Max Weber: differenze tra le versioni

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{{NN|sociologia|aprile 2010}}
{{Bio
|Nome = KarlMaximilian EmilCarl MaximilianEmil
|Cognome = Weber
|PreData = in [[Lingua tedesca|tedesco]]: {{IPA|[ˈmaks ˈveːbɐ]}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Erfurt
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|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = economistasociologo
|Attività2 = sociologofilosofo
|Attività3 = filosofoeconomista
|AttivitàAltre = , [[giurista]] e [[storico]]
|Nazionalità = tedesco
|Immagine = Max Weber, 18941918.jpg
|Didascalia = Max Weber nel 18941918
}}
 
È consideratoConsiderato uno dei padri fondatori dello studio moderno della [[sociologia]] e della [[pubblica amministrazione]]., Cominciòcominciò la sua carriera accademica all'[[Humboldt Universität|Università Humboldt]] di [[Berlino]]; successivamente lavorò all'[[Università di Friburgo in Brisgovia|Università Albert Ludwigs]] di [[Friburgo in Brisgovia|Friburgo]], all'[[Università di Heidelberg]], all'[[Università di Vienna]] e all'[[Università di Monaco di Baviera]]. Personaggio influente nella politica tedesca del suo tempo, fu consigliere dei negoziatori tedeschi durante il [[Trattatotrattato di Versailles (1919)]] e della commissione incaricata di redigere la [[Costituzione di Weimar]].
 
Larga parte del suo lavoro di pensatore e studioso riguardò la razionalizzazione nell'ambito della [[sociologia della religione]] e della [[Scienza politica|sociologia politica]], ma i suoi studi diedero un contributo importante anche nel campo dell'economia. La sua opera più famosa è il saggio ''[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]'', con il quale iniziòcominciò le sue riflessioni sulla sociologia della religione. Weber sosteneva che la [[religione]] fosse una delle ragioni non esclusive per cui le culture dell'[[occidente (civiltà)|occidenteOccidente]] e dell'[[orienteAsia (civiltà)Orientale|orienteOriente]] si sono sviluppate in maniera diversa, e sottolineava l'importanza di alcune particolari caratteristiche del [[Protestantesimo]] [[ascetismo|ascetico]] che portarono allaallo nascitasviluppo del [[capitalismo]], della [[burocrazia]] e dello Stato razionale e legale nei paesi occidentaliin primo luogo europei.
 
In un'altra sua importante opera, ''[[La politica come vocazioneprofessione]]'' (''[[Politik als Beruf]]''), Weber definì lo [[Stato]] come "un'entitàquella comunità di uomini che reclama[...] pretende per sé (con successo) il monopolio sull'usodell’uso legittimo della forza fisica": una definizione divenuta centrale nello studio delle moderne [[scienze politiche]] in occidente. Ai suoi contributi più noti si fa spesso riferimento come "Tesi di Weber"Occidente.
 
== Biografia ==
[[File:Max and Marianne Weber 1894.jpg|thumb|left|Max Weber con la moglie Marianne]]
 
Il padre, Max Weber senior, fu un funzionario pubblico e uomo politico liberale; la madre, Helene Fallenstein, una [[calvinista]] moderata. Max fu il primo di sette figli, fra cui si ricorda anche il fratello [[Alfred Weber|Alfred]], di quattro anni più giovane, anch'egli sociologo ma soprattutto economista. La famiglia stimolò intellettualmente i giovani Weber fin dalla più tenera età.
 
Nel [[1882]] Max Weber si immatricolò alla facoltà di [[giurisprudenza]] dell'[[università di Heidelberg]], in cui aveva studiato pure suo padre, frequentando anche corsi di [[economia politica]], [[Storiastoria medievale|storia del Medioevo]] e [[teologia]]. Nel [[1884]] tornò nella casa paterna e si trasferì all'[[Humboldt-Universität zu Berlin|Università di Berlino]], dove ottenne nel 1889 il [[dottorato]] in giurisprudenza e nel [[1891]] la [[libera docenza]], entrambi con scritti di [[storia del diritto]] e dell'economia.
 
Dopo aver compiuto studi giuridici, economici e storici in varie università, si distinse precocemente in alcune ricerche economico-economiche e sociali svolte con il ''[[Verein für Sozialpolitik]]'', l'associazione fondata nel [[1873]] dagli [[economisti]] associati alla [[Scuolascuola storica tedesca]], cui Weber aveva aderito già nel [[1888]]. Nel 1893 sposò [[Marianne Schnitger]], più tardi femminista e sociologa, oltre che curatrice postuma delle opere del marito.
 
