Gorno: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Rotbot (discussione | contributi)
m Bot: coordinate uguali a Wikidata
StefenettiE (discussione | contributi)
Ripristinati collegamenti alle pagine secondarie
 
(173 versioni intermedie di 73 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{nd}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Gorno
|Panorama = Gorno.jpg
|Didascalia = Panorama
|Bandiera = Gorno-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Gorno-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lombardia
|Divisione amm grado 2 = Bergamo
|Amministratore locale =Valter QuistiniGiampiero Calegari<!--nome, cognome SENZA titoli-->
|Partito = [Lista[lista civica]] Indipendenti - InsiemeRinnovamento per Gorno - Lega Nord]
|Data elezione =16/05/2011 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA5-6->2016
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Latitudine gradi=
|Sottodivisioni = ''nessuna'';
|Latitudine minuti=
vedi [[#Geografia antropica|elenco contrade]]
|Latitudine secondi=
|Divisioni confinanti = [[Casnigo]], [[Colzate]], [[Oneta]], [[Ponte Nossa]], [[Premolo]]
|Latitudine NS=
|Zona sismica = 3
|Longitudine gradi=
|Gradi giorno = 3078
|Longitudine minuti=
|Nome abitanti = gornesi
|Longitudine secondi=
|Patrono = [[Martino di Tours|san Martino Vescovo]]
|Longitudine EW=
|Festivo = 11 novembre
|Altitudine=710
|PIL =
|Superficie=10
|PIL procapite =
|Note superficie=
|Mappa = Map of comune of Gorno (province of Bergamo, region Lombardy, Italy).svg
|Abitanti=1684
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Gorno nella provincia di Bergamo
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=Campello, Chignolo, Erdeno, Riso, Sant'Antonio
|Divisioni confinanti=[[Casnigo]], [[Colzate]], [[Oneta]], [[Ponte Nossa]], [[Premolo]]
|Codice postale=24020
|Prefisso=[[035 (prefisso)|035]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=016116
|Codice catastale=E106
|Targa=BG
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=gornesi
|Patrono=[[Martino di Tours|San Martino Vescovo]]
|Festivo=11 novembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Gorno (province of Bergamo, region Lombardy, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Gorno nella provincia di Bergamo
|Sito=http://www.comune.gorno.bg.it/
}}
 
'''Gorno''' {{IPA|[ˈɡorno]}} (''Góren'' {{IPA|[ˈɡoɾɛn]}} in [[dialetto bergamasco]]<ref>{{citaCita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. | 1996 | GARZANTIGarzanti | Milano | isbn=88-11-30500-4 | p=312 | url=https://archive.org/details/dizionarioditopo00unse/page/312 }}</ref><ref>Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di {{cita libro|curatore=Carmelo Francia, Emanuele Gambarini |titolo=Dizionario italiano-bergamasco |url=https://archive.org/details/dizionarioitalia0000unse |anno=2001 |editore=Grafital |città=Torre Boldone |isbn=88-87353-12-3 }}</ref>) è un [[comuneComune (Italia)|comune italiano]] di 1.684{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Bergamo]], in [[Lombardia]]. Si trova nella [[val del Riso]], laterale della [[val Seriana]].
 
Situato nella [[val del Riso]], laterale della [[val Seriana]], dista circa 29 chilometri a nord-est dal [[Bergamo|capoluogo orobico]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Contrada S.Giovanni - Gorno.jpg|thumb|Visione aerea della contrada di San Giovanni|left]]
Il comune è situato in nella parte inferiore della [[Val del Riso]], valle che parte a est del Colle di Zambla e scende aprendosi verso ovest, sfociando nella più ampia [[Val Seriana]]. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L'altitudine del territorio comunale è compresa fra una quota minima di {{M|475 |u=m}} [[s.l.m.]] in località Centrale (all'imbocco del paese) e una quota massima di 1.775 {{M|1775|u=m}} [[s.l.m.]] in località Preda Balaranda, con un dislivello di 1300m{{M|1300|u=m}}<ref >{{cita web|url= http://www.comuni-italiani.it/016/116/clima.html|titolo= Clima e Dati Geografici|accesso= 5 dicembre 2012}}</ref> caratterizzato nella fascia alta da un'apertura panoramica molto ampia e suggestiva offerta dai rilievi orobici circostanti<ref >{{cita web|url= http://www.italiapedia.it/comune-di-gorno_Descrizione-016-116|titolo= Descrizione territoriale|accesso= 25 dicembre 2012}}</ref>.
 
Il comune di Gorno si estende per {{M|9,87km87|u=km²}} e confina con i paesicomuni di [[Ponte Nossa]], [[Premolo]], [[Oneta]], [[Casnigo]] e [[Colzate]]<ref >{{cita web|url= http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20confinanti%20con%20Gorno&map=016116|titolo= Paesi confinanti |accesso= 5 dicembre 2012|dataarchivio= 4 marzo 2016|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160304212806/http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20confinanti%20con%20Gorno&map=016116|urlmorto= sì}}</ref>.
 
Stando alla [[classificazione sismica dell'Italia|classificazione sismica]] della protezione civile è in zona 4, ovvero soggetto a sismicità molto bassa<ref >{{cita web|url= http://www.tuttitalia.it/lombardia/38-gorno/classificazione-sismica-climatica/|titolo= Classificazione sismica |accesso= 5 dicembre 2012}}</ref>.
 
=== IdrografiaGeologia ===
[[File:Gorno Valle dell'Orso.jpeg|thumb|Stratificazione rocciosa nell'ex cava ''"Negus"'', nella Valle dell'Orso, sul confine tra i comuni di Gorno e [[Oneta]]|left]]
Nel territorio comunale passa il [[Riso (torrente)|torrente Riso]], torrente che nasce da una cavità naturale alle pendici del [[monte Grem]], posta a nord-est della frazione Cantoni in comune di [[Oneta]], e prosegue per 9,6 km per tutta la [[Val del Riso]], prima di sfociare nel fiume Serio, principale arteria idrica della Val Seriana<ref >{{cita web|url= http://www.fipsasbg.it/vigilanza/pesci/Provincia%20di%20Bergamo%20(D)/pdf/bacini_idrografici/Torrente%20Riso.pdf|titolo= Caratteristiche geografiche del T. Riso|accesso= 5 dicembre 2012}}</ref>.<br />
Il torrente Riso passa nella parte bassa del comune di Gorno, precisamente nelle contrade di Riso, Fondo Ripa e infine in quella del Santissimo Crocifisso.
 
Il territorio comunale fa parte della [[Formazione di Gorno]], conformazione geologica affiorante in [[Lombardia]] centro-occidentale in corrispondenza della fascia prealpina orobica, che si è formato tra i 230 a 181 milioni di anni fa, nell'[[mesozoico|era Mesozoica]] nel periodo [[Triassico superiore]] e [[Triassico medio|medio]], precisamente nelle epoche del [[Ladinico]] o Esino, [[Carnico]] o Raibliano. Tra queste formazioni si trova il [[calcare metallifero bergamasco]], così chiamato per la presenza di vari minerali, come la [[sfalerite|blenda]] la [[Calamina (minerale)|calamina]], la [[galena]] e altri minerali in percentuali inferiori.
All’interno del territorio comunale vi sono inoltre altri numerosi piccoli torrenti, alcuni perenni mentre altri sorgivi con forti precipitazioni meteorologiche, che a loro volta sfociano nel [[Riso (torrente)|torrente Riso]].
 
Questi strati metalliferi, secondo le ultime teorie geologiche, si sarebbero formati in fondo al mare a seguito di fenomeni vulcanici che avrebbero fatto affluire nelle acque la lava e i solfuri di [[piombo]] e [[zinco]] che poi si depositarono con il [[calcare]]. Successivamente, quando gli strati erano già solidificati, i movimenti della [[Crosta terrestre|crosta]] sollevarono il fondo marino formando le montagne che circondano il paese, come il [[Monte Grem]], Grina, Belloro e [[monte Golla|Golla]], oggi ricche di minerali, che affiorano anche grazie all'erosione secolare<ref name="geologia">{{Cita|Furia Luigi, 1977|pp. 14-15}}.</ref>.
Nella parte alta del territorio comunale, dove vi sono gli alpeggi per il pascolo, sono inoltre presenti alcune piccoli laghetti e pozze perenni, che servono tutt’ora per l’abbeveraggio del bestiame. Alcune di queste sono state recentemente ristrutturate per un miglior assetto del paesaggio e del territorio<ref >{{cita web|url= http://www.centroanfibilagoendine.valcavallina.bg.it/files/Relazione%20Campo%20Gorno%20Corbetta%20modif.pdf|titolo= Censimento pozze |accesso= 5 dicembre 2012}}</ref>.
 
Le rocce del Carnico o Raibliano, ricche di resti [[fossile|fossili]], sono particolarmente interessanti ed estese nel territorio comunale. Le caratteristiche della [[Formazione di Gorno]] indicano un ambiente marino poco profondo, protetto, con fondali fangosi e abbondanti apporti terrigeni fini. I fossili di Gorno son pari a quelli di [[Dossena (Italia)|Dossena]] e di [[Esine]]<ref name=geologia/>. I ritrovamenti più frequenti sono di piccole conchiglie della famiglia dei [[bivalvia|bivalvi]], soprattutto la ''Myophoria kefersteini'' (Münster) e ''Curionia curionii'' (Hauer), ma si possono trovare anche piccole [[ammonoidea|ammoniti]].
=== Geografia antropica ===
Il suo territorio è l’unione di più contrade (le antiche vicinie) e, caso singolare, non esiste alcuna località con il toponimo Gorno.
 
=== Idrografia ===
Le più popolate sono quelle di ''Villassio'', capoluogo del paese e dove risiedono gli edifici più importanti della comunità, come il comune, le scuole, l’oratorio (con l’annesso teatro) e la parrocchia, ed ''Erdeno''. Poi vi sono le contrade di ''Riso'', che si trova nella parte più bassa del paese, ''San Giovanni'', la più antica, sulla piazzetta antistante la chiesa dedicata a S. Giovanni Battista vi sono antiche sepolture; ''Sant’Antonio'' che prende il nome dalla rispettiva chiesetta, ''Cavagnoli'', ''Calchera'' e infine ''Peroli Aleti'' e ''Peroli Bassi'', che si trova nella parte più alta del territorio e si suddivide a sua volta tra ''Peroli Alti'' e ''Peroli Bassi''. Prima di uscire dal territorio in direzione [[Oneta]], si trova la contrada ''Campello'', la più recente, formatasi nella seconda metà dell’Ottocento quale villaggio minerario dove si trovavano la direzione, gli uffici, i servizi e gli alloggi dei tecnici al servizio dell’importante attività estrattiva.
Nel territorio comunale passa il [[Riso (torrente)|torrente Riso]], torrente che nasce da una cavità naturale alle pendici del [[monte Grem]], posta a nord-est della frazione Cantoni in comune di [[Oneta]], e prosegue per {{M|9,6|u=km}} per tutta la [[Val del Riso]], prima di sfociare nel fiume Serio, principale arteria idrica della Val Seriana<ref>{{cita web|url= http://www.fipsasbg.it/vigilanza/pesci/Provincia%20di%20Bergamo%20(D)/pdf/bacini_idrografici/Torrente%20Riso.pdf|titolo= Caratteristiche geografiche del T. Riso|accesso= 5 dicembre 2012|urlmorto= sì}}</ref>. Il torrente Riso passa nella parte bassa del comune di Gorno, precisamente nelle contrade di Riso, Fondo Ripa e infine in quella del Santissimo Crocifisso.
 
All'interno del territorio comunale vi sono inoltre altri numerosi piccoli torrenti, alcuni perenni mentre altri sorgivi con forti precipitazioni meteorologiche, che a loro volta sfociano nel [[Riso (torrente)|torrente Riso]].
Altri nuclei abitati, di dimensioni più ridotte, sono ''Plicosa'', nella parte alta del comune, ''Fondo Ripa'', vicina alla contrada di ''Riso'' e quella del ''Santo Crocefisso'', che prende il nome dall’omonimo santuario, e che si trova all’imbocco del paese.
 
Nella parte alta del territorio comunale, dove vi sono gli alpeggi per il pascolo, sono inoltre presenti alcune piccoli laghetti e pozze perenni, che servono tuttora per l'abbeveraggio del bestiame. Alcune di queste sono state recentemente ristrutturate per un miglior assetto del paesaggio e del territorio<ref>{{cita web|url= http://www.centroanfibilagoendine.valcavallina.bg.it/files/Relazione%20Campo%20Gorno%20Corbetta%20modif.pdf|titolo= Censimento pozze|accesso= 5 dicembre 2012|urlmorto= sì}}</ref>.
Anticamente facevano parte del territorio comunale anche le contrade di ''[[Bondo (Colzate)|Bondo]]'' e di ''[[Barbata (Colzate)|Barbata]]'', passate poial comune di Colzate a seguito di appositi Decreti Gorvernativi: 15 aprile 1818 per quanto riguarda la contrada di Bondo e 6 giugno 1872 per la contrada di Barbata.
 
=== Clima ===
Data la posizione orografica e altimetrica del paese, posto sul versante sinistro della [[Val del Riso]] e con un dislivello territoriale di 1300m{{M|1300|u=m}}, c'è una diversità climatica nelle varie contrade. Le precipitazioni si concentrano soprattutto nei periodi marzo - maggio e settembre – ottobre per quanto riguarda la pioggia, mentre durante il periodo invernale la neve cade saltuariamente.
Le precipitazioni meteo si concentrano soprattutto nei periodi marzo - maggio e settembre – ottobre per quanto riguarda la pioggia, mentre durante il periodo invernale la neve cade saltuariamente.
 
== StemmaOrigini del nome ==
Non si ha una certa e comprovata teoria sulla nascita del nome ''Gorno'', negli anni diverse sono stati gli studi che hanno portato ad ipotesi più o meno fondate.
[[File:Gorno-Stemma.png|thumb|upright=0.7|Lo stemma di Gorno|left]]
Lo stemma del comune di Gorno è stato ufficialmente approvato con decreto del [[Re d'Italia]], [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]], il 9 novembre [[1933]]<ref name=uno/>.
 
Legate alla storia dei romani sono le versioni del Verdina, che lo farebbe risalire al nome personale romano ''Gornus'' mentre altri lo legano al lavoro delle miniere e dal nome etrusco ''Goreno'' (tutt'oggi in dialetto si dice ancora ''Goren'')<ref name=uno/>.
Blasonatura stemma<ref name=uno/>:
{{Citazione| ''Troncato semipartito: al primo di azzurro al S. Martino; il secondo d'argento alla fiaccola del minatore; al terzo di nero alla conchiglia fossile''}}
 
Secondo le teorie che si possono leggere negli scritti di Don Ceruti del [[1858]] deriverebbe da una parola ebraica che significa ''aia'', in quanto in antichità erano presenti molte aie per battere il frumento raccolto<ref name=due>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 12}}.</ref>.
Le immagini inserite all'interno dello stemma richiamano la storia del paese.<br />
In alto vi è raffigurato [[Martino di Tours|San Martino Vescovo]], patrono del paese fin da quando [[Carlo Magno]] donò le terre della valle ai canonici di [[Martino di Tours|San Martino di Tours]] nel 774 d.C., mentre sotto vi sono raffigurate a sinistra un antico lume da miniera, simbolo del lavoro in sotterraneo, e a destra una conchiglia fossile, di cui è ricca la formazione geologica che porta il nome di Gorno, dove è stata scoperta, studiata e classificata<ref name=uno/>.
 
Il professor Stefano Dotti lo farebbe invece risalire alle popolazioni asiatiche, come gli [[Illiri]] e i [[Tauri (popolo)|Tauri]] che sarebbero migrate in antichità nelle nostre valli alla ricerca di giacimenti minerari. Nelle regioni da dove anticamente partirono sono presenti molti paesi con il nome simile a Gorno, in particolare [[Gorno-Altajsk]] e [[Provincia Autonoma di Gorno-Badachšan|Gorno Badahsan]], quest'ultimo provincia autonoma del [[Tagikistan]]<ref name=due/><ref name=piombo>{{Cita|Furia Luigi, 2012|pp. 21-22}}.</ref>.
Ma da fonti antiche emerge anche un secondo significato per le tre immagini rappresentate, tramandato anche da tradizioni e detti popolari ''"affinché i figli non dimentichino le virtù dei padri"'': il santo rappresenta anche la ''charitas'', per sottolineare la carità presente negli avi della popolazione di Gorno, la centilena rappresenta il ''labor'' simbolo della laborosità degli abitanti;, e la conchiglia simboleggia l’''humilitas'', perché la conchiglia diventa fossile unendosi alla roccia per non farsi notare<ref name=uno>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 11}}</ref>.
 
Inoltre questa teoria sarebbe supportata dal fatto che il nome in serbo, croato e bulgaro (i cui popoli discendono dalle citate popolazioni) potrebbe significare ''superiore, di sopra, più alto, soprastante '' mentre in croato ''Göra'' significa ''monte'', portando al significato di ''sopra il monte'', teoria ulteriormente avvalorata dal fatto che il primo capoluogo del paese, la contrada di San Giovanni, si trova sopra il monte Göra<ref name="due" /><ref name="piombo" />.
== Etimologia ==
Non si ha una certa e comprovata teoria sulla nascita del nome ''Gorno'', negli anni diverse sono stati gli studi che hanno portato ad ipotesi più o meno fondate.
 
Legate alla storia dei romani sono le versioni del Verdina, che lo farebbe risalire al nome personale romano ''Gornus'' mentre altri lo legano al lavoro delle miniere e dal nome etrusco ''Goreno'' (tutt'oggi in dialetto di dice ancora ''Goren'')<ref name=uno/>.
 
Secondo le teorie che si possono leggere negli scritti di Don Ceruti del [[1858]] deriverebbe da una parola ebraica che significa ''aia'', in quanto in antichità erano presenti molte aie per battere il frumento raccolto<ref name=due>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 12}}</ref>.
 
