Rosa Genoni: differenze tra le versioni

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|Sesso = F
|LuogoNascita = Tirano
|GiornoMeseNascita = 16 giugno
|AnnoNascita = 1867
|NoteNascita =
|LuogoMorte = Varese
|GiornoMeseMorte = 12 agosto
|AnnoMorte = 1954
|NoteMorte =
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = stilista
|Nazionalità = italiana
|Immagine = Rosa Genoni at thee International Congress of Women (1915).jpg
|PostNazionalità = , nonché attivista contro la guerra e giornalista [[Socialismo|socialista]]
|PostNazionalità = , [[attivista]] [[Socialismo|socialista]] contro la guerra e giornalista
}}
 
== Biografia ==
Nasce nella media [[Valtellina]] in una cittadina ai piedi delle [[Alpi Retiche]], da una famiglia di umili origini, primogenita di diciotto tra fratelli e sorelle, dei quali solo dodici sopravvivranno all'infanzia; frequenta la terza elementare imparando a leggere e scrivere prima di trovare lavoro all'età di dieci anni, quando sarà mandata a Milano ad aiutare la zia sarta. Durante questo periodo Rosa decide di prendere la licenza elementare alla scuola serale e si iscrive ad un corso di francese, che le sarà molto utile negli anni successivi.
Sarta, giornalista, insegnante alla Società Umanitaria di Milano, [[femminismo|femminista]] ante-litteram, tenne nella città meneghina una conferenza dal titolo "''La Donna e la Guerra''" ([[1914]]), in cui si appellava alle donne affinché rafforzassero il fronte per la pace. Fu la delegata italiana del [[Women's International League for Peace and Freedom]] (Wilpf) e fece parte del gruppo di donne capeggiate da [[Jane Addams]] e [[Aletta Jacobs]]<ref>[http://www.binghamton.edu/womhist/hague/doc3.htm Deputations to the European Governments, July 1915, Jane Addams Papers, Series I, Swarthmore College Peace Collection]</ref> che nel [[1915]] incontrò i ministri degli esteri di [[Austria-Ungheria]], Belgio, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Svizzera per proporre la realizzazione di una commissione di esperti per la cessazione della [[Grande guerra]], prospettiva poi naufragata con l'intervento degli [[Stati Uniti]].
 
Il primo evento documentato della sua vita è nel 1884, quando i dirigenti del [[Partito Operaio Italiano]], le propongono di recarsi a [[Parigi]] per partecipare ad un convegno internazionale sulle condizioni dei lavoratori, poiché conosceva il francese. L'esperienza acquisita le permetterà di diventare maestra nell'atelier [[Dall'Oro]] nel 1885.
Fervente oppositrice del regime [[fascismo|fascista]], collaborò come inviata per ''[[L'Avanti!]]'' e si impegnò per il miglioramento delle condizioni di lavoro femminili.
 
Nel 1886 lascia [[Milano]] diretta a [[Nizza]] e trova lavoro in un atelier di Rue de la Paix, per poi tornare a Milano nel 1888 e impiegarsi nella sartoria Bellotti. Nel 1893 la troviamo impegnata per il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici: entra a far parte della [[Lega Promotrice degli Interessi Femminili]] e abbraccia poi le posizioni di [[Anna Kuliscioff]], con la quale sosterrà le battaglie per l'emancipazione delle donne lavoratrici e per la tutela dei minori. Nello stesso anno partecipa con [[Anna Maria Mozzoni]] al congresso socialista internazionale di Zurigo.
Prima di diventare una sorta di eroina della nascente moda italiana, aveva a lungo lavorato come permière in una delle più note case di moda milanesi [[H.Haardt et Fils]], dove, conformemente all'uso dell'epoca, venivano riprodotti esclusivamente modelli francesi, fedele riproduzione di bozzetti "rubati" o acquistati a caro prezzo nei più famosi atelier parigini del tempo quali [[Paquin]], [[Chéruit]], [[Charles Frederick Worth]], [[La Maison Jacques Doucet|Doucet]], [[La Maison Callot|Callot]] etc.
 
