallini isolati che mantengono una struttura ferritica, derivata dalla ferrite δ.
Gli acciai inossidabili martensitici sono utilizzati soprattutto per la loro elevata resistenza allo [[scorrimento viscoso]], sebbene la loro formalità e [[saldatura|saldabilità]] sia estremamente difficoltosa e la loro resistenza alla corrosione sia minore rispetto a quella delle altre famiglie.
 
== Tipologie di acciaio inossidabile ==
La resistenza alla corrosione non è eccezionale perché il cromo è in un tenore generalmente più basso di quello delle altre categorie di acciai inossidabili; inoltre perché la struttura martensitica ha un'alta densità di [[Difetto cristallino|difetti reticolari]], che agiscono da catalizzatori delle reazioni di corrosione.
[[File:Piping01.JPG|thumb|pezzi speciali per condutture in acciaio inossidabile.]]
 
Gli acciai inox si dividono tradizionalmente, secondo la loro microstruttura, in tre grandi famiglie:
L'[[American Iron and Steel Institute|AISI]] 440 è utilizzato per l'utensileria inossidabile (coltello, forbice, [[bisturi]], lametta, [[iniettore]] per [[motore]] a combustione interna).
* acciai inossidabili [[Ferrite (siderurgia)|ferritici]] (a struttura cristallina "Cubica a Corpo Centrato (CCC)", magnetici);
* acciai inossidabili [[austenite|austenitici]] (a struttura cristallina "Cubica a Facce Centrate (CFC)", ''non'' magnetici);
* acciai inossidabili [[martensite|martensitici]] (a struttura cristallina "Cubica a Corpo Centrato (CCC)", magnetici).
Oltre a queste tre categorie esistono anche altre tre famiglie, il cui impiego è in forte ascesa, per impieghi specifici:
* acciai inossidabili induriti per precipitazione, o PH (Precipitation Hardening);
* [[acciai inossidabili bifasici austeno-ferritici]], o Duplex;
* acciai inossidabili austenitici al Mn-N o [[Nichel]] -free.
 
=== FerriticoAcciai inossidabili ferritici ===
ComeGli iacciai precedenti, gli '''acciaiinossidabili ferritici''' sono acciai inossidabili alin solocui il principale elemento aggiunto in lega è il cromo, (variabile dall'11 al 30% circa<ref>. All'interno di questo campo, infatti, si osserva dal [[diagramma di stato ferro-[[cromo]], che l'acciaiola lega ottenuta dalla temperatura ambiente a quella di fusione rimane sempre in fase ferritica</ref>[[Ferrite (siderurgia)|ferritica]].
 
Questi acciai hanno buona resistenza meccanica e moderata resistenza alla [[corrosione]]. Hanno grano cristallino a [[reticolo cubico a corpo centrato]] (sono magnetici) come gli acciai al carbonio, ma le caratteristiche meccaniche ''non'' possono essere incrementate per mezzo di trattamenti termici.
 
Il tenore di [[carbonio]] è minore rispetto agli acciai inossidabili martensitici. Un tipo particolarmente resistente al calore contiene il 26% di [[cromo]]. Altri elementi presenti sono il [[molibdeno]], l'[[alluminio]] per aumentare la resistenza all'[[ossidazione]] a caldo, lo [[zolfo]] per facilitare la lavorabilità.
 
Il limite di [[Tensione di snervamento|snervamento]] è moltomoderatamente basso e, non potendosiessendo farepossibile effettuare trattamenti termici di tempra per l'assenza di punti critici, sonoè applicatipossibile lamigliorare le caratteristiche meccaniche esclusivamente attraverso fenomeni di [[ricristallizzazione]] o l'di [[incrudimento]]. Si osserva una particolare attenzione a limitare il riscaldamento al di sotto degli 850&nbsp;°C per evitare l'ingrossareingrossamento del grano cristallino, e a non sostare tra i 400 e i 570&nbsp;°C nel raffreddamento, per non incorrere nella ''fragilità al [[rinvenimento]]''.
 
Gli acciai inossidabili ferritici hanno una moderata resistenza alla [[corrosione]], che aumenta con la percentuale di cromo e con la l'introduzione in lega del molibdeno; sono magnetizzabili; non sono suscettibili di tempra e devono necessariamente essere sottoposti alla [[ricottura]]; la [[saldatura|saldabilità]] è scarsa, in quanto il materiale che viene surriscaldato subisce l'ingrossamento del grano cristallino.<ref name="Barella 2016">{{Cita libro|cognome1=Barella|nome1=Silvia|cognome2=Gruttadauria|nome2=Andrea|titolo=Metallurgia e Materiali Non Metallici|data=2016}}</ref>
 
Gli impieghi più comuni sono vasellame o posateria di bassa qualità, acquai, lavelli e finiture per l'[[edilizia]]. In lamiere sottili si usano per rivestimenti, piastre per ponti navali, [[sfioratore|sfioratori]], trasportatori a [[catena (meccanica)|catena]], estrattori di fumi e [[depolverizzatore|depolverizzatori]].<ref name="Cashell">{{cita pubblicazione | nome= K.A. |cognome= Cashell et al.|titolo=Ferritic stainless steels in structural applications |rivista=Thin-Walled Structures |editore=Elsevier Science |anno=2014 }}</ref><ref name="You">{{cita pubblicazione | nome= X.-M. |cognome= You et al.|titolo=Ultra-Pure Ferritic Stainless Steels-Grade Refining Operation and Application |rivista=Journal of Iron and Steel Research, International |editore=Elsevier Science |anno=2007 }}</ref>
 
Gli acciai inossidabili superferritici sono stati ideati per ridurre la suscettibilità alla [[corrosione]] alveolare e alle rotture per tensocorrosione degli inox austenitici. Questi acciai dolci al [[cromo]] hanno due composizioni possibili: cromo 18% e [[molibdeno]] 2%, oppure cromo 26% e molibdeno 1%.
=== Austenitico ===
Le proprietà fondamentali sono le stesse degli acciai inox ferritici, con in più la resistenza alla corrosione alveolare e alla rottura da tensocorrosione (SCC); [[saldabilità]] scarsa o discreta.
{{Vedi anche|Leghe inox austenitiche}}
A causa della bassa saldabilità gli impieghi sono limitati a particolari saldati di meno di 5&nbsp;mm di spessore. Sono utilizzati per [[pannello solare termico|pannelli]] e radiatori solari, tubi di [[scambiatore di calore|scambiatori di calore]] e di [[condensatore (tecnologie chimiche)|condensatori]], serbatoi per acqua calda e tubazioni di circolazione di [[salamoia|salamoie]] nelle [[industria alimentare|industrie alimentari]].
 