Il professor Stefano Dotti lo farebbe invece risalire alle popolazioni asiatiche, come gli [[Illiri]] e i [[Tauri (popolo)|Tauri]] che sarebbero migrate in antichità nelle nostre valli alla ricerca di giacimenti minerari.<br />
Nelle regioni da dove anticamente partirono sono presenti molti paesei con il nome simile a Gorno, in particolare [[Gorno-Altajsk]] e [[Provincia Autonoma di Gorno-Badachšan|Gorno Badahsan]], quest'ultimo provincia autonoma del [[Tagikistan]]<ref name=due/><ref name=piombo>{{Cita|Furia Luigi, 2012|p. 21-22}}</ref>.<br />
Inoltre questa teoria sarebbe supportata dal fatto che il nome in serbo, croato e bulgaro (i cui popoli discendono dalle citate popolazioni) potrebbe significare ''superiore, di sopra, più alto, soprastante '' mentre in croato ''Göra'' significa ''monte'', portando al significato di ''sopra il monte'', teoria ulteriormente avvalorata dal fatto che il primo capoluogo del paese, la contrada di San Giovanni, si trova sopra il monte Göra<ref name=due/><ref name=piombo/>.<br />
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia della Lombardia}}
<!--{{Nota
|titolo=Le origini del nome
|contenuto=
}}-->
 
=== Formazione geologica del territorio ===
[[File:Gorno Valle dell'Orso.jpeg|thumb|Stratificazione rocciosa nell'ex cava ''"Negus"'', nella Valle dell'Orso, sul confine tra i comuni di Gorno e [[Oneta]]|left]]
 
Il territorio comunale fa parte della [[Formazione di Gorno]], conformazione geologica affiorante in [[Lombardia]] centro-occidentale in corrispondenza della fascia prealpina orobica, che si è formato tra i 230 a 181 milioni di anni fa, nell'[[mesozoico|era Mesozoica]] nel periodo [[Triassico superiore]] e [[Triassico medio|medio]], precisamente nelle epoche del [[Ladinico]] o Esino, [[Carnico]] o [[Raibliano]]. Tra queste formazioni si trova il metallifero bergamasco, così chiamato per la presenza di vari minerali, come la [[sfalerite|blenda]] la [[calamina]], la [[galena]] e altri minerali in percentuali inferiori. Questi strati metalliferi, secondo le ultime teorie geologiche, si sarebbero formati in fondo al mare a seguito di fenomeni vulcanici che avrebbero fatto affluire nelle acque la lava e i solfuri di [[piombo]] e [[zinco]] che poi si depositarono con il [[calcare]]. Successivamente, quando gli strati erano già solidificati, i movimenti della [[Crosta terrestre|crosta]] sollevarono il fondo marino formando le montagne che circondano il paese, come il [[Monte Grem]], Grina, Belloro e Golla, oggi ricche di minerali, che affiorano anche grazie all’erosione secolare<ref name=geologia/><ref name=geologia>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 14-15}}</ref>.
 
Le rocce del [[Carnico]] o [[Raibliano]], ricche di resti [[fossile|fossili]], sono particolarmente interessanti ed estese nel territorio comunale. Le caratteristiche della [[Formazione di Gorno]] indicano un ambiente marino poco profondo, protetto, con fondali fangosi e abbondanti apporti terrigeni fini. I fossili di Gorno son pari a quelli di [[Dossena]] e di [[Esine]]<ref name=geologia/>. I ritrovamenti più frequenti sono di piccole conchiglie della famiglia dei [[bivalvia|bivalvi]], soprattutto la ''Myophoria kefersteini'' (Münster) e ''Curionia curionii'' (Hauer), ma si possono trovare anche piccole [[ammonoidea|ammoniti]].
 
=== Dai popoli primitivi all’altoall'alto medioevo ===
Non si hanno notizie certe e specifiche riguardo ai primissimi insediamenti nel territorio di Gorno, ma si possono ricostruire grazie alla storia generale dei comuni limitrofi e della [[Val Seriana]].
 
Secondo studi storico archeologici i primi insediamenti nelle nostre valli si ebbero in età neo-eneolitica, quindi circa 3000 anni fa, da gruppi transalpini tra cui gli Umbro-Sabelli, Reto-Ladini, i [[Tauri (popolo)|Tauri]], gli [[Illiri]], che comprendevano anche il ceppo degli [[Orobi]]<ref name=tre>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 29}}.</ref>.
A testimonianza di queste ipotesi vi sono diversi ritrovamenti archeologici nei paesi limitrofi a Gorno, da segnalare a [[Premolo]] il ritrovamento di resti di un villaggio pastorizio in località Belloro<ref >{{cita web|url= http://www.comune.premolo.bg.it/pgt/pgt-piano-di-governo-del-territorio/DOCPIANO%20RELAZIONE-19-02-2009.pdf|titolo= Ritrovamenti archeologici in località Belloro|accesso= 25 dicembre 2012|urlmorto= sì}}</ref> e il celebre ritrovamento nel [[1963]] di una tomba con reperti ossei, selci lavorate e cocci nel Canale d’Andrurad'Andruna<ref >{{cita web|url= http://www.valleseriana.bg.it/cultura/Alta_Valle/archeologia.htm|titolo= Ritrovamenti archeologici nel Canale dell’Anduradell'Andura|accesso= 25 dicembre 2012|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20121217050224/http://www.valleseriana.bg.it/cultura/Alta_Valle/archeologia.htm|dataarchivio= 17 dicembre 2012}}</ref>, mentre nel comune di [[Parre]] importante fu il ritrovamento di più di una tonnellata di manufatti bronzei all’internoall'interno di un ripostiglio di un fabbro risalente al V secolo a.C.<ref >{{cita web|url= http://www.museoarcheologicobergamo.it/?arg=18|titolo= Ritrovamenti archeologici a Parre|accesso= 25 dicembre 2012}}</ref>.
 
Ultimamente sono stati rinvenuti in loco resti di terrecotte figurate risalenti all’Etàall'Età del Bronzo, reperti che sono allo studio dell’Intendenzadell'Intendenza archeologica della Lombardia. Perciò, data la presenza di minerali ed i ritrovamenti nei vicini paesi, già accertati e certificati, può essere avvalorata l’ipotesil'ipotesi che anche il territorio del paese di Gorno fosse area di insediamenti primitivi<ref name=tre/>.
[[File:017 Galba.jpg|thumb|upright=0.7|Moneta imperiale romana raffigurante [[Galba|Sulpicio Galba]]|right]]
Successivamente tutti i territori di [[Bergamo]] e delle sue valli vennero invase dai [[Galli]]-Cenomani, per poi finire sotto il dominio dei romani nel 250 a.C.<ref name=ottob/>
 
Successivamente tutti i territori di [[Bergamo]] e delle sue valli vennero invase dai [[Galli]]-Cenomani, per poi finire sotto il dominio dei romani nel 250 a.C.<ref name=ottob/>.
All'arrivo dei romani le estrazioni minerarie erano comunque sicuramente già avviate, che ne diedero un ulteriore sviluppo collegando i vari giacimenti d'estrazione. In particolare i terreni di Gorno erano quelli con le migliori miniere di [[calamina]], fondamentale in antichità per la produzione di [[bronzo]]<ref name=setteb>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 175}}</ref>.<br />
A comprovare la presenza dei romani sono stati alcuni ritrovamenti in zona di monete romane, una delle quali con l'effigie di [[Galba|Sulpicio Galba]], [[imperatore]] dell'[[Impero romano|Impero Romano]] successore di [[Nerone]] che regnò per sette mesi, dal 9 giugno 68 al 15 gennaio [[69]]<ref name=setteb/>.
 
All'arrivo dei romani le estrazioni minerarie erano comunque sicuramente già avviate, che ne diedero un ulteriore sviluppo collegando i vari giacimenti d'estrazione. In particolare i terreni di Gorno erano quelli con le migliori miniere di calamina, fondamentale in antichità per la produzione di [[bronzo]]<ref name=setteb>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 175}}.</ref>. A comprovare la presenza dei romani sono stati alcuni ritrovamenti in zona di monete romane, una delle quali con l'effigie di [[Galba|Sulpicio Galba]], [[imperatore]] dell'[[Impero romano|Impero Romano]] successore di [[Nerone]] che regnò per sette mesi, dal 9 giugno 68 al 15 gennaio [[69]]<ref name=setteb/>.
Secondo alcuni studiosi l'arrivo del cristianesimo coincise con l'arrivo dei romani, che qui mandavano i ''[[damnatio ad metalla]]'', una sorta di schiavitù che i romani infliggevano per i lavori più duri nelle miniere ai criminali ma anche ai cristiani<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 176}}</ref>.
 
Secondo alcuni studiosi l'arrivo del cristianesimo coincise con l'arrivo dei romani, che qui mandavano i ''[[damnatio ad metalla]]'', una sorta di schiavitù che i romani infliggevano per i lavori più duri nelle miniere ai criminali ma anche ai cristiani<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 176}}.</ref>.
Con la [[Impero romano|caduta dell’Impero Romano]] nel 476 d.C. i terreni di Gorno finirono sotto il dominio e l’influenza [[Longobardi|Longobarda]] fino a quando, nel 774 d.C. la scesa di [[Carlo Magno]] e il suo nuovo dominio vennero ceduti, insieme ai terreni della [[Val Seriana|Valle Seriana]], alla Canonica di Tours di [[Francia]]<ref name=ottob >{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 30}}</ref>. Ciò spiegherebbe anche il fatto che la [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|parrocchia di Gorno]] e da sempre dedicata a [[Martino di Tours|San Martino Vescovo]]<ref >{{cita web|url= http://www.altavalseriana.net/storia_elenco.asp|titolo= Storia della Val Seriana|accesso= 25 dicembre 2012}}</ref>.
 
Con la [[Impero romano|caduta dell'Impero Romano]] nel 476 d.C. i terreni di Gorno finirono sotto il dominio e l'influenza [[Longobardi|Longobarda]] fino a quando, nel 774 d.C. la scesa di [[Carlo Magno]] e il suo nuovo dominio vennero ceduti, insieme ai terreni della [[Val Seriana|Valle Seriana]], alla Canonica di Tours di [[Francia]]<ref name=ottob >{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 30}}.</ref>. Ciò spiegherebbe anche il fatto che la [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|parrocchia di Gorno]] e da sempre dedicata a [[Martino di Tours|San Martino Vescovo]]<ref>{{cita web|url= http://www.altavalseriana.net/storia_elenco.asp|titolo= Storia della Val Seriana|accesso= 25 dicembre 2012|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20151006175407/http://www.altavalseriana.net/storia_elenco.asp|dataarchivio= 6 ottobre 2015}}</ref>.
La dominazione della canonica francese terminò con un ulteriore scambio territoriale testimoniato da una pergamena del [[1037]], e testimoniata anche dagli scritti del [[1676]] del Calvi in cui si può leggere che cedette<ref name=quattro>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 31}}</ref>
 
La dominazione della canonica francese terminò con un ulteriore scambio territoriale testimoniato da una pergamena del [[1037]], e testimoniata anche dagli scritti del [[1676]] del Calvi in cui si può leggere che cedette<ref name=quattro>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 31}}.</ref>
{{Citazione|''Contrada di Torino, entro la città di Pavia ed in contrada di Milano ed il prevosto di San Martino di Tours gli cedette in scambio tutti i beni di diritto della detta canonica posti nella Valle Seriana, di Scalve, Canonica… e per rapporto alle Valle Seriana di Bondiole, Randellino, Ardesio, Clusone, Gorno ed altri loghi''}}
 
{{Citazione|''Contrada di Torino, entro la città di Pavia ed in contrada di Milano ed il prevosto di San Martino di Tours gli cedette in scambio tutti i beni di diritto della detta canonica posti nella Valle Seriana, di Scalve, Canonica… e per rapporto alla Valle Seriana di Bondiole, Randellino, Ardesio, Clusone, Gorno ed altri loghi''}}
 
In particolare da segnalare che la [[Val Seriana]], e di conseguenza anche Gorno, era sotto il forte potere amministrativo del [[Diocesi di Bergamo|Vescovo di Bergamo]], soprattutto per la riscossione delle imposte<ref name=quattro/>.
 
=== Dal medioevo al XIV secolo ===
{{Approfondimento
{{Nota
|allineamento = destra
|titolo = Il tesoro del Guelfo
|contenuto = [[File:Gorno - Casa Gibellini.jpg|right|200px|Casa Torre Gibellini in contrada Peroli bassi]] Nelle numerose leggende che si sono tramandate le generazioni degli abitanti di Gorno una è dedicata ad un fantomatico tesoro dei [[Guelfi e ghibellini|Guelfi]], seppellito/nascosto all'interno della casa torre Gibellini, in contrada Peroli bassi (vedi foto)<ref name=tesoro/>.
La leggenda narra che un drappello di [[Guelfi e ghibellini|Ghibellini]], durante i vari contenziosi tra le due fazioni, prese in assedio la roccaforte dei [[Guelfi e ghibellini|Guelfi]] (oggi casa Torre Gibellini). I [[Guelfi e ghibellini|Guelfi]] rimasero assediati al loro interno per alcune settimane, ma quando i viveri incominciarono a scarseggiare il loro comandante decise di radunare tutti gli oggetti d'oro e le monete e di seppellirli nel cortile della casa. Quindi, dopo una disperata sortita, riuscì a rompere la cerchia e a fuggire. I [[Guelfi e ghibellini|Ghibellini]], entrando in possesso della roccaforte e catturato un prigioniero, vennero a conoscenza del tesoro e incominciarono le ricerche che però non ebbero nessun esito positivo, e la leggenda vuole appunto che il tesoro si trovi ancora seppellito in attesa di essere scoperto. Ad oggi in paese riferendosi ad una persona particolarmente astuta e furba si usa dire ''"l'è ü Guelfo"''<ref name=tesoro>{{Cita|Furia Luigi, 1977|ppp. 254-255}}.</ref>.}}
 
Le prime testimonianze scritte dell'esistenza del comune di Gorno fanno fede a documenti che trattano lo scambio e la cessione di alcuni territori. La prima notizia la si ha con un documento di contraccambio dell'11 giugno del [[1171]], dove si può leggere la cessione di alcuni terreni da parte del [[diocesi di Bergamo|vescovo di Bergamo]] Guala ad alcuni uomini di Gorno, [[Premolo]] e [[Parre]], in cambio di altri terreni riferiti ai paesi di Urgnano e Cologno<ref name=cinque>{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 9}}.</ref>, documento che secondo gli studiosi segna anche la nascita ufficiale del comune<ref name=quattro/>. Nel [[1179]] si segnala la cessione, sempre da parte del Vescovo Guala, dei beni stabili del territorio, escluse le ''miniere d'argento'' e il ''bosco Campilii'' (forse l'attuale contrada Campello?)<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 32}}.</ref>.
Le prime testimonianze scritte dell’esistenza del comune di Gorno fanno fede a documenti che trattano lo scambio e la cessione di alcuni territori. <br />
La prima notizia la si ha con un documento di contraccambio dell’11 giugno del [[1171]], dove si può leggere la cessione di alcuni terreni dal parte del [[diocesi di Bergamo|vescovo di Bergamo]] Guala ad alcuni uomini di Gorno, [[Premolo]] e [[Parre]], in cambio di altri terreni riferiti ai paesi di Urgnano e Cologno<ref name=cinque>{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 9}}</ref>, documento che secondo gli studiosi segna anche la nascita ufficiale del comune<ref name=quattro/>.<br />
Nel [[1179]] si segnala la cessione, sempre da parte del Vescovo Guala, dei beni stabili del territorio, escluse le ''miniere d’argento'' e il ''bosco Campilii'' (forse l’attuale contrada Campello?) <ref >{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 32}}</ref>.
Un altro atto, datato 10 maggio [[1249]] fa riferimento alla transazione di alcuni terreni tra il comune di [[Premolo]] e quello di Gorno<ref name=cinque/>.<br />
È ormai quindi certa l’esistenza del paese o se non di un paese ben definito di alcuni nuclei abitati che si riconoscono sotto uno stesso statuto e Consoli, diventando un vero e proprio comune emancipato da ogni signoria feudale dell’epoca<ref name=quattro/>, dove si riconoscono ufficialmente le prime vici o contrade di ''Jardeno'' (Erdeno), ''Villaxio'' (Villassio), ''Cornibus'' (Sant'antonio) e ''Puteo'' (San Giovanni) che negli statuti comunali sono chiaramente individuate nella loro estensione territoriale<ref>{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 188}}</ref>.
 
Un altro atto, datato 10 maggio [[1249]] fa riferimento alla transazione di alcuni terreni tra il comune di [[Premolo]] e quello di Gorno<ref name=cinque/>. È ormai quindi certa l'esistenza del paese o se non di un paese ben definito di alcuni nuclei abitati che si riconoscono sotto uno stesso statuto e Consoli, diventando un vero e proprio comune emancipato da ogni signoria feudale dell'epoca<ref name=quattro/>, dove si riconoscono ufficialmente le prime vici o contrade di ''Jardeno'' (Erdeno), ''Villaxio'' (Villassio), ''Cornibus'' (Sant'Antonio) e ''Puteo'' (San Giovanni) che negli statuti comunali sono chiaramente individuate nella loro estensione territoriale<ref>{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 188}}.</ref>.
In questo periodo all’interno del territorio comunale si migliora l’edilizia, la viabilità, acciottolando i sentieri di montagna, si incrementò il commercio con lo sfruttamento delle acque del torrente Riso con la costruzione di mulini (se ne contano tre) e si disboscarono ampie zone boschive per la formazione di prati utilizzati per il pascolo del bestiame, per lungo tempo una delle principali risorse economiche del paese<ref name=sei>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 34}}</ref> e attraverso una nota dell'archivio parrocchiale datata 7 ottobre del [[1344]] che cita<ref name=undici> {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 45}}</ref>:
 
In questo periodo all'interno del territorio comunale si migliora l'edilizia, la viabilità, acciottolando i sentieri di montagna, si incrementò il commercio con lo sfruttamento delle acque del torrente Riso con la costruzione di mulini (se ne contano tre) e si disboscarono ampie zone boschive per la formazione di prati utilizzati per il pascolo del bestiame, per lungo tempo una delle principali risorse economiche del paese<ref name=sei>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 34}}.</ref> e attraverso una nota dell'archivio parrocchiale datata 7 ottobre del [[1344]] che cita<ref name="undici">{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 45}}.</ref>:
 
{{Citazione|''PRESBITER RECTO AC BENEFICIALIS ECCLIESIAE S. MARTINO de GORNO…''}}
 
si ha testimonianza del culto cristiano ormai attivo all'interno della popolazione, presieduto da un ''[[Presbitero|presbiter]]'' (un sacerdote) e dedicato a [[Martino di Tours|Sansan Martino]].
 
Il nome del paese di Gorno viene successivamente citato in documenti datati verso la fine del Trecento.
 
In un documento del [[1375]], riguardo l’abatel'abate di [[Leno]] Andrea di Taconia di Praga si può leggere<ref name=sei/>
 
{{Citazione | ''…venne egli a Bergamo e si fece da Lanfranco, nostro vescovo, consacrare nella sua cappella della SS. Croce, presenti Giò dè Curati Arcidiacono, Grazioso di S. Gervasio, Giò de Zozzoni di Gorno, Canonici della Cattedrale''}}
 
mentre note più precise riguardo al territorio e alla sua estensione le si ritrovano in un documento che venne stilato tra il [[1392]] e il [[1395]]. All’epocaAll'epoca venne infatti ordinato, da Gian Galeazzo Visconti di eliminare le cause di liti e di stabilire un preciso quadro di riferimenti dei confini.
Il 9 novembre del [[1392]] il ''Comune de Gorne'', rappresentato dai consoli Pietro detto cesta fu Filippo Ambra e Stefano fu Adamo Guarinoni, definì i confini, con atto rogato dai notai Giovanni di Pagano Dordoni da Gorno e Zambono della Costa. Si ha nota quindi che i paesi limitrofi dell’epocadell'epoca erano [[Premolo]], [[Serina (Italia)|Serina]], Castigo, [[Colzate]], [[Vertova]] ed [[Oneta]], ma che non coincidevano totalmente con quelli attuali del paese, soprattutto nei confini occidentali con il paese di [[Oneta]] <ref >{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 189}}.</ref>.
 
