Entella (città antica): differenze tra le versioni

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{{Città antica
{{coord|37.729894|13.184398|display=title|type:landmark_region:}}
{{F|siti archeologici d'Italia|gennaio 2012}}
{{Sito archeologico
|Nome = Entella
|Immagine = Agora di Entella 08.jpg
|Nome_altro =
|Didascalia = Parte degli edifici dell'agorà |Civiltà = [[Elimi|Elima]], [[Greco antico|Civiltà greco]]-[[Roma (città antica)|romana]]
|Immagine = Citta elime.jpg
|Nome originale = Ἔντελλα
|LarghezzaImmagine =
|Fondazione = [[V secolo a.C.|V]] - [[III secolo a.C.]]
|Didascalia = |Mozia: Principali città elime
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|Civiltà = [[Greco antico|Civiltà greco]]-[[Roma (città antica)|romana]]
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|Utilizzo = [[Città]]
|StileFondazione 2 =
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|Causa 2 =
<!-- Localizzazione -->
|StatoFondazione 3 = ITA
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|Suddivisione1 = [[Sicilia]]
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|Territorio controllato = [[Riserva naturale integrale Grotta di Entella]]
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<!-- Dimensioni -->
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|Località moderna = [[Contessa Entellina]]
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<!-- Scavi -->
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|ArcheologoMappa loc =
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<!-- Amministrazione -->
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|Ente =
|Responsabile =
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|Sito_web =
}}
'''Entella''' (in [[greco antico]]: Ἔντελλα) era una delle antiche città della [[Sicilia]] tradizionalmente attribuite agli [[Elimi]] (assieme a [[Erice]], [[Segesta]] e [[Iaitas]]). Sorgeva sulla [[Rocca di Entella]], lungo il corso del fiume [[Belice]] sinistro (antico Ὑψας, leggi ''Hypsas''). Il sito si trova in una posizione strategica, sia perché offre una visuale completa sul territorio circostante sia perché le caratteristiche morfologiche della Rocca ne fanno una fortezza naturale. Oggi l'area ricade a nord-ovest del Comune di [[Contessa Entellina]].
{{Mappa di localizzazione
|Sicilia isola
|label=Entella
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|caption=Localizzazione di Entella in Sicilia.
}}
L'antica '''Entella''' era una delle antiche città della [[Sicilia]] tradizionalmente attribuite agli [[Elimi]] (assieme ad [[Erice]], [[Segesta]] e [[Iaitas]]). Sorgeva sulla '''Rocca d'Entella''', lungo il corso del fiume [[Belice]] sinistro (antico Υψας, leggi Ipsas).
 
==Storia==
[[File:Citta elime.jpg|left|thumb|La posizione di Entella]]
La città elima fu coinvolta nelle tormentate vicende delle [[Guerre greco-puniche]]. Nel [[404 a.C.]] subì la conquista da parte di soldati mercenari campani; nei successivi secoli IV e III a.C. ebbe alterni rapporti con i [[Cartaginesi]] e coi [[Greci]]. Durante la prima guerra punica, si schierò dalla parte dei [[Civiltà romana|Romani]].
Si ritiene che Entella fosse di origine [[Sicani|sicana]], sebbene le tradizioni sulla sua fondazione la colleghino anche agli [[elimi]] o a una presunta colonia [[Troia|troiana]]. Alcuni autori attribuiscono la fondazione ad [[Aceste]], e la città avrebbe preso il nome da sua moglie Entella,<ref>[[Giovanni Tzetzes]], commento a [[Alessandra di Licofrone|Licofrone]] 964.</ref> come anche secondo [[Silio Italico]].<ref>[[Silio Italico]], ''[[Punica (poema)|Punica]]'', XIV, v. 205.</ref> Secondo altri autori, invece, la città fu fondata da [[Elimo]],<ref>[[Servio Mario Onorato|Servio]], ''Institutionum divinarum'' v. 73.</ref> mentre si dovrebbe a [[Virgilio]] il personaggio di [[Entello]], eroe eponimo della città, amico e compagno di Aceste.<ref>[[Virgilio]], ''[[Eneide]]'', v. 387.</ref> In epoca storica, comunque, Entella era sicuramente un centro importante, forse pertinente agli elimi, come invece sicuramente erano [[Erice]] e [[Segesta]].<ref>Tuttavia [[Tucidide]] menziona solo queste due come città elime, senza nominarne altre: cfr. ''[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]'', VI, 2.</ref>
 
