Otone: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua}}
{{Magistrato romano
|nome = Otone
|titolo = [[Imperatore romano]]
|immagine = Otone
|legenda = Busto
|inizio regno = 15 gennaio
|fine regno = 16 aprile [[69]]
|tribunicia potestas = 1 volta, per 4 mesi, al momento dell'assunzione del potere imperiale, nel [[69]]<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 47}}; {{CIL|6|2051}}.</ref>
|cognomina ex virtute =
|altrititoli =
|salutatio imperatoria = 1 volta, al momento dell'assunzione del potere imperiale, nel [[69]]<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 36}}; {{CIL|4|1279}}.</ref>
|nome completo = ''Marcus Salvius Otho'' (alla nascita)<br />''Imperator Marcus Otho Caesar Augustus'' (dopo l'ascesa al potere imperiale)
|predecessore = [[Galba]]
|successore = [[Vitellio]]
|padre = [[Lucio Salvio Otone]]
|madre = [[Albia Terenzia
|coniuge 1 = [[Poppea|Poppea Sabina]] (
|data di nascita = 28 aprile [[32]]
|luogo di nascita = [[Ferento|Ferentium]]
|data di morte =
|luogo di morte = [[Brixellum]]
|questura = nel [[57]]<ref name="QuestoreGovLusitania"/>
|pretura =
|legatus_legionis =
|propretura =
|consolato = 1 volta, al momento dell'assunzione del potere imperiale, nel [[69]]<ref name="Cil6.2051Box" />
|proconsolato =
|procurator_augusti =
|legatus_augusti = dal [[58]] al [[68]] in [[Lusitania (provincia romana)|Lusitania]]<ref name="QuestoreGovLusitania"/>
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|dittatura =
|magister equitum =
|princeps senatus =
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|prefetto =
|procuratore =
|pontificato massimo = nel [[69]]<ref>{{CIL|6|2051}}; {{cita|Schumacher 2006|pp. 182-183}}</ref>
|carica religiosa =
}}
{{Bio
|Nome = Marco
|Cognome =
|PreData = {{latino|Marcus
|Sesso = M
|LuogoNascita = Ferento
|LuogoNascitaAlt = <ref name="SvOt1">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', I}}.</ref>
|GiornoMeseNascita = 28 aprile
|AnnoNascita = 32
|NoteNascita = <ref>{{cita|Svetonio,
|LuogoMorte =
|LuogoMorteAlt = <ref name="SvOt9">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', IX}}.</ref>
|GiornoMeseMorte = 16 aprile
|AnnoMorte = 69
|NoteMorte = <ref name="SvOt11">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', XI}}.</ref>
|Epoca = I
|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
|
}}
Proveniente da una nobile famiglia [[Etruschi|etrusca]], iniziò la sua vita pubblica sotto il principato dell'imperatore [[Nerone]], del quale diventò intimo amico. Il rapporto fra i due si ruppe quando Otone rifiutò di divorziare dalla moglie [[Poppea]], che Nerone voleva appunto sposare. Otone venne quindi mandato come governatore nella lontana [[Lusitania]], dove amministrò la [[Provincia (storia romana)|provincia]] per dieci anni. Nel 68 aiutò [[Galba]] a rovesciare Nerone e a prendere il potere imperiale, ma quando vide le sue speranze di essere designato erede andare in fumo, si rivoltò contro Galba e prese lui stesso il potere. Dopo pochi mesi di tranquillità e ordinaria amministrazione, iniziò una guerra con il ribelle [[Vitellio]]. Questi scese in Italia dalla Germania e sconfisse gli eserciti di Otone, che si suicidò per non far continuare i conflitti.
