Impero anglo-indiano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Franzy89 (discussione | contributi)
ortografia
 
(298 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Organizzare|probabilmente una traduzione incompleta da en.wiki. Le note sono malformattate, incomplete (notazione harvard senza citazione completa dell'opera), non tradotte o utilizzano template inesistenti. La bibliografia originale è assente. Sezioni incomplete, prosa accettabile, ma contenuti da ampliare, verificare, riorganizzare.}}
{{F|stati scomparsi|giugno 2012}}
{{Stato storico
|nomeCorrente = Impero anglo-indiano<br/>Raj britannico
|nomeCompleto =
|nomeUfficiale = Indian Empire, British Indian Empire, British Raj
|portale =
|linkStemma = Star-of-India-gold-centre.svg
|linkBandiera = British Raj Red Ensign.svg
|linkLocalizzazione = British IndianIndia empire(orthographic in 1936projection).pngsvg
|linkMappa = British Indian Empire 1909 Imperial Gazetteer of India.jpg
|paginaStemma = Stemma dell'India
|paginaBandiera = Bandiera dell'India
|didascalia = Mappa del 1909 con in due sfumature di rosa i [[Presidenze e province dell'India britannica|territori governati direttamente dall'India britannica]], in giallo i territori governati attraverso gli [[Stati principeschi dell'India britannica|Stati principeschi]].
|inno = [[God Save the Queen]] <small>(1858-1901)</small><br>[[God Save the King]] <small>(1901-1947)</small>
|inno = ''[[God Save the Queen]]'' <small>(1858-1901)</small><br/>''[[God Save the King]]'' <small>(1901-1947)</small>
|motto = [[Dieu et mon droit]]<br />(Dio e il mio diritto)
|lingua ufficiale = [[linguaLingua Ingleseinglese|Inglese]], [[hindi]], [[lingua tamil|tamil]], [[lingua urdu|urdu]], [[lingua pashtu|pashtu]]
|lingua = [[lingua inglese|Inglese]], [[Lingua tamil|tamil]], [[Lingua pashtu|pashtu]], [[Lingua hindi|hindi]], [[Lingua urdu|urdu]].
|capitale principale = [[Calcutta]]<ref name=igi-calcutta>{{Cita pubblicazione|capitolo=Calcutta (''Kalikata'')|titolo=The Imperial Gazetteer of India|volume=IX Bomjur to Central India|editore=Published under the Authority of His Majesty's Secretary of State for India in Council, Oxford at the Clarendon Press|anno=1908|p=260|citazione=&nbsp;—Capital of the Indian Empire, situated in 22° 34' N and 88° 22' E, on the east or left bank of the Hooghly river, within the Twenty-four Parganas District, Bengal|url=http://dsal.uchicago.edu/reference/gazetteer/pager.html?volume=9&objectid=DS405.1.I34_V09_001.gif|urlcapitolo=http://dsal.uchicago.edu/reference/gazetteer/pager.html?volume=9&objectid=DS405.1.I34_V09_266.gif}}</ref> <small>(1858-1912)</small>
|capitale principale = [[Calcutta]] <small>(1858-1912)</small>
|altre capitali = [[Nuova Delhi]] <small>(1912-1947)</small>
|dipendente da = {{GBR}}
|dipendenze = [[File:Flag of Burma (1939–1941, 1945–1948).svg|border|20px]] [[Governo britannico in Birmania|Birmania Britannica]]
|dipendenze =
|forma di stato = [[Monarchia parlamentare]] come [[Colonia (territorio)|colonia]] [[Impero britannico|britannica]]
|governo =
|titolo capi di stato = ImperatoriImperatore d'India
|elenco capi di stato = Elenco:[[Capi di stato dell'India#Imperatore d'India|elenco]]
* [[Vittoria del Regno Unito]] <small>(1858-1901)</small>
* [[Edoardo VII del Regno Unito]] <small>(1901-1910)</small>
* [[Giorgio V del Regno Unito]] <small>(1910-1936)</small>
* [[Edoardo VIII del Regno Unito]] <small>(1936)</small>
* [[Giorgio VI del Regno Unito]] <small>(1936-1947)</small>
|organi deliberativi =
|inizio = 2 agosto [[1858]]
|primo capo di stato = [[Vittoria del Regno Unito]]
|stato precedente = [[File:Flag of the Mughal Empire.svg|border|20px]] [[Moghul|Impero Moghul]]<br />[[File:{{simbolo|Flag of the British East India Company (1801).svg|border|20px]]}} [[Company Raj]]
|evento iniziale = [[Government of India Act 1858]]
|fine = 15 agosto [[1947]]
|ultimo capo di stato = [[Giorgio VI del Regno Unito]]
|stato successivo = {{Bandiera|IND}} [[Dominion dell'India]]<br />{{Bandiera|PAK}} [[Dominion del Pakistan]]<br />{{simbolo|Flag of British Burma (1939–1941, 1945–1948).svg}} [[Birmania britannica]]
|stato successivo =[[File:British Burma 1937 flag.png|border|20px]] [[Birmania]]<br />{{IND}}<br />{{PAK}}
|evento finale = Indipendenza di [[Dominion dell'India|India]], [[Pakistan]] e [[BirmaniaDominion del Pakistan|Pakistan]]
|area geografica = [[Subcontinente indiano]]
|territorio originale = Penisola indiana
|superficie massima = 5&nbsp;171&nbsp;061 km²
|periodo massima espansione = [[1909]]-[[1947]]
|popolazione = 228&nbsp;003&nbsp;116 ab.
|periodo popolazione =[[ 1911]]
|moneta = [[Rupia indiana]]
|risorse =[[Carbone]], [[ferro]], [[calcare]], [[argilla]]
|produzioni =[[Tessuti]], [[ceramica|ceramiche]]
|commerci con = [[Impero britannico]]
|religioni preminenti = [[induismo]], [[islam]]
|esportazioni = [[Cotone]], [[tè]], [[sale]], [[frutta|frutti tropicali]], [[spezie]], [[saccarosio|zucchero]]
|importazioni =
|tld =
|telefono =
|targa =
|religioni preminenti = [[induismo]], [[islamismo]]
|religione di stato =
|altre religioni = [[buddismo]], [[anglicanesimo]], [[cattolicesimo]], [[sikhismo]], [[zoroastrismo]]
|stato attuale = {{BGD}}<br/>{{CHN}} (disputa)<br/>{{IND}}<br/>{{MMR}}<br/>{{PAK}}
|classi sociali =
|didascaliaLocalizzazione = L'Impero anglo-indiano nel 1936
}}
Con il termine di '''Impero anglo-indiano''' o '''Impero indiano''' ({{inglese|British Raj}} - dall'[[Lingua hindī|hindī]] ''rāj'', 'regno', 'stato', o 'impero' - detto anche ''Territori della Corona in India'') si indica l'insieme di domini diretti, indiretti e protettorati che il [[Regno Unito]] e i suoi predecessori accumularono e organizzarono nel [[subcontinente indiano]], dal [[XVII secolo|XVII]] al [[XX secolo]].
 
Esso comprendeva per tradizione sia i territori amministrati direttamente dal [[Regno Unito]] (chiamati collettivamente ''British India''), sia i territori governati da regnanti indigeni ma sottoposti a protettorato britannico (detti [[Stati principeschi dell'India britannica|Stati principeschi]]).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=H. V. Bowen, Elizabeth Mancke e John G. Reid |titolo=Britain's Oceanic Empire: Atlantic and Indian Ocean Worlds, C. 1550–1850 |url=https://books.google.com/books?id=Oi9neJg39wcC&pg=PA106|anno=2012|editore=Cambridge University Press|isbn=978-1-107-02014-6|p=106}} Cit.: "British India, meanwhile, was itself the powerful 'metropolis' of its own colonial empire, 'the Indian empire'."</ref>
Con il termine di '''Impero anglo-indiano''' o '''Impero indiano''' (in [[lingua inglese|inglese]]: ''British Raj'') si indica l'insieme di domini diretti e protettorati che il [[Regno Unito]] e i suoi predecessori accumularono e organizzarono nel [[subcontinente indiano]], dal [[XVII secolo|XVII]] al [[XX secolo]].
 
L'idea di uno Stato unitario per comprendere i domini britannici nella regione geografica dell'India avvenne dopo il 28 giugno 1858, ovvero dopo i [[moti indiani del 1857]], che imposero la soppressione della [[Compagnia britannica delle Indie orientali]] ed il trasferimento dei suoi territori direttamente alla Corona britannica nella persona della [[regina Vittoria]].<ref>{{cita web|autore=Chandrika Kaul |titolo=From Empire to Independence: The British Raj in India 1858–1947|url=https://www.bbc.co.uk/history/british/modern/independence1947_01.shtml|accesso=3 marzo 2011}}</ref> Il nome di impero indiano nacque invece nel 1876, quando la regina Vittoria venne proclamata imperatrice d'India.
Con l'indipendenza concessa nel [[1947]], grazie alle campagne non violente di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], sui territori del cosiddetto Raj britannico sorsero gli attuali stati di [[India]], [[Pakistan]] (a sua volta diviso dopo l'indipendenza del [[Bangladesh]], nel [[1971]]) e [[Birmania]]. Grazie a questi domini, dal tempo della regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]] nel [[1858]], fino a [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]] nel [[1947]], i sovrani britannici poterono fregiarsi del titolo di "Imperatori d'India".
 
L'Impero era dotato di personalità e capacità costituzionale e perfino internazionale in seno alla [[Società delle nazioni]] (nel 1937 il delegato indiano, principe [[Aga Khan III]], divenne presidente della sua Assemblea generale<ref>Enciclopedia Rizzoli-Larousse, primo volume, pag. 302, voce "Agha Khan III".</ref>) avendo un proprio ordinamento giuridico diverso da quello britannico. Non dipese mai dal ministero britannico delle colonie ma da un apposito ''[[India Office]]''.<ref>[[Enciclopedia Treccani]], volume XIX, voce "India", sezione "Ordinamento dello Stato", pag. 34.</ref>
Durante le due [[guerra mondiale|guerre mondiali]] il Raj fornì moltissime truppe che combatterono soprattutto in [[Medio Oriente]] e [[Nordafrica]].
 
Con l'indipendenza concessa nel 1947, grazie alle campagne non violente di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], sui territori del cosiddetto Raj britannico sorsero gli attuali Stati di [[India]], [[Pakistan]] (a sua volta diviso dopo l'indipendenza del [[Bangladesh]], nel 1971) e [[Birmania]]. Grazie a questi domini, dal tempo della regina [[Vittoria del Regno Unito|Vittoria]] nel 1876 fino a [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]] nel 1947, i sovrani britannici poterono fregiarsi del titolo di "Imperatori d'India".
 