La prima menzione storica di Entella si trova in [[Diodoro Siculo]], il quale riferisce che nel 404 a.C. 1200 mercenari [[Campania antica|campani]] assoldati dai [[cartaginesi]] furono ammessi in città con una scusa, trucidarono tutti i cittadini maschi e se ne impadronirono, restandone padroni per molti anni.<ref>[[Diodoro Siculo]], ''[[Biblioteca storica]]'', XIV, 9; [[Eforo di Cuma]], citato in [[Stefano di Bisanzio]] s.v. {{lang|grc|Ἔντελλα}}.</ref> Durante le successive guerre tra [[Dionisio I di Siracusa]] e i cartaginesi, gli occupanti campani di Entella si schierarono dalla parte punica, mantenendo l’alleanza anche nel 396 a.C., quando invece tutte le città di Sicilia tranne cinque si schierarono con [[Siracusa greca|Siracusa]].<ref>[[Diodoro Siculo]], ''[[Biblioteca storica]]'', XIV, 9.</ref>
Nel [[Medioevo]] la città fu un importante centro di cultura [[arabi|islamica]] e roccaforte della resistenza musulmana in età sveva; venne infine distrutta dalle truppe di [[Federico II di Svevia|Federico II]].
 
Solo nel 368 a.C. Dionisio riuscì a sottomettere Entella; la città rimase in mano campana, ma ora ostile ai cartaginesi, che di conseguenza nel 345 a.C. ne devastarono il territorio e la assediarono, forse addirittura occupandola brevemente, anche se di certo poco dopo fu recuperata da [[Timoleonte]], che le restituì libertà e indipendenza.<ref>[[Diodoro Siculo]], ''[[Biblioteca storica]]'', XV, 73; XVI 67, 73.</ref>
Le ricerche archeologiche della [[Scuola Normale Superiore di Pisa]] ad Entella dimostrano che il sito era frequentato durante la media [[età del Bronzo]]; ma l'urbanizzazione vera e propria è accertata solo dall'età tardo-arcaica, alla quale sono attribuite un'area artigianale, la [[Mura (architettura)|fortificazione]] e alcuni ambienti di culto.
Il culto di [[Demetra]] e [[Kore (mitologia)|Kore]] è attestato dal V al [[III secolo a.C.]] nel [[santuario]] esterno alle mura.
Di età ellenistica è la maggior parte delle tombe della [[necropoli]] "A" come dimostra il tipo di sepoltura e il vasellame e le famose iscrizioni su tavolette [[bronzo|bronzee]] con i decreti delle città di Entella e [[Nakone]]. Questi erano stati illecitamente trafugati e immessi sul mercato [[antiquario]] negli [[anni 1970|anni settanta]] e sono stati ricuperati in seguito ad un lungo lavoro dei [[T.P.C.]] (Comando carabinieri tutela patrimonio Culturale) dei [[Carabinieri]] in collaborazione con l'archeologo [[Giuseppe Nenci]]<ref>[http://www.arkeomania.com/giuseppenenci.html Ricordo di Giuseppe Nenci] da arkeomania.com</ref>; la loro importanza è legata al fatto che confermano l'ellenizzazione dell'antico insediamento elimo.
Attorno al 1970 infatti erano state rinvenute, ad Entella, (nella zona attorno all'attuale cittadina di [[Contessa Entellina]]) delle tavolette di bronzo, conosciute come ''Decreti di Nakone''. In queste tavolette si fa riferimento ai [[Campani]] che costituivano la popolazione di Entella nella metà del III secolo a.C. e che erano i discendenti dei 1200 soldati mercenari che poi si erano insediati nella città nel [[V secolo a.C.]] I caratteri usati nelle tavolette erano greci, ma la lingua parlata dal popolo era differente perché gli Elimi infatti parlavano un linguaggio tra fenicio e greco.
 
