Stefano Pugliese: differenze tra le versioni
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|Nome =Stefano Pugliese
|Immagine =Ammiraglio di Squadra Stefano Pugliese.jpg
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|Etnia =
|Religione =
|Nazione_servita ={{ITA 1861-1946}}<br />{{ITA}}
|Forza_armata = [[Regia Marina]]<br />[[Marina Militare Italiana]]
|Arma =
|Corpo =
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|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre =[[Guerra civile spagnola]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie = [[battaglia di Punta Stilo]]
|Comandante_di =''[[San Giorgio (incrociatore)|San Giorgio]]''<br />''[[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Raimondo Montecuccoli]]''
|Decorazioni =
|Studi_militari =[[Accademia navale]] di [[Livorno]]
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|Attività = ammiraglio
|Nazionalità = italiano
}}
Comandante dell'incrociatore corazzato ''[[San Giorgio (incrociatore)|San Giorgio]]'' durante le fasi iniziali della [[seconda guerra mondiale]], fu decorato con la [[Medaglia d'oro al valor militare]] per il coraggio dimostrato durante le fasi dell'autoaffondamento dell'unità, avvenuto a Tobruk nel gennaio 1941.
==Biografia==
Nato a Catanzaro il 12 aprile [[1901]], entrò come Allievo nell'[[Accademia navale]] di [[Livorno]] nel settembre [[1915]], conseguendo la nomina a [[Guardiamarina]] nel luglio [[1920]]. Dopo essere stato imbarcando su unità della Squadra Navale, svolgendo vari incarichi, prese parte a lunghe crociere addestrative all'estero. Conseguito il brevetto di Direttore del Tiro (D.T.) fu imbarcato su varie [[navi da battaglia]] fino al febbraio [[1934]], quando assunse il comando del nuovo [[sommergibile]] ''[[Nereide (sommergibile 1934)|Nereide]]''.<ref name=B3p47>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 47}}.</ref> Promosso [[Capitano di corvetta]] nel dicembre dello stesso anno, si imbarcò sull'[[incrociatore pesante]] ''[[Pola (incrociatore)|Pola]]''<ref name=H4p54>{{Cita|Hogg, Wiper 2004|p. 54}}.</ref> con l'incarico di 1° Direttore del Tiro. Successivamente comandò il sommergibile ''[[Balilla (sommergibile 1928)|Balilla]]''<ref name=B3p7>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2013|p. 7}}.</ref> con il quale prese parte ad alcune missioni speciali durante la [[guerra civile spagnola]].<ref name=B4p131>{{Cita|Bagnasco, Brescia 2014|p. 131}}.</ref> Promosso [[Capitano di fregata]] nel gennaio [[1939]], nel successivo mese di maggio assunse l'incarico di Comandante in seconda sull'[[incrociatore leggero]] ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'', partecipando alla [[battaglia di Punta Stilo]] al largo delle coste calabresi. Rimase imbarcato sul ''Giuseppe Garibaldi'' fino al novembre [[1940]], quando assunse il comando dell'[[incrociatore corazzato]] ''[[San Giorgio (incrociatore)|San Giorgio]]'', protagonista della difesa di [[Tobruk]] in [[Libia]].<ref name=G8p18>{{Cita|Gay 1998|p. 18}}.</ref>
[[File:Autoaffondamento.jpg|thumb|left|L'autoaffondamento dell'[[San Giorgio (incrociatore)|incrociatore San Giorgio]] al largo della costa di [[Tobruk]].]]