Il [[subcontinente indiano]] fu il possedimento che più di ogni altro rese l'[[Impero britannico]] una superpotenza mondiale; in esso viveva oltre il 75% della popolazione totale dell'impero e fu il principale esportatore di materie prime.
 
== Geografia ==
{{dx|[[File:BritishIndianEmpireandEnvirons2.jpg|thumb|left|L'impero indiano e i paesi a esso circostanti nel 1909]]}}
L'Impero anglo-indiano si estendeva su tutte le regioni macrogeografiche dell'attuale [[India]], [[Pakistan]], [[Bangladesh]], [[Sri Lanka]] e [[Birmania]]. Inoltre, nelle diverse epoche, esso arrivò ad includere anche la [[Colonia di Aden]] (1858 - 1937), il [[Somaliland]] (1884 - 1898) e [[Singapore]] (1858 - 1867). La [[Birmania]] venne separata amministrativamente dall'Impero dal [[1937]] sino alla dichiarazione d'indipendenza del [[1948]]. Gli [[Stati della Tregua]] del [[golfo Persico]] erano teoricamente stati principeschi dell'India britannica sino al [[1946]] e utilizzavano la [[rupia]] come unità monetaria. Dal 1876 l'estensione dell'Impero superava i 5 milioni di Km², il più vasto possedimento coloniale europeo in [[Asia]].
L'Impero anglo-indiano si estendeva su tutte le regioni macrogeografiche dell'attuale [[India]], [[Pakistan]], [[Bangladesh]], [[Sri Lanka]] e [[Birmania]]. Inoltre, nelle diverse epoche, esso arrivò a includere anche la [[Colonia di Aden]] (1858-1937), il [[Somaliland]] (1884-1898) e [[Singapore]] (1858-1867). La [[Birmania]] venne separata amministrativamente dall'Impero dal 1937 sino alla concessione dell'indipendenza nel 1948. Gli [[Stati della Tregua]] del [[golfo Persico]] erano teoricamente Stati principeschi dell'India britannica sino al 1946 e utilizzavano la [[rupia]] come unità monetaria. Dal 1876 l'estensione dell'Impero superava i 5 milioni di km², il più vasto possedimento coloniale europeo in [[Asia]].
 
Il [[Sri Lanka|Ceylon]] (oggi [[Sri Lanka]]) venne ceduto agliai inglesibritannici nel [[1802]] sulla base del [[Trattato di Amiens (1802)|trattato di Amiens]]. Il Ceylon fu sempre una [[Colonia della corona britannica|colonia della corona]] e non entrò mai a far parte dell'India britannica. I regni di [[Nepal]] e [[Bhutan]] vennero riconosciuti come statiStati indipendenti.<ref>[http:{{Britannica|place//www.britannica.com/eb/article-23632 "Nepal."] Encyclopædia Britannica. 2008.|Nepal}}</ref><ref>[http:{{Britannica|place//www.britannica.com/eb/article-25008 "Bhutan."] Encyclopædia Britannica. 2008.|Bhutan}}</ref> Il Regno del [[Sikkim]] venne fondato nel [[1861]] tra glii inglesibritannici e gli abitanti locali, anche se i termini di sovranità vennero lasciati inrimasero ambiguitàambigui.<ref>[http:{{Britannica|place//www.britannica.com/eb/article-46212 "Sikkim."] Encyclopædia Britannica. 2007. Encyclopædia Britannica Online. 5 August 2007 .|Sikkim}}</ref> Le [[Maldive]] furono protettorato britannico dal [[1887]] al [[1965]], ma anch'esse non furonofecero parte dell'India britannica.
 
== Inno nazionale e bandiera ==
Come tutte le altre [[Colonia della corona britannica|colonie britanniche]] anche l'Impero indiano adottò come bandiera nazionale l'[[Bandiera del Regno Unito|Union Jack]] britannica]], essa campeggiava su tutti i palazzi istituzionali, le [[Tribunale|corti di giustizia]], i [[comune|municipi]], i forti e i presidi militari e su ogni sede di amministrazione civile o militare. Come colonia, l'Impero indiano possedeva però anche una sua bandiera sul modello [[Red Ensign]] su sfondo rosso con la "[[Stella dell'India]]" al battente ma essa fu poco utilizzata, favorendo invece il vessillo dei [[viceré]]. Fu quest'ultimo infatti a rappresentare l'Impero indiano nelle competizioni sportive - tra cui le [[Olimpiadi]] - fino all'ultima partecipazione come colonia britannica a Berlino nel 1936.
 
L'inno nazionale fu il ''[[God Save the King]]'' o ''[[God Save the Queen]]'' già dai tempi del controllo della [[Compagnia britannica delle Indie orientali|Compagnia delle Indie orientali]], ufficializzato nel 1858 dopo il passaggio dell'amministrazione alla Corona. Dal 1858 al 1901 ''God Save the Queen'' in quanto l'imperatrice dell'India fu la [[Vittoria del Regno Unito|regina Vittoria]] mentre dal 1901 al 1947 fu il ''[[God Save the King]]'' in quanto i sovrani furono [[Edoardo VII del Regno Unito|Edoardo VII]], [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio V]], [[Edoardo VIII del Regno Unito|Edoardo VIII]] e [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]]. Il 15 agosto 1947, giorno dell'[[indipendenza indiana]], l'Union Jack venne calata definitivamente, accompagnata dal ''God Save the King''. Fu l'ultima volta in cui la bandiera britannica e l'inno britannico rappresentavano l'[[India]], che perdette da quel giorno l'appellativo di "britannica". Il ''God Save the King'' tuttavia rimase "inno reale" per l'[[India]] dal 1947 al 1950 e per il [[Pakistan]] dal 1947 al 1956. L'Union Jack invece cessò di avere valenza "nazionale" già dal 1947, venendo sostituita dalle bandiere di India e Pakistan.
 
== Storia ==
{{Storia dell'India}}
 
=== Dopo la ribellione del 1857: critiche indiane e risposta britannica ===
<gallery>
File:Rani of jhansi.jpg|[[Rani Lakshmibai|Rani Lakshmibai, Rani di Jhansi]], una dei principali capi dei [[moti indiani del 1857]], che precedentemente aveva perso il proprio regno come risultato della "[[dottrina della decadenza]]" inaugurata da [[James Broun-Ramsay, I marchese di Dalhousie]]
Image:Image victoria proclamation1858c.JPG|Il proclama "Ai principi, capi e popolo d'India" pubblicato a nome della [[Regina Vittoria]] il 1º novembre 1858 recitava: "Ci impegnamo solennemente a rispettare i territori nativi che noi ci arroghiamo di ritenere a noi soggetti."
Image:SAKhan.jpg|Sir [[Syed Ahmed Khan]] fondatore del [[Muhammedan Anglo-Oriental College]] (poi [[Aligarh Muslim University]]), scrisse una delle prime critiche all'azione britannica nella sua opera ''Cause dei Moti Indiani''
Image:Victoria empress india1.jpg|Souvenir del 1887 consistente in un ritratto della regina Vittoria raffigurata come Imperatrice d'India, a soli 30 anni dalla rivolta indiana
</gallery>
Anche se i [[moti indiani del 1857]] scossero notevolmente il governo britannico e la sua amministrazione del ''British Raj'', non lo avevano distrutto ed anzi la Gran Bretagna continuava a mantenere saldamente molte delle proprie colonie nel subcontinente indiano. Dopo la rivolta, i britannici divennero più circospetti nei confronti della popolazione indiana, ma divenne anche chiara la necessità di coinvolgerli maggiormente nell'amministrazione delle colonie, senza tuttavia concedere loro eccessivo spazio.
 
L'esercito indiano venne completamente riorganizzato e venne privato delle unità di Musulmani e Bramini delle [[province unite di Agra e Oudh]], che erano stati il cuore della ribellione.<ref name="spear147">{{cita|Spear, 1990|p. 147}}.</ref> L'[[British Indian Army|esercito indiano]] non subì ulteriori cambiamenti sino al 1947.<ref name="spear147-148">{{cita|Spear, 1990|pp. 147-148}}.</ref> Il censimento del 1861 rilevò che la popolazione di nazionalità britannica in India ammontava a 125&nbsp;945 individui, di cui 41&nbsp;862 civili e 84&nbsp;083 militari.<ref>{{cita testo|url=https://shm.oxfordjournals.org/cgi/content/abstract/9/3/357|titolo=European Madness and Gender in Nineteenth-century British India|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080704205106/http://shm.oxfordjournals.org/cgi/content/abstract/9/3/357 }}. Social History of Medicine 1996 9(3):357-382.</ref> Nel 1880 le forze armate stabili presenti in India erano composte in tutto da 66&nbsp;000 soldati britannici, 130&nbsp;000 soldati indiani e 350&nbsp;000 soldati indiani componenti gli eserciti degli Stati principeschi.<ref>Robinson, Ronald Edward, & John Gallagher. 1968. ''Africa and the Victorians: The Climax of Imperialism.'' Garden City, N.Y., Doubleday {{cita web |url=http://home.uchicago.edu/~caverley/Web_Documents/Send%20the%20Mild%20Hindoo.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=15 febbraio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090225030732/http://home.uchicago.edu/~caverley/Web_Documents/Send%20the%20Mild%20Hindoo.pdf }}</ref>
 
Del resto si percepì anche come i principi ed i grandi proprietari terrieri dell'India, seppur non direttamente coinvolti nella rivolta del 1857, erano stati dei sobillatori e avevano in qualche modo appoggiato almeno gli ideali di chi si era rivoltato contro la corona britannica.<ref name="spear147" /> Vennero siglate in questo periodo anche delle leggi che garantirono grandi benefici all'agricoltura ed ai contadini, i quali - pur non godendo della piena fiducia dei coloni britannici in India - rimanevano comunque una carta importante in quanto spesso erano in lotta anche con i loro signori.<ref name="spear147-148" />.<ref>Spear, 1990, pp. 150–151</ref>
 
Se le riforme sociali iniziate da [[William Bentinck|Lord William Bentinck]] come l'abolizione del ''[[Satī (rito)|satī]]'' avevano inizialmente riscosso qualche successo<ref>Spear, 1990, p.150</ref>, ora i coloni britannici avevano capito che le tradizioni e i costumi dell'India erano troppo forti e troppo rigidi da scardinare facilmente e di conseguenza iniziarono a intervenire sempre meno in campo sociale, in particolare per quanto concerneva la religione locale,<ref name="spear147-148" /><ref>Spear, 1990, p. 151</ref> Questo fatto venne ben espresso dal proclama emanato dalla regina Vittoria immediatamente dopo la rivolta, il quale citava espressamente: ''Non vogliamo arrogarci il diritto di imporre le nostre convinzioni ai nostri sudditi'',<ref>{{cita web|url=http://www.csas.ed.ac.uk/mutiny/confpapers/Queen%27sProclamation.pdf |titolo=East India Proclamations |sito=sas.ed.ac.uk |accesso=6 novembre 2021 |urlmorto=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120304114349/http://www.csas.ed.ac.uk:80/mutiny/confpapers/Queen%27sProclamation.pdf }}</ref> dimostrando una sostanziale non intenzione di intervenire con riforme sociali in India, ma limitandosi a sfruttarne il territorio e le risorse in quanto parte dell'impero coloniale coloni britannico, contribuendo nel contempo a un ulteriore distanziamento tra britannici e indiani.
 
