O tempora, o mores: differenze tra le versioni
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'''O tempora, o mores''', [[Locuzioni latine|locuzione]] [[Lingua latina|latina]], è una frase di [[Cicerone]], dal quarto libro della sua seconda orazione contro [[Gaio Licinio Verre|Verre]] (capitolo 25) e dalla [[Catilinarie#Oratio_I_in_Catilinam|Prima  
▲[[File:M-T-Cicero.jpg|thumb|Cicerone]] 
▲'''O tempora, o mores''', [[Locuzioni latine|locuzione]] [[Lingua latina|latina]], è una frase di [[Cicerone]], dal quarto libro della sua seconda orazione contro Verre (capitolo 25) e dalla [[Catilinarie#Oratio_I_in_Catilinam|Prima Orazione contro Catilina]]. Si traduce letteralmente come ''Che tempi! Che costumi!''<ref>[[Cicerone]], In L. Catilinam orationes, [http://la.wikisource.org/wiki/Oratio_in_Catilinam_Prima_in_Senatu_Habita I, 2]; Actionis in C. Verrem secundae, [http://la.wikisource.org/wiki/Actionis_in_C._Verrem_secvndae_-_Liber_qvartvs IV, 55]. [[Marziale]], [http://www.thelatinlibrary.com/martial/mart9.shtml IX, 70].</ref> 
Nel suo discorso di apertura contro [[Catilina]], Cicerone deplora la perfidia e la corruzione dei suoi tempi.  
Questa frase è ora usata 
▲Nel suo discorso di apertura contro [[Catilina]], Cicerone deplora la perfidia e la corruzione dei suoi tempi. Cicerone è frustrato dal fatto che, nonostante tutte le prove compilate contro Catilina, che stava cospirando per rovesciare il governo romano e assassinare Cicerone stesso, e nonostante il fatto che il Senato avesse dato il [[Senatus consultum ultimum]], Catilina non era ancora stato giustiziato. Cicerone continua descrivendo i vari episodi della storia romana in cui dei consoli hanno ucciso dei cospiratori con prove minori, a volte - nel caso dell'ex console [[Lucio Opimio]], uccisore di [[Gaio Gracco]] (uno dei fratelli [[Gracchi]]) - sulla base del solo "''quasdam seditionum suspiciones''", ''sospetto di insurrezione'' (sezione 2, Linea 3). 
Si fa notare che tale locuzione, contrariamente a quanto spesso avviene, non va letta come un aut-aut. Essa non è infatti una locuzione che intende una scelta: nella lingua Latina le due parole rappresentano un vocativo, e dunque va letto come vocazione. "Che tempi!" - "Che costumi!", in tono anche spregiativo.  
▲Questa frase è ora usata, anche ma non solo nella [[lingua italiana]], per criticare usi e costumi del presente, per lo più in tono [[ironia|ironico]] o [[sarcasmo|sarcastico]]. 
== Note == 
<references/> 
== Altri progetti ==▼ 
== Voci correlate == 
* [[Locuzioni latine]] 
▲== Altri progetti == 
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