=== Acciai inossidabili austenitici ===
{| class="wikitable" style="float:righttext-align:center;"
{{Vedi anche|Leghe inox austenitiche}}
|- bgcolor="#A0A0A0"
| | % Cr || % Ni || AISI || UNI EN 10088-1
|- bgcolor="#F0F0F0"
| |18 || 10 || [[AISI 304|304]], [[AISI 316|316]] || [[Acciaio X5CrNi1810|X5CrNi1810]], X5CrNiMo1712-2
|- bgcolor="#F0F0F0"
| |18 || 10 || [[AISI 321|321]], 347, 348 || X8CrNiTi1810,X8CrNiNb1811
|- bgcolor="#F0F0F0"
| |18 || 13 || 317 || X8CrNiMb1712
|- bgcolor="#F0F0F0"
| |23 || 12 || 309 || ==|
|- bgcolor="#F0F0F0"
| |25 || 20 || 310 || X8CrNi2520
|}
 
Gli '''acciai inossidabili austenitici''' sono gli acciai inossidabili più comuni, hanno un tenore di [[carbonio]] inferiore allo 0,1%, [[cromo]] compreso tra il 18% e il 25% e [[nichel]] dall'8% al 20%.
Il nichel è in grado di estendere il campo austenitico, ossia stabilizza la struttura cristallina tipica delle alte temperature fino a condizioni prossime a quelle normali. La struttura austenitica, in realtà, si conserva in condizioni metastabili a temperatura ambiente, e tale struttura si mantiene per tempi indefiniti, in quanto lo sviluppo completo della forma stabile, perlite, è estremamente lento (vedi [[curve di Bain]]).
Come desumibile dall'esame delle curve di Bain, la trasformazione austeno/perlitica richiede che il materiale sia tenuto in forno per tempi lunghissimi., industrialmente insostenibili.
D'altra parte, le velocità di raffreddamento e le temperature da raggiungere necessarie nella tempra per ottenere martensite sono tali che la struttura cristallina compatibile con processi economicamente interessanti è unicamente quella austenitica.
 
Gli acciai inossidabili austenitici hanno [[Sistema cubico|struttura cubica a facce centrate]], contenente [[Nichel|Ni]] e [[Cromo|Cr]] in percentuale tale da conservare la [[Austenite|struttura austenitica]] anche a temperatura ambiente. Sono classificati in base alla percentuale di Ni e di Cr (vedi tabella); nella classificazione ASTM costituiscono la serie 3XX.
 
La composizione base dell'acciaio inoxinossidabile austenitico è il 18% di Cr e l'8% di Ni, codificata in ''18/8'' (AISI 304). Una percentuale del 2-3% di [[molibdeno]] permette la formazione di carburi di molibdeno migliori rispetto a quelli di cromo e assicura una miglior resistenza alla corrosione dei cloruri (come l'acqua di mare e di sali disgelanti)(acciaio ''18/8/3'') (AISI 316). Il contenuto di carbonio è basso (0,08% max di C), ma esistono anche acciai inox austenitici ''dolci'' (0,03% di C max). L'acciaio inox austenitico può essere stabilizzato con [[titanio]] o [[niobio]] per evitare una forma di [[corrosione]] nell'area delle saldature (vedi più avanti le debolezze di questo tipo di acciaio). Considerando la notevole percentuale di componenti pregiati ([[Nichel|Ni]], [[cromo|Cr]], [[titanio|Ti]], [[niobio|Nb]], [[tantalio|Ta]]), gli acciai inox austenitici sono fra i più costosi tra gli acciai di uso comune.
 
Le proprietà fondamentali sono:
Riga 201 ⟶ 208:
* in condizione di totale [[ricottura]] non si magnetizza.
 
La loro struttura austenitica (con cristallo CFC, ''non'' magnetici) li rende immuni dalla [[transizione duttile-fragile]] (che si manifesta invece con la [[ferriteFerrite (siderurgia)|struttura ferritica]], cristallo cccCCC), quindi conservano la loro [[tenacità]] fino a temperature criogeniche ([[Elio (elemento)|He]] liquido). La dimensione dei grani, sensibilmente più elevata di quella degli acciai ferritici da costruzione, li rende resistenti allo [[scorrimento viscoso]]; di conseguenza fra gli acciai per costruzione di [[Recipiente in pressione|recipienti a pressione]], sono quelli che possono essere utilizzati alle temperature più elevate (600&nbsp;°C).
 
La struttura austenitica è [[Paramagnetismo|paramagnetica]] e, quindi, questi acciai possono essere facilmente riconosciuti disponendo di magneti permanenti calibrati.
 
Gli impieghi di questi acciai sono molto vasti: pentole e servizi domestici, [[serramento|serramenti]]<ref>[http://www.mogs.it/ MOGS, profili e sistemi per serramenti in acciaio, acciaio inox, corten, ferrofinestra, taglio termico, Milano, Roma, Firenze, Treviso<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e finiture architettoniche, [[mattatoio|mattatoi]], fabbriche di [[birra]], lattine per bibite e prodotti alimentari; serbatoi per [[gas]] liquefatti, [[scambiatore di calore|scambiatori di calore]], apparecchi di controllo dell'[[inquinamento]] e di estrazione di fumi, [[autoclave|autoclavi]] industriali. La loro resistenza a gran parte degli aggressivi chimici li rende inoltre molto apprezzati nell'[[industria chimica]]. Lo stesso tipo di acciaio fu utilizzato nel [[1929]] per la costruzione della guglia del [[Chrysler Building]] di [[New York]]: la struttura fu costruita in officina in 4 tronconi separati e poi assemblati sulla cima della costruzione nel giro di 90 minuti. La lucentezza della guglia, a 80 anni dalla sua costruzione, testimonia l'altissimo grado di resistenza alla corrosione e di inossidabilità del materiale impiegato ([[Nirosta]]).
 
Gli acciai inoxinossidabili austenitici soffrono però di alcune limitazioni:
* a bassa temperatura la resistenza alla corrosione diminuisce drasticamente: gli [[acido|acidi]] intaccano il film di [[ossido]] protettivo e ciò provoca corrosione generica in questi acciai;
* nelle fessure e nelle zone protette la quantità di [[ossigeno]] può non essere sufficiente alla conservazione della pellicola di ossido, con conseguente corrosione interstiziale;
* nelle soluzioni acquose, gli [[ione|ioni]] degli [[alogenuro|alogenuri]], specie l'[[anione]] (Cl<sup>-</sup>), diffondono nelle discontinuità del film passivante degli acciai inox austenitici e provocano la cosiddetta corrosione per vaiolatura, conosciuta dai corrosionisti come ''[[pitting|pitting corrosion]]''. Un altro effetto dei cloruri è la SCC (''Stress Corrosion Cracking'' - rottura da [[tensocorrosione]]).
 
L'unico trattamento termico applicabile per questa classe di acciai è la [[solubilizzazione]] del C a 1050&nbsp;°C, che favorisce la diffusione del carbonio in maniera omogenea neiall'interno granodei cristallinograni cristallini, seguita da raffreddamento rapido per evitare la permanenza nell'area fra 800 e 400&nbsp;°C, dove può avvenire la precipitazione dei carburi di cromo. La precipitazione di questi carburi, generalmente sono Cr<sub>23</sub>C<sub>6, </sub> si concentra ai bordi dei grani cristallini, implicando un impoverimento locale didel cromo libero che può scendere sotto il 12%, perdendoe quindi la distruzione del film passivo e la perdita dunquedella leresistenza proprietàa inossidabilicorrosione. La conseguenza è la possibile insorgenza di corrosione intergranulare.
 