Fu nominato professore di economia nelle università di [[Friburgo in Brisgovia|Friburgo]] dal 1894 e di Heidelberg dal 1896. Tra il [[1897]], (anno della morte del padre,) e il [[1901]] soffrì di una un'acuta forma di [[depressione (malattia)|depressione]], tanto che dalla fine del [[1898]] alla fine del [[1902]] non poté svolgere regolare attività né didattica né scientifica (fra le cure, oltre a un soggiorno in [[sanatorio]], si ricorda un viaggio in [[Italia]]).
 
Guarito, nell'autunno [[1903]] rinunciò al posto di professore e accettò l'incarico di direttore associato del neonato ''[[Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik]]'' (''Archivio per la scienza sociale e la politica sociale''), con [[Edgar Jaffé]] e [[Werner Sombart]] come colleghi., Sudove questacomparvero rivista pubblicò ini due partisaggi nel''Über 1904die eObjektivität 1905sozialwissenschaftlicher l'articolound fondamentalesozialpolitischer Erkenntnisse''[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]''.Über Nellodie stessoprotestantische annoEthik visitòund gliden [[StatiGeist Unitides dKapitalismus''America|Stati Uniti]]. GrazieSu aquesta un'ingenterivista renditapubblicò privatain derivatadue da un'ereditàparti nel [[1907]],1904 riuscìe comunque1905 al'articolo dedicarsifondamentale liberamente a tempo pieno ai suoi studi, che spaziarono dall'economia al '[[diritto]],L'etica dalla [[filosofia]] alla [[storia comparata]]protestante e allalo sociologia,spirito senzadel essere costretto a ritornare alla docenza. La sua ricerca scientifica affrontò problemi teorico-metodologici cruciali e svolse complesse indagini storico-sociologiche sulle origini della [[civiltà occidentalecapitalismo]]''. e sul suo posto nella [[storia universale]].
 
Nello stesso anno visitò gli [[Stati Uniti d'America]]. Grazie a un'ingente rendita privata derivata da un'eredità nel 1907, riuscì comunque a dedicarsi liberamente a tempo pieno ai suoi studi, che spaziarono dall'economia al [[diritto]], dalla [[filosofia]] alla [[storia comparata]] e alla sociologia, senza essere costretto a ritornare alla docenza. La sua ricerca scientifica affrontò problemi teorico-metodologici cruciali e svolse complesse indagini storiche e sociologiche sulle origini della [[civiltà occidentale]] e sul suo posto nella [[storia universale]].
Durante la [[prima guerra mondiale]] prestò servizio come direttore degli ospedali militari di Heidelberg e al termine del conflitto tornò all'insegnamento con una cattedra di Economia, prima a [[Vienna]] e nel [[1919]] a [[Monaco di Baviera]], dove guidò il primo istituto universitario di sociologia in Germania. Nel [[1918]] fu tra i delegati dalla [[Germania]] a [[Versailles]] per la firma del [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di pace]] e fu consulente dei redattori della [[Costituzione]] della [[Repubblica di Weimar]]. Morì nel [[1920]], colpito dalla grande [[epidemia]] postbellica dell'[[influenza spagnola]]. In [[Italia]] il suo nome cominciò a diventare noto con la traduzione di "Parlamento e governo" a opera di [[Benedetto Croce]].
 
L'interpretazione di Max Weber vede nel protestantesimo la chiave di volta riguardante la scienza, l'economia e la politica. L'etica [[Giovanni Calvino|calvinista]] proclamava la virtù del lavoro e il peccato della pigrizia e, in aggiunta a ciò, Alanson Lloyd Moote ricorda l'interessante lavoro degli storici marxisti della visione dei destini umani collegata ai fattori socio-economici.<ref>{{cita pubblicazione |nome= A.Lloyd Moote |titolo=The Seventeenth Century. Europe in Ferment |editore= D.C. Heath and Company|città= United States of America |anno= 1970|pp= VII - X e 10|lingua=en}}</ref>
 
Durante la [[prima guerra mondiale]] prestò servizio come direttore degli ospedali militari di Heidelberg e al termine del conflitto tornò all'insegnamento con una cattedra di Economia, prima a [[Vienna]] e nel 1919 a [[Monaco di Baviera]], dove guidò il primo istituto universitario di sociologia in Germania. Nel 1918 fu tra i delegati dalla [[Repubblica di Weimar|Germania]] a [[Versailles]] per la firma del [[Trattato di Versailles|trattato di pace]] e fu consulente dei redattori della [[Costituzione di Weimar]], dopo esser stato tra i fondatori del [[Partito Democratico Tedesco]] (DDP) ed essersi candidato, senza successo, all'[[Assemblea nazionale costituente tedesca|Assemblea costituente]]. Morì nel 1920, colpito dalla grande [[epidemia]] postbellica dell'[[influenza spagnola]]. In [[Italia]] il suo nome cominciò a diventare noto con la traduzione di ''Parlamento e Governo'' a opera di [[Benedetto Croce]].
 
