Metodo Photolangage: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Recupero di 1 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i.) #IABot (v2.0.9.5 |
||
(53 versioni intermedie di 20 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{W|fotografia|dicembre 2015}}
'''Photolangage''' è un termine francese che significa “Foto-linguaggio”. Esso fa riferimento al metodo usato per fare interviste tramite l'uso di immagini e, allo stesso tempo, ai dossier di foto costruiti appositamente.▼
▲Photolangage è un termine francese che significa “Foto-linguaggio”. Esso fa riferimento al metodo usato per fare interviste tramite l'uso di immagini e, allo stesso tempo, ai dossier di foto costruiti appositamente.
==Storia del Photolangage==
Il Photolangage nasce in [[Francia]], a [[Lione]], nel 1968 grazie a [[Pierre Babin]], formatore, [[Alain Baptiste]], psicosociologo e [[Claire Belisle]] psicologa.
Essi decisero di utilizzare una serie di immagini durante una seduta con degli adolescenti per aiutarli ad esprimersi. Usare questo metodo li portava ad usare la foto come tramite per raccontare se stessi, parlavano di sé indirettamente e non dovevano concentrare lo sguardo persone presenti.
Visti i buoni risultati vennero ufficialmente pubblicati dei dossier di foto suddivise in tematiche e si decise di utilizzare questo metodo anche alla formazione degli adulti
==Photolangage come dossier di immagini==
I dossier ufficialmente pubblicati finora per il Photolangage sono nove in tavole [[elio]] (16×23,5 cm) del 1968 (edizioni [[Chalet]]) e uno di quarantotto foto di fotografi famosi (18 x 24 cm) del 1991 (Les Editions d'[[Organisation]]).
Le tematiche dei dossier disponibili oggi sono: Gruppi; Lavoro, economia, tempo libero, relazioni umane;Formazione e sviluppo personale; Donne in divenire; Corpo e comunicazione; Dalle scelte personali alle scelte professionali; Salute e prevenzione; Situazioni limite; Valori in discussione; Celebrare la vita; Adolescenza e sessualità, quest'ultimo a colori.
Attualmente questi cataloghi non sono distribuiti nelle librerie ma è necessario rivolgersi al sito ufficiale del metodo (www.photolangage.com) o agli animatori che ne sono già in possesso.
==Photolangage come metodologia di gruppo==
Quando nel Photolangage
Ogni incontro, solitamente
Ad ogni incontro, la consegna varia
È importante ricordare che in questo metodo, il ruolo dell'animatore può essere considerato attivo poiché egli partecipa al gioco; è fondamentale questo aspetto in quanto è di aiuto nella dinamica di gruppo, sostiene i partecipanti nel tollerare l'ansia che inizialmente si potrebbe creare. Gli animatori si mettono in gioco per accelerare l'apertura nel dialogo dei partecipanti, per favorire il racconto delle loro esperienze e lasciar esprimere le [[emozioni]] che provano. Il primo contatto con persone sconosciute è normale che crei disagio e paura di essere giudicati, questa modalità offre quindi ai partecipanti di identificarsi con gli animatori ed essere stimolati nell'interazione con il gruppo.▼
▲È importante ricordare che in questo metodo, il ruolo dell'animatore può essere considerato attivo poiché egli partecipa al gioco; è fondamentale questo aspetto in quanto è di aiuto nella dinamica di gruppo, sostiene i partecipanti nel tollerare l'ansia che inizialmente si potrebbe creare. Gli animatori si mettono in gioco per accelerare l'apertura nel dialogo dei partecipanti, per favorire il racconto delle loro esperienze e lasciar esprimere le emozioni che provano. Il primo contatto con persone sconosciute è normale che crei disagio e paura di essere giudicati, questa modalità offre quindi ai partecipanti di identificarsi con gli animatori ed essere stimolati nell'interazione con il gruppo.
===Svolgimento di una seduta di gruppo===
Una seduta di gruppo necessita la disponibilità di due spazi con caratteristiche specifiche. Ogni ambiente prevede un momento particolare della seduta.
Prima di tutto
Il partecipante sceglie
Una volta trovata la foto il partecipante si siede nel cerchio di sedie ad aspettare che tutti abbiano scelto. Quando il cerchio è completo
Qui inizia il secondo momento della seduta la
Il racconto scaturito dalla narrazione della foto è simile a quello poetico, e facilita la comunicazione. Attraverso questa narrazione emergono punti di vista diversi su una stessa immagine, arricchendo così ogni partecipante.