Nel frattempo a livello nazionale nascono le prime lotte tra i [[Guelfi e ghibellini|Guelfi]], alleati del [[Papa]], e i [[Guelfi e ghibellini|Ghibellini]], alleati del l’l'[[Imperatori del Sacro Romano Impero|imperatore di Germania]]. Anche all’internoall'interno delle nostre valli nascono queste fazioni avverse, ma più localmente legate alle dispute tra i ''signorotti'' che si contendevano il diritto di dominio sui comuni. A tal proposito si ha una nota in latino di Castello Castelli ([[1378]]-[[1407]]) datata 8 luglio [[1393]] in cui si legge<ref name=setteb/>
 
{{Citazione|'' martedì 8 luglio 1393 fu ammazzato uno da Gorno, Guelfo, per certi Ghibellini vicino al ponte di Noxa''}}
 
In contrada Peroli, secondo antiche tradizioni, alcune abitazioni sarebbero state create partendo da un’anticaun'antica fortezza dei [[Guelfi e ghibellini|Ghibellini]], ipotesi ulteriormente surrogata dal fatto che secondo alcuni studiosi le miniere della zona erano sotto il commercio dei Pisani, notoriamente Ghibellini, e che da loro deriverebbe anche il cognome Gibellini, famiglia di questa contrada<ref name=sette>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 35}}.</ref>.
 
Le lotte si protrassero fino al [[1427]] quando una delegazione di abitanti si recò a [[Venezia]] affinché il paese passasse sotto la dominazione della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] e potesse così porre termine agli scontri.
 
=== Il dominioDominio della Serenissima ===
[[File:Leone-di-San-marco.jpg|thumb|Ciò che resta del Leone di San Marco, affresco del XVI sec. in contrada Cavagnoli|left]]
Agli inizi del XV secolo i comuni della valle Seriana Superiore, stanchi di essere usati e considerati dai signori della città solo come terreno di sfruttamento economico e stanchi delle contese tra le famiglie si recarono nell’annonell'anno [[1427]], con delega ad un gruppo di rappresentanti delle comunità (e quindi anche di Gorno) dinanzi al Senato Veneto in richiesta di sudditanza. Dopo un'attenta valutazione politico economica [[Venezia]] deliberò a favore della domanda di sudditanza il 2 ottobre del [[1427]]<brref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 36}}.</ref>.
Dopo un’attenta valutazione politico economica [[Venezia]] deliberò a favore della domanda di sudditanza il 2 ottobre del [[1427]] <ref >{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 36}}</ref>.
 
Con questo cambiamento politico si ristabilì un momento di pace nei terreni della valle, terminarono le lotte tra Guelfi e Ghibellini e si svilupparono fortemente i commerci.
 
All’epocaCon questo cambiamento politico si ristabilì un momento di pace nei terreni della valle, terminarono le lotte tra Guelfi e Ghibellini e si svilupparono fortemente i commerci. All'epoca la [[Val Seriana|Valle Seriana]] Superiore era governata da un nobile patrizio di origine veneta che risiedeva a [[Clusone]] ed era aiutato nella sua amministrazione politico giuridica dai consoli dei vari comuni<ref name=nove>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 38}}.</ref>.
 
Gorno, nel XVI secolo (ma con tutta probabilità anche nel XV secolo) era amministrato da tre consoli, che venivano eletti il 1º gennaio e il 29 giugno di ogni anno e risiedevano rispettivamente nelle contrade di Villassio, Corni (Sant’AntonioSant'Antonio) eed Erdeno. Nonostante le persone elette a titolo di console fossero tre, due sole amministravano a pieno titolo: il console della contrada di erdeno infatti era solo vice per i primi sei mesi e non riceveva lo stesso salario che veniva elargito agli altri due in carica<ref>{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 29}}.</ref>.
 
I consoli poi non potevano essere rieletti con la stessa carica per i successivi due anni, ne potevano contemporaneamente rivestire la carica di notaio o di tesoriere, carica che non poteva essere attribuita contemporaneamente a membri della propria famiglia.<br />
I consoli erano tenuti a giurare davanti ai precedenti consoli, promettendo diligenza, giustizia e legalità negli interessi del comune, della valle e della repubblica<ref>{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 30}}.</ref>.
 
A loro volta i consoli eletti eleggevano sei persone per stimare i danni dati, tre presidenti del consorzio della Misericordia, e tre massari per la chiesa di San Martino<ref >{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 31}}.</ref>.
 
Allo stesso tempo venivano elette anche altre figure amministrative importanti, come tesoriere, che aveva sostanzialmente il compito di riscuotere i crediti del comune e della Misericordia e pagare i debiti degli stessi<ref >{{Cita|Selini, Previtali, 1999|ppp. 32 - 33}}.</ref>, il notaio (o scrivano), che aveva il compito di registrare negli appositi libri pubblici ogni ordine del comune, ogni rendiconto, credito, debito, accuse, stime, condanne e relazioni comunicategli dai vari ufficiali in carica <ref >{{Cita|Selini, Previtali, 1999|ppp. 34-35}}.</ref>, i vari ragionieri e sopra-ragionieri, che avevano l’incaricol'incarico di preparare i rendiconti generali e di definire qualsiasi controversia che potesse sorgere tra il comune ei vicini a causa degli stessi rendiconti<ref >{{Cita|Selini, Previtali, 1999|ppp. 35-36}}.</ref>, gli stimatori dei danni, i campari, i canlcatori e vari altri ufficiali<ref >{{Cita|Selini, Previtali, 1999|ppp. 36-37}}.</ref>.<br />
Intorno al 1520 si hanno i primi documenti scritti in italiano volgare <ref >{{Cita|Selini, Previtali, 1999|p. 18}}.</ref>.
 
L’aperturaL'apertura ai commerci e la nuova gestione amministrativa portarono all’aumentoall'aumento della popolazione e delle sue contrade. Una descrizione abbastanza dettagliata del paese la si può avere in un importante documento redatto dal capitano di [[Bergamo]] Giovanni da Lezze, datata [[1596]] in cui il paese viene così descritto<ref >{{Cita|Furia Luigi, 1977|ppp. 36-38}}.</ref>
[[File:Gorno-map.jpg|thumb|Dettaglio della mappa''TRANSPADANA VENETORUM DITI'' dipinta nel [[1580]] circa all'interno la [[Galleria delle carte geografiche]] dei [[Musei Vaticani]] - Il dettaglio mostra la città di Bergamo (''BERGOMVM'' in basso a sinistra, indicato anche da un croce gialla) e le [[Val Brembana|Valli Brembana]] e [[Val Seriana|Seriana]]. Gorno, qui citato come ''COREN'', è in alto ed è sottolineato da una linea bianca|right]]
{{Citazione|''Questa terra è al monte sparsa in diverse contradelle han di circuito nella lunghezza milia 2 et nella larghezza milia 4 luntan da Bergamo milia 20, et da confini di Valtulina verso Carona per la strada già detta milia 24. Contradelle Vilasch, cavagnoli, barbada, jarde, grom, Bont, Corni, Peroi, Poz, Cerut, Calcera, Aris. Foghi in tutto 138, anime 724, utili 146 , il resto come di sopra. Soldati Archibugieri 8, Picchieri 3, Moschettieri 6 et galeotti 8. Questo comune come gli altri della valle godi i privilegi con un voto nel consilio di essa, negli offici incanta i datij. Paga in camera il limitato et al benalio le tasse, al tesorier generale della Valle l’estraordinariel'estraordinarie et specialmente per i guastatori per causa de quali il comun paga interesse scudi 200 alli 6 per cento, oltra altri che erano in pronto di tor, avendo in questo comun di estimo in Valle di soldi 32. <br /> Ha d’entradad'entrada L.2100 de boschi, et pascoli et altro, la quale è governata da tre sindaci con L.8 l’unol'uno. Uno scrittore con L.12, un Concole L.14, un Canevaro o Thesoriero con L.45 et da conto a sindacieletti per balle da gl’huominigl'huomini ogni anno, che il maneggio del Canevario importa l’annol'anno ducati 400 in circa.<br /> Qui non vi sono ricchezze ma la maggior parte ha qualche poco di terra, et non da viver compiutamente senza industria, fabbricando circa 400 pezze di panni bassi, quali si vendono a Verteva; di modo che pochi di questi sono fuori dalla Patria, un solo in Cremonese mercante di panni ricco et raccogliono formenti per otto mesi dell’annodell'anno valendo la pertica di terra come di sopra.<br /> Chiesa ParrochialParrocchial S.to Martino pagando il curato de le borse di particulari L.400 l'anno. La Misericordia ha L.667 de stabili et fitti, mantiene un capellano con L.240 pe un legato, et fa fare 30 officij che importano L.150 il resto si dispensa a poveri miserabili con bollette fatte da tre sindici, et sottoscritte dal curato danno conto et si mutano ogni anno.<br /> Fiume. Il Chero, una valle che suga, un'acqua della fontana, acqua sparsa con un molino, et il Ris con una fusina et 3 molini. Animali, Bovini et vacchini n. 148, pecore et capre 1300, cavalli et muli in tutto n.16''}}
 
Da questo documento si può stabilire che Gorno è una comunità attiva, che si amplia nei suoi territori con l'inglobamento delle contrade di Barbata e Bondo che appartenevano precedentemente al comune di [[Oneta]] e contribuisce al commercio delle stoffe e delle coperte dell’epocadell'epoca pur mantenendo una forte attività economica dalla pastorizia di capre e pecore. I privilegi che venivano elargiti dal Senato di [[Venezia]] venivano contraccambiati con l’inviol'invio di denaro e, quando necessario, come nel caso delle invasioni dei Turchi, con l’inviol'invio di soldati<ref name=nove/>.
 
Con l’apertural'apertura di confini extra lombardi alcuni abitanti del paese si trasferirono a [[Venezia]] a far fortuna con il commercio lasciando poi cospicue eredità al paese d’origined'origine. Celebre fu quello di un certo Gibellini lasciato alla chiesa in contrada Peroli<ref name=nove/>.<br />
C’èC'è da ricordare, infatti, che sotto il dominio della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] aumenta anche la devozione cattolica verso la parrocchia e verso altri santi, visto che ogni contrada si mobilità per avere una propria chiesa o cappella per il culto. Se già esistente era la chiesa che ora è dedicata al culto di San Giovanni nelle medesima contrada, in contrada Villassio, nel [[1478]], si erge la prima grande [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|chiesa parrocchiale]] (che poi verrà demolita nel [[1767]])<ref name=undici/> dedicata a [[Martino di Tours|San Martino di Tours]] e nei primi anni del Cinquecento la [[Chiesa della Madonna delle Grazie (Gorno)|chiesa della Madonna delle Grazie]], annessa all’exall'ex convento delle monache Agostiniane-Mantellate.<br />
Nel [[1634]] viene eretta la chiesa in contrada Peroli, prima dedicata a S.Santa Maria della Neve ma poi dedicata al culto di [[SanMauro (abate)|san Mauro]]<ref name=dieci"Mauro">{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 128}}.</ref>, così come dello stesso periodo dovrebbe risalire l’edificazionel'edificazione della chiesa di [[Antonio abate|Sant’Sant' Antonio]] nella medesima contrada<ref name=dieci"Mauro"/> e la chiesa della [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] in località Grumello<ref name=dieci"Mauro"/>.
 
Contemporaneamente viene anche ampliata l’estrazionel'estrazione di minerale ada introito comunale, in un ducale del [[1482]] si legge che<ref >{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 177}}.</ref>
 
{{Citazione|''…il Principe concesse ad alcuni di Gorne della Valle Seriana che potessero per venticinque anni far cavare nei monti, e nei luoghi della Valle Seriana e Brembana superiori, oro, argento e altri metalli di qualunque sorte, pagando la decima al Dominio, con questa condizione che dove eglino cominciassero a cavar, nessun altro potesse cavar ivi vicino ad un miglio, …''}}
 
Queste estrazioni continuarono poi fino alla fine del XVII secolo, estraendo, come riporta il Calvi nel [[1677]] ''zelamina, argento, piombo e christallo'' fino all’esaurimentoall'esaurimento delle vene superficiali, le sole sfruttabili con i mezzi di allora.
 
Verso gli inizi del Cinquecento, la [[Val Seriana|Valle Seriana]], la [[Val del Riso]] e quindi anche Gorno vennero visitati da [[Leonardo da Vinci]], che su preciso ordine di [[Carlo D’AmboyseII d'Amboise]] si recò in zona per compilare la carta topografica delle valli. In una delle mappature tracciate dal genio rinascimentale, oggi conservata nelle collezioni dei reali della biblioteca reale di [[Castello di Windsor|Windsor]], vengono segnate Gorno, [[Oneta]], [[Oltre il Colle]] e [[Dossena (Italia)|Dossena]] <ref >{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 178}}.</ref>.
 
Il dominio della [[repubblica di Venezia|repubblica Veneta]] durò fino al 13 marzo del [[1797]] quando l'ultimo rettore della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]], Alessandro Ottolini, venne scacciato da [[Bergamo]]. Unica testimonianza pittorico artistica di questo dominio all'interno del territorio comunale è un affresco degli inizi del XVI secolo che raffigura il [[Leone di San Marco]] dipinto esternamente ad una delle case più antiche (probabilmente una [[casatorre|casa torre]]) in contrada Cavagnoli. Anche se ormai consunto e deteriorato dal tempo se ne riconoscono ancora le zampe posteriori, la coda e parte delle ali<ref>{{Cita|Gamba, Umberto |p. 95}}.</ref>.
 
==== La peste del 1630 ====
Anche a Gorno, come tutta la [[Lombardia]], arrivò la terribile epidemia della [[peste del 1630]].
Ancora presente nei ricordi delle generazioni la precedente epidemia di [[peste]], datata [[1528]], quella del [[Peste del 1630|1630]] fu ulteriormente terribile perché a peggiorare la situazione fu anche un’estremaun'estrema povertà dovuta agli scarsi raccolti di cereali nei due anni precedenti all’epidemiaall'epidemia, nel [[1628]] e [[1629]]<ref name=peste1>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 195}}.</ref>.
 
A [[Bergamo]] il primo caso di peste venne segnalato nell’aprilenell'aprile del [[1630]] e ben presto si diffuse rapidamente in tutta la provincia, nonostante le numerose precauzioni prese<ref name=peste1/>.
 
Anche Gorno prende le proprie precauzioni, il libro dei consigli comunali è pieno di ordini per mantenere minimo il rischio di contagio all’internoall'interno della sua popolazione. Era assolutamente vietato entrare in paese senza avere le ''“fedi di sanità”'', una specie di certificato medico che comprendeva le descrizione di tutti i dati somatici della persona e dichiarava che non era affetta dal morbo della [[peste]], ad ogni ingresso erano stati inoltre eletti uomini di guardia per controllare gli ingressi, arrivando anche a costruire vere frontiere con recinzioni e cancelli e vengono messi sotto controllo anche i mulini in contrada Riso, che venivano utilizzati anche dalle persone delle contrade di Barbata e Bondo, Chignolo e Ortello (queste ultime due del comune di [[Oneta]])<ref name=peste2>{{Cita|Furia Luigi, 1977|ppp. 196-198}}.</ref>.
 
Nonostante tutte le precauzioni prese, la peste arrivò anche a Gorno, probabilmente dai pastori che andavano più a valle a far pascolare i greggi, tornando poi contagiati.
La peste arrivò in [[Val Seriana]] il 29 luglio del [[1630]] e presumibilmente arrivò subito anche a Gorno, visto che i mesi peggiori furono agosto, settembre e ottobre<ref name=peste2/>.<br />
L’epidemiaL'epidemia di peste terminò nei primi mesi del [[1631]], grazie anche alla quarantena in luoghi isolati delle persone contagiate al di fuori del comune<ref name=peste2/>.
 