Nel gennaio del 1941 dopo strenui combattimenti con le unità navali e con le forze terrestri britanniche che assediavano la piazzaforte chiese l'autorizzazione a lasciare gli ormeggi ed affrontare le navi nemiche in mare. L'autorizzazione non fu concessa perché il comando italiano riteneva il ''San Giorgio'' perno della difesa della città.▼
All'atto dell'occupazione della base da parte del nemico, egli predispose l'autodistruzione della nave rimanendo a bordo fino all'esplosione finale. Ferito e catturato dagli inglesi fu decorato della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]]<ref>Creduto morte fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare con una motivazione quasi alla memoria.</ref> e promosso [[Capitano di vascello]] per meriti di guerra nel dicembre [[1942]].▼
▲Nel gennaio del [[1941]] dopo strenui combattimenti con le unità navali e con le forze terrestri britanniche che assediavano la piazzaforte chiese l'autorizzazione a lasciare gli ormeggi ed affrontare le navi nemiche in mare. L'autorizzazione non fu concessa perché il comando italiano riteneva il ''San Giorgio'' perno della difesa della città.<ref name=G8p25>{{Cita|Gay 1998|p. 25}}.</ref>
Rinchiuso nel campo di concentramento di Yol,<ref>A Yol furono rinchiusi anche [[Luigi Durand de la Penne]], [[Antonio Marceglia]] e [[Vincenzo Martellotta]] e [[Luigi Faggioni]].</ref> in [[India]], fu rmpatriato dopo la fine della guerra, ricoprendo poi vari incarichi tra i quali quello di Capo di Stato Maggiore della 5ª Divisione Navale, di comandante dell'incrociatore leggero ''[[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Raimondo Montecuccoli]]'' e quello del Deposito C.E.M.M. di Taranto.▼
▲All'atto dell'occupazione della base da parte del nemico, egli predispose l'autodistruzione della nave rimanendo a bordo fino all'esplosione finale.<ref name=G8p27>{{Cita|Gay 1998|p. 27}}.</ref> Ferito
Promosso [[Contrammiraglio]] nel gennaio [[1950]], divenne [[Ammiraglio di divisione]] nel marzo [[1954]] e [[Ammiraglio di squadra]] nel dicembre [[1957]], ricoprendo in quegli anni l'incarico di comandante D.A.T. Marina, del Comando Autonomo Marina Militare della [[Sicilia]] e quello della 2ª Divisione Navale. Destinato al Ministero Marina con l'incarico di Direttore Generale per il personale del C.E.M.M., nell'ottobre [[1959]] assunse il comando del Dipartimento M.M. dello [[Mar Ionio|Ionio]] e del [[Canale d'Otranto]]. Il 30 novembre [[1962]] divenne comandante delle forze navali NATO dell'area del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo centrale]] con [[Quartier generale]] a [[Napoli]]. Il 13 aprile [[1964]] fu posto in posizione ausiliaria per raggiunti limiti d'età, spegnendosi a [[Cirò]] ([[provincia di Catanzaro]]) il 22 agosto [[1978]].▼
▲Rinchiuso nel [[campo di concentramento]] di [[Yol (India)|Yol]],<ref>A Yol furono rinchiusi anche [[Luigi Durand de la Penne]], [[Antonio Marceglia]] e [[Vincenzo Martellotta]] e [[Luigi Faggioni]].</ref> in [[India]], fu
▲Promosso [[Contrammiraglio]] nel gennaio [[1950]], divenne [[Ammiraglio di divisione]] nel marzo [[1954]] e [[Ammiraglio di squadra]] nel dicembre [[1957]],
== Onorificenze ==
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|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=valor militare
|motivazione= ''Comandante di incrociatore corazzato di tipo antiquato, assegnato alla difesa fissa antinave e contraerea di piazzaforte marittima oltremare continuamente sottoposta all'
|luogo=Decreto C.P.S. 7 marzo 1947<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=13418&iddecorato=12998 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
}}
==Note==
==Bibliografia==
*Accademia navale, ''Annuario'', Livorno, 1980
* {{cita libro|cognome=Hogg|nome=Gordon E.|coautori=Steve Wiper|titolo=Italian Heavy Cruiser of World War II|editore=Classic Warship Publishing|città=Tucson|anno=2004|lingua=en|isbn=0-9710687-9-8|cid=Hogg,Wiper2004}}
* {{cita libro|cognome=Rossi|nome= Ubaldo Virginio|titolo=Arremba San Zorzo: vita e morte dell'incrociatore San Giorgio|editore=Ugo Mursia editore|città=Milano|anno=1976|cid=Rossi1976}}
=== Periodici ===
*{{cita pubblicazione |autore=Erminio Bagnasco|autore2=Maurizio Brescia|anno=2013|mese=novembre-dicembre|titolo=I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 2|rivista=Storia Militare Dossier|editore=Ermanno Albertelli Editore|città=Roma|numero=11|cid=Bagnasco, Brescia 2013}}
*{{cita pubblicazione |autore=Erminio Bagnasco|autore2=Maurizio Brescia|anno=2014|mese=gennaio-febbraio|titolo=I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 2|rivista=Storia Militare Dossier|editore=Ermanno Albertelli Editore|città=Roma|numero=12|cid=Bagnasco, Brescia 2014}}
*{{cita pubblicazione |autore=Franco Gay|anno=1998|mese=dicembre|titolo=Il San Giorgio a Tobruk|rivista=Storia Militare|editore=Ermanno Albertelli Editore|città=Parma|numero=63|pp=18-27|cid=Gay 1998}}
==Collegamenti esterni==
*
{{Portale|
[[Categoria:Ufficiali della Regia Marina]]
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