=== Cambiamenti economici e tecnologici: 1858-1880 ===
<gallery>
File:Agra canal headworks1871a.jpg|Il [[Canale di Agra]] (c. 1873) un anno dopo il suo completamento. Venne chiuso alla navigazione nel 1904 di modo da incrementare l'irrigazione e prevenire carestie.
File:George Robinson 1st Marquess of Ripon.jpg|[[George Robinson, I marchese di Ripon]], il Viceré d'India che istituì il "Famine Code"
</gallery>
Nella seconda metà del XIX secolo, l'amministrazione britannica avviò una vera e propria rivoluzione industriale in India che ebbe grandi effetti sulle economie della stessa India e del Regno Unito.<ref>Stein 2001, p. 259</ref><ref name=":Oldenburg">Oldenburg 2007</ref> Gran parte dei cambiamenti a livello economico e sociale erano già iniziati prima dei Moti del 1857, quando Lord Dalhousie aveva esportato le tecnologie occidentali nel paese. Collegamenti telegrafici, ferrovie, strade, canali e ponti vennero rapidamente costruite di modo che materie prime, come cotone e tè, potessero essere trasportate in maniera più efficiente ai porti come [[Bombay]] e poi esportate nel Regno Unito.<ref>Stein 2001, p. 258.</ref> I materiali grezzi venivano quindi lavorati e poi ritrasportati in India per essere venduti. L'India veniva sfruttata essenzialmente per il grande bacino di tassazione e per i prodotti agricoli.<ref>Ibidem.</ref> Nel 1920 venne completata la rete ferroviaria indiana, la più grande al mondo in quel momento, la cui realizzazione era durata oltre 60 anni. Solo il 10% degli incarichi di responsabilità nella società costruttrice furono affidati a cittadini indiani.<ref>Stein 2001, p. 159.</ref>
 
===L'ultimo ventennio dell'Ottocento: la borghesia e il Congresso Nazionale Indiano===
<gallery>
Image:A_O_Hume.jpg|[[Allan Octavian Hume]] (1829-1912), che propose l'idea del [[Congresso Nazionale Indiano]] in una lettera ai laureati dell'[[Università di Calcutta]]
Image:1st INC1885.jpg|Il congresso di [[Bombay]], 28 dicembre 1885. In terza fila, da sinistra a destra, [[Dadabhai Naoroji]], Hume, [[Womesh Chandra Bonerjee|W. C. Bonerjee]] e [[Pherozeshah Mehta]].
Image:Poverty and Un British Rule in India1.jpg|''Poverty and the Un-British Rule in India'', 1901, di Naoroji, Membro del parlamento britannico (1892-1895) e presidente del congresso indiano (1886, 1893, 1906)
</gallery>
Dal 1880 in India si fece strada l'idea di una classe sociale corrispondente alla borghesia europea, ma vi fu un crescere della solidarietà anche tra gli indiani nel comprendere che vi era la possibilità di reagire insieme.<ref>Spear, 1990, p. 169</ref> Questa nuova classe era indiana per nascita e non si sentiva legata necessariamente all'amministrazione britannica, dalla quale pure dipendeva per i propri impieghi; non erano contadini, ma non erano legati nemmeno alla vecchia aristocrazia indiana, bensì erano dei ''self made men'' che avevano avuto la possibilità di studiare e raggiungere una certa posizione.
 
Nel proclama del 1858, la regina Vittoria aveva detto: ''Ci obblighiamo a tenere nei confronti dei nativi indiani le stesse obbligazioni che ci legano agli altri nostri sudditi''<ref name="majumdar888">Majumdar, Raychaudhuri, Datta, 1950, p.888</ref>, parole che gli indiani presero alla lettera e dalle quali si sentirono particolarmente incoraggiati quando al Canada venne garantito lo status di "dominion" nel 1867, istituendo così una propria costituzione democratica e proprie regole come Stato vero e proprio che, pur dipendente dalla Corona britannica, ''de facto'' era unito in uno Stato (non più quindi una colonia) e soprattutto poteva auto-amministrarsi.<ref name="majumdar888" />
 
Un ultimo incoraggiamento in questo senso venne da opere di orientalisti contemporanei come [[Monier Monier-Williams]] e [[Max Müller]], che nelle opere presentarono l'India antica come una grande civilizzazione. La Gran Bretagna coloniale reagì a questi stimoli con irritazione, continuando a sfruttare gli indiani per i propri interessi militari coloniali come nel caso della [[seconda guerra anglo-afghana]], dove i nativi vennero impiegati in larga misura al posto degli europei in una guerra che non apparteneva alla loro dimensione territoriale né ai loro interessi. I britannici tentarono in ogni modo anche di controllare la stampa locale (''Vernacular Press Act of 1878'').<ref>F.H. Hinsley, ed. ''The New Cambridge Modern History, Vol. 11: Material Progress and World-Wide Problems, 1870–98'' (1962) {{cita testo|url=http://library.mpib-berlin.mpg.de/toc/z2010_334.pdf|titolo=contents}} pp. 411–36.</ref>
 
La goccia che fece traboccare il vaso, a ogni modo, fu la revisione che il viceré [[George Robinson, I marchese di Ripon|Lord Ripon]] applicò all'[[Ilbert Bill]] (1883), una misura legislativa con la quale i giudici indiani venivano equiparati a quelli britannici nella [[presidenza del Bengala]], normativa che i coloni britannici volevano rivedere assolutamente con evidente scontento dei locali.<ref name="spear170">{{cita|Spear, 1990|p. 170}}.</ref> Il 28 dicembre 1885 molti nuovi borghesi (che avevano studiato nelle università britannica nella [[presidenza del Bengala]] e che erano famigliari con le idee filosofiche occidentali, in particolare con l'[[utilitarismo]]) si ritrovarono a Bombay. Settanta di questi fondarono il [[Congresso Nazionale Indiano]]; [[Womesh Chunder Bonnerjee|Womesh Chunder Bonerjee]] venne eletto primo presidente dell'organizzazione e si preoccupò di organizzare l'associazione che dibatteva sulla politica britannica in India, evidenziando come queste ricchezze non venissero riutilizzate sul territorio per il territorio, bensì esportate in Gran Bretagna. L'atteggiamento dei britannici, secondo il Congresso, era tale da non consentire all'industria indiana di svilupparsi, e l'uso delle tasse riscosse serviva unicamente per finanziare i britannici e il loro tipo di amministrazione.<ref name=":0">Bose, Jalal, 2004, pp.80–81</ref>
 
[[Thomas Baring, I conte di Northbrook|Thomas Baring]] fu viceré d'India dal 1872 al 1876 e si distinse come energico riformatore che si impegnò sistematicamente per migliorare la qualità del governo nel British Raj. Iniziò a ridurre la fame in India, ridurre le tasse, trovare un modo per superare le lungaggini burocratiche, ridurre gli sprechi e calmare gli animi della popolazione.<ref>James S. Olson and Robert S. Shadle, ''Historical Dictionary of the British Empire'' (1996) p. 116</ref>
 
[[Pandita Ramabai]], poetessa, studiosa di sanscrito e campionessa dell'emancipazione delle donne indiane, prese a cuore il tema della possibilità per le donne indiane di risposarsi dopo il matrimonio, in particolare per le vedove dei [[bramini]].<ref>Helen S. Dyer, ''Pandita Ramabai: the story of her life'' (1900) {{cita testo|url=https://archive.org/details/panditaramabais00dyergoog/page/n160|titolo=online}}</ref> All'interno del Congresso, [[Gopal Krishna Gokhale]] fondò la [[Servants of India Society]], che si occupò di proporre riforme legislative.<ref>Ludden, 2002, p. 197</ref>
 
Dal 1905, si aprì una netta spaccatura sempre più profonda tra Gokhale, che stava collaborando per cercare di risolvere "democraticamente" i problemi nel paese, e i nuovi estremisti, che non solo invocavano una vera e propria rivoluzione, ma ritenevano che le riforme sociali fossero solo una distrazione dal nazionalismo. Tra gli estremisti vi fu la figura chiave di [[Bal Gangadhar Tilak]], che tentò di mobilitare gli indiani appellandosi esplicitamente all'identità politica degli indù durante l'annuale festival [[Ganapati]].<ref>Stanley A. Wolpert, ''Tilak and Gokhale: revolution and reform in the making of modern India'' (1962) p 67</ref>
 
===1905-1911: la spartizione del Bengala, lo ''Swadeshi'' e la violenza===
<gallery>
Image:George Curzon2.jpg|[[George Nathaniel Curzon|Lord Curzon]], [[viceré d'India]], 1899-1905, il quale divise la [[presidenza del Bengala]] nel 1905
Surendranath Banerjee.jpg|Il congressista moderato sir Surendranath Banerjee che guidò l'opposizione a capo del movimento degli ''Swadeshi''
Image:1909magazine vijaya.jpg|Rivista tamil, ''Vijaya'', 1909, che mostra la "madre India" con la sua progenie e lo slogan "Vande Mataram."
</gallery>
Il viceré [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston|Lord Curzon]] (1899-1905), fu anch'egli straordinariamente energico nelle riforme da portare avanti in India.<ref>Michael Edwardes, ''High Noon of Empire: India under Curzon'' (1965) p. 77</ref> Nella sua agenda vi era un programma fittissimo di obbiettivi: la creazione della provincia nord-occidentale, piccoli cambiamenti nell'amministrazione civile del paese, la velocizzazione delle operazioni burocratiche, la formazione di un'unità monetaria stabile, la creazione di una ferrovia in India, una riforma dell'irrigazione, la riduzione dei debiti dei contadini, l'abbassamento dei costi dei telegrammi, la ricerca archeologica e la preservazione dei reperti ritrovati, oltre al miglioramento delle università, riforma della polizia, revisione del ruolo dei principati indiani nativi, un nuovo ministero per l'industria e il commercio che avrebbe fatto da promotore dell'industria nazionale, la revisione delle politiche terriere, l'abbassamento delle tasse, l'istituzione di banche agricole, la creazione di un Ministero per l'Agricoltura, la sponsorizzazione della ricerca in campo agricolo, la creazione di una biblioteca imperiale, la creazione di un corpo di cadetti, nuovi codici in caso di carestia.<ref>Moore, "Imperial India, 1858–1914", p. 435</ref>
 