A Gorno morirono 122 persone, di cui 50 maschi e 72 femmine<ref name=peste2/>.
Riga 235 ⟶ 183:
=== Dal dominio napoleonico al XIX secolo ===
[[File:Gorno inizi '900.jpg|thumb|upright=1.8|Gorno in una cartolina dei primi del Novecento<br />A destra si noti la "vecchia" [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|chiesa parrocchiale]], inaugurata nel [[1776]] e successivamente demolita nel [[1930]]|left]]
II 13 marzo [[1797]] scoppiava la rivoluzione a [[Bergamo]] e l'ultimo Rettore della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]], Alessandro Ottolini, veniva cacciato proclamando così la nuova [[Repubblica Bergamasca]]. Essa però duro pochi mesi, fino al giugno del medesimo anno, ma sufficiente proclamare un decreto il 23 marzo [[1797]] per obbligare tutti i paesi, quindi anche Gorno, a dare tutta l'argenteria del valore, dietro promessa mai mantenuta, di restituzione. Al breve dominio della [[Repubblica Bergamasca]] subentra il dominio francese, con passando negli anni a diverse denominazioni: [[Repubblica Cispadana]], [[Repubblica Cisalpina]], [[Regno d'Italia]]. Gorno, particolarmente attaccato alla [[Repubblica di Venezia|Repubblica Veneta]] come in generale tutti i paesi della nostra [[Val Seriana|Valle]], più che intravedere nuove possibilità di sviluppo, vide minata la sua autonomia tanto che gente del paese si prestò all’insurrezioneall'insurrezione generale della [[Val Seriana|Valle Seriana]] contro i repubblicani rivoluzionari per ricondurli sotto il dominio della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]]. Ma l'insurrezione andò male e tutta la [[Val Seriana|Valle]] dovette sottomettersi, consegnando le armi e pagando una gravissima multa<ref name=Napoleone>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 39}}.</ref>.<br />
Il nuovo governo francese non fu clemente e oltre alle numerose spogliazioni di beni e opere d'arte, subite anche da Gorno, esso esercitò una pesante oppressione fiscale e introdusse la coscrizione obbligatoria dei soldati che dovevano combattere per [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]<ref name=Napoleone/>.<br />
Il dominio dei Francesi durò fino al [[1814]], dopodiché subentrarono gli Austriaci. Se inizialmente la popolazione vide nascere speranze di una nuova gestione più serena e meno oppressiva, il governo Austriaco fece subito capire che le gravezze fiscali non sarebbero diminuite, conservando anche la coscrizione obbligatoria<ref name=austriaci>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 40}}.</ref>. <br />
Il tutto peggiorò anche con l’arrivol'arrivo di una grave carestia, causata da siccità, requisizioni e soprattutto dall'opera nefasta degli incettatori di grano. A tal proposito negli scritti dell’epocadell'epoca si può leggere<ref name=austriaci/>
 
{{Citazione|''Che molti morivano di fame e che molti si cibavano con la crusca, con la farina di corvini, ossia frutti del melgotto macinati, con impasti di erbe di ogni sorta, insomma con li cibi usati dalle bestie.''}}
Riga 246 ⟶ 194:
{{Citazione|''Che dal 1814 al 1818 era così grande la penuria, la scarsezza de 'viveri né montuosi paesi, che non rare volte, malgrado le più accurate ricerche, si sarebbe potuto trovare un sol pane e poche oncie di farina a qualunque costo. Era pure argomento di estrema compassione il vedere tanti e tanti, per non rimanere vittime infelici della fame)emigrare e famiglie intere uscire dalle loro case e portarsi per la campagna a cogliere erbaggi per non aver altro di che sfamarsi per intere giornate. Si faceva perfino bollire il fieno nelle caldaie e si dissotterravano di notte tempo le patate dei campi, man mano che venivano seminate, e si giungeva a togliere alle galline l'impasto che loro veniva dato.''}}
 
La fame e la forte povertà portò ad un forte crescere della criminalità e del banditismo fatto di furti a mano armata, estorsioni e assassini, formato soprattutto da molti giovani che si davano alla criminalità piuttosto che servire la bandiera austriaca<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 42}}.</ref>.<br />
Un'interessante e dettagliata descrizione del paese la troviamo negli scritti di Mairone Da Ponte del [[1820]]<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|ppp. 43-44}}.</ref><ref name=bivalve>{{Cita|Mairone da Ponte, 1820|}}.</ref>
 
{{Citazione|''Gorno villaggio di Valle Seriana Superiore nel distretto e nella Pretura di Clusone, resta quasi nel centro della valletta denominata Valgorno, aperta nella giogaia che costeggia la Vallata sulla destra. La bagna il Riso fiumicello tributario del Serio poco inferiormente di Ponte Nossa. Siede il villaggio sulla falda meridionale della montagna, che a sinistra fiancheggia la valletta, ed è fatto a contrade disgiunte le une dalle altre, chiamate, l'una del Riso, perché immediatamente sulle rive del fiumicello, dove esiste un oratorio in onore di S. Rocco, una Villasco, in vicinanza della quale è una chiesuola sotto la invocazione della SS. Trinità, una Calchera, una Jerdeno, una Ardé, una ai Ceruti, una ai Cavagnoli, una i Peroli con oratorio detto la Madonna della Neve, una di S. Antonio, una di S. Giovanni dai due rispettivi ora-tori dedicati a questi Santi, ed una detta Barbata, soggetta quest'ultima a Gorno soltanto in spirituale, e dove esiste una piccola chiesa in onor della Vergine detta della Mercede. La chiesa Parrocchiale è intitolata a S. Martino Vescovo, di nuova e vaga struttura, riccamente ornata, ha alcune pitture da vedersi, ed appartiene alla pieve di elusone. In vicinanza vi sono le reliquie di un monastero di Vergini soppresso à, tempi di S. Carlo Borromeo, e la cui chiesa denominata la Madonna delle Grazie e sussidiaria della Parrocchiale. Gorno ha un territorio vasto, ma quasi tutto sopra falde montuose, fornito di pochi campi lavorati a frumento, ma di grandi prati, pascoli, boschi d'alto e basso fusto, sicché moltissimi dei suoi cinquecento abitanti attendono alla custodia della mandria e del gregge piuttosto che all'agricoltura. Vi sono anche delle famiglie signorili, e trafficanti. A soccorso poi dé suoi poverelli ha la pia istituzione detta Misericordia, ed il legato Guarinoni. Questo luogo resta lontano da elusone miglia quattro, e da Bergamo diciassette; e di estimo censuario ha scudi 26691.1.7.12.6 e centocinquantuno possidenti estimati. Nella contrada dé Ceruti avvi una buona cava di marmo nero, e in quella de' Peroli una altra di pietra da opera. E lungo l'alveo del Riso trovansi de' pezzi di marmo nero intralciato di strati di conchigliette bivalve.''}}
 
Da ultimo durante la denominazione austriaca infierirono anche a Gorno parecchie malattie epidemiche: due volte il [[colera]], nel [[1836]] e nel [[1855]], il [[vaiolo]] nel [[1838]] e nel [[1857]] la [[scarlattina]]<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 43}}.</ref>.
 
Nel frattempo in [[Italia]] nascono i primi moti dell’dell'[[Risorgimento|Indipendenza]] e nel [[1860]] parte la famosa [[Spedizione dei Mille]], capitanata da [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], che sbarcherà a [[Marsala]] l’11l'11 maggio dando il via al nascente stato italiano.
Dai documenti conservati in comune possiamo essere certi che anche Gorno ha avuto il suo [[garibaldino]]: Bagini Paolo di Battista, che venne ferito nelle vicinanze di [[Napoli]]. Ricoverato per sei mesi all'ospedale napoletano Santi Apostoli, tornò successivamente a casa perché rimasto invalido<ref name=garibaldi>{{Cita|Furia Luigi, 1977|ppp. 44-45}}.</ref>.<br />
Purtroppo, vista la mancanza di alcune carte burocratiche, il servizio di garibaldino svolto da Bagini non venne riconosciuto dall'allora [[Regno d'Italia]], per cui non fu incluso negli elenchi ufficiali dei [[1000 (numero)|Mille]].
Nonostante ciò i compaesani lo soprannominarono ''ol Garibaldi'', nome che prenderà anche la sua abitazione, locato sulla costa dei roccoli, detto ''Casì dol Garibaldi''<ref name=garibaldi/>.
 
{{Nota
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|titolo = Strade
Riga 263 ⟶ 212:
Le strade e la loro costruzione all'interno dell'abitato di Gorno son da sempre nominate fin dai più antichi documenti, datati XVI secolo.
Ad essi però ci si può riferire solo alle [[mulattiera|mulattiere]] che nei secoli vengono tracciate e modificate per collegare una contrada all'altra, e il paese con i comuni confinanti.
La prima vera strada carrozzabile, dopo vari progetti bocciati tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, verrà costruita tra il [[1953]] e il [[1955]] su progettoper volere del sindaco Camillo Guerinoni, con incarico per il progetto al geometra Mario Cristilli di [[Clusone]], e servirà per raggiungere il centro del capoluogo (Villassio) passando dalla contrada di Erdeno. Le altre contrade verranno collegate successivamente: nel [[1970]] iniziano i lavori per la carrozzabile per contrada Cavagnoli (vedi foto), nel [[1972]] le carrozzabili raggiungono le contrade di S. Antonio, San Giovanni e della Trinità e nel [[1973]] si raggiunge la contrada di Peroli.
Il primo automezzo che raggiunge il centro del paese è una [[Fiat 1100]] guidata dal Signor Marco Andreoletti.
<ref name=strade> {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 63}}.</ref>.
}}
 
=== Dal XX secolo a oggi ===
Agli inizi del Novecento riprende la piaga dell'immigrazione all'estero per lavoro, portando molti lavoratori alla ricerca di fortuna in [[Australia]].<br />
Riprende anche l'attività mineraria nella [[Val del Riso]], dapprima da parte di alcuni operatori locali ma senza grossi risultati, poi dagli imprenditori inglesi, susseguiti da quelli belgi. <br />
Le nuove direzioni portano tecnologia e finanziamenti in grado di far ripartire l'attività di estrazione mineraria in modo ''industriale'', tanto che le persone che vi lavoravano erano più di 800. <br />
Con l'arrivo della [[prima guerra mondiale]] anche Gorno sacrifica i suoi migliori sull'altare della patria, onorati dopo col monumento a loro dedicato sul sagrato della [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|chiesa parrochialeparrocchiale]]<ref name=XX>{{Cita|Furia Luigi, 1977|ppp. 45-47}}.</ref>.<br />
Finita la guerra la grande crisi del [[1930]]/[[1931|31]] porta un altro arresto all'attività estrattiva mineraria della valle. Le miniere vengono chiuse e una forte carestia colpisce il paese portando gli abitanti ad una nuova ondata di migrazione verso l'[[Australia]], l'[[America]], l'[[Europa]] e l'[[Africa]]<ref name=XX/>.<br />
Fortunatamente l'interruzione è breve e l'attività mineraria e gli abitanti di tornano a riprendere il lavoro nelle viscere della montagna. Sono gli anni in cui il [[storia dell'Italia fascista|regime fascista]] è al potere, dove le rappresaglie e le perquisizioni a domicilio saranno l'inizio di quella follia politica che porterà alla guerra<ref name=XX/>.<br />
L'importanza strategica dell'estrazione mineraria sarà fondamentale per evitare la guerra a chi vi è occupato.<br />Nel settembre del [[1943]] inizia la resistenza anche sui monti di Gorno. Numerosi saranno i militari che moriranno in guerra o verranno dichiarati dispersi<ref name=XX/>, da ricordare tra i caduti il [[bersaglieri|bersagliere]] [[Giuseppe Riccardi]], medaglia d'oro al valore militare, morto sul Monte Granale a [[Jesi]].<br />
Il 25 aprile del [[1945]] finisce la seconda guerra mondiale e la popolazione riprende a ricostruire il proprio domani<ref name=XX/>.
 
Durante tutto il XX secolo le varie riprese economiche daranno modo al paese di ingrandirsi e di costruire numerosi edifici pubblici: il municipio venne costruito nel [[1911]] (con successiva ristrutturazione terminata nel [[2001]]<ref name=ristrutturazione>{{Cita|In val del Riso, n°1 - 2001|p. 30}}.</ref>), nel [[1918]] (1º giugno) viene aperto l'ufficio delle poste (dapprima in contrada Villassio e poi trasferito in contrada Erdeno)<ref name=poste/>, nel [[1923]] apre lo sportello bancario del [[Credito Bergamasco]]<ref>{{Cita|In val del Riso, n°1 - 2001|p. 33}}.</ref>, la nuova chiesa parrocchiale viene aperta al culto nel [[1931]]<ref name=chiesaparrocchiale/>, nel [[1961]] vengono inaugurati l'oratorio<ref name=sessantuno>{{Cita|In val del Riso, n°141 - 2011|p. 9}}.</ref> e il complesso delle scuole elementari con asilo<ref name=sessantuno/> (oggi riconvertito a sede dell'Ecomuseo delle Miniere), tra il [[1978]] e il [[1981]] viene edificato l'edificio sede delle scuole medie<ref name=XX/><ref>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1981|ppp. 58-59}}.</ref> recentemente ampliato e oggi sede di tutto il polo scolastico (asilo, elementari e medie) di Gorno<ref>{{Cita|In val del Riso, n°115 - 2005|p. 17}}.</ref> ed infine nel [[1982]] viene inaugurato il teatro sala della comunità ''"Sala Arcobaleno"''<ref>{{Cita|In val del Riso, n°145 - 2012|p. 13}}.</ref>.<br />
Le contrade, ancora collegate tra loro dalle vecchie [[mulattiera|mulattiere]], vengono collegate da strade carrozzabili e viene costruito un [[acquedotto]] e numerose fontanelle pubbliche<ref name=XX/>.<br />
L'espansione demografica tocca il suo massimo negli anni sessanta con {{formatnum:2261}} persone censite.<br />
 
L'estrazione mineraria (che cominciò ufficialmente con il decreto della [[repubblica di Venezia|repubblica veneta]] del 9 aprile [[1482]] che dava il permesso della riapertura dell'attività di estrazione) dopo 500 anni di attività chiude definitivamente il 12 gennaio del [[1982]]<ref >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/percorsi/miniere-e-minatoril|titolo= 500anni|accesso= 12 giugno 2013|urlmorto= sì}}</ref>.
 
Nel [[2009]] nasce l’l{{'}}''Ecomuseo delle Miniere di Gorno'', riconosciuto dalla [[lombardia|regione Lombardia]], con l'intento di rinsaldare il legame della comunità locale con le proprie radici, la propria storia e le proprie tradizioni, ma volto anche ad interventi di ricerca, salvaguardia e valorizzazione della cultura e del territorio<ref >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/lecomuseo|titolo= ecomuseohome|accesso= 12 giugno 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004221636/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/lecomuseo|urlmorto= sì}}</ref>.
 
=== Simboli ===
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Gorno-Stemma.png|thumb|upright=0.7|Lo stemma di Gorno|left]]
All'interno del territorio comunale sono numerose sia le testimonianze storico-culturali che naturalistiche.<br />
Lo stemma del comune di Gorno è stato ufficialmente approvato con decreto del [[re d'Italia]], [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]], il 9 novembre [[1933]]<ref name=uno/>.
Sicuramente le chiese dislocate nelle varie contrade sono testimonianze sia storiche che religiose della cultura popolare, così come sono importanti sono alcuni edifici di antica edificazione presenti soprattutto nelle contrade di Cavagnoli, San Giovanni e Peroli Alti e Bassi.
 
Blasonatura stemma<ref name=uno/>:
L'estrazione mineraria, fondamentale fonte economica per la vallata fino agli anni settanta del [[XX secolo]], ha lasciato numerose testimonianze che lentamente vengono restaurate grazie anche alla nascita dell'Ecomuseo delle Miniere di Gorno, riconosciuto a livello regionale dal [[2009]].
{{Citazione|[[Troncato semipartito]]: al primo di azzurro, al S. Martino; il secondo d'argento, alla fiaccola del minatore; al terzo di nero, alla conchiglia fossile.}}
 
Le immagini inserite all'interno dello stemma richiamano la storia del paese.
Dal punto di vista naturalistico il [[Riso (torrente)|torrente Riso]] a fondo valle e le pendici del [[monte Grem]] (2049m s.l.m.) a nord del paese sono gli ambienti naturalistici più importanti del territorio. In particolare il monte Grem offre numerose opportunità per sport montani, come l'[[alpinismo]] (sia estivo che invernale), camminate e [[corsa con le racchette da neve|ciaspolate]] invernali.
In alto vi è raffigurato [[Martino di Tours|san Martino vescovo]], patrono del paese fin da quando [[Carlo Magno]] donò le terre della valle ai canonici di [[Martino di Tours|San Martino di Tours]] nel 774 d.C., mentre sotto vi sono raffigurate a sinistra un antico lume da miniera, simbolo del lavoro in sotterraneo, e a destra una conchiglia fossile, di cui è ricca la formazione geologica che porta il nome di Gorno, dove è stata scoperta, studiata e classificata.<ref name="uno" /><ref>{{cita web|url= https://www.stemmiprovinciabergamo.it/comune/gorno/ |titolo= Gorno |sito= Stemmi dei comuni bergamaschi }}</ref>
 
Ma da fonti antiche emerge anche un secondo significato per le tre immagini rappresentate, tramandato anche da tradizioni e detti popolari ''"affinché i figli non dimentichino le virtù dei padri"'': il santo rappresenta anche la ''charitas'', per sottolineare la carità presente negli avi della popolazione di Gorno, la centilena rappresenta il ''labor'' simbolo della laboriosità degli abitanti; e la conchiglia simboleggia l{{'}}''humilitas'', perché la conchiglia diventa fossile unendosi alla roccia per non farsi notare<ref name="uno">{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 11}}.</ref>.
=== Architettura religiosa ===
 
Data la sua formazione a contrade, spesso dislocate lontane l’una dall’altra, nei secoli il comune di Gorno ha visto l'edificazione di nove chiese, tutt’ora presenti.
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Data la sua formazione a contrade, spesso dislocate lontane l'una dall'altra, nei secoli il comune di Gorno ha visto l'edificazione di nove chiese, tuttora presenti.
 
==== [[Chiesa Parrocchialedi San Martino di Tours (Gorno)|Chiesa di San Martino di Tours]] ====
[[File:Parrocchia_di_San_Martino_-_Gorno.jpeg|thumb|La facciata principale della Parrocchia di San Martino]]
{{Vedi anche|Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)}}
La chiesa più importante e più grande del paese è la chiesa parrocchiale dedicata a [[Martino di Tours|San Martino di Tours]].<br />
[[File:Parrocchia_di_San_Martino_-_Gorno.jpeg|thumb|La facciata principale della Parrocchia di San Martino|left]]
La chiesa più importante e più grande del paese è la chiesa parrocchiale dedicata a [[Martino di Tours|San Martino di Tour]].<br />
Edificata fin da sempre nella contrada centrale del paese, Villassio, vede la sua prima edificazione nel [[1478]].
Questo primo edificio era caratterizzato da una navata centrale e da una laterale.
L’edificazioneL'edificazione, avvenuta su di un pendio soggetto a un leggero slittamento del terreno, porterà alla formazione di numerose crepe, che porteranno a definirlo dapprima inagibile e poi alla sua demolizione<ref> {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 45}}<name="undici"/ref>.<br />
Verrà poi costruita una seconda chiesa parrocchiale, che verrà inaugurata nel [[1776]], in stile [[rococò]] e caratterizzata da numerosi altari laterali che circondavano una pianta ad'unica navata<ref>{{cita web|url=http://www.valdelriso.it/modules/myalbum/photo.php?lid=165&cid=12|titolo= Foto parrocchia con didascalia |accesso= 27 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304202723/http://www.valdelriso.it/modules/myalbum/photo.php?lid=165&cid=12|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>.
Edificata anche questa nella stessa posizione della prima chiesa, subirà la stessa sorte, venendo demolita nel [[1930]]<ref name=chiesaparrocchiale > {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 46}}.</ref>. L’edificioL'edificio attuale, progettato dall’ingegneredall'ingegnere Federico Rota, verrà inaugurato nel [[1933]] ed è in stile basilicale a tre navate divise da sei grandi colonne.<br />
Tutta la chiesa venne affrescata da Emilio Nembrini tra il [[1938]] e il [[1939]]<ref> {{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 123}}.</ref>.
Al suo interno sono state anche ricollocate tutte le opere asportabili della precedente chiesa, come gli altari, i mobili della sagrestia, le tele e le statue. Sono infatti conservati al suo interno opere della [[Bottega di Bartolomeo Manni|Bottega dei Manni]], come l’altarel'altare maggiore e l’altarel'altare dei morti, e dei Fantoni, come l’altarel'altare della Madonna del rosario, opera di [[Fantoni (famiglia)#Donato( 1662 1724)|Donato Fantoni]] e della sua bottega, datato [[1656]]<ref >{{cita webDBI|urlfantoni|FANTONI|volume= http://www.treccani.it/enciclopedia/fantoni_%28Dizionario_Biografico%29/44|titoloanno=1994|autore=Anna Donato Fantoni -Maria BiografiaPedrocchi|accesso= 1º settembre 2012}}</ref>, mentre per le tele vi sono da ricordare sicuramente ''“I quattro santi”'' di [[Francesco Capella]], del 1760 circa, e ''“La visitazione”'' di [[Enrico Albrici]], datata [[1754]]<ref >{{cita web|url= http://www.scalve.it/progettoconservativo/Dtela2/DESCRI~1/Pittori/Albrici.html|titolo= Enrico Albrici - Biografia|accesso= 1º settembre 2012}}</ref>.
 
