Pirateria: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua||Pirateria (disambigua)|titolo2=Pirata (disambigua)|titolo3=Pirati (disambigua)|redirect=Pirata|redirect2=Pirati}}
[[File:Flag of Edward England.svg|thumb|La tipica [[bandiera]] pirata del [[XVII secolo|XVII]]-[[XVIII secolo]] con drappo [[nero]], [[teschio e tibie incrociate]] è chiamata ''[[Jolly Roger]]''. Prima di un [[abbordaggio]] veniva nascosta e sostituita con una diversa, sfruttando la sorpresa<ref>''[[Focus Storia]]'', n. 87, gennaio 2014, p. 80.</ref>.]]
La '''pirateria''' è l’attività dei pirati,<ref>{{Treccani|pirata|Pirata|citazione=pirata (ant. pirato) s. m. [dal lat. pirata, gr. {{lang|grc|πειρατής}}, der. di {{lang|grc|πειράω}} «tentare, assaltare»] (pl. -i, ant. -e).|v=sì|accesso=20 febbraio 2017}}</ref> cioè coloro che compiono [[Violenza|violenze]] o [[Principio di legalità|atti illegali]] in ambito [[Nautica|nautico]]. Storicamente essi sono perlopiù [[Marinaio|marinai]] che assaltano, saccheggiano, derubano o affondano navi, spesso dopo aver abbandonato la precedente vita civile sui [[Nave mercantile|mercantili]] per scelta o per costrizione. L'attività è altrimenti nota con la locuzione "correre il mare",<ref>{{Cita web|url=https://dizionario.internazionale.it/parola/correre-il-mare|voce=Correre il mare > significato|titolo=[[Dizionario De Mauro|Dizionario italiano De Mauro]]|lingua=it|accesso=27 settembre 2021}}</ref> [[Etimologia|dal latino]] ''cŭrrĕre''.
La pirateria è antica quanto la [[navigazione]], ma nella [[cultura popolare]] è riferita soprattutto ai secoli [[XVI secolo|XVI]]-[[XIX secolo|XIX]] (specie 1600 e 1700) ovvero alla pirateria nautica più documentata (segnatamente quella occidentale).
Le aree considerate ad alto rischio di pirateria sono cambiate nel tempo. Tra queste ci sono state il [[Mare Caraibico]], la zona dello [[stretto di Gibilterra]], il [[Madagascar]], il [[Mar Rosso]], il [[Golfo Persico]], il [[litorale]] del [[Malabar]] nonché tutto il tratto di [[mare]] tra [[Filippine]], [[Malaysia]] e [[Indonesia]] dove spadroneggiavano i pirati filippini. Il fenomeno piratesco si deve essenzialmente a [[povertà]], [[Anarchia|istituzioni deboli o assenti]] nonché posizioni strategiche per il controllo della navigazione. Il [[Mar Cinese Meridionale]] ospitava all'inizio del XIX secolo la più temuta e numerosa comunità di pirati (si stima circa 40.000), ma la locuzione "epoca d'oro della pirateria" si riferisce soprattutto alla [[Pirateria nei Caraibi|pirateria caraibica]] del [['600]]-[['700]] (calata drasticamente nell'800).[[File:Piratey.svg|thumb|[[Stereotipo]] piratesco tipico delle opere di fantasia: occhio bendato, [[pappagallo]], [[Protesi transradiale|uncino]], gamba di legno, [[sciabola d'abbordaggio|sciabola d'arrembaggio]], Jolly Roger su [[Bicorno|feluca]], giacca, denti marci, ghigno, orecchini e barba<ref>{{Cita web|url=https://usandculture.wordpress.com/2013/12/07/non-esistevano-i-pirati-come-tu-li-conosci/|titolo=Non esistevani i pirati come tu li conosci|data=7 dicembre 2013|accesso=5 gennaio 2021}}</ref>.]]
Verso la fine del XVII secolo gli stampatori indicarono come pirati quei tipografi che producevano copie illegali di libri.<ref>{{Cita web|autore=Alessandro Y. Longo|url=https://www.indiscreto.org/copyright-e-disobbedienza-civile/|titolo=Copyright e disobbedienza civile|sito=www.indiscreto.org|data=19 febbraio 2025|cid=Longo|accesso=26 febbraio 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20250226082550/http://web.archive.org/screenshot/https://www.indiscreto.org/copyright-e-disobbedienza-civile/|dataarchivio=26 febbraio 2025}}</ref> Attualmente l'utilizzo del termine pirateria per situazioni diverse da quella nautica originaria si è esteso a vari tipi d'[[appropriazione indebita]]: [[pirateria informatica]], [[contraffazione|pirateria di contraffazione]], [[Dirottamento aereo|pirateria aerea]], [[omicidio stradale|pirateria stradale]] e [[plagio (diritto d'autore)|plagio]].
== Etimologia ==
Il termine "pirateria" deriva dal sostantivo "pirata", ereditato dal [[Lingua latina|latino]] ''pirata''<ref>Sostantivo maschile, inflesso secondo la prima declinazione.</ref>, che si configura, ancora prima, come prestito dal [[Lingua greca antica|greco antico]] {{lang|grc|πειρατής}} (''peirātḗs''), da {{lang|grc|πεῖρᾰ}} (''peîră'', “prova, tentativo, complotto”).
Nella maggior parte delle lingue europee, il termine mantiene la sua derivazione greco-latina, sebbene la sua semantica possa variare, in base ai contesti e agli argomenti trattati.
== Storia ==
===
{{Vedi anche|Guerra piratica di Pompeo}}
[[File:Bellum piraticum Pompeii 67 aC.png|thumb|upright=1.8|Mappa generale del ''Bellum piraticum'' con i relativi comandanti, per area territoriale.]]
Nel mondo antico non sussisteva una chiara distinzione fra la pirateria come modernamente intesa e la [[Corsaro|guerra di corsa]]<ref>{{Treccani|pirateria_(Dizionario-di-Storia)||anno=2011|accesso=19 settembre 2021|citazione=È importante notare che nell’antichità spesso il concetto di p. si confondeva con quello di rappresaglia, di guerra marina, ma anche di difesa del proprio commercio, talché il fenomeno veniva considerato del tutto ordinario.}}</ref> (quest'ultima peraltro proibita nel diritto marittimo internazionale solo nel 1856 con il [[Trattato di Parigi (1856)|trattato di Parigi]]).
Man mano che le città-stato della Grecia crebbero in potenza, attrezzarono delle navi scorta per difendersi dalle azioni di pirateria. Fra esse [[Rodi (città)|Rodi]], che secondo Strabone nell'[[VIII secolo a.C.]] si assunse compiti di "polizia del mare" navigando fino in [[Mare Adriatico|Adriatico]] «per la salvezza delle genti».
A sua volta [[Atene (città antica)|Atene]], la maggior potenza navale ellenica, dovette spesso occuparsi di proteggere i suoi traffici dai pirati. Nel cosiddetto "decreto Tod 200" (325/24 a.C.) si progettò addirittura la fondazione di una nuova base navale perché «vi sia protezione dai Tirreni», cioè gli [[Etruschi]] della [[Val Padana]] che controllavano l'[[Alto Adriatico]] e da lì partivano per le loro scorrerie.
Il [[Mar Mediterraneo]] vide sorgere e consolidarsi alcune fra le più antiche [[civiltà]] del mondo ma, nello stesso tempo, le sue acque erano percorse anche da predoni del mare. L'Egeo, un golfo orientale del Mediterraneo e culla della civiltà greca, era un luogo ideale per i pirati, che si nascondevano con facilità tra le migliaia di isole e insenature, dalle quali potevano avvistare e depredare le navi mercantili di passaggio. Le azioni di pirateria erano inoltre rese meno difficoltose dal fatto che le navi mercantili navigavano vicino alla costa e non si avventuravano mai in mare aperto. L'attesa dei pirati, su una rotta battuta da navi cariche di mercanzie, era sempre ricompensata da un bottino favoloso. I pirati attaccavano spesso anche i villaggi e ne catturavano gli abitanti per chiedere un riscatto o per rivenderli come schiavi<ref>Godevano della peggior fama i pirati cretesi. Essi erano individui che a [[Creta (Grecia)|Creta]] non godevano di pieni diritti, non avevano la cittadinanza o non erano liberi, così cercavano fortuna nella pirateria. Attaccavano le navi anche d'inverno, le assalivano in mare e nei porti. Se erano respinti, tornavano a saccheggiare città e villaggi. ("Alla larga da Creta", ''Focus storia'', n. 131, settembre 2017, pag. 29-33).</ref>.