=== Acciai inossidabili martensitici ===
=== Duplex ===
 
Gli acciai inossidabili martensitici sono leghe al cromo (dall'11 al 18% circa) con [[carbonio]] relativamente elevato (fino a 1,1% in peso), contenenti piccole quantità di altri elementi.
Gli acciai austeno-ferritici, detti anche duplex, presentano una struttura mista di austenite e di ferrite.
I tipici elementi di lega in essi presenti sono: [[manganese]], [[silicio]], [[cromo]] e [[molibdeno]]; può essere aggiunto [[zolfo]] per migliorarne la lavorabilità con macchine per asportazione di truciolo, con parziale discapito comunque delle caratteristiche meccaniche.
Si tratta di un acciaio al [[cromo]] ibrido: il tenore di cromo va dal 18 al 26% e quello di [[nichel]] dal 4,5 al 6,5%, quantità insufficienti per determinare una struttura microcristallina totalmente [[austenite|austenitica]] (che quindi rimane in parte [[ferrite|ferritica]]). Quasi tutte le sue varianti contengono fra il 2,5 e il 3% di [[molibdeno]].
Esistono inoltre forme di Duplex, chiamati "poveri" che non contengono molibdeno e hanno tenori di nickel minori del 4,5%.
 
L'acciaio inossidabile martensitico ha caratteristiche meccaniche molto elevate ed è ben lavorabile alle macchine, è l'unico acciaio inossidabile che può essere sottoposto a [[tempra]], trattamento termico atto ad aumentarne le proprietà meccaniche (carico di rottura, carico di snervamento, durezza); anch'essi hanno una struttura cristallina cubica a corpo centrato (CCC) che, similmente alla famiglia ferritica, li rendono magnetici.
Le proprietà fondamentali sono:
 
È conosciuto soprattutto con la nomenclatura americana: per esempio l'acciaio al solo cromo è l'[[American Iron and Steel Institute|AISI]] serie 400 (da ricordare AISI410 con [[carbonio|C]] = 0,12% circa e [[cromo|Cr]] = 13% circa e 420, con 0,20% < [[carbonio|C]] < 0,40% e [[cromo|Cr]] = 13% circa; AISI 440 con C = 1% circa e Cr = 17%); nella nomenclatura [[Ente Nazionale Italiano di Unificazione|UNI]] ha sigle come X20Cr13, X30Cr13, X40Cr14. È [[magnetismo|magnetico]], ed è anche conosciuto come acciaio "serie 00".
* struttura microcristallina peculiare nota come duplex, austenitica e ferritica, che conferisce più resistenza alle rotture per [[tensocorrosione]];
* maggior grado di [[passivazione]] per il più alto tenore di cromo (e la presenza del molibdeno) e quindi miglior resistenza alla corrosione puntiforme (''[[pitting]]'') rispetto agli acciai 18-8;
* saldabilità e [[forgiatura|forgiabilità]] buone;
* alta resistenza a [[trazione (meccanica)|trazione]] e allo [[Tensione di snervamento|snervamento]].
 
L'acciaio inossidabile martensitico è autotemprante, ma per semplice raffreddamento dalla temperatura di [[laminazione|formatura a caldo]] alla temperatura ambiente si sviluppa una struttura cristallina deformata, con forti tensioni residue e conseguente infragilimento.
Gli impieghi più comuni sono: [[scambiatore di calore|scambiatori di calore]], macchine per movimentazione dei materiali, serbatoi e vasche per liquidi ad alta concentrazione di [[cloro]], [[refrigeratore|refrigeratori]] ad acqua marina, [[Dissalazione|dissalatori]], impianti per [[salamoia]] alimentare e acque sotterranee e ricche di sostanze aggressive.
 
Per ovviare a tali condizioni sfavorevoli, la procedura produttiva prevede generalmente le seguenti fasi:
=== Acciaio inox indurente per precipitazione ===
 
# [[ricottura]] di lavorabilità: essa è svolta col metodo isotermico solo quando si voglia la [[durezza]] minima; altrimenti si raffredda a velocità costante, scegliendola in base alla durezza che si vuole ottenere (vedi curve CCT);
Questi acciai presentano la possibilità di innalzare notevolmente le proprie caratteristiche meccaniche per trattamenti termici particolari di invecchiamento, che consentono di far precipitare fasi intermetalliche dure nella matrice al fine di aumentare le proprietà meccaniche della lega.
# [[tempra]] a temperatura di circa 1000&nbsp;°[[Celsius|C]] e per un tempo sufficiente a sciogliere i [[carburi]] di cromo, utile per aumentare la resistenza all'usura;<ref>{{cita testo|url=http://www.agemont.it/studidef/anticorrosione.pdf|titolo=Trattamenti superficiali per aumentare la resistenza alla corrosione della posateria da tavola e più in generale della coltelleria, anche per uso professionale, da cucina|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140416173747/http://www.agemont.it/studidef/anticorrosione.pdf }}</ref>
Inoltre questi acciai possiedono resistenza alla corrosione paragonabile a quella degli acciai austenitici classici, a parità di cromo e molibdeno.
# [[rinvenimento]] a temperature diverse a seconda che si voglia privilegiare la durezza, la resistenza alla [[corrosione]] o la [[tenacità]].
 
Gli acciai inossidabili martensitici sono utilizzati soprattutto per la loro elevata resistenza allo [[scorrimento viscoso]], sebbene la loro formabilità e [[saldatura|saldabilità]] sia estremamente difficoltosa e ''la loro resistenza alla corrosione sia minore rispetto a quella delle altre famiglie.''
=== Acciaio inox per alte temperature ===
 
La resistenza alla corrosione non è eccezionale perché il cromo è in un tenore generalmente più basso di quello delle altre categorie di acciai inossidabili; inoltre perché la struttura martensitica ha un'alta densità di [[Difetto cristallino|difetti reticolari]], questi agiscono come catalizzatori delle reazioni di corrosione.
Questi acciai inox sono stati messi a punto per operare a elevata temperatura in condizioni [[ossidazione|ossidanti]]. La percentuale di [[cromo]] è del 24% e il [[nichel]] va dal 14 al 22%.
 
L'[[American Iron and Steel Institute|AISI]] 440 è utilizzato per l'utensileria inossidabile (coltelli, forbici, [[bisturi]], lamette, [[iniettore|iniettori]] per [[motore|motori]] a combustione interna).
Le proprietà fondamentali sono resistenza all'[[ossidazione]] (sfaldatura) ad alta temperatura e buona resistenza meccanica alle alte temperature.
 
=== Acciai inossidabili induriti per precipitazione, o acciai PH (Precipitation Hardening) ===
Gli impieghi più comuni avvengono in parti di forni, [[Tubo radiante|tubi irradianti]] e rivestimenti di [[Forno elettrico a muffola|muffole]], per temperature di esercizio fra 950 e 1100&nbsp;°C.
 
Gli acciai inossidabili indurenti per precipitazione presentano la possibilità di innalzare notevolmente le proprie caratteristiche meccaniche per trattamenti termici particolari di invecchiamento, che consentono di far precipitare fasi intermetalliche dure nella matrice [[austenite|austenitica]] o [[martensite|martensitica]] al fine di aumentare le proprietà meccaniche della lega.
=== Superferritico ===
 
Tali acciai sono stati sviluppati per colmare le lacune delle altre classi di acciai inossidabili (scarse proprietà meccaniche degli [[acciai inossidabili ferritici]] e [[acciai inossidabili austenitici|austenitici]] e scarsa resistenza alla corrosione degli [[acciai inossidabili martensitici]].
È stato ideato per ridurre la suscettibilità alla [[corrosione]] alveolare e alle rotture per tensocorrosione degli inox austenitici. Questi acciai dolci al [[cromo]] hanno due composizioni possibili: cromo 18% e [[molibdeno]] 2%, oppure cromo 26% e molibdeno 1%.
 