A ventotto anni, nel 1895, viene assunta da una delle più note casa di moda milanesi, H. Haardt et Fils, che vanta filiali a [[Sanremo]], [[Sankt Moritz]] e [[Lucerna]]. La sede è in [[Corso Vittorio Emanuele II (Milano)|corso Vittorio Emanuele]] 28, proprio di fronte alla principale concorrente, la [[sartoria Ventura]], fornitrice dell'aristocrazia e della famiglia reale. All'epoca in Italia venivano riprodotti esclusivamente modelli francesi, fedele riproduzione di bozzetti "rubati" o acquistati a caro prezzo nei più famosi atelier parigini del tempo quali [[Jeanne Paquin|Paquin]], Chéruit, [[Charles Frederick Worth]], Douchet, le sorelle Callot ecc.
Personalità poliedrica e vivace, grazie anche ad esperienze di lavoro in [[Francia]], riuscì a cogliere le potenzialità del settore moda in Italia e propose soluzioni di grande modernità per riorganizzare l'industria dell'abbigliamento italiana. Ottenne un grande successo con il padiglione presentato all'[[Expo 1906|Esposizione Internazionale di Milano]] del [[1906]], dove propose abiti di grande pregio ispirati alla tradizione dell'arte pittorica italiana Rinascimentale.
Per le sue creazioni la Genoni impiegò esclusivamente tessuti italiani e dichiarò: «il nostro patrimonio artistico potrebbe servire di modello alle nuove forme di vesti e di acconciature, che così assumerebbero un certo sapore di ricordo classico ed una vaga nobiltà di stile […] Come mai nel nostro paese da più di trent'anni assurto a regime di libertà, in questo rinnovellarsi di vita industriale ed artistica, come mai una moda italiana non esiste ancora?».
Tra i suoi abiti quello ispirato alla ''[[Primavera (Botticelli)|Primavera]]'' del [[Botticelli]], realizzato in raso di seta pallido, con sopravveste di in tulle color avorio, impreziosita da ricami a motivo floreale in perline, canutiglia, paillette e cordoncini dorati, la valse in Gran Premio per la sezione Arte Decorativa da parte della Giuria Internazionale.
 
Nel 1903 nasce Fanny, la figlia di Rosa e di Alfredo Podreider, un avvocato che lei frequentava e che sarà impossibilitata a sposare fino al 1924, anno della morte della madre di lui, che si opponeva fermamente alla loro unione. Nel frattempo viene promossa direttrice e si trova a capo di circa duecento persone.
Come i precedenti, il tentativo della Genoni non ebbe una gran risonanza se si esclude il comitato per [[Una moda di pura arte italiana]] fondato in [[Lombardia]] nel [[1909]], cui aderirono importanti imprenditori legati al tessile e all'abbigliamento.
 
Successivamente assume il ruolo di docente alla scuola professionale femminile della [[Società Umanitaria]] di Milano, dove lavorerà fino al 1931, quando si dimetterà per non giurare fedeltà al fascismo.
 
Personalità poliedrica e vivace, grazie anche ad esperienze di lavoro in [[Francia]], Rosa riesce a cogliere le potenzialità del settore moda in Italia e propone soluzioni di grande modernità per riorganizzare l'industria dell'abbigliamento italiana. Ottiene un grande successo con il padiglione presentato all'[[Esposizione internazionale di Milano (1906)|Esposizione internazionale di Milano del 1906]], dove propone abiti di grande pregio ispirati alla tradizione dell'arte pittorica italiana rinascimentale. Per le sue creazioni impiega esclusivamente tessuti italiani e dichiara: ''«Il nostro patrimonio artistico potrebbe servire di modello alle nuove forme di vesti e di acconciature, che così assumerebbero un certo sapore di ricordo classico ed una vaga nobiltà di stile […] Come mai nel nostro Paese, da più di trent'anni assurto a regime di libertà, in questo rinnovellarsi di vita industriale ed artistica, come mai una moda italiana non esiste ancora?»''.
 
