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==Toponimo==
Alcuni ritengono che il termine latino sia una derivazione dal celtico ''bona'' ("luogo fortificato"), il quale trova riscontro in altri toponimi celtici<ref name="J. T. Kock, 226"/> (si vedano ad esempio ''Juliabona'', odierna [[Lillebonne]], [[Boulogne-sur-Mer]], [[Boulogne-sur-Seine]], [[Ratisbona]], ''Vindobona'', l'odierna [[Vienna]], [[Banoštor]] in [[Serbia]] e [[Vidin]] in [[Bulgaria]]).
{{Citazione|Dentro la colonia [c'è] Bologna, chiamata ''Felsina'' quando era la principale dell'Etruria...|[[
===Leggenda===
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===Fase dell'occupazione celtica===
[[File:Bologna Museo Civico Archeologico Etruskische bronzen helm - necropole benacci 26-04-2012 12-11-14.JPG|upright|thumb|Elmo in bronzo dalla tomba 953 della necropoli Benacci, [[III secolo a.C.|III sec. a.C.]]]]
Esistono pochissime testimonianze archeologiche, tutte funerarie, che testimoniano della fase di dominazione celtica nel [[IV secolo a.C.|IV]] e [[III secolo a.C.]]<ref name="J. T. Kock, 226"/>. Pertanto, l'importanza della città sotto la dominazione dei [[Boi]] può essere solo ipotizzata, sulla base del suo fiorente passato etrusco<ref name="J. T. Kock, 226"/>. Scavi volti a indagare la fase archeologica pre-romana del teatro romano di Bologna, testimoniano di contatti con la [[Repubblica romana]] intorno alla metà del III secolo a.C., una situazione simile a quella riscontrabile per [[Mutina]], altro insediamento etrusco, corrispondente all'attuale [[Modena]]<ref name="J. T. Kock, 227">[[Daniele Vitali (archeologo)|Daniele Vitali]], ''Bononia/Bologna'', in {{cita|Celtic Culture: A Historical Encyclopedia|p. 227}}.</ref>.
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|lingua=LA
}}
Dopo la definitiva vittoria di [[Publio Cornelio Scipione Nasica|P. Cornelio Scipione Nasica]] sui Galli Boi, il confine dell'Italia romana si spostò lungo la linea tracciata dalla via Emilia. Crebbe pertanto la necessità di istituire una colonia per difendere il nuovo confine. Con ''[[Senatoconsulto|Senatus Consultum]]'' del 30 dicembre [[189 a.C.]], il Senato di Roma deliberò la fondazione della [[colonia romana|colonia]] di Bononia,<ref>{{Cita web|url=http://pleiades.stoa.org/places/393421 |titolo=Places: 393421 (Felsina/Bononia) |autore=Pearce, M., R. Peretto, P. Tozzi, DARMC, R. Talbert, S. Gillies, J. Åhlfeldt, J. Becker, D. Mimno, T. Elliott |accesso=11 agosto 2014 5:14 pm |editore=Pleiades}}</ref> nello stesso luogo in cui sorgeva la città etrusca Felsina.
{{citazione
|Nello stesso anno [189 a.C.] tre giorni prima delle calende di gennaio [30 dicembre] i triumviri L. Valerio Flacco, M. Attilio Serrano e L. Valerio Tappone fondarono per delibera del Senato la colonia latina di Bononia. Vi furono condotti tremila uomini; ai cavalieri furono dati settanta iugeri, cinquanta agli altri coloni. Il territorio occupato era stato dei Galli Boi; i Galli avevano cacciato gli Etruschi.
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|lingua=LA
}}
In quanto [[Colonia_romana#Amministrazione|colonia di diritto latino]], ''Bononia'' era amministrata da [[Magistratura (storia romana)|magistrati]] locali e godeva di una certa autonomia amministrativa (fra cui l'esenzione dal pagamento di tributi a Roma), ma era comunque obbligata a fornire truppe a Roma in caso di guerra.<ref>Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, [http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/bologna/sottopasso_rizzoli/decumano_romano.htm I resti del decumano romano nel centro di Bologna, via Rizzoli, Strada Maggiore] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304193641/http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/bologna/sottopasso_rizzoli/decumano_romano.htm |date=4 marzo 2016 }}</ref>
Alla fondazione di questa ed altre colonie nella zona emiliano-romagnola seguì la costruzione di una fitta rete stradale, tra cui la [[via Emilia]], nata nel [[187 a.C.]], voluta dal [[Console (storia romana)|console]] [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]] e ''Bononia'' divenne uno dei fulcri della rete viaria romana.