== Studi e ricerche sociologiche e politiche ==
{{Vedi anche|L'etica protestante e lo spirito del capitalismo}}
 
Benché in vita fosse considerato uno storico e un economista, Max Weber è considerato uno dei fondatori della sociologia moderna, assieme a [[Karl Marx]] ed [[Émile Durkheim]]. Mentre Durkheim, seguendo [[Auguste Comte|Comte]], apparteneva alla tradizione [[positivismo|positivista]], Weber, come Sombart, avviò la tradizione [[ermeneutica]] nelle [[scienze sociali]], una rivoluzione antipositivistica, in quanto sottolineava la differenza tra scienze naturali e scienze sociali, attribuendola al ruolo delle azioni sociali umane. Molte delle sue opere furono raccolte, riviste e pubblicate dopo la sua morte. Interpretazioni fondamentali furono prodotte da grandi sociologi come [[Talcott Parsons]] e [[C. Wright Mills]].
 
Buona parte della ricerca di Weber si concentrò sullo sviluppo del [[capitalismo]] moderno. Subì l'influenza di [[Karl Marx]], ma ne criticò molti aspetti: respinse, ad esempio, la concezione [[Materialismo storico|materialistica]] della [[storia]] e attribuì una minore importanza al [[Prospettiva del conflitto|conflitto di classe]]. Secondo Weber, infatti, le idee ede i valori influiscono sulla [[società umana|società]] allo stesso modo delle condizioni economiche. Egli cerca di indagare su quali basi il [[potere]] politico esercitato all'interno di uno [[Stato]] riesca a legittimarsi creando forme di [[consenso]].
 
La problematica della natura e dell'origine del capitalismo era largamente dibattutodibattuta nella cultura tedesca degli ultimi anni dell'[[XIX secolo|Ottocento]], soprattutto a partire da Marx. Erano stati da poco pubblicati da [[Friedrich Engels|Engels]] il secondo e il terzo libro de ''[[Il Capitale|Il capitale]]'' di Marx, e le [[marxismo|teorie marxiste]] cominciavano a essere considerate con molta attenzione da economisti e storici, sia per confutarle, sia per avvalorarle. Weber giungeva all'analisi del capitalismo moderno dall'analisi del capitalismo antico, che era stato oggetto dei suoi studi di [[economia politica]].
 
Weber riconosceva il carattere del capitalismo moderno nel razionalismo economico, concepito come l'aspetto economico di un più generale processo di razionalizzazione, che comportava l'organizzazione razionale dell'[[impresa]], la tendenza razionale al [[profitto]] sulla base del calcolo del [[Capitale (economia)|capitale]], la redazione di [[Bilancio d'esercizio|bilanci]] preventivi e consuntivi, la separazione tra impresa e amministrazione domestica, l'impiego del lavoro libero, l'esistenza di un libero [[mercato]]. Ma accantoAccanto a questi elementi, però, egli indicava un aspetto che, dal punto di vista marxista, si direbbe sovrastrutturale: lo "spirito del capitalismo", ovvero una specifica mentalità economica che, secondo Weber, affonda le sue radici nel terreno della religione.
 
Il problema di Weber è quello di spiegare "il particolare carattere del capitalismo occidentale e, in seno a questo, di quello moderno, e le sue origini". Non era nuova l'osservazione, anzi la constatazione, del più avanzato grado di [[sviluppo economico]] e civile in generale della società in cui si erano diffuse le confessioni [[Riforma protestante|riformate]]. Weber ne trae spunto per impostare la sua nuova tesi del rapporto tra la mentalità capitalistica e l'[[etica]] protestante, in particolare del [[calvinismo]]. Il credente di queste confessioni - convinto che la sua salvezza o la sua dannazione siano decretate da [[Dio]] e dall'eternità e non dipendono dalle sue opere - cerca una conferma della [[grazia divina]], e la trova nel successo economico. Il compimento del proprio volere nel mondo è voluto da Dio ad accrescimento della sua gloria nella sua rinascita è un segno della "grazia". Si caricano, quindi, di significato religioso l'operosità, lo zelo, la coscienza rigorosa e severa, che si traducono nella concezione della [[professione]] come vocazione e in una condotta di vita metodica.
 