==== [[Chiesa della Madonna delle Grazie (Gorno)|Chiesa della Madonna delle Grazie]] ====
{{Vedi anche|Chiesa della Madonna delle Grazie (Gorno)}}
[[File:Gorno - chiesa della Madonna delle Grazie - affresco rinascimentale.jpg|thumb|Dettaglio degli affreschi del XVI sec. all'interno della Chiesa della Madonna delle Grazie]]
Anch'essa in contrada Villassio, la sua edificazione avvenne grazie alla concessione data alle suore che abitavano l’annessol'annesso piccolo convento dopo una loro richiesta scritta all’alloraall'allora [[arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]], Ippolito d’Ested'Este, avvenuta nel [[1448]]<ref name="Cita|cita-Angelo -in -famiglia|p. 25-p25">{{Cita|Angelo in famiglia|p. 25}}.</ref>.<br />
Riguardo alla datazione dell’edificiodell'edificio, tutt’oratuttora presente, si è a lungo discusso sulla sua edificazione, visto che non se ne parla fino al [[1625]], rimanendo escluso dall’elencodall'elenco degli edifici religiosi elencati e descritti dall’emissariodall'emissario di [[Carlo Borromeo]] durante la visita del [[1575]]<ref name=centoventisette>{{Cita|Furia, Luigi|p. 127}}.</ref>, ma dopo gli ultimi restauri dell’edificiodell'edificio, terminati nel [[2000]], vennero alla luce alcuni affreschi tipicamente prerinascimentali che raffigurano l’immaginel'immagine di una [[Nascita di Gesù|Natività]] e di alcuni santi, dove sotto uno di essi vi è la data [[1517]], che aiuta a stabilirne la sua prima costruzione tra il [[1448]] e il [[1517]].<br />
Architettonicamente l’edificiol'edificio è abbastanza semplice, ha navata unica, leggermente sopraelevato rispetto al livello della strada adiacente, caratterizzata internamente da una copertura a travi divisa a tre campate sostenute da archi. Al suo interno, oltre agli affreschi già citati, vi è conservato un altare in marmo policromo, opere della [[Bottega di Bartolomeo Manni|Bottega dei Manni]] di [[Rovio]] del [[1728]]<ref name=centoventisette/>.<br />
La chiesa fece le veci della parrocchia tre volte, la prima dal [[1767]] al [[1776]], mentre veniva costruita la seconda [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|Parrocchia di Gorno]], poi dal [[1873]] al [[1890]] perché la parrocchia venne chiusa al culto a causa della pericolante torre campanaria, poi abbattuta e riedificata, ed infine dal [[1927]] al [[1932]] durante la costruzione della parrocchia attuale.<ref name=chiese>{{cita web|url=http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/monumenti-e-chiese-di-gorno|titolo= Ecomuseominieredigorno.it |accesso= 13 ottobre 2012|dataarchivio=5 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131005023014/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/monumenti-e-chiese-di-gorno|urlmorto=sì}}</ref><ref name="Baccanelli p. 30">{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano|p. 30}}.</ref>
Annesso al lato sud della chiesa vi è un dormitorio che anticamente era il monastero delle monache Agostiniane Mantellate, chiuso al loro utilizzo alla fine del Cinquecento.
 
==== [[Santuario del Santissimo Crocifisso (Gorno)|Santuario del Santissimo Crocifisso]] ====
{{Vedi anche|Santuario del Santissimo Crocifisso (Gorno)}}
[[File:Santuario del SS Crocefisso Gorno 1948.jpg|thumb|upright|Il santuario in uno scatto del 1948|left]]
Il Santuario del Santissimo Crocefisso è uno dei primi edifici che si incontrano sulla strada che entra nel paese di Gorno, situato nella parte più bassa del paese, nell’omonimanell'omonima contrada.<br />
La sua edificazione è alquanto recente, terminata nel [[1910]] dopo l’autorizzazionel'autorizzazione avvenuta nel [[1908]] da parte del sac. Dottdott. [[Papa Giovanni XXIII|Angelo Roncalli]] (futuro [[Papapapa Giovanni XXIII]]), l’edificazionel'edificazione del nuovo edificio venne decisa dall’alloradall'allora parroco Brignoli per dare una giusta sistemazione all’effigieall'effigie lignea del Santo Crocefisso, fino ad allora conservato in una cappella più piccola edificata nella medesimo luogo <ref > {{Cita|Baccanelli, Amerigo 2010|p. 12}}.</ref>.<br />
L’edificioL'edificio, secondo per grandezza solo alla chiesa parrocchiale, è a croce greca ed è in stile [[architettura neogotica|neogotico]] lombardo e non subisce nessun cambiamento dalla sua costruzione se non la demolizione, visto l’allargamentol'allargamento della strada, del portico che stava davanti al portone della facciata principale <ref >{{cita web|url=http://www.comune.gorno.bg.it/cultura-e-tradizione/le-chiese-di-gorno|titolo= Le chiese di Gorno |accesso= 24 novembresettembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20121219094154/http://www.comune.gorno.bg.it/cultura-e-tradizione/le-chiese-di-gorno|dataarchivio=19 dicembre 2012}}</ref>.<br />
All’internoAll'interno della chiesa, caratterizzata da una fitta decorazione ad elementi geometrici tipici dello stile [[architettura neogotica|neogotico]] lombardo dei primi del Novecento opera dell’artistadell'artista Poloni Tito di [[Martinengo]]<ref name=otto>{{Cita|Brignoli, Don Pietro|ppp. 22-23}}.</ref> è conservata l'effigie del Santissimo Crocefisso, ovvero una scultura lignea di autore e origine ignota, databile nella metà del XVIIISecXVIII sec. che raffigura un Cristo morente in croce particolarmente venerato e che in passato venne spesso portata in processione per scongiurare siccità e carestia.
 
==== [[Chiesa di San Giovanni Battista (Gorno)|Chiesa di San Giovanni]]====
Anche in questo caso non si hanno notizie certe della sua prima edificazione, che si può stabilire nel XIV sec., ma è ormai accertato che è l'edificio religioso più antico del paese, considerata la prima vera chiesa parrocchiale, restata tale fino alla prima edificazione della [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|Parrocchia dedicata a San Martino da Tour]] nel [[1448]] in contrada Villassio, ipotesi ulteriormente avvalorata dal ritrovamento di alcune antiche sepolture sotto la sua pavimentazione, prerogativa delle sole chiese parrocchiali<ref name=sangiovanni >{{cita web|url= http://www.valdelriso.it/modules/myalbum/viewcat.php?cid=12|titolo= Valdelriso.it|accesso= 27 ottobre 2012|dataarchivio= 3 settembre 2014|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140903105137/http://www.valdelriso.it/modules/myalbum/viewcat.php?cid=12|urlmorto= sì}}</ref>.<br />
{{Vedi anche|Chiesa di San Giovanni Battista (Gorno)}}
Anche in questo caso non si hanno notizie certe della sua prima edificazione, che si può stabilire nel XV sec., ma è ormai accertato che è l’edificio religioso più antico del paese, considerata la prima vera chiesa parrocchiale, restata tale fino alla prima edificazione della [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|Parrocchia dedicata a San Martino da Tour]] nel [[1448]] in contrada Villassio, ipotesi ulteriormente avvalorata dal ritrovamento di alcune antiche sepolture sotto la sua pavimentazione, prerogativa delle sole chiese parrocchiali<ref name=sangiovanni >{{cita web|url= http://www.valdelriso.it/modules/myalbum/viewcat.php?cid=12|titolo= Valdelriso.it |accesso= 27 ottobre 2012}}</ref>.<br />
La chiesa è abbastanza piccola, caratterizzata esternamente da un portico affrescato costituito da tre arcate frontali e due laterali, sorrette da colonne in pietra.<br />
Internamente la struttura si presenta a navata unica con il presbiterio separato da un’inferriataun'inferriata ed illuminato da due piccole finestre, mentre a destra vi è l'ingresso che porta alla sagrestia.<br />
L’altareL'altare, probabilmente di fattura locale, è di epoca barocca e al suo interno vi è una tela dedicata a [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]].<ref name="Cita|cita-Angelo -in -famiglia|p. 16-p16">{{Cita|Angelo in famiglia|p. 16}}.</ref>
La parete sinistra della navata risulta spoglia, mentre nella parete di destra vi sono gli affreschi quattrocenteschitrecenteschi riemersi durante l’ultimol'ultimo restauro dell’edificiodell'edificio che rappresentano due santi<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572426&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Affresco - Scheda d'archivio |accesso= 13 novembre 2012}}</ref> e un’un'[[ultima Cena|ultima cena]].
La chiesa ha anche un campanile in pietra, edificato nel 1608, situato a ridosso del lato nord dell’edificiodell'edificio<ref name=sangiovanni />.
 
==== Chiesa della Santissima Trinità ====
[[File:Chiesa della SS Trinità - Gorno.jpg|thumb|La facciata principale della Chiesa della S.S. Trinità|right]]
Non si ha data certa della sua costruzione, ma certo è che l’edificiol'edificio esisteva già nella seconda metà del Cinquecento. Nei capitoli del curato, in data 29 giugno [[1594]], si può leggere<ref name=chiese/>
{{Citazione|''Sia obligato al di della S.ma Trinità a dir messa ala gisiola posta in Grumello et la terza festa di Pasqua di resurecione et la terza festa de la Pentecoste…''}}
 
Ma è quasi certo che l’edificiol'edificio verrà in seguito modificato e ampliato, visto che sopra l'achitrave dell’ingressodell'ingresso principale vi è una voluta in pietra scolpita dove sta incisa la data [[1633]] con la scritta ''Introite in atria eius''.
 
L'edificio è situato in località Grumello ed è direzionato verso est. Esternamente l’edificiol'edificio si presentepresenta leggermente sopraelevato rispetto al livello del giardino antistante. Il portone principale, come le tre finestre inferriate (due ai lati e una al di sopra dell’ingressodell'ingresso) è inserito in una cornice in pietra locale.<br />
Internamente la struttura dell’edificiodell'edificio è a navata unica con il [[presbiterio]] sopraelevato da un gradino.
L’altareL'altare è caratterizzato da un’anconaun'ancona lignea barocca al cui interno è inserita la tela ''“Trinità con San Giovanni e San Martino Vescovo”'' dove la [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] è rappresentata con Dio padre che sorregge la croce di Gesù crocifisso con la colomba dello [[Spirito Santo]]. Di autore ignoto, alla base vi è scritto ''Sacello Individuae Trinitatis, labore et Industria Io Franc Cab. Civis''<ref name="Mauro>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 128}}<"/ref>.
Nella parete di sinistra della navata, proveniente dalla chiesa parrocchiale settecentesca, vi è la tela di grandi dimensioni de ''"L'imperatore Valentiniano davanti a San Martino"'', anch’essaanch'essa di autore ingotoignoto del XVIII sec<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 124}}.</ref>.<br />
Esternamente a ridosso dell’angolodell'angolo sud-ovest dell’edificiodell'edificio vi è il campanile, in pietra, sulla cui sommità vi è un angelo in marmo bianco donato dal coro della chiesa parrocchiale. Al suo interno vi sono custodite due campane sulle quali vi è incisa la data [[1595]] e [[1769]]<ref name=chiese/>, mentre annesso al lato sud dell’edificiodell'edificio vi è l’exl'ex casa del custode, che, come riportato da documenti del XVIII secolo, oltre a pagare l’affittol'affitto, doveva aiutare nelle funzioni e nella custodia dei paramenti sacri, nonché suonare le campane in caso di calamità e suonare l’Avel'Ave Maria al mattino, a mezzogiorno e la sera<ref> {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 56}}.</ref> dall'inizio di maggio fino alla fine di settembre di ogni anno<ref name=chiese/>.
 
Nel [[1993]] la chiesa vide un forte intervento di consolidamento e restauro, soprattutto grazie al lavoro dei volontari<ref name=chiese/>.
 
==== Chiesa di San Mauro ====
Senza documenti ufficiali che ne attestino con certezza la data di costruzione, si può presumibilmente pensare che la data incisa in una pietra posta sopra l’architravel'architrave dell’ingressodell'ingresso principale, ''IHS 1634''<ref name=Mauro/>, sia la data di costruzione dell’edificiodell'edificio. Ciò può essere comprovato anche dalla mancanza di qualsiasi accenno all’edificioall'edificio nei documenti precedenti a quella data<ref name=chiese/>.<br />
[[File:San-mauro gorno.jpg|thumb|upright|left|La facciata principale della Chiesa di San Mauro in contrada Peroli Alti]]
La chiesa, situata in contrada Peroli Alti, era inizialmente dedicata alla [[Basilica della Santa Casa#La Madonna Nera|Madonna di Loreto]], poi successivamente convertita in chiesa dedicata al culto di [[SanMauro (abate)|san Mauro]]<ref name=maurodue> {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 35}}.</ref>.
Anche in questo caso non si sa con certezza quando questo cambio avvenne, ma molto probabilmente nella metà del XIX secolo, dato che fino a quell'epoca la chiesa viene citata nei documenti dedicata alla Madonna di Loreto<ref name=chiese/>.
Testimonianze a tal punto sono il testamento di Zuan Cabrini, salumiere di [[Venezia]] originario di Gorno, dettato in data 19 settembre del [[1651]], dice<ref name=maurodue/>
Riga 359 ⟶ 312:
{{Citazione|''Questa è l'entrata della beata Vergine di Loreto erette nella contrada de Peroli Comun di Gorno lasciata dal Sig. Cabrini per pagare il cappellano come segue...''}}
Mentre in data 5 luglio [[1808]], sempre dagli archivi comunali, si può leggere<ref name=maurodue/>
{{Citazione|''Il Sig. Gio Pietro Bagini atual Tesoriere della Beata vergine di Loreto nella contrada de Peroli Comun di Gorno deve dare per le scossioni deldell'entrata o sia degli affitti 1807 fatta nei seguenti debitori a valuta Milano...''}}
 
Tra i vari lasciti e donazioni che la chiesa riceve nei secoli, c'è sicuramente da citare quello del [[1676]], dove vengono donate alla chiesa le [[reliquia|reliquie]] di Sansan Mauro e [[San Donato]] da parte di Salvatore Giorgi di Casnigo al parroco Dondon Martino Regolini di [[Premolo]] originario di Gorno, con precisa destinazione per la chiesa dei Peroli<ref name=Mauro/>.<br />
 
La chiesa è rivolta verso la vallata e davanti all’ingressoall'ingresso principale vi è un piccolo sagrato cintato da un muretto, mentre a ridosso del lato nord vi è il campanile in pietra che conserva due campane datata una [[1689]] mentre l'altra [[1722]]<ref name=chiese/>.<br />
La facciata principale è caratterizzata dall’ingressodall'ingresso principale, sormontato su di un secondo livello da due piccole finestre rettangolari, sormontate a loro volta da una finestra arcuata.<br />
Internamente la chiesa è a navata unica. L’altareL'altare maggiore, databile nella prima metà del XVII sec., è in legno dipinto e dorato<ref name=Mauro/>. Il [[paliotto]]<ref name=altaremauro>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572810&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Scheda - Altare |accesso= 1º marzo 2013}}</ref> è caratterizzato ai lati da due [[cherubino|cherubini]] a lesena mentre al centro all’internoall'interno si una cornice lignea circondata da testine di [[cherubino|cherubini alati]], vi è una tela dipinta ricca di volute, uccellini e bacche al cui centro, all’internoall'interno di un ovale, vi è raffigurata la [[Madonna della Neve]]<ref >{{cita web|url=http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572812&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Scheda - Madonna della Neve|accesso= 1º marzo 2013}}</ref>. Al di sopra vi è il [[tabernacolo]] a cinque comparti, ligneo e in parti dorato, con le rappresentazioni di [[San Sebastiano]], [[San Lorenzo]], [[San Giovanni]], [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]] e [[Stefano protomartire|Santo Stefano]] (oggi quasi del tutto illeggibili)<ref name=Mauro/> all’internoall'interno di una struttura che riprende l’architettural'architettura di un palazzo sormontata sulla guglia più alta da una statuina lignea di un Cristo Risorto<ref name=altaremauro/>.<br />
L’L'[[pala d'altare|ancona]] superiore, che oggi risulta staccata e appesa alla parete nord del [[presbiterio]], è lignea e in tipico stile [[barocco]]<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5573182&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Scheda - Ancona di San Mauro |accesso= 1º marzo 2013}}</ref>. Lateralmente è caratterizzata da due [[colonna tortile|colonne tortili]] decorate da foglie, affiancate da volute con fiori e testine di angeli, mentre nella parte superiore vi è un [[Dio Padre]]<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572963&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Scheda - Dio Padre |accesso= 1º marzo 2013}}</ref> inserito al centro di una trabeazione arcuata spezzata. Al centro vi è conservata la tela ''“Madonna di Loreto e Santi”'', della prima metà del XVIIsec. di autore ignoto bergamasco<ref name=tela>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572964&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Scheda - Madonna di Loreto e Santi |accesso= 1º marzo 2013}}</ref>. Nella parte alta vi è rappresentata la Madonna di Loreto adagiata su di un manto di nuvole, affiancata dall’dall'[[angelo custode]] e da [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]], mentre al di sotto, nella parte bassa del dipinto, sono rappresentati i [[San Defendente|Santi Defendente]], [[Antonio di Padova|Sant'Antonio da Padova]], [[Francesco d'Assisi|San Francesco d'Assisi]], [[Caterina d'Alessandria|Santa Caterina d'Alessandria]] e [[Santa Lucia]]<ref name=tela/>.<br />
Ai lati della navata, nella nicchia di sinistra, vi è l’Altarel'Altare del Rosario caratterizzato dalla tela della ''[[Madonna del Rosario]]''<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572403&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Scheda - Madonna del Rosario |accesso= 1º marzo 2013}}</ref> circondata dalle immagini dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, mentre nella nicchia di destra vi è l’altarel'altare di San Mauro, con una tela dedicata al santo che raffigura ''“San Mauro che benedice uno storpio”'' di epoca seicentesca<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5573177&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Scheda - San Mauro che benedice uno storpio |accesso= 1º marzo 2013}}</ref>.<br />
La chiesa è stata in passato oggetto di forte culto, ricevendo ex voto per grazia ricevuta (oggi se ne conservano 14, tra cui il più antico tra quelli conservato nelle chiese di Gorno<ref>{{Cita|Gamba, Umberto, 1986|p. 56}}.</ref> datato [[1740]]<ref>{{Cita|Gamba, Umberto, 1986|p. 57}}.</ref>), la maggior parte dedicati a San Mauro<ref>{{Cita|Gamba, Umberto, 1986|ppp. 56-62}}.</ref> e in parte dedicati alla Madonna di Loreto<ref>{{Cita|Gamba, Umberto, 1986|p. 60 e 62}}.</ref>.
 