I problemi iniziarono però a emergere quando Lord Curzon suddivise la più grande suddivisione amministrativa dell'India britannica, la [[presidenza del Bengala]], andando a creare Il [[Bengala orientale ed Assam]] e la provincia del Bengala occidentale, a maggioranza indù. La [[spartizione del Bengala (1905)|spartizione del Bengala]], era stata contemplata come una possibilità già dall'epoca di Lord William Bentinck, ma non era mai stata messa in atto sino a quel momento. Anche se alcuni consideravano la scelta come saggia, la gente comune reputava un'azione compiuta dal governo britannico, secondo il Congresso, era tale da non consentire all'industria indiana di svilupparsi, e l'uso delle tasse riscosse serviva unicamente per finanziare i britannici, e questo tipo di amministrazione in India.<ref name=":0" />semplicemente per attuare lo schema del ''[[divide et impera]]'' che già altrove aveva funzionato, riducendo le politiche nazionaliste a mere polemiche. L'élite indù del Bengala che comprendeva molti proprietari terrieri che avevano possedimenti nel Bengala orientale, protestò a fianco dei musulmani.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=John R. McLane |data=luglio 1965 |titolo=The Decision to Partition Bengal in 1905 |rivista=[[Indian Economic and Social History Review]] |volume=2 |numero=3 |pp=221-37 |doi=10.1177/001946466400200302}}</ref>
 
Dopo la spartizione del Bengala, Tilak incoraggiò il [[movimento Swadeshi]].<ref>Ranbir Vohra, The Making of India: A Historical Survey (Armonk: M.E. Sharpe, Inc, 1997), 120</ref> Il movimento consisteva nel boicottare i prodotti stranieri e boicottare ogni indiano che utilizzava beni provenienti dall'estero, specie se britannici. Il movimento Swadeshi promuoveva infatti l'[[autarchia]] come mezzo per promuovere il nazionalismo indiano a scapito e danno dei britannici.<ref name=":1">V. Sankaran Nair, ''Swadeshi movement: The beginnings of student unrest in South India'' (1985) {{cita testo|url=https://books.google.com/books?id=YQVqo0lzq5EC|titolo=excerpt and text search}}</ref>
 
Lo slogan che si sentiva ripetere, ''[[Bande Mataram]]'' ("Viva la Madre!"), evocava una madrepatria che ancora non c'era fisicamente ma che gli indiani sentivano come viva in cuor loro, quella madre Terra che dava all'India i prodotti che poi le venivano portati via; molti la identificavano con la dea indù [[Kali]], che era anche la dea della vendetta giusta. [[Sri Aurobindo]] pubblicò il giornale ''[[Bande Mataram]]'' nel quale predicava l'indipendenza ma con metodi pacifici il più possibile, ovvero tramite la resistenza passiva.<ref>[[Peter Heehs]], ''The lives of Sri Aurobindo'' (2008) p. 184</ref> Le rivolte diffusesi da Calcutta e nella regione del Bengala coinvolse ancora una volta degli studenti, membri di club locali, i quali iniziarono a commettere furti di denaro e armi e ad attaccare persino degli ufficiali del Raj britannico per scuotere gli animi. La polizia britannica, a ogni modo, reagì stroncando questi movimenti sul nascere.<ref name=bandyo260>Bandyopadhyay, 2004, p.260</ref> Il movimento ''Swadeshi'' a ogni modo riuscì a boicottare il 25% dei prodotti tessili britannici, sebbene gli indiani si fossero resi conto che i prodotti britannici fossero di migliore fattura e di minor costo.<ref>Wolpert, 2004, pp.273–274</ref>
 
===I movimenti sociali musulmani e la Lega Musulmana===
<gallery>
Image:LordMelgund1885.jpg|[[Gilbert John Elliot-Murray-Kynynmound, IV conte di Minto|Lord Minto]], viceré che rimpiazzò Curzon nel 1906. L'era delle [[riforme Minto-Morley]] del 1909 permise la separazione dell'elettorato musulmano.
Brit IndianEmpireReligions3.jpg|''1909 Prevailing Religions'', mappa dell'impero britannico in India nel 1909, che mostra le maggioranze religiose sulla base del censimento del 1901
Image:1921ajmalkhan.jpg|[[Hakim Ajmal Khan]], uno dei fondatori della Lega Musulmana, che divenne inoltre presidente del [[Congresso Nazionale Indiano]] nel 1921
</gallery>
La maggioranza di coloro che avevano protestato contro le disposizioni di Lord Curzon era di religione indù e questo aveva portato l'élite indiana di fede musulmana a chiedere un incontro col nuovo viceré, Lord Minto, affinché anche la loro posizione fosse tutelata. Questi proposero un sistema legislativo proporzionale che riflettesse non solo la loro posizione ma anche la loro collaboratività col governo britannico. Nel dicembre del 1906, dunque, venne istituita la Lega Musulmana a [[Dacca]].<ref name=ludden200>Ludden, 2002, p. 200</ref> Nel 1905, quando Tilak e Lajpat Rai avevano tentato di assurgere alla leadership dell'opposizione al Congresso, il quale già stava prendendo una posizione filo-indù, quest'ulteriore questione aveva finito per preoccupare i musulmani indiani e la loro identità.<ref name=ludden200/><ref name=ludden201>Ludden, 2002, p.201</ref> Il [[nawab]] di Dacca, [[Khwaja Salimullah]], ospitò la prima riunione della Lega nella sua residenza presso [[Shahbag]], desideroso appunto che i musulmani avessero il loro giusto riconoscimento nell'amministrazione dello Stato indiano.<ref name=ludden201/>
 
Nel 1909, la firma dell'[[Indian Councils Act 1909|Indian Councils Act]] (noto come "pacchetto di riforme Morley-Minto" dal nome del segretario di Stato per l'India, Lord Minto, il viceré) diede ai nativi indiani ruoli limitati nell'amministrazione delle legislature centrali e provinciali, favorendo sempre e comunque le classi più elevate e i ricchi proprietari terrieri e uomini d'affari. La comunità musulmana, riuscì però a ottenere un elettorato separato.
 
La spartizione del Bengala venne annullata nel 1911 nel Delhi Durbar al quale prese parte [[Giorgio V del Regno Unito]] in persona per essere incoronato imperatore d'India. Egli annunciò inoltre lo spostamento della capitala indiana da Calcutta a Delhi. Questo periodo vide però l'incremento delle attività dei gruppi rivoluzionari indiani, tra cui gli [[Anushilan Samiti]] del Bengala e il [[partito Ghadar]] del Punjab. Ancora una volta le autorità britanniche furono in grado di reprimere le frange più violente, in parte anche grazie al fatto che l'élite indiana più istruita era intenzionata a evitare la rivoluzione violenta.<ref>Robb, 2002, p. 174: Violence too could be ... repressed, partly because it was eschewed by the mainstream of educated politicians – despite the attraction to some of them of ... movements such as Bengal's Anusilan Samiti or Punjab's Ghadr Party.</ref>
 
===1914-1918: la prima guerra mondiale, il patto di Lucknow e le Home Rule leagues===
<gallery>
Khudadad khan vc1915.jpg|[[Khudadad Khan]], il primo nativo indiano a ottenere la [[Victoria Cross]]
Indiantroops medical ww1.jpg|Medico indiano con i membri feriti del ''Mesopotamian Expeditionary Force'' in [[Mesopotamia]] durante la [[prima guerra mondiale]]
Annie a Taormina.jpg|[[Annie Besant]] con i membri della [[Società teosofica di Adyar]] a [[Madras]] nel 1912, quattro anni prima della fondazione dell'Indian Home Rule League
</gallery>
La [[prima guerra mondiale]] peggiorò ulteriormente le già tese relazioni tra Regno Unito e India. Poco dopo lo scoppio delle ostilità, il governo indiano aveva indicato di poter fornire due divisioni di fanteria e una brigata di cavalleria, oltre a ulteriori divisioni in caso di emergenza.<ref name="India's contribution">{{Cita libro|titolo=India's contribution to the Great War |anno=1923 |editore=Govt of India |città=Calcutta |p=74}}</ref> Circa 1&nbsp;400&nbsp;000 di indiani e soldati britannici dell'esercito indiano presero parte alla guerra, principalmente in Iraq e nel Medioriente. La partecipazione degli indiani a ogni modo fu un ulteriore duro colpo alla moralità degli inglesi in quanto si vide che i primi erano convintamente fedeli alla causa imperiale e spesso si distinguevano sul campo per atti di coraggio.<ref name="brown-p197-198">{{cita|Brown, 1994|pp. 197-98}}.</ref> Il profilo internazionale dell'India crebbe ancora di più a partire dal 1920 quando entrò nella [[Lega delle Nazioni]] e prese parte alle olimpiadi estive che si tennero in quello stesso anno ad Anversa.<ref>{{cita web|url=http://library.la84.org/6oic/OfficialReports/1920/1920.pdf |titolo=Olympic Games Antwerp. 1920: Official Report |autore=Belgium Olympic Committee |data=1957 |sito=LA84 Foundation |accesso=9 dicembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181007202443/http://library.la84.org/6oic/OfficialReports/1920/1920.pdf |urlmorto=si }}</ref> Gli indiani presero a richiedere maggior autonomia di governo dopo la fine del conflitto.<ref name="brown-p197-198"/>
 
Inoltre l'impiego di truppe indiane in Mesopotamia e in Europa aveva fatto evidenziare al viceré [[Charles Hardinge, I barone Hardinge di Penshurst|Lord Harding]], il "rischio di privare l'India di truppe", il che faceva ovviamente presagire il terrore dello scoppio di rivolte anti-britannici.<ref name="brown-p197-198"/> Di conseguenza, per rafforzare le proprie difese, nel 1915 il governo indiano approvò il [[Defence of India Act 1915]], che permetteva di incarcerare i dissidenti politici giudicati pericolosi anche senza processo preventivo e di imprigionare pure i giornalisti che facessero cattiva propaganda, o semplicemente di censurare la stampa dannosa.<ref name="brown-p201-202">Brown, 1994, pp. 201–02</ref> In questo contesto l'inglese [[Annie Besant]] venne arrestata nel 1917.<ref name="brown-p201-202"/><ref name="brown-p201-202"/>
 