== Le fonti storiografiche ==
{{Vedi anche|Fonti e storiografia su Otone}}
La principale fonte storiografica antica su Otone sono le ''[[Historiae (Tacito)|Storie]]'' di [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''}}.</ref> che descrivono dettagliatamente la [[Guerra civile romana (68-69)|guerra civile del 68-69]].<ref group=N>Alcuni studiosi moderni hanno ravvisato una certa ostilità da parte di Tacito nei confronti di Otone, che lo storico tende a mettere in cattiva luce: si vedano in particolare {{cita|Shochat 1981}}, che ritiene che Tacito si sia inserito in una tradizione preesistente ostile a Otone (pp. 376-377), e {{cita|Perkins 1993}}.</ref> Altra importante fonte antica sono le ''[[Vite dei Cesari]]'' di [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]],<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''}}.</ref> che parla anche della famiglia di origine, dell'aspetto e delle abitudini dell'imperatore. Altre fonti sono gli ''[[Annales (Tacito)|Annali]]'' di Tacito,<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''}}.</ref> che lo citano durante il regno di [[Nerone]], le ''[[Vite
== Biografia ==
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=== Origini familiari ===
Otone apparteneva
=== Giovinezza e carriera politica (32-68) ===
[[File:Nero 1.JPG|thumb|upright=0.8|Busto di [[Nerone]], imperatore e intimo amico di Otone con il quale litigò a causa di [[Poppea|Poppea Sabina]] ([[Musei Capitolini]], [[Roma]])]]
Fu fin da piccolo prodigo e turbolento, tanto che il padre doveva spesso ricorrere alla frusta.<ref name="SvOt2">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', II}}.</ref> Quando
Il giorno in cui
=== Ascesa al potere (68-69) ===
{{Vedi anche|Guerra civile romana (68-69)}}
[[File:Stockholm - Antikengalerie 4 - Büste Kaiser Galba.jpg|thumb|upright=0.8|left|Busto di [[Galba]], predecessore di Otone al governo imperiale ([[Palazzo Reale
Nel
Fu il 10 gennaio del 69 che le sue speranze furono raffreddate dall'adozione formale da parte di Galba di [[Lucio Calpurnio Pisone Liciniano]]:<ref>{{cita|Cassio Dione|LXIV, 5.1}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', V}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XVII}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 15}}; {{cita|Bunson 2009|p. 227}}; {{cita|Morgan 2005|p. 60}}.</ref> Galba infatti conosceva Otone e voleva avere un successore più degno e meritevole della sua posizione, non volendo lasciare l'impero in mano a una persona molto simile a colui a cui l'aveva strappato.<ref>{{cita|Morgan 2005|p. 58}}.</ref> Non rimaneva a Otone che incassare il colpo; disperato per lo stato delle sue finanze,<ref name="TacHist1.21">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 21}}.</ref> rovinate a causa delle sue precedenti stravaganze, trovò comunque il danaro per pagare i servizi di dieci pretoriani estorcendoli a un funzionario imperiale:<ref name="SvOt5">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', V}}.</ref> diede a ognuno un anticipo di diecimila sesterzi e ne promise altri cinquantamila.<ref name="SvOt5" /> I soldati non assoldarono nessun altro, poiché erano convinti che i loro camerati si sarebbero uniti alla congiura sul momento, visto lo scontento crescente verso Galba.<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''|VI, 2}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', V}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 23}}.</ref>
La sera del 14 gennaio, solo quattro giorni dopo l'adozione di Pisone, Otone era preparato a far uccidere Galba nei [[Palazzi imperiali del Palatino]] subito dopo la cena, ma decise di rinviare l'azione per paura di inimicarsi la coorte che era di guardia, la stessa che aveva assistito agli assassinii di [[Caligola]] e Nerone.<ref name="SvOt6">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VI}}.</ref> Il giorno seguente presentò i suoi omaggi all'imperatore, assistette ai sacrifici presso il [[Tempio di Apollo Palatino|tempio di Apollo]] e all'orazione dell'[[Aruspicina|aruspice]],<ref name="SvOt6" /> quindi si accomiatò da Galba con la scusa di dover vedere una nuova casa da comprare o di sentirsi male e, attraverso un lungo giro che toccò la ''[[Domus Tiberiana]]'' e il [[Velabro]],<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 27}}.</ref> si recò presso il [[Miliario aureo]] nel [[Foro Romano|Foro]] dove lo attendevano i suoi complici.<ref name="SvOt6" /><ref group=N>Il motivo per cui Otone compì un lungo percorso per raggiungere il Foro non è stato chiarito. Secondo {{cita|Fraser 2007|pp. 624-631}}, il brano mostra un certo disprezzo di Otone per Roma: egli avrebbe passeggiato per la città come fosse un acquirente in visita alle sue future proprietà, poiché nel giro di poche ore sarebbe diventato imperatore.</ref> Egli quindi fu scortato al campo dei pretoriani, dove fu acclamato imperatore dalla folla,<ref name="SvOt6" /> fu sollevato sulle spalle dei soldati e posto sulla statua d'oro di Galba.<ref name="TacHist1.36">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 36}}.</ref><ref group=N>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 37}}, descrive il rapporto tra Otone e i soldati come una sorta di simbiosi. Nel discorso ai soldati seguito alla proclamazione, Otone avrebbe affermato: "Adeo manifestum est neque perire nos neque salvos esse nisi una posse" ("È chiaro che non possiamo morire né essere al sicuro se non insieme"). Si veda anche {{cita|Keitel 1987|p. 74}}.</ref>
