Francesco Foscari: differenze tra le versioni
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{{Citazione|''Io voio andar zoso'' [giù] ''per quella scala per la quale ascesi in dogado''<ref>Parole pronunciate all'atto di lasciare [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] dopo l'[[abdicazione]] - ed. in {{cita|Zorzi|p. 239}}.</ref>}}
{{Monarca
|nome = Francesco Foscari
|immagine = (Venice) Portrait of the Venecian doge Francesco Foscari by Lazzaro Bastiani - Correr Museum.jpg
|legenda = Ritratto del doge Francesco Foscari eseguito da [[Lazzaro Bastiani]]
|stemma = Coat of Arms of the House of Foscari.svg
|titolo = [[Doge di Venezia]]
|inizio regno = 15 aprile 1423
|fine regno = 22 ottobre 1457
|incoronazione =
|investitura =
|predecessore = [[Tommaso Mocenigo]]
|erede =
|successore = [[Pasquale Malipiero]]
|nome completo =
|altrititoli =
|data di nascita = 19 giugno [[1373]]
|luogo di nascita = [[Venezia]]
|data di morte = {{Calcola età3|1457|11|1|1373|6|19}}
|luogo di morte = [[Venezia]]
|sepoltura = [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]], [[Venezia]]
|casa reale =
|dinastia = [[Foscari]]
|padre =
|madre =
|consorte =
|consortedi =
|coniuge 1 = [[Priuli|Maria Priuli "dal Banco"]]
|coniuge 2 = Marina Nani
|coniuge 3 =
|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli = dieci figli<ref name="DBI">{{cita|DBI|}}.</ref>, tra cui [[Jacopo Foscari|Jacopo]] (1416-1457)<ref name="Jacopo"/>
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|motto reale =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Francesco
|Cognome = Foscari
|Sesso = M
|LuogoNascita = Venezia
|GiornoMeseNascita = 19 giugno
|AnnoNascita = 1373
|LuogoMorte = Venezia
|GiornoMeseMorte = 1º novembre
|AnnoMorte = 1457
|Epoca = 1400
|Attività = doge
|Nazionalità =
|
|FineIncipit = è stato il 65º [[Doge (Venezia)|doge]] della [[Repubblica di Venezia]]
}}
Il suo dogato fu il più lungo nella [[storia della Repubblica di Venezia|storia di Venezia]] (oltre 34 anni, dal 15 aprile [[1423]] al 22 ottobre [[1457]]), fu caratterizzato dalla maggiore espansione territoriale della storia marciana, riunendo sotto una sola legislazione tutto il Veneto, il Friuli e una grossa parte della Lombardia (c.d. "[[Domini di Terraferma]]") e venne interrotto non dal suo decesso ma dalle macchinazioni del [[Consiglio dei Dieci]] che lo costrinse all'[[abdicazione]]<ref group="N">In considerazione degli scandali che avevano accompagnato la vicenda dell'[[abdicazione]] del Foscari, nel [[1458]] il [[Maggior Consiglio]] emanò una legge per limitare i poteri dell'ormai quasi onnipotente [[Consiglio dei Dieci]], proibendogli in particolare di interferire con la [[Promissione Ducale]], giacché creato per «''impedire scandali, non per crearli''».</ref>.
La reggenza del Foscari fu caratterizzata da guerre continue (le trentennali "[[Guerre di Lombardia]]" contro il [[Ducato di Milano]] e l'avvio di scontri sistematici con i [[Impero ottomano|Turchi]], [[Assedio di Costantinopoli (1453)|impadronitisi di Costantinopoli nel 1453]]), lotte interne tra le [[Patriziato (Venezia)|grandi famiglie]] e numerose calamità naturali come la [[siccità]] ([[1424]]), le [[acqua alta#Eventi storici|molte "acque alte"]]<ref name="Soika">{{cita libro|autore=Giordani Soika A|titolo=Supplemento al vol. XXVII del bollettino del Museo di Storia Naturale di Venezia|}}</ref>, la gelata della [[Laguna di Venezia|Laguna]] ([[1431]])<ref>{{cita|Riazzoli|a. 1431}}.</ref> che paralizzò la città per mesi, il [[terremoto]] ([[1451]])<ref>{{cita|Riazzoli|a. 1451}}.</ref> e infine la [[peste]] che gli uccise tutti i figli maschi tranne [[Jacopo Foscari|Jacopo]] (1416-1457)<ref name="Jacopo"/>. Fu lui a ribattezzare e ristrutturare la famosa [[Ca' Foscari (palazzo)|Ca' Foscari]] sul [[Canal Grande]], oggi sede dell'[[università Ca' Foscari Venezia|omonima Università]]<ref name="Ca' Foscari"/>.