Questa è la descrizione che ne fa lo storico [[Cassio Dione Cocceiano]] al tempo della [[guerra piratica di Pompeo]] del [[67 a.C.]]: {{citazione|I pirati non navigavano più a piccoli gruppi, ma in grosse schiere, e avevano i loro comandanti, che accrebbero la loro fama [per le imprese]. Depredavano e saccheggiavano prima di tutto coloro che navigavano, non lasciandoli in pace neppure d'inverno […]; poi anche coloro che stavano nei porti. E se uno osava sfidarli in mare aperto, di solito era vinto e distrutto. Se poi riusciva a batterli, non era in grado di catturarli, a causa della velocità delle loro navi. Così i pirati tornavano subito indietro a saccheggiare e bruciare non solo villaggi e fattorie, ma intere città, mentre altre le rendevano alleate, tanto da svernarvi e creare basi per nuove operazioni, come si trattasse di un paese amico.|[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 21.1-3.}}Destinata a grande fortuna fu la definizione di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] del pirata come "communis hostis omnium", nemico comune di tutti<ref>Cicerone, ''De officiis'', I, 4.</ref>, che sarà ripresa nel medioevo nella formulazione, erroneamente attribuita a [[Bartolo da Sassoferrato]], dei pirati come "hostes humani generis", nemici dell'umanità<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Filippo Ruschi|anno=2018|titolo=Spazi anomici e nemici assoluti. Un itinerario di filosofia del diritto internazionale|rivista=Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno|volume=47|p=752}}</ref>.
=== Medioevo ===
Nel [[Medioevo]] pirati europei furono per esempio: [[Maio di Monopoli|Maio "Matteo - Madio" di Monopoli]], 1260 (pirata italiano medievale che navigava nel Mediterraneo preferibilmente tra Puglia e Grecia), [[Enrico Pescatore|Enrico "il Pescatore" di Malta]], [[Ruggero da Fiore]], [[Andrea Morisco]], [[Awilda]], il [[Duca Barnim VI di Pomerania]], [[Gottfried Michaelsen]], i [[Vitalienbrüder]], [[Hennig Wichmann]], [[Cord Widderich]], [[Magister Wigbold|Magister "Mastro" Wigbold]], [[Eustachio il Monaco]] e [[Klaus Störtebeker]], pirata germano nato nel 1360 a [[Wismar]] e morto nel 1401 ad [[Amburgo]], terrore del [[Mar Baltico|mar baltico]].
Assieme a questi si aggiungono anche i corsari di [[Malta]].
I pirati più conosciuti nel [[Medioevo]] furono i [[Vichinghi]], che dalla [[Scandinavia]] attaccarono e depredarono principalmente tra
==== I Vichinghi ====
{{vedi anche|Vichinghi}}
[[File:Wikinger.jpg|thumb|[[Vichinghi]] imbarcati in una miniatura del [[XII secolo]]]]
Navigatori esperti, i guerrieri [[
Il primo attacco registrato da parte dei vichinghi si ha nel 793, testimoniato da Simone di Durham. Esso racconta del saccheggio della chiesa di [[Lindisfarne]], dove sono stati rubati tutti i tesori.<ref>{{Cita libro|titolo
Nel 795 i pirati nordici fecero irruzione per la prima volta a [[Iona]]<ref>{{Cita web
Le [[isole britanniche]] non erano gli unici obiettivi di caccia da parte dei pirati norvegesi. Durante l'impero dei [[Franchi]], il flusso di Vichinghi non cessò di aumentare. Ovunque ci furono cristiani vittime di massacri, incendi, saccheggi e i Vichinghi continuarono nella conquista di tutto il loro percorso, senza trovare resistenza. Presero [[Bordeaux]], [[Périgueux]], [[Limoges]], [[Angoulême]] e [[Tolosa]]. Le città di [[Angers]], [[Tours]] e [[Orléans]] vennero annientate e una flotta imponente di navi pirata che risaliva su per la [[Senna]] portò la paura in tutta la regione. [[Rouen]] fu rasa al suolo; Parigi, [[Beauvais]] e [[Meaux]] furono prese e ogni città fu [[Assedio|assediata]].
Entro la fine del [[IX secolo]], i Franchi avevano pagato l'equivalente di dodici tonnellate di argento, grano, bestiame, vino, sidro e cavalli per evitare il saccheggio delle loro città e dei monasteri.
I pirati norvegesi si svilupparono nei primi anni dell'epoca vichinga. Dopo un primo periodo di [[nomadismo]], stabilirono basi stabili sulle coste, insediandosi con le loro famiglie in posti come Jorvik ([[York]]), [[Islanda]], [[Novgorod]] ([[Russia]]) e [[Normandia]]. La pirateria mise le basi per l'esplorazione finché la civiltà norvegese raggiunse il [[Nord America]].<br />
Famosi per la loro abilità di navigatori e per le lunghe barche, i vichinghi in pochi secoli colonizzarono le coste e i [[fiume|fiumi]] di gran parte d'Europa, le isole [[Shetland]], [[Isole Orcadi|Orcadi]], [[Isole Fær Øer|Fær Øer]], l'[[Islanda]], la [[Groenlandia]] e [[Terranova]]; si spinsero a sud fino alle coste del [[Nordafrica]] e a est fino alla
Il loro declino avvenne in coincidenza con la diffusione del [[Cristianesimo]] in Scandinavia; a causa della crescita di un forte potere centralizzato e al rinforzarsi delle difese nelle zone costiere dove erano soliti compiere saccheggi, le spedizioni predatorie divennero sempre più rischiose, cessando completamente nell'[[XI secolo]], con l'ascesa di re e grandi famiglie [[nobiltà|nobili]] e di un sistema semi [[Feudalesimo|feudale]].
I
Storicamente inesatto invece il fatto che portassero elmi dotati di corna.<br />
Ciò non toglie che effettivamente i Vichinghi terrorizzassero chiunque fosse da loro assalito; spesso trucidavano la popolazione locale, depredando tutti i beni e il bestiame, schiavizzavano i bambini e le donne, talvolta arrivando a commettere [[infanticidio]], secondo le loro usanze belliche.
=== I Mori ===
[[File:Livorno, Monumento dei quattro mori a Ferdinando II (1626) - Foto Giovanni Dall'Orto, 13-4-2006 11.jpg|thumb|Monumento dei quattro Mori]]
Verso la fine del [[IX secolo]], i [[Mori (storia)|Mori]] si erano instaurati lungo le coste della [[Francia meridionale]] e l'[[Italia settentrionale]]. Nell'anno 846 i Mori saccheggiarono Roma e danneggiarono il Vaticano. Nel 911, il [[Diocesi di Carcassonne e Narbona|Vescovo di Narbona]] fu impossibilitato al ritorno in Francia per via del controllo che i Mori esercitavano su tutti i passi delle Alpi<ref>{{Cita libro|autore=Stephen Batchelor|titolo=Medieval History for dummies|url=https://archive.org/details/medievalhistoryf00step|anno=2010|editore=John Wiley & Sons|p=95}}</ref>. Dall'anno 824 all'anno 916 i pirati Arabi razziarono per l'intero Mediterraneo. Nel [[XIV secolo]] gli assalti dei pirati Mori e Arabi costrinsero il Ducato [[Venezia]]no di [[Creta (Grecia)|Creta]] a chiedere al Gran Duca di tenere costantemente in allerta la sua flotta navale<ref>{{Cita web|url=http://www.cretanews.com/site/index.php?page=art&article=104&lang=|titolo=Creta News|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110828205023/http://www.cretanews.com/site/index.php?page=art&article=104&lang=}}</ref>.