Intanto Galba, che aveva ricevuto la notizia del tentativo di colpo di Stato in maniera confusa, aveva inviato guardie per tutta la città.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXIV, 6.1}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XIX}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 202}}.</ref> Fu raggiunto però da una nuova voce che diceva che Otone era stato ucciso dai pretoriani,<ref name="Dio64.6.2">{{cita|Cassio Dione|LXIV, 6.2}}.</ref> quindi scese dal [[Palatino]] e andò nel Foro.<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XIX}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 34-35}}.</ref> Pisone, che aveva anche lui ricevuto delle notizie sull'accaduto, si precipitò nel Foro per stare con il padre:<ref name="TacHist1.39">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 39}}.</ref> la folla li circondò e i cavalieri congiurati li trucidarono sul bordo del [[Lacus Curtius]].<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''|VI, 3}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XX}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VI}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 40}}; {{cita|Adkins 2014|p. 22}}.</ref><ref group=N>{{cita|Roche 2008|p. 109}}, rileva che soprattutto Tacito mette in risalto le crudeltà della presa del potere, forse amplificandole; nota, inoltre, che solo due persone furono uccise senza l'approvazione diretta di Otone: [[Tito Vinio]] e Sempronio Denso.</ref> Il corpo di Galba fu fatto a pezzi dai soldati e dal popolo.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXIV, 6.3}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XX}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 41}}.</ref><ref group=N>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Vitellio'', X}} parla dell'esistenza di lettere scritte dai pretoriani a Otone con le quali chiedevano una ricompensa per il ruolo svolto nell'uccisione di Galba; per questo Vitellio, ottenuto il potere a seguito della morte di Otone, ne fece giustiziare centoventi.</ref> Come immediata conseguenza, furono nominati i nuovi [[Prefetto (storia romana)|prefetti]]: il [[Prefetto del pretorio|pretorio]] fu assegnato a [[Plozio Firmo]] e [[Licinio Proculo]],<ref>{{cita|Bunson 2009|p. 212}}.</ref> mentre [[Tito Flavio Sabino (console 47)|Flavio Sabino]] diventò [[Praefectus urbi|prefetto della città]].<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 46}}; {{cita|Wellesley 2002|p. 27}}.</ref>
Quella stessa sera, Otone ricevette l'investitura dai [[senato romano|senatori]] con il nome di "[[Augusto (titolo)|Augusto]]", la [[Tribuno della plebe|potestà tribunizia]] e altre dignità appartenenti all'imperatore.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXIV, 8.1}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VII}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 47}}; {{cita|Bunson 2009|p. 101}}.</ref> Otone dovette il suo successo al risentimento covato dai pretoriani<ref group=N>Sulla fedeltà dei pretoriani a Otone, che risaliva alla marcia dalla Spagna nel 68, si veda {{cita|Roche 2008|pp. 121-122}}.</ref> e dal resto dell'esercito per il rifiuto di Galba di pagare le somme promesse a chi aveva supportato la sua ascesa al trono;<ref>{{cita|Le Bohec 2013|p. 186}}; {{cita|Montanelli 2011|p. 287}}; {{cita|Sampoli 2003|p. 244}}.</ref> inoltre la popolazione della città non gradiva Galba e rimpiangeva la memoria di Nerone.<ref>{{cita|Wellesley 2002|p. 30}}.</ref>[[File:Arte classicista, busto di ottone, XVI-XVII sec 02.JPG|thumb|upright=0.8|left|Busto marmoreo di Otone ([[Palazzo Medici Riccardi]], [[Firenze]])]]
=== Il breve principato (69) ===
{{Coin image box 1 double
| header = Otone: [[aureo]]<ref>{{cita|RIC|''Otone'', I 15}}; {{cita|Calicó|535}}.</ref>
| hbkg = #abcdef
| image = File:Aureus Othonis RIC15.png
| caption_left =IMP M OTHO CAESAR AVG [[Tribunicia potestas|TR P]] (Imperatore Marco Otone Cesare Augusto, Potestà Tribunizia), testa di Otone verso destra
| caption_right = VICTORIA OTHONIS (Vittoria di Otone), la Vittoria drappeggiata regge una palma sulla spalla sinistra
| width = 250
| footer = 7
| position = right
| margin = 0
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==== I primi mesi (gennaio-febbraio) ====
