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{{nota disambigua|le normative sul diritto d'autore in vigore in Italia|diritto d'autore italiano}}
{{L|diritto|luglio 2013}}
[[File:Copyright.svg|thumb|Simbolo del copyright]]
[[File:Lilik - Il copyright sulla cultura-video Noè.ogv|thumb|upright=1.4|thumbtime=0|''Il copyright sulla cultura'', breve documentario di mezz'ora per spiegare il copyright al pubblico medio.]]
Il '''copyright''' (termine di [[lingua inglese]] che letteralmente significa ''diritto di copia'') è l'equivalente del [[diritto d'autore]] nei paesi di [[common law]], come gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e la [[Gran Bretagna]], dal quale però differisce, sotto vari aspetti.
 
[[File:Copyright.svg|miniatura|[[Simbolo di copyright]].]]
È solitamente abbreviato con il simbolo '''[[©]]'''. Quando tale simbolo non è utilizzabile si riproduce con la lettera "c" posta tra [[parentesi]]: ''(c)'' o ''(C)''.<ref>Negli Stati Uniti la registrazione e l'apposizione del simbolo aveva una efficacia costitutiva fino alla riforma del 1976, carattere poi perso dopo tale riforma cfr. Jarach-Pojaghi ''Manuale del diritto d'autore'' Mursia p.96</ref>
[[File:Lilik - Il copyright sulla cultura-video Noè.ogv|miniatura|upright=1.4|thumbtime=0|''Il copyright sulla cultura'', breve documentario di mezz'ora per spiegare il copyright al pubblico medio]]
{{disclaimer|legale}}
Il '''''copyright''''' (termine di [[lingua inglese]] che letteralmente significa "diritto di copia") è un termine che identifica il [[diritto d'autore]] nei paesi di ''[[common law]]'', dal quale però differisce sotto vari aspetti. Ciononostante, il termine viene comunemente usato anche per indicare genericamente la normativa sul [[diritto]] d'autore degli ordinamenti di ''[[civil law]]''.
 
È solitamente abbreviato con il simbolo '''[[©]]'''. Quando tale simbolo non è utilizzabile si riproduce con la lettera "c" posta tra [[parentesi]]: ''(c)'' o ''(C)''.<ref>Negli Stati Uniti la registrazione e l'apposizione del simbolo aveva una efficacia costitutiva fino alla riforma del 1976, carattere poi perso dopo tale riforma (cfr. Jarach-Pojaghi ''Manuale del diritto d'autore'' Mursia p. 96)</ref> In base alla [[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche|Convenzione di Berna]] e venne introdotta la [[regola della durata più breve]].
 
Nel rispetto del diritto d'autore è possibile vedere come alcune risorse [[Licenze Creative Commons|Creative Commons]] possono essere utilizzate.
 
== Storia ==
Le prime norme sul diritto di copia (copyright''copy right'') furono emanate dalla monarchia inglese nel [[XVI secolo]] condalla lamonarchia inglese al volontàfine di operare un controllo sulle opere pubblicate nel territorio nazionale. Col diffondersi delledei primeprimi [[Stampatorchio a caratteri mobilitipografico|macchinetorchi automatiche per la stampatipografici]], infatti, iniziòfu adampliata affermarsienormemente unala libera circolazionediffusione fra la popolazione di scritti e volumi di ogni argomento e genere. Il governo, poiché la [[censura]] era all'epoca una funzione amministrativa legittima come la gestione della [[sicurezza]] pubblica, avvertì il bisogno di controllare ede autorizzare la libera circolazione delle [[opinione|opinioni]].<ref name=fogel>Karl Foegel, "''[http://eprints.rclis.org/archive/00002760/ Breve storia sul copyright] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080624181625/http://eprints.rclis.org/archive/00002760/ |data=24 giugno 2008 }}''", Red Bean, 2004</ref> Ragion per cui fondò una [[corporazione]] privata di censori, la «London Company of Stationers» (Corporazione dei Librailibrai e stampatori di Londra) -, i cui profitti sarebbero dipesi da quanto fosse stato efficace il loro lavoro di censura filo-governativa.<ref name=fogel /> Va ricordato che però già il 19 marzo 1474 a [[Venezia]] ai ''Provveditori de Comun'' fu assegnato il compito di sovrintendere alla registrazione di brevetti.<ref>"[...] E se si facesse sì che altri non potessero riprodurre le opere e gli artifici da essi inventati....." [...]. Il testo prosegue spiegando come sia ''prohibito a chadaun altro in alguna terra e luogo nostro, far algun altro artificio, a imagine et sesso di quello, senza consentimento et licentia del auctor, fino ad anni X''. (Alberto Toso Fei,'' Forse non tutti sanno che a Venezia''......; Newton Compton editori, 2016, pp. 88-89).</ref>
 
Agli ''Stationers'' (ovverocategoria gliche editoricomprende librai e stampatori) furono concessi i diritti di copia (copyright''copy right'', appunto) su ogni stampa, con valenza retroattiva anche per le opere pubblicate precedentemente. La concessione prevedeva il diritto esclusivo di stampa, e quello di poter ricercare e confiscare le stampe ede i libri non autorizzati, finanche di bruciare quelli stampati illegalmente.<ref name=patterson>Lyman Ray Patterson, "''[http://www.lawsch.uga.edu/jipl/old/vol1/patterson.html Copyright And `"The Exclusive Right'" Of Authors]'' {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070429073558/http://www.lawsch.uga.edu/jipl/old/vol1/patterson.html |data=29 aprile 2007 }}", ''Journal of Intellectual Property'', Vol. 1, No. 1, 1993</ref> Ogni opera, per essere stampata, doveva essere registrata nel [[Stationers' Register|Registro della corporazione]], registrazione che era effettuabile solamente dopo un attento vaglio adda operaparte del Censore della corona o dopo la censura degli stessi editori. La corporazione degli editori esercitava perciò a tutti gli effetti funzioni di polizia privata, dedita al profitto e controllata da parte del governo.<ref name=patterson />
 
Ogni nuova opera veniva annotata nel registro della corporazione sotto il nome di uno dei membri della corporazione il quale ne acquisiva il “copyright”''copyright'', ovvero il diritto esclusivo sugli altri editori di pubblicarla; una corte risolveva le eventuali dispute fra membri.<ref name=kaplan>Benjamin Kaplan, "''An Unhurried View of Copyright''", Columbia University Press, 1967, pp. 4-5.</ref> Il diritto sulle copie (''copyright''), perciò, nasce come diritto specifico dell'editore, diritto sul quale il reale autore non può quindi recriminare alcunché né guadagnare di conseguenza.
 
