Struttura non spingente: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Bending.svg|thumb|Applicazione di forze verticali su una trave sospesa]]
In [[archietturaarchitettura]] una '''struttura non spingente''' è un [[elemento architettonico]] ''"portato''" (cioécioè che non scarica il proprio peso al suolo, ma su un altro elemento) che genera unicamente [[Forza (fisica)|forze]] di spinta verso il basso ([[Compressione (meccanica)|compressione]]) sui [[sostegno (architettura)|sostegni]].
 
== Descrizione ==
Le strutture non spingenti sono le più semplici e quelle usate sin dai tempi più antichi, rispetto a quelle ''spingenti'', cioè che generano anche forze laterali verso destra e sinistra (in uso dal'epoca romana).
 
Le strutture non spingenti sono le più semplici e quelle usate sin dai tempi più antichi, rispetto a quelle ''"[[struttura spingente|spingenti'']]", cioè che generano anche forze laterali verso destra e sinistra (in uso daldall'epoca romana).
Le tipiche strutture non spingenti sono le [[architravi]], i [[solaio|solai]] e i tetti a [[capriate]]. Essendo in genere strutture che nella parte centrale sono sospese nel vuoto, esse hanno un limite di utilizzo in base al peso che vi viene appoggiato sopra e alla resistenza del materiale.
 
Le tipiche strutture non spingenti sono legli [[Architrave|architravi]], i [[solaio|solai]] e i tetti a [[capriata|capriate]]. Essendo in genere strutture che nella parte centrale sono sospese nel vuoto, esse hanno un limite di utilizzo in base al peso che vi viene appoggiato sopra e alla resistenza del materiale.
Nel tratto sospeso che le caratterizza si esercita infatti uno ''sforzo di [[flessione]]'', che tende a flettere (o a spezzare) nel punto più lontano dai sostegni. Infatti l'entità di queste forze (il ''[[modulo]]'') è più elevata a seconda del ''[[Braccio (fisica)|braccio]]'', cioé della distanza dal sostegno più vicino, mentre è nulla sul sostegno stesso (nei cosiddetti ''punti di applicazione''). Il prodotto tra il braccio e il modulo è detto [[Momento di una forza|momento]].
 
Nel tratto sospeso che le caratterizza si esercita infatti uno ''"sforzo di [[Flessione (meccanica)|flessione]]''", che tende a flettere (o a spezzare) nel punto più lontano dai sostegni. Infatti l'entità di queste forze (il ''"[[norma (matematica)|modulo]]''") è più elevata a seconda del ''"[[Braccio (fisica)|braccio]]''", cioécioè della distanza dal sostegno più vicino, mentre è nulla sul sostegno stesso (nei cosiddetti ''"punti di applicazione''"). Il prodotto tra il braccio e il modulo è dettoil [[Momentomomento di una forza|momentomeccanico]].
Il problema tipico di un'[[architrave]] è quello di calcolare il peso che sopporta e valutare il rapporto tra lunghezza e altezza da utilizzare in concreto. Talvolta nell'edilizia medievale si incontrano architravi pentagonali (con l'estremità superiore leggermente appuntita), che rinforzano il punto più debole (il centro) e incanalano il peso sui sostegni ai lati.
 
Il problema tipico di un' [[architrave]] è quello di calcolare il peso che sopporta e valutare il rapporto tra lunghezza e altezza da utilizzare in concreto. Talvolta nell'edilizia medievale si incontrano architravi pentagonali (con l'estremità superiore leggermente appuntita), che rinforzano il punto più debole (il centro) e incanalano il peso sui sostegni ai lati.
[[Categoria:teoria architettonica]]
 
== Bibliografia ==
* Giorgio Cricco e Francesco Di Teodoro, ''Itinerario nell'arte'', Zanichelli, Bologna 2003 ISBN 88-08-21740-X
* W. Müller e G. Vogel, ''Atlante di architettura'', Hoepli, Milano 1992, ISBN 88-203-1977-2
* Pevsner, Fleming e Honour, ''Dizionario di architettura'', Utet, Torino 1978 ISBN 88-06-51961-1; ristampato come ''Dizionario dei termini artistici'', Utet Tea, 1994
 
==Voci correlate==
*[[Struttura spingente]]
 
{{portale|architettura|ingegneria}}
 
[[Categoria:Ingegneria strutturale]]