Il popolo iniziò a chiamarlo con il soprannome "Nerone", in virtù dell'antica amicizia con il vecchio imperatore; Otone cercò quindi di risollevare l'immagine dell'ultimo [[Dinastia giulio-claudia|giulio-claudio]]: fece nuovamente installare statue di Nerone e di sua moglie Poppea,<ref>{{cita|Wellesley 2002|p. 60}}.</ref> vennero richiamati a servizio i suoi [[liberto|liberti]] e la sua servitù e, con lo stanziamento di 50 milioni di sesterzi, fu annunciata l'intenzione di completare la [[Domus Aurea]].<ref name="SvOt7">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VII}}.</ref><ref group="N">{{cita|Roche 2008|p. 113}}, rileva che anche l'iconografia di Otone tendeva a ricalcare quella di Nerone, specialmente sulle monete, dove era raffigurato con i capelli riccioli, similmente a Nerone.</ref> Questa azione aveva principalmente lo scopo di creare nuovi posti di lavoro e di ingraziarsi la plebe, favorevole a Nerone, che era messa in agitazione dalla scarsità delle riserve di grano, accentuata dalla presenza in città di alcune decine di migliaia di soldati, e, più avanti, dall'esondazione del Tevere che fu seguita dal crollo del ''[[pons Sublicius]]'' e da vari allagamenti.<ref>{{cita|Roche 2008|pp. 111-113}}.</ref><ref group="N">{{cita|Shotter 1996|p. 384}}, rileva che per rassicurare la popolazione sulle scorte di grano l'imperatore fece coniare delle monete recanti la scritta CERES AVG, con riferimento alla [[Cerere|dea delle messi]]. Sempre allo scopo di essere gradito al popolo, Otone si faceva vedere ai teatri, ma secondo Tacito tutto questo era falso ed esagerato ({{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 90}}; cfr. {{cita|Roche 2008|p. 117}}).</ref> Agendo in questo modo, però, Otone si rese ostile al Senato, che si era chiaramente opposto a Nerone e presso il quale la sua posizione era invisa, data la violenta presa del potere.<ref>{{cita|Roche 2008|p. 114}}.</ref> Tuttavia i timori dei più sobri e rispettabili cittadini furono dissipati dalle dichiarazioni di Otone sulle sue intenzioni di governare con giustizia e dal suo clemente giudizio nei riguardi di [[Aulo Mario Celso]], [[console (storia romana)|console]] designato e devoto seguace di Galba.<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 51-71}}.</ref>
Otone, nei giorni che seguirono il bagno di sangue avvenuto nel Foro, apparve sconvolto dall'accaduto, riusciva a malapena a dormire<ref name="Dio64.7.2">{{cita|Cassio Dione|LXIV, 7.2}}.</ref> e si pentiva di aver ucciso Galba, rincuorandosi però al pensiero che così aveva posto fine a una guerra civile.<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VII}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 71}}.</ref> Otone iniziò a governare con giudizio, cercando intanto di guadagnare anche il favore di parte del Senato assegnando a vari membri cariche sacerdotali,<ref>{{cita|Roche 2008|pp. 118-120}}.</ref> ma la sua politica venne interrotta dopo pochi giorni da una notizia dalla [[Germania (provincia romana)|Germania]]: le [[Legione romana|legioni]] del [[Reno]] avevano elevato a imperatore il loro [[Duce (storia romana)|generale]], [[Vitellio|Aulo Vitellio]].<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VIII}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 50}}; {{cita|Bunson 2009|p. 85}}; {{cita|Sampoli 2003|p. 245}}.</ref> Il Senato inviò allora una delegazione a nord per informare Vitellio che era già stato eletto un imperatore e quindi di ammansire le sue truppe;<ref name="SvOt8">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VIII}}.</ref> Otone, invece, per mezzo di un suo messo personale chiese a Vitellio di affiancarlo nel governo dell'[[Impero romano|Impero]] e di diventare suo genero.<ref name="SvOt8" />
Dopo qualche giorno - durante i quali, successivamente a uno scambio di lettere contenenti promesse reciproche di vantaggi, sembrava di essere quasi giunti a un accordo<ref group=N>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 74}}, riferisce che Otone promise a Vitellio, in cambio del ritiro, denaro e la possibilità di scegliere un posto dove trascorrere il resto della vita; {{cita|Cassio Dione|LXIV, 10}} riferisce che Otone promise di condividere il regno con Vitellio, notizia confermata da {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VIII}}, secondo il quale Otone gli promise anche che ne avrebbe sposato la figlia. Il tono delle lettere, inizialmente conciliante, diventò presto offensivo: entrambi si accusarono di dissolutezze, a ragione secondo Tacito.</ref> - i due imperatori ruppero i legami e Otone richiamò tutti gli ambasciatori imperiali della Germania.<ref name="TacHist1.74">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 74}}.</ref> Otone inviò allora delle delegazioni in [[Germania Magna]], alla [[Legio I Italica|legione ''Italica'']] e a [[Lugdunum]], facendo finta che fossero dietro ordini del Senato; tuttavia aveva inviato allo stesso tempo dei pretoriani e questi, stando direttamente agli ordini dei Otone, vennero subito rimandati a Roma prima che potessero parlare con i soldati.<ref name="TacHist1.74" /> I due imperatori mandarono sicari l'uno contro l'altro e Vitellio arrivò a scrivere una lettera con minacce di morte a [[Lucio Salvio Otone Tiziano|Tiziano]], fratello di Otone, e al figlio [[Lucio Salvio Otone Cocceiano|Lucio Cocceiano]].<ref name="TacHist1.75">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 75}}.</ref>