Scomparso pochi giorni dopo la fine del suo regno, nella sua orazione funebre, Bernardo Giustinian ne rammentò "''la forma ben fatta ed eminente del corpo, la grazia del volto, la maestà e la salute prospera''", l'eloquenza e la [[umanesimo|cultura umanistica]].<ref>Giustinian B, ''Orazione recitata [...] nell'esequie del doge F. F.'', in Molin GA [a cura di], (1795), ''Orazioni, elogi e vite… in lode di dogi, ed altri illustri soggetti [...]'', I, Venezia, pp. 21-59.</ref>
== Biografia ==
=== Famiglia e origini ===
Francesco era il primogenito di [[Foscari|Nicolò di Giovanni Foscari]] e [[Michiel|Caterina di Giovanni Michiel]] (figlia di primo letto della di lui matrigna Franceschina<ref name="Nicolò"/>). La famiglia [[Foscari]] era una delle [[Patriziato (Venezia)#Case nuove|casate patrizie veneziane attestatesi durante il Basso Medioevo (c.d. "Case nuove")]]<ref name="case">{{cita pubblicazione| cognome = Raines| nome = D| data = | anno = 2003| titolo = Cooptazione, aggregazione e presenza al Maggior Consiglio: le casate del patriziato veneziano, 1297-1797| rivista = Storia di Venezia - Rivista| numero = I| pp = 2-64| issn = 1724-7446| url = http://www.storiadivenezia.net/sito/rivista/SdV%20-%20Numero%20I.pdf}}</ref> e attraversava allora un periodo particolarmente fortunato: nel [[1331]] aveva ricevuto il [[conte|titolo comitale]] con i [[feudo|feudi]] di [[Noventa Padovana|Noventa]] e [[Zelarino]] dall'[[Sacro Romano Impero Germanico|Imperatore]] [[Giovanni I di Boemia]]<ref>Lazzarini V (1895), ''I Foscari conti e signori feudali'', Padova, pp. 16 s.</ref>; Nicolò Foscari aveva poi accumulato grandi ricchezze con la mercatura<ref>[[Archivio di Stato di Venezia]], ''Notarile. Testamenti'', b. 1255, cc. 191v-192r.</ref>, con buona probabilità grazie alla cospicua dote della moglie (rampolla di una delle c.d. "[[famiglie apostoliche]]" marciane<ref name="case"/>), prima d'intraprendere una discreta carriera politica al termine della [[Guerra di Chioggia]]. Francesco si disinteressò alla mercatura e dedicò tutta la sua esistenza alla vita pubblica, perseguendo probabilmente un progetto politico oltre che di affermazione dinastica tracciato dal padre<ref name="Nicolò">{{DBI| nome = FOSCARI, Nicolò| nomeurl = | autore = Giuseppe Gullino|cid=DBI| anno = 1997| pagine = | volume = 49| accesso = 8 aprile 2013}}</ref> che certo beneficiò della notevole ambizione politica del figlio.
Francesco Foscari sposò nel [[1395]] [[Priuli|Maria Priuli "dal Banco"]], da cui ebbe quattro figli (Girolamo, Lorenzo, Bianca e Camilla), e nel [[1415]] Marina [[Nani (famiglia)|Nani]], da cui ebbe sei figli (Domenico, Benedetta, [[Jacopo Foscari|Jacopo]], Donato, Paola e Maria).
=== Carriera politica ===
{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia#La conquista del Veneto, del Friuli e della Dalmazia}}
La carriera politica del Foscari cominciò precocemente: nel 1400 entrò nella ''[[Quarantia]]'', l'anno dopo nei [[giudici del proprio]]; nel [[1403]] nei [[Savi agli Ordini]] (ufficio neo-costituito nel 1402) e divenne poi ''[[Avogadoria de Comun|Avogador]]''.
Nel [[1404]], agendo di concerto con la famiglia (il padre Nicolò e lo zio Francesco "Franzi") perorò l'intervento di Venezia contro il signore di [[Padova]], [[Francesco II da Carrara]], che cercava di sfruttare il vuoto di potere lasciato nell'[[Italia settentrionale]] dalla morte di [[Gian Galeazzo Visconti]]: Venezia conquistò Padova e Francesco II, insieme al figlio Francesco III, venne tradotto in [[Laguna veneta|Laguna]] in ceppi per morirvi nel [[1406]] (v. [[Guerra di Padova]]).<br/>
Di lì a poco, nuovi incarichi misero Francesco di fronte alle opportunità che la ''Terraferma'' "orfana" del grande Visconti poteva offrire a Venezia.<br/>
Nel [[1408]] era ambasciatore a [[Ducato di Milano|Milano]] alla corte di [[Giovanni Maria Visconti]] a perorare la causa di [[Ottobuono de' Terzi]] (il padre Nicolò era nel frattempo [[Podestà (medioevo)|podestà]] a Padova<ref name="Nicolò"/> e lo zio Franzi capitano a [[Vicenza]]<ref name="Franzi"/>). L'anno dopo era in Emilia (giugno) per difendere gli eredi de' Terzi dalle mire di [[Niccolò III d'Este]] (una causa persa) e poi a [[Cremona]] (luglio) per dissuaderne il Signore, [[Cabrino Fondulo]], dall'attaccare [[Brescia]], ed infine (settembre) a [[Ferrara]] per convincere l'Estense a muovere contro il governatore francese di [[Repubblica di Genova|Genova]], [[Jean II Le Meingre]], il più pericoloso giocatore nella contesa per il potere in [[Lombardia]].<ref name="DBI"/>
In ossequio alle leggi veneziane, Francesco dovette però rinunciare a cariche prestigiose sino a che il padre e lo zio Franzi<ref name="Franzi">{{DBI| nome = FOSCARI, Francesco| nomeurl = francesco-foscari_res-5c7df61d-87ed-11dc-8e9d-0016357eee51| autore = Giuseppe Gullino|cid=DBI| anno = 1997| pagine = | volume = 49| accesso = 8 aprile 2013}}</ref> continuarono a calcare la scena pubblica lagunare. La morte di Nicolò Foscari nel [[1412]]<ref name="Nicolò"/> e la nomina di Franzi, già tutore del [[duca di Mantova]] [[Gian Francesco Gonzaga]]<ref name="Gonzaga">{{DBI| nome = GIANFRANCESCO I Gonzaga, marchese di Mantova| nomeurl = | autore = Isabella Lazzarini|cid=| anno = 2000| pagine = | volume = 54| accesso = }}</ref>, al [[ducato di Candia]] ([[1411]]-[[1413]]) gli spianarono finalmente la strada.<ref name="DBI"/>
[[File:Albrecht Dürer 082.jpg|miniatura|L'[[Sacro Romano Impero Germanico|Imperatore]] [[Sigismondo di Lussemburgo]] (ritratto di [[Albrecht Dürer]]) - la gestione della minaccia costituita dalle sue mire espansionistiche fu il cemento con cui Foscari costruì la fase iniziale della sua ascesa politica.]]