Dopo il 1906 il [[Congresso Nazionale Indiano]] si era diviso ancor più tra moderati ed estremisti i quali avevano organizzato l'attività politica del consesso in maniera alquanto frammentaria sino al 1914, quando [[Bal Gangadhar Tilak]] venne rilasciato dal carcere e iniziò a sondare altri capi politici per una possibile riunificazione delle idee e dei partiti, per rafforzarsi. Si dovette a ogni modo attendere sino alle dimissioni dei principali oppositori moderati di Tilak, [[Gopal Krishna Gokhale]] e [[Pherozeshah Mehta]], nel 1915, per raggiungere un accordo.<ref name="brown-p197-198"/> Nella sessione del 1916 che si tenne a Lucknow del Congresso, i sostenitori di Tilak riuscirono a favorire una soluzione radicale, chiedendo ai britannici di dichiarare apertamente "la loro volontà e intenzione [...] di conferire l'autogoverno all'India il più presto possibile".<ref name="brown-p197-198"/> Nel 1917 all'[[Imperial Legislative Council]], [[Madan Mohan Malaviya]] parò pubblicamente delle aspettative che la guerra aveva ingenerato negli indiani, "Ho l'ardire di dire che la guerra ha riportato l'orologio [...] indietro di cinquant'anni [...] e le riforme dopo la guerra dovranno [...] soddisfare le aspirazioni del popolo [indiano] per renderlo parte legittima dell'amministrazione del loro paese."<ref name="brown-p197-198"/>
 
La partecipazione inoltre della Lega Musulmana a questi eventi fu un fatto particolare dal momento che questa, pur essendo formalmente sottoposta al governo britannico, supportava negli ideali tedeschi e turchi che erano in conflitto con i musulmani britannici nella Grande guerra. I musulmani indiani iniziarono a dubitare della neutralità espressa più volte dal governo britannico nei loro confronti, in particolare dopo la riunificazione del Bengala nel 1911.<ref name="brown-p200-201">Brown, 1994, pp.200–01</ref> Nel [[patto di Lucknow]], la Lega aderì agli ideali di Tilak e dei suoi sostenitori, ma il Congresso dovette appunto accettare di separare gli elettorati musulmani. Nel 1916 la Lega Musulmana disponeva di 500-800 aderenti sparsi in tutto il paese ed era guidata da due personaggi di spicco, i fratelli [[Maulana Mohammad Ali|Mohammad]] and [[Maulana Shaukat Ali|Shaukat Ali]], che avevano abbracciato la causa panislamica;<ref name="brown-p200-201"/> a ogni modo questi dovettero essere supportati da un giovane avvocato di Bombay, [[Muhammad Ali Jinnah]], che poi divenne leader sia della Lega sia del movimento indipendentista indiano.<ref name="brown-p200-201"/>
 
Nel corso del 1916, due [[Home Rule Movement|Home Rule Leagues]] vennero fondati nel Congresso Nazionale Indiano, rispettivamente da Tilak e da [[Annie Besant]], col fine di promuovere l'autogoverno tra gli indiani e di elevare la statura dei fondatori del Congresso stesso.<ref name="brown-p199">Brown, 1994, p.199</ref> Besant, da parte sua, intendeva anche mostrare come il suo metodo di proclamare l'indipendenza senza l'uso della violenza fosse effettivamente la migliore via perseguibile.<ref name="brown-p199"/> Le due leghe si divisero i territori indiani: Tilak si occupò dell'India occidentale, della presidenza di Bombay, mentre la Besant del resto del paese, in particolare di [[Madras]], del [[Sindh]] e del [[Gujarat]].<ref name="brown-p199"/> Entrambi i movimenti in breve tempo raccolsero 30&nbsp;000 adesioni e iniziarono un'opera di propaganda sui giornali, tramite pamphlets e con l'uso di canzoni politico-religiose, oltre che con riunioni di piazza che radunavano [[bramini]], commercianti, contadini, studenti e lavoratori.<ref name="brown-p199"/> Le autorità britanniche reagirono imponendo delle restrizioni a questi movimenti, incluso l'impedimento ai due leaders di viaggiare in certe province.<ref name="brown-p199"/>
 
===1915-1918: il ritorno di Gandhi===
[[File:Gandhi back in india1915.gif|thumb|[[Mahatma Gandhi]] (seduto in carrozza, a destra, con lo sguardo abbassato) riceve una grande accoglienza a [[Karachi]] nel 1916 dopo il suo ritorno in India dal [[Sudafrica]]]]
[[File:Gandhi Kheda 1918.jpg|thumb|Gandhi all'epoca della Kheda Satyagraha, 1918]]
Il 1915 vide anche il ritorno di [[Mohandas Karamchand Gandhi]] in India. Già noto in India per la sua protesta sui diritti civili degli indiani in Sudafrica, Gandhi scelse di seguire la linea del suo mentore, [[Gopal Krishna Gokhale]], senza tenere discorsi pubblici bensì viaggiando, osservando e prendendo appunti sul paese di prima mano al suo ritorno.<ref name="brown-p214-215">Brown, 1994, pp. 214–15</ref> Già in precedenza, nel corso del suo soggiorno in Sudafrica, Gandhi, avvocato di professione, aveva rappresentato la comunità indiana locale che, per quanto piccola, era sufficientemente diversa da rappresentare essa stessa un microcosmo dell'India stessa. Nell'intento di mantenere unita questa comunità e simultaneamente del farla confrontare con l'autorità coloniale, Gandhi creò la tecnica di protesta della non violenza che egli definì col termine ''[[Satyagraha]]'' (o Sforzo per la Verità).<ref name="brown-p210-213">Brown, 1994, pp.210–13</ref> Per Gandhi, la ''Satyagraha'' era ben differente dalla "[[Resistenza nonviolenta|resistenza passiva]]", che egli riteneva essere una strategia tipica del debole contro il forte; mentre la ''Satyagraha'', era una risorsa "del forte contro chi lo minaccia e lo fa soffrire per la sua causa".<ref name="brown-p210-213"/> L'[[Ahimsa]] o "non-violenza", che costituiva il nerbo stesso della ''Satyagraha'', divenne un pilastro fondamentale assieme alla Verità nella filosofia di Gandhi.<ref name="brown-p210-213"/> Negli anni 1907-1914, Gandhi testò la tecnica della ''Satyagraha'' in diverse proteste per conto della comunità indiana in Sudafrica contro le ingiuste leggi razziali locali.<ref name="brown-p210-213"/>
 
Sempre in Sudafrica, Gandhi, nel suo saggio ''Hind Swaraj'', (1909), aveva formulato la sua visione del ''[[Swaraj]]'', o "auto-governo" per l'India, basato su tre elementi fondamentali: solidarietà tra indiani anche di diversi credi religiosi, ma in particolar modo tra indù e musulmani; rimozione della casta degli [[Paria (casta)|intoccabili]] dalla società indiana; esercizio dello ''[[swadeshi]]'', ovvero il boicottaggio dei beni stranieri.<ref name="brown-p214-215"/> La prima delle due egli sentiva come essenziale affinché la società indiana potesse dirsi egualitaria e tollerante, unendo la Verità all{{'}}''[[Ahimsa]]''.<ref name="brown-p214-215"/> Sino almeno al 1920, la presenza britannica non rappresentò un problema nel raggiungimento del ''[[swaraj]]'', secondo Gandhi, ma piuttosto limitava la capacità degli indiani di creare una società moderna.<ref name="brown-p214-215"/>
 
Gandhi fece il suo debutto politico in India nel 1917 a [[Champaran]], nel distretto di [[Bihar]], al confine col Nepal, dove venne invitato da un gruppo di contadini che, per anni, era stato costretto a piantare [[indaco]] sulle proprie terre e a venderlo a prezzi ribassati ai britannici.<ref name="brown-p216-217">Brown, 1994, pp. 216–17</ref> Al suo arrivo nel distretto, Gandhi venne accolto da diversi agitatori locali, incluso il giovane congressista [[Rajendra Prasad]], da Bihar, che divenne un dei sostenitori più leali di Gandhi e giocherà un ruolo fondamentale nel movimento indipendentista indiano. Quando a Gandhi venne chiesto di andarsene dalle locali autorità britanniche, questi si rifiutò di obbedire sul piano morale. Su pressione del viceré a Delhi che era ansioso di mantenere la pace in India, specie in periodo di guerra internazionale, Gandhi venne perseguito. L'anno successivo, Gandhi lanciò nuove proteste pacifiche nel suo nativo [[Gujarat]] e nel distretto rurale di [[Kheda|Kaira]], aree dove si conduceva una produzione essenzialmente tessile. Ad [[Ahmedabad]], Gandhi supportò gli scioperi degli operai locali per i loro bassi stipendi. A Kaira, Gandhi conobbe quello che diventerà un altro dei suoi luogotenenti, [[Sardar Vallabhbhai Patel]], che ebbe il compito di organizzare la protesta dei contadini locali e che diverrà un'altra figura chiave del movimento indipendentista indiano.<ref>Balraj Krishna, ''India's Bismarck, Sardar Vallabhbhai Patel'' (2007) cap. 2</ref>
 
===1916-1919: le riforme Montagu-Chelmsford===
{{Doppia immagine|sinistra|Edwin Samuel Montagu.jpg|125|Chelmsford Governor.jpg|130|[[Edwin Montagu]], segretario di Stato per l'India, i cui rapporti portarono al [[Government of India Act 1919]], noto anche come riforme Montford o riforme Montagu-Chelmsford|[[Frederic Thesiger, I visconte Chelmsford|Lord Chelmsford]], viceré d'India, che chiese al governo britannico di dare una maggiore risposta all'opinione pubblica indiana}}
 