A dare nuova speranza a Otone fu la notizia che altre [[Provincia (storia romana)|province]] si erano schierate a suo favore, giurandogli fedeltà: la [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia]], la [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]] e la [[Mesia]] a nord, la [[Spagna romana|Spagna]] a ovest, la [[Giudea romana|Giudea]] di [[Vespasiano|Tito Flavio Vespasiano]] e tutte le province asiatiche a est, l'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]] e l'[[Africa (provincia romana)|Africa]], tenuta dal [[proconsole]] [[Gaio Vipstano Aproniano]], a sud.<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 76}}; {{cita|Bunson 2009|p. 73}}.</ref> Le province della [[Gallia]] ([[Aquitania]] e [[Provenza]]) si schierarono invece con Vitellio.<ref name="TacHist1.76">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 76}}.</ref>
[[File:Pseudo-Vitellius Louvre MR684.jpg|thumb|upright=0.8|Presunto busto di [[Vitellio]], avversario di Otone e imperatore dopo di lui ([[Museo del Louvre]], [[Parigi]])]]
Otone,
==== La guerra con Vitellio (marzo-aprile) ====
La guerra con Vitellio era, però, ormai inevitabile e le armate dalla Germania erano già arrivate sulle [[Alpi]].<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VIII}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 205}}.</ref> Otone decise quindi di organizzare un esercito e diede grandi poteri al [[prefetto del pretorio]] [[Licinio Proculo]].<ref name="TacHist1.87">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 87}}.</ref> Il 14 marzo l'imperatore, spaventato da prodigi e presagi negativi,<ref name="SvOt8" /> partì verso il Nord alla testa delle sue truppe, per impedire all'esercito di Vitellio di entrare in Italia.<ref name="TacHist1.90">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 90}}.</ref> Lasciò quindi il governo dell'impero in mano al fratello, [[Lucio Salvio Otone Tiziano|Lucio Tiziano]].<ref name="TacHist1.90" /> L'esercito che lasciò Roma, la [[Legio I Adiutrix|Legio I ''Adiutrix'']], cinque [[Guardia pretoriana|coorti pretoriane]] e altri duemila soldati, era pronto a unirsi alle quattro legioni provenienti dalla [[Pannonia (provincia romana)|Pannonia]] e dalla [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmazia]], la [[Legio VII Gemina|Legio VII ''Gemina'']], [[Legio XI Claudia|XI ''Claudia'']], [[Legio XIII Gemina|XIII ''Gemina'']] e [[Legio XIIII Gemina|XIV ''Gemina'']].<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 11}}; {{cita|Wellesley 2002|p. 57}}.</ref>
Otone non affrontò mai la battaglia, ma restò a [[Brescello]]<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', IX}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 209}}.</ref> e inviò il generale [[Appio Annio Trebonio Gallo|Trebonio Gallo]] per prendere le rive del [[Po]] e scacciare il generale vitelliano [[Aulo Cecina Alieno]].<ref name="TacHist2.11">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 11}}.</ref> Intanto la flotta dell'imperatore avanzava da Roma, conquistò in breve tempo tutte le coste italiane, e arrivò in [[Gallia Narbonense]] sotto il comando di Svedio Clemente,<ref name="Smith, Suedius, Clemens">{{cita|Smith, 1849|vol. III, ''Suedius, Clemens''}}.</ref> Antonio Novello<ref name="Smith, Novellus, Antonius">{{cita|Smith, 1849|vol. II, ''Novellus, Antonius''}}.</ref> ed Emilio Pacense.<ref name="TacHist2.12">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 12}}.</ref> I comandanti della flotta otoniana, però, saccheggiarono e bruciarono le terre e i villaggi che incontravano<ref>{{cita|Tacito, ''De vita et moribus Iulii Agricolae''|VII}}.</ref> e per questo gli abitanti delle Alpi, sotto il comando del procuratore Mario Maturo, si rivoltarono contro Clemente; la rivolta fu però duramente repressa.<ref name="TacHist2.12" />