Scarseggiano le notizie sul periodo successivo. Il nome di Entella riaffiora durante il [[prima guerra punica|primo scontro]]<ref>[[Diodoro Siculo]], ''[[Biblioteca storica]]'', XXIII, 8</ref> tra [[antica Roma]] e Cartagine: anche se una sua partecipazione alla guerra non è nota, dovette esserne in qualche misura coinvolta: infatti - come indicato dai "decreti di Entella" - dopo il conflitto fu ripopolata con rifugiati ed ex prigionieri, probabilmente discendenti dei mercenari campani stabilitisi nel V secolo a.C., e divenne un [[municipio romano]] piuttosto fiorente, ove si praticavano cerealicoltura<ref>[[Cicerone]], ''[[In Verrem]]'' III, 4, 3.</ref> e viticoltura.<ref>[[Silio Italico]], ''[[Punica (poema)|Punica]]'', XIV, v. 214.</ref>
==La leggenda==
 
Nella memoria collettiva degli abitanti di [[Contessa Entellina]] persiste la leggenda della Grotta dei Dinari, nome attribuito alla cavità carsica di Rocca d'Entella, oggi sito della Riserva Naturale, che la ritiene custode di tesori protetti da incantesimi e sortilegi. Secondo un’altra tradizione nella Grotta abita un mostro strisciante dalle quattordici teste: solo offrendogli giornalmente in pasto una fanciulla è possibile sedarne l’ira.
È menzionata ancora da [[Plinio il Vecchio]]<ref>[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis historia]]'' III, 8, 14.</ref> e [[Claudio Tolomeo]],<ref>[[Claudio Tolomeo]], ''[[Geografia (Tolomeo)|Geografia]]'', III, 4, 15.</ref> ma non ci sono ulteriori menzioni in autori antichi successivi.
 
Nel XIII secolo il sito, naturalmente munito, fu fortificato da saraceni ribelli al [[Storia della Sicilia sveva|Regno di Sicilia]]: dopo qualche anno di resistenza, nel 1246 fu espugnata da [[Federico II di Svevia]], che ne espulse la popolazione a [[Insediamento musulmano di Lucera|Lucera]].<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/saraceni-di-sicilia_(Federiciana)/|titolo=Saraceni di Sicilia - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-06-15}}</ref>
 
== Scavi archeologici ==
Le ricerche archeologiche della [[Scuola Normale Superiore di Pisa]] a Entella dimostrano che il sito era frequentato durante la media [[età del bronzo]]; ma l'urbanizzazione vera e propria è accertata solo dall'età tardo-arcaica, alla quale sono attribuite un'area artigianale, la [[Mura (fortificazione)|fortificazione]] e alcuni ambienti di culto.
 
Il culto di [[Demetra]] e [[Kore (mitologia)|Kore]] è attestato dal V al [[III secolo a.C.]] nel [[santuario]] esterno alle mura. Di età ellenistica è la maggior parte delle tombe della [[necropoli]] "A", come dimostrano il tipo di sepoltura e il vasellame e le famose iscrizioni su tavolette [[bronzo|bronzee]] con i decreti delle città di Entella e [[Nakone]].
 
=== I "decreti di Entella" ===
[[File:Decreto di Entella C1.jpg|thumb|Il decreto C1 di Entella presso il [[Museo archeologico regionale Antonino Salinas]]]]
Attorno al 1970 infatti erano state rinvenute, a Entella (nella zona attorno all'attuale cittadina di [[Contessa Entellina]]), delle tavolette di bronzo, conosciute come ''Decreti di Entella''<ref>{{Cita web|url = http://lsa.sns.it/index.php?id=109|titolo = I Decreti da Entella 2001 {{!}} Laboratorio di Scienze dell'Antichità|accesso = 05 gennaio 2016|sito = lsa.sns.it|dataarchivio = 5 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160305045445/http://lsa.sns.it/index.php?id=109|urlmorto = sì}}</ref>. In queste tavolette si fa riferimento ai [[Campani]] che costituivano la popolazione di Entella nella metà del III secolo a.C. e che erano i discendenti dei 1200 soldati mercenari che poi si erano insediati nella città nel [[V secolo a.C.]] I caratteri usati nelle tavolette erano greci, ma la lingua parlata dal popolo era differente perché gli Elimi infatti parlavano una lingua anellenica.<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/musei/guide_brevi/Entella_ITA%20(Guida%20Breve).pdf|titolo=Entella (Guida Breve)}}</ref>
 