Nel [[1990]] la chiesetta subirà pesanti ma necessarie opere di restauro, sia interne che esterne, volute dagli abitanti della contrada aiutati dai numerosi volontari del paese<ref name=chiese/>.
Riga 375 ⟶ 328:
[[File:Chiesa di Sant' Antonio Gorno.jpg|thumb|La chiesetta di Sant'Antonio nell'omonima contrada|right]]
Della chiesa di [[Antonio abate|Sant' Antonio]], situata nell'omonima contrada, non si hanno certe notizia riguardo alla data esatta della sua edificazione. Viste le caratteristiche e alcuni documenti antichi si può dedurre che venne edificata nel XVII sec. in forma privata, da una famiglia che si può far risalire ai Marchetti, famiglie benestanti presenti anche in questa contrada in quegl'anni, notizia ulteriormente avvalorata da un manoscritto del [[1799]] di Don Bartolomeo Cominelli, parroco di Gorno<ref name=chiese/>.<br />
La chiesa passerà poi in mano alla famiglia dei Guerinoni, visto che verrà lasciata in eredità da Marchetti Battista a Pietro Guerinoni, quartogenito di Caterina Marchetti e Santo Guerinoni (questi sposatisi nel [[1733]])<ref name=chiese/>. <br />
Le successive eredità e proprietà dell'edificio diventano confuse e poco precise tanto che in una nota del [[1891]] si può leggere che è di proprietà di alcuni abitanti di Gorno (senza specificare chi), per poi perdere del tutto i documenti ufficiali dell'effettiva proprietà, creando negli anni la tradizione che la chiesa è di proprietà degli abitanti della contrada. Ad oggi si ignorano gli effettivi proprietari, lasciando la sua cura agli abitanti della contrada che da sempre la mantengono attiva come luogo pubblico e sacro<ref name=chiese/>.
 
La chiesetta è di piccole dimensioni, a pianta rettangolare e a navata unica. <br />
Esternamente l'edificio è abbastanza semplice, con la facciata principale direzionata a nord-ovest caratterizzata da un affresco di recente fattura che raffigura [[Antonio abate|Sant' Antonio]] e da un portone in legno con cornice in pietra che funge d'ingresso affiancato a destra da una piccola finestrella inferriata.
L'interno presenta un soffitto a volta e un pavimento in marmo (posato durante ultimi restauri). Il [[presbiterio]] è caratterizzato da un altare marmoreo di recente fattura, mentre a ridosso della parete di fondo vie è l'antico altare ligneo del '700<ref name=dieci"Mauro"/>, caratterizzato da un [[tabernacolo]] a tempietto e due angeli lignei porta ceri. <br />
La parete sovrastante è caratterizzata da un'ampia cornice in [[stucco]] lavorato, con angeli, [[putto|putti]] e sulla cui sommità vi è un [[Frontone|frontone curvilineo]]. Al suo interno vi è inserita una [[Pala d'altare|pala]] di autore ignoto datata [[1685]] che raffigura ''"[[Antonio abate|Sant'Antonio con il Bambin Gesù]], [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]] e [[San Bernardo]]"'', già restaurata nel [[1773]] da G. Battista Cucchi<ref name=dieci"Mauro"/>. <br />
A lato dell'altare vi è una piccola apertura in pietra che porta alla [[sagrestia]] della chiesa.
 
Riga 393 ⟶ 346:
Mentre nel [[1720]] si può leggere<ref name=chiese/> la richiesta di celebrarvi messa perché la contrada è
{{Citazione|''separata da un torrente che a volte si gonfia d'acqua ed impedisce alli abitanti d'andare alla chiesa [parrocchiale] ad udire la Messa''}}
Alla cappella si accede attraverso due scalinate laterali al piccolo portico antistante, visto che l’edificiol'edificio si trova in una posizione sopraelevata rispetto alla piazza della contrada.<br />
L'edificio è rivolto a nord ed è assai semplice, di piccole dimensioni, di forma quadrata, con un campanile a ridosso dell’angolodell'angolo sud-est.<br />
Al suo interno vi è conservato un altare di ambito bergamasco del XVII secolo in legno scolpito<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572966&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Altare di San Rocco |accesso= 1º marzo 2013}}</ref>, caratterizzato da un’ampiaun'ampia doratura, testine di putti e grappoli di frutti che fa da cornice alla tela ''“Madonna con il Bambino e Santi”'' databile nel XVIIIsec. di autore ignoto<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572965&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Tela dell'altare di San Rocco |accesso= 1º marzo 2013}}</ref>. Nelle pareti laterali vi sono due piccole nicchie dove sono inserite in una la statua del [[Sacro Cuore di Gesù]] e nell'altra la statua di [[San Rocco]], quesquest'ultima opera lignea dipinta del XVII sec.<ref>{{cita web|url= http://beniculturali.diocesi.bergamo.it/bbccbgric/schedaFrame.jsp?singola_scheda=true&sercd_singola_scheda=5572304&dabbccbg=true&cod_parr=1SC&ceia=true|titolo= Statua di San Rocco |accesso= 1º marzo 2013}}</ref>, particolarmente venerata e che tradizionalmente viene portata in processione in occasione della festa del santo il 16 agosto<ref name=chiese/>.<br />
Negli anni ottanta la chiesetta vide importanti opere di ristrutturazione dell'edificio, prima nel [[1984]] con il rifacimento del tetto, poi nel [[1989]], intervenendo sia all'interno che all'esterno dell'edificio<ref name=chiese/>.
 
Riga 402 ⟶ 355:
Situata al pian terreno dell'oratorio, vi si accede dall'annesso portico, con un unico ingresso a fondo della piccola navata.<br />
Fedele ai nuovi dettami architettonici post moderni degli anni sessanta, con linee geometriche e minimali, la piccola cappella è illuminata da tre finestre sul lato della navata e una aperta a lato della [[sagrestia]] (questa divisa da una parete a mattonelle traforate esagonali), tutte e quattro di forma esagonale.<ref name=chiese/><br />
Il [[presbiterio]], sopraelevato di un gradino rispetto al piano dei fedeli, è caratterizzato da un altare in marmo di botticino, da un [[tabernacolo]] a forma quadrata in rame sbalzato, smaltato e dorato e da un grande crocifisso ligneo monocronomonocromo opera dello scultore bergamasco Angelo Gritti, questi ultimi due posti due anni dopo la benedizione inaugurale, nel [[1966]].<br />
[[File:Santella Gorno.jpg|thumb|Santella sulla strada che porta alla contrada di Peroli|right]]
La navata risulta spoglia, con le pareti rivestite in legno e decorate da una serie di piccole tavole che raffigurano la [[Via Crucis]].<br />
All'interno della cappella è anche presente una statua che raffigura [[Giovanni Bosco|San Giovanni Bosco]] al quale è dedicato l'[[Oratorio (architettura)|oratorio]].<ref name=chiese/><br />
 
Nel [[2006]], durante alcuni lavori di ristrutturazioni, vennero aggiunti nuovi dipinti a decoro del crocifisso ligneo.<ref name=chiese/>
 
==== Santelle ed edicole votive ====
Numerose sono le santelle sparse in tutto il territorio del comune di Gorno. Grazie ad un primo censimento che venne fatto nel [[1986]]<ref>Il censimento fotografico venne effettuato dagli studenti delle scuole medie di Gorno nell'anno scolastico '83/84', pubblicato poi nel libro ''"PIETA' POPOLARE - SANTELLE ED EX VOTO IN VAL DEL RISO"''. Nel censimento venne incluso il Leone Veneto situato in contrada Peroli, che però non può essere considerato santella votiva e manca la foto di una santella, che venne edificata nel 1999 nel giardinetto pubblico dietro la chiesa della Madonna delle Grazie.</ref>, poi aggiornato<ref>Nel 1999 viene edificata una nuova santella lignea con crocifisso nel giardinetto pubblico dietro la chiesa della Madonna delle Grazie</ref><ref name=santella>{{Cita|In val del Riso, n°3 - 1999|p. 29}}.</ref>, se ne contano circa 26<ref name=santelle>{{Cita|Gamba, Umberto |ppp. 93-100}}.</ref>.
Difficile è la datazione della costruzione di ognuna di loro, che per quelle tuttora presenti si può far partire dalla fine del XIXsec, ad esclusione di una in contrada Peroli che viene datata, con qualche incertezza, al XVI secolo<ref>{{Cita|Gamba, Umberto |p. 98}}.</ref>.<br />
Sicuro è che nei secoli le santelle sono state modificate in modo sostanziale, in alcuni casi diventando chiese, come nel caso della [[Gorno#Chiesa di San Rocco|chiesa di San Rocco]], dove in un documento del [[1512]] si ha notizia di una tribulina dedicata al santo<ref name=riso2>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 22}}.</ref>, o quella del [[Santuario del Santissimo Crocifisso (Gorno)|Santuario del Santissimo Crocifisso]], che venne sostituita dal santuario attuale per una meglio collocazione delle statue lignee<ref>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 21}}.</ref>, oppure riedificate, come nel caso di quella ilin località Costa, che venne prima demolita per permettere la costruzione della nuova strada carrozzabile, ma poi sostituita da una nuova in bronzo nel 1956, oppure semplicemente abbattute, come nel caso della tribulina di San Rocco nella piccola piazza centrale della contrada Erdeno<ref>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 23}}.</ref>, presente in vecchi documenti e planimentrie riferite alla contrada<ref name=poste>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 24}}.</ref>.<br />
Sicuramente molte altre sono andate perse, ma riguardo alle notizie di edificazioni così piccole e di ambito popolare è quasi impossibile risalire alla loro esistenza.<br />
Tra quelle presenti a Gorno vi è una vasta varietà di stili: costruite come singole edicole votive in posti di passaggio, come a Fondo Ripa o sulla strada per contrada Peroli, o inserite nelle pareti di edifici privati, come in contrada Calchera, in via Musso, o in contrada Erdeno, ma anche esternamente ad edifici religiosi, come sulla parete nord della [[Chiesa della Madonna delle Grazie (Gorno)|Chiesa della Madonna delle Grazie]]. Quasi esclusivamente realizzate con la tecnica dell'[[affresco]], cinque si distinguono perla presenza di statue, quella bronzea ilin località Costa, quella con la statua di Santa Barbara in contrada Campello, quella chiamata ''Pret di Ba'' con un crocifisso ligneo del [[1982]], quella ilin località Grom con un piccolo crocifisso in Gesso<ref name=santelle/> e quella con crocifisso ligneo posata nel [[1999]] dietro la [[Chiesa della Madonna delle Grazie (Gorno)|Chiesa della Madonna delle Grazie]]<ref name=santella/>.<br />
La raffigurazione vede la rappresentazione di comuni scene di ambito religioso, come la Crocefissione, a volte accompagnata da Santi, la Pietà o la Madonna in diverse versioni iconografiche, e quasi sempre di ambito artistico popolare e di autore ignoto. Le uniche firmate sono quella in località Costa, con un bassorilievo bronzeo del [[1956]] di Attilio Nani, quella in località Pośa di Guardie, del [[1933]] di Pietro Baggi di San Giovanni Bianco, quella in località Gron del [[1914]] di Giorgio Bonomi (oggi rimossa dalla sua collocazione originiariaoriginaria) e quella in località Basello, che presenta le iniziali dell'autore ''GAC 1917 - A.V. D'ERBIA''<ref name=santelle/>.
 
=== ArchitetturaArchitetture civilecivili ===
==== Borghi antichi ====
[[File:Portone - Gorno.jpg|thumb|upright=0.7|Antico portone in contrada San Giovanni. Gli stipi e l'arco in pietra di Jels con i battenti in legno chiuse da un chiavistello in ferro sono le tipiche entrate delle case rurali, dove si accedeva al cortile comune. In questo caso nella [[chiave di volta]] è scolpito lo stemma della famiglia Guerinoni mentre ai lati è incisa la data 1754|left]]
Riga 428 ⟶ 381:
Così come Erdeno e Sant'Antonio, che conservano alcune antiche abitazioni ma con testimonianze meno rilevanti.<br />
Nella parte bassa del paese, nonostante la contrada Riso sia citata sin dal XVI secolo conserva pochissime testimonianze, così come non sono più presenti gli antichi mulini che venivano elencati per la macina del frumento e la casa torre citata in alcuni documenti del [[1512]]<ref name=riso2/>.<br />
La contrada Fondo Ripa e del Santissimo Crocefisso sono più recenti, così some contrada Campello, considerata l'ultima nata all'interno del paese agli inizi del XX secolo<ref>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 36}}.</ref>.<br />
 
===== La casa =====
Riga 434 ⟶ 387:
Per quanto concerne l'architettura domestica nell'abitato di Gorno si osservano diversi tipi di edilizia di antica costruzione.<br />
Il più diffuso è quello delle case a cortile, che consentiva di concentrare in un'unica costruzione abitazioni (spesso plurifamiliari), stalla, fienile e granaio, tutti quanti raggruppati attorno a cortili rettangolari. Se ne osservano due tipi: il cortile aperto, ovvero con un lato che si apre direttamente sulla via più vicina, e il cortile chiuso, accessibile solo attraverso uno o più portoni.<br />
Architettonicamente gli edifici che si affacciavano su di essi si sviluppavano su più livelli, a pian terreno vi erano ampie arcate in pietra che si affacciavano sul cortile, queste utilizzate nei tempi invernali alla manovra. Da qui si accedeva a diversi ambienti: il più importante era la stalla, dove c'era il bestiame e dove vicino ad esso c'erano gli ambienti invernali dove la famiglia si raccoglieva la sera nel periodo invernale per riscaldarsi, mentre a lato della stalla c'era il ''casaröl'', una specie di piccola cantina dove si conservavano i formaggi ed infine il forno per la cottura settimanale del pane, spesso in uso comune a diverse famiglie della stessa contrada<ref name=case>{{Cita|Furia Luigi, 1977|ppp. 83-84}}.</ref>.<br />
Ai piani superiori vi erano le stanze per dormire e anche in questo caso si possono notare diverse caratteristiche di costruzione, dove le case contadine avevano ballatoi o totalmente in legno o con base in pietra e strutture in legno (esempi tipici di questo stile si possono ammirare in contrada Calchera<ref>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 33}}.</ref>), mentre le case delle famiglie più ricche e nobili avevano ballatoi interni il cui affaccio sul cortile era costituito da una serie di archi e colonne in pietra scolpita (esempi di queste costruzioni sono oggi visibili in contrada Peroli Bassi, San Giovanni e in alcuni cortili interni in contrada Villassio).<br />
I materiali utilizzati per la costruzione erano soprattutto la pietra, con alcune parti in legno. Gli stipi, gli architravi e le parti più importanti erano forniti dalla cave di pietra di Costa Jels, mentre la calcina proveniva dalle dodici calcinerie attive a Gorno fino al XIX secolo<ref name=case/>.<br />
Un'altra tipologia di architettura civile è la [[casatorre|casa torre]], anche se ad oggi si conservano pochi edifici. Caratterizzata da una struttura massiccia, presenta una base a forma quadrata illuminata internamente da piccole finestre. La loro costruzione iniziale era finalizzata a quella di punto strategico per l'avvistamento e la difesa degli abitati, ma nei secoli la loro funzione cambiò notevolmente, mutando verso un uso più domestico della torre. A causa di ciò gli edifici hanno subito notevoli modifiche, con l'abbassamento dell'altezza originaria, con l'apertura di nuove e più ampie finestre, con l'aggiunta di [[Ballatoio|ballatoi]], spesso in legno, e con l'accorpamento della torre in costruzioni rurali più ampie. Tra gli esempi più importanti oggi conservati, si possono citare l'antica casa in contrada Peroli Bassi dei Gibellini, detta anche casa del ''Tesoro del Guelfo''<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 267}}.</ref>, oggi in fase di ristrutturazione, e la casa torre in Cavagnoli vecchi dove vi è affrescato il [[Leone di San Marco|Leone Veneto]], le cui fondamenta costituite in grosse pietre angolari danno ulteriore conferma della sua funzione difensiva della struttura originaria.
 
===== Fontane e lavatoi =====
{{Vedi anche|Fontane e lavatoi di Gorno}}
[[File:Gorno Fontana Carpela.jpg|thumb|La fontana in località CerpélaCarpéla, restaurata nel 2007| right]]
Per quanto concerne l’edilizial'edilizia idrica Gorno conserva alcune testimonianze riferita a fontane e lavatoi pubblici.<br />
La dislocazione delle varie contrade in un territorio ampio e montano ha dato vita nei secoli alla costruzione di diverse fonti d’acquad'acqua finalizzate a diversi utilizzi, primo tra tutto quello di attingere l’acqual'acqua per le varie abitazioni della contrada, ma anche per abbeverare il bestiame e nel caso dei lavatoi per appunto lavare gli indumenti sporchi<ref> {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 31}}.</ref>.
 
Nel XX secolo l’aumentol'aumento della popolazione, i cambiamenti urbanistici e il miglioramento della qualità della vita delle varie famiglie ha fatto venire a meno il loro fondamentale ruolo per le contrade, finendo spesso per essere demolite.<br />
In alcuni casi, essendo esse edificate a ridosso delle antiche mulattiere, con la costruzione delle vie carrozzabili e il conseguente allargamento delle strade venivano demolite e più sostituite, come nel caso del ''funtanì de la Madona'' demolito nel [[1969]]<ref name="Baccanelli p. 30"/>, mentre in altri casi l’ammodernamentol'ammodernamento e il riassetto dell’urbanisticadell'urbanistica ha demolito le vecchie costruzioni, mantenendo viva la fonte d’acquad'acqua con le piccole fontanelle verdi in metallo, oggi presenti in numerosi zone del paese. <br />
Più recentemente gli ultimi interventi delle varie giunte comunali hanno permesso la salvaguardia delle ultime fontane sopravvissute, come nel caso della fontana in località Carpéla, ristrutturata nel [[2007]], e quella secondaria in contrada Villassio, in via Fontana vecchia.<br />e la fontana Tèedèi anche con il contributo di volontari.
 
Certa era anche la presenza di lavatoi pubblici, della quale però esistono meno notizie al riguardo.
Riga 453 ⟶ 406:
 
==== Baite e bivacchi ====
All'intenointerno del comune di Gorno sono presenti due piccoli rifugi, Baita Mistri e il Bivacco Telini, questi raggiungibili a piedi. Sempre di proprietà del comune di Gorno ma edificato all'interno del comune di [[Oneta]] vi è Baita Alpe Grem, questa, escluso un ultimo piccolo sentiero di 300m{{M|100|u=m}} in discesa, raggiungibile in auto<ref name=rifugio1/><ref name=rifugio2 >{{cita web|url= http://www.valdelriso.it/modules/fmcontent/content.php?topic=static&id=8&page=rifugi-e-bivacchi|titolo= RigugiRifugi|accesso= 7 giugno 2013}}</ref>.
 