Il centro fu notevolmente ampliato con diversi interventi monumentali quali la costruzione di un primo teatro, una basilica e un complesso templare. Nell'[[88 a.C.]], a conclusione delle [[guerre sociali]], ''Bononia'' cambiò il suo stato giuridico: da colonia divenne [[Municipio (storia romana)|municipio]] e i suoi cittadini acquisirono la [[cittadinanza romana]], ascritti alla [[Gens Lemonia|tribù Lemonia]], uno dei trentacinque collegi elettorali.
[[File:Torso Nerone Bologna.JPG|thumb|upright=0.8|Frammento di statua probabilmente raffigurante [[Nerone]], ritrovata presso il teatro romano (
Le guerre civili e la crisi politica che smossero la metà del [[I secolo a.C.]] segnarono di fatto la fine della repubblica e diedero avvio, con la morte di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], ad una serie di fatti di guerra, alcuni dei quali si svolsero nella città di ''Bononia''. In un'isoletta del fiume [[Reno (Italia)|Reno]] nacque nel [[43 a.C.]] il [[secondo triumvirato]] formato da [[Marco Antonio|Antonio]], [[Marco Emilio Lepido|Lepido]] ed [[Augusto|Ottaviano]] che promise grosse ricompense ai veterani. ''Bononia'' ne dovette accogliere un buon numero ed a costoro vennero assegnati terreni abbandonati in seguito alle guerre sociali.
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{{Citazione|[...] [Ottaviano] liberò gli abitanti di Bologna, che per secoli erano stati [[cliens|clienti]] degli ''[[Gens Antonia|Antonii]]'', dal riunirsi sotto le loro insegne personali, come pure tutto il resto d'[[Italia romana|Italia]].|{{cita|Svetonio|''Augustus'', 17}}.}}
===L'età imperiale===
In [[Augusto (imperatore romano)|età augustea]] ''Bononia'' arricchì l'arredo urbano con oltre 10 chilometri di pavimentazioni stradali stabili. In quel periodo si costruirono anche le fognature ma l'opera più eclatante fu l'[[acquedotto]] che convogliava le acque dal torrente [[Setta (fiume)|Setta]] nei pressi di [[Sasso Marconi]] e la portava, come avviene tuttora, alle porte della città passando per [[Casalecchio di Reno]] con una galleria di 18 chilometri.▼
{{Vedi anche|Acquedotto romano di Bologna}}
▲In [[Augusto
Sempre in quel periodo si rinnovarono tanto gli edifici pubblici, con largo uso di marmi,
L'assetto neroniano rimase largamente invariato fino alla media età imperiale. La crisi politica ed economica che colpì l'impero romano a partire dal tardo [[III secolo]] si fece sentire anche a Bononia: in questi anni non solo non si registrarono particolari attività edilizie rilevanti, bensì si verificarono diversi collassi strutturali e demolizioni, che risultarono in un definitivo abbandono di alcuni settori urbani.<ref>Centro "Gina Fasoli", ''Breve storia di Bologna'', [http://www.centrofasoli.unibo.it/cgi-bin/etruschi/carica_scheda.cgi?sezione=a&indice=01.02.03 Verso la crisi]</ref>
===L'età tardoantica===
La crisi economica e sociale che accompagnò la [[caduta dell'Impero Romano d'Occidente]] ebbe gravi ripercussioni sulla città, che si spopolò, portando all'abbandono di ampie aree precedentemente urbanizzate, principalmente a ovest e a nord dell'abitato. La città si ritrasse in un'area assai ristretta di circa 20 ettari,<ref>{{cita libro| nome= Rolando| cognome= Dondarini| titolo= Breve Storia di Bologna| anno= 2007| editore= Pacini| città= Pisa| url= http://www.eccoprogram.it/wp-content/uploads/LETTURE-29-febbraio-Bologna-storia-medievale.pdf| accesso= 16 settembre 2019| dataarchivio= 24 aprile 2021| urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210424231233/http://www.eccoprogram.it/wp-content/uploads/LETTURE-29-febbraio-Bologna-storia-medievale.pdf| urlmorto= sì}}</ref> racchiusa dalla cosiddetta [[Mura di Bologna#La_prima_cinta:_la_Cerchia_di_Selenite|cerchia di selenite]]. Questa comprendeva l'area fra le attuali piazze Galileo e Roosevelt (a ovest), il torrente [[Aposa]] e l'attuale [[Piazza di Porta Ravegnana|piazza di porta Ravegnana]] (a est), le vie Farini e Carbonesi (a sud) e la [[Cattedrale di San Pietro (Bologna)|cattedrale di San Pietro]] (a nord). Le zone della città romana abbandonata vennero gradualmente spoliate dei materiali di costruzione, per poi divenire aree agricole. Le fonti dei secoli XI e XII indicano tali zone come "''civitas rupta antiqua''".<ref>{{Cita web|url = http://www.centrofasoli.unibo.it/cgi-bin/etruschi/carica_scheda.cgi?sezione=b&indice=01.03.01 |titolo = La città 'retratta'|autore = Centro "Gina Fasoli"|sito = Breve storia di Bologna|data = |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161220152955/http://www.centrofasoli.unibo.it/cgi-bin/etruschi/carica_scheda.cgi?sezione=b&indice=01.03.01