==== I Narentani ====
Dopo le invasioni compiute dagli [[Slavi
I Narentani furono liberi di attaccare e saccheggiare nel periodo in cui la Marina Veneziana era impegnata in campagne militari fuori dai propri mari, ma al momento del suo ritorno
Successivamente gli attacchi ai danni dei Veneziani si fecero più frequenti e videro anche la partecipazione degli [[Arabi]].
I Veneziani inutilmente continuarono a combattere contro di loro nel corso dei secoli [[X secolo|X]] e [[XI secolo|XI]].
==== Corsari Catalani ====
Il programma di espansione dell'[[Corona d'Aragona|Aragona]] era incentrato prevalentemente sulle attività marinare di pirateria e di corsa. Molte furono le lamentele da parte di diverse regioni vicine e lontane, attestando così l'efficacia di tali attività.
Nel 1314 due ambasciatori marsigliesi accusarono i pirati Catalani di aver venduto alcuni commercianti e marinai
Una organizzazione così minuziosa dell'attività mercantile sottolinea la volontà di programmare anche il commercio in funzione dei problemi dell'offesa e della difesa e quindi della pirateria e della guerra di corsa.
[[File:Museo de la Piratería de Lanzarote.JPG|thumb|Museo della Pirateria di [[Lanzarote]]]]
==== Rappresaglie ufficiali ====
Fu il [[Enrico III d'Inghilterra|
Ve ne erano di 2
La gravità di questo fenomeno è testimoniata da provvedimenti cruenti ed esemplari come
==== Imbarco per la
{{vedi anche|Saraceni|Ordine di San Giovanni}}
L'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni, detti anche Cavalieri del Santo Sepolcro, fu fondato nell'[[XI secolo]] durante le [[crociate]] con l'intento di difendere [[Gerusalemme]], in mano ai cristiani, dagli attacchi delle forze dell'Islam (tra i cui attacchi vi era anche la "Corsa barbaresca" alle coste corrispondenti all'attuale area di [[Israele]]). Esiste una miniatura che mostra i [[crociati]] che caricano le navi per il viaggio in [[Terra Santa]]. I cavalieri costruirono anche ospedali dove ricoverare i crociati feriti.
==== I
{{vedi anche|Corsari barbareschi}}
Nel [[Mar Mediterraneo]] operò la ''pirateria barbaresca'', ad opera dei [[corsari barbareschi]], provenienti dalle regioni "barbaresche" (cioè a maggioranza [[Berberi|berbera]] che si affacciano sul Mediterraneo), che cominciarono a operare dal 1400.
Le scorrerie degli arabi nel Mediterraneo iniziarono con l'occupazione del [[cantiere navale]] di [[Alessandria d'Egitto]] ('642) e la successiva costruzione del cantiere navale di [[Qayrawan]], presso [[Tunisi]] ('690 circa)
Gli [[Stati barbareschi]] (Algeri, Tripoli e Tunisi) erano [[città-Stato]] [[Musulmano|musulmane]] situate sulle coste del Mediterraneo, la cui principale attività era rappresentata dalla guerra marittima di corsa, soprattutto ai tempi delle [[crociata|crociate]], guerre religiose che videro scontrarsi, a partire dalla fine dell'[[XI secolo]], cristiani e musulmani.
Fino a circa il 1440, il commercio marittimo
=== Pirateria moderna ===
{{vedi anche|Pirateria nei Caraibi|Corsaro|Bucaniere|Filibustiere}}
[[File:CaptainKiddLetterofMarque.jpg|thumb|left|Lettera di marca del [[William Kidd|capitano Kidd]], [[XVII secolo]].|275x275px]]
[[File:Old Port Royal - Project Gutenberg eText 19396.png|thumb|La vecchia [[Port Royal (Giamaica)|Port Royal]], centro della pirateria nei [[Caraibi]] nel [[XVII secolo]]. Fu distrutta da un terremoto nel 1692.|212x212px]]
[[File:Amaro Pargo.jpg|thumb|Lo spagnolo [[Amaro Rodríguez Felipe|Amaro Pargo]] è stato uno dei più famosi corsari del periodo d'oro della pirateria.|210x210px]]
I musulmani continuarono anche nel [[Rinascimento]] a depredare navi, e finirono progressivamente solo nel [[XIX secolo]], partendo sempre e solo dalle coste marocchine, algerine, tunisine o libiche, ma senza essere pirati; ciò è dimostrato dal fatto che i [[corsari barbareschi]] non aggredivano navigli [[Islam|musulmani]] ma rapinavano esclusivamente imbarcazioni [[Cristianesimo|cristiane]].
Tra le cause dello sviluppo della moderna pirateria vi fu l'azione della [[Francia]] e dell'[[Inghilterra]] che, per contrastare la [[Spagna]] nel [[Mare dei Caraibi]], finanziarono [[Vascello|vascelli]] corsari che saccheggiassero i mercantili spagnoli. Successivamente, sia per il venir meno dell'appoggio anglo-francese, sia per una acquisita abitudine allo stile di vita libero e indipendente, molti corsari divennero pirati<ref>Pirati e [[bucanieri]] scampati alla caccia delle potenze europee, ripararono in [[Madagascar]] sull'[[Île Sainte-Marie]] dove s'insediò una comunità di stampo socialista, detta ''Libertalia'', nella quale erano banditi la proprietà privata, la schiavitù, la tortura, e ogni discriminazione etnica, religiosa e sessuale. ("Il paradiso dei fuorilegge" in ''[[Focus storia]]'', settembre 2017, n. 131, pp. 53-57).</ref>.
[[File:Pyle pirate handsome.jpg|left|thumb|Un pirata del 1700 in un dipinto di Howard Pyle (1905).|271x271px]]
Nel 1717 e 1718 re [[Giorgio I di Gran Bretagna]] offrì il perdono ai pirati nella speranza di indurli ad abbandonare la pirateria, senza effetto. Si organizzò allora una sistematica "caccia ai pirati" da parte di navi corsare, specificamente autorizzate dai governi per combattere i pirati. Infatti, sebbene nel momento della massima espansione, attorno al 1720, i pirati dell'Atlantico non superassero il numero di {{tutto attaccato|4 000}}, essi furono in grado di porre una pesante minaccia sullo sviluppo capitalistico dei commerci tra Inghilterra e colonie.
Ciò fu reso possibile, oltre che dalla oggettiva difficoltà di opporsi alla pirateria, da alcune cause più generali. Con il [[trattato di Utrecht]], la fine della [[guerra di successione spagnola]] e il nuovo equilibrio tra potenze che si creò a partire dal 1714, le marinerie militari di Francia, Spagna e Inghilterra furono molto ridotte e fino al 1730 circa vi fu anche una certa diminuzione dei commerci internazionali. La disoccupazione che colpì i marinai, la drastica diminuzione dei salari, e il contemporaneo peggioramento delle condizioni di vita sui vascelli, spinse un gran numero di marinai verso la pirateria che prometteva guadagni più facili e condizioni di vita più umane.
=== Pirateria nelle isole Canarie ===
[[File:La Gomera church M.jpg|thumb|Affresco che rappresenta l'attacco di Charles Windon a San Sebastián de La Gomera (1743).]]
A causa della situazione strategica di questo arcipelago spagnolo come crocevia di rotte marittime e ponti commerciali tra [[Europa]], [[Africa]] e [[America]]<ref name=A>{{Cita web|url=http://www.gevic.net/info/contenidos/mostrar_contenidos.php?idcat=1&idcap=187&idcon=675|titolo=La piratería|opera=Enciclopedia Virtual de Canarias|accesso=5 gennaio 2021}}</ref>, questo fu uno dei luoghi del pianeta con la più grande presenza di pirati.