Nel 1412, il condottiero [[Filippo Scolari]] aveva valicato il [[Tagliamento]] con le truppe [[Regno d'Ungheria (1000-1538)|ungheresi]] dell'[[Sacro Romano Impero Germanico|Imperatore]] [[Sigismondo di Lussemburgo]], intenzionato a conquistare la [[Dalmazia]], e minacciava Venezia stessa (v.si [[Guerra tra Repubblica di Venezia e Regno d'Ungheria]]). Francesco, già ambasciatore presso Sigismondo, raggiunse (19 aprile) l'[[armata veneta]] al comando di [[Carlo I Malatesta]] a [[Motta di Livenza]] come ''Savio di Guerra'' al fianco del ''Procuratore'' [[Pietro Loredan (ammiraglio)|Pietro Loredan]]. La linea di condotta proposta da Foscari (e da lui sostenuta presso gli uffici marciani) venne sommariamente liquidata da Loredan, più ferrato in materia militare, che spinse e supportò operativamente Malatesta nella vittoria contro lo Scano.<ref name="Loredan"/><ref group="N">{{cita|DBI|}}: "''In luglio ebbe a verificarsi un episodio alquanto oscuro: il 20 di quel mese, infatti, il Consiglio dei cento alla Guerra, da poco istituito, su richiesta del capitano generale dell'esercito veneto, [[Carlo I Malatesta|Carlo Malatesta]], decideva di inviare al campo due ambasciatori per conferire su questioni attinenti all'ormai prossimo scontro: risultarono eletti il Foscari e Barbon Morosini, dopo molti tentativi tutti seguiti da altrettanti rifiuti. Senonché il procuratore Pietro Loredan si offrì e fu accettato volontario al posto degli eletti; questi era il migliore ed il più valoroso militare di cui Venezia disponesse: al comando della squadra del Golfo aveva conquistato Spalato e da poco ottenuto la resa di Sebenico, e alcuni anni più tardi, nella tarda primavera del 1416, sarebbe stato l'artefice della memorabile disfatta inflitta alla flotta ottomana presso i Dardanelli. È difficile dire cosa lo spinse, nel luglio 1412, ad un gesto che suonava gravemente offensivo, addirittura provocatorio nei confronti del Foscari e del Morosini. Forse si trattava di antipatia personale, disistima, avversione per una famiglia emergente e per un uomo - qual era il Foscari - abilissimo a manovrare in politica quanto inesperto nell'arte della guerra''".</ref> "''L'episodio, se non fu l'origine, costituì almeno una tappa importante della progressiva inimicizia che sarebbe insorta tra i Foscari ed i [[Loredan]], e che tanto acerbamente avrebbe segnato la vita del futuro doge.''"<ref name="DBI"/> La gestione politica della contesa con Sigismondo restò però nelle mani del Foscari che nell'aprile [[1413]] stipulava la pace tra l'Imperatore e Venezia e in agosto tra Venezia e [[Federico IV d'Asburgo|Federico del Tirolo]], guadagnandosi così l'ingresso nei ''[[Collegio dei Savi|Savi del Consiglio dei Pregadi]]''. Ancora impegnato in legazioni con Sigismondo, questa volta coinvolgenti l'[[Antipapa Giovanni XXIII]], il suo nome figurò nei ballottaggi per l'elezione a [[doge (Venezia)|doge]] di [[Tommaso Mocenigo]] (suo collega nell'ambasciata) alla morte di [[Michele Steno]], dopodiché proseguì nell'arginare le mire espansionistiche dell'Imperatore con un'ambasciata a Ferrara ([[1414]]) ed una a [[Firenze]] ([[1415]]), guadagnandosi l'ingresso nei [[Procuratori di San Marco]], carica vitalizia e seconda solo a quella dogale per dignità, nel [[1416]] (forse brigando per denigrare l'operato del decrepito procuratore Giovanni Barbo)<ref group="N">{{cita|DBI|}}: "''Le incombenze legate alla dignità procuratoria consistevano soprattutto nell'amministrazione di legati e commissarie derivanti per lo più da disposizioni testamentarie: quasi una sinecura, insomma, che però consentiva la gestione di somme talvolta ingenti. Il F. ne fece l'uso politicamente più opportuno, perlomeno nei propri riguardi: distribuì, a quanto pare con prassi insolita, cospicue somme di denaro (forse 30.000 ducati) ai nobili poveri a titolo di dote per le loro figlie, guadagnandosene il favore, così da crearsi una sorta di clientela personale. Del resto disponeva già di fautori, poiché l'indirizzo della sua politica estera, volta all'espansionismo militare, interpretava soprattutto le aspirazioni dei patrizi meno abbienti, la cui affermazione economica e sociale dipendeva in larga misura dal servizio pubblico, ossia dagli impieghi nell'amministrazione statale, dal ruolo di rappresentanti o funzionari del Comune nei nuovi territori conquistati. Fu questo, con ogni probabilità, lo strumento decisivo della progressiva rapida affermazione politica del F., che lo avrebbe innalzato sino al dogato.''".</ref>. Persistette comunque nel gestire la "Minaccia Imperiale", curando l'alleanza anti-imperiale con [[Giovanna II di Napoli]] e [[Alberto II d'Asburgo]] ([[1417]]) ed ottenendo l'appoggio di [[Papa Martino V]] nella nuova tregua stipulata con Sigismondo a [[Salisburgo]] nel [[1418]].<ref name="DBI"/><br>
Francesco Foscari si era ormai fatto [[tedoforo]] di un partito espansionista marciano di terraferma in opposizione agli interessi prettamente "levantini" delle vecchie famiglie ricche ben rappresentate dal doge Mocenigo.<ref>{{cita|Zorzi|p. 222}}.</ref>
Nel [[1422]], [[Firenze]] cercò l'aiuto di Venezia contro il duca di Milano, [[Filippo Maria Visconti]]. Per Foscari, fu il pretesto per muovere contro lo ''[[status quo]]'' marciano che nell'alleanza veneziano-viscontea aveva uno dei suoi cardini, difesa dalle vecchie famiglie e dal Mocenigo. Per tutta risposta, il doge, al principio del [[1423]], avrebbe arringato la Signoria contro il nuovo corso proposto da Francesco, "''el zovene procurator nostro''", ammonendoli a non eleggerlo come suo successore<ref>''Cronaca Dolfina'' in [[Biblioteca Nazionale Marciana]], Cod. Marc. VII, 794, c. 24.</ref>. Il fato risolse altrimenti.