===== Baita Alpe Grem =====
[[File:Rifugio Baita grem.jpg|thumb|upright|Baita Alpe Grem| right]]
Il rifugio Baita Alpe Grem è l'unico ad essere edificato esterno al territorio comunale, all'interno del comune di [[Oneta]], ma su proprietà del comune di Gorno.<br />
Costruito nel [[1937]], originariamente veniva identificato come ''Casa del Sorvegliate (caporal)'' fino a quando nel [[1967]] venne preso in gestione dal gruppo sci alpinistico dei [[Camós]] di Gorno, che ne ha portato avanti negli anni la gestione e la sua ristrutturazione<ref name=rifugio1 >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/contrade-baite-e-bivacchi|titolo= Baite e bivacchi|accesso= 7 giugno 2013|dataarchivio= 30 maggio 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130530200800/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/contrade-baite-e-bivacchi|urlmorto= sì}}</ref>.<br />
Il rifugio è il più grande dei tre di proprietà del comune di Gorno, caratterizzato da una struttura a base quadrata, e internamente suddiviso in due piani, dove al painopiano terra vi è il piano giorno, con la cucina e la sala pranzo e i servizi igienici, mentre al primo piano vi è il piano notte con le camere da letto che contano fino a 32 posti letto. La struttura resta aperta ad agosto e nei fine settimana che vanno da giugno a settembre (oppure su prenotazione) ed ha acqua fredda, corrente elettrica e stufe a legna<ref name=rifugio1/><ref name=rifugio2/>.<br />
Edificato a 1098 [[s.l.m.]] lo si può raggiungere in auto, percorrendo la strada carrozzabile fino in località Basello per poi continuare sulla strada sterrata che porta ad un piccolo parcheggio, da dove parte un piccolo sentiero in discesa da percorrere a piedi di circa 300m{{M|300|u=m}}, oppure a piedi attraverso tre vie principali: dalla frazione Villassio di Gorno - sentiero n. 249 – in oreun'ora 1,30e mezza - dalla località PlazzaPiazza di [[Oneta]] - sentiero n. 239 - in ore 0,45 - dal Colle di Zambla - sentiero n. 233 &nbsp;– in ore 1.00un'ora<ref name=rifugio2rifugio1/><ref name=rifugio1rifugio2/>.
 
===== Baita Mistri =====
[[File:Rifugio Mistri.jpg|thumb|upright|Rifugio Baita Mistri| right]]
La prima edificazione dell'edificio avvenne durante l'attività mineraria nella Valle dell'Orso, detta anche ''Val Gorgolina'', sull'Alpe Grem, ed era una baracca che veniva utilizzata dai minatori che lavoravano in quella zona<ref name=rifugio1/>. La struttura si trova alla quota di 1790 metri s.l.m.<br />
Nel [[1908]], con la fine dei lavori, l'edificio venne ceduto al [[Club Alpino Italiano|CAI]] di [[Bergamo]] che la trasformò in un piccolo rifugio<ref name="rifugio1" />.<br />
Durante la prima guerra mondiale il rifugio subì ingenti danni, venendo quasi completamente distrutto<ref name=rifugio1/>.<br />
Rimasto in rovina per lungo tempo, alla fine degli anni ottanta si attuò un progetto per la sua riedificazione, ricostruendolo completamente e intestandolo alla memoria di Giovanni Mistri, fornendolo anche degli allacci elettrici (fotovoltaico) e dell'acqua fredda<ref name=rifugio2/>. Il nuovo edificio verrà inaugurato il 30 agosto del [[1992]]<ref name=rifugio1/>.<br />
Aperto ad agosto e i fine settimana da giugno a settembre, il rifugio è raggiungibile a piedi, seguendo il sentiero segnato n°º 223, partendo da Baita Alpe Grem con circa due ore di cammino<ref name=rifugio2/>.
 
===== Bivacco Enrico Telini =====
[[File:Bivacco Telini.jpg|thumb|upright|Rifugio-bivacco Enrico Telini| right]]
Edificato sulla cima di ''Preda Balaranda'', sul confine col comune di Premolo, ad un'altezza di metri 1.647 [[s.l.m.]], il Bivacco Telini venne inaugurato il 29 agosto del [[1993]], dopo 5 anni di lavori serviti per la sua costruzione da parte del [[Alpini|Gruppo Alpini]] di Gorno, iniziata nel [[1989]]<ref name=rifugio1/>. La struttura, di piccole dimensioni, è dotata di acqua fredda, corrente elettrica (fotovoltaico), di una stufa a legna<ref name=rifugio2/> e di un locale sempre aperto sul davanti dove chi ne ha necessita può trovare riparo<ref name=rifugio1/>.<br />
Grazie alla sua strategica posizione gode di un ampio panorama montano<ref name=rifugio1/>.<br />
Il bivacco è raggiungibile a piedi dall'Alpe Grina, seguendo il sentiero n. 263 con 1.20h porta direttamente al bivacco, oppure si può seguire anche il sentiero 260 fino ad un ampio canalone, dove ha avvio un nuovo sentiero sulla sinistra, segnato con freccia, che porta al bivacco: sempre seguendo il sentiero 260 si può arrivare alla baita Foppelli, quindi si guadagna la forcella sulla sinistra e, sempre girando a sinistra, si segue il crinale fino a giungere al bivacco. Il bivacco è raggiungibilaraggiungibile partendo dalla contrada Plassa di [[Oneta]] e dal [[Colle di Zambla]] in circa 2 ore. <br />
Nelle vicinanze vi è la ''Madonna degli Alpini'', monumento dedicato a tutti gli [[alpini]] deceduti, sia in guerra che in tempo di pace<ref name=rifugio1/><ref name=rifugio2/>.
 
===== Baite d'alpeggio =====
Sulle pendici del Monte Grem sono inoltre presenti tre Baite che vengono utilizzate dai contadini durante gli spostamenti e il pascolo del bestiame allevato.<br />
Anch'esse, grazie anche ad un contributo regionale, sono state recentemente ristrutturate con il rifacimento dei tetti, il posizionamento di una nuova pavimentazione e la canalizzazione dei liquami del bestiame<ref>{{Cita|In val del Riso, n°2 - 1999|p. 26}}.</ref>.
 
==== Monumenti ====
 
[[File:Monumento ai Caduti (Gorno).jpg|thumb|Il monumento dedicato ai cadutiCaduti della prima guerra mondiale|right]]
[[File:Madonna degli Alpini Gorno.JPG|thumb|La ''Madonna degli Alpini'' in una visione invernale|right]]
[[File:Cristo Re Gorno.jpg|thumb|La statua del ''Cristo R''e (vista da dietro) con la vista panoramica sul comune di Gorno|right]]
[[File:GORNO MONUMENTO.jpg|thumb|Il monumento ''Gòren - Tèra de minadùr'' all'imbocco del paese|right]]
* '''“Monumento=====Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale”'''mondiale=====
Il monumento è il più antico tra quelli oggi presenti in paese, posizionato sul sagrato della chiesa nel [[1921]] in memoria dei soldati di Gorno morti durante gli scontri della prima guerra mondiale.<br />
 
Il monumento venne finanziato in parte dal Comune, che donò la cifra di 15.000 lire, in parte dalla ditta The English Crown Spelter C.L. (allora proprietaria dei diritti estrattivi minerari all'interno del territorio comunale) con 3.000 lire e il resto venne pagato dalla comunità del paese, per raggiungere la cifra di costo totale di 26.469lire<ref name=comana> {{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|p. 18-19}}</ref>.<br />
Il monumento venne finanziato in parte dal Comune, che donò la cifra di 15.000 lire, in parte dalla ditta The English Crown Spelter C.L. (allora proprietaria dei diritti estrattivi minerari all'interno del territorio comunale) con 3.000 lire e il resto venne pagato dalla comunità del paese, per raggiungere la cifra di costo totale di 26.469 lire<ref name=comana>{{Cita|Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985|pp. 18-19}}.</ref>.
Per l’edificazione del monumento venne formata un’apposita commissione, nel quale proclama si può leggere<ref name=comana/>
 
Per l'edificazione del monumento venne formata un'apposita commissione, nel quale proclama si può leggere<ref name=comana/>
 
{{Citazione|''La pietà viva, il ricordo perenne che nutriamo verso i nostri baldi giovani recisi nel fiore degli anni dal piombo nemico o morbo crudele, mentre appunto le speranze di un florido avvenire si presentavano loro innanzi, ci deve spingere a non mostrarci indifferenti alla nostra offerta per erigere un monumento fra noi che sia degno della nostra gloriosa tradizione e segno della nostra sincera gratitudine…''}}
 
Scolpito dallo scultore titolare dell'omonima ditta Carlo Comana di [[Bergamo]], è caratterizzato nella prima fascia in basso dalla presenza angolare di quattro piccole colonne massicce scolpite ad altorilievo e dalla presenza di un bassorilievo che raffigura una figura femminile avvolta in un ampio panneggio mentre impugna una spada nella mano destra (simbolo della condizione militare e delle virtù relative al coraggio) e un ramo di alloro nella sinistra (pianta nobile per eccellenza, simbolo di gloria e vittoria), mentre la seconda fascia è caratterizzata dalla presenza di elmetti e fucili e da un ultimo registro di quattro croci sormontate da una fiammella bronzea<ref>{{Cita|In val del Riso, n°4 - 2001|ppp. 20-21}}.</ref>.
 
* '''“Madonna=====Madonna degli Alpini”'''Alpini=====
Raggiungibile a piedi, il monumento si trova nei pressi del Bivacco Enrico Telini, sulle pendici di Preda Balaranda, a circa 1650m{{M|1650|u=m}} [[s.l.m.]]<br />
La piccola statua della Madonna, totalmente bianca, è sopraelevata rispetto alle pendici della montagna, collocata al di sopra di una struttura metallica di forma circolare che fa da ''“copertura”'' al piccolo altare che viene utilizzato per celebrare la messa. <br />
Inaugurato nel [[1985]], è a ricordo degli alpini caduti o dispersi in guerra o deceduti in tempo di pace<ref name=rifugio1 />.
 
* '''“Monumento=====Monumento alla memoria della medaglia d’orod'oro Giuseppe Riccardi”'''Riccardi=====
Il monumento venne inaugurato il 17 giugno del [[1962]] e posizionato davanti l’ingressoall'ingresso principale dell’alloradell'allora scuole elementari di Gorno (oggi complesso riconvertito in Museo delle Miniere) in ricordo di Giuseppe Riccardi, bersagliere di Gorno morto eroicamente in guerra il 17 luglio del [[1944]].
Il monumento, inserito all’internoall'interno di una piccola aiuola, è caratterizzato da un busto bronzeo che raffigura G. Riccardi in divisa di bersagliere, posto al di sopra di un pilastro in granito nero<ref>{{Cita|In val del Riso, n°143 - 2012|p. 25}}.</ref>.
 
=====Cristo Re=====
* '''“Cristo Re”'''
Raggiungibile a piedi dalla contrada Riso, venne posizionato sulla cima della Costa del Falò nel [[2000]], in uno dei punti panoramici migliori per ammirare la vallata e il comune di Gorno, situato sulla costa opposta. <br />
La statua in bronzo, alta tre metri e dal peso di tre quintali circa, raffigura un Cristo Redentore, con le braccia alzate e lo sguardo rivolto verso la vallata<ref>{{Cita|In val del Riso, n°4 - 2000|p. 20}}.</ref>.
 
* '''“Gòren=====Gòren - Tèra de minadùr”'''minadùr=====
Il monumento, posizionato all’imboccoall'imbocco del paese nel [[2009]], tra la località centrale e il santuario del [[Santuario del Santissimo Crocifisso (Gorno)|santuario del SS Crocifisso]], è tra i più grandi presenti all’internoall'interno del territorio comunale. <br />
La base è costituita da un grosso muro di pietre rettangolari che emergono dal terreno sovrapposte in linea obliqua, sulla quale è stata porta una lastra metallica sagomata che raffigura un minatore (con in una mano la centilena e nell’altranell'altra il minerale estratto) e una [[taissina]] (qui mentre sorregge una cariola) con al centro un carrello carico di minerale. <br />
È un monumento che ha molteplici significati, tra cui quello di rendere omaggio al lavoro delle miniere ma anche come simbolo dell'Ecomuseo delle Miniere di Gorno<ref>{{Cita|In val del Riso, n°133 - 2009|p. 16}}.</ref>.
 
=====Ricordo delle miniere=====
* '''“Ricordo delle miniere”'''
Situato in contrada Villassio e inaugurato nel [[2001]], è inserito all’internoall'interno del muro che costeggia la strada che porta alla piazza principale della contrada.<br />
Architettonicamente costituito da una grossa nicchia chiusa da un 'inferriata, è un ''monumento-vetrina'' a memoria del duro lavoro svolto all’internoall'interno delle gallerie che conserva al suo interno alcuni attrezzi originali utilizzati dai minatori e un carrello che serviva per trasportare il minerale estratto<ref>{{Cita|In val del Riso, n°102 - 2002|p. 25}}.</ref>.
 
=====Monumento al minatore=====
* '''“Monumento al minatore”'''
Situato davanti al comune, è stato inserito all'interno di una piccola aiuola durante i lavori di ristrutturazione del palazzo comunale, ternimatiterminati nel [[2001]].<br />
Il monumento, realizzato in pietra, è un bassorilievo realizzato dallo scultore Giovanni Ardrizzo che raffigura un minatore davanti all'ingresso di una miniera mentre cammina con in mano la centilena e a lato ha appoggiato la sua mazza da lavoro.<br />
Al di sopra vi è incisa la frase
Riga 525 ⟶ 480:
Il monumento è stato realizzato anche con il contributo della Comunità Montana, della Ponte Nossa S.P.A., della [[Credito Bergamasco|Banca Credito Bergamasco]] e della [[UBI Banca|Banca Popolare di Bergamo]]<ref name=ristrutturazione/>.
 
* '''"=====Monumento AVIS AIDO ADMO"'''=====
Di piccole dimensioni e collocato all’internoall'interno del giardino del sagrato della chiesa parrocchiale, il monumento venne posato nel [[2002]] per celebrare il 30º anniversario della fondazione della sezione [[Associazione Volontari Italiani del Sangue|AVIS]] della [[Val del Riso]], il 25º anniversario della fondazione del gruppo [[Associazione italiana per la donazione di organi|AIDO]] e il 10º anniversario della partecipazione all’associazioneall'associazione [[Associazione donatori midollo osseo|ADMO]].<br />
In marmo bianco, formato da un cippo grezzo dalla forma triangolare e decorato con i simboli delle tre associazioni, è a testimonianza del percorso affrontato dalle associazioni e invito a proseguirne gli obbiettivi intrapresi.<ref>{{Cita|In val del Riso, n°104 - 2002|ppp. 10-11}}.</ref>.
 
=== Miniere ===
[[File:Miniera Costa Jels Gorno.jpg|thumb|upright|L'interno di una delle gallerie minerarie in località Costa Jels]]
Le testimonianze dell'estrazione mineraria all'interno del territorio comunale si possono oggi riferire quasi del tutto alle costruzioni che vennero edificate a partire dal XIX secolo, anche se testimonianze ormai certe fanno risalire le prime estrazioni fin dall'epoca romana.
 
Ufficialmente partite con il decreto della [[Repubblica di Venezia|Repubblica Veneta]] datato [[1482]]<ref name=jels>{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/percorsi/miniere-e-minatori|titolo= Costa Jels|accesso= 2 ottobre 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004221631/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/percorsi/miniere-e-minatori|urlmorto= sì}}</ref>, l'estrazione mineraria è parte fondamentale della memoria collettiva, soprattutto dovuto al fatto che fu una delle maggiori risorse economiche del paese a partire dalla fine del XIX secolo fino agli anni settanta del XX secolo, in un appunto del [[1910]] di Don Pietro Brignoli si può infatti leggere che all'inizio del secolo vi lavoravano complessivamente ottocento operai<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 184}}.</ref>.
[[File:Miniera Costa Jels Gorno.jpg|thumb|upright|L'interno di una delle gallerie minerarie in località Costa Jels|left]]
Le testimonianze dell’estrazione mineraria all’interno del territorio comunale si possono oggi riferire quasi del tutto alle costruzioni che vennero edificate a partire dal XIX secolo, anche se testimonianze ormai certe fanno risalire le prime estrazioni fin dall’epoca romana.
 
Numerose sono quindi le testimonianze che ne rimangono sia in superficie che nel sottosuolo, dove le gallerie hanno avuto uno sviluppo per circa {{M|200|u=km}} circa su un dislivello di {{M|1500|u=m}}.<br />
Ufficialmente partite con il decreto della [[Repubblica di Venezia|Repubblica Veneta]] datato [[1482]]<ref name=jels>{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/percorsi/miniere-e-minatori|titolo= Costa Jels|accesso= 2 ottobre 2013}}</ref>, l’estrazione mineraria è parte fondamentale della memoria collettiva, soprattutto dovuto al fatto che fu una delle maggiori risorse economiche del paese a partire dalla fine del XIX secolo fino agli anni settanta del XX secolo, in un appunto del [[1910]] di Don Pietro Brignoli si può infatti leggere che all’inizio del secolo vi lavoravano complessivamente ottocento operai<ref>{{Cita|Furia Luigi, 1977|p. 184}}</ref>.
Tra i siti meglio conservati vi sono da citare sicuramente quello di Costa Jels, oggi parte fondamentale dei percorsi dell'Ecomuseo, e quello della località Turbina, in contrada Riso, da dove si diramano le gallerie del ''Riso-Parina'' e del ''Noble''<ref name=jels/><ref name=turbina/>.
 
Nella prima veniva estratta e lavorata la pietra da opera, detta anche pietra di Costa Jels<ref name=pietra>{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/la-pietra-locale-jels|titolo= La pietra di Costa Jels|accesso= 2 ottobre 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004221639/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/la-pietra-locale-jels|urlmorto= sì}}</ref>, oggi presente in numerose costruzioni antiche del paese, mentre dalle altre gallerie il minerale che veniva estratto era soprattutto [[sfalerite|blenda]], [[Calamina (minerale)|calamina]] e [[galena]] per la produzione dello [[zinco]]<ref>{{cita web|1= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/le-miniere-di-zinco-e-piombo|titolo= Minerali estratti|accesso= 2 ottobre 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004221648/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/le-miniere-di-zinco-e-piombo|urlmorto= sì}}</ref>.
Numerose sono quindi le testimonianze che ne rimangono sia in superficie che nel sottosuolo, dove le gallerie hanno avuto uno sviluppo per circa 200 km circa su un dislivello di 1500 m.<br />
Tra i siti meglio conservati vi sono da citare sicuramente quello di Costa Jels, oggi parte fondamentale dei percorsi dell’Ecomuseo, e quello della località Turbina, in contrada Riso, da dove si diramano le gallerie del ''Riso-Parina'' e del ''Noble''<ref name=jels/><ref name=turbina/>.
 