Le [[isole Canarie]] videro attacchi e saccheggio continuo di corsari [[berberi]], [[Inghilterra|inglesi]], [[Francia|francesi]] e [[Repubblica delle Sette Province Unite|olandesi]]<ref name=A/>; e pirati e corsari che da questo arcipelago lanciavano incursioni nei [[Caraibi]]. Pirati e corsari come [[François Le Clerc]], [[Jacques de Sores]], [[Francis Drake]], [[Pieter van der Does]], [[Morato Arráez]] e [[Horatio Nelson]] attaccarono le isole. Tra i nati nell'arcipelago spiccò soprattutto [[Amaro Pargo]], che fu beneficiato dal monarca [[Filippo V di Spagna]] per le sue incursioni commerciali/corsare<ref name="ColFar">{{Cita pubblicazione|cognome=Fariña González|nome=Manuel|titolo=La evolución de una fortuna indiana: D. Amaro Rodríguez Felipe (Amaro Pargo)|accesso=10 giugno 2016|url=http://mdc.ulpgc.es/cdm/ref/collection/coloquios/id/1321|lingua=es|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304001809/http://mdc.ulpgc.es/cdm/ref/collection/coloquios/id/1321|urlmorto=sì}}</ref><ref name="AmaroHeroe">{{cita pubblicazione|titolo=Amaro Pargo: documentos de una vida, I. Héroe y forrajido|data=novembre 2017|editore=Ediciones Idea|isbn=978-84-16759-81-1|p=520|url=https://www.researchgate.net/profile/Daniel_Garcia_Pulido2/publication/321110986_Amaro_Pargo_documentos_de_una_vida_I_Heroe_y_forajido/links/5a0e0f1daca27244d2858801/Amaro-Pargo-documentos-de-una-vida-I-Heroe-y-forajido.pdf|accesso=20 marzo 2018|lingua=es}}</ref>.
===
Nei mari della [[Malaysia]] e dell'[[Indonesia]] imperversavano gli ''Orang Laut'', pirati-pescatori, "nomadi del mare" le cui origini furono nelle lussureggianti [[Isole Riau]], indonesiane. Questi pirati nel [[Medioevo]] furono assoldati dai signori locali per la difesa dei propri territori in cambio di benefici commerciali, come accadde durante l'epoca Srivijaya, regno malese formato da città-stato che fra il [[VII secolo|VII]] e il [[XIII secolo]] esercitò una [[talassocrazia]] basata sull'appoggio degli ''Orang Laut'' a bordo di imbarcazioni agili e veloci (''prahos'') per assalire i mercantili.
Il [[Mar Cinese Meridionale]] dal Medioevo al [[XIX secolo]] fu infestato da gruppi di pirati che in particolare imperversavano nell'odierna [[Taiwan]]. Dal [[XIV secolo|XIV]] al [[XVII secolo]] i ''wakō'', banditi-pirati giapponesi, colpirono l'arcipelago nipponico, le coste della [[Cina]] e la penisola di [[Corea]]<ref>{{Sapere|wakō|wakō|accesso=5 gennaio 2021}}</ref>. Tra i pirati dell'[[Estremo Oriente]] si ricorda la figura femminile di [[Ching Shih]], che riunì una flotta poderosa<ref>{{Cita testo|titolo=La mappa delle canaglie|pubblicazione=Focus storia|numero=131|data=settembre 2017|pp=66-67}}</ref>.
=== Pirateria nel Golfo Persico ===
[[File:RahmahIbnJabir.jpg|thumb|Il famoso pirata arabo [[Rahmah ibn Jabir al-Jalhami]]]]
[[File:A Joassamee Dow in full chase.jpg|thumb|Dhow [[Qawasim]]]]
La pirateria nel [[Golfo Persico]] risale ad epoche molto antiche. Già nell'[[VIII secolo a.C.]] nel Golfo c'erano i pirati. Le navi che a quei tempi navigavano nel Golfo erano solite costeggiare la costa, ancorando al calare della notte e proseguendo il viaggio all'alba. Il pericolo rappresentato dai pirati era così grave che intorno al 690 a.C. il re assiro [[Sennacherib]] inviò una spedizione contro di loro e li costrinse a stabilirsi nella regione di [[Gerrha]] ad Hasa, sulla costa araba di fronte al [[Bahrein]].<ref name=Belgrave>{{cita libro|titolo= The PIrate Coast|autore= Charles Belgrave|editore= Librairie du Liban Beirut, 1960|pp= 1-12 |url= https://online.flipbuilder.com/kiwg/sixg/index.html#p=5|id= ISBN 0906527538}}</ref>
Altri scrittori greci e romani parlano spesso dei pirati che infestavano i mari, e Plinio descrive gli arcieri che erano tenuti sulle navi per difenderle dagli attacchi dei pirati. Nellìantico manuale di navigazione [[Periplo del Mar Rosso]] risalente al [[I secolo]] sono menzionati i pirati. Nel 116 d.C., l'imperatore romano [[Traiano]], emulando le gesta di Alessandro, dopo aver sconfitto i [[Parti]], guidò una spedizione navale nel Golfo e devastò la costa dell'Arabia, da dove proveniva la maggior parte dei pirati. Durante il periodo sasanide il re [[Shapur II]] (310 - 319) inviò una forza navale contro gli arabi di Hajar, l'attuale Hasa, come rappresaglia per la loro attività piratesca.<ref name=Belgrave/>
Anche [[Marco Polo]], il famoso viaggiatore veneziano, che visitò Hormuz nel 1271 fece delle osservazioni sui pirati affermando che nel [[VII secolo]] le isole del [[Bahrein]] erano controllate dalla tribù piratesca di Abd-ul-Kais e nel [[IX secolo]] i mari erano così pericolosi che le navi cinesi che navigavano nel Golfo Persico trasportavano dai 400 ai 500 uomini armati e rifornimenti per sconfiggere i pirati.<ref>{{cita libro|titolo= Gazetteer of the Bombay Presidency, Volume 13, Parte 2|autore= |editore= Government Central Press, 1882|pp= 433-434|url= https://books.google.it/books?id=uSM3AQAAMAAJ&redir_esc=y|}}</ref>
Agli inizi del [[XVI secolo]] i portoghesi conquistarono la regione. Nel 1507 conquistarono [[Mascate]], nel 1515 presero [[Hormuz]] e nel 1521 conquistarono il [[Bahrain]]. Dopo l’instaurazione del dominio portoghese nel Golfo, per qualche tempo la pirateria sembrava essere quasi cessata. Essa tuttavia riprese verrso la fine del secolo dopo che il potere del Portogallo in Oriente cominciò a scemare.<ref name=Belgrave/>
Lo scenario politico dell'inizio del [[XVIII secolo]] nel Golfo Persico vedeva il declino del potere portoghese nell'area, l'indipendenza dell'[[Impero omanita|Oman]] dalle compagnie commerciali europee e l'assassinio nel 1747 di [[Nadir Shah]] per mano dei suoi stessi ufficiali. Tutti questi fattori diedero stimolo alle tribù arabe che abitavano la costa occidentale del Golfo; fra queste i [[Qawasim]] emersero prepotentemente per svolgere un ruolo chiave negli affari politici del Golfo nel XVIII secolo.<ref name=otabi24>{{cita| Mubarak Al-Otabi|''Op. citata'', pag. 24-25}}.</ref>
Sulla base delle loro innate capacità marinare e approfittando del favorevole momento politico, i Qawasim formarono la flotta più potente del Golfo Persico e stabilirono un vero e proprio monopolio dei commerci marittimi nel Golfo. Questa situazione pose i Qawasim in forte competizione con la [[Compagnia britannica delle Indie orientali]] e quindi con il governo britannico.<ref name=otabi26>{{cita| Mubarak Al-Otabi|''Op. citata'', pag. 26-27}}.</ref>
Accusati dai britannici di praticare estensivamente la pirateria i Qawasim furono colpiti duramente con delle campagne militari prima nel 1809 e successivamente nel [[Campagna britannica nel Golfo Persico del 1819|1819]]. Questa seconda azione ebbe un esito disastroso per i Qawasim e i loro alleati che dovettero arrendersi e firmare nel 1820 un [[Trattato generale marittimo del 1820|trattato di pace]] che di fatto pose fine alla loro autonomia e spianò la strada per una dominazione britannica nella regione.<ref>{{cita libro|titolo= Britain and the Persian Gulf. 1795-1880|autore= John Barrett Kelly|editore= Oxford, The Clarendon Press, 1968,|pp= 99-166|url= https://archive.org/details/britain-the-persian-gulf-1795-1880/page/123/mode/1up?view=theater|id= ISBN 0198213603}}</ref>
