Pro Quinctio: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
(14 versioni intermedie di 9 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Libro
L<nowiki>'</nowiki>'''''Oratio pro Publio Quinctio''''' (''Orazione in difesa di Publio Quinzio''), meglio nota semplicemente come '''''Pro Quinctio''''', è un discorso giudiziario pronunciato nell'[[81 a.C.]] dall'[[:categoria:Oratori romani|oratore romano]] [[Marco Tullio Cicerone]]. Si tratta della prima orazione ciceroniana di cui si ha notizia, anche se appare chiaro che Cicerone avesse già pronunciato altre orazioni che non sono mai state pubblicate e di cui non rimane notizia.<ref name="Narducci_42">{{cita|Narducci|p. 42.|Narducci}}</ref>▼
|titolo = A favore di Publio Quinzio
|titoloorig = Pro Quinctio
|immagine = Cicero - Musei Capitolini.JPG
|annoorig = [[81 a.C.]]
|forza_cat_anno = no
|genere = orazione
|sottogenere = giudiziaria
|lingua = la
}}
▲L<nowiki>'</nowiki>'''''Oratio pro Publio Quinctio''''' (''Orazione in difesa di Publio Quinzio''), meglio nota semplicemente come '''''Pro Quinctio''''', è un discorso giudiziario pronunciato nell'[[81 a.C.]] dall'[[
==Contesto==
L'orazione fu pronunciata nell'ambito di una causa di diritto societario di carattere privato. Il cliente di Cicerone, Publio Quinzio, aveva citato in giudizio un tale Sesto Nevio, ''parvenu'' arricchito che era entrato in società con il defunto fratello dello stesso Quinzio. Questi, alla morte del fratello, ne aveva ereditato il patrimonio, mantenendo l'accordo di affari con Nevio; quando Quinzio aveva, però, posto fine all'accordo di fronte alle richieste, da parte di Nevio, di risarcimento di un presunto debito, lo stesso Nevio si era rifiutato di restituire a Quinzio i beni che gli sarebbero spettati di diritto. Quinzio si era quindi rivolto a Cicerone seguendo un suggerimento dell'amico [[Quinto Roscio Gallo]], famoso attore.<ref
Nevio, che era passato a sostenere il [[dittatore romano|dittatore]] [[Lucio Cornelio Silla]], pur essendo stato in passato di parte [[Gaio Mario|mariana]], godeva dell'appoggio di membri influenti della ''nobilitas'' [[roma]]na, tra cui il celebre oratore e avvocato [[Quinto Ortensio Ortalo]]. La presenza di Ortalo come avvocato difensore garantiva ampia risonanza al processo, e permise al giovane Cicerone, venticinquenne, di acquisire una certa notorietà.<ref
Cicerone, aperta l'orazione con una programmatica esibizione di modestia, suggerita peraltro dai manuali di [[retorica]], seppe adombrare le implicazioni politiche del caso, per poi confutare le voci che pretendevano che Quinzio fosse stato in passato, al pari di Nevio, seguace di Mario. Per contro, l'oratore rievocò ampiamente l'adesione di Nevio al partito mariano, nel tentativo di mostrare che era imprudente riporre la propria fiducia in un uomo che era stato capace di cambiare fronte politico tanto repentinamente. Fulcro dell'argomentazione ciceroniana era però la contrapposizione tra la posizione di Quinzio, privo di protettori importanti e influenti, e quella del ricco Nevio, che godeva di un'ottima posizione sociale. «La povertà e la verità» erano dunque «costrette a lottare contro la ricchezza e la potenza», e si realizzava in tal modo una profonda fusione tra l
Sebbene risulti possibile che il comportamento di Quinzio non fosse stato in realtà irreprensibile, l'azione di Cicerone evidenzia la capacità, dimostrata dall'oratore, di saper spostare il discorso dal fatto in sé per incentrarlo sui caratteri e le personalità delle parti in causa, portando così la discussione sul terreno della [[mos maiorum|morale]]. «La rustica parsimonia, la semplicità di costumi e il candore morale» di Quinzio appaiono infatti contrapposti «al lusso, alla dissolutezza e all'avidità rapace che caratterizzano la personalità di Nevio».<ref
==Stile==
Lo stile dell'orazione è fortemente influenzato da quello [[asianesimo|asiano]] di Ortensio: il testo si basa su assonanze, periodi isosillabici, frasi bilanciate, concettismi ed effetti patetici; abbondano in particolare le [[antitesi]], che suggeriscono un senso di monotonia. Lo stile ricco male si accorda con il carattere privato della causa:<ref name="Narducci_44">{{cita|Narducci|p. 44
==Note==
Riga 29 ⟶ 41:
*{{cita libro|autore=K. Kumaniecki|titolo=Cicerone e la crisi della repubblica romana|anno=1972|città=Roma}}
*K. Kumaniecki, ''L'orazione ''pro Quinctio'' di Marco Tullio Cicerone'', in {{cita libro|autore=AA. VV.|titolo=Studi classici in onore di Quintino Cataudella|anno=1972|città=Catania}} Vol. III, pp. 129–157.
*{{cita libro|autore=J.M. May|titolo=Trials of Character. The Eloquence of Ciceronian Ethos|url=https://archive.org/details/trialsofcharacte0000mayj|anno=1988|città=Chapel Hill-London}}
*{{cita libro|nome=Emanuele|cognome=Narducci|titolo=Cicerone. La parola e la politica|wkautore=Emanuele Narducci|editore=Laterza|anno=2009|città=Roma-Bari|cid=Narducci|ISBN=978-88-420-8830-1}}
{{div col end}}
{{Marco Tullio Cicerone}}
{{portale|antica Roma|lingua latina}}▼
{{Controllo di autorità}}
▲{{portale|antica Roma|Letteratura|lingua latina}}
[[Categoria:Orazioni di Cicerone]]
|