Nel successivo secolo e mezzo la corporazione dei censori inglesi generò benefici per il governo e per gli editori: per il governo, esercitando un potere di controllo sulla libera diffusione delle opinioni e delle informazioni; per gli editori, traendo profitto dal proprio monopolio di vendita. Sul finire del [[XVII secolo]], però, l'imporsi di [[liberali|idee liberali]] nella società frenò le tradizionali politiche censorie e causò una graduale fine del monopolio delle caste editrici.
 
Temendo una liberalizzazione della stampa e la concorrenza da parte di stampatori indipendenti ede autori, gli editori fecero valere la propria ''[[moral suasion]]'' sul Parlamento. Basandosi sull'assunto che gli autori non disponessero dei mezzi per distribuire e stampare le proprie opere (attività all'epoca assai costosa e quindi riservata a pochi), mantennero tutti i privilegi acquisiti in passato con un'astuzia: attribuire ai veri autori diritti di [[Proprietà (diritto)|proprietà]] sulle opere prodotte, ma con la clausola che questa proprietà potesse essere trasferita ad altri tramite [[contratto]].<ref name=fogel /> Di lì in poi gli editori non avrebbero più generato profitto dalla [[censura]] sulle opere, ma semplicemente dal trasferimento dei diritti firmato (più o meno volontariamente) dagli autori, trasferimento in ogni caso necessario per la l'altrimenti troppo costosa pubblicazione delle opere.<ref name=fogel />
 
Su queste basi, nel [[1710]] venne perciò emanata la prima norma moderna sul ''copyright'': lo [[Statuto di Anna]] (''Statute of Anna'').
 
A partire dalladallo Statuto di Anna, gli autori, che fino ad allora non avevano detenuto alcun diritto di proprietà, ottennero in sostanza il (tutto sommato vacuo) potere di bloccare la [[Diffusione (commercio)|diffusione]] delle proprie opere, mentre la corporazione degli editori incrementò i profitti grazie alla cessione, sostanzialmente obbligatoria per ottenere stampa e distribuzione&nbsp;–, da parte degli autori dei vari diritti sulle opere.<ref name=kaplan/>
 
Il rafforzamento successivo dei diritti d'autore su pressione delle corporazioni, generò gradualmente il declino di altre forme di sostentamento per gli autori (come il patronato, la sovvenzione, ecc.), legando e sottoponendo indissolubilmente il sostentamento dell'autore al profitto dell'editore.<ref>S. H. Steinberg, "''Five Hundred Years of Printing''" pp. 218-230, Penguin Books, 1955, pp. 218-230</ref>
 
Nel corso dei successivi due secoli anche la [[Francia]], la [[Repubblica Cisalpina]], il [[Regno d'Italia]], il [[Regno delle Due Sicilie]] e il resto d'[[Europa]] emanarono legislazioni per l'istituzione del ''copyright'' (o del [[diritto d'autore]]).
 
* nel [[1836]], il codice civile albertino per la Sardegna.
* nel [[1840]], il 22 dicembre, il decreto di Maria Luigia, per il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla.
* nel [[1865]], il 25 giugno, nel Regno d'Italia, con legge 2337.
 
Talune con ispirazioni maggiormente [[illuminismo|illuministe]] e [[democrazia|democratiche]] rispetto a quella anglosassone, pur tuttavia con la medesima radice.
 
Nel [[1886]], il 9 settembre, per coordinare i rapporti in questo campo di tutti i paesi iscritti fu costituita l'[[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche|Unione internazionale di Berna]], per coordinare i rapporti in questo campo, di tutti i paesi iscritti, ancora oggi operante.
 
[[File:Adolfo de Karolis.jpg|thumb|[[Adolfo De Karolis]], disegno e incisione de ''La figlia di Iorio'' di [[D'Annunzio]], 1904. Ben visibile è il copyright]]
=== Lo sviluppo tecnologico e l'avvento di [[Internet]] ===
Nel [[XX secolo]], l'avventoil diffondersi delle [[memorie di massa]] (come [[videocassette]] e [[musicassette]]) e dei riproduttori edha reso assai difficile la tutela del ''copyright'' come tradizionalmente inteso, e creato nuovi spazi per gli autori. A tal proposito nel 1976 la [[Disney]] e gli [[Universal Studios]] intentarono una [[causa legale]] contro Sony, poiché avrebbe favorito la libera diffusione di opere in particolareviolazione del ''copyright''. Successivamente il diffondersi del [[personal computer]] e delle Retedi [[internet]], ha sottratto uno dei cardini alla base del ''copyright'' in senso classico: ovvero il costo e la difficoltà di riprodurre e diffondere sul territorio le opere, aspetti fino ad allora gestiti dalla corporazione degli editori dietro congruo compenso o cessione dei diritti da parte degli autori. Ciò ha reso assai difficile la tutela del copyright come tradizionalmente inteso, e creato nuovi spazi per gli autori.
Il primo episodio con eco internazionale, si è avuto a cavallo fra il [[XX secolo|XX]] e il [[XXI secolo]] con il cosiddetto caso [[Napster]], uno dei primi sistemi di condivisione gratuita di file musicali, oggetto di enorme successo a cavallo del millennio. La chiusura di Napster, avvenuta nel 2002 e generata dalle denunce degli editori, che vedevano nel sistema un concorrente ai propri profitti, non ha risolto se non per breve tempo gli attriti. Nuovi programmi di ''[[file sharing]]'' gratuito sono sorti rimpiazzando l'originale Napster e vanificando gli scopi della chiusura. Secondo gli operatori del mercato dell'intrattenimento, una costante diminuzione delle vendite di cd musicali è scaturita dalla diffusione di questi sistemi e dalla progressiva [[obsolescenza digitale|obsolescenza]] della precedente tecnologia, obsolescenza dovuta principalmente all'eccessivo costo d'acquisto di materiale originale.<ref>Musica & Memoria, "''[http://www.musicaememoria.com/mercato_musica_2006.htm Il mercato della musica nel 2006]''", 2006</ref> Ciò avrebbe danneggiato principalmente il sistema corporativo e ingessato dell'industria discografica; vi sono, tuttavia, autorevoli studi<ref>{{Cita web|url=http://www.ictlex.net/?p=13|titolo=The Effect of File Sharing on Record Sales: An Empirical Analysis|autore=K. Strumpf – F. Oberholzer|accesso=08 giugno 2020}}</ref> che sostengono il contrario.
 