Nel 1916, di fronte al rafforzarsi delle proteste dei nazionalisti con la firma del [[patto di Lucknow]] e la fondazione dell'[[Indian Home Rule movement]], il nuovo viceré, [[Frederic Thesiger, I visconte Chelmsford|Lord Chelmsford]], chiese al governo britannico di dare maggiori risposte all'opinione pubblica indiana.<ref name="brown-p203-204"/> Sulla fine dell'anno, dopo discussioni col governo di Londra, il viceré suggerì di dimostrare la buona fede degli inglesi con una serie di azioni pubbliche, come la concessione di titoli e onori ai principi nativi, la garanzia di commissioni nell'esercito per gli indiani, la rimozione di tasse sul cotone e, cosa più importante, l'avvio di un piano per il futuro dell'India. Dopo ulteriori discussioni, nell'agosto del 1917 il nuovo segretario di Stato per l'India, [[Edwin Montagu]], annunciò l'intenzione del governo britannico di "incrementare l'associazione con gli indiani in ogni branca dell'amministrazione, e avviare il graduale sviluppo verso l'autogoverno delle istituzioni, in vista di un progresso di governo responsabile in India come parte integrante dell'Impero britannico".<ref name="brown-p203-204"/>
 
Montagu e Chelmsford presentarono i loro rapporti nel luglio del 1918 dopo un lungo viaggio in India nel precedente inverno.<ref name="brown-p205-207">Brown, 1994, pp. 205–07</ref> Dopo discussioni tra governo e parlamento britannico, venne creata una commissione che stabilì chi potesse votare alla future elezioni, approvando il [[Government of India Act 1919]] (noto anche come [[riforme Montagu–Chelmsford|riforme Montagu-Chelmsford]]) che venne siglato nel dicembre di quell'anno.<ref name="brown-p205-207"/> Con tale legge, anche se dipartimenti come la difesa, gli affari esteri, la legge criminale, le comunicazioni e le tasse erano comunque mantenute in mano del viceré e del governo centrale di Nuova Delhi, altri dipartimenti governativi come la salute pubblica, l'educazione, l'agricoltura e l'autogoverno locale passarono all'amministrazione provinciale.<ref name="brown-p205-207"/> Le province erano amministrate tramite un sistema [[diarchia|diarchico]] tra britannici e indiani, in un'ottica di collaborazione per il bene comune.<ref name="brown-p205-207"/>
 
Con queste riforme gli indiani vennero quindi affrancati dal loro status precedente, ottenendo il diritto di voto anche se, di fatti, quelli abili al voto rappresentavano il 10% della popolazione adulta maschile del paese.<ref name="brown-p205-207"/> Malgrado ciò, seggi vennero riservati ai musulmani, ai sikh, ai cristiani, agli anglo-indiani, agli europei residenti in India, garantendo così una migliore e più ampia rappresentatività della popolazione.<ref name="brown-p205-207"/>
 
===1917-1919: il Rowlatt Act===
[[File:Sir Sidney Arthur Taylor Rowlatt (cropped).jpg|thumb|[[Sidney Rowlatt]], il giudice britannico sotto la cui presidenza la [[commissione Rowlatt]] raccomandò la [[Rowlatt Act|restrizione delle leggi anti-sedizione]]]]
Nel 1917, mentre Montagu e Chelmsford compilavano i loro rapporti, una commissione presieduta dal giudice britannico, [[Sidney Rowlatt]], ottenne il compito di investigare eventuali "cospirazioni rivoluzionarie" come pretesto per estendere i poteri straordinari del governo.<ref name="brown-p203-204">Brown, 1994, pp. 203–04</ref> La Commissione Rowlatt presentò il suo rapporto nel luglio del 1918 nel quale si evidenziavano tre regioni a potenziale d'insorgenza: il [[Bengala]], la [[presidenza di Bombay]] e il [[Punjab (India)|Punjab]].<ref name="brown-p203-204"/> Per combattere i sovversivi in queste regioni, la commissione raccomandava che il governo utilizzasse la propria autorità come in tempo di guerra, incluso il diritto di trattare i casi di sedizione con tre giudici e senza giurie,<ref name="brown-p203-204"/> come pure il potere di utilizzare l'arresto e la detenzione anche solo per sospetto e senza processo.<ref name=spear190/>
[[File:Rowlatt bills1919.gif|thumb|left|Il Rowlatt Bills (1919) in un articolo di giornale indiano dell'epoca]]
Con la fine della prima guerra mondiale, in India vi fu un sostanziale cambiamento economico. Sul finire del 1919, 1.500.000 indiani avevano servito in ruoli combattenti e non combattenti e l'India aveva speso 146.000.000 di sterline per la guerra.<ref name="brown195-196">Brown, 1994, pp. 195–96</ref> L'aumento delle tasse insieme alle problematiche interne raddoppiò i prezzi di tutti i beni in India dal 1914 al 1920.<ref name="brown195-196"/> Il ritorno dei veterani di guerra, in particolar modo nel Punjab, creò una crisi di impieghi,<ref name=stein304>Stein, 2001, p. 304</ref> e l'inflazione post-bellica portò a rivolte per il cibo nelle province di Bombay, Madras e del Bengala,<ref name=stein304/> una situazione peggiorata ultimamente dai mancati [[monsoni]] del 1918-19.<ref name="brown195-196"/> L'influenza epidemica globale e la [[rivoluzione d'ottobre]] del 1917 aggiunsero ulteriori preoccupazioni, col timore di simili rivoluzioni anche in India.<ref>Ludden, 2002, p. 208</ref>
 
Per combattere quella che era vista come una crisi ormai imminente, il governo abbozzò con le raccomandazioni derivate dal rapporto della commissione Rowlatt, il [[Rowlatt Acts|Rowlatt Bills]].<ref name=spear190>Spear, 1990, p. 190</ref> Per quanto queste leggi vennero autorizzate da Edwin Montagu, in molti casi esse non furono bene accette da parte della popolazione indiana.<ref name="brown-p203-204"/> Nella successiva discussione e voto presso il Consiglio Legislativo Imperiale, tutti i membri indiani dello stesso si espressero contrariamente alla legge. Il governo indiano fu, a ogni modo, in grado di utilizzare la propria "maggioranza ufficiale" per assicurarsi il passaggio delle leggi nel 1919.<ref name="brown-p203-204"/> L'unica modifica che venne accettata fu la durata prevista di tali disposizioni, ovvero tre anni. Il [[Rowlatt Act]], a ogni modo, creò generale indignazione in tutta l'India e portò Gandhi in prima linea nel movimento nazionalista indiano.<ref name=spear190/>
 
===1919-1939: il massacro di Jallianwala, il movimento della non-cooperazione e il GIA 1935===
[[File:Map Political map of Asia 1937 - Touring Club Italiano CART-TRC-13 01.jpg|thumb|Mappa politica dell'Asia nel 1937]]
Il [[massacro di Jallianwala]] o "massacro di Amritsar", si svolse nei giardini pubblici di [[Jallianwala Bagh]] della città di [[Amritsar]]. Dopo giorni di rivolta il generale di brigata [[Reginald Dyer|Reginald E.H. Dyer]] impedì incontri pubblici e domenica 13 aprile 1919 cinquanta soldati dell'esercito indiano comandati dallo stesso Dyer iniziarono a sparare sulla folla senza preavviso. Le perdite stimate furono di 379 morti e 1100 feriti tra la popolazione.<ref>Nick Lloyd (2011). ''The Amritsar Massacre: The Untold Story of One Fateful Day'' p. 180</ref> L'[[Indian National Congress]] stimò il numero dei morti come tre volte superiore. Dyer venne rimosso dai suoi incarichi, ma venne largamente celebrato da quei britannici che credevano nella superiorità europea nel British Raj.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Derek Sayer |data=maggio 1991 |titolo=British Reaction to the Amritsar Massacre 1919–1920 |rivista=Past & Present |volume= 131|numero=131 |pp=130-64 |doi=10.1093/past/131.1.130 |jstor=650872}}</ref> Gli storici considerano a oggi che quello fu un passo decisivo verso la fine del governo britannico in India.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Brian Bond |data=ottobre 1963 |titolo=Amritsar 1919 |rivista=History Today |volume=13 |numero=10 |pp=666-76}}</ref>
 
Nel 1920, Gandhi iniziò la sua campagna di [[Movimento di non-cooperazione (1919-1922)|non cooperazione]], spingendo molti indiani a restituire al governo britannico onori e ricompense, a licenziarsi dai servizi civili e a boicottare i beni provenienti dalla Gran Bretagna. Gandhi riorganizzò inoltre il Congresso, trasformandolo in un movimento di massa e aprendone l'appartenenza anche ai più poveri tra gli indiani. Sebbene Gandhi avesse deciso di bloccare il movimento per la non-cooperazione nel 1922 dopo il violento [[incidente di Chauri Chaura]], il movimento rinacque nuovamente a metà degli anni '20.
 
La visita, nel 1928, della [[commissione Simon]], incaricata di istituire delle riforme costituzionali in India, portò a delle proteste in tutto il paese.<ref name="markovits-simon-bhagat">Markovits, 2004, pp.373–74</ref> Nel 1925, le proteste nonviolente ripresero come pure l'operato del Congresso, questa volta nel Gujarat, e guidato da Patel, che aveva organizzato i contadini al rifiuto nel pagamento delle tasse sulla terra; il successo di questa protesta, la [[Bardoli Satyagraha]], portò Gandhi nuovamente in politica attiva.<ref name="markovits-simon-bhagat"/>
 
Nella sua sessione annuale a [[Lahore]], il Indian National Congress, sotto la presidenza di [[Jawaharlal Nehru]], chiese la ''[[Purna Swaraj]]'' (in [[lingua indostana]]: "completa indipendenza"), o Purna Swarajya. La dichiarazione venne abbozzata dalla [[Congress Working Committee]], che includeva Gandhi, Nehru, Patel e [[Chakravarthi Rajagopalachari]]. Gandhi portò il movimento a una disobbedienza civile che culminò nel 1930 nel [[Salt Satyagraha]], nella quale migliaia di indiani si rifiutarono di pagare la tassa sul sale, marciando verso il mare e producendosi da soli il sale tramite l'evaporazione dell'acqua marina. Anche se molti, incluso Gandhi, vennero arrestati, il governo britannico dovette infine arrendersi e nel 1931 lo stesso Gandhi si portò a Londra per negoziare nuove riforme alle [[Round Table Conferences]].
 