=== Dogato ===
{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia#L'apogeo e la nascita della Serenissima}}
Mocenigo spirò il [[4 aprile]] 1423 e Francesco concorse per la suprema magistratura contro cinque altri candidati, tutti più maturi di lui, tra i quali primeggiò nei ballottaggi Pietro Loredan. Sfruttando i suoi partigiani all'interno del collegio elettorale, il Foscari riuscì a mettere in discredito i concorrenti<ref group="N">{{cita|Sanudo|c. 967}}: "''Concorse con Ser [[Marino Caravello]] Procuratore, Ser [[Francesco Bembo]] il Cavaliere, Ser' Antonio Contarini, Ser Lionardo Mocenigo il Cavaliere, Ser Pietro Loredano [...] Al Caravello fu opposto ch'era vecchissimo e impotente. Al Bembo ch'era impotente perché zoppo e mal condizionato. Al Mocenigo ch'e' non poteva succedere a suo fratello. Al Contarini che avea assai figliuoli e figliuole e generi''"</ref> e convinse gli elettori che Venezia non poteva privarsi di un militare capace come il Loredan, ottenendo così per sé l'ambito titolo il [[15 aprile]]<ref name="DBI"/><ref name="Loredan"/>: fu suo zio Franzi, in qualità di membro anziano del Consiglio Ducale, a porgergli il [[corno ducale]] all'incoronazione.<ref name="Franzi"/>.<br>
Il Maggior Consiglio decretò per l'occasione la definitiva abolizione della ''[[Concio (Venezia)|Concio]]'' popolare e gli organi pubblici smisero così da quel momento di fare riferimento all'antico ''[[Commune Veneciarum]]''. Il doge prese così il titolo di ''Serenissimo Principe'' e con lui il supremo organo di presidenza delle assemblee statali prese a chiamarsi ''[[Serenissima Signoria]]'', mentre lo Stato tutto divenne la ''[[Serenissima Repubblica]]''.
Quello di Francesco Foscari sarebbe stato il più lungo dogato nella storia di Venezia (oltre 34 anni) e caratterizzato dalla maggiore espansione territoriale della storia marciana, riunendo sotto una sola legislazione tutto il Veneto, il basso Trentino fino a Rovereto, il Friuli e una grossa parte della Lombardia: i c.d. "[[Domini di Terraferma]]".
In quel medesimo 1423, approfittando della debolezza del morente [[Impero bizantino]], venne approvato l'acquisto in Oriente della grande città commerciale di [[Tessalonica]]. La città, allora [[Assedio di Tessalonica (1422)|sotto assedio]] da parte degli Ottomani del [[Sultani ottomani|sultano]] [[Murad II]] (regno 1421-1451) che stava attaccando congiuntamente sia Salonicco sia la [[Assedio di Costantinopoli (1422)|capitale imperiale]], venne ceduta a Venezia dal [[despota (bizantino)|despota]] [[Andronico Paleologo (despota di Tessalonica)|Andronico Paleologo]], nella speranza di salvarla dalle mani degli infedeli<ref>{{cita|Ducas|LVII}}.</ref>. La bandiera di Venezia venne dunque issata sulle mura tessalonicesi il 14 settembre 1423 e le difese vennero assegnate proprio al Loredan che nel [[1424]] mosse contro il Turco, impegnandone la [[flotta ottomana|flotta]] e razziandone i domini costieri<ref name="Manfroni">Manfroni C, ''La marina veneziana alla difesa di Salonicco. 1423-1430'', in ''Nuovo Arch. veneto'', n.s., XX (1910), 1, pp. 15, 17-21, 25 s.</ref> (v.si [[Assedio di Tessalonica (1422-1430)|Assedio di Tessalonica]]).
[[File:Filippo Maria Visconti.jpg|miniatura|sinistra|[[Filippo Maria Visconti]], [[duca di Milano]] dal 1412 al 1447, il grande avversario "lombardo" del Foscari.]]