Il ''[[file sharing]]'' (scambio e condivisione di [[file]]) di materiale protetto dal ''copyright'', si è sviluppato e diffuso con l'imporsi delle tecnologie informatiche e del [[web]], e in particolar modo grazie al sistema del ''[[peer-to-peer]]''. La velocità di questa diffusione e sviluppo, ha reso difficile per il [[diritto industriale]] internazionale aggiornarsi con la medesima prontezza. Molti analisti internazionali accusano infatti la presenza di vuoti normativi non omogeneamente colmati.
Il primo episodio con eco internazionale, si è avuto a cavallo fra il [[XX secolo|XX]] e il [[XXI secolo]] con il cosiddetto caso [[Napster]], uno dei primi sistemi di condivisione gratuita di file musicali, oggetto di enorme successo a cavallo del millennio. La chiusura di Napster, avvenuta nel [[2002]] e generata dalle denunce dagli editori che vedevano nel sistema un concorrente ai propri profitti, non ha risolto se non per breve tempo gli attriti. Nuovi programmi di [[file sharing]] gratuito sono sorti rimpiazzando l'originale Napster e vanificando gli scopi della chiusura. Secondo gli operatori del mercato dell'intrattenimento, una costante diminuzione delle vendite di cd musicali è scaturita dalla diffusione di questi sistemi e della progressiva [[obsolescenza digitale|obsolescenza]] della precedente tecnologia, obsolescenza dovuta principalmente all'eccessivo costo d'acquisto di materiale originale.<ref>Musica & Memoria, "''[http://www.musicaememoria.com/mercato_musica_2006.htm Il mercato della musica nel 2006]''", 2006</ref> Ciò avrebbe danneggiato principalmente il sistema corporativo e ingessato dell'industria discografica; vi sono, tuttavia, [http://www.ictlex.net/?p=13 autorevoli studi] che sostengono il contrario.
 
[[Ted Nelson]] nella sua opera ''[[Literary machines]]'' del 1981, introduce il progetto "[[Progetto Xanadu|Xanadu]]" nel quale è contenuto il concetto di ''transcopyright''. Il ''transcopyright'' è legato alla possibilità di includere in un proprio lavoro [[Collegamento ipertestuali|collegamenti]] e riferimenti attraverso dei micro-pagamenti in base ai quali verranno pagati gli editori dell'opera citata e verranno citati gli autori originali, in modo da preservare anche i [[diritti morali]] d'autore; inoltre Nelson afferma che questa soluzione potrà venire utilizzata non solo per i testi, ma anche per progetti improntati su audio o video<ref>{{Cita web|url=http://transcopyright.org|titolo=TRANSCOPYRIGHT|autore=Ted|accesso=16 febbraio 2018}}</ref>.
Il [[file sharing]] (scambio e condivisione di [[file]]) di materiale protetto dal ''copyright'', si è sviluppato e diffuso con l'imporsi delle tecnologie informatiche e del [[web]], e in particolar modo grazie al sistema del [[peer-to-peer]]. La velocità di questa diffusione e sviluppo, ha reso difficile per il [[diritto industriale]] internazionale aggiornarsi con la medesima prontezza. Molti analisti internazionali accusano infatti la presenza di vuoti normativi non omogeneamente colmati.
 
Il ''transcopyright'' si basa su una [[Licenza (informatica)|licenza]] che si differenzia dalle [[Licenza open source|licenze ''open source'']] in base al fatto che un contenuto redatto con il ''transcopyright'' non è concepito per essere poi ridistribuito e modificato.
=== [[Copyleft]] ===
{{vedi anche|copyleft}}
Nel [[1984]], [[Richard Stallman]] e la [[Free Software Foundation]] svilupparono un meccanismo originato dal copyright, specifico per la gestione dei diritti sulla proprietà dei [[software]]. Utilizzando un doppio senso della lingua inglese (nella quale "right" significa sia "diritto", sia "destra") denominarono questo meccanismo ''[[copyleft]]'' ("left" significa sia "lasciato", sia "sinistra", a sottolineare una filosofia opposta a quella del copyright); tale principio è stato ampiamente applicato nell'ambito del [[software libero]].
 
Questa idea, in generale, non è stata ben accolta, sia perché difficile da implementare, sia perché molti insistono che i contenuti debbano essere liberi e gratuiti, come accade, per esempio, con [[Wikipedia]].
== Legislazioni nazionali in materia di copyright ==
Le legislazioni nazionali tendono al bilanciamento del diritto d'autore con gli altri diritti garantiti dalle Costituzioni:
 
== Considerazioni generali ==
* [[libertà economica]], che si esplica nel diritto all'iniziativa privata e alla proprietà privata: se la proprietà privata è protetta dal diritto d'autore, l'iniziativa privata è limitata dalla durata del copyright e dalla possibilità del detentore dei diritti di ridurre o annullare, anche dietro equo compenso, l'utilizzo di terzi. Il [[diritto antitrust]] trova uno scopo nell'impedire la formazione di monopoli legali non naturali, che ledono la libertà di impresa e sono stati storicamente un pericolo per le democrazie, non dovuti a risorse scarse, quali non sono e non possono essere per loro natura le informazioni, infinitamente replicabili.
=== Deroghe ai diritti per pubblica utilità ===
* diritti soggettivi indisponibili della persona: libertà di parola di pensiero e dell'arte, diritto alla salute e all'istruzione, e più in generale alla qualità della vita, felicità-realizzazione del sé; ''privacy'' intesa come inviolabilità della proprietà privata e del domicilio, e come segretezza delle comunicazioni personali ed elettroniche.
La proprietà intellettuale può essere oggetto di "[[Espropriazione per pubblica utilità|esproprio]]" per fini di pubblica utilità che prevalgono sull'interesse del privato. In un caso del genere rientra la distruzione o lo spostamento ad altro sito di un'opera d'arte anche contemporanea, per realizzare un'[[autostrada]] o una [[ferrovia]]; oppure la produzione di un [[farmaco]] che è troppo costoso acquistare dal legittimo produttore, non riconoscendo validità al [[brevetto]] sul territorio nazionale e non pagando il ''copyright'' allo scopritore in deroga a un brevetto internazionale depositato all'estero (si tratta della [[GATT|importazione forzata e registrazione parallela]]).
 
La definizione di pubblica utilità, per quanto ampia e discrezionale, solitamente riguarda prodotti tangibili, non la fruizione di servizi, come potrebbe essere un intrattenimento musicale.
=== [[Stati Uniti d'America]] ===
Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] la legislazione in materia di copyright è contenuta nel Titolo 17 dello [[United States Code]]. Le violazioni di copyright sono pertanto considerate reato federale e possono comportare, in sede civile, multe fino a 100.000$.
 
=== Disciplina giuridica e diritto ===
Tuttavia la legge statunitense prevede il concetto di ''[[fair use]]'', che lascia ampi spazi per la riproduzione di opere con scopi didattici o scientifici. In [[Italia]] la pretesa della [[Siae]] di richiedere compensi per diritto d'autore anche per le attività didattiche è stata oggetto di un'interrogazione parlamentare del senatore [[Mauro Bulgarelli]], che ha chiesto di valutare l'opportunità di estendere anche in [[Italia]] il [[fair use]].
A sostegno di una disciplina giuridica dei brevetti sorgono una serie di considerazioni in particolare nel settore delle arti.
 