A livello locale, il controllo britannico rimaneva sul [[Indian Civil Service]] (ICS), ma incontrò crescenti difficoltà. Nel 1945 gli indiani erano ormai numericamente dominanti nell'ICS ed erano divisi tra lealtà all'impero e desiderio di indipendenza nazionale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=David C. Potter |data=gennaio 1973 |titolo=Manpower Shortage and the End of Colonialism: The Case of the Indian Civil Service |rivista=Modern Asian Studies |volume=7 |numero=1 |pp=47-73 |jstor=312036|doi=10.1017/S0026749X00004388 }}</ref> Le finanze del Raj dipendevano dalle tasse sulla terra e queste erano entrate in crisi negli anni '30 del Novecento.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Simon Epstein |data=maggio 1982 |titolo=District Officers in Decline: The Erosion of British Authority in the Bombay Countryside, 1919 to 1947 |rivista=Modern Asian Studies |volume=16 |numero=3 |pp=493-518 |jstor=312118 |doi=10.1017/S0026749X00015286 }}</ref>
 
Nel 1935, dopo le Round Table Conferences, il parlamento britannico approvò il [[Government of India Act 1935]], che autorizzava la fondazione di assemblee legislative indipendenti in tutte le province dell'India britannica, la creazione di un governo centrale che incorporasse sia le province sotto il controllo britannico sia gli Stati principeschi indiani e la protezione delle minoranze religiose.<ref>Low, 1993, pp. 40, 156</ref> L'elettorato venne diviso in diciannove categorie religiose e sociali tra le quali musulmani, sikh, cristiani indiani, classi depresse, proprietari terrieri, commercio e industria, europei, anglo-indiani, ecc. ciascuna delle quali aveva una propria rappresentanza alle assemblee legislative provinciali, con propri candidati.
 
La legge del 1935 diede più autonomia alle province indiane, con l'obiettivo di appagare così il sentimento nazionalista. In realtà così facendo permanevano delle problematiche: se negli Stati amministrati dai britannici si presentava un governo più democratico e rappresentativo, difatti, in quelli governati da principi locali, il governo popolare non era ammesso.<ref>Piers Brendon, ''The Decline and Fall of the British Empire: 1781–1997'' (2008) p. 394</ref>
 
Le elezioni del 1937 portarono alla vittoria del Congresso in sette province su undici dell'India britannica.<ref name="low-1935-elections">Low, 1993, p.154</ref> I voti presi dal Congresso sorpresero gli ufficiali governativi del Raj che ne avevano sempre sottovalutato la rilevanza.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Andrew Muldoon |data=2009 |titolo=Politics, Intelligence and Elections in Late Colonial India: Congress and the Raj in 1937 |url=https://www.erudit.org/en/journals/jcha/2009-v20-n2-jcha3903/044403ar.pdf |rivista=Journal of the Canadian Historical Association |volume=20 |numero=2 |pp=160-88 |doi=10.7202/044403ar}}; Muldoon, ''Empire, politics and the creation of the 1935 India Act: last act of the Raj'' (2009)</ref> Gli inglesi separarono poi la provincia di Burma dall'India britannica nel 1937 e garantirono a essa lo statuto di colonia a parte, ma ancora una volta questa mossa risultò divisiva.<ref>{{cita testo|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,788006,00.html|titolo="Sword For Pen"|accesso=26 luglio 2022|dataarchivio=17 gennaio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080117060229/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,788006,00.html|urlmorto=sì}}. ''[[Time (periodico)|Time]]''. 12 April 1937.</ref>
{{clear}}
<gallery>
File:Gandhi in London meeting, 1931.jpg | Il Primo ministro britannico, [[Ramsay MacDonald]], tre posti a destra di Gandhi (a sinistra di chi guarda) alla seconda Round Table Conference. [[Samuel Hoare, I visconte Templewood|Samuel Hoare]] è due posti a destra di Gandhi. In seconda file, quarto da sinistra, si trova [[B. R. Ambedkar]] a rappresentare le "[[Dalit|Classi Depresse]]"
Gandhi besant madras1921.jpg|Gandhi con Besant si portano al meeting di [[Madras]] nel settembre 1921. Già a [[Madurai]], in quello stesso anno, Gandhi aveva adottato l'uso della tunica come simbolo della povertà dell'India.
Bhagat singh noncooperation.jpg|Staff e studenti del National College di [[Lahore]], fondato nel 1921 da [[Lala Lajpat Rai]] sulla scia del movimento di non-cooperazione. In piedi, quarto da destra, [[Bhagat Singh]].
NewDelhiInaugurationSecondDayCancellation27Feb1931.jpg|Francobolli commemorativi e annulli della serie "Inauguration of New Delhi", 27 febbraio 1931, che commemorano la nuova città disegnata da Sir [[Edwin Lutyens]] e da Sir [[Herbert Baker]]
Separation of Burma from British India 1937.jpg|Cartolina commemorativa del 1º aprile 1937 della separazione di Burma dall'India britannica
</gallery>
 
=== 1939-1945: la seconda guerra mondiale ===
[[File:A k fazlul hoque.jpg|thumb|upright|[[A. K. Fazlul Huq]], noto anche come ''Sher-e-Bangla'' o ''Tigre del Bengala'', fu il primo Primo ministro eletto nel Bengala, leader del [[Krishak Sramik Party|K. P. P.]] e importante alleato della [[All India Muslim League]]]]
[[File:Bundesarchiv Bild 101III-Alber-064-03A, Subhas Chandra Bose bei Heinrich Himmler.jpg|thumb| Subhas Chandra Bose (secondo da sinistra) con [[Heinrich Himmler]] (a destra), 1942]]
[[File:VictoryWorldWar2BritishRaj.jpg|thumb|Serie di francobolli "Victory" emessa dal governo dell'India per commemorare la vittoria alleata nella Seconda guerra mondiale]]
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, il viceré [[Victor Hope, II marchese di Linlithgow|Lord Linlithgow]], dichiarò guerra per conto dell'India senza consultare i presidenti dei congressi provinciali da poco istituiti, causando le loro dimissioni per protesta. La Lega Musulmana, per contro, sostenne l'entrata in guerra proposta dai britannici e mantenne il governo in tre province, Bengala, Sind e Punjab.<ref name="British Raj Independence movement"/>
 
La Lega Musulmana, che nel 1927 era composta da appena 1&nbsp;300 aderenti, era cresciuta rapidamente giungendo a 500&nbsp;000 tesserati nel Bengala nel 1944, 200&nbsp;000 nel Punjab e centinaia di migliaia d'altri in tutta l'India.<ref name="India and Pakistan independence"/> Jinnah si trovava ora in posizione favorevole per negoziare con i britannici.<ref>Ramachandra Guha, ''India After Gandhi: The History of the World's Largest Democracy'' (2007) p. 43</ref> Il 24 marzo 1940 a Lahore, la Lega passò la "[[Lahore Resolution]]" nella quale si chiedeva che "le aree nelle quali i musulmani siano numericamente in maggioranza come nel Nordovest, siano raggruppati a costituire Stati indipendenti, autonomi e sovrani."<ref>{{cita web|url=http://www.columbia.edu/itc/mealac/pritchett/00ambedkar/ambedkar_partition/101.html |titolo=Muslim Case for Pakistan |editore=University of Columbia}}</ref> Anche se vi erano molti altri politici mussulmani di peso al congresso come [[Ab'ul Kalam Azad]], o a livello regionale come [[A. K. Fazlul Huq]] del [[Krishak Praja Party]] in Bengala, [[Fazl-i-Hussain]] del [[Unionist Muslim League|Punjab Unionist Party]] e [[Abdul Ghaffar Khan|Abd al-Ghaffar Khan]] del [[Khudai Khidmatgar]] nella Provincia della Frontiera Nordoccidentale,<ref>Robb, 2002, p.190</ref> i britannici, nei successivi sei anni, continuarono a vedere nella sola Lega Mussulmana l'unica rappresentanza musulmana in India.
 
Il Congresso si oppose sentitamente all'avere una connotazione religiosa come i musulmani avrebbero voluto.<ref name="India and Pakistan independence">{{cita web|titolo=India and Pakistan win independence|url=http://www.history.com/this-day-in-history/india-and-pakistan-win-independence|sito=History.com|editore=History|accesso=2 agosto 2014}}</ref> I suoi rappresentanti insistevano sulla necessità che esso rappresentasse l'unità dell'India, incolpando per contro i britannici di applicare la regola del ''divide et impera'' per spingere i musulmani a sentirsi alieni agli indù. Jinnah rigettò l'idea di un'India unità, enfatizzando il fatto che le comunità religiose fossero ancora più importanti del nazionalismo, sentito come un'unione artificiale. Egli proclamò la [[teoria delle due nazioni]],<ref>{{Cita libro|autore=[[Stephen P. Cohen]] |anno=2004 |titolo=The Idea of Pakistan |editore=Brookings Institution Press |p={{cita testo|url=https://archive.org/details/ideaofpakistan00cohe/page/28|titolo=28}} |isbn=978-0-8157-1502-3 |url=https://archive.org/details/ideaofpakistan00cohe/page/28 }}</ref> partendo dal discorso tenuto a Lahore il 23 marzo 1940:
{{Citazione|[L'islam e l'induismo] non sono religioni nel senso stretto della parola, ma sono, di fatti, differenti e distinti ordini sociali ed è un sogno che indù e musulmani possano evolversi in una nazionalità comune [...] Gli indù e i musulmani appartengono a due differenti religioni, filosofie, costumi sociali e letteratura. Non possono sposarsi tra di loro e sono parte di due civilizzazioni differenti, basate perlopiù su idee in conflitto. Gli aspetti della loro vita sono differenti [...] Il fatto di riunirli in un singolo stato, con una minoranza e una maggioranza numerica, porterebbe allo scontento e alla distruzione finale.<ref>{{Cita libro|autore=D. N. Panigrahi |anno=2004 |titolo=India's partition: the story of imperialism in retreat |url=https://archive.org/details/indiaspartitions00grah |editore=Routledge |pp={{cita testo|url=https://archive.org/details/indiaspartitions00grah/page/n171|titolo=151}}–52 |isbn=978-1-280-04817-3}}</ref>
}}
 
L'esercito indiano nel 1939 includeva 220&nbsp;000 nativi, ma si espanse ulteriormente durante la guerra,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Omer Tarin e Neal Dando |data=autunno 2010 |titolo=Memoirs of the Second World War: Major Shaukat Hayat Khan |rivista=Durbar: Journal of the Indian Military Historical Society |volume=27 |numero=3 |pp=136-37}}</ref> e vennero istituite anche delle unità navali e di aviazione. Circa 2&nbsp;000&nbsp;000 furono i volontari indiani in servizio alle forze armate britanniche. Ebbero un ruolo importante in numerose campagne, specialmente nel Medioriente e in Nordafrica. Le perdite furono moderate (in termini relativi alla guerra mondiale), con 24&nbsp;000 morti; 64&nbsp;000 feriti; 12&nbsp;000 dispersi e 60&nbsp;000 prigionieri al 1942.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Kaushik Roy |anno=2009 |titolo=Military Loyalty in the Colonial Context: A Case Study of the Indian Army during World War II |rivista=Journal of Military History |volume=73 |numero=2}}</ref>
 