Il credente di queste confessioni - convinto che la sua salvezza o la sua dannazione siano decretate da [[Dio]] e dall'eternità e non dipendono dalle sue opere - cerca una conferma della [[grazia divina]], e la trova nel successo economico. Il compimento del proprio volere nel mondo è voluto da Dio ad accrescimento della sua gloria ("ad maiorem Dei gloriam") ed è un segno della "grazia". Si caricano, quindi, di significato religioso l'operosità, lo zelo, la coscienza rigorosa e severa, che si traducono nella concezione della [[professione]] come vocazione e in una condotta di vita metodica.
Weber prende in esame i protestanti e il loro grande successo economico a partire dal [[XVI secolo|Cinquecento]]. Il termine chiave per capire questo fenomeno è il termine [[lingua tedesca|tedesco]] ''Beruf'', che significa tanto "[[vocazione]]" quanto "[[lavoro]]", termine che non ha un corrispettivo nella [[lingua italiana]], caratterizzata dal retaggio [[cattolicesimo|cattolico]] nella cui etica non viene considerato per il raggiungimento della grazia il ruolo, o il semplice "mestiere" che Dio ha assegnato ad ogni individuo nella società. Per i protestanti la [[Salvezza (Bibbia)|salvezza]] è decretata da Dio (giustificazione per [[fede]]) e non si ottiene in virtù delle proprie opere; un indizio per capire se si sarà o meno salvati è il successo professionale che si ha nel corso della vita, come se dal successo nel lavoro si potesse avvertire il proprio essere graditi a Dio. Sicché quella che il protestante compie è un'autentica "[[ascesi]] intramondana", per cui egli è strumento di Dio nel mondo: chi lavora con dedizione per tutta la propria vita e riscuote grande successo può ritenersi salvo. Da ciò nasce secondo Weber il capitalismo moderno, non già da particolari condizioni materiali, storiche ed economiche, come sosteneva Marx.
 
Weber prende in esame i protestanti e il loro grande successo economico a partire dal [[XVI secolo|Cinquecento]]. Il termine chiave per capire questo fenomeno è il termine [[lingua tedesca|tedesco]] ''Beruf'', che significa tanto "[[vocazione]]" quanto "[[lavoro]]", termine che non ha un corrispettivo nella [[lingua italiana]] - mentre ce l'ha l'inglese "vocation"- caratterizzata dal retaggio [[cattolicesimo|cattolico]] nella cui etica non viene considerato per il raggiungimento della grazia il ruolo, o il semplice "mestiere" che Dio ha assegnato a ogni individuo nella società.
La teoria weberiana dell'origine dello spirito capitalistico rovescia le teorie marxiste del rapporto tra [[struttura e sovrastruttura|struttura economica e sovrastruttura]]; del resto, Weber aveva già polemizzato con la [[materialismo|concezione materialista]] della storia negli scritti metodologici. Bisogna però sottolineare che l'opera di Weber non si propone neppure di sostenere un qualsivoglia primato di fattori spirituali su quelli materiali. Dalla sua ricerca egli trae la conclusione che vi è uno stretto rapporto tra lo sviluppo del capitalismo moderno e l'etica economica del protestantesimo. Alla stessa conclusione giungeva per via negativa, mostrando negli studi sull'etica economica delle religioni universali ([[confucianesimo]], [[taoismo]], [[induismo]]) raccolti poi nella postuma "Sociologia della religione", come in nessun'altra [[civiltà]] che non fosse l'Occidente moderno si sia verificata una correlazione come quella che si è stabilita tra etica protestante e mentalità capitalistica.
 
Per i protestanti la [[Salvezza (religione)|salvezza]] è decretata da Dio (giustificazione per [[fede]]) e non si ottiene in virtù delle proprie opere; un indizio per capire se si sarà o meno salvati è il successo professionale che si ha nel corso della vita, come se dal successo nel lavoro si potesse avvertire il proprio essere graditi a Dio. Sicché quella che il protestante compie è un'autentica "[[ascesi]] intramondana" ("innerweltliche Askese"), per cui egli è strumento di Dio nel mondo: chi lavora con dedizione per tutta la propria vita e riscuote grande successo può ritenersi salvo. Da ciò nasce secondo Weber il capitalismo moderno, non già da particolari condizioni materiali, storiche ed economiche, come sosteneva Marx.
 