Le arti ([[scultura]], [[pittura]], ecc.) sono considerate un fattore di crescita della società e del cittadino, cui tutti hanno diritto di accesso in base a un diritto all'istruzione e di un diritto, da questo indipendente, alla fruizione della bellezza, quale bisogno dell'uomo, poiché la legge non deve limitarsi a garantire il soddisfacimento delle necessità primarie della persona, ma la possibilità di una sua completa realizzazione.
Nei Paesi del Common Law ([[Gran Bretagna]], [[Australia]], [[Nuova Zelanda]], [[Singapore]]) l'attenuazione alla rigidità del copyright è regolata dal [[fair dealing]], che esenta le attività didattiche ed altre ipotesi dall'usuale normativa.
 
Altri sostengono che l'arte non è mai il prodotto di un singolo individuo, e che non è quantificabile il contributo e le influenze che qualunque artista ha avuto, anche in modo inconsapevole, da altri artisti e uomini comuni, passati e contemporanei, e il debito dell'autore nei loro confronti. In questo senso, l'opera è prodotto e proprietà di una società e di un'epoca, più che di un individuo e dei suoi eredi.
=== Le direttive europee ===
La violazione di Copyrights è la quinta pena più punita in Italia.
Secondo il dsgl. n 1133/64 del 12 gennaio 1994, con conseguite modifiche nel dgsl. n. 1132/6245, chiunque masterizza su supporti rimovibili (hard disk esterni, DVD o compact disk) rischia da 1 a 3 giorni di carcere per ogni 15 minuti di registrazione.
È possibile pagare per direttissima €150,00 per ogni 15 minuti di registrazione fino ad un massimo di 300000 minuti (ed un totale di €115000,00).
 
Il principio di un diritto collettivo alla fruizione della bellezza e all'apprendimento dall'arte, nelle loro opere originali sono state idee che portarono nel Settecento alla nascita dei primi musei che erano concepiti come il luogo in cui l'arte veniva valorizzata e doveva essere conservata, piuttosto che all'interno di collezioni private gelosamente custodite.
==== La direttiva IPRED ====
{{vedi anche|IPRED}}
Anche l'originaria direttiva conteneva, in fase di presentazione, norme penali, che erano state omesse per riuscire ad ottenere l'approvazione entro il 1º maggio 2004.
 
Pure per la [[musica]], per quanto sia un'arte non "tangibile", alcune considerazioni spingono per un diritto d'accesso collettivo che può esserci solo a titolo gratuito o comunque a basso costo: il fatto che la musica è cultura e i cittadini hanno diritto d'accesso ai livelli più alti dell'istruzione, il diritto allo studio nei conservatori che richiedono spese notevoli per lo strumento e il materiale didattico musicale, la bellezza come bene comune e valore apartitico.
Il Parlamento europeo ha votato, in seduta plenaria la relazione che accoglie la proposta della Commissione ma, nello stesso tempo propone una serie di emendamenti. Con uno, in particolare, sulla base del fair use prima esistente solo nel diritto americano, si stabilisce che la riproduzione in copie o su supporto audio o con qualsiasi altro mezzo, a fini di critica, recensione, informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple per l'uso in classe), studio o ricerca, «non sia qualificato come reato».
 
=== Durata ed ereditarietà del ''copyright'' ===
==== La direttiva IPRED2 ====
La normativa prevede una durata del ''copyright'' limitata nel tempo e variabile significativamente a seconda della categoria merceologica tutelata ([[medicinale|medicinali]], [[brano musicale|brani musicali]], [[software]], ecc.).
{{vedi anche|IPRED2}}
Il Parlamento di Strasburgo nell'aprile del [[2007]] ha approvato il testo di una nuova direttiva, che mira a modificare la direttiva 2004/48/EC sui diritti di proprietà intellettuale. Poiché è la seconda direttiva sull'argomento ha preso il nome di [[IPRED2]].
 
Il periodo di ''copyright'' dovrebbe consentire di avere un adeguato margine di guadagno e di recuperare i costi che precedono l'entrata in produzione e la distribuzione del prodotto. In linea di principio la durata è proporzionale ai costi da remunerare. Tuttavia non sempre la proporzione viene rispettata. Per esempio un brano musicale ha una durata di ''copyright'' di 70 anni mentre per un medicinale, che ha costi di ricerca e sviluppo assai maggiori, la durata brevettuale è di 20 anni a cui si aggiunge un periodo massimo di 5 anni garantito dal certificato complementare di protezione - SPC-.
La Direttiva IPRED2, detta "IP Enforcement" cioè "rafforzamento della proprietà intellettuale", è stata recepita in [[Italia]] nel maggio del [[2007]] e introduce diverse misure a maggiore tutela dei detentori di diritti d'autore. In particolare, obbliga gli Internet Service Provider a fornire i dati personali degli utenti in caso di contestazione da parte dei detentori dei diritti. Si tratta di rivelare i nominativi o i numeri telefonici corrispondenti agli indirizzi IP, rilevati da società specializzate nelle intercettazioni su reti P2P. L'obbligo in precedenza valeva solamente rispetto a interventi delle forze dell'ordine o di pubblica autorità. La Direttiva riconosce implicitamente un valore probatorio alla rilevazione degli indirizzi IP.
 
Storicamente la morte dell'autore causava l'estinzione del ''copyright''. In seguito, il diritto d'autore è passato agli eredi del soggetto e quindi la durata prevista dalla legge è prescrittiva (30/70 anni in ogni caso). È stata modificata anche la distribuzione dei margini: all'editore tocca talvolta più dell'autore, talora più del 50% (a fronte di un equo margine che per un intermediario è generalmente intorno al 20%).
== La regola della prima scadenza ==
In base alla [[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche|Convenzione di Berna]] è stata introdotta la [[Regola della prima scadenza]].
 
=== Dibattito sulle pene per la violazione del ''copyright'' ===
== Considerazioni generali ==
Nelle legislazioni internazionali è frequente una tendenza all'equiparazione fra la violazione del ''copyright'' e il reato di furto.
=== Deroghe ai diritti per pubblica utilità ===
La proprietà intellettuale può essere oggetto di "[[esproprio]]" per fini di pubblica utilità, che prevalgono sull'interesse del privato. In un caso del genere, rientra la distruzione o lo spostamento ad altro sito di un'opera d'arte anche contemporanea, per realizzare un'[[autostrada]] o una [[ferrovia]]; oppure la produzione di un [[farmaco]] che è troppo costoso acquistare dal legittimo produttore, non riconoscendo validità al [[brevetto]] sul territorio nazionale e non pagando il copyright allo scopritore in deroga ad un brevetto internazionale depositato all'estero (si tratta della [[GATT|importazione forzata e registrazione parallela]]).
 