Tra le sue creazioni il celebre abito da ballo ispirato a Flora dalla ''[[Primavera (Botticelli)|Primavera]]'' del [[Sandro Botticelli|Botticelli]], realizzato in [[Raso (tessuto)|raso]] di seta pallido, con sopravveste in [[Tulle (tessuto)|tulle]] color avorio impreziosita da ricami a motivo floreale di [[perlina|perline]], [[canutiglia|canottiglia]], [[paillette]] e cordoncini dorati. Insieme a questo abito è famoso anche il "Manto da corte" tratto da un disegno del [[Pisanello]]: queste due creazioni, che le valgono il Gran Premio per la sezione Arte Decorativa da parte della Giuria Internazionale, sono state donate dalla figlia Fanny alla [[Museo della Moda e del Costume]] di [[Palazzo Pitti]] a Firenze nel 1983.
 
Nel 1908 Rosa tiene una relazione sul tema della nascita di una moda nazionale al primo congresso delle donne italiane, organizzato a [[Roma]] da associazioni femminili da poco istituite tra cui il [[Consiglio Nazionale delle Donne Italiane]]. Il suo intervento esprime la necessità dell'affrancamento dalla moda francese, auspicando la nascita e lo sviluppo di una moda italiana che si basi sull'alto potenziale dell'artigianato italiano.
 
L'influenza di Rosa Genoni porta alla fondazione del comitato per una moda di pura arte italiana, fondato in [[Lombardia]] nel 1909, a cui aderirono importanti imprenditori legati al tessile e all'abbigliamento. In concomitanza avviene la pubblicazione del suo libro ''Per una moda italiana,'' che propone disegni e immagini fotografiche delle toelette da lei ideate in quegli anni, ispirate per lo più all'arte rinascimentale, medievale e classica italiana.
 
Nel 1910 Rosa promuove le sue creazioni dalle pagine della rivista ''[[Vita d'Arte]],'' con la quale collabora il Concorso Nazionale per un Abito Femminile da Sera. Indossano i suoi modelli attrici famose come [[Lyda Borelli]] e [[Dina Galli]], nobildonne come la [[Maria Letizia Bonaparte|principessa Letizia di Savoia Duchessa d'Aosta]], la baronessa Maria de Lindenberg, [[Luisa Casati|Luisa Casati Stampa]], Carla Erba e molte altre.
 
Dopo il 1911 Rosa inizia a collaborare con la stampa femminile emancipazionista, scrivendo numerosi articoli per ''[[La Difesa delle lavoratrici]],'' il giornale di [[Anna Kuliscioff]]. Nel 1914 progetta di creare l'Accademia di Pura Arte Italiana, una scuola superiore della moda.
 
Con lo scoppio della [[prima guerra mondiale]] Rosa si fa sostenitrice della neutralità dello Stato italiano, promuove la pubblicazione del periodico ''[[Per la guerra o per la pace?]]'' ed è la fondatrice e presidente dell'Associazione Pro e Umanità.
 
Tiene a Milano una conferenza dal titolo "''La donna e la guerra''" (1914), in cui si appella alle donne affinché rafforzino il fronte per la pace; dal 1915 al 1922 è la delegata italiana della [[Women's International League for Peace and Freedom]] (WILPF). Con [[Jane Addams]] e [[Aletta Jacobs]]<ref>{{Cita web|url=http://www.binghamton.edu/womhist/hague/doc3.htm|titolo=Deputations to the European Governments, July 1915, Jane Addams Papers, Series I, Swarthmore College Peace Collection|accesso=2 luglio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060907091252/http://www.binghamton.edu/womhist/hague/doc3.htm|urlmorto=sì}}</ref> fa parte di un gruppo di delegate che nel 1915 incontra i ministri degli esteri di Austria-Ungheria, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Svizzera per proporre la creazione di una commissione di esperti per la cessazione della guerra, prospettiva poi naufragata con l'intervento degli [[Stati Uniti d'America]].<ref name="pax">Paull, John (2018) [https://www.academia.edu/36546779/The_Women_Who_Tried_to_Stop_the_Great_War_The_International_Congress_of_Women_at_The_Hague_1915 The Women Who Tried to Stop the Great War: The International Congress of Women at The Hague 1915], In A. H. Campbell (Ed.), Global Leadership Initiatives for Conflict Resolution and Peacebuilding (pp. 249-266). (Chapter 12) Hershey, PA: IGI Global.</ref>
 