La teoria weberiana dell'origine dello spirito capitalistico rovescia la teoria marxiana del rapporto tra [[struttura e sovrastruttura|struttura economica e sovrastruttura]]; del resto, Weber aveva già polemizzato con la [[materialismo|concezione materialistica]] della storia negli scritti metodologici. Bisogna però sottolineare che l'opera di Weber non si propone neppure di sostenere un qualsivoglia primato dei fattori spirituali su quelli materiali.
 
Dalla sua ricerca egli trae la conclusione che vi è uno stretto rapporto tra lo sviluppo del capitalismo moderno e l'etica economica del protestantesimo. Alla stessa conclusione giungeva per via negativa, mostrando negli studi sull'etica economica delle religioni universali ([[confucianesimo]], [[taoismo]], [[induismo]]) raccolti poi nella postuma "Sociologia della religione", come in nessun'altra [[civiltà]] che non fosse l'Europa moderna in primo luogo, si sia verificata una correlazione come quella che si è stabilita tra etica protestante e mentalità capitalistica.
 
Importante il suo intervento nel campo della [[sociologia urbana]]. Nelle sue analisi, la questione che la vita sociale nelle metropoli industriali sia largamente dominata dal pensiero razionale viene tematizzata in modo più completo. Per Weber la [[città]] è essenzialmente uno spazio economico: in quanto luogo dominante del [[consumo]], della [[produzione]] e del [[commercio]]; in quanto è in città che si concentrano le funzioni di controllo del [[sistema economico]].
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Dalle trattazioni di Weber emerge anche un concetto generale di cui si servì per lo sviluppo delle sue teorie: è quello di ''concetto ideale'' o ''[[idealtipo]]'', modello d'interpretazione dei [[fenomeno|fenomeni]] scaturito dall'analisi di realtà concrete. Spesso è un termine estratto dal suo contesto culturale e/o storico che, applicato a realtà diverse, permette di individuarne tratti comuni apparentemente dissimili. Ne sono un esempio termini ricorrenti nello studio delle religioni come [[sacrificio]], [[Mana]] o [[Dema]]. I concetti ''idealtipici'' sono utili per spiegare i condizionamenti della realtà.
 
=== Etica e politica ===
=== L'etica protestante e lo spirito del capitalismo ===
Weber è interessato allo studio della politica intesa come studio dell'agire umano, gli interessa sapere che cosa spinge l'individuo a interessarsi della politica. La politica è scontro, non è [[morale]]: chi si vuole occupare di politica deve mettere in preventivo che essa è [[competizione]], è sconfiggere l'avversario. La potenza in politica è responsabilità di compiere le scelte più opportune.
{{Vedi anche|L'etica protestante e lo spirito del capitalismo|Protestantesimo e capitalismo}}
 
Weber è interessato allo studio della politica intesa come studio dell'agire umano, gli interessa sapere che cosa spinge l'individuo a interessarsi della politica. La politica è scontro, non è [[morale]]: chi si vuole occupare di politica deve mettere in preventivo che essa è [[competizione]], è sconfiggere l'avversario. La potenza in politica è responsabilità di compiere le scelte più opportune. La politica si compie attraverso il [[potere]] che necessita di essere legittimato. Esistono tre forme di legittimazione del potere, le prime due classiche, la terza introdotta dallo stesso Weber: l'[[autorità]] della [[legalità]] (i doveri sono normativizzati, riconosciamo che esistono delle leggi e vi obbediamo), l'autorità tradizionale (esiste una [[dinastia]] e i sudditi per tradizione sono abituati ad obbedirvi, è una legittimazione che viene dal passato), l'autorità del [[carisma (psicologia)|carisma]] (peculiarità individuale di natura straordinaria, che appartiene solo ad alcuni).
 
Weber auspica che la politica non sia il punto di arrivo per individui [[opportunismo|opportunisti]] ma che sia data in mano a persone consapevoli e preparate, a persone che hanno una certa professionalità. Weber distingue tra politici d'occasione e politici di professione: i primi siamo noi quando mettiamo la scheda nell'urna; i secondi possono vivere per la politica (non hanno necessità di trarre [[Rendita (economia)|rendite]] da essa, la praticano con passione e impegno), o vivere di politica (sfruttano la politica per costituire a proprio favore delle rendite, tale sfruttamento non va visto comunque in chiave esclusivamente negativa). I [[funzionario|funzionari]], che vivono di politica, spesso svolgono egregiamente il proprio lavoro.
 