Esiste un dibattito non solo sull'entità delle pene che una simile equiparazione comporta, ma anche sulla reale opportunità di accomunare i due tipi di reato. L'equiparazione al furto comporta infatti un considerevole inasprimento delle pene.
La definizione di pubblica utilità, per quanto ampia e discrezionale, solitamente riguarda prodotti tangibili, non la fruizione di servizi, come potrebbe essere un intrattenimento musicale.
 
Analogo dibattito investe il rispetto del proporzionalismo fra le pene rispetto alla gravità del reato. Il [[Plagio (diritto d'autore)|plagio]], infatti, prevede pene inferiori al furto (sebbene l'utilizzo commerciale sia un'aggravante nella violazione di ''copyright''). In sostanza, chi copia e vende opere in forma identica all'originale commette un reato punito molto più severamente del [[Plagio (diritto d'autore)|plagio]], ovvero di chi apporta lievi modifiche e si appropria di una qualche paternità sull'opera, traendone profitto.
=== Proprietà intellettuale e bene comune ===
A sostegno di una disciplina giuridica dei brevetti sorgono una serie di considerazioni in particolare nel settore delle arti.
 
=== La Proposta di Direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale ===
Le arti (scultura, pittura, etc.) sono considerate un fattore di crescita della società e del cittadino, cui tutti hanno diritto di accesso in base ad un diritto all'istruzione e di un diritto, da questo indipendente, alla fruizione della bellezza, quale bisogno dell'uomo, poiché la legge non deve limitarsi a garantire il soddisfacimento delle necessità primarie della persona, ma la possibilità di una sua completa realizzazione.
{{vedi anche|Proposta di direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale}}
 
La relazione di accompagnamento alla Proposta di Direttiva 2016/0280 (COM/2016/0593 final) del 14 settembre 2016<ref>{{cita web|url= https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52016PC0593|titolo= Proposta di Direttiva, Testo rilevante ai fini del SEE|accesso= 2 luglio 2018}}</ref> si basa sul potere dell'UE "di adottare misure aventi per oggetto l'instaurazione e il funzionamento del mercato interno", secondo l'articolo 114 del TFUE.
Altri sostengono che l'arte non è mai il prodotto di un singolo individuo, e che non è quantificabile il contributo e le influenze che qualunque artista ha avuto, anche in modo inconsapevole, da altri artisti e uomini comuni, passati e contemporanei, e il debito dell'autore nei loro confronti. In questo senso, l'opera è prodotto e proprietà di una società e di un'epoca, più che di un individuo e dei suoi eredi.
 
La Proposta determina "eccezioni e le limitazioni al diritto d’autore e ai diritti connessi sono armonizzate a livello UE", Il potere di introduzione e di adeguamento degli Stati membri, in generale derivante dal [[principio di sussidiarietà]] per la loro competenza concorrente con il diritto dell'Unione europea, è limitato invocando "la natura transfrontaliera delle questioni individuate"<ref>Relazione introduttiva, par. 2 - "base giuridica, sussidiarietà e proporzionalità"</ref>.
Il principio di un diritto collettivo alla fruizione della bellezza e all'apprendimento dall'arte, nelle loro opere originali sono state idee che portarono nel Settecento alla nascita dei primi Musei che erano concepiti come il luogo in cui l'arte veniva valorizzata e doveva essere conservata, piuttosto che all'interno di collezioni private gelosamente custodite.
 
Le [[deroga|deroghe]], eccezioni e limitazioni al diritto d'autore sono previste:
Pure per la musica, per quanto sia un'arte non "tangibile", alcune considerazioni spingono per un diritto d'accesso collettivo che può esserci solo a titolo gratuito o comunque a basso costo: il fatto che la musica è cultura e i cittadini hanno diritto d'accesso ai livelli più alti dell'istruzione, il diritto allo studio nei conservatori che richiedono spese notevoli per lo strumento e il materiale didattico musicale, la bellezza come bene comune e valore apartitico.
* considerazioni introduttiva (5):
** la ricerca "scientifica", l'insegnamento e la conservazione del patrimonio culturale
** le eccezioni e le limitazioni attualmente vigenti nel diritto dell'Unione, previste nelle direttive 96/9/CE e 2001/29/CE
* considerazione introduttiva (9): atti di estrazione di testo e di dati, oggetto di incertezza giuridica perché possono essere esclusi dalle condizioni delle licenze (sia in abbonamento, che ad accesso aperto), anche per i ricercatori.
* considerazioni introduttiva (11): gli "organismi di ricerca" (di cui all'art. 2) senza scopo di lucro, ovvero destinatari di finanziamenti e contratti con la [[pubblica amministrazione]], purché indipendenti dalla proprietà e gestione di imprese commerciali.
 
=== Aspetti controversi e iniziative di protesta ===
=== Durata ed ereditarietà del copyright ===
All'art. 12, la Proposta di Direttiva prevede che gli Stati membri possano ampliare la tutela economica degli autori, anche in caso di cessione o trasferimento "parziali" dei propri diritti mediante licenza. Se la licenza contiene una qualche eccezione o limitazione del diritto, essa è definita come una base giuridica sufficiente per l'autore al fine di ottenere "una quota del compenso previsto compenso in virtù di un'eccezione o di una limitazione al diritto trasferito o concesso mediante licenza" (art. 12).
La normativa prevede una durata del copyright limitata nel tempo e variabile significativamente a seconda della categoria merceologica tutelata (medicinali, brani musicali, software, ecc.).
 
All'art. 13, la Proposta di Direttiva prevede l'introduzione di "tecnologie efficaci per il riconoscimento dei contenuti", adeguate e proporzionate al loro fine legittimo. La misura riguarda non soltanto il rispetto di un quantitativo massimo di parole o parti citabili dell'opera, ma la completa esclusione di "talune opere o altro materiale identificati dai titolari dei diritti mediante la collaborazione con gli stessi prestatori [che] siano messi a disposizione sui loro servizi". <br />
Il periodo di copyright dovrebbe consentire di avere un adeguato margine di guadagno e di recuperare i costi che precedono l'entrata in produzione e la distribuzione del prodotto. La durata, in linea di principio, è proporzionale ai costi da remunerare. Tuttavia non sempre la proporzione viene rispettata. Per esempio un brano musicale ha una durata di copyright di 70 anni, mentre per un medicinale, che ha costi di ricerca e sviluppo assai maggiori, il periodo di copertura è di 15 anni (quindici anni la durata brevettuale, a cui si aggiunge un periodo massimo di 5 anni garantito dal certificato complementare di protezione - SPC-).
I prestatori di servizi concludono accordi con i titolari dei diritto, informano sull'attivazione, funzionamento e sul riconoscimento e l’utilizzo delle opere e altro materiale (art. 13)<ref>{{cita web|url= https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:52016PC0593|titolo= Directive of the European Parliament and the Council, on copyright in the Digital Single Market (Proposta di Direttiva COM/2016/0593)|data= 14 settembre 2016|accesso= 2 luglio 2018}}</ref>).
 