La prima pubblicazione risale agli anni ottanta del secolo scorso<ref>Per una panoramica degli studi moderni sui decreti cfr. ''Da un’antica città di Sicilia. I decreti di Entella e Nakone. Catalogo della mostra'', Pisa 2001 (in particolare il contributo di M.I. Gulletta). Tra i testi è compreso un decreto emanante non da Entella, ma dalla città di [[Nakone]].</ref>. Questi documenti, illecitamente trafugati e immessi sul mercato antiquario negli [[Anni 1970|anni settanta]], sono stati solo in parte recuperati grazie alla collaborazione tra il [[Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale]] e lo storico [[Giuseppe Nenci]]<ref>[http://www.arkeomania.com/giuseppenenci.html Ricordo di Giuseppe Nenci] da arkeomania.com</ref>, allora titolare della cattedra di Storia greca presso la [[Scuola Normale Superiore]] di [[Pisa]] e successivamente direttore degli scavi archeologici da essa condotti sulla Rocca d'Entella.
 
==La città di Entella==
[[File:Necropoli Entella 02.JPG|thumb|Tomba della necropoli]]
Frequentati dell’Eneolitico e dall’età del Bronzo, il pianoro e le pendici di Rocca d’Entella mostrano eloquenti resti della città antica di Entella, fiorente dall’età arcaica alla prima età imperiale, e poi ancora nel medioevo, fino al definitivo e forzato abbandono nel 1246.
Frequentato dell'[[Età del rame|Eneolitico]] e dall'[[età del bronzo]], il pianoro e le pendici di Rocca d'Entella mostrano eloquenti resti della città antica, fiorente dall'[[Età arcaica greca|età arcaica]] alla [[prima età imperiale]], e poi ancora nel [[Medioevo]], fino al definitivo e forzato abbandono nel 1246.
 
=== Il Santuario extramurano ===
* '''Il Santuario extramurano''': A breve distanza dalla porta di NO (Contrada Petraro), lungo la strada antica proveniente dalla Valle del Belice, e sovrastato dalle mura, è stato scoperto un grande deposito votivo riferibile al culto di Demetra. I materiali votivi e le ceramiche (ora nell’Antiquarium di Contessa Entellina) indicano che il santuario – un thesmophorion (area di culto delle divinità ctonie) – fu in uso dalla fine del VI fino al III sec. a. C.
A breve distanza dalla porta di NO (Contrada Petraro), lungo la strada antica proveniente dalla [[Valle del Belice]], e sovrastato dalle mura, è stato scoperto un grande deposito votivo riferibile al culto di [[Demetra]]. I materiali votivi e le ceramiche (ora nell{{'}}''Antiquarium di Contessa Entellina'')<ref>{{Cita web|url = http://www.contessaentellina.gov.it/index.php/antiquarium/16-lantiquarium-di-entella|titolo = L'Antiquarium di Entella "Giuseppe Nenci"|accesso = 06 gennaio 2016|dataarchivio = 22 novembre 2018|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20181122172030/http://www.contessaentellina.gov.it/index.php/antiquarium/16-lantiquarium-di-entella|urlmorto = sì}}</ref> indicano che il santuario – un ''thesmophorion'' (area di culto delle [[divinità ctonie]]) – fu in uso dalla fine del VI fino al III sec. a.C.
 