====Etica dei principi e etica della responsabilità====
La politica non è morale ma include anche un orientamento etico, ci sono due etiche che muovono l'agire politico: l'etica dell'intenzione (o della convinzione) e l'etica della [[responsabilità]]. Il politico che segue l'etica dell'intenzione agisce seguendo delle norme di valore in maniera pedissequa; ad esempio il politico cristiano indirizzato a quest'etica seguirà norme cristiane anche quando si dimostreranno inadatte al contesto del tempo: se il mondo va diversamente da come lui crede se ne lava le mani, continua a seguire i suoi valori, non è questo un modo adatto di ragionare. Il vero politico deve al contrario seguire (almeno in maniera preponderante) l'etica della responsabilità: ogni fatto che avviene nella società produce delle conseguenze, alle quali il politico si deve adattare; se ciò che sta accadendo si discosta dai suoi [[dogma|dogmi]] esso deve, in qualche modo, mediare.
La politica non è morale ma include anche un orientamento etico, ci sono due etiche che muovono l'agire politico: l'etica dell'intenzione ("Gesinnungsethik" o della convinzione, o "dei principi") e l'etica della [[responsabilità]] ("Verantwortungsethik"). Il politico che segue l'etica dell'intenzione agisce seguendo delle norme di valore in maniera pedissequa; ad esempio il politico cristiano indirizzato a quest'etica seguirà norme cristiane anche quando si dimostreranno inadatte al contesto del tempo: se il mondo va diversamente da come lui crede continua a seguire i suoi valori. Il vero politico deve al contrario seguire (almeno in maniera preponderante) l'etica della responsabilità: ogni fatto che avviene nella società produce delle conseguenze, alle quali il politico si deve adattare; se ciò che sta accadendo si discosta dai suoi [[dogma|dogmi]] esso deve, in qualche modo, mediare.
 
Chi agisce in questo modo fa politica in maniera [[Realismo (filosofia)|realista]]; sa che la politica è anche fatta di azioni non morali (la politica non è moralità), sa che "bisogna sporcarsi le mani" e che la politica "non è nata ad Assisi". [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] ci ha insegnato non che "il fine giustifica i mezzi", bensì che di fine in politica ne esiste solo uno, e dunque chi vuole perseguirlo non può avere remore nello sporcarsi l'anima. Tuttavia, Weber mette in guardia gli aspiranti politici dall'essere eccessivamente "spregiudicati" e "machiavellici", poiché una politica totalmente priva di ideali può sconfinare nel cinismo e, quindi, nella disaffezione del cittadino per le istituzioni statali. Le due etiche possono stare in commistione, ma di fronte a un problema il politico deve propendere preferibilmente per l'etica della responsabilità, al fine di trovare comunque una soluzione vantaggiosa per la comunità nel suo insieme.
 
=== ''Parlamento e governo'' e ''Sociologia del potere'' ===
{{vedi anche|Autorità carismatica}}
In ''Parlamento e governo'' Weber difende a spada tratta il [[parlamento]]; la polemica è contro [[Otto von Bismarck|Bismarck]], reo di aver trasformato il parlamento in un luogo esclusivamente [[burocrazia|burocratico]]. Il parlamento deve essere, invece, un luogo fondamentale della [[democrazia]]. Il parlamento è il luogo deputato a fare emergere le ''[[Élite (sociologia)|élite]]'': gli uomini migliori si faranno in parlamento. Chi governa fa parte di una minoranza ristrettissima, composta da pochi elementi, che deve però emergere dal parlamento.

La centralità del parlamento deve essere assoluta: qui si deve svolgere la lotta (pacifica), qui deve venir fuori il ''[[Leadership|leader]]'' (il parlamento non è affatto antitetico al carisma). Il parlamento è utile perché, una volta selezionato il ''leader'' carismatico, pone comunque i limiti della [[legalità]] [[costituzione|costituzionale]] - il parlamento ha, quindi, una funzione di controllo del parlamento. La figura del leader carismatico si può ricondurre benissimo alla democrazia; potrebbe esserci una certa degenerazione verso il [[plebiscito|plebiscitarismo]], ma se il parlamento funziona bene continuerà a svolgere il proprio ruolo di filtro tra [[Massa (sociologia)|massa]] e [[governo]]. Il ''leader'' carismatico è colui che riesce a realizzare una sorta di sintesi fra le diverse voci che gli provengono dalla collettività, rappresentandole in parlamento.
 