Intanto era sceso in Italia, con il comando dell'esercito di Vitellio, il generale [[Fabio Valente]]; questi mandò nella Narbonense il generale [[Giulio Classico]] per contrastare l'avanzata di Clemente.<ref name="TacHist2.14">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 14}}.</ref> I due eserciti si scontrarono a [[Fréjus (Francia)|Forum Iulii]], nell'odierna [[Provenza]]. [[Battaglia di Forum Iulii|La battaglia]] fu vinta dagli otoniani, ma le perdite furono così importanti che entrambi gli eserciti si ritirarono, i vitelliani ad [[Antibes|Antibo]] e gli otoniani ad [[Albenga]].<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 15}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 208}}.</ref> Questa vittoria si ripercosse sulla vicina isola della [[Corsica]], dove comandava il procuratore Decimo Pacario: questi odiava Otone, ma il popolo era spaventato dalla vicinanza della flotta di Clemente e quindi uccise Pacario, portandone la testa all'imperatore.<ref name="TacHist2.16">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 16}}.</ref>
Intanto,
[[File:Busto loricato con testa di ottone, opera pseudoantica.JPG|thumb|upright=0.8|Busto di Otone ([[Villa medicea del Poggio Imperiale]], [[Firenze]])]]
L'otoniano [[Appio Annio Trebonio Gallo|Trebonio Gallo]], che andava in soccorso di Piacenza con la I legione,<ref name="Smith, Gallus, Annius">{{cita|Smith, 1849|vol. II, ''Gallus, Annius''}}.</ref> fu avvertito della ritirata di Cecina.<ref name="TacHist2.23">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 23}}.</ref> Decise allora di andare incontro al nemico, ma a Cremona era già in atto una battaglia tra Cecina e [[Marzio Macro]], che, passato il Po con dei [[Gladiatore|gladiatori]], aveva attaccato i vitelliani scacciandoli dalla città.<ref name="TacHist2.23" /> I comandanti dell'armata di Otone (Trebonio Gallo, [[Gaio Svetonio Paolino]] e [[Aulo Mario Celso|Mario Celso]]<ref>{{cita|Bunson 2009|p. 104}}.</ref>), iniziarono a essere visti con sospetto alla corte dell'imperatore poiché non avevano inseguito l'esercito di Cecina in fuga e quindi fu inviato [[Lucio Salvio Otone Tiziano|Lucio Tiziano]] per prendere il comando come Generale della guerra.<ref name="TacHist2.23" /> Poiché [[Fabio Valente]] stava avvicinandosi all'esercito di Cecina, quest'ultimo, che non voleva presentarsi sconfitto, decise di attaccare l'esercito nemico presso il [[Battaglia di locus Castorum|Locus Castorum]], a dodici miglia da Cremona:<ref name="TacHist2.24">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 24}}.</ref> anche in questo scontro Cecina venne sconfitto e si ritirò presso l'armata di Valente.<ref name="TacHist2.26">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 26}}.</ref>
[[File:Camera picta, cesari, otone 01.jpg|thumb|left|upright=0.8|Dipinto raffigurante Otone ([[Camera degli Sposi]], [[Mantova]])]]
A questo punto Otone ordinò di convocare un consiglio di guerra per decidere il da farsi; a fare il punto della situazione fu [[Gaio Svetonio Paolino|Svetonio Paolino]], ritenuto il più capace dei militari, e questi sostenne che l'impazienza avrebbe giocato a favore dei nemici dell'imperatore, mentre sarebbe stato meglio attendere.<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 31}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 210}}.</ref> Paolino ricordò che l'armata di Vitellio era al completo, ma Otone controllava l'Oriente, l'Italia e Roma e quindi suggerì di aspettare l'arrivo della [[Legio XIIII Gemina|XIV legione]] per schiacciare definitivamente il nemico.<ref name="TacHist2.32">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 32}}.</ref> Anche Mario Celso e Trebonio Gallo si dissero favorevoli alla proposta di Paolino, mentre Otone era propenso a ingaggiare immediatamente la battaglia,<ref name="Smith, Celsus, P. Marius">{{cita|Smith, 1849|vol. I, ''Celsus, P. Marius''}}.</ref> sostenuto dal fratello [[Lucio Salvio Otone Tiziano|Tiziano]] e dal [[prefetto del pretorio]] [[Licinio Proculo|Proculo]] che dicevano di avere il favore degli dei.<ref name="TacHist2.33">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 33}}.</ref>
Nessuno osò opporsi, ma si decise che almeno l'imperatore sarebbe dovuto rimanere dietro le linee di difesa, a Brescello.<ref name="TacHist2.33" /> Questa decisione causò ulteriore malcontento tra i soldati, che vedevano l'imperatore allontanarsi e lasciarli in mano a dei generali dei quali non si fidavano.<ref name="TacHist2.33" /> Intanto era scoppiata un'altra battaglia sulle rive del Po, poiché i vitelliani lo avevano attraversato con un ponte di barche.<ref name="TacHist2.34">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 34}}.</ref> Durante lo scontro fu ucciso [[Marzio Macro]], il comandante dei gladiatori otoniani,<ref name="Smith, Macer, Marcius">{{cita|Smith, 1849|vol. II, ''Macer, Marcius''}}.</ref> trafitto da un giavellotto.<ref name="TacHist2.36">{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 36}}.</ref> Sul luogo della battaglia arrivarono anche Vestricio Spurinna con le sue coorti e [[Tito Flavio Sabino (console 69)|Flavio Sabino]], che prese il posto di Macro.<ref name="TacHist2.36" />
[[File:Oth001.jpg|miniatura]]