Occorre dire che, in tempi recenti, sulle accuse di pirateria mosse dai britannici ai Qawasim, si è acceso un dibattito. L’opinione comune di scrittori inglesi come [[John Gordon Lorimer|Lorimer]]<ref>{{cita libro|titolo= Gazetteer of the Persian Gulf Oman and Central Arabia|autore= John Gordon Lorimer|editore= Calcutta, Superintendant Government India, Printing Press|anno= 1915|pp= 653, 796|url= https://www.qdl.qa/en/archive/81055/vdc_100023575944.0x0000c5|accesso=10 febbraio 2024|}}</ref> e più tardi [[John Barrett Kelly|Kelly]]<ref>{{cita|John Barrett Kelly|''Op. citata'', pag. 18-19}}.</ref> era che gli inglesi fossero motivati dal desiderio di mantenere aperta un'importante via commerciale e postale (lungo il Golfo Persico) e che invece i Qawasim, erano principalmente motivati da considerazioni di saccheggio piratesco. L'attuale emiro di [[Sharja]], [[Sultan bin Muhammad Al-Qasimi]], nel suo libro ''The myth of Arab piracy in the Gulf'', pubblicato per la prima volta nel 1986, ha contestato l'accusa di pirateria. Secondo lui i Qawasim erano dei proto-nazionalisti arabi preoccupati di creare una nazione nel Golfo, interessati solo marginalmente ai proventi della pirateria e molto più influenzati dal desiderio di mantenere il loro commercio dalla spietata concorrenza della Compagnia delle Indie Orientali. Probabilmente entrambe le motivazioni addotte sono incomplete e le parti in causa avevano motivazioni più sottili legate ad un ambito politico più ampio.<ref name=otabi164>{{cita| Mubarak Al-Otabi|''Op. citata'', pag. 164-167}}.</ref>
Gli inglesi da un lato erano impegnati in un'aspra rivalità con la Francia durante tutto il periodo in esame e avevano perso le colonie americane nella [[guerra d'indipendenza americana|guerra d'indipendenza]]. Essi erano pertanto determinati a consolidare la loro posizione nell'emisfero orientale e le rotte commerciali per l'India avevano nel Golfo Persico un tratto di estrema importanza. Inoltre la [[campagna d'Egitto]] di [[Napoleone]] aveva pesantemente messo in pericolo la rotta terrestri verso l'India e anche dopo la sconfitta di Napoleone, i britannici, desiderosi di rendere sicura questa rotta, colsero l'opportunità della lotta ai "pirati" Qawasim per consolidare la loro posizione nella regione.<ref name=otabi164/>
I Qawasim, d'altra parte, se anche erano mossi dall'obiettivo politico di unificare la parte araba del Golfo, volevano anche espandere la loro quota del commercio nel Golfo e l'Oceano Indiano nord-occidentale. Entrambi questi obiettivi furono il risultato dell’adesione dei Qawasim al Wahabismo, in un momento in cui il crollo del potere persiano diede loro la possibilità di affermarsi come potenza navale predominante nel Golfo, e quando la rivalità tribale sulla terra si unì allo zelo per l’espansione, il Wahabismo offrì ai Qawasim l’opportunità di affermarsi come gruppo predominante sulla terraferma, legittimando al tempo stesso il loro attacco alle navi facendo appello alla [[jihad]] contro i miscredenti inglesi.<ref name=otabi164/>
=== Pirateria contemporanea ===
La pirateria è un fenomeno presente anche nel mondo contemporaneo. I pirati d'oggi hanno armi sofisticate, ma usano le stesse antiche tecniche di abbordaggio. Attaccano navi mercantili o da crociera; in alcuni casi uccidono i marinai e s'impossessano del carico, o prendono in ostaggio l'equipaggio e chiedono un riscatto. Si calcola che le perdite annue ammontino tuttora tra 13 e 16 miliardi di dollari<ref>{{cita web|url=http://www.foreignaffairs.org/20041101faessay83606/gal-luft-anne-korin/terrorism-goes-to-sea.html|titolo=Foreign Affairs - Terrorism Goes to Sea|accesso=8 dicembre 2007|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071214040613/http://www.foreignaffairs.org/20041101faessay83606/gal-luft-anne-korin/terrorism-goes-to-sea.html}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.heritage.org/Research/AsiaandthePacific/BG1379.cfm?renderforprint=1|titolo=Piracy in Asia: A Growing Barrier to Maritime Trade|accesso=18 dicembre 2007|lingua=en}}</ref>, in particolare a causa degli abbordaggi nelle acque degli oceani [[Pacifico]] e [[Oceano Indiano|Indiano]] e negli stretti di [[Stretto di Malacca|Malacca]] e di [[Singapore]], dove transitano annualmente più di {{tutto attaccato|50 000}} cargo commerciali.
Mentre il problema si presenta saltuariamente anche sulle coste del [[Mediterraneo]] e del [[Sud America]], la [[pirateria nei Caraibi]] e in [[America del Nord]] è stata debellata dalla [[Guardia costiera degli Stati Uniti]]. Nel [[golfo di Aden]] e [[Corno d'Africa]] è presente la [[pirateria somala]]. Anche il [[golfo di Guinea]] è soggetto ad attacchi di pirateria.
== Caratteristiche ==
{{vedi anche|Pirateria nei Caraibi|Corsaro|Lettera di marca|Bucaniere|Filibustiere}}
Spesso si tendono a confondere pirati, corsari, [[bucanieri]] e [[filibustieri]] (soprattutto nel [[linguaggio comune]]). La differenza è sottile, perché si tratta sempre di razzie, [[furti]] e [[rapine]] sul mare.
"Pirata" è il più generico: letteralmente è "assalitore" (come da etimo), ma in senso stretto è chi agisce per sé o il proprio equipaggio. Anche "corsaro" è "predone" (uno dei significati di "corsa" dal latino è "saccheggio", tanto che già in latino ''cursarius'' è sinonimo di "pirata", e tuttora "correre il mare" è "far pirateria"), però nella storia è chi non agisce solo per sé bensì anche per un governo (di cui si batte bandiera, con cui si condivide bottini e da cui si ha autorizzazione mediante "lettera di corsa"). In altre parole, i corsari sono pirati legalizzati.
“Bucaniere” e “filibustiere” sono vocaboli che si riferiscono all'epoca d'oro della pirateria (fra [['500]] e [['800]], la caraibica fra [['600]] e [['700]]). I bucanieri sono i [[Colonia (insediamento)|coloni]] anglo-francesi delle Antille di inizio [[XVII secolo]], che dagli indigeni imparano a ''boucanier'' (termine di origine indigena, con stessa radice da cui "[[barbecue]]", passato in Europa dal francese), cioè "friggere carni su graticola (''boucan'')", finché le rivendicazioni coloniali spagnole li spinsero a diventare pirati sempre più organizzati, la "Fratellanza della Costa" con capitale Tortuga (decaduta dopo il 1685, espugnata nel 1720). Il filibustiere è intermedio fra pirata e corsaro: come il secondo è tollerato (ma senza lettera di corsa), come il primo è "libero saccheggiatore" (inglese ''freebooter'', olandese ''vrijbuitier''; francese ''flibustier'', italiano "filibustiere") cioè dipende solo da se stesso e non da governi legittimanti. Anche i filibustieri si danno un'organizzazione, la [[Filibusta]], per la protezione della pirateria antispagnola internazionale (ma questa 'libertà' è tale che a differenza dei bucanieri non hanno una Tortuga, pur condividendone azioni e idee).
Pirati, corsari, bucanieri e filibustieri etimologicamente sono rispettivamente assalitori, saccheggiatori, friggitori e liberi saccheggiatori.