Il soggetto si riconosce nella foto scelta, ma può trovarsi o scontrarsi con
Il fatto che seduto in cerchio vi sia anche
===Obiettivi specifici del metodo===
Gli obiettivi specifici del Photolangage:
# permettono la
# guidano il soggetto a prendere coscienza del proprio punto di vista:
# attraverso la scelta di
# oltre alla presentazione di sé emerge anche la rappresentazione che ognuno ha del soggetto/problema/tema proposto. Possono inoltre emergere degli [[stereotipi]] e una discussione su ciò che rappresentano per i partecipanti.
In sintesi
Questo metodo facilita enormemente la presa di parola di fronte al gruppo, aiuta il soggetto ad avvenire, sostiene il suo pensiero, la sua creatività. Sostiene inoltre le interazioni, in particolare le produzioni immaginarie nella loro dimensione individuale e gruppale, favorendo anche gli scambi identificatori.
===L'animatore-formatore===
==Note==▼
Il photolangage viene usato in vari ambiti nei quali è prevista la presenza di un animatore/ formatore addetto alle direttive del lavoro in modo che i partecipanti siano sereni e non si sentano in imbarazzo.
<references/> ▼
È fondamentale il suo ruolo poiché è lui stesso che gestisce e coordina la seduta, quindi deve sapersi mettere al pari dei protagonisti senza giudicarli. L'animatore deve essere in grado di creare la giusta armonia nel gruppo affinché tutti si sentano liberi di esprimere le loro idee, senza uscire dal tema, e che siano in grado di ascoltare le opinioni di tutti i componenti del gruppo; deve essere all'altezza di portare i dialoghi ad un livello profondo, senza lasciare che si rimanga in superficie.
Per ricoprire questo ruolo, chiunque deve fare una [[formazione]] specifica e avere basi di [[sociologia]], [[psicologia]] e psicodinamica dei gruppi per riuscire a gestire le complesse dinamiche intrapsichiche e intersoggettive che possono scaturire da un metodo così specifico e che attiva delle emozioni anche impreviste.
Alcuni suggerimenti, che gli inventori del metodo danno, sono quelli di non esagerare troppo con immagini e video, di non dimenticare mai il [[codice deontologico]] e il rispetto verso la persona perché non bisogna cercare di manipolarla al fine di farsi dire le sue emozioni più profonde, bensì accompagnarla e seguirla lungo gli effetti che questo metodo può far nascere. Un ultimo suggerimento è quello di porre molta attenzione alla scelta accurata delle foto: è stato riscontrato che alcune persone si legano talmente tanto a un'immagine da portarsela a casa per continuare a lavorare dentro di loro o anche solo per ricordarsi l'esperienza vissuta.
I fautori del metodo inoltre sottolineano:<ref>Si consiglia che l'animatore-formatore intervenga personalmente nel lavoro scegliendo anch'egli delle fotografie che gli permetteranno di mettersi in gioco, di compromettersi rivelando le sue reazioni personali tanto quanto i partecipanti: non è sicuramente il luogo di una ' 'lectio magistralis' '. {{cita web |url=http://www.photolangage.com/presentation.php |titolo=Copia archiviata |accesso=30 dicembre 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222162535/http://www.photolangage.com/presentation.php |dataarchivio=22 dicembre 2015 }}</ref>; aggiungono ancora che è consigliabile per l'animatore non prendere appunti nel momento stesso dell'attività, ma alla fine della stessa, per non perdere l'attenzione.
Gli obiettivi dell'attività saranno raggiunti se i protagonisti crederanno in questa esperienza e se l'animatore sarà capace di condurre la seduta.