Intanto Otone rimaneva a Brescello, con l'esercito sul punto della rivolta. Anche la guida delle truppe era confusa: il poco esperto Tiziano aveva il comando formale, ma di fatto l'esercito era in mano al prefetto Proculo, mentre Celso e Paolino non riuscivano più a contenere il malcontento dei soldati.<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 39}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 211}}.</ref> Questi ultimi, però, erano ormai in marcia verso il nemico e lo raggiunsero nei pressi di [[Betriacum|Bedriaco]], dove Valente aveva già dato il segnale di battaglia.<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 40-41}}.</ref> Gli otoniani ingaggiarono il nemico, giungendo al campo vitelliano dove divampò feroce [[Prima battaglia di Bedriaco|la battaglia]].<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 41-42}}.</ref> Davanti al numero e alla forza delle schiere avversarie, i comandanti otoniani fuggirono e, dopo una breve resistenza di Cecina e Valente, l'esercito dell'imperatore venne finalmente messo in fuga.<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 43-44}}.</ref> Quando la notizia dell'esito della battaglia raggiunse il campo, Otone rifiutò di far chiamare le altre legioni da [[Aquileia (città antica)|Aquileia]], perché non voleva che si continuasse a combattere.<ref>{{cita|Eutropio, ''Breviarium ab Urbe Condita''|VII, 17}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', IX}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|II, 46}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 212}}.</ref>
=== Morte e successione (69) ===
{{citazione|Esporre più a lungo ai pericoli questa vostra devozione, questo vostro valore, è, ritengo, un prezzo troppo alto per la mia vita. Tanto più grande è la speranza che mi offrite, qualora volessi vivere, tanto più bella sarà la morte. Io e la fortuna ci siamo misurati reciprocamente. Non calcolate la durata: è più difficile usare moderazione nella felicità, quando si sa che il suo tempo è breve. La guerra civile è stata aperta da Vitellio, quello è l'inizio della contesa in armi per il principato: voglio costituire un esempio, perché non si combatta per esso più di una volta. Da tale esempio giudichino i posteri Otone. Abbia Vitellio la gioia del fratello, della moglie, dei figli: non ho bisogno né di vendette né di conforti. Se altri hanno tenuto più a lungo di me l'impero, nessuno l'avrà lasciato con maggiore forza d'animo. O dovrò accettare che tanta gioventù romana, tanti meravigliosi eserciti siano ancora una volta falciati a terra e strappati allo stato? Lasciate ch'io vada sapendo che sareste morti per me, ma siete vivi. Non ritardiamo più oltre, io la vostra incolumità, voi la mia inflessibile decisione. Un lungo discorso d'addio è una parte di viltà. A prova suprema della mia determinazione, sappiate che non mi lamento di nessuno: prendersela con gli dèi o con gli uomini è gesto di chi vuol vivere.|Otone da
[[File:
Con questo solenne discorso,
{{citazione|Morì nel suo
Tacito, come molti altri storici antichi, ne lodò l'eroicità nel morire: con la sua morte, Otone avrebbe desiderato porre fine alla guerra civile che fin troppe vittime romane aveva mietuto.<ref
== Otone nella cultura di massa ==
Otone è il protagonista della [[tragedia]] del francese [[Pierre Corneille]] ''[[Othon (tragedia)|Othon]]'', rappresentata per la prima volta nel 1664: in quest'opera Corneille rappresenta Otone come il monarca ideale, il cui passato è stato una conseguenza della depravazione di [[Nerone]], e lo abbellisce per paragonarlo al giovane [[Sovrani di Francia|re di Francia]] della sua epoca, [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]].<ref>{{cita|Cuénin-Lieber 2002|p. 393}}.</ref>
Otone è anche il personaggio principale del [[Opera seria|dramma per musica]] ''[[Ottone in villa]]'' di [[Antonio Vivaldi]], rappresentato per la prima volta nel 1713; questa opera è considerata il primo lavoro teatrale del celeberrimo compositore.<ref>{{cita|Strohm 2008|p. 111}}.</ref> Appare anche ne ''[[L'incoronazione di Poppea]]'' di [[Claudio Monteverdi]] (1642) e nell{{'}}''[[Agrippina (Händel)|Agrippina]]'' di [[Georg Friedrich Händel]] (1709), entrambe [[Opera|opere liriche]].<ref>{{cita|Bourne Kennedy 2008|p. 219}}; {{cita|Boyden, Kimberley 2002|pp. 57-58}}.</ref> Otone è presente inoltre nel film muto ''[[Nero (film 1922)|Nero]]'' (1922), considerato perduto,<ref>{{AFI|10940|Nero}}</ref> e nel [[poema epico]] [[Medioevo|medievale]] inglese ''[[Siege of Jerusalem]]''.<ref>{{cita|Williams Boyarin 2013|p. 71}}.</ref>
== Note ==
;Esplicative
<references group=N />
;Riferimenti
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
{{div col}}
* {{Cita libro|autore=[[Sesto Aurelio Vittore|Aurelio Vittore]]|titolo=De Caesaribus|url=https://la.wikisource.org/wiki/Liber_de_Caesaribus|cid=Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''}}