Gli acciai inossidabili induriti per precipitazione raggiungono elevate resistenze meccaniche e un'elevata tenacità grazie all'aggiunta di elementi in grado di formare precipitati durante trattamenti termici di invecchiamento: [[alluminio]], [[rame]], [[titanio]], [[molibdeno]], [[niobio]], [[vanadio]], [[azoto]]; inoltre questi acciai possiedono una resistenza alla corrosione paragonabile a quella degli acciai inossidabili austenitici classici, a parità di cromo e molibdeno.<ref name="Murayama">{{cita pubblicazione|nome=M.|cognome=Murayama et al.|anno=1999|titolo=Microstructural Evolution in a 17-4 PH Stainless Steelafter Aging at 400 °C|rivista=Metallurgical and Materials Transactions A|editore=Springer}}</ref><ref name="Hsiao">{{cita pubblicazione|nome=C.N.|cognome=Hsiao et al.|anno=2002|titolo=Aging reactions in a 17-4 PH stainless steel|rivista=Materials Chemistry and Physics|editore=Elsevier Science}}</ref><ref name="J.R. Davis">{{Cita libro|titolo=Stainless steels|data=1994|editore=ASM International|cognome1=Davis|nome1=J.R.}}</ref>
Le proprietà fondamentali sono le stesse degli acciai inox ferritici, con in più la resistenza alla corrosione alveolare e alla rottura da tensocorrosione (SCC); [[saldabilità]] scarsa o discreta.
 
=== Acciai inossidabili bifasici austeno-ferritici, o Duplex ===
A causa della bassa saldabilità gli impieghi sono limitati a particolari saldati di meno di 5&nbsp;mm di spessore. Sono utilizzati per [[pannello solare termico|pannelli]] e radiatori solari, tubi di [[scambiatore di calore|scambiatori di calore]] e di [[condensatore (tecnologie chimiche)|condensatori]], serbatoi per acqua calda e tubazioni di circolazione di [[salamoia|salamoie]] nelle [[industria alimentare|industrie alimentari]].
 
Gli [[acciai inossidabili bifasici austeno-ferritici]], detti anche [[Acciai inossidabili bifasici austeno-ferritici|duplex]], presentano una struttura a grani cristallini misti di austenite e di ferrite. Si tratta di acciai dalla microstruttura ibrida: il tenore di cromo va dal 18 al 32% e tende a stabilizzare la microstruttura [[Ferrite (siderurgia)|ferritica]], quello di [[nichel]] dal 4,5 al 7% risulta in quantità insufficienti per determinare una struttura microcristallina totalmente [[austenite|austenitica]] (che quindi rimane in parte [[Ferrite (siderurgia)|ferritica]]). Quasi tutte le sue varianti contengono fra il 2,5 e il 4% di [[molibdeno]].
=== Acciai da ultra alto vuoto e [[criogenia]] ===
 
Esistono inoltre forme di Duplex, chiamati "poveri" che non contengono molibdeno e hanno tenori di nickel minori del 4,5%.
Il metallo più utilizzato in [[ultra vuoto|UV]] e in [[UHV]] è un acciaio inox che col [[ferro]], ha [[cromo]], [[nichel]], con tracce di [[silicio]], [[carbonio]], [[manganese]], [[molibdeno]], [[niobio]] e [[titanio]], è utilizzato come costituente strutturale dell'ambiente da vuoto, ha il vantaggio di essere reperibile e relativamente economico, ha proprietà di resistenza meccanica abbastanza elevate, non si [[tempra]], si [[saldatura|salda]] con facilità, ha un basso [[degasaggio]], è abbastanza inerte chimicamente.
 
Le proprietà fondamentali sono:
== Nomenclatura AISI ==
In commercio esistono vari tipi di acciai inox, conosciuti principalmente sotto la notazione di acciaio [[American Iron and Steel Institute|AISI]] (''American Iron and Steel Institute'', Istituto di unificazione statunitense per ferro e acciaio).<br />
La notazione AISI ha assunto erroneamente il significato di sinonimo per "acciaio inox", poiché tale istituto codifica anche tipi differenti di acciaio.<br />
La notazione AISI individua l'acciaio inox attraverso una sigla a tre cifre con possibile aggiunta di una lettera.<br />
la prima di queste cifre indica la classe dell'acciaio:
* serie 2XX - acciaio austenitico al cromo-nichel-manganese
* serie 3XX - acciaio austenitico al cromo-nichel e cromo-nichel-molibdeno
* serie 4XX - acciai ferritici o martensitici al cromo
* serie 5XX - acciaio martensitico al cromo medio
* serie 6XX - acciaio indurente per precipitazione al cromo
tra le lettere ad esempio:
* la lettera "'''L'''" indica la bassa percentuale di [[carbonio]] (''Low Carbon'') presente. Questa caratteristica fa sì che l'[[acciaio]] leghi meno gas, in quanto il [[carbonio]] tende, in qualsiasi condizione, a legarsi con l'[[idrogeno]], precipitando [[idrocarburi]]; la presenza di idrogeno è spesso penalizzante per l'acciaio, ad alte temperature e soprattutto in condizione di [[ionizzazione]] ([[radiazioni ionizzanti]]). L'atomo di idrogeno ionizzato (H<sup>+</sup>) è molto piccolo e ad alta temperatura si sposta con maggiore facilità nel reticolo dell'acciaio, rischia di accumularsi e provocare pericolose discontinuità. Il basso tenore di carbonio consente anche una buona saldabilità anche per spessori > 6&nbsp;mm.
* l'annotazione "'''N'''" sta a indicare la presenza di [[azoto]] disciolto nella lega. Grazie alle sue proprietà di gas inerte (il legame azoto-azoto è triplo, gli atomi sono molto vicini tra loro e perciò si separano difficilmente), l'azoto funge da schermo sull'acciaio limitandone la contaminazione esterna.
* L'annotazione '''Ti''' sta a indicare la presenza di titanio il quale assicura una completa resistenza alla corrosione nelle saldature di elementi di grosso spessore.
 
* struttura microcristallina peculiare nota come duplex, [[austenite|austenitica]] e [[Ferrite (siderurgia)|ferritica]], che conferisce più resistenza alle rotture per [[tensocorrosione]];
== Sigle commerciali ==
* maggior grado di [[passivazione]] per il più alto tenore di cromo (e la presenza del molibdeno) e quindi miglior resistenza alla corrosione puntiforme (''[[pitting]]'') rispetto agli acciai inossidabili austenitici 18-8;
I vari acciai inox differiscono in base alla percentuale in peso degli elementi costituenti la lega.<br />
* saldabilità e [[forgiatura|forgiabilità]] buone;
Tra gli acciai più comunemente utilizzati distinguiamo:
* alta resistenza a [[trazione (meccanica)|trazione]] e allo [[Tensione di snervamento|snervamento]].
* 304 - Cr (18%) Ni (10%) C (0,05%);
* 304 L - (''Low Carbon''): Cr (18%) Ni (10%) C (< 0.03%);
* 316 - Cr (16%) Ni (11.3/13 %) Mo (2/3 %)
* 316 L - (''Low Carbon''): Cr (16,5/18,5%) Ni (10,5/13,5%) Mo (2/2,25%) C (< 0.03%);
* 316 LN - (''Low Carbon Nitrogen'') (presenza di [[azoto]] disciolto nel reticolo cristallino del materiale);
* 316 LN ESR (''electro-slag remelting'');
* 430: Cr (16/18 %) C (0,08%).
Questi materiali possono essere anche stabilizzati al [[titanio]] o al [[niobio]] come:
* 316 Ti
* 316 Nb
* 430 Ti.
 