=== Il Palazzo fortificato medievale e gli edifici ellenistico-romani ===
* '''Il Palazzo fortificato medievale e gli edifici ellenistico-romani''': Sul margine Sud del pianoro si trova un palazzo fortificato medievale (un quarto del XII – metà del XIII secolo), con torrione e rampa di accesso e pianta articolata intorno a due spazi aperti. L’edificio mostra analogie con strutture dell’Africa settentrionale. A Sud, lungo la stradella, un edificio ellenistico (IV-III sec. a. C.) fu distrutto da un incendio probabilmente contemporaneo a quello che pose fine al granaio ellenistico. Tra le rovine sono stati raccolti abbondanti materiali tra cui vasetti votivi. Poco sopra sono affiorati i resti di un edificio abitato ancora in età romana (I sec. a. C.).
Sul margine sud del pianoro si trova un palazzo fortificato medievale (un quarto del XII – metà del XIII secolo), con torrione e rampa di accesso e pianta articolata intorno a due spazi aperti. L'edificio mostra analogie con strutture dell'Africa settentrionale. A sud, lungo la stradella, un edificio ellenistico (IV-III sec. a. C.) fu distrutto da un incendio probabilmente contemporaneo a quello che pose fine al granaio ellenistico. Tra le rovine sono stati raccolti abbondanti materiali tra cui vasetti votivi. Poco sopra sono affiorati i resti di un edificio abitato ancora in età romana (I sec. a.C.).
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File:Castello di Entella 02.JPG|Il castello
File:Castello di Entella 09.JPG|
File:Castello di Entella 07.JPG|
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=== Le mura ===
* '''Le mura''': Una cinta muraria lunga 2800 m ca. proteggeva il versante Nord, il più facilmente accessibile dal fondovalle e dal ramo sinistro del fiume Belice (antico Crimisio); sui lati Sud, Est ed Ovest, invece, le pareti rocciose offrono una difesa naturale, talvolta integrata da interventi umani. Allo sbocco dei due valloni in cui si articola il rilievo della Rocca, si trovano le porte ubiche. Ben indagata e visibile è la porta di Nord Ovest, cui si accedeva da una strada – ancora percorribile – che si snoda lungo le pendici di ‘Cozzo Petraro’. Meno riconoscibile è, invece, la via d’accesso sul versante Nord Est che immetteva nell’Area pubblica (agora) della città. Nei pressi della porta di Nord Ovest, recenti scavi hanno portato in luce una necropoli di rito islamico. Nel vallone orientale si vedono imponenti resti di edifici pubblici: un tempio senza peristasi (oikos) con altare interno dei primi decenni del V sec. a. C. ed un granaio costruito alla fine del IV e distrutto da un incendio alla metà del III sec. a. C. I due edifici erano contenuti da prospetti monumentali ed allineati lungo il lato orientale dell’agora (la piazza pubblica). Sono stati indagati anche un deposito votivo di fondazione del granaio, con statuette tipiche del culto di Demetra, e la cava di gesso usato nella costruzione di questo complesso. Recenti scavi hanno portato in luce un grande ambiente in parte scavato nella roccia, ed un altro deposito votivo della fine del IV sec. a. C.
[[File:Ingresso nord Entella 02.JPG|thumb|Ingresso nord-ovest di Entella]]
Una cinta muraria lunga 2800 m circa proteggeva il versante nord, il più facilmente accessibile dal fondovalle e dal ramo sinistro del [[Belice|fiume Belice]] (antico Crimisio); sui lati sud, est e ovest, invece, le pareti rocciose offrono una difesa naturale, talvolta integrata da interventi umani. Allo sbocco dei due valloni in cui si articola il rilievo della Rocca, si trovano le porte ubiche.
 
Ben indagata e visibile è la porta di nordovest, cui si accedeva da una strada, ancora percorribile, che si snoda lungo le pendici di ''Cozzo Petraro''. Meno riconoscibile è, invece, la via d'accesso sul versante nordest che immetteva nell'Area pubblica (agorà) della città. Nei pressi della porta di nordovest, recenti scavi hanno portato in luce una necropoli di rito islamico.
* '''Il ‘pizzo della regina'''': È il punto più elevato della Rocca (557 s.l.m.), e si vedono i resti di un castello medievale noto già nel XVI secolo, rilevati e descritti nel 1858 da F. Sabatier. Si vede ancora una cisterna con volta a botte. Il fortilizio completava a Sud-Est il sistema difensivo medievale comprendente, oltre le mura, il Palazzo fortificato (versante Sud) e una struttura sul Cozzo petraro (angolo Nord).
 
=== L'agorà ===
Nel vallone orientale si vedono imponenti resti di edifici pubblici: un tempio senza [[peristasi]] (''oikos'') con altare interno dei primi decenni del V sec. a. C. e un granaio costruito alla fine del IV e distrutto da un incendio alla metà del III sec. a.C. I due edifici erano contenuti da prospetti monumentali e allineati lungo il lato orientale dell'[[agorà]] (la piazza pubblica). Sono stati indagati anche un deposito votivo di fondazione del granaio, con statuette tipiche del culto di Demetra, e la cava di gesso usato nella costruzione di questo complesso. Recenti scavi hanno portato in luce un grande ambiente in parte scavato nella roccia, e un altro deposito votivo della fine del IV sec. a.C.
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File:Agora di Entella 03.JPG|Agorà
File:Agora di Entella 04.JPG
File:Agora di Entella 07.JPG
File:Agora di Entella 02.JPG
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=== Il pizzo della regina ===
[[File:Torre sud Entella 02.JPG|thumb|L'arco del Pizzo della Regina]]
È il punto più elevato della Rocca (557 [[s.l.m.]]), e si vedono i resti di un castello medievale noto già nel XVI secolo, rilevati e descritti nel 1858 da F. Sabatier. Si vede ancora una cisterna con volta a botte. Il fortilizio completava a sud-est il sistema difensivo medievale comprendente, oltre le mura, il Palazzo fortificato (versante sud) e una struttura sul ''Cozzo petraro'' (angolo nord).
 