Nel 1925 pubblica il primo volume del manuale ''Storia della Moda Italiana attraverso i secoli a mezzo dell'immagine,'' che prevedeva tre tomi dei quali solo il primo è stato pubblicato. Nel 1928 il marito Alfredo, ispirato da Rosa, sovvenziona nel [[carcere di San Vittore]] a Milano un laboratorio di sartoria per le detenute organizzato da Rosa stessa; seguiranno anche un asilo nido e un gabinetto ginecologico, rimasti in funzione a cura della famiglia Podreider fino ai bombardamenti del 1943.
 
Nel 1932 la famiglia si trasferisce a Sanremo, dove Alfredo muore nel 1936. Rosa fa coltivare un terreno seguendo il metodo dell'[[agricoltura biodinamica]] di [[Rudolf Steiner]], precorrendo di decenni l'interesse per le colture biologiche.
[[File:Rosa Genoni Manto da corte 1906 .jpg|thumb|Rosa Genoni. Manto da corte "Pisanello". 1906. Velluto di seta. Abito ispirato ad un acquerello di [[Pisanello]] (1450 ca.) presentato all'esposizione internazionale di Milano nell'agosto 1906]]
Nel 1940 Rosa si trasferisce a Varese con la figlia Fanny, nella villa che il marito aveva comprato per sua madre. Nel 1948 scrive una appassionata lettera al conte [[Folke Bernadotte]], mediatore dell'ONU, riguardo la [[Conflitto arabo-israeliano|questione palestinese]]. Nello scritto, Rosa Genoni auspica la pace tra arabi ed ebrei.
 
Muore a Varese il 12 agosto del 1954.
 
== Scritti ==
* {{cita libro|autore=Rosa Genoni|titolo=Per una moda italiana : modelli saggi schizzi di abbigliamento femminile : 1906-1909|città=Milani|editore=Alfieri & Lacroix|anno=1909|url=https://amshistorica.unibo.it/347}}
 
* {{cita libro|titolo=Per una moda italiana : relazione al 1. congresso nazionale delle donne italiane in Roma (sezione letteratura ed arte) della signora Rosa Genoni delegata della Societa Umanitaria di Milano|editore=tip. Balzaretti|anno=1908}}
* {{cita libro|titolo=Articoli su pacifismo e socialismo|città=Ferrara|editore=Luciana Tufani|anno=2019}}
* {{cita libro|titolo=La storia della moda attraverso i secoli: dalla preistoria ai tempi odierni|città=Bergamo |editore=Istituto italiano d'arti grafiche|url=https://amshistorica.unibo.it/321|data=1925}}
* {{cita testo|titolo=Cronache d'arte : Costume: la moda femminile dalle commemorazioni del 59 all'Esposizione d'arte di Venezia|periodico=Vita d'arte : rivista mensile d'arte antica e moderna|numero=19|anno=1909|pagine=351-358}}
 
