Labirinto di Meride: differenze tra le versioni

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Aggiunto il passo di Plinio; inseriti i riferimenti dei passi di Erodoto, Strabone e Plinio; eliminata l'apocrifa "descrizione di Pitagora", probabilmente opera di qualche buontempone (non solo Pitagora non ci ha lasciato opere scritte, non solo la fonte del testo non era dichiarata, ma la falsa descrizione conteneva anacronismi che la smascheravano ulteriormente come prodotto della nostra epoca).
 
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|Nome = Labirinto di Meride
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Il '''Labirinto di Meride''', costruito in [[Egitto]] ad [[Hawara]] presso il lago di [[Meride (lago)|lago di Meride]] nel [[Fayyum]], è una costruzione [[labirinto|labirintica]] parte integrante del [[tempio funerario]] di [[Amenemhet III]]<ref name=Damiano-Appia>Maurizio Damiano-Appia, ''Dizionario enciclopedico dell'antico Egitto e delle civiltà nubiane'', pag. 164</ref> ([[1842 a.C.]]-[[1797 a.C.]]), come cita [[Manetone]]:{{Citazione|...egli costruì il Labirinto nel [[Nomo (Egitto)|nomo]] di [[Crocodilopoli|Arsinoe]], come tomba per sé}}
 
ed è simile a quello di [[Labirinto di Cnosso|Cnosso]]<ref name=Gardiner>Alan Gardiner, ''La civiltà egizia'', pag.6</ref>.
 
L'area nella quale fu costruito, a sud della [[Piramide di Amenemhat (Hawara)|piramide di Amenenhat III]],<ref>Maurizio Damiano-Appia, ''Dizionario enciclopedico dell'antico Egitto e delle civiltà nubiane'', pag. 126</ref> doveva aggirarsi intorno ai 70000&nbsp;m² su questi furono edificate 3.000 stanze in due piani,<ref name=Damiano-Appia/> uno dei quali sotterraneo, e dodici cortili.<ref name=Damiano-Appia/> Sembra che il suo scopo principale fosse di tipo religioso.
 
Storici antichi hanno descritto il LabiritoLabirinto, quali [[Diodoro Siculo]], [[Strabone]] ed [[Erodoto]],<ref name=Gardiner1>Alan Gardiner, ''La civiltà egizia'', pag.129</ref> di cui purtroppo ci sono pervenutepervenuti solo poche rovine epochi frammenti di colonne in granito.<ref name=Damiano-Appia/>
 
A [[Karanis]], oggi Kôm Aushin, è stata rinvenuto un [[tempio egizio|tempio]] dedicato a Petesuchos Pnepheros presunto architetto del Labirinto secondo [[Plinio il Vecchio|Plinio]].<ref>Mario Tosi, ''Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto'', vol. II, pag. 347</ref>
 
Il Labirinto fu scoperto nel [[1888]] da [[Flinders Petrie]]<ref name=Ikram>Salima Ikram, ''Antico Egitto'', pag.88</ref> che lo esplorò prima e durante il [[1911]] e dove rinvenne i nomi di Amenemhet III e della figlia [[Nefrusobek|Sebeknofru]].<ref name=Gardiner1/> Nel complesso sono stati ritrovati frammenti di due colossali statue del sovrano assiso ma, delle quali però rimangono solo i piedistalli.<ref>Franco Cimmino, ''Dizionario delle dinastie faraoniche'', pag. 162</ref>
Queste enormi basamenti sono detti i [[Colossi di Biahmu]], dal nome del [[Biahmu|sito]] e non devono essere confusi con i [[Colossi di Memnone]].<ref name=Damiano-Appia/>
 
Del [[Tempio funerario]] ci sono pervenutirimasti solo piccolipoche repertirovine e trattiframmenti di murocolonne in granito, <ref name=Bresciani>Edda Bresciani,''Grande enciclopedia illustrata dell'antico Egitto'', pag,168</ref> essendo servitostato utilizzato come cava di pietra fin dal tempo dei Romani. <ref>Corinna Rossi, ''Piramidi'', pag.271</ref> edInoltre, i suoi blocchi sono stati riutilizzati fin dal 1888 per le costruzioni del Fayyum.<ref name=Ikram/> Scavi archeologici recenti stanno ricostruendo la complessa e complicata planimetria dell'edificio.<ref name=Damiano-Appia/>
 
[[File:Hawara-plan-complexe.jpg|thumb|Pianta del labirinto e della piramide]]
[[File:Hawara-labyrinthe-photo.jpg|thumb|Vestigia del labirinto in una foto del 1912]]
[[File:Hawara-labyrinthe-photo2.jpg|thumb|Vestigia del labirinto in una foto del 1912]]
[[File:Hawara-labyrinthe-photo3.jpg|thumb|Vestigia del labirinto in una foto del 1912]]
 