Nell'ottobre 2016 è stata promossa una petizione web, per richiedere la riforma della legge europea sul diritto d'autore, con particolare riferimento ai [[Fenomeno di Internet|meme]]. Questi ultimi sono stati considerati tecnicamente fuori legge in molti Stati europei; l'iniziativa è sostenuta, tra gli altri, da [[Mozilla]]<ref>{{cita web|url=https://www.changecopyright.org/|titolo=Riformiamo la legge sui copyright|sito=changecopyright.org|accesso=6 ottobre 2016}}</ref>.
Storicamente, la morte dell'autore causava l'estinzione del copyright. In seguito, il diritto d'autore è passato agli eredi del soggetto e quindi la durata prevista dalla legge è prescrittiva (30/70 anni in ogni caso). È stata modificata anche la distribuzione dei margini: all'editore tocca talvolta più dell'autore, talora più del 50% (a fronte di un equo margine che per un intermediario è generalmente intorno al 20%).
 
=== Critiche ===
=== Dibattito sulle pene per la violazione del copyright ===
Particolari critiche sono mosse nei confronti del caricamento di contenuti su piattaforme Internet e dello scambio digitale di opere originali, si discute infatti degli aspetti del copyright del download e dello streaming, degli aspetti del copyright del collegamento ipertestuale e del framing.
Nelle legislazioni internazionali è frequente una tendenza all'equiparazione fra la violazione del copyright e il reato di furto.
 
Le preoccupazioni sono spesso espresse nel linguaggio dei [[diritti digitali]], della [[Libertà digitali|libertà digitale]], dei [[diritti sui database]], dei [[dati aperti]] o della [[censura]].
Esiste un dibattito non solo sull'entità delle pene che una simile equiparazione comporta, ma anche sulla reale opportunità di accomunare le due tipologie di reato. L'equiparazione al furto comporta infatti un considerevole inasprimento delle pene.
 
Alcuni suggeriscono un sistema di compensazione alternativo. In Europa i consumatori si stanno opponendo all'aumento dei costi di musica, film e libri, e di conseguenza sono stati creati [[Pirate Party]]. Alcuni gruppi rifiutano del tutto il copyright, assumendo una posizione anti-copyright. L'incapacità percepita di far rispettare il copyright online porta alcuni a sostenere l'ignoranza degli statuti legali quando si è sul web.
Analogo dibattito investe il rispetto del proporzionalismo fra le pene rispetto alla gravità del reato. Il [[Plagio (diritto d'autore)|plagio]], infatti, prevede pene inferiori al furto (sebbene l'utilizzo commerciale sia un'aggravante nella violazione di copyright). In sostanza, chi copia e vende opere in forma identica all'originale commette un reato punito molto più severamente del [[Plagio (diritto d'autore)|plagio]], ovvero di chi apporta lievi modifiche e si appropria di una qualche paternità sull'opera, traendone profitto.
 
== CasoAzioni eclatantelegali di violazionefamose ==
Nel 2008 gli eredi di [[Chet Baker]] hanno fatto causa contro le mayor''major'' discografiche ([[Sony BMG]], [[EMI Music]], [[Universal Music]] e [[Warner Music]]) per violazione del ''copyright''. A loro, dopo poco, si sono aggiunti altri artisti fino ad arrivare ada una ''[[class action]]''. Le case discografiche sfruttavano commercialmente i brani senza pagare i diritti agli autori dichiarando, semplicemente, che non era possibile rintracciarli, compresi artisti come [[Bruce Springsteen]].<ref>[http://punto-informatico.it/2769188/PI/News/canada-major-violano-copyright.aspx PI: Canada: le major violano il copyright<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.michaelgeist.ca/content/view/4596/135/ |titolo=Michael Geist - Canadian Recording Industry Faces $6 Billion Copyright Infringement Lawsuit<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=15 dicembre 2009 |dataarchivio=12 dicembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091212224925/http://www.michaelgeist.ca/content/view/4596/135 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Le case discografiche sfruttavano commercialmente i brani senza pagare i diritti agli autori dichiarando semplicemente che non era possibile rintracciarli (anche artisti del calibro di [[Bruce Springsteen]]).<ref>[http://punto-informatico.it/2769188/PI/News/canada-major-violano-copyright.aspx PI: Canada: le major violano il copyright<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.michaelgeist.ca/content/view/4596/135/ Michael Geist - Canadian Recording Industry Faces $6 Billion Copyright Infringement Lawsuit<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Un altro caso eclatante di violazione del ''copyright'', che ha interessato anche l'Italia, è quello che ruota intorno al caso Rojadirecta, la piattaforma di eventi sportivi trasmessi in ''streaming'' fondato dallo spagnolo Igor Seoane. Nonostante l'arresto del 2016 a carico di Seoane, dopo una battaglia giudiziaria che lo ha visto contrapposto a Google, Mediaset e alla magistratura spagnola, oggi Rojadirecta è di nuovo funzionante.<ref>{{Cita web|url=https://www.infiltrato.it/sport/rojadirecta/|titolo=Rojadirecta, riapre la piattaforma di Igor Seoane}}</ref>
 
== Nel mondo ==
Nei Paesi del ''Common Law'' ([[Regno Unito]], [[Australia]], [[Nuova Zelanda]], [[Singapore]]) l'attenuazione alla rigidità del ''copyright'' è regolata dal ''[[fair dealing]]'', che esenta le attività didattiche e altre ipotesi dall'usuale normativa.
 
=== Paesi che applicano il copyright ===
A livello internazionale, il diritto d'autore è riconosciuto dai 177 paesi firmatari della [[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche]].
 
Ai sensi della Convenzione di Berna, la durata tipica della protezione del diritto d'autore è di 50 anni dalla data di pubblicazione. Questa è una media: le leggi nazionali sono generalmente più lunghe di questo periodo.
 
Il concetto di uso corretto limita in alcuni casi la portata del diritto d'autore al fine di garantire l'equilibrio tra la protezione delle opere e il diritto del pubblico all'informazione.
 
=== Italia ===
In [[Italia]] la fonte normativa principale è la [[Diritto d'autore italiano|legge 22 aprile 1941, n. 633]]. La pretesa della [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]] di richiedere compensi per diritto d'autore anche per le attività didattiche è stata oggetto di un'interrogazione parlamentare del senatore [[Mauro Bulgarelli]], che ha chiesto di valutare l'opportunità di estendere anche in [[Italia]] il ''[[fair use]]''.
 