* {{Cita libro|autore=[[Sesto Aurelio Vittore|Aurelio Vittore]]|titolo=Epitome de Caesaribus|url=https://la.wikisource.org/wiki/Epitome_de_Caesaribus|cid=Aurelio Vittore, ''Epitome''}}
* {{Cita libro|autore=[[Decimo Magno Ausonio|Ausonio]]|titolo=''Caesares''|url=http://www.intratext.com/IXT/LAT0574/_IDX001.HTM|cid=Ausonio, ''Caesares''}}
* {{Cita libro|autore=[[Cassio Dione]]|titolo=Historia Romana|url=https://el.wikisource.org/wiki/Ρωμαϊκή_Ιστορία|volume=libri LXI-LXIV|cid=Cassio Dione|lingua=grc}} * {{Cita libro|autore=[[Eutropio]]|titolo=Breviarium ab Urbe condita|url=https://la.wikisource.org/wiki/Breviarium_historiae_romanae|pagine=libro VII|cid=Eutropio, ''Breviarium ab Urbe Condita''}}
* {{Cita libro|autore=[[Decimo Giunio Giovenale|Giovenale]]|titolo=[https://la.wikisource.org/wiki/Saturae_(Iuvenalis) Saturae]|pagine=libro II|cid=Giovenale, ''Satire''}}
** {{it}} [https://it.wikisource.org/wiki/Satire_(Giovenale) Satire]
** {{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Satires_of_Juvenal Satires]
* {{Cita libro|autore=[[Marco Valerio Marziale|Marziale]]|titolo=Epigrammaton libri XII|url=https://la.wikisource.org/wiki/Epigrammaton_libri_XII|volume=libro VI|cid=Marziale, Epigrammi}}
* {{Cita libro|autore=[[Plinio il Vecchio]]|titolo=[https://la.wikisource.org/wiki/Naturalis_Historia Naturalis historia]|pagine=libri IV-V-XVI-XXXVI|cid=Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia''}}
* {{Cita libro|autore=[[Plutarco]]|titolo=Vitae Parallelae|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Plutarch/Lives/home.html|volume=''Vita Othonis''|cid=Plutarco}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/Lives_(Dryden_translation) Lives]
* {{Cita libro|autore=[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]]|titolo=De Vita Caesarum|pagine=libro VII|url=
** {{it}} [http://www.progettovidio.it/svetonioopere.asp Vite dei Cesari] — traduzione in italiano di Progettovidio;
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* {{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=Annales|pagine=libro XIII|url=https://la.wikisource.org/wiki/Ab_excessu_divi_Augusti_(Annales)|cid=Tacito, ''Annales''}}
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** {{it}} [https://it.wikisource.org/wiki/Storie_(Tacito) Storie]
** {{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Histories_(Tacitus) The Histories]
* {{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=De vita et moribus Iulii Agricolae|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_vita_et_moribus_Iulii_Agricolae|cid=Tacito, ''De vita et moribus Iulii Agricolae''}}
;in italiano
* {{Cita libro|autore=Massimo Fini|titolo=Nerone, duemila anni di calunnie|editore=
* {{Cita libro|autore=[[Indro Montanelli]]|titolo=Storia di Roma|collana=[[Biblioteca Universale Rizzoli]]|editore=
* {{Cita libro|autore=Mario Pani|titolo=Potere e valori a Roma fra Augusto e Traiano|editore=Edipuglia srl|anno=1992|isbn=978-88-
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;in inglese
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* {{Cita libro|autore=[[William Smith (lessicografo)|William Smith]]|titolo=Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology|url=https://en.wikisource.org/wiki/Dictionary_of_Greek_and_Roman_Biography_and_Mythology|volume=volumi I-II-III|anno=1849|cid=Smith, 1849}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* {{Cita libro|autore=Reinhard Strohm|titolo=The Operas of Antonio Vivaldi, Volume 13, Part 1|editore=L.S. Olschki|anno=2008|isbn=978-88-222-5682-9|cid=Strohm 2008}}
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* {{Cita libro|autore=Adrienne Williams Boyarin|titolo=The Siege of Jerusalem: A Broadview Anthology of British Literature Edition|editore=Broadview Press|anno=2013|isbn=978-1-4604-0280-1|cid=Williams Boyarin 2013}}
;in francese
* {{Cita libro|autore=Mariette Cuénin-Lieber|titolo=Corneille et le monologue: une interrogation sur les héros|editore=Gunter Narr Verlag|anno=2002|isbn=978-3-8233-5546-5|cid=Cuénin-Lieber 2002}}
;in tedesco
* {{RE|I A,2|2035|2055|Salvius 21|Alfred Nagl|RE:Salvius 21}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Leonhard Schumacher|titolo=AVGVSTVS PONT. MAX. – Wie wurde ein römischer Kaiser pontifex maximus?|rivista=Klio|volume=88|numero=1|anno=2006|pp=181-188|cid=Schumacher 2006|url=http://www.degruyter.com/abstract/j/klio.2006.88.issue-1/klio.2006.88.1.181/klio.2006.88.1.181.xml}}
;raccolte numismatiche
* {{Cita libro|autore=Xavier F. Calicó|titolo=The Roman Aurei|città=
* {{Cita libro|autore=[[Harold Mattingly]] & [[Edward Allen Sydenham]]|titolo=[[Roman Imperial Coinage]] (RIC)|città=
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== Altri progetti ==
{{Interprogetto|s=la:Vita Othonis|s_oggetto=un'opera di [[Gaio Svetonio Tranquillo]]|s_preposizione=in [[lingua latina]]:|s_etichetta=''De vita Caesarum: Vita Othonis''
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