==La leggenda==
Nella memoria collettiva degli abitanti di [[Contessa Entellina]] persiste la leggenda della ''Grotta dei Dinari'', nome attribuito alla cavità [[Carsismo|carsica]] di Rocca d'Entella, oggi sito della Riserva Naturale, che la ritiene custode di tesori protetti da incantesimi e sortilegi. Secondo un'altra tradizione nella grotta abita un mostro strisciante dalle quattordici teste: solo offrendogli giornalmente in pasto una fanciulla è possibile sedarne l'ira.
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita web|autore = |url = https://www.academia.edu/11091084/Entella_Contessa_Entellina_PA_.Ricerche_nel_territorio_1998-2002_Il_contributo_della_fotografia_aerea_recupero_di_frammenti_di_viabilit%C3%A0_antica|titolo = Entella (Contessa Entellina, PA).Ricerche nel territorio 1998-2002 Il contributo della fotografia aerea: recupero di frammenti di viabilità antica|accesso = |editore = academia.edu|data = }}
* {{Cita web|autore = |url = https://www.academia.edu/2402097/Timoleonte_Entella_e_la_sua_chora._Destrutturazione_di_un_racconto_e_cartografia_di_una_battaglia_in_Quarte_Giornate_Internazionali_di_Studi_sull_Area_Elima._Atti_del_Convegno_Erice-Gibellina_1-4_dicembre_2000_Pisa_2003|titolo = Timoleonte , Entella e la sua chora. Destrutturazione di un racconto e cartografia di una battaglia, in Quarte Giornate Internazionali di Studi sull’Area Elima. Atti del Convegno Erice-Gibellina 1-4 dicembre 2000, Pisa 2003|accesso = |editore = Academia.edu|data = |dataarchivio = 12 aprile 2020|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200412191337/https://www.academia.edu/2402097/Timoleonte_Entella_e_la_sua_chora._Destrutturazione_di_un_racconto_e_cartografia_di_una_battaglia_in_Quarte_Giornate_Internazionali_di_Studi_sull_Area_Elima._Atti_del_Convegno_Erice-Gibellina_1-4_dicembre_2000_Pisa_2003|urlmorto = sì}}
 
==Voci correlate==
* [[Elimi]]
* [[Guerre greco-puniche]]
* [[Nakone]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
*[ {{Cita web|url= http://download.sns.it/labarcheo/decreti/29_Entella_Territorio.pdf#search=%22entella%22, ''|titolo=Entella: il territorio''],|accesso=3 settembre 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140309145017/http://download.sns.it/labarcheo/decreti/29_Entella_Territorio.pdf|dataarchivio=9 marzo 2014|urlmorto=sì}} dalDal sito del ''Laboratorio di archeologia'' della [[Scuola normale superiore di Pisa]].
* {{Cita video|titolo = I decreti di Entella|url = https://www.youtube.com/watch?v=LBafBvLxuh8|citazione = |autore = Gaspare Mannoia}}
* {{Cita web|autore = Enciclopedia Treccani|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/entella_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo = Entella|accesso = |editore = |data = }}
* [http://lsa.sns.it/index.php?id=76&lang=it Pagina web su Entella] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20181122132000/http://lsa.sns.it/index.php?id=76&lang=it |date=22 novembre 2018 }}
{{Preistoria Sicilia}}
{{Portale|Archeologia|Siti archeologici della Sicilia|Storia greca}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Grecia|archeologia|Sicilia|storia}}
 
[[Categoria:Città degli Elimi]]
[[Categoria:Siti archeologici della provinciacittà metropolitana di Palermo]]
[[Categoria:Siti archeologici elimi]]
[[Categoria:Contessa Entellina]]
[[Categoria:PreistoriaSiti preistorici della Siciliacittà metropolitana di Palermo]]
[[Categoria:Città della Sicilia greca]]