=== Stati Uniti d'America ===
{{Vedi anche|Copyright Act}}
Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] la legislazione in materia di ''copyright'' è contenuta nel Titolo 17 dello [[United States Code]]. Le violazioni di ''copyright'' sono pertanto considerate reato federale e possono comportare, in sede civile, multe fino a 100.000$.
 
Negli USA un'opera, anche incompiuta, si realizza quando è fisicamente su un supporto. Dall'adesione degli Stati Uniti alla Convenzione di Berna nel 1989, la registrazione di opere straniere presso il Copyright Office non è più necessaria per beneficiare della tutela giuridica, ma resta possibile agevolare la prova dei propri diritti. Il titolare del copyright ha il diritto esclusivo di riprodurre o comunicare le opere e di autorizzare la creazione di opere derivate. Un diritto morale, compreso il diritto di paternità e il diritto al rispetto dell'integrità delle creazioni, è concesso solo agli artisti visivi. La durata del diritto d'autore dipende dalla natura dell'opera e dalla sua data di pubblicazione. D'ora in poi, ogni opera realizzata beneficia di una tutela post mortem di 70 anni se il titolare è una persona fisica. Ai sensi del Sonny Bono Copyright Term Extension Act, le aziende godono di 95 anni di protezione dalla pubblicazione o 120 anni dalla creazione, a seconda di quale sia più lungo.
 
Tuttavia la legge statunitense prevede il concetto di ''[[fair use]]'', che lascia ampi spazi per la riproduzione di opere con scopi didattici o scientifici.
 
=== Giappone ===
Nel 2010, la legge sul ''copyright'' rivista in [[Giappone]], la cosiddetta illegalizzazione dei ''download'' ha iniziato a essere implementata e i ''download'' illegali sono stati classificati come reati, con l'eccezione del fatto che il caricamento illegale continua a essere illegale. Tuttavia, la legge non impone alcuna penalità per il ''download'' illegale. La legge non include ''download'' illegali diversi da musica e video. Non è un reato guardare ''video streaming'' come [[YouTube]].
 
Alla fine di gennaio, un sondaggio ha mostrato che i ''download'' illegali in Giappone sono stati ridotti del 60%. A metà febbraio, il sondaggio di Oricon ha mostrato che i giapponesi avevano una conoscenza del 51,6% della legge e il 12,1% ha dichiarato che avrebbe continuato a scaricare illegalmente.
 
=== Repubblica Popolare della Cina ===
Nella Cina continentale, il termine ''copyright'' è solitamente usato in documenti legali e il ''copyright'' è generalmente definito ''copyright''. Il governo ha anche un ufficio nazionale per il ''copyright'' e l'Ufficio Nazionale del Copyright non è affiliato all'Ufficio Proprietà Intellettuale dello Stato. Tutte le opere di cittadini cinesi, persone giuridiche o unità prive di personalità godono del diritto d'autore indipendentemente dal fatto che siano pubblicate o meno, i lavori degli stranieri vengono pubblicati per la prima volta in Cina e anche i diritti d'autore sono concessi ai sensi della legge sul ''copyright''; l'accordo con la Cina o il trattato internazionale che partecipa all'accordo gode del diritto d'autore.
 
In Cina, le opere protette dal diritto d'autore si riferiscono a realizzazioni intellettuali che sono originali nei campi della letteratura, dell'arte e della scienza e possono essere riprodotte in qualche forma tangibile. Un'opera conforme alle condizioni della protezione del ''copyright'' è solitamente una creazione intellettuale che può essere espressa in una forma di riproduzione materiale, pertanto non è esclusa la protezione di un lavoro orale non fissato da un vettore tangibile. Piuttosto che richiedere che il lavoro sia fissato su un vettore tangibile, come nel caso della legge anglo-americana.
 
=== Unione europea ===
==== La direttiva IPRED ====
{{vedi anche|IPRED}}
Anche l'originaria direttiva conteneva, in fase di presentazione, norme penali, che erano state omesse per riuscire a ottenere l'approvazione entro il 1º maggio 2005
 
Il Parlamento europeo ha votato, in seduta plenaria, la relazione che accoglie la proposta della Commissione, ma nello stesso tempo propone una serie di emendamenti. Con uno, in particolare, sulla base del ''fair use'', prima esistente solo nel diritto americano, si stabilisce che la riproduzione in copie o su supporto audio o con qualsiasi altro mezzo a fini di critica, recensione, informazione, insegnamento, compresa la produzione di copie multiple per l'uso in classe, studio o ricerca, «non sia qualificato come reato».
 
==== La direttiva IPRED2 ====
{{vedi anche|IPRED2}}
Il Parlamento di Strasburgo nell'aprile del 2007 ha approvato il testo di una nuova direttiva, che mira a modificare la direttiva 2004/48/EC sui diritti di proprietà intellettuale. Poiché è la seconda direttiva sull'argomento, ha preso il nome di [[IPRED2]].
 
La Direttiva IPRED2, detta "IP Enforcement" cioè "rafforzamento della proprietà intellettuale", è stata recepita in [[Italia]] nel maggio del 2007 e introduce diverse misure a maggiore tutela dei detentori di diritti d'autore. In particolare obbliga gli Internet Service Provider a fornire i dati personali degli utenti in caso di contestazione da parte dei detentori dei diritti. Si tratta di rivelare i nominativi o i numeri telefonici corrispondenti agli indirizzi IP rilevati da società specializzate nelle intercettazioni su reti P2P. L'obbligo in precedenza valeva solamente rispetto a interventi delle forze dell'ordine o di pubblica autorità. La Direttiva riconosce implicitamente un valore probatorio alla rilevazione degli indirizzi IP.
 