Gli impieghi più comuni sono: [[scambiatore di calore|scambiatori di calore]], macchine per movimentazione dei materiali, serbatoi e vasche per liquidi ad alta concentrazione di [[cloro]], [[refrigeratore|refrigeratori]] ad acqua marina, [[Dissalazione|dissalatori]], impianti per [[salamoia]] alimentare e acque sotterranee e ricche di sostanze aggressive.<ref name="J.Olsson">{{cita pubblicazione | nome= J. |cognome= Olsson et al.|titolo=Duplex – A new generation of stainless steels for desalination plants |rivista=Desalination |editore=Elsevier Science |anno=2007 }}</ref> Viene usato anche per la costruzione di turbine in centrali idroelettriche.<ref name="Liljas">{{cita pubblicazione | nome= M. |cognome= Liljas |titolo=80 YEARS WITH DUPLEX STEELS, A HISTORIC REVIEW AND
La posizione del ferro all'interno della lega influenza diverse caratteristiche del materiale, di elevata importanza per il suo utilizzo.<br />
PROSPECTS FOR THE FUTURE |rivista=6th European Stainless Steel Science and Market conference proceedings |editore=Jernkontoret |anno=2008 }}</ref>
La principale è la [[magnetismo|amagneticità]]:
* nella disposizione a corpo centrato il materiale evidenzia proprietà [[ferrite|ferritiche]] e perciò magnetiche;
* in quella a facce centrate l'acciaio è [[austenite|austenitico]] e perciò amagnetico.
 
=== Acciai inossidabili austenitici al Mn-N o Nichel-free ===
Come già accennato in precedenza, gli AISI 304 e 316 appartengono alla famiglia degli acciai a struttura austenitica mentre l'AISI 420 è a struttura martensitica.<br />
 
La differenza tra l'acciaio 304 e 316, a parte il costo maggiore e la presenza nel 316 di [[molibdeno|Mo]], è data dalla più elevata austenicità del secondo grazie alla più alta percentuale di [[nichel]].<br />
Gli acciai inossidabili austenitici al [[manganese]]-[[azoto]] nascono dalla necessità di sostituire nella lega metallica il [[nichel]]. Infatti, il [[nichel]] è un allergene e ha un elevato costo sia economico sia ambientale.<ref name="Lo">{{cita pubblicazione | nome= K.H.|cognome= Lo et al.|titolo=Recent developments in stainless steels |rivista=Materials Science and Engineering R |editore=Elsevier Science |anno=2009 }}</ref>
Sebbene questi acciai conservino la struttura austenitica, in alcuni casi restano nella massa "isole" che hanno una struttura ferritica, derivata dalla ferrite δ.<br />
Il manganese e l'azoto sono elementi in grado di stabilizzare la microstruttura austenitica. Nel dettaglio, il manganese permette un aumento di solubilità dell'azoto nella matrice ferrosa. L'azoto conferisce il vero e proprio contributo austenitizzante; inoltre, incrementa fortemente le caratteristiche meccaniche e di resistenza a corrosione. Questi elementi inoltre sono entrambi biocompatibili. Per garantire la microstruttura austenitica devono essere presenti in lega in grandi quantità: il manganese fino al 23% e l'azoto fino all'1% (in peso).
Nell'UV si necessita di una tipologia d'acciaio austenitico, poiché possiede una struttura molto legata e di conseguenza meno attaccabile chimicamente.<br />
Le buone proprietà meccaniche unite alla biocompatibilità e a una sufficiente lavorabilità, rendono per le applicazioni mediche questi acciai dei validi sostituti agli acciai inossidabili austenitici convenzionali.<ref name="Park">{{cita pubblicazione | nome= K.-T. |cognome= Park et al.|titolo=Stacking fault energy and plastic deformation of fully austenitic high manganese steels: Effect of Al addition |rivista=Materials Science and Engineering A |editore=Elsevier Science |anno=2010 }}</ref>
La presenza di metalli refrattari, come il [[molibdeno]], aiuta a legare elettro-chimicamente gli [[atomo|atomi]] di [[ferro]], conferendone maggiore [[inerzia]] e un grado di [[durezza]] superiore (circa 180 [[gradi Vickers]]).<br />
<ref name="Sumita">{{cita pubblicazione | nome= M. |cognome= Sumita et al.|titolo=Development of nitrogen-containing nickel-free austenitic stainless steels for metallic biomaterials - review |rivista=Materials Science and Engineering C |editore=Elsevier Science |anno=2004 }}</ref>
L'acciaio austenitico permette di utilizzare la lega anche nell'UHV, poiché l'amagneticità strutturale le dona un'inerzia quasi totale alle interazioni "deboli" garantendo un vuoto più pulito. <br />
La presenza di [[cromo]], nonostante le sue caratteristiche ferriticizzanti, conferisce all'acciaio stabilità ed elasticità, garantendone così duttilità e malleabilità.<br />
Resta comunque il fatto che, in questa tecnologia, l'acciaio più utilizzato sia quello austenitico.<br />
La sua temperatura di fusione è di 1435&nbsp;°C, tuttavia dobbiamo considerare che, durante la saldatura, nell'intervallo di temperatura tra i 600 e gli 800&nbsp;°C, si trasforma, o meglio decade, da austenitico a ferritico (come indicato nel diagramma di sensibilizzazione di Schaeffler).<br />
Il suo decadimento è più rapido e permanente per gli acciai 304 rispetto ai 316.<br />
Periodo di sensibilizzazione:
* 304: 10 minuti;
* 304 L: 30 minuti;
* 316 L: un'ora.
Più esteso è questo periodo (la estensione è proporzionale alla presenza di [[nichel|nickel]]), più il materiale è affidabile.<br />
Per ridurre ulteriormente il degasaggio della lega 316 si effettua il processo di ''electro slag remelting'', in cui la stessa viene rifusa in un forno a radiofrequenze, in modo da eliminare le microscorie di ossidi e di carburi, che, oltre a "sporcare" il vuoto, la rendono più ferritica. Il 316 L N ESR, poiché molto costoso, viene utilizzato limitatamente e prevalentemente negli [[acceleratore di particelle|acceleratori di particelle]].<br />
L'acciaio è costituente delle [[camera da vuoto|camere da vuoto]], delle [[flangia|flange]] e di eventuali altri elementi come bulloni e dadi; in ogni modo, una camera da vuoto in acciaio richiede ulteriori trattamenti finalizzati a diminuire il costante degasaggio di [[idrogeno]] dalle sue pareti. Uno dei principali è il ''vacuum firing'', con il quale l'acciaio viene in primo luogo scaldato a 1400&nbsp;°C e poi rapidamente raffreddato, per attraversare celermente la zona di sensibilizzazione senza decadere in ferritico. Così, oltre alla diminuzione della percentuale di [[azoto]] sulle superfici, si ottiene un aumento della sua austeniticità.
 