=== Codice piratesco ===
{{vedi anche|Codice piratesco}}
[[File:Pyle pirates treasfight.jpg|thumb|Pirati combattono per un tesoro in un dipinto del 1911 tratto da ''Howard Pyle's Book of Pirates'' (1921) di Howard Pyle<ref>{{Cita testo |pubblicazione=Focus Storia |numero=68 |mese=giugno |anno=2012 |p=25}}</ref>.]]
Ogni compagnia piratesca aveva un proprio codice per governare lo stile di vita dei pirati.<ref>{{Cita testo |pubblicazione=STORICA National Geographic |numero=140 |mese=Ottobre |anno=2020 |p=96}}</ref> Tali regole servivano per dare ordine e disciplina a bordo della nave, ma anche per regolamentare la divisione dei beni rubati e per concedere risarcimenti ai pirati rimasti feriti nelle operazioni.
I pirati prendevano decisioni sempre in maniera collettiva e pertanto anche il capitano di una ciurma era soggetto a sottostare alle regole che, di fatti, erano un contratto tra ambo le parti; solo la fase del combattimento era affidata alle decisioni e all'intraprendenza del singolo che per questo si poteva distinguere dagli altri marinai a bordo.
=== Tesori ===
È più [[leggenda]] che [[realtà]] il fatto che i pirati nascondessero [[tesoro|tesori]] in isole disabitate, anche se non lo si può escludere
===Democrazia===
I pirati dei Caraibi del [[Seicento]] e [[Settecento]] seguivano pratiche sorprendentemente democratiche a bordo delle loro navi. Le decisioni venivano prese collettivamente tramite votazioni, il bottino era diviso equamente e il capitano poteva essere destituito se ritenuto incapace. Le regole di convivenza erano stabilite in anticipo e rispettate per mantenere l'efficienza. Secondo alcuni studiosi, come l'antropologo David Graeber, i pirati potrebbero essere considerati pionieri di pratiche democratiche, anche se altri storici vedono la pirateria solo come un'attività criminale priva di ideali politici.<ref>{{cita rivista|rivista=Internazionale|titolo=I pirati democratici|pp= 96-98|data=20 settembre 2024|numero=1581}}</ref>
== Nella cultura di massa ==
La pirateria nell'[[immaginario collettivo]] si associa soprattutto al [[colonialismo]] e all'[[esotico]] (caraibico seicento-settecentesco ''in primis''), ed è piena di luoghi comuni prevalentemente falsi.<ref>{{Cita libro |autore=Exquemelin |titolo=Bucanieri nei Caraibi |pp=5-14 (Confronti tra Romanticismo e Storia pirateschi)}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Cavarretta e Revelli |titolo=Pirati |url=https://archive.org/details/fibretessilifil00revegoog |p=71 |citazione=Siamo distanti anni luce dalla romantica figura del filibustiere di cinema e libri (pirateria mediterranea).}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=David Cordingly |titolo=Storia della pirateria |pp=IX-XVIII, 3-26, 108-129,165-185, 253-256}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Philip Gosse |titolo=Storia della pirateria |pp=315-317 (tecniche di attacco pirata nell'antichità)}}</ref><ref>{{Cita testo |citazione=Chi vive sulla terra ha paura di chi arriva dall'acqua. Ne ha motivo: dall'alba della Storia, quando i misteriosi [[Popoli del mare]] razziavano le coste dell'[[Antico Egitto|Egitto]], fino alle incursioni dei [[pirati barbareschi]] del [[XVIII secolo]], il profilarsi all'orizzonte di una snella nave armata portava con sé una minaccia di morte, saccheggio e schiavitù. Ma le incursioni sulla terraferma costituivano il più impegnativo e spettacolare tra gli atti di pirateria: di norma, i predoni del mare si limitavano all'impresa assai meno rischiosa di assalire le navi mercantili sorprese nel loro raggio d'azione, incapaci di difendersi efficacemente […]. Se la letteratura e il cinema ci hanno abituato a spettacolari abbordaggi in alto mare, la realtà era invece completamente diversa: una vedetta appostata su un promontorio, che segnalava ai compagni in attesa l'avvicinarsi di una preda; qualche decina di uomini armati che mettevano in acqua un'imbarcazione veloce - spesso spinta a forza di remi - per uscire all'improvviso da un'insenatura ben protetta e lanciarsi verso la più lenta nave da carico, ormai incapace di fuggire; un breve inseguimento, l'abbordaggio, la cattura, spesso l'assassinio dell'equipaggio… […] La pirateria […] è efficace quando possiede basi sicure sulla costa: per questo la si deve combattere più per terra che per mare. Carattere soltanto apparentemente paradossale |titolo=MEDITERRANEO. GUERRA AI PIRATI |pubblicazione=Focus Storia Wars |numero=18 |mese=settembre |anno=2015 |pp= 17-18}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://usandculture.wordpress.com/2013/12/07/non-esistevano-i-pirati-come-tu-li-conosci/ |titolo=Non esistevano i pirati come tu li conosci |data=7 dicembre 2013 |accesso=19 ottobre 2021}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.linkiesta.it/2015/11/la-vera-storia-dei-pappagalli-e-dei-pirati/ |titolo=La vera storia dei pappagalli e dei pirati |editore=[[Linkiesta]] |data=20 novembre 2015 |accesso=19 ottobre 2021}}</ref>
In linea di massima: tutto vero per attributi, ovvero ciò che i pirati hanno (ad esempio copricapo, simboli macabri, armi fino ai denti anche in senso letterale); tutto falso per azioni, ovvero ciò che essi fanno e di cui danno prova (epiche imprese d'armi bianche, romanticismi, galanterie, camminate su passerelle per far cadere in mare, sepolture di tesori, mappe, eroismi vari...). Spesso ogni capitano pirata aveva un proprio vessillo.
Nella storia sono quasi zero i casi della [[camminata sull'asse]]; invece si tratta prevalentemente di un luogo comune cinematografico-letterario. Lo stesso vale per l'uso di galeoni e di altre navi grandi come vascelli pirata: il galeone tendeva più a subire pirateria che non a praticarla. Imbarcazioni enormi sono invece un mito hollywoodiano, in quanto esse sono pratiche ed epiche su grande schermo (scontri più emozionanti, maggior visibilità, maggior spazio per tanti attori). Nella storia, viceversa, le navi pirata avevano per lo più dimensioni contenute: facilità di "mordi e fuggi", navigazione su bassi fondali (inagibili a mezzi più grandi); a essere più grandi erano invece le prede, in quanto più veloci nel muoversi in avanti ma meno facilmente manovrabili, quindi più impacciate e vulnerabili.
I tesori non erano il bottino tipico (lo erano invece provviste, attrezzature, armamenti, qualche schiavo nero, tessuti, tutti elementi che non avrebbe senso seppellire), perché al tempo dell'Impero spagnolo coloniale la spagnola Flotta del Tesoro era quasi incontrastata nonostante le incursioni piratesche, e le riserve caraibiche di metalli preziosi erano in progressivo calo una volta annientati gli Indios (nelle cui zone erano in gioco non solo oro e argento, ma anche vari prodotti come zucchero di canna, tuberi, mais, carne, frutti tropicali, tabacco o cotone). Decisamente pochi i casi di sepoltura di tesori, per nasconderli in attesa di smaltirli (tipico lo scialacquo) o di farci una vita da sultano (raro, perché spesso si moriva prima di averne il tempo). Nella storia non sono documentate mappe indicanti luoghi di sepoltura di tesori.
Riguardo agli arrembaggi la realtà storica ha ben poco a che spartire con cinema e letteratura: scopi dell'assalto sono saccheggio e rapina, mentre uccisioni e distruzioni sono strumentali e mai fini a sé; con ciò si punta tutto soltanto sul minacciare e sull'incutere paura.