Analizzando ''Sociologia del potere'' si possono trarre svariati tratti caratterizzanti la forma di legittimazione carismatica.
Il [[popolo]] è portato affettivamente a sottomettersi al carisma del signore, il quale è dotato di virtù soprannaturali (eroismo, etcecc.) che non sono mai esistite. La sottomissione avviene in maniera emozionale e non razionale. Appena perde le sue qualità, il popolo non obbedisce più all'[[eroe]] carismatico che perde di colpo il suo potere; se le masse non percepiscono più come tale il suo potere, questo "duce" cade immediatamente.

Occuperanno quindi gli alti posti della burocrazia coloro che sono stati sempre vicino al loro ''leader''. Viene così meno sia il concetto razionale di [[competenza]] (tipico della legittimazione legale), sia il concetto di privilegiamentoprivilegio del [[ceto sociale|ceto]] (tipico della legittimazione tradizionale). Non c'è razionalità nella scansione burocratica di uno Stato carismatico: i compiti vengono tolti e affidati di volta in volta sulla base della volontà del capo. Siamo noi dominati che scegliamo il nostro dominante; Weber è in tal senso "profetico": [[Benito Mussolini|Mussolini]] e [[Hitler]] sonoè andatiandato al potere attraverso [[elezione|elezioni]] regolari (seppur caratterizzate da episodi di violenza, censura e oppressione). Rispetto ai ''leader'' carismatici è fondamentale il ruolo del parlamento che svolge funzione di controllo e di filtro.
 
Tre punti importanti che traspaiono dalla lettura di ''Parlamento e governo'' del [[1918]] sono:
* Frequenti critiche a Bismarck (che esautorava il ruolo del parlamento). Chi deve andare a governare la cosa pubblica deve vincere una lotta, che è considerata positivamente da Weber;
* Il [[presidente della repubblica]] o il [[monarca]] devono affidare il compito di governare a colui che è uscito vincitore dalla lotta parlamentare. Continuo ritorno nel testo dell'elemento della lotta politica, che è bene che si svolga in parlamento (sarà così contrasto di idee, non violenza): "per il politico moderno la vera palestra è il parlamento";
* È fondamentale che i ''leader'' si formino in parlamento: in esso si instaurerà un dibattito fra i leader, che sono le uniche figure (fra tutti i parlamentari) che contano veramente. Questo non è un fatto negativo: l'importante è che il ''leader'' sia tale in quanto lo merita, e può dimostrare di meritare l'appartenenza al suo ''status'' solo attraverso l'attività parlamentare.
 
SeTornando si leggealla ''La politica come professione e come vocazione'', è possibileutile enucleareribadire alcune caratteristiche concernenti la politica professionale. La politica come [[professione]] non è aperta a tutti, bensì è per natura riservata ad alcune élite: per fare politica "cisono vuolenecessarie undelle fisicocompetenze bestiale"specifiche. La politica è una professione, non solo perché si riceve uno stipendio, ma perché si crede di avere delle capacità, delle competenze da mettere in campo. La politica è anche [[vocazione]], dedizione appassionata a una causa.
 
Tornando, invece, alla (più apparente che sostanziale) dicotomia etica dell'intenzione-etica della responsabilità, va notato che l'agire secondo responsabilità implica spesso il raggiungimento di un buon fine previo l'utilizzo di un cattivo mezzo. Il politico deve sapere che facendo politica si "sporcherà l'anima e le mani". Se mi voglio occupare professionalmente di politica non andrò in paradiso; non andrò in paradiso, perché, se così fosse, vorrebbe dire che mi affiderei esclusivamente all'etica dell'intenzione, rischiando così di non giungere a nulla di concreto.
 
== Opere ==
Le opere di Max Weber possono essere classificate in quattro categorie<ref name = Reale>{{Cita|G.Reale, D.Antiseri, Storia della filosofia, Vol. IX, IV - Weber, 2010}}.</ref>:
* ''Sulla storia delle città mercantili nel Medioevo'', 1889
=== Studi storici ===
* ''La storia agraria romana nel suo significato per il diritto pubblico e privato'', 1891
* ''Sulla storia delle società commerciali nel Medioevo'' (''Zur Geschichte der Handelsgesellschaften im Mittelalter''), 1889
* ''Le relazioni dei lavoratori della terra nella Germania orientale'',1892
* ''La storia agraria romana nel suo significato per il diritto pubblico e privato'' (''Die römische Agrargeschichte in ihrer Bedeutung für das Staats- und Privatrecht''), 1891
* ''Roscher e Knies e il problema logico dell'economia politica-storica'', 1903-6
* ''Le relazioni dei lavoratori della terra nella Germania orientale'' (''Die Verhältnisse der Landarbeiter im ostelbischen Deutschland''), 1892
* ''L'oggettività conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale'', 1904
* ''I rapporti agrari nell'antichità'' (''Agrarverhältnisse im Altertum''), 1909
* ''[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]'', 1904-5
 