== Applicazioni ==
=== Acciai inox per acqua potabile ===
Secondo il Decreto del Ministero della Sanità del 21 marzo 1973<ref>{{cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/do/gazzetta/foglio_ordinario2/2/pdfPaginato?dataPubblicazioneGazzetta=19730420&numeroGazzetta=104&tipoSerie=FO&tipoSupplemento=SO&numeroSupplemento=0&edizione=0&elenco30giorni=&numPagina=1|titolo=Gazzetta Ufficiale pdf - Gazzetta Storica - Repubblica Parte 1 n. 104 del 20-04-1973 (Supplemento Ordinario)|accesso=20 giugno 2016}}</ref> i tipi di acciai inossidabili che possono essere impiegati per il contatto con acque potabili, e più in generale con gli alimenti, sono i seguenti:
 
{| class="wikitable" style="margin:auto;clear:both;text-align:center;"
|- bgcolor="#A0A0A0a0a0a0"
|| Sigla UNI EN 10088-1|| Sigla AISI
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X12CrNi17-07||301
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X10CrNi18-09||302
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X10CrNiS18-09||303
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X5CrNi18-10||304
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X2CrNi18-11||304 L
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X8CrNi18-12||305
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X5CrNiMo17-12-2||316
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X2CrNiMo17-12-2||316 L
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X6CrNiMoTi17-12-2||316 Ti
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X6CrNiTi18-10||321
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X6CrNiNb18-10||347
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X12Cr13||410
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X12CrS13||416
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X20Cr13||420
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X30Cr13||420
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X40Cr14||420
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X6Cr17||430
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X10CrS17||430 F
|- bgcolor="#F0F0F0f0f0f0"
||X16CrNi16||431
|}
 
=== Armature inossidabili ===
Le barre di acciaio inox utilizzate per strutture in calcestruzzo armato in genere sono realizzate con acciai inossidabili di microstruttura austenitica o duplex austeno-ferritica.<br />I primi contengono 17-18% di Cr e 8-10% di Ni, mentre i secondi contengono 22-26% di Cr e 4-8% di Ni.
 
I primi contengono 17-18% di Cr e 8-10% di Ni, mentre i secondi contengono 22-26% di Cr e 4-8% di Ni.<br />
Le armature in acciaio inox, al contrario delle [[armatura (edilizia)|armature comuni in acciaio al carbonio]], rientrano nel ''gruppo delle armature poco sensibili alla [[corrosione]]''.<br />Infatti gli acciai inossidabili possono resistere alla corrosione in presenza di calcestruzzo con un contenuto di cloruri molto elevato, anche quando questo è [[carbonatazione|carbonatato]]. Invece nel calcestruzzo non carbonatato e non inquinato da cloruri, le barre di acciaio inossidabile si comportano come le normali barre di acciaio al carbonio, pertanto non apportano alcun vantaggio nei confronti della resistenza alla corrosione della struttura.
 
Infatti gli acciai inossidabili possono resistere alla corrosione in presenza di calcestruzzo con un contenuto di cloruri molto elevato, anche quando questo è [[carbonatazione|carbonatato]].<br />
Le barre d'acciaio inossidabile però devono garantire le stesse prestazioni meccaniche ([[Tensione di snervamento|resistenza allo snervamento]] e la [[duttilità]]) richieste alle normali barre d'armatura. A tal fine le armature di acciaio inossidabile austenitico vengono sottoposte a trattamenti di rafforzamento mentre per gli acciai inossidabili duplex, tali trattamenti non sono indispensabili.
Invece nel calcestruzzo non carbonatato e non inquinato da cloruri, le barre di acciaio inossidabile si comportano come le normali barre di acciaio al carbonio, pertanto non apportano alcun vantaggio nei confronti della resistenza alla corrosione della struttura.<br />
 
Le barre d'acciaio inossidabile però devono garantire le stesse prestazioni meccaniche ([[Tensione di snervamento|resistenza allo snervamento]] e la [[duttilità]]) richieste alle normali barre d'armatura.<br />
L'utilizzo dell'armatura inossidabile è limitato dall'elevato costo, il quale può avere un rilevante impatto sul costo necessario alla realizzazione dell'intera struttura. Infatti le barre in acciaio inox, in funzione della composizione chimica, costano da sei a dieci volte in più rispetto alle armature comuni in acciaio al carbonio. L'utilizzo di barre in acciaio inossidabile pertanto viene limitato per la realizzazione di opere in condizioni ambientali d'elevata aggressività, soprattutto legata alla presenza d'acqua di mare o di sali disgelanti (azione dei cloruri), oppure nei casi in cui, per l'importanza della struttura, sia richiesta una vita di servizio molto lunga. In questi casi infatti la protezione offerta dal [[copriferro]] può risultare insufficiente a prevenire la corrosione, e pertanto l'acciaio inox può garantire la durata richiesta per l'opera senza dover ricorrere successivamente a costose e complesse manutenzioni straordinarie che, in alcuni casi, risultano più onerose del costo iniziale dovuto alla scelta dell'armatura inossidabile. Il costo di costruzione si può ridurre limitandone l'utilizzo alle parti più vulnerabili della struttura o alle zone in cui lo spessore di copriferro deve essere ridotto, come negli elementi snelli o nei rivestimenti di facciata. In questo caso è necessario che l'armatura al carbonio e quella inox non entrino mai in contatto per evitare fenomeni di corrosione elettrochimica.
A tal fine le armature di acciaio inossidabile austenitico vengono sottoposte a trattamenti di rafforzamento mentre per gli acciai inossidabili duplex, tali trattamenti non sono indispensabili.<br />
 
L'utilizzo dell'armatura inossidabile è limitato dall’elevato costo, il quale può avere un rilevante impatto sul costo necessario alla realizzazione dell'intera struttura.<br />
Gli acciai inossidabili austenitici hanno un [[coefficiente di dilatazione termica]] di circa {{M|1,8|e=−5}}&nbsp;°C<sup>−1</sup>, ''maggiore'' sia di quello del calcestruzzo (circa 10-5&nbsp;°C<sup>−1</sup>) sia di quello delle comuni armature ({{M|1,2|e=-5}}&nbsp;°C<sup>−1</sup>).
Infatti le barre in acciaio inox, in funzione della composizione chimica, costano da sei a dieci volte in più rispetto alle armature comuni in acciaio al carbonio.<br />
 
L'utilizzo di barre in acciaio inossidabile pertanto viene limitato per la realizzazione di opere in condizioni ambientali d'elevata aggressività, soprattutto legata alla presenza d'acqua di mare o di sali disgelanti (azione dei cloruri), oppure nei casi in cui, per l'importanza della struttura, sia richiesta una vita di servizio molto lunga. <br />
In questi casi infatti la protezione offerta dal [[copriferro]] può risultare insufficiente a prevenire la corrosione, e pertanto l'acciaio inox può garantire la durata richiesta per l'opera senza dover ricorrere successivamente a costose e complesse manutenzioni straordinarie che, in alcuni casi, risultano più onerose del costo iniziale dovuto alla scelta dell'armatura inossidabile.<br />
Il costo di costruzione si può ridurre limitandone l’utilizzo alle parti più vulnerabili della struttura o alle zone in cui lo spessore di copriferro deve essere ridotto, come negli elementi snelli o nei rivestimenti di facciata.<br />
In questo caso è necessario che l'armatura al carbonio e quella inox non entrino mai in contatto per evitare fenomeni di corrosione elettrochimica.<br />
Gli acciai inossidabili austenitici hanno un [[coefficiente di dilatazione termica]] di circa {{exp|1,8|−5}}&nbsp;°C<sup>−1</sup>, maggiore sia di quello del calcestruzzo (circa 10-5&nbsp;°C<sup>-1</sup>) sia di quello delle comuni armature ({{exp|1,2|-5}}&nbsp;°C<sup>−1</sup>).<br />
Il maggiore coefficiente di dilatazione termica potrebbe creare situazioni sfavorevoli nel caso di incendi, tuttavia l'acciaio inossidabile austenitico ha una conducibilità termica notevolmente inferiore rispetto all'acciaio al carbonio.
 