In ''Terraferma'', erano nel frattempo scoppiate le c.d. "[[Guerre di Lombardia]]" tra Venezia e Milano, trent'anni di campagne militari interrotte da "''paci brevissime o addirittura effimere''"<ref>{{cita|Zorzi|p. 224}}.</ref>, fomentate dalle ambizioni espansionistiche del doge Foscari che pur mosse apertamente guerra al Visconti solo dopo che nel [[1425]] Firenze fu ripetutamente sconfitta dai Milanesi ed ottenne l'appoggio marciano nel dicembre. Esattamente un anno dopo, il [[30 dicembre]] [[1426]], venne siglata dai belligeranti la [[Tregua di Venezia]] che consegnò al Foscari [[Brescia]], conquistata per lui dal [[Francesco Bussone|Carmagnola]] (aiutato dal Loredan<ref name="Loredan">{{DBI|nome = LOREDAN, Pietro|nomeurl = |autore = Giuseppe Gullino|cid=DBI LOREDAN|anno = 2005|pagine = |volume = 65|accesso = }}</ref>) e l'anno dopo difesa con le vittorie a [[Battaglia di Maclodio|Maclodio]] e [[Battaglia di Cremona (1427)|Cremona]]<ref>{{cita|Corio|pp. 605-608}}.</ref>. La Tregua di Ferrara (1428) consegnò a Venezia [[Bergamo]] e parte del Cremonese ma nel [[1430]] il conflitto ricomincia. Proprio in quell'anno, Andrea Contarini, "''un povero squilibrato affetto da una forma di mania di persecuzione''" ferisce al volto il doge con un pugnale "''fatto di legno''": attentato effimero ma latore di un preciso messaggio di sfiducia da parte del patriziato veneto nei confronti della politica che Foscari ha voluto ed incarna<ref>{{cita|Zorzi|p. 225}}.</ref>. La situazione degenerò nel triennio [[1431]]-[[1433]]: nonostante l'ennesima vittoria navale dell'inossidabile Pietro Loredan (questa volta contro i genovesi a [[Battaglia di Rapallo (1431)|Rapallo]]), il Carmagnola venne sconfitto a [[Battaglia di Soncino|Soncino]] e [[Battaglia di Pavia (1431)|Pavia]]<ref>{{cita|Corio|pp. 611-614}}.</ref> né riuscì a contenere le razzie degli Ungheresi del redivivo Imperatore Sigismondo nel Friuli. Il doge ed il [[Consiglio dei Dieci]] iniziarono a sospettare il condottiero di tradimento ([[1432]]), lo misero sotto sorveglianza ed alla fine lo attirarono in Laguna per un abboccamento con Foscari (8 aprile) salvo poi imprigionarlo e farlo [[decapitazione|decapitare]] in [[Piazzetta San Marco]] il [[5 maggio]]<ref>{{DBI| nome = BUSSONE, Francesco, detto il Carmagnola| nomeurl = | autore = Daniel M. Bueno de Mesquita|cid=| anno = 1972| pagine = | volume = 15| accesso = }}</ref>. Le redini del comando passarono al marchese Gonzaga, stretta conoscenza del doge, che riuscì a riconquistare Soncino ma l'armata veneta inviata in [[Valtellina]] venne stroncata da [[Niccolò Piccinino]] a [[Battaglia di Delebio|Delebio]] e la successiva [[Pace di Ferrara (1433)]] ristabilì uno ''status quo'' traballante. Il doge Francesco, sminuito nel suo prestigio, si dichiarò pronto ad abdicare, salvo restare al suo posto per l'insistenza del governo<ref name="DBI"/>. Andò peggio al suo alleato fiorentino, [[Cosimo de' Medici]], cui i rovesci della guerra costarono l'esilio dalla città natale: esilio "dorato" che consumò proprio a Venezia, ospite del Foscari<ref name="Cosimo">{{DBI| nome = MEDICI, Cosimo de'| nomeurl = | autore = Dale Kent|cid=| anno = 2009| pagine = | volume = 73| accesso = 8 aprile 2013}}</ref><ref group="N">[[Cosimo de' Medici]] soggiornò, durante l'esilio veneziano presso il [[Monastero di San Giorgio Maggiore]], sull'[[San Giorgio Maggiore (isola)|omonima isola]].</ref>. L'anno dopo, mentre il conflitto pareva ormai sedato (e l'ospite Cosimo tornava a Firenze per riprenderne il controllo<ref name="Cosimo"/>), l'Imperatore Sigismondo investì la Signoria di gran parte dei suoi domini di Terraferma di fresca acquisizione, ridando lustro all'operato del Foscari.
[[File:Palazzo Ducale (Venice) - Porta della carta - Doge Francesco Foscari.jpg|miniatura|Venezia - [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] - Porta della Carta - Francesco Foscari inginocchiato davanti al [[leone di San Marco]].]]
Nel [[1438]], mentre il conflitto con Milano si riaccendeva (con la defezione del Gonzaga che passava in campo visconteo<ref name="Gonzaga"/> costringendo il vecchio Pietro Loredan, prossimo alla tomba, a ritornare sui campi di battaglia italiani<ref name="Loredan"/>), il doge avviava la ristrutturazione di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], facendo erigere a [[Giovanni Bono (scultore)|Giovanni Bono]] la c.d. "[[Palazzo Ducale (Venezia)#Porta della Carta|Porta della Carta]]" che lo ritrae inginocchiato accanto al [[Leone di San Marco]]<ref>{{cita libro|url=https://archive.org/details/ilpalazzoducaled01zano|Francesco|Zanotto|wkautore=Francesco Zanotto|Il Palazzo ducale di Venezia |illustratore=Francesco Zanotto|vol=1 |editore=[[Giuseppe Antonelli (editore)|Antonelli]]|città=Venezia|anno=1853|cid=Zanotto}}, p. 76.</ref> e ospitava in Laguna il ''[[basileus]]'' [[Giovanni VIII Paleologo]], diretto al [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|Concilio]] in cui avrebbe esortato l'Occidente cristiano ad allearsi contro la minaccia dei Turchi (riusciti nel frattempo ad impadronirsi di Tessalonica nel 1430 nonostante gli sforzi veneziani<ref name="Manfroni"/>). L'anno fu poi tremendo per il doge che, causa la [[peste]], perse tutti quanti i suoi figli maschi con l'eccezione di [[Jacopo Foscari|Jacopo]]<ref name="Jacopo">{{DBI| nome = FOSCARI, Jacopo| nomeurl = | autore = Giuseppe Gullino|cid=| anno = 1997| pagine = | volume = 49| accesso = 8 aprile 2013}}</ref>. La [[Pace di Cremona]] (20 novembre [[1441]]) portò minimi cambiamenti territoriali, salvo confermare il ruolo cui era assurto un nuovo pericoloso giocatore nella contesa, il condottiero [[Francesco Sforza]], fresco sposo di [[Bianca Maria Visconti]], unica figlia naturale del Duca di Milano. L'anno dopo, forse demoralizzato dall'andamento del conflitto, il doge tentò per la seconda volta di dimettersi.<ref name="DBI"/>
[[File:Francesco Hayez - The Two Foscari - WGA11217.jpg|miniatura|sinistra|[[Francesco Hayez]] - ''L'ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con la propria famiglia prima di partire per l'esilio cui era stato condannato'' - Firenze, [[Galleria Palatina]] - 1852.]]