Volendo riassumere il lavoro dell'animatore, i suoi compiti fondamentali sono i seguenti:
scegliere foto, numero e tipo, a seconda del tema da sviluppare;
presentare progetto e obiettivi al gruppo specificando che non ci sono immagini o letture giuste o sbagliate e che egli non è un interprete delle scelte e delle parole dei partecipanti ma un facilitatore delle interazioni;
formulare e porre la domanda-stimolo definendo quante immagini possono essere scelte;
fare attenzione al tempo facendo sì che venga rispettato quello accordato ma che allo stesso tempo tutti abbiano lo spazio necessario alla riflessione, alla scelta e alla preparazione di ciò che vogliono raccontare
fare attenzione che le immagini non vengano conservate dai partecipanti;
regolare gli scambi tra i partecipanti aiutando ciascuno a farsi ascoltare e comprendere dagli altri evitando che si resti a un livello generalizzato;
controllare le reazioni, canalizzare le emozioni e dirigerle verso l'obiettivo perché non si esca troppo dal seminato;
intervenire personalmente nel lavoro, situandosi, compromettendosi e comunicando con il massimo dell'autenticità;
fare un'analisi del lavoro di gruppo chiedendo ai partecipanti come hanno vissuto l'esperienza e cosa hanno evocato le immagini.
▲==Note==
==Bibliografia==
*{{fr}} A. Baptiste, C. Belisle, J.M. Pechenart, C. Vacheret, ''Photolangage. Une Méthode pour communiquer en groupe par la photo'', Paris, Les Editions d'Organisation, 1997.
* C. Vacheret (a cura di), ''Foto, gruppo e cura psichica'', Napoli, Liguori, 2008.
*Corbetta P., ' 'Metodologia e tecniche della ricerca sociale' ', Bologna: il Mulino, 2014▼
* C. Vacheret (a cura di), ''Praticare le mediazioni in gruppi terapeutici'', Funzione Gamma n.16, 2006.
*Frison, D., ' 'Dialogare con le immagini. L’uso delle immagini nella ricerca e nella formazione esperienziale' ' , in Fòrema; M. Fedeli, L. *Frontani, & L. Mengato (a cura di), Experiential ' 'Learning - Metodi, Tecniche e Strumenti per il Debriefing' ', (pp. 73-88). Milano: Franco Angeli, 2015▼
* C. Vacheret, ''Il Photolangage: un metodo gruppale a veduta terapeutica o formativa'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
*Mantovani S., ' 'La ricerca sul campo ineducazione. I metodi qualitativi' '. Milano: Bruno Mondadori, 1998▼
* N. Schmitt, ''Seduta di Photolangage con adolescenti affetti da lieve ritardo mentale'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
*Messina L., ' 'Andar per segni percorsi di educazione ai media' ', Cleup, 2005 pp. 39-63 ▼
* C. Belakhovsky, C. Joubert, ''Photolangage©: uno spazio di gioco per rimettere in moto la psiche'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
* E. Gazou Pons, ''“Non accade niente”. Dal lutto immobile al lutto possibile. Accompagnamento degli operatori attraverso gruppi Photolangage'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
* G. Sabatier, T. Dumont, ''Photolangage© e crisi istituzionale'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
* J. Allegra, ''Lo sguardo nella rielaborazione dell’immagine di sé in un gruppo a mediazione Photolangage'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
* N. Calenzo, ''La funzione del vuoto in un gruppo Photolangage'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
* G. L. Comin, M. R. De Maria, ''Il confine perduto: esperienze di ricerca con il Photolangage'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
* M. C. Zurlo, ''Il metodo Photolangage in un gruppo di mediatori familiari'', in Funzione Gamma n.16, 2006.
* M. C. Zurlo (a cura di), ''Gruppi a mediazione. Dispositivi ed esperienze'', Napoli, Liguori, 2017.
▲*
▲*
▲*
▲*
==Voci correlate==
*[[Francia]]
*[[Lione]]
*[[Pierre Babin]]
*[[Alain Baptiste]]
*[[Claire Belisle]]
*[[
*[[lifelong learning]]
*[[
*[[
*[[
*[[
*[[
*[[
*[[codice deontologico]]▼
▲[[deontologico]]
==Collegamenti esterni==
*
*
*
*
*
* {{cita web | 1 = https://www.funzionegamma.it/category/issues/number16/ | titolo = Copia archiviata | accesso = 5 febbraio 2020 | dataarchivio = 5 febbraio 2020 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200205080320/https://www.funzionegamma.it/category/issues/number16/ | urlmorto = sì }}
{{Portale|fotografia}}
[[Categoria:Terapie]]
[[Categoria:Formazione]]
[[Categoria:Educazione]]
[[Categoria:Apprendimento]]
|