=== Acciaio inox per alte temperature ===
== Contaminazione ferrosa ==
 
La resistenza alla corrosione dell’acciaio inox può essere messa in pericolo dalla contaminazione ferrosa derivante da particelle provenienti da operazioni di taglio, rettifica e saldatura dell’acciaio al carbonio.<br />
Questi acciai inox sono stati messi a punto per operare a elevata temperatura in condizioni [[ossidazione|ossidanti]]. La percentuale di [[cromo]] è del 24% e il [[nichel]] va dal 14 al 22%.
La presenza di contaminazioni sulle superfici del metallo, oltre a creare un difetto estetico può dar luogo a inneschi di corrosione localizzata ([[pitting]]), anche solo a contatto con aria, pregiudicando la giusta condizione di passività nel tempo.<br />
 
Infatti, le particelle di ferro che si depositano sulla superficie dell'acciaio inox, ad esempio a causa di ''spruzzi'' di saldatura di componenti di acciaio al carbonio, si ossidano molto velocemente formando la [[ruggine]], anche solo in presenza dell'umidità atmosferica, causando un'antiestetica macchiatura della superficie, che in alcuni casi, ostacolando il fenomeno di naturale passivazione dell'acciaio inox, può evolvere in fenomeni di pitting.<br />
Le proprietà fondamentali sono resistenza all'[[ossidazione]] (sfaldatura) ad alta temperatura e buona resistenza meccanica alle alte temperature.
Per questa ragione la lavorazione dell’acciaio al carbonio e quella dell’acciaio inossidabile devono avvenire in due zone distinte e separate.<br />
 
Inoltre, gli attrezzi manuali (es. spazzole) e i macchinari utilizzati (es. presse), non devono contenere acciaio al carbonio e devono essere puliti in maniera approfondita quando si passa dall’acciaio al carbonio all’acciaio inossidabile.<br />
Gli impieghi più comuni avvengono in parti di forni, [[Tubo radiante|tubi irradianti]] e rivestimenti di [[Forno elettrico a muffola|muffole]], per temperature di esercizio fra 950 e 1100&nbsp;°C.
Le lavorazioni di taglio, saldatura o sabbiatura non deve essere fatta con elementi contenenti acciaio al carbonio (es. dischi abrasivi, elettrodi, graniglia).<br />
 
Per lo stesso motivo, nello stoccaggio e nella movimentazione dell’acciaio inossidabile, deve essere evitato qualsiasi contatto con attrezzi di acciaio al carbonio, ad esempio forche di elevatori, catene, scaffalature, ecc.<br />
=== Acciai da ultra alto vuoto e criogenia ===
Per verificare la avvenuta contaminazione esistono appositi test.<br />
 
Una volta contaminato l'acciaio inox, può esserne effettuata la decontaminazione mediante trattamento con specifiche paste passivanti a base di acido fosforico o nitrico.<br />
Il metallo più utilizzato in [[ultra vuoto|UV]] e in [[UHV]] è un acciaio inox che col [[ferro]], ha [[cromo]], [[nichel]], con tracce di [[silicio]], [[carbonio]], [[manganese]], [[molibdeno]], [[niobio]] e [[titanio]], è utilizzato come costituente strutturale dell'ambiente da vuoto, ha il vantaggio di essere reperibile e relativamente economico, ha proprietà di resistenza meccanica abbastanza elevate, non si [[tempra]], si [[saldatura|salda]] con facilità, ha un basso [[degasaggio]], è abbastanza inerte chimicamente.
Per rimuovere qualunque traccia di soluzione acida e contaminanti disciolti si dovrà risciacquare l'acciaio con acqua deionizzata e asciugare la parte pulita.<br />
 
In questo caso è necessario trattare l’intera superficie inox, per evitare l’effetto "a chiazze".
Nell'UV si necessita di una tipologia d'acciaio austenitico (AISI 316), poiché possiede una struttura molto legata e di conseguenza meno attaccabile chimicamente.<br />
<br />
La presenza di metalli refrattari, come il [[molibdeno]], aiuta a legare elettro-chimicamente gli [[atomo|atomi]] di [[ferro]], conferendone maggiore [[inerzia]] e un grado di [[durezza]] superiore (circa 180 [[gradi Vickers]]).<br />
Gli stessi prodotti possono essere utilizzati nel caso di [[pitting|ossidazione]] dovuta a un'elevata esposizione ad agenti corrosivi quali la salsedine.<br />
L'acciaio austenitico permette di utilizzare la lega anche nell'UHV, poiché l'amagneticità strutturale le dona un'inerzia quasi totale alle interazioni "deboli" garantendo un vuoto più pulito.<br />
La contaminazione ferrosa è quella più ricorrente sugli acciai inox, ma si possono comunque verificare fenomeni di contaminazione da altri metalli non ferrosi, come alluminio, rame, piombo, ecc.<br />
La presenza di [[cromo]], nonostante le sue caratteristiche ferriticizzanti, conferisce all'acciaio stabilità ed elasticità, garantendone così duttilità e malleabilità.<br />
Le modalità per eliminare le tracce contaminanti sono le stesse consigliate per le tracce ferrose.
Resta comunque il fatto che, in questa tecnologia, l'acciaio più utilizzato sia quello austenitico.<br />
La sua temperatura di fusione è di 1435&nbsp;°C, tuttavia dobbiamo considerare che, durante la saldatura, nell'intervallo di temperatura tra i 600 e gli 800&nbsp;°C, si trasforma, o meglio decade, da austenitico a ferritico (come indicato nel diagramma di sensibilizzazione di Schaeffler).<br />
Il suo decadimento è più rapido e permanente per gli acciai 304 rispetto ai 316.<br />
Periodo di sensibilizzazione:
* 304: 10 minuti;
* 304 L: 30 minuti;
* 316 L: un'ora.
Più esteso è questo periodo (la estensione è proporzionale alla presenza di [[nichel|nickel]]), più il materiale è affidabile.<br />
Per ridurre ulteriormente il degasaggio della lega 316 si effettua il processo di ''electro slag remelting'', in cui la stessa viene rifusa in un forno a radiofrequenze, in modo da eliminare le microscorie di ossidi e di carburi, che, oltre a "sporcare" il vuoto, la rendono più ferritica. Il 316 L N ESR, poiché molto costoso, viene utilizzato limitatamente e prevalentemente negli [[acceleratore di particelle|acceleratori di particelle]].<br />
L'acciaio è costituente delle [[camera a vuoto|camere da vuoto]], delle [[flangia|flange]] e di eventuali altri elementi come bulloni e dadi; in ogni modo, una camera da vuoto in acciaio richiede ulteriori trattamenti finalizzati a diminuire il costante degasaggio di [[idrogeno]] dalle sue pareti. Uno dei principali è il ''vacuum firing'', con il quale l'acciaio viene in primo luogo scaldato a 1400&nbsp;°C e poi rapidamente raffreddato, per attraversare celermente la zona di sensibilizzazione senza decadere in ferritico. Così, oltre alla diminuzione della percentuale di [[azoto]] sulle superfici, si ottiene un aumento della sua austeniticità.
 