Nel Levante, la crisi bizantina e la contestuale affermazione ottomana proseguivano. Nel [[1443]] [[Papa Eugenio IV]] proclamò la crociata e benedì un grande esercito cristiano [[Penisola balcanica|balcanico]] capitanato dall'ungherese [[Giovanni Hunyadi]] che sgominò le truppe del sultano Murad II in [[Bosnia]], [[Erzegovina]], [[Serbia]], [[Bulgaria]] ed [[Albania]] costringendolo a ritirarsi in [[Anatolia]]. Nel [[1444]] Foscari inviò la [[marineria veneziana|flotta marciana]] nel [[Bosforo]] per impedire il ritorno del Turco in Grecia, mentre i crociati si riorganizzavano a Costantinopoli spronati dal messo papale [[Giuliano Cesarini (1398-1444)|Giuliano Cesarini]]. Murad fu però aiutato dai genovesi che trasportarono il suo esercito incontro al nemico<ref>{{cita libro|autore= LS Stavrianos|anno=2000 |titolo=The Balkans since 1453 |editore=Hurst & Company |isbn=978-1-85065-551-0 |cid=}}, p. 53</ref>: nella successiva [[battaglia di Varna]], l'armata cristiana fu duramente sconfitta<ref>{{cita libro|autore=P Engel|anno=2001 |titolo=The Realm of St Stephen: A History of Medieval Hungary, 895–1526 |url=https://archive.org/details/realmofststevenh0019enge|editore= I.B. Tauris Publishers |isbn=1-86064-061-3|cid=}}, p. 287</ref>.
L'ultimo periodo del dogato fu segnato dalle drammatiche vicende del figlio [[Jacopo Foscari]] che provocarono la rovina del vecchio doge. Questi episodi vanno inquadrati nel clima di odio e di sospetto che caratterizzarono l'ultimo periodo del dogato e che sfociarono nelle dimissioni del Foscari.<ref name="zorzi 236-7"/><br>
Unico figlio maschio del doge scampato alla peste, Jacopo era un giovane colto e intelligente ma anche amante del lusso e di certo poco accorto. Il 17 febbraio [[1445]] fu accusato dai capi dei Dieci (fra i quali sedeva [[Francesco Loredan]], nipote dell'ammiraglio Pietro) di aver accettato doni dal Visconti, in contrasto con quanto disponeva la [[Promissione ducale]]. Il doge riuscì a farlo riparare a [[Trieste]]; in seguito il giovane venne condannato all'esilio a [[Nauplia]] ma ottenne di commutare l'isola greca con una località del [[Treviso|Trevigiano]] (forse il feudo familiare di Zelarino). Il 13 settembre [[1447]] il Consiglio decise di concedergli la grazia<ref name="Berlan">{{cita|Berlan|}}.</ref>, probabilmente per le suppliche del doge (nel 1446 Francesco aveva per la terza ed ultima volta minacciato di dimettersi<ref name="DBI"/>) e della [[dogaressa]]. L'episodio non ebbe più significato politico e fu bollato come l'imprudenza di un giovane poco serio ma la questione si riaprirà e con maggior gravità poco tempo dopo.<ref name="zorzi 236-7">{{cita|Zorzi|pp. 236-237|Zorzi}}.</ref>
Sempre nel 1447 era morto il Visconti e Milano era tornato un libero comune, la c.d. "[[Repubblica Ambrosiana]]". Venezia ne aveva approfittato dilagando in Lombardia sino all'[[Adda]]. Fu costretta a retrocedere dopo essere stata sconfitta a [[Battaglia di Caravaggio|Caravaggio]] da Francesco Sforza ed allora lo assoldò ([[1449]]) per rivoltarlo contro i Milanesi ma lo Sforza fu più abile e [[Battaglia del Monte di Brianza (1449)|riuscì a sconfiggere le forze congiunte di veneziani e milanesi]] per poi farsi riconoscere nuovo duca di Milano il 25 marzo [[1450]], riaprendo il conflitto con la Serenissima.
Il 5 novembre 1450, a Venezia, fu ferito mortalmente Almorò<ref>Zorzi p. 236</ref> o [[Ermolao Donà]], già membro del Consiglio che aveva condannato Jacopo. I sospetti si concentrarono ovviamente sul figlio del doge, che venne arrestato il 2 gennaio [[1451]], torturato e esiliato in [[Candia]].<ref name="Berlan"/>
[[File:(Venice) Ca' Foscari.jpg|miniatura|[[Ca' Foscari (palazzo)|Ca' Foscari]] sul [[Canal Grande]].]]