Non è vero che i pirati portassero sempre pappagalli parlanti sulla spalla. Questo pennuto era sì ricercato come souvenir esotico e quindi animale da compagnia tra marinai, ma non per questo c'era sempre di mezzo fra pirati e non era per forza l'animale più diffuso quando lo si teneva (altre volte scimmie, ma più spesso gatti per poter far piazza pulita di topi). Il pappagallo è quindi una mezza verità, non necessariamente una falsità.
Falsi gli elmi dotati di corna per i predoni, navigatori e guerrieri vichinghi: è un mito creato dal Romanticismo.
Complessivamente i pirati del passato non avrebbero avuto aure romantiche neanche potenzialmente: non erano necessariamente lupi di mare; molti non sapevano nuotare; generalmente avevano problemi col pesce; nel Mediterraneo abbordavano e arrembavano dopo lunghi avvistamenti da riva (ove peraltro si consumavano le piraterie più impegnative e sussistevano basi irrinunciabili per relative attività), non lunghe traversate in alto mare che sfociassero in spettacolari combattimenti.
In sintesi, raramente quei predoni erano in perfetta simbiosi con nautica e mare, tant'è che solitamente personale specializzato e attrezzature adatte erano frutto di sequestri; infatti sostanzialmente i briganti marittimi erano invece abili soltanto nei vizi e nelle violenze. Fra l'altro reperti archeologici subacquei porterebbero stature medie piratesche intorno al metro e sessantacinque.
=== Letteratura ===
[[File:Treasure Island-Scribner's-1911.jpg|thumb|''[[L'isola del tesoro]]'' di [[Robert Louis Stevenson]] (frontespizio di un'edizione del 1911).]]
In lingua italiana il successo dei romanzi di [[Emilio Salgari]], pubblicati anch'essi a partire dal 1883, determinò una grande attenzione sia sui [[pirati della Malesia]] sia sui [[I corsari delle Antille|corsari delle Antille]] - i protagonisti dei due suoi cicli più letti - e influenzò notevolmente la successiva filmografia nazionale.
Elementi pirateschi scaturiscono anche da ''[[Peter e Wendy|Peter Pan]]'' di [[James Matthew Barrie]], soprattutto per l'antagonista [[Capitan Uncino]] che segna lo stereotipo del pirata con protesi uncinata al posto di una [[mano]].
=== Filmografia ===
[[File:Poster - Treasure Island (1934) 01 colour edit.jpg|thumb|Locandina del film ''[[L'isola del tesoro (film 1934)|L'isola del tesoro]]'' (''Treasure Island'') di [[Victor Fleming]] (1934).]]
Un gran numero di pellicole ha avuto per protagonisti e antagonisti pirati, corsari, bucanieri e
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[Il figlio del Corsaro Rosso (film 1921)|Il figlio del Corsaro Rosso]]'', regia di Vitale De Stefano (1921)
* ''[[Gli ultimi filibustieri (film 1921)|Gli ultimi filibustieri]]'', regia di Vitale De Stefano (1921)
* ''[[Il corsaro (film 1924)|Il corsaro]]'', regia di [[Carmine Gallone]] e [[Augusto Genina]] (1924)
* ''[[L'isola del tesoro (film 1934)|L'isola del tesoro]]'' (''Treasure Island''), regia di [[Victor Fleming]] (1934)
* ''[[Capitan Blood]]'' (''Captain Blood''), regia di [[Michael Curtiz]] (1935)
* ''[[Il
* ''[[I filibustieri]]'' (''The Buccaneer''), regia di [[Cecil B. DeMille]] (1937)
* ''[[La taverna della Giamaica]]'' (''Jamaica Inn''), regia di [[Alfred Hitchcock]] (1939)
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* ''[[Il figlio del corsaro rosso (film 1943)|Il figlio del corsaro rosso]]'', regia di [[Marco Elter]] (1943)
* ''[[Gli ultimi filibustieri (film 1943)|Gli ultimi filibustieri]]'', regia di [[Marco Elter]] (1943)
* ''[[
* ''[[L'isola del tesoro (film 1950)|L'isola del tesoro]]'' (
* ''[[Le avventure di Capitan Blood]]'' (''Fortunes of Captain Blood''), regia di [[Gordon Douglas]] (1950)
* ''[[L'ultimo dei bucanieri]]'' (''Last of the Buccaneers''), regia di [[Lew Landers]] (1950)
Riga 201 ⟶ 263:
* ''[[Surcouf, l'eroe dei sette mari]]'', regia di [[Sergio Bergonzelli]] (1966)
* ''[[Il fantasma del pirata Barbanera]]'' (''Blackbeard's Ghost''), regia di [[Robert Stevenson]] (1968)
* ''[[Asterix e Cleopatra (film)|Asterix e Cleopatra]]'' (''Astérix et Cléopâtre''), film di animazione, regia di [[René Goscinny]] e [[Albert Uderzo]] (1968)
* ''[[Franco, Ciccio e il pirata Barbanera]]'', regia di [[Mario Amendola]] (1969)
* ''[[Morgan il pirata]]'', regia di [[Primo Zeglio]] (1970)
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* ''[[Il corsaro nero (film 1971)|Il corsaro nero]]'', regia di [[Lorenzo Gicca Palli]] (1971)
* ''[[Simbad e il califfo di Bagdad]]'', regia di [[Pietro Francisci]] (1973)
* ''[[Un magnifico ceffo da galera]]'' (''Scalawag''), regia di [[Zoran Calic]] e [[Kirk Douglas]] (1973)
* ''[[L'isola del tesoro (film 1972)|L'isola del tesoro]]'', regia di [[John Hough]] e [[Andrea Bianchi (regista)|Andrea Bianchi]] (1973)
* ''[[Il Corsaro Nero (film 1976)|Il Corsaro Nero]]'', regia di [[Sergio Sollima]] (1976)
* ''[[La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!]]'', regia di [[Sergio Sollima]] (1976)
* ''[[
* ''[[Il film pirata]]'' (''The Pirate Movie''), regia di [[Ken Annakin]] (1982)
* ''[[Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo]]'', regia di [[Mel Dramski]] (1983)
* ''[[I Goonies]]'' (''The Goonies''), regia di [[Richard Donner]] (1985)
* ''[[Pirati (film 1986)|Pirati]]'' (''Pirates''), regia di [[Roman Polański]] (1986)
* ''[[Asterix e la pozione magica]]'' (''Astérix chez les Bretons''), film di animazione, regia di [[Pino Van Lamsweerde]] (1986)
* ''[[L'isola del tesoro (
* ''[[Sinbad of the Seven Seas]]'', regia di [[Enzo G. Castellari]] (1989)
* ''[[L'isola del tesoro (film 1990)|L'isola del tesoro]]'' (''Treasure Island''), regia di [[Fraser Clarke Heston]] (1990)
Riga 222 ⟶ 286:
* ''[[Corsari (film)|Corsari]]'' (''Cutthroat Island''), regia di [[Renny Harlin]] (1995)
* ''[[Il figlio di Sandokan]]'', regia di [[Sergio Sollima]] (1998)
* ''[[L'isola del tesoro (film 1999)|L'isola del tesoro]]'' (''Treasure Island''), regia di [[Peter Rowe]] (1999) - Film TV
* ''[[Il pianeta del tesoro]]'' (''Treasure Planet''), regia di [[Ron Clements]] e [[John Musker]] (2002). Seconda trasposizione del romanzo in un'ambientazione fantascientifica.