== Problematiche specifiche ==
=== Contaminazione ferrosa ===
La resistenza alla corrosione dell'acciaio inox può essere messa in pericolo dalla contaminazione ferrosa derivante da particelle provenienti da operazioni di taglio, rettifica e saldatura dell'acciaio al carbonio. La presenza di contaminazioni sulle superfici del metallo, oltre a creare un difetto estetico può dar luogo a inneschi di corrosione localizzata ([[pitting]]), anche solo a contatto con aria, pregiudicando la giusta condizione di passività nel tempo. Infatti, le particelle di ferro che si depositano sulla superficie dell'acciaio inox, ad esempio a causa di ''spruzzi'' di saldatura di componenti di acciaio al carbonio, si ossidano molto velocemente formando la [[ruggine]], anche solo in presenza dell'umidità atmosferica, causando un'antiestetica macchiatura della superficie, che in alcuni casi, ostacolando il fenomeno di naturale passivazione dell'acciaio inox, può evolvere in fenomeni di pitting. Per questa ragione la lavorazione dell'acciaio al carbonio e quella dell'acciaio inossidabile devono avvenire in due zone distinte e separate.
 
Inoltre, gli attrezzi manuali (es. spazzole) e i macchinari utilizzati (es. presse), non devono contenere acciaio al carbonio e devono essere puliti in maniera approfondita quando si passa dall'acciaio al carbonio all'acciaio inossidabile. Le lavorazioni di taglio, saldatura o sabbiatura non devono essere fatte con elementi contenenti acciaio al carbonio (es. dischi abrasivi, elettrodi, graniglia). Per lo stesso motivo, nello stoccaggio e nella movimentazione dell'acciaio inossidabile, deve essere evitato qualsiasi contatto con attrezzi di acciaio al carbonio, ad esempio forche di elevatori, catene, scaffalature, ecc.
 
Per verificare la avvenuta contaminazione esistono appositi test. Una volta contaminato l'acciaio inox, può esserne effettuata la decontaminazione mediante trattamento con specifiche paste passivanti a base di acido fosforico o nitrico. Per rimuovere qualunque traccia di soluzione acida e contaminanti disciolti si dovrà risciacquare l'acciaio con acqua deionizzata e asciugare la parte pulita. In questo caso è necessario trattare l'intera superficie inox, per evitare l'effetto "a chiazze". Gli stessi prodotti possono essere utilizzati nel caso di [[pitting|ossidazione]] dovuta a un'elevata esposizione ad agenti corrosivi quali la salsedine. La contaminazione ferrosa è quella più ricorrente sugli acciai inox, ma si possono comunque verificare fenomeni di contaminazione da altri metalli non ferrosi, come alluminio, rame, piombo, ecc. Le modalità per eliminare le tracce contaminanti sono le stesse consigliate per le tracce ferrose.
 
=== Sensibilizzazione ===
 
La sensibilizzazione degli acciai inossidabili è un problema legato alla corrosione e coinvolge principalmente gli acciai inossidabili aventi un elevato tenore di [[carbonio]]. Questo fenomeno metallurgico di degrado del materiale corrisponde alla [[Precipitazione (chimica)|precipitazione]] di [[carburi]] di cromo ai bordi dei grani cristallini. Ciò avviene a seguito di esposizione a temperature comprese tra i 450&nbsp;°C e i 950&nbsp;°C.
Tale [[Precipitazione (chimica)|precipitazione]] porta nelle zone adiacenti a un impoverimento di [[cromo]] e più in generale degli alliganti [[Passivazione|passivanti]] che garantiscono la formazione del film protettivo superficiale di ossidi.
Di conseguenza qualora il materiale verrà esposto ad ambienti aggressivi verrà portato alla disgregazione della matrice metallica, a seguito di una [[corrosione]] preferenziale lungo i bordi grano cristallini.<ref name="Boniardi 2014" />
 
== Giunzioni ==
I manufatti in acciaio inox vengono frequentemente giuntati mediante saldatura e bullonatura. Un errore comune è quello di utilizzare elettrodi e bulloni contenenti acciaio al carbonio invece di utilizzarli zincati. Oltre al problema della contaminazione ferrosa, il mettere a contatto l'acciaio inox con un materiale meno nobile determina l'innesco di celle galvaniche, nel momento in cui un elettrolita entra in gioco, con conseguente corrosione del materiale meno nobile.
I manufatti in acciaio inox vengono frequentemente giuntati mediante saldatura e bullonatura.<br />
Un errore comune è quello di utilizzare elettrodi contenenti acciaio al carbonio e bulloni, sempre in acciaio al carbonio ma zincati.<br />
Oltre al problema della contaminazione ferrosa, il mettere a contatto l'acciaio inox con un materiale meno nobile determina l'innesco di celle galvaniche, nel momento in cui un elettrolita entra in gioco, con conseguente corrosione del materiale meno nobile.
 
== Normativa di riferimento ==
* UNI EN 10088-1:2005 - Acciai inossidabili - Parte 1: Lista degli acciai inossidabili
* ASTM A-967 - Standard specification for chemical passivation treatments of stainless steel parts
* [[Decreto ministeriale]] [[21 marzo]] [[1973]] Gazzetta Ufficiale - Repubblica Parte 1 n. 104 del 20-04-1973 (Supplemento Ordinario): Materiali a contatto con alimenti
* Decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali [[24 settembre]] [[2008]] n° 174, Regolamento recante aggiornamento del decreto ministeriale 21 marzo 1973, concernente la disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze d'uso personale. Recepimento della direttiva 2007/19/CE.<ref>{{Cita web|url=https://www.izs.it/bollettino_segn_legislative/bollettini_2008/novembre_08/4.pdf|titolo=Decreto 24 settembre 2008, n .174<br>Regolamento recante aggiornamento del decreto ministeriale 21 marzo 1973, concernente la disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze d'uso personale. Recepimento della direttiva 2007/19/CE.|sito=Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|data=7 novembre 2008|accesso=24 settembre 2023|urlmorto=sì|dataarchivio=1 gennaio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230101232820/https://www.izs.it/bollettino_segn_legislative/bollettini_2008/novembre_08/4.pdf}}</ref>
 
== Note ==
Riga 411 ⟶ 400:
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Stainless steel|wikt=acciaio inossidabile|wikt_etichetta=acciaio inossidabile|preposizione=sull'}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.worldstainless.org/About+stainless/ Articoli su acciaio inossidabile]
* {{cita web |url=http://www.worldstainless.org/About+stainless/ |titolo=Articoli su acciaio inossidabile |accesso=29 dicembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090106003613/http://www.worldstainless.org/About+stainless# |urlmorto=sì }}
* [http://www.worldstainless.org/ISSF/Files/ISSF%20The%20Ferritic%20Solution%20Italian.pdf La soluzione ferritica]
* {{cita web | url = http://www.worldstainless.org/ISSF/Files/ISSF%20The%20Ferritic%20Solution%20Italian.pdf | titolo = La soluzione ferritica | accesso = 7 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20101130212624/http://worldstainless.org/ISSF/Files/ISSF%20The%20Ferritic%20Solution%20Italian.pdf | urlmorto = sì }}
 
* {{cita web |url=https://condorinox-lavorazioni.it/certificazione-m-o-c-a |titolo=Articolo su certificazione alimentare dell'acciaio inox m.o.c.a. |accesso=19 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200619152914/https://condorinox-lavorazioni.it/certificazione-m-o-c-a |urlmorto=no }}
{{Siderurgia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|ingegneria|materiali}}
 
[[Categoria:Acciaio per tipo]]