|dataarchivio = 20 dicembre 2016 |urlmorto = sì}}</ref>
==Struttura urbanistica==
[[File:Bologna_Museo_della_storia_di_Bologna_29-04-2012_15-52-04.JPG|thumb|Tratto del decumano rinvenuto sotto via Rizzoli, parte del percorso di visita del [[Museo della storia di Bologna]] ]]
La struttura urbanistica di Bononia è facilmente riscontrabile anche oggigiorno. Il [[cardine massimo]] (strada principale da nord a sud) era l'odierno tratto da via Galliera a via Val d'Aposa, che si incrociava con il [[decumano massimo]] (strada principale da est a ovest), l'odierno tratto da via Rizzoli a via Ugo Bassi. Il decumano massimo era il tratto della [[via Emilia]] che attraversava la città di Bononia. Parallelamente alle due strade principali furono tracciati sette cardini e nove decumani i quali, incrociandosi, formavano degli isolati rettangolari al cui interno si costruivano le abitazioni e gli edifici pubblici. A partire dall'età augustea si venne a sviluppare una periferia (suburbio) all'esterno del perimetro urbano, di natura sia residenziale che produttiva, sintomo di uno sviluppo economico e demografico.<ref>Centro "Gina Fasoli", ''Breve storia di Bologna'', [http://www.centrofasoli.unibo.it/cgi-bin/etruschi/carica_scheda.cgi?sezione=b&indice=02.00.01 Il suburbio]</ref> Qui si trovavano, secondo la tradizione romana, anche zone funerarie e vi venne successivamente costruito il tempio dedicato a Iside (dove oggi si trova la [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)|chiesa di Santo Stefano]]).▼
[[File:1543 - Bologna - Santi Vitale e Agricola - Foto Giovanni Dall'Orto, 9-Feb-2008.jpg|miniatura|Capitello romano di reimpiego nella [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)#Basilica dei protomartiri San Vitale e Sant.27Agricola|basilica dei Santi Vitale e Agricola]]]]
▲La struttura urbanistica di Bononia seguiva il classico modello reticolato romano ed è facilmente riscontrabile anche oggigiorno. Il [[cardine massimo]] (strada principale da nord a sud) era l'odierno tratto da via Galliera a via Val d'Aposa, che si incrociava con il [[decumano massimo]] (strada principale da est a ovest), l'odierno tratto da via Rizzoli a via Ugo Bassi. Il decumano massimo era il tratto della [[via Emilia]] che attraversava la città di Bononia. Parallelamente alle due strade principali furono tracciati sette cardini e nove decumani i quali, incrociandosi, formavano degli isolati rettangolari al cui interno si costruivano le abitazioni e gli edifici pubblici
Il [[Foro (urbanistica)|foro]] cittadino si trovava nell'area di incrocio dei due principali assi viari, probabilmente nei pressi dell'attuale [[Palazzo d'Accursio|Palazzo Comunale]], dove
A partire dall'età augustea si venne a sviluppare una periferia (suburbio) all'esterno del perimetro urbano, di natura sia residenziale che produttiva, sintomo di uno sviluppo economico e demografico. Qui si trovavano, secondo la tradizione romana, anche zone funerarie e un [[anfiteatro]] (presumibilmente presso l'attuale [[chiesa dei Santi Vitale e Agricola in Arena]]). Successivamente, nel luogo dove oggi si trova la [[Basilica di Santo Stefano (Bologna)|chiesa di Santo Stefano]], venne costruito un tempio dedicato a [[Iside]].<ref>Centro "Gina Fasoli", ''Breve storia di Bologna'', [http://www.centrofasoli.unibo.it/cgi-bin/etruschi/carica_scheda.cgi?sezione=b&indice=02.00.01 Il suburbio]</ref>
▲Il foro cittadino si trovava nell'area di incrocio dei due principali assi viari, probabilmente nei pressi dell'attuale [[Palazzo d'Accursio|Palazzo Comunale]], dove si trovava anche una [[Basilica civile|basilica]] (tuttora parzialmente visibile nei sotterranei della [[Biblioteca Sala Borsa]]). Il teatro si trovava in posizione leggermente periferica, nell'angolo sud-occidentale del perimetro cittadino, oggi fra via dei Carbonesi e via Val d'Aposa.