== Riconoscimenti ==
* 1906 - Gran Premio della giuria per la sezione Arte Decorativa dell’Esposizione Internazionale di Milano<ref>{{cita web|url=https://moda.mam-e.it/rosa-genoni/|titolo=Genoni, Rosa|sito=moda.mam-e.it|data=7 Giugno 2021|accesso=10 febbraio 2024}}</ref>
* Riposa in un'edicola del [[Cimitero Monumentale di Milano|cimitero monumentale di Milano]];<ref>{{Cita web|url=https://monumentale.comune.milano.it/itinerari/la-moda-al-monumentale|titolo=La Moda al Monumentale {{!}} Cimitero Monumentale Milano|sito=monumentale.comune.milano.it|accesso=2024-06-03}}</ref> nel 2015 il comune di Milano ha deciso che il suo nome venga iscritto nel [[famedio]] dello stesso cimitero<ref>{{Cita web|url=http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_23/famedio-scelti-29-cittadini-illustri-14-donne-cutuli-montessori-7e4f2bf2-61fd-11e5-a22c-898dd609436f.shtml?refresh_ce-cp|titolo=Famedio, scelti 29 cittadini illustri|sito= corriere.it|data= 23 settembre 2015|accesso=28 settembre 2017|urlmorto=no}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{DBI|rosa-genoni|GENONI, Rosa}}
* Genoni, Rosa. ''Per una moda italiana: relazione al 1. congresso nazionale delle donne italiane in Roma (sezione letteratura ed arte) della signora Rosa Genoni delegata della Società'' - Milano, 1908 (IT\ICCU\PUV\0880676).
* Biagiarelli, Roberta, ''Figlie dell'epoca: Donne di pace in tempo di guerra'', incontri editrice, 2019, ISBN 978-88-99667-31-3
* Genoni, Rosa. ''La storia della moda attraverso i secoli: dalla preistoria ai tempi odierni'' - Bergamo, Istituto italiano d'arti grafiche
* Boneschi, Marta et al., ''Donne nella grande guerra'', il mulino, 2014, ISBN 978-88-15-25162-6
* Genoni, Rosa. ''Per una moda italiana: Modelli, Saggi, schizzi di abbigliamento femminile'' - Milano, S. Tip., 1909.
*
* Fiorentini Aurora,'' L'ornamento di "pura arte italiana: la moda di Rosa Genoni,'' in: Abiti in Festa, (Catalogo della Mostra), Firenze, Galleria del Costume di Palazzo Pitti, Sillabe 1996.
* Fiorentini Aurora'', L'ornamento di "pura arte italiana: la moda di Rosa Genoni'', in: Abiti in Festa, (Catalogo della Mostra), Firenze, Galleria del Costume di Palazzo Pitti, Sillabe 1996.
* Gnoli, Sofia. ''Un secolo di moda italiana. 1900-2000'' - Meltemi, 2005, ISBN 88-8353-428-X.
* Gnoli, Sofia. ''Moda. Dalla nascita della haute couture ad oggi'' - Carocci editore, 2012, ISBN 978-88-430-6339-0.
* {{Cita web|url=https://dellamoda.it/dizionario_della_moda/g/genoni.php|titolo=Voce Genoni Dizionario della moda online|accesso=10 febbraio 2024|dataarchivio=1 novembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081101144812/https://dellamoda.it/dizionario_della_moda/g/genoni.php|urlmorto=sì}}{{cita web|url=http://dellamoda.it/dizionario_della_moda/g/genoni.php|titolo=Voce Genoni Dizionario della moda online}}
* Colombari, Silvia "Per una moda italiana: Rosa Genoni" - Milano - Pavia Università degli Studi, 1990 (poi in R.Bossaglia, A. Braggin, M. Guglielminetti" Dalla donna fatale alla donna emancipata", Ilisso Nuoro, 1993, pgg. 14 e 15.
* Paull, John. [http://orgprints.org/27514/18/27514.pdf "Ernesto Genoni: Australia's pioneer of biodynamic agriculture"], 2014, Journal of Organics, 1(1):57-81.
* Paulicelli, Eugenia. ''La Moda è una cosa seria. Milano Expo 1906 e la Grande Guerra'' , Deleyva Editore, 2015.
* TesiTatiana di Laurea:Vannucci, ''Rosa Genoni: alle origini della moda italiana.'' Tesi di Laurea, Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia., 2003/2004
*Tatiana Vannucci, ''Istruzione professionale e questione femminile nel Regno d’Italia dal 1860 al 1920: l’esperienza Di Rosa Genoni alla Società Umanitaria di Milano.'' Tesi di Laurea, Università degli studi di Firenze, Facoltà di Scienze della Formazione, 2009/2011
*Soldi, Manuela, ''Rosa Genoni. Moda e politica: una prospettiva femminista fra 800 e 900,'' Marsilio Editori S.p.A., Venezia 2019, ISBN 978-88-317-4267-2.
*Soldi, Manuela, ''Una fonte per la storia della moda italiana: l'Archivio Rosa Genoni'' 2018, ZoneModa Journal, 8(1):17-26.
*Favetti, Gian Luca, ''Rosa Genoni'', Audiodocumentario RAI Radio3, 2023
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