Tra i minerali ''pregiati'' estratti all'interno del territorio comunale, nella Valle dei Crappi è da citare la cava di marmo nero, che nel XVII secolo fornì il marmo anche per la realizzazione dell'Altare dei Morti della [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|chiesa parrocchiale]] del paese, mentre un'altra cava di marmo nero ma ricco di conchiglie bivalve era situata in contrada Riso<ref name=bivalve/><ref name=pietra/>.
Nella prima veniva estratta e lavorata la pietra da opera, detta anche pietra di Costa Jels<ref name=pietra>{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/la-pietra-locale-jels|titolo= La pietra di Costa Jels|accesso= 2 ottobre 2013}}</ref>, oggi presente in numerose costruzioni antiche del paese, mentre dalle altre gallerie il minerale che veniva estratto era soprattutto [[sfalerite|blenda]], [[calamina]] e [[galena]] per la produzione dello [[zinco]]<ref>{{cita web|http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/le-miniere-di-zinco-e-piombo|titolo= Minerali estratti|accesso= 2 ottobre 2013}}</ref>.
 
Tra i minerali ''pregiati'' estratti all’interno del territorio comunale, nella Valle dei Crappi è da citare la cava di marmo nero, che nel XVII secolo fornì il marmo anche per la realizzazione dell’Altare dei Morti della [[Chiesa di San Martino di Tours (Gorno)|chiesa parrocchiale]] del paese, mentre un'altra cava di marmo nero ma ricco di conchiglie bivalve era situata in contrada Riso<ref name=bivalve/><ref name=pietra/>.
 
==== Ecomuseo delle Miniere di Gorno ====
 
[[File:Ecomuseo Gorno.jpg|thumb|L'ingresso del sito minerario di Costa Jels|right]]
A partire dal [[2009]] la [[Lombardia|Regione Lombardia]] ha riconosciuto il territorio di Gorno come parte fondamentale per la memoria della storia della vallata conferendo il riconoscimento di sito ecomuseale, dando vita all’Ecomuseoall'Ecomuseo delle Miniere di Gorno.<br />
Con la nascita dell’dell'[[Ecomuseo]] si sono ulteriormente approfondite e salvaguardate quelle che sono le tradizioni e i saperi locali puntando alla loro valorizzazione e divulgazione, ponendo un’ulterioreun'ulteriore attenzione a quelle che erano le testimonianze industriali disseminate all’internoall'interno del territorio costruite durante l’attivitàl'attività estrattiva mineraria e oggi in disuso<ref >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/lecomuseo|titolo= Ecomuseo delle Miniere di Gorno|accesso= 2 ottobre 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004221636/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/lecomuseo|urlmorto= sì}}</ref>.
 
L’L'[[Ecomuseo]] ha una sua sede, in contrada Villassio, inVia quellodella che era l’edificio delle ex scuole elementariCredenza,8, delnel paese.municipio<br />
Al suo interno sono conservate numerose e importanti testimonianze dell’estrazionedell'estrazione mineraria del paese, tra cui numerosi attrezzi di lavoro come le centilene, i martelli, i picconi, i setacci, i punti, ecc…ecc. (esposti nel corridoio principale), tutto l’archiviol'archivio minerario (sala uno), una selezione di minerali e pietre della vallata e non (sala tre), la fedele ricostruzione dell’ufficiodell'ufficio del direttore delle miniere (sala quattro) e del laboratorio chimico minerario (sala cinque). Inoltre una sala è adibita alle videoproiezioni di cortometraggi (sala due) e all'ingresso è stato ricostruito un angolo con attrezzi e costumi originali della miniera con un minatore e una [[taissina]] in abiti tradizionali<ref >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/archivio-minerario|titolo= Archivio minerario|accesso= 2 ottobre 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004220124/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/archivio-minerario|urlmorto= sì}}</ref><ref >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/il-museo-delle-miniere-di-gorno|titolo= Sede museale|accesso= 2 ottobre 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004221643/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/il-museo-delle-miniere-di-gorno|urlmorto= sì}}</ref>.
 
Dislocate in diverse zone del territorio comunale vi sono invece le testimonianze di costruzioni che lentamente vengono restaurate per una miglior testimonianza e usufrutto didattico-turistico.
Riga 556 ⟶ 510:
 
==== Laveria ====
[[File:Laveria_Gorno.jpg|thumb|upright|Il complesso della Laveria visto dall'alto in un'immagine recente|left]]
Il complesso della Laveria (chiamato anche Laveria n.2<ref name=turbina/>), situato nella parte finale ad ovest della contrada Riso, è un complesso industriale che serviva durante il periodo di estrazione mineraria in Gorno e in tutta la [[Val del Riso]] per la lavorazione del minerale attraverso i processi di frantumazione, macinatura e flottatura con acqua e acidi per ottenere la separazione del metallo dalla pietra sterile<ref name=laveria>{{Cita|In val del Riso, n°109 - 2003|ppp. 16-18}}.</ref>.<br />
Nello specifico, all'interndointernodo di questo complesso industriale avveniva il trattamento gravimetrico del grezzo calaminare blendoso e in parte la lavorazione del misto ricco calaminare proveniente dalla laveria del comune di [[Oneta]]<ref name=turbina/>.
 
La lavorazione del materiale estratto in località Laveria è documentato fin dalla fine del XIX secolo, dove si attestava che l’utilizzol'utilizzo di acidi all’internoall'interno della lavorazione del materiale causò un forte inquinamento delle acque del [[Riso (torrente)|torrente Riso]], attestata anche dalla verifica sanitaria nel [[1894]], successivamente drasticamente abbassata con la costruzione di vasche per la depurazione e l’incanalamentol'incanalamento delle acque utilizzate per la lavorazione del minerale. La prima edificazione dell’edificiodell'edificio attuale partì nel [[1914]] da parte della società The English Crown Spelter (che all'epoca gestiva l'estrazione mineraria della vallata), e nel [[1917]] era già attiva<ref name=turbina >{{cita web|url= http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/laveria-e-loc-turbina|titolo= La laveria e la turbina|accesso= 1º ottobre 2013|dataarchivio= 4 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131004214618/http://www.ecomuseominieredigorno.it/cms/index.php/approfondimenti/laveria-e-loc-turbina|urlmorto= sì}}</ref>.<br />
Con il subentro della società Vieille Montagne venne ampliata negli anni [[1925]]/[[1926]], ma la struttura vide opere di ampliamento e modernizzazione durante tutto il periodo del suo funzionamento (nel [[1928]], [[1943]], [[1948]], [[1953]] e [[1962]])<ref name=turbina/>.
 
All’epocaAll'epoca l’orariol'orario lavorativo era di 12 ore giornaliere, dalle 6 alle 18, durante la ''stagione del lavaggio'', che diventava ridotto, dalle 7 alle 17, quando il lavaggio era sospeso, con pause di un’oraun'ora, tra le 12 e le 13, un’oraun'ora e mezza per donne e fanciulli sotto i quindici anni (da ricordare che solo nel [[1935]] viene in vigore l’etàl'età minima al lavoro di 14 anni, alzata a 15 anni nel [[1967]])<ref name=laveria/>.
 
Per capire l’atmosferal'atmosfera all’internoall'interno dell’ampiodell'ampio complesso può essere d’aiutod'aiuto un articolo pubblicato all’internoall'interno della Rivista di Bergamo nel [[1927]], dove si può leggere
 
{{Citazione|''La laveria è un piccolo mondo infernale. Un fragore digrignante di ferraglie la ampie, altissimo, come se mostri spaventevoli stridolassero, con le loro implacabili mascelle possenti, senza un istante di sosta, frantumi di catene, valanghe di macigni … è un tamburella mento di ciottoli, un grandinare di pietre intermittente … Questa sola laveria di Gorno che è di media capacità può trattare novanta tonnellate di materiale al giorno, costruita come fu per una elaborazione di dieci tonnellate orarie. Lo zinco è proprio qui che sottoscrive il suo atto di nascita. Da queste manciate di sporca sabbietta usciranno un imbuto, un elemento di pila, un cliché…''}}
 
Nel [[1942]] le miniere vengono requisite per passare in gestione a ditte italiane e il complesso della Laveria diventa demanio dello statoStato<ref name=laveria/>.
 
Salvo alcuni brevi periodi, la Laveria resta attiva fino alla chiusura delle miniere, avvenuta il 12 gennaio del [[1982]]<ref name=laveria/>.
 
Ad oggi in stato di degrado e abbandono, è tra gli edifici di ''archeologia industriale'' presenti all’internoall'interno del territorio comunale inseriti nel progetto recupero da parte dell’Ecomuseodell'Ecomuseo delle Miniere di Gorno come testimonianza significativa del lavoro e dell’attivitàdell'attività estrattiva all’internoall'interno della [[Val del Riso]].
 
== Aree Naturali ==
{{...}}
=== Fauna ===
{{...}}
=== Flora ===
{{...}}
 
== Sport ==
=== Sentieri ed escursioni ===
{{...}}
 
== Tradizioni e Cultura ==
{{...}}
=== Istruzione ===
{{...}}
=== Eventi ===
{{...}}
=== Gruppi Folclorici ===
{{...}}
=== Stampa ===
{{...}}
=== Lingue e dialetti ===
{{...}}
=== Cucina ===
{{...}}
== Persone legate a Gorno ==
{{...}}
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
 
Il comune di Gorno conta {{formatnum:1636}} abitanti (aggiornamento Istat 2011) per una densità di 165,8 abitanti per km²<ref>{{cita web|url= http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20confinanti%20con%20Gorno&map=016116|titolo= aggiornamento Istat 2011|accesso= 20 giugno 2013|dataarchivio= 4 marzo 2016|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160304212806/http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20confinanti%20con%20Gorno&map=016116|urlmorto= sì}}</ref>.
=== Demografia ===
Il comune di Gorno conta 1636 abitanti (aggiornamento Istat 2011) per una densità di 165,8 abitanti per km²<ref >{{cita web|url= http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20confinanti%20con%20Gorno&map=016116|titolo= aggiornamento Istat 2011|accesso= 20 giugno 2013}}</ref>.
 
==== Evoluzione demografica ====
Riga 611 ⟶ 537:
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
I cittadini stranieri residenti a Gorno al 31 dicembre 2018 erano 80<ref>[http://demo.istat.it/str2018/query.php?lingua=ita&Rip=S1&Reg=R03&Pro=P016&Com=116&paese=A9999&submit=Tavola Tabella ISTAT 31 dicembre 2018]</ref>. La nazionalità più rappresentata ere quella [[Marocco|marocchina]] con 23 cittadini residenti.
I cittadini stranieri residenti a Gorno al 31 ottobre 2013 sono 105, pari al 6,4% della popolazione totale con una predominanza di cittadini provenienti dal [[Marocco]] (29 cittadini), dalla [[Romania]] (22 cittadini) e dal [[Senegal]] (13 cittadini)<ref>Dati forniti dall'ufficio dell'anagrafe comunale aggiornati al 13 ottobre 2013</ref>.
 
=== ReligioneGeografia antropica ===
Secondo lo Statuto<ref name="comuniecitta.it">[http://www.comuniecitta.it/risorse/statuti/gorno.pdf Comune di Gorno - Statuto]</ref>, la circoscrizione comunale è costituita da contrade e non da frazioni.
{{...}}
Ecco l'elenco completo delle contrade<ref name="comuniecitta.it" />:
==== Il monastero femminile ====
*Villassio (sede comunale)
{{...}}
* Erdeno
* Riso
* Campello
* Cavagnoli
* Calchera
* San Giovanni
* Sant' Antonio
* Peroli Alti
* Peroli Bassi
 
Le più popolate sono quelle di ''Villassio'', capoluogo del paese e dove risiedono gli edifici più importanti della comunità, come il comune, le scuole, l'oratorio (con l'annesso teatro) e la parrocchia, ed ''Erdeno''. Poi vi sono le contrade di ''Riso'', che si trova nella parte più bassa del paese, ''San Giovanni'', la più antica, sulla piazzetta antistante la chiesa dedicata a S. Giovanni Battista vi sono antiche sepolture; ''Sant'Antonio'' che prende il nome dalla rispettiva chiesetta, ''Cavagnoli'', ''Calchera'' e infine ''Peroli'', che si trova nella parte più alta del territorio e si suddivide a sua volta tra ''Peroli Alti'' e ''Peroli Bassi''. Prima di uscire dal territorio in direzione [[Oneta]], si trova la contrada ''Campello'', la più recente, formatasi nella seconda metà dell'Ottocento quale villaggio minerario dove si trovavano la direzione, gli uffici, i servizi e gli alloggi dei tecnici al servizio dell'importante attività estrattiva.
 
Altri nuclei abitati, di dimensioni più ridotte, sono ''Plicosa'', nella parte alta del comune, ''Fondo Ripa'', vicina alla contrada di ''Riso'' e quella del ''Santo Crocefisso'', che prende il nome dall'omonimo santuario, e che si trova all'imbocco del paese.
 
Anticamente facevano parte del territorio comunale anche le contrade di ''[[Bondo (Colzate)|Bondo]]'' e di ''[[Barbata (Colzate)|Barbata]]'', passate poi al comune di Colzate a seguito di appositi Decreti Governativi: 15 aprile 1818 per quanto riguarda la contrada di Bondo e 6 giugno 1872 per la contrada di Barbata.
 
== Amministrazione ==
Riga 630 ⟶ 571:
{{ComuniAmminPrec
|16 maggio [[2011]]
|5 giugno [[2016]]
|''in carica''
|Valter Quistini
|[[lista civica]] "Indipendenti - Insieme per Gorno" - [[Lega Nord|LN]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|5 giugno [[2016]]
|''in carica''
|Giampiero Calegari
|[[lista civica]] ''Rinnovamento per Gorno''
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
Riga 638 ⟶ 587:
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== EconomiaGemellaggi ===
 
=== Turismo ===
{{...}}
=== Agricoltura ===
{{...}}
=== Estrazione mineraria ===
{{...}}
 
== Gemellaggi ==
* {{Gemellaggio|Australia|Città di Kalgoorlie-Boulder|}} dal 20 agosto 2003
 
== Infrastrutture e trasporti ==
 
=== Strade ===
{{...}}
 
=== Mobilità urbana ===
{{...}}
 
== Note ==
{{<references|auto}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Giovanni Silini, Antonio Previtali|titolo=Gli statuti cinquecenteschi del Comune di Gorno |editore=Ferrari |città=Clusone |anno=1999|cid= Selini, Previtali, 1999}}{{NoISBN}}
* {{cita libro|autore=Amerigo e Adriano Baccanelli|titolo=Gorno com'era |editore=Tipolitografia Castel |città=Bergamo|anno=1985 <!--|cid=Amministrazione comunale e biblioteca civica di Gorno-->|cid=Baccanelli, Amerigo e Adriano, 1985}}{{NoISBN}}
* {{cita libro|autore=Gamba Umberto, Salvoldi Valentino|coautori=Ciarocchi, Mori, Turchini|titolo=PIETÀ POPOLARE - Santelle ed ex voto in Val del Riso |anno=1986 |editore=Edizioni Ferrari |città= Clusone|cid=Gamba, Umberto}}{{NoISBN}}
* {{cita libro|autore=Luigi Furia|titolo=Gorno, appunti di storia e di costume |editore=Tipo-lito F.lli Ferrari |città=Clusone |anno=1977 <!--|cid=Amministrazione comunale e biblioteca civica di Gorno-->|cid=Furia Luigi, 1977}}{{NoISBN}}
* {{cita libro|autore=Luigi Furia|titolo=Le miniere di piombo e zinco nella Bergamasca |editore=Bolis Edizioni |città=Azzano San Paolo|anno=2012|isbn=978-88-7827-239-2}}
* {{cita pubblicazione |cognome=Baccanelli |nome=Amerigo |anno=1988 |mese=dicembre|titolo= Chiese di Gorno - Madonna delle Grazie|rivista= Angelo in Famiglia - Bollettino Parrocchiale |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 12 |paginepp=25-26 }}
* {{cita libro|autore=Don Pietro Brignoli|titolo=Cenni storici intorno a Gorno ed alla miracolosa effigie di Gesù Crocifisso|editore=Stabilimento Tipografico S. Alessandro |città=Bergamo|anno=1910}}{{NoISBN}}
* {{cita pubblicazione |cognome=Baccanelli |nome=Amerigo |anno=1988 |mese=dicembre|titolo= Chiese di Gorno – San Giovanni Battista|rivista= Angelo in Famiglia - Bollettino Parrocchiale |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 10 |paginepp=16-17 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA VV|nome=|anno=2011|mese=dicembre|titolo= Cinquant'anni fa si inauguravano l'oratorio e l'edificio delle scuole elementari|rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 141 |paginep=9 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA VV|nome=|anno=2005 |mese=luglio|titolo= Polo scolastico unico|rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 115 |paginep=17 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA VV|nome=|anno=2012 |mese=dicembre|titolo= Sala della comunità - Un po' di storia |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 145 |paginep=13 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= Amministrazione comunale|nome=|anno=2001 |mese=aprile|titolo= Comune di Gorno |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 1 |paginep=30 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA VV |nome=|anno=2001 |mese=aprile|titolo= Gorno com'era |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 1 |paginep=33 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= Roggerini |nome= Enrico|anno=1999 |mese=ottobre|titolo= Una nuova santella |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 3 |paginep=29 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA|nome= VV|anno=2012|mese=luglio|titolo= Cinquantesimo posa monumento alla memoria della medaglia d'oro Giuseppe Riccardi |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 143 |paginep=25 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= Baccanelli |nome= Amerigo|anno=2000 |mese=ottobre|titolo= Il Cristo Redentore |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 3 |paginepp=20-21 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA|nome= VV|anno=2002 |mese=marzo|titolo= La nicchia a ricordo dei minatori |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 102 |paginep=24 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA|nome= VV|anno=2009|mese=dicembre|titolo= Minatori e Taissine: memoria della nostra comunità |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 133 |paginep=16 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA |nome= VV |anno=2002 |mese=ottobre|titolo= Festa sociale AVISA - AISO - ADMO |rivista= In Val Del Riso |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 104 |paginepp=10-11 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= AA |nome= VV |anno=2001 |mese=dicembre|titolo= 4 novembre festa delle forze armate |rivista= IN VAL DEL RISO |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 4 |paginep=20 }}
* {{cita pubblicazione |cognome= Amministrazione Comunale |nome= |anno=1999 |mese=luglio|titolo= Ristrutturazione della 1ª Baita Alpe Grem |rivista= IN VAL DEL RISO |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 2 |paginep=26}}
* {{cita pubblicazione |cognome= Baccanelli |nome=Amerigo |anno=2003 |mese=dicembre|titolo= La Laveria di Riso|rivista= IN VAL DEL RISO |editore= Litostampa Istituto Grafico |città= Bergamo - Gorle |numero= 109 |paginepp=16-18}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Interprogetto|commons=Category:Gorno}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Comuni di Val Seriana}}
{{ProvinciaComuni della provincia di Bergamo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Bergamo}}
 
[[Categoria:Gorno| ]]
[[Categoria:Comuni di Val Seriana]]