La città fu dotata dai romani anche di un [[Acquedotto romano di Bologna|acquedotto]], proveniente dal
==I confini==
I confini della città erano definiti da torrenti e canali.
A est, il confine era segnato dal torrente [[Aposa]]. Partiva dall'incrocio di via Righi e via Oberdan e scendeva lungo le vie Marsala, Valdonica, dell'Inferno, dè Giudei, attraversava via Rizzoli, poi ancora per via Caprarie, dè Toschi fino a [[Piazza Minghetti]].
A sud c'era un canale artificiale che prendendo le acque dall'Aposa, partiva da piazza Minghetti e poi scorreva lungo le vie Farini, Carbonesi, Barberia fino all'incrocio con [[piazza Malpighi]].
A ovest, in piazza Minghetti il rio Vallescura, o torrente Ravone, si incrociava con il canale a sud e poi scorreva lungo via Marconi fino a Riva Reno.
A nord segnava il confine un fossato artificiale che andava da via Riva Reno fino all'incrocio fra via Righi e via Oberdan.
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==Bibliografia==
*[[Giovan Battista Pellegrini]], ''Toponomastica Italiana'' (Milano, [[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]], 1990)
*{{cita libro | autore-capitolo-cognome= Bergonzoni| autore-capitolo-nome= Franco| curatori= Antonio Ferri, Giancarlo Roversi|titolo= Storia di Bologna| editore= Bononia University press| città= Bologna| anno= 2005| pp= 67-98|capitolo= Bononia (189 a.C.- Secolo V)|ISBN = 88-7395-084-1}}
*{{cita libro|curatore =John T. Koch| titolo=Celtic Culture: A Historical Encyclopedia|anno= 2006|editore=ABC-Clio|città=Santa Barbara/Oxford|isbn= 1-85109-440-7|cid=Celtic Culture: A Historical Encyclopedia}}
*{{Cita libro|titolo = A passeggio per Bononia: alla ricerca della città romana|curatore =Marinella Marchesi|editore = Biblioteca Sala Borsa: Comune di Bologna|città = Bologna
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*{{cita pubblicazione |autore = Jacopo Ortalli|titolo= Bologna città romana. Progetto e realtà urbana|rivista= Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le
Province di Romagna|numero= 47|anno= 1996|pp= 139-195}}
*{{Cita libro|titolo = Bologna nell'antichità|curatore = Giuseppe Sassatelli|wkcuratore=Giuseppe Sassatelli |curatore2 = Angela Donati|editore = Bononia University Press|città = Bologna |anno = 2005|volume = vol. I |
*{{cita pubblicazione |autore = Daniela Scagliarini Corlaita|autore2 =Antonella Coralini|titolo= Da Felsina a Bononia:
==Voci correlate==
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*[[Bologna]]
*[[Felsina]]
*[[Ponte romano sull'Aposa]]
*[[Teatro romano (Bologna)]]
*[[Storia di Bologna]]
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* Centro "Gina Fasoli", [http://www.centrofasoli.unibo.it/cd_bo/romani/romani.html Breve Storia di Bologna, Parte I, Romani]
{{Città romane della Regio VIII Aemilia}}
{{Portale|Antica Roma|Bologna|Celti|archeologia}}
[[Categoria:Bononia]]
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