* ''[[One Piece]]'' (''
* ''[[Ritorno all'Isola che non c'è]]'' (''Return to Never Land''), regia di [[Robin Budd]] e [[Donovan Cook]] (2002)
* ''[[Sinbad - La leggenda dei sette mari]]'' (''Sinbad: Legend of the Seven Seas''), regia di [[Patrick Gilmore]] e [[Tim Johnson]] (2003)
* ''[[Capitan Sciabola]]'' (''Kaptein Sabeltann''), film di animazione, regia di [[Stig Bergqvist]] (2003)
* ''[[La maledizione della prima luna]]'' (''Pirates of Caribbean: The Curse of the Black Pearl''), regia di [[Gore Verbinski]] (2003)
* ''[[Peter Pan (film 2003)|Peter Pan]]'', regia di [[P. J. Hogan]] (2003)
* ''[[Master & Commander - Sfida ai confini del mare]]'' (''Master and Commander: The Far Side of the World''), regia di [[Peter Weir]] (2003)
* ''[[
* ''[[Trappola in fondo al mare]]'' (''Into the Blue''), regia di [[John Stockwell]] (2005)
* ''[[Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma]]'' (''Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest''), regia di [[Gore Verbinski]] (2006)
* ''[[Asterix e i vichinghi]]'' (''Astérix et les Vikings''), film di animazione, regia di [[Stefan Fjeldmark]] e [[Jesper Møller]] (2006)
* ''[[Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo]]'' (''Pirates of the Caribbean: At World's End''), regia di [[Gore Verbinski]] (2007)
* ''[[Tutti pazzi per l'oro]]'' (''Fool's Gold''), regia di [[Andy Tennant]] (2008)
* ''[[Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare]]'' (''Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides''), regia di [[Rob Marshall]] (2011)
* ''[[Pirati! Briganti da strapazzo]]'' (''The Pirates! Band of Misfits''), regia di [[Peter Lord]] e [[Jeff Newitt]] (2012)
* ''[[
* ''[[Captain Phillips - Attacco in mare aperto]]'' (''Captain Phillips'') regia di [[Paul Greengrass]] (2013)
* ''[[
* ''[[Pan - Viaggio sull'isola che non c'è]]'' (''Pan''), regia di [[Joe Wright]] (2015)
* ''[[L'incantesimo del lago: La principessa pirata]]'' (''The Swan Princess: Princess Tomorrow, Pirate Today''), film di animazione, regia di [[Richard Rich]] (2016)
* ''[[Black Sails]]'' - Serie TV (2014 - 2017)
* ''[[Pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar]]'' (''Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales''), regia di [[Joachim Rønning]] e [[Espen Sandberg]] (2017)
* ''[[Leo da Vinci - Missione Monna Lisa]]'', film di animazione, regia di Sergio Manfio (2018)
* ''[[Playmobil: The Movie]]'', film di animazione, regia di Lino DiSalvo (2019)
== Note ==
<references
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=[[Alexandre Olivier Exquemelin]]|titolo=Bucanieri nei Caraibi|annooriginale=1684|editore=Effemme Edizioni|città=Milano|anno=2005|ISBN=88-87321-12-4}}
* {{Cita libro|autore=Philip Gosse|titolo=Storia della pirateria|altri=introduzione di [[Valerio Evangelisti]]|città=Bologna|editore=Odoya|anno=2008|isbn=978-88-6288-009-1}}
* {{Cita libro|autore=Ignazio Cavarretta|autore2=Eletta Revelli|titolo=Pirati. Dalle origini ai giorni nostri, dai Caraibi alla Somalia|editore=Nutrimenti|città=Roma|anno=2009|ISBN=978-88-95842-27-1}}
* {{Cita libro|autore=[[Massimo Carlotto]]|titolo=Cristiani di Allah|anno=2008|editore=Edizioni e/o|pp=<!--200-->|isbn=978-88-7641-818-1}}
* {{Cita testo|autore=Fausto Biloslavo|autore2=Paolo Quercia|titolo=Il Tesoro dei Pirati. Sequestri, Riscatti, Riciclaggio. La dimensione economica della pirateria somala|editore=Ministero della Difesa|pubblicazione=Rivista Marittima|mese=marzo|anno=2013|sbn=LO11481008}}
* {{Cita libro|autore=Luca G. Manenti|titolo=La squadra e il sestante. Viaggiatori, pirati e massoni fra l'Atlantico e l'Adriatico (secc. XVIII-XIX)|pubblicazione=Quaderni Giuliani di Storia|volume=a. XXXVIII|numero=1-2|anno=2017|pp=41-68|ISSN=1124-0970}}
* {{Cita libro|autore=[[Peter Lamborn Wilson|Hakim Bey]]|titolo=Le repubbliche dei pirati. Corsari mori e rinnegati europei nel Mediterraneo|anno=2008|editore=ShaKe editore|pp=<!--208-->|isbn=978-88-88865-49-2}}
* {{Cita libro|autore=Peter T. Leeson|titolo=L'economia secondo i pirati. Il fascino segreto del capitalismo|anno=2010|editore=Garzanti|pp=<!--302-->|isbn=978-88-11-68173-1}}
* {{Cita libro|autore=Lorenzo Striuli|capitolo=L'Insicurezza marittima nel Golfo di Guinea|curatore=Quercia Paolo|titolo=Mercati insicuri. Il commercio internazionale tra conflitti, pirateria e sanzioni|editore=Aracne|anno=2014|isbn=978-88-548-7320-9}}
* {{Cita libro|autore=Gaetano Baldi|autore2=Ferdinando Pelliccia|autore3=Daniela Russo|titolo=Quel maledetto viaggio nel mare dei pirati. Tutto quello che non è stato detto sul sequestro del rimorchiatore italiano Buccaneer|editore=LiberoReporter Ed.|anno=2010|isbn=978-88-905343-2-4}}
* {{Cita libro|autore=Gaetano Baldi|curatore2=Ferdinando Pelliccia|curatore3=Daniela Russo|titolo=Dossier pirateria. Vol. 1: Pirateria somala. Un vorticoso giro d'affari|editore=LiberoReporter Ed.|anno=2011|isbn=978-88-905343-5-5}}
* {{Cita libro|autore=Anna Unali|titolo=Marinai pirati e corsari catalani nel Basso Medioevo|editore=Cappelli Editore|anno=1983|sbn=CFI0003243}}
* {{Cita libro|autore=Laura Balletto|titolo=Mercanti, pirati e corsari nei mari della Corsica (sec. 13.)|città=Genova|editore=Università di Genova|anno=1978|sbn=CFI0468353}}
* {{Cita libro|autore=[[David Cordingly]]|titolo=Storia della pirateria|url=https://archive.org/details/storiadellapirat0000davi|traduttore=Adria Tissoni|città=Milano|editore=A. Mondadori|anno=2003|isbn=88-04-51649-6}}
* {{Cita libro|autore=Sonia G. Benson|autore2=Laurie Edwards|autore3=Elizabeth Shostak|titolo=Pirates Through the Ages|editore=Reference Library|anno=2011|isbn=1-4144-8662-6|id=ISBN 978-1-4144-8662-8}}
* {{Cita libro|autore=Antonio Ferraiuolo|titolo=Breve storia della pirateria|editore=Passerino|anno=2019|isbn=978-8-8353-4137-6}}
* {{Cita libro|autore=Matteo Liberti|titolo=Storia segreta dei pirati|editore=Newton Compton|anno=2021|isbn=882275283X}}
* {{cita web|url= https://docplayer.net/17805811-The-qawasim-and-british-control-of-the-arabian-gulf-mubarak-al-otabi-thesis-presented-for-the-degree-of-doctor-of-philosophy.html#show_full_text|titolo= The Qawasim and British Control of the Arabian Gulf|autore= Mubarak Al-Otabi|editore= University of Salford|anno= 1989|accesso=4 dicembre 2022|cid= Mubarak Al-Otabi}}
* {{cita news|titolo= Piracy in the Persian Gulf|autore= Mitch Williamson|rivista= Weapons and Warefare|data=5 novembre 2015|url= https://weaponsandwarfare.com/2015/11/05/piracy-in-the-persian-gulf/|accesso=10 febbraio 2024}}
== Voci correlate ==
* [[
* [[Bucaniere]]
* [[Contraffazione]]
* [[Corsaro]]
* [[Corsari barbareschi]]
* [[
* [[Filibusta]]
* [[Filibustiere]]
* [[Giro dei pirati]]
* [[Jolly Roger]]
* [[Lettera di marca]]
* [[Pirateria informatica]]
* [[Pirateria cinematografica]]
* [[Pirateria nei Caraibi]]
* [[Pirateria somala]]
* [[Policrate di Samo]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
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{{Pirateria}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|guerra|marina|storia}}
[[Categoria:Pirateria| ]]
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