==Descrizione di Erodoto==
 
Divenne famoso per la seguente descrizione fattane da [[Erodoto]]:
{{Citazione|EdStabilirono, iopoi, anche di lasciare un monumento a ricordo del comune dominio e, quando l'ebbero deciso, costruirono il Labirinto, che si trova un po' sopra il lago Meri, press'a poco all'altezza di quella che è detta la «città dei coccodrilli». L'ho visto; io stesso ed è superiore a qualsiasi cosaquanto si possa dire: inpoiché merito;se giàsi facesse un calcolo di tutte le piramidicostruzioni dei Greci e delle loro opere d'arte, apparirebbero certo di minore impegno e di meno grave spesa che non questo labirinto; eppure, il tempio di Efeso e quello di Samo sono alben degni di sopraessere ricordati. Già le piramidi erano al disopra di ogni possibile descrizione e ognuna di esse degna di essere confrontata con molte e grandi opere greche, ma il Labirinto vince il confronto anche con le piramidi. ViIn sonoesso, infatti, vi sono dodici cortili coperti, checon hannole porte oppostedi trafronte lorol'una e sono:all'altra; sei rivoltirivolte versoa nord e, sei aperte verso sud,; e i cortili sono contigui., Loe stessoun muro unico li chiuderecinge tutt’intorno dall’esternoall'esterno. Vi sono due ordini di stanze, inparte doppiosotterranee, ordine.parte Quelle asul livello del suolo chesopra hole visitato,prime: attraversatoin enumero quelle sottosuolo,di 3000 in numero,; 1500 per ciascun ordine. Le stanze del piano superioresuperiori le hoabbiamo viste ionoi stessostessi passando da una all'altra e ne parlo quindiparliamo per averle visitate;, invecema di quelle sotterranee nonabbiamo possosolo parlarne cheinformazioni per informazionisentito ricevutedire; datopoiché quelli degli Egiziani che mivi èsovraintendono statanon assolutamentehanno vietatavoluto laassolutamente visitafarcele vedere, asserendodicendo che c'eranoci solosono le tombe dei re costruttoriche difin dall'inizio costruirono questo Labirintolabirinto e idei coccodrilli sacri. AccantoCosì, all’angolodelle delsale Labirintoche visono èsotto unaterra piramidediciamo altasolo quarantaquanto orgeabbiamo (4)sentito sulladire; qualema vile sonosale scolpitisopraelevate animalinoi distessi grandiabbiamo dimensioni.constatato Viche sisono accedesuperiori daa unaogni stradaumano sotterranealavoro. AlInfatti, centroil delcammino lagoper siuscire elevanodalle duestanze piramidi.<ref>Alanche si Gardinerattraversano, ''Lagli civiltàandirivieni egizia'',che pag.sono 130</ref>molto Ognunatortuosi siper ergeattraversare peri circacortili, 50ci orgedavano emotivo ladi partestraordinaria sottomeraviglia, lequando acquepassavamo contadal altrettanto.cortile Sopraalle lesale piramidie sidalle trovasale unanei statuaportici; colossalee dipoi pietradai cheportici siedein altre stanze e dalle stanze in tronoaltri cortili. Il soffittotetto deidi localitutte queste costruzioni è di pietra, come leanche paretii pienemuri; questi, poi, sono coperti di figure scolpite, mentreincise; ogni cortile è circondato da colonne di pietre bianche, connesse fratra loro alla perfezione. IlVicino tettoall'angolo dove ha termine il Labirinto, s'eleva una piramide alta quaranta orge, sulla quale sono scolpiti degli animali di tuttegrandi questedimensioni; costruzionila èvia inche pietraporta ea cosìessa pureè istata muriscavata ricopertisotto daterra<ref>Erodoto, iscrizioni''Storie'', II, 148.</ref>.}}
 
==Descrizione di Strabone==
 
Secondo [[Strabone]]:
{{Citazione|In prossimità del primo sbocco del canale, procedendo per circa trenta o quaranta stadi, si allarga un tratto pianeggiante, di forma vagamente trapezoidale, in cui si trovano un villaggio e una grande reggia composta da numerosi ambienti, tanti quanti erano un tempo i nomoi; altrettanti sono i cortili circondati da colonne, l'uno dietro l'altro e tutti allineati in un'unica fila su uno solo dei muri, quasi si trattasse di un lungo muro che rechi dei cortili appoggiati sulla facciata. Le vie che portano fin lì vanno a terminarvi proprio di fronte. Davanti agli ingressi si aprono numerose e lunghe gallerie sotterranee, collegate fra loro da tortuosi passaggi; sicché senza guide per nessun visitatore è possibile entrare e uscire dallo stesso cortile. Ma la cosa straordinaria è che i tetti di ciascun ambiente sono fatti di un'unica pietra e che, alla stessa stregua, le gallerie sono ricoperte per tutta la loro ampiezza da lastre monolitiche di eccezionale grandezza, senza travature di legno o di altro materiale<ref>Strabone, ''Geographica'', XVII, 1, 37.</ref>.}}
{{Citazione|Vi erano centinaia di celle, circondate di pilastri, contigue le une alle altre, disposte tutte su una linea a formare un edificio con celle disposte lungo il muro. Gli ingressi alle celle erano opposti al muro; di fronte agli ingressi vi erano lunghe e numerose viuzze con tortuosi passaggi di comunicazione fra l'una e l'altra. I tetti delle celle consistevano ciascuno di una singola pietra e tutte le vie coperte erano provviste di un tetto analogo, fatto di una semplice lastra di pietra di volume straordinario senza sconnessure di legno o altro materiale}}
 