Il governo di Londra coprì la maggior parte delle spese dell'esercito indiano, il che ebbe l'effetto di cancellare il debito pubblico indiano; le finanze nazionali, anzi, conclusero la guerra con un surplus di 1&nbsp;300&nbsp;000&nbsp;000 sterline. Inoltre, le richieste britanniche di munizioni, uniformi, mitragliatrici e cannoni prodotti in India, portò a una rapida espansione dell'industria locale come quella tessile (+16%), dell'acciaio (+18%) e chimica (+30%). A Bangalore vennero prodotte anche le prime navi e alcuni aerei. Il sistema ferroviario, con 700&nbsp;000 impiegati, venne espanso ulteriormente.<ref>John F. Riddick, ''The history of British India: a chronology'' (2006) p. 142</ref>
 
Il governo britannico inviò la [[missione Cripps]] nel 1942 per assicurarsi della corretta cooperazione degli indiani agli sforzi bellici in cambio della promessa dell'indipendenza dopo la fine della guerra. I principali ufficiali di governo britannico, e in prima linea il Primo ministro [[Winston Churchill]], non diedero il loro sostegno alla missione Cripps.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Shyam Ratna Gupta |data=gennaio 1972 |titolo=New Light on the Cripps Mission |rivista=India Quarterly |volume=28 |numero=1 |pp=69-74 |doi=10.1177/097492847202800106}}</ref>
 
Il Congresso lanciò quindi il movimento [[Quit India]] nel luglio del 1942 chiedendo l'immediato ritiro dei britannici a livello internazionale dall'India o una disobbedienza civile di massa. L'8 agosto, il Raj arrestò tutti i capi nazionali, provinciali e locali del Congresso, detenendone molti sino al 1945. Il paese insorse in violente dimostrazioni guidate dagli studenti e poi dai contadini, in particolare nelle province unite orientali, nel Bihar e nel Bengala occidentale. L'esercito britannico a livello internazionale schiacciò la rivolta in poco più di sei settimane;<ref name="metcalf-quit-india">Metcalf, Metcalf, 2006, pp. 206–07</ref> a ogni modo questo non placò i malumori locali.<ref name="metcalf-quit-india"/> In altre parti dell'India, il movimento fu meno spontaneo e le proteste meno intense, ma perdurarono sino all'estate del 1943, senza comunque pesanti conseguenze per gli sforzi bellici britannici a livello internazionale.<ref name=Bandypadhya420>Bandyopadhyay, 2004, pp. 418–20</ref>
 
[[Subhas Chandra Bose]], che era stato uno dei leader dell'ala più giovanile e radicale dell'[[Indian National Congress]] tra gli anni '20 e '30, giunse al rango di presidente del Congresso tra il 1938 ed il 1939. Ad ogni modo venne escluso dal Congresso nel 1939 per divergenze con la dirigenza<ref>Low, 2002, p. 297</ref> e successivamente posto agli arresti domiciliari da parte dai britannici per poi riuscire a fuggire dall'India all'inizio del 1941.<ref>Low, 2002, p. 313</ref> Egli decise di rivolgersi alle [[potenze dell'Asse]] al fine di ottenere l'indipendenza dell'India.<ref name="Low, 1993, pp. 31–31">Low, 1993, pp. 31–31</ref> Col sostegno dei giapponesi, egli organizzò l'[[Indian National Army]], composto in gran parte da soldati indiani fatti prigionieri dai giapponesi dopo la [[battaglia di Singapore]]. Quando la guerra si stava avviando alla conclusione, i giapponesi iniziarono a sostenere un gran numero di Stati fantoccio e governi provvisori proprio in India, come ad esempio quelli nel Burna, nelle Filippine ed in Vietnam, oltre al governo provvisorio di [[Azad Hind]], presieduto da Bose.<ref name="Low, 1993, pp. 31–31"/>
 
Gli sforzi di Bose a ogni modo ebbero corta vita. A metà del 1944 il British Army bloccò e poi rovesciò l'offensiva giapponese ([[Operation U-Go]]), dando inizio alla [[campagna di Burma]]. L'Indian National Army di Bose si disintegrò in larga parte combattendo a Burma, ed i rimanenti si arresero con la ricattura di Singapore nel settembre del 1945. Bose morì in agosto dopo aver tentato di fuggire a bordo di un aereo giapponese che si schiantò in Taiwan,<ref>Wolpert, 2006, p. 69</ref><ref name="sugata-bose-p320">{{Cita pubblicazione|autore=Sugata Bose |titolo=His Majesty's Opponent: Subhas Chandra Bose and India's Struggle against Empire |url=https://books.google.com/books?id=g-pfHRAD03AC&pg=PA320 |accesso=21 settembre 2013 |anno=2011 |editore=Harvard University Press |isbn=978-0-674-04754-9 |p=320}}</ref> Anche se l'operazione di Bose non riuscì, egli di fatti fece emergere il sentimento nazionalista anche in India.<ref>Stein, 2001, p.345</ref>
<gallery>
File:Chaudhry Khaliquzzaman.jpg|[[Chaudhari Khaliquzzaman]] (a sinistra) appoggia la Lahore Resolution della Lega Musulmana con [[Jinnah]] (a destra) come presidente, e [[Liaquat Ali Khan]] (al centro)
File:Newly-arrived Indian troops.jpg|L'arrivo di nuove truppe indiane a Singapore, novembre 1941
File:Operation Crusader.jpg|Truppe indiane impegnate nell'[[Operation Crusader]] nella [[Western Desert Campaign]] in Nordafrica nel novembre/dicembre 1941
</gallery>
 
===1946-1947: l'indipendenza===
{{Vedi anche|Disputa sul nome India}}[[File:Cabinet mission to india1946.jpg|thumb|left|Membri del [[1946 Cabinet Mission to India]] incontrano [[Muhammad Ali Jinnah]]. A sinistra [[Frederick Pethick-Lawrence]]; all'estrema destra si trova [[Stafford Cripps|Sir Stafford Cripps]]]]
[[File:Hindu percent 1909.jpg|thumb|Percentuale degli indù nei distretti indiani, 1909]]
[[File:Muslim percent 1909.jpg|thumb|Percentuale dei musulmani nei distretti indiani, 1909]]
Nel gennaio del 1946, diversi furono gli ammutinamenti che si andarono creando nell'esercito britannico in generale, a partire da quelli della RAF, desiderosi di rimpatriare.<ref name="judd-mutiny">Judd, 2004, pp.172–73</ref> Gli ammutinati si unirono a quelli della [[Royal Indian Navy]] scoppiati a Bombay nel febbraio del 1946, seguiti da altri a [[Calcutta]], [[Madras]] e [[Karachi]]. Anche se queste rivolte vennero rapidamente soppresse, furono il chiaro segno a intervenire che venne lanciato al governo britannico, e in particolare al Cabinet Mission to India guidato dal segretario di Stato per l'India, [[Frederick Pethick-Lawrence]], e con incluso anche [[Stafford Cripps|Sir Stafford Cripps]], che aveva visitato il paese quattro anni prima.<ref name="judd-mutiny"/>
 
Sempre all'inizio del 1946, in India si tennero nuove elezioni. Sul finire del 1945, il governo coloniale aveva annunciato il processo pubblico di tre ufficiali di Bose dopo la sconfitta dell'Indian National Army con l'accusa di tradimento. Con l'inizio di questi processi, la leadership del Congresso, scelse di difendere gli accusati.<ref>Judd, 2004, pp. 170–71</ref> La successiva condanna degli imputati, le rivolte pubbliche e le remissioni delle sentenze, crearono una propaganda positiva per il Congresso, il quale ottenne poi otto province su undici.<ref>Judd, 2004, p. 172</ref> I negoziati tra Congresso e Lega Mussulmana, a ogni modo, crearono altre divisioni. Jinnah proclamò il 16 agosto 1946 il [[Direct Action Day]] con l'intento di vedere riconosciuti i diritti dei musulmani in India. Scoppiarono rivolte tra indù e musulmani a Calcutta che poi si diffusero rapidamente in tutta l'India britannica. Anche se il governo indiano e il Congresso ne uscirono scossi, a settembre, venne installato un governo ''ad interim'' con Jawaharlal Nehru quale primo ministro dell'India unita.<ref name="Gopal1976">{{Cita libro|autore=Sarvepalli Gopal|titolo=Jawaharlal Nehru: A Biography|url=https://archive.org/details/jawaharlalnehrub01gopa|accesso=21 febbraio 2012|anno=1976|editore=Harvard University Press|isbn=978-0-674-47310-2|p={{cita testo|url=https://archive.org/details/jawaharlalnehrub01gopa/page/362|titolo=362}}}}</ref>
 
Sul finire dell'anno, il Tesoro nazionale britannico, esausto dalla guerra recentemente conclusasi, e il governo laburista in carica, conscio del proprio mandato in patria e di quello a livello internazionale, come pure delle continue rivolte nell'India britannica,<ref name=Hyam106>Hyam, 2007, p. 106</ref> decisero di porre fine al governo britannico in India, e all'inizio del 1947 la Gran Bretagna annunciò l'intenzione di trasferire i propri poteri al governo provvisorio non più tardi del giugno del 1948.<ref name="British Raj Independence movement">{{cita web|titolo=From Empire to Independence: The British Raj in India 1858–1947|url=https://www.bbc.co.uk/history/british/modern/independence1947_01.shtml|sito=History|editore=BBC|accesso=2 agosto 2014 |autore=Dr Chandrika Kaul |data=3 marzo 2011}}</ref>
 
Con l'avvicinarsi della data prevista per l'indipendenza, le violenze tra indù e mussulmani nelle provincie di Punjab e Bengala continuarono ad aumentare. Con l'esercito britannico impreparato, il nuovo viceré, [[Louis Mountbatten]], decise di spostare la data di trasferimento dei poteri, riducendola ad appena sei mesi.<ref name="Indian Independence movement">{{cita web|titolo=Indian Independence|url=http://www.bl.uk/reshelp/findhelpregion/asia/india/indianindependence/|sito=British Library: Help for Researchers|editore=British Library|accesso=2 agosto 2014|citazione=portal to educational sources available in the India Office Records|dataarchivio=11 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180811194426/http://www.bl.uk/reshelp/findhelpregion/asia/india/indianindependence/|urlmorto=sì}}</ref> Nel giugno del 1947, i leader