=== La ''Link Tax'' e la ''Censorship Machine'' ===
 
Nel giugno 2018 il Parlamento Europeo discute la promulgazione di una [[Direttiva dell'Unione europea|direttiva]]<ref>{{Cita web|url=https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A52016PC0593|titolo=EUR-Lex - 52016PC0593 - IT - EUR-Lex|sito=eur-lex.europa.eu|accesso=29 giugno 2018}}</ref>, in cui si pone l'accento sul frequente utilizzo di link che rimandano a pagine di quotidiani e giornali e sulla diffusione di immagini protette da ''copyright''; i due articoli più discussi della direttiva, in particolare, sono gli articoli 11 e 13, definiti rispettivamente ''Link-Tax'' e ''Censorship Machine''. Il primo mira a contrastare i cosiddetti ''[[snippet]]'', termine solitamente legato all'ambito tecnico informatico, e qui stante a indicare quei piccoli estratti di un articolo di giornale o di un qualunque contenuto editoriale più generico, talora corredati di una foto interna allo stesso, che appaiono al momento della condivisione del link al contenuto su un qualunque social o sito internet; ciò costituirebbe una violazione del ''copyright'', e sarebbe quindi necessario che colui il quale condivide il link richiedesse una licenza dall'editore dell'articolo per poter condividere l'articolo, pagando un compenso. Il secondo parla di ''copyright'' in maniera più generale, e prevederebbe l'inserimento di appositi algoritmi in grado di valutare preventivamente qualsiasi contenuto caricato in rete, verificarne la liceità in termini di violazione del ''copyright'' ed, eventualmente, procedere alla rimozione del contenuto; ciò mette a rischio anche i [[Fenomeno di Internet|meme]], nei quali molto spesso si fa utilizzo indebito di materiale fotografico coperto da ''copyright''.<ref>{{Cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-06-20/europa-stretta-copyright-arriva-tassa-link-e-meme-rischio-171942.shtml?uuid=AE6SSf9E|titolo=Europa, stretta sul copyright: arriva la tassa sui link (e meme a rischio)|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|accesso=29 giugno 2018}}</ref>
 
Questa proposta di direttiva ha generato critiche e scetticismo diffusi; in particolare [[Julia Reda]], relatrice per l'assemblea di Strasburgo del dossier sulla riforma del ''copyright'', europarlamentare del [[Partito Pirata (Germania)|Partito Pirata]] tedesco, fra le problematiche più evidenti ha evidenziato come le probabilità di successo su larga scala della direttiva siano ridotte (riferendosi a tentativi di applicazione di questa legge in Germania e Spagna, poi naufragati), come il [[collegamento ipertestuale]] e lo stesso ''linking'' siano messi a rischio su ogni tipo di sito, come questa direttiva limiti in un certo senso la libertà d'espressione e accesso all'informazione, come aumenti la possibilità che le ''[[fake news]]'' si diffondano (non potendo avere un'anteprima della notizia più dettagliata, la condivisione "alla cieca" sarebbe più diffusa), come questo scoraggi le [[Startup (economia)|''startup'']] e i piccoli editori in questo settore e come questa direttiva sia in conflitto con la [[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche|Convenzione di Berna]].<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Julia|cognome=Reda|url=https://juliareda.eu/eu-copyright-reform/extra-copyright-for-news-sites/|titolo=Extra copyright for news sites (“Link tax”)|pubblicazione=Julia Reda|accesso=29 giugno 2018}}</ref>
 
In Italia sono state espresse critiche specialmente dal [[Ministero del lavoro e delle politiche sociali|Ministro del Lavoro]] [[Luigi Di Maio|Luigi di Maio]], che ne sostiene l'anacronismo e l'arretratezza.<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/politica/di_maio_riforma_copyright_link_tax-4072928/news/2018-06-26|titolo=Link-tax e copyright: cosa prevede la riforma Ue che Di Maio vuole bloccare a tutti i costi|autore=AGI - Agenzia Giornalistica Italia|sito=Agi|accesso=29 giugno 2018}}</ref>
 
== Il ''Copyleft'' ==
{{vedi anche|Copyleft}}
Nel 1984, [[Richard Stallman]] e la [[Free Software Foundation]] svilupparono un meccanismo originato dal ''copyright'', specifico per la gestione dei diritti sulla proprietà dei [[software]]. Utilizzando un doppio senso della lingua inglese, in cui "right" significa sia "diritto", sia "destra", denominarono questo meccanismo ''copyleft'': "left" significa sia "lasciato" sia "sinistra", a sottolineare una filosofia opposta a quella del ''copyright''. Questo principio è stato ampiamente applicato nell'ambito del [[software libero]].
 
== Note ==
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}}
* Borghi e Montagnani, ''"Proprietà digitale. Diritti d'autore, nuove tecnologie e digital rights management"'', EGEA, 2006.
* Umberto Izzo, "[http://www.lawtech.jus.unitn.it/images/Izzo/izzo_2010_cap1.pdf{{Collegamento Alle origini del copyright e del diritto d'autore. Tecnologia, interessi e cambiamento giuridico]interrotto}}", Roma: Carocci, 2010, ISBN 978-88-430-5314-8
* Lessig, Il futuro delle idee, Feltrinelli, 2006.
* Lessig, Cultura libera. ''"[http://www.copyleft-italia.it/pubblicazioni Un equilibrio fra anarchia e controllo, contro l'estremismo della proprietà intellettuale] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070127104353/http://www.copyleft-italia.it/pubblicazioni/ |data=27 gennaio 2007 }}"'', Apogeo, 2005.
* Pascuzzi e Caso, "''I diritti sulle opere digitali. Copyright statunitense e diritto d'autore italiano''", CEDAM, 2002.
* Marco Ricolfi, "''Copyright Policy for digital libraries in the context of the i2010 strategy''", paper per 1st Communia Conference on the Digital Public Domain, Louvain-la-Neuve (Belgio); disponibile online [http://www.communia-project.eu/communiafiles/conf2008p_Copyright_Policy_for_digital_libraries_in_the_context_of_the_i2010_strategy.pdf qui] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120119232210/http://communia-project.eu/communiafiles/conf2008p_Copyright_Policy_for_digital_libraries_in_the_context_of_the_i2010_strategy.pdf |data=19 gennaio 2012 }}.
* Richard Stallman, ''"Free Software, Free Society: The Selected Essay of Richard M. Stallman"'', GNU Press, 2002.
* Carlo Gubitosa, "''[http://www.stampalternativa.it/liberacultura/?p=135 Elogio della pirateria] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071113204016/http://www.stampalternativa.it/liberacultura/?p=135 |data=13 novembre 2007 }}''", [[Altreconomia]], 2005.
* Ted Nelson, "Literary Machine", Mindful press, 1981.
 
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{{interprogetto/notizia|Il sottosegretario del MIBAC: Copyright. Riforma sbagliata nel metodo}}
{{interprogetto/notizia|Il Parlamento Europeo vota la riforma del Diritto d'autore}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{en}} [http://www.copyrightaid.co.uk UK Copyright Aid] - Info sul copyright in UK
* {{cita web|1=http://www.copyright.gov/|2=United States Copyright Office|lingua=en|accesso=2 ottobre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080105092234/http://www.copyright.gov/|dataarchivio=5 gennaio 2008|urlmorto=sì}}* {{en}} Legislazione EUA:
* {{en}} Legislazione EUA: [http://www.copyright.gov/title17/circ92.pdf Copyright Law of the United States]
* {{cita web|http://www.chinalawblog.com|China Law Blog|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.thekoreanlawblog.com|The Korean Law Blog|lingua=en}}
* {{cita web|url=httphttps://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A6-2007-0073+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT|titolo=Relazione ed emendamenti Nuova direttiva Parlamento Europeo}}
 
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