== Descrizione di Plinio il Vecchio ==
== Galleria fotografica ==
 
{{citazione|Parliamo anche dei labirinti, l'opera forse più portentosa in cui l'uomo ha profuso i suoi beni - comunque non sono qualcosa di inesistente, come pure si potrebbe credere. Ne sopravvive tuttora in Egitto uno nel distretto di Eracleopoli: fu il primo ad essere costruito, come tramandano, 3600 anni fa, dal re Petesuco o Titoe - anche se Erodoto afferma che il complesso dell'edificio sarebbe stato opera di dodici faraoni, ultimo dei quali Psammetico. Varie sono le ragioni suggerite per spiegarne la costruzione. Demotele dice che sarebbe stato la reggia di Moteride, Licea il sepolcro di Meride; parecchi infine pensano - ed è l'opinione più diffusa - che fosse un tempio consacrato al Sole. Non c'è dubbio, comunque, che Dedalo prese questo come modello del labirinto che costruì a Creta, ma ne imitò soltanto la centesima parte che contiene giravolte e andirivieni inestricabili: non è come vediamo raffigurato nei pavimenti o nei giochi dei bambini in Campo Marzio, dove in breve spazio si sviluppa un itinerario di parecchie miglia, bensì vi sono aperte parecchie porte, che traggono in errore chi cerca di andare avanti e fanno tornare sempre agli stessi percorsi sbagliati. Questo di Creta fu il secondo labirinto dopo quello d'Egitto, il terzo fu a Lemno ed il quarto in Italia, tutti coperti da tetti di pietra levigata; quello egiziano poi - cosa che mi lascia sorpreso - ha il vestibolo e le colonne di pietra paria, mentre il resto è fatto di blocchi di sienite che nemmeno i secoli potrebbero disgregare, pur col concorso degli Eracleopolitani, che hanno guardato il monumento con occhio singolarmente ostile.
<gallery>
Non è possibile descriverne nei dettagli la dislocazione e le parti: è suddiviso in regioni ed in prefetture, chiamate distretti (''nomoi'') di cui ventuno nomi sono riferiti ad altrettanti vasti edifici: inoltre contiene i templi di tutti gli dèi egiziani; ancora Nemesi ha eretto all'interno dei quaranta tempietti parecchie piramidi, ciascuna alta quaranta cubiti con un'area di sei ''arourai'' alla base. E quando si è già stanchi di camminare, che si arriva a quell'inestricabile andirivieni di percorsi; ci sono anzi anche sale conviviali cui si accede superando dei pendii, e poi si percorrono portici in discesa con novanta gradini. All'interno stanno colonne di porfido, statue di divinità e di re e figure di mostri. Alcuni edifici sono organizzati in modo tale che, quando si aprono le porte, all'interno si leva un boato terribile e quando li si attraversa la maggior parte del percorso si svolge nelle tenebre. Altre imponenti costruzioni si trovano all'esterno delle mura del labirinto: si chiamano ''pteron''. Infine ci sono alloggi a cui si arriva attraverso cunicoli scavati nella terra. Gli unici rifacimenti, di poco conto, li fece Cheremone, un eunuco del re Nectebi, cinquant'anni prima di Alessandro Magno; secondo un'ulteriore notizia della tradizione, egli avrebbe fatto armature di sostegno con travi di spina bollita nell'olio, intanto che si collocavano blocchi di pietre squadrate per le volte<ref>Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia'', XXXVI, 19.</ref>.}}
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File:Hawara-labyrinthe-photo3.jpg
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==Note==
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==Bibliografia==
*Autore anonimo-Viaggi di Pitagora-Prima edizione italiana, tomo terzo. Venezia tipografia Andreola 1.828
*Maurizio Damiano-Appia, ''Dizionario enciclopedico dell'antico Egitto e delle civiltà nubiane'', Mondadori, ISBN 88-7813-611-5
*Alan Gardiner, ''La civiltà egizia'', Einaudi, ISBN 978-88-06-18935-8
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*[[Colossi di Memnone]]
 
{{Portale|antico Egitto|archeologia}}
 
[[Categoria:Templi funerari egizi]]