* ''Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo'', 1906
*=== ''Studi criticidi sulla logica delle scienze esociologia della cultura'',religione 1906===
* ''[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]'' (''Die protestantische Ethik und der Geist des Kapitalismus''), 1904-5
* ''I rapporti agrari nell'antichità'', 1909
* ''Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo'' (''Die protestantischen Sekten und der Geist des Kapitalismus''), 1906
* ''Su alcune categorie della sociologia comprendente'', 1913
* ''L'etica economica delle religioni mondiali'' (''Die Wirtschaftsethik der Weltreligionen''), 1916
* ''Scritti di sociologia della religione'' (''Gesammelte Aufsätze zur Religionssoziologie''), 3 voll., 1920-1921
* ''Il significato della avalutatività delle scienze sociologiche ed economiche'', 1917
 
* ''Parlamento e governo nel nuovo ordinamento della Germania'', 1918
=== Trattati di sociologia generale ===
* ''La politica e la scienza come professioni'', 1919
* ''Economia e società'' (''Wirtschaft und Gesellschaft''), 1922 (postumo)
* ''La scienza come vocazione'', 1919
 
* ''Il metodo delle scienze storico-sociali'', 1922 (postumo)
=== Scritti di metodologia delle scienze storico-sociali ===
* ''[[Economia e società]]'', 1922 (postumo)
* ''Roscher e Knies e il problema logico dell'economia politica-storica'' (''Roscher und Knies und die logischen Probleme der historischen Nationalökonomie''), 1903-6
* ''L'oggettività conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale'' (''Die "Objektivität sozialwissenschaftlicher und sozialpolitischer Erkenntnis''), sulla rivista tedesca "Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik" 1904
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== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
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* Joachim Radkau, ''Max Weber. A Biography'', Polity, 2009.
* {{Cita libro |titolo = Da Nietzsche al Neoidealismo |autore = Giovanni Reale |wkautore = Giovanni Reale |autore2 = Dario Antiseri |wkautore2 = Dario Antiseri |altri = con la collaborazione di Vincenzo Cicero |editore = Bompiani
|città = Milano |anno = 2010 |lingua = it |volume = IX |opera = Storia della filosofia dalle origini a oggi |capitolo = Parte quarta - Weber: Il metodo delle scienze storico-sociali e il disincantamento del mondo |ISBN = 978-88-452-6442-9 |cid = G.Reale, D.Antiseri, Storia della filosofia, Vol. IX, IV - Weber, 2010 }}
* Guenther Roth, ''Max Webers deutsch-englische Familiengeschichte''. J.C.B. Mohr (Paul Siebeck), 2001. ISBN 3-16-147557-7.
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* Francesco Tuccari, ''Carisma e leadership nel pensiero di Max Weber'', Milano, FrancoAngeli, 1991.
* Francesco Tuccari, ''I dilemmi della democrazia moderna. Max Weber e Robert Michels'', Roma-Bari, Laterza, 1993.
* [[Marianne Weber (sociologa)|Marianne Weber]] (1926/1988). ''Max Weber: Una biografia''. Bologna, Il Mulino, 1995. ISBN 978-88-15047861
 
== Voci correlate ==
* [[Burocrazia]]
* [[Città]]
* [[Disincantamento del mondo]]
* [[Entzauberung]]
* [[Filosofia dei valori]]
* [[Patrimonialismo]]
* [[Politica]]
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* [[Sociologia]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.comesipronuncia.it/pronuncia.php?id_pronuncia=2461 Ascolta il nome]
* {{SEP|weber|Max Weber|Sung Ho Kim}}
* [http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuola/area_scienze_umane/archivio/weber/index.htm Treccani scuola: Max Weber tra etica e politica]
* {{cita web|url=http://www.filosofia.rai.it/articoli/palma-economia-e-società-di-weber/15159/default.aspx|titolo=Economia e società di Weber, sul portale RAI Filosofia}}
* [http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=752&Guid=bf248d42c7c8468da723af8814e33e36 Intervista a Jurij Davydov sul pensiero di Max Weber e i caratteri fondamentali della sua sociologia.] L'intervista fa parte dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche.
* [http://www.filosofia.rai.it/articoli/palma-economia-e-società-di-weber/15159/default.aspx Economia e società di Weber, sul portale RAI Filosofia]
 
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