Nel [[1452]], il doge comprava all'asta la "Casa delle Due Torri" sul [[Canal Grande]] e l'anno dopo ne avviava la trasformazione nella [[Ca' Foscari (palazzo)|Ca' Foscari]] per tramite di [[Bartolomeo Bono]], figlio del Giovanni che aveva realizzato per lui la Porta della Carta.<ref name="Ca' Foscari">{{cita libro|autore=[[Giuseppe Maria Pilo]] (a cura di)|titolo=Ca’ Foscari. Storia e restauro del palazzo dell’Università di Venezia|anno=2009|editore=Marsilio|città=Venezia|}}</ref>
Le ruote della storia, nel frattempo, macinano il mondo intorno a Venezia.<br>
Il 29 maggio [[1453]] [[Assedio di Costantinopoli (1453)|gli Ottomani conquistano Costantinopoli]], ponendo fine al millenario impero bizantino. Nel caos della conquista, il [[Bailo di Costantinopoli|bailo]] veneziano [[Girolamo Minotto]] fu decapitato<ref>{{DBI|nome = MINOTTO, Gerolamo |nomeurl = gerolamo-minotto|autore = Giorgio Ravegnani|anno = 2010|pagine = |volume = 74|accesso = 3 settembre 2014}}</ref> mentre quaranta patrizi e cinquecento sudditi vennero presi prigionieri. La flotta si trincerò a [[Isola di Negroponte|Negroponte]], mentre ''l'ambasciatore [[Marcello (famiglia)|Bartolomeo Marcello]] negoziava con il sultano [[Mehmed II]] la sopravvivenza della colonia mercantile veneziana sulle rive del Bosforo''<ref>{{cita|Zorzi|p. 230}}.</ref>.<br>
Tre mesi dopo la caduta di Costantinopoli, a [[Battaglia di Ghedi|Ghedi]], lo Sforza sconfisse una volta ancora Venezia, riprendendosi la sponda occidentale dell'Adda e costringendo Foscari alla resa. Il 9 aprile [[1454]] la [[pace di Lodi]] chiuse in via definitiva la guerra tra Venezia e Milano, fissando il reciproco confine lungo l'Adda, e consegnò alla [[penisola italiana|Penisola]] un assetto politico-istituzionale che assicurò per quarant'anni un sostanziale equilibrio territoriale al paese. Francesco Foscari ha consegnato alla Repubblica lagunare un dominio territoriale che va dall'Isonzo all'Adda, ''terre floride, produttive, nelle quali il mercante veneziano potrà pensare a solidi investimenti, meno vistosi, forse, ma più sicuri di quelli del commercio marittimo'', specialmente dopo il crollo dell'Impero bizantino.<ref>{{cita|Zorzi|p. 229}}.</ref>
Per il doge, i problemi non erano ancora finiti.<br>
Nel [[1456]], pur lontano dalla patria, il figlio Jacopo riuscì a guadagnarsi una nuova infamante accusa: tradimento (lo sciagurato avrebbe scritto, in cerca d'aiuto, al duca di Milano ed al Turco!). Tornato a Venezia per il processo, gli fu riconfermato l'esilio in Candia e venne rinchiuso in perpetuo nel carcere della [[Canea]]<ref name="Berlan"/>, dove morirà il 12 gennaio [[1457]].<ref name="Jacopo"/><br>
Straziato da questo drammatico episodio, il Foscari fu il nuovo bersaglio degli attacchi del Consiglio dei Dieci (dove ora sedeva [[Giacomo Loredan]], figlio dell'ammiraglio Pietro<ref>{{DBI|nome = LOREDAN, Giacomo|nomeurl = |autore = Giuseppe Gullino|cid=|anno = 2005|pagine = |volume = 65|accesso = }}</ref>). Il 19 ottobre 1457 esso poneva come [[ordine del giorno]] la richiesta di abdicazione di Francesco con la motivazione che, vista l'età avanzata (ottantaquattr'anni), non era in grado di intervenire nei Consigli e di svolgere appieno gli altri suoi incarichi. Nonostante in passato avesse presentato più volte le dimissioni, sempre respinte, questa volta il doge si rifiutò di lasciare: secondo la legge, infatti, poteva farlo solo su proposta dei consiglieri ducali con l'assenso del [[Maggior Consiglio]]. Il 22 ottobre, tuttavia, la richiesta del Consiglio divenne un ordine perentorio: il giorno successivo, dopo che gli era stato spezzato l'anello e tolte le insegne del potere, lasciò il palazzo Ducale, scegliendo di scendere per la scalinata di pietra da dove era salito al momento della nomina, circondato dai familiari e appoggiandosi al fratello Marco.<ref>{{cita|Zorzi|p. 239}}.</ref>
=== La morte ===
[[File:Frari (Venice) - Tomb of doge Francesco Foscari.jpg|miniatura|sinistra|[[Niccolò di Giovanni Fiorentino]], ''Mausoleo del doge Foscari'', [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]] (Venezia)]]
[[File:Francesco Foscari Palazzo Ducale.jpg|thumb|Francesco Foscari, Palazzo Ducale]]
Francesco Foscari spirò qualche giorno più tardi, il 1º novembre (aveva fatto [[testamento]] il 29 ottobre<ref>Archivio di Stato di Venezia, ''Sez. notarile. Testamenti'', b. 1149/2.</ref>), presso la sua abitazione di [[chiesa di Santa Margherita (Venezia)|Santa Margherita]]. Gli fu disposto un [[funerale di stato]] con l'esposizione al popolo in paramenti ducali, nonostante l'opposizione della vedova che lo vedeva quale un goffo atto riparatorio da parte di quel potere che gli aveva tolto il figlio e umiliato il marito. La salma fu accompagnata dal nuovo doge [[Pasquale Malipiero]] che si presentò in semplice veste di senatore.<ref name="zorzi240"/>
Francesco Foscari fu sepolto nel [[presbiterio]] della [[basilica dei Frari]]<ref name="zorzi240">{{cita|Zorzi|p. 240}}.</ref>, nel mausoleo per lui realizzato da [[Niccolò di Giovanni Fiorentino]], in un'urna sostenuta da quattro graziose mensoline ornate dalle tre [[virtù teologali]] (Fede, Speranza e Carità) nella cui disposizione attorno al sarcofago ''Niccolò modificò la convenzionale e statica disposizione delle personificazioni trasformandola in un dramma inserito nel flusso del tempo. La figura del Salvatore posta a coronamento mutò il comune motivo del Cristo risorto nell'immagine dell'[[Ascensione di Cristo]] tratta dal ducato veneziano, come allusione al vero sovrano di Venezia, solo nei confronti del quale il suo rappresentante – il doge – era responsabile''<ref>{{DBI|nome = NICCOLÒ di Giovanni Fiorentino|nomeurl = |autore = Josko Belamaric [e] Anne Markham Schulz|cid=|anno = 2013|pagine = |volume = 78|accesso = }}</ref>.
Nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale il suo ritratto è accompagnato da un cartiglio con una scritta in latino che recita: "Post mare perdomitum, post urbes morte subactas / florentem patriam longaevus pace reliqui.( Dopo aver soggiogato il mare, dopo aver preso in guerr molte città, da vecchio lasciai la patria fiorente in pace)". <ref>Paolo Mastrandrea -Sebastiano Pedrocco, ''I Dogi nei ritratti parlanti di Palazzo Ducale a Venezia'', Sommacampagna (VR), Cierre Edizioni, 2017, ISBN 978-88-8314-902-3, pp. 86-87.</ref>
== Influenza culturale ==
[[File:Les Deux Foscari - Eugène Delacroix - Musée Condé.jpg|thumb|''I due Foscari'' di [[Eugène Delacroix]] (1855)]]
* ''[[I due Foscari (Byron)|I due Foscari]]'' (''The Two Foscari: An Historical Tragedy'') è un'opera in versi di [[George Gordon Byron]] del 1821. La trama, ambientata nella Venezia della metà del XVI secolo, si ispira, anche se con molte licenze poetiche, alla vicenda del doge Francesco Foscari e di suo figlio Jacopo.
* ''[[I due Foscari]]'', opera lirica del 1844 di [[Giuseppe Verdi]] su libretto di [[Francesco Maria Piave]], si ispira all'opera di Byron.
* Il pittore [[Francesco Hayez]] ha prodotto varie opere ispirate ai due Foscari: ''L'ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con la propria famiglia prima di partire per l'esilio cui era stato condannato'' (due versioni, 1838-1840), ''Francesco Foscari destituito'' (1842-1844)'', [[I due Foscari (Hayez)|I due Foscari]]'' (1852)
* ''[[I due Foscari (Delacroix)|I due Foscari]]'' è un dipinto di [[Eugène Delacroix]] del 1855.
=== Filmografia ===
* ''[[I Foscari]]'' (noto anche come ''I due Foscari''), film diretto da [[Mario Almirante]] (1923)
* ''[[I due Foscari (film 1942)|I due Foscari]]'', film diretto da [[Enrico Fulchignoni]] (1942)
* ''[[I due Foscari (film 1988)|I due Foscari]]'', film TV diretto da [[Tonino Del Colle]] (1988)
* ''[[I due Foscari (film 2001)|I due Foscari]]'', film TV diretto da [[George Blume]] (2001)
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group="N"/>
=== Bibliografiche ===
<references />
==Bibliografia==
=== Fonti ===
*{{cita libro| autore= Corio B|wkautore= Bernardino Corio |curatore= Anna Morisi Guerra |titolo= Mediolanensis Patria Historia |annooriginale=1503|anno= 1978|editore= UTET |città= Torino|cid= Corio}}
*{{cita libro| autore= Ducas |wkautore= Ducas (storico) |curatore= Michele Puglia |titolo= Historia turco-bizantina 1341-1462 |anno= 2008 |editore= il Cerchio |città= Rimini |isbn= 88-8474-164-5 |cid= Ducas }}
*Gradenigo P, ''Lavoro storico cronologico biografico sulla veneta famiglia Foscari'', in [[Archivio di Stato di Venezia]], ''Archivio Gradenigo rio Marin'', b. 333.
* {{cita libro|wkautore=Giovan Battista Nani|autore=Nani GB|data=1676|titolo=Historia della Republica veneta|città=Venezia}}
*[[Girolamo Priuli|Priuli G]] (1619), ''Pretiosi frutti del Maggior Consiglio della Serenissima Repubblica Veneta o vero racolta d'huomini segnalati nobili [...]'', Venezia - ms. P.D. d 7/1 della Biblioteca del [[Museo Correr]] di Venezia.
*[[Francesco Sansovino|Sansovino F]] (1581), ''Venetia città nobilissima et singolare'', ed. 1633 con aggiunte di G. Martinoni, Venezia.
*{{cita libro| autore= Sanudo M|wkautore= Marin Sanudo il Giovane|curatore= [[Ludovico Antonio Muratori]] |titolo= Vitae ducum Venetorum|anno= 1733|serie= ''[[Rerum Italicarum scriptores]]''|volume=XXII|pp=(coll.) 966-969, 1163 ss.|città= Milano|cid= Sanudo}}
* Paolo Mastrandrea - Sebastiano Pedrocco, ''I dogi nei ritratti parlanti di Palazzo Ducale a Venezia, Verona'', Cierre Edizioni, 2017, p- 86, ISBN 978-88-8314-902-3
=== Studi ===
* {{cita libro|autore=[[Francesco Berlan]]|cid=Berlan|titolo=I Due Foscari. Memorie storico-critiche, con documenti inediti, tratti dagli Archivi secreti del Consiglio dei Dieci, dei Pregadi e del Maggior Consiglio|città=Torino|anno=1852}}
* {{DBI| nome = FOSCARI, Francesco| nomeurl = francesco-foscari| autore = Giuseppe Gullino|cid=DBI| anno = 1997| pagine = | volume = 49| accesso = 8 aprile 2013}}
* {{cita libro|autore=Mirko Riazzoli|cid=Riazzoli|titolo=Cronologia di Venezia dalla fondazione ai giorni nostri|editore=youcanprint|anno=2017}}
* Vecchiato E (1898), ''I Foscari ed i Loredano'', Padova.
* {{cita libro|autore=[[Alvise Zorzi]]|cid=Zorzi|titolo=La Repubblica del Leone|editore=Rusconi|anno=1979}}
== Voci correlate ==
* [[Jacopo Foscari]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione|carica=[[Dogi della Repubblica di Venezia|Doge di Venezia]]|periodo=15 aprile [[1423]]-22 ottobre [[1457]]
|fine regno = 1º novembre [[1457]]|precedente=[[Tommaso Mocenigo]]|successivo=[[Pasquale Malipiero]]}}
{{Dogi di Venezia}}
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{{Portale|biografie|medioevo|Venezia}}
[[Categoria:Dogi della Repubblica di Venezia]]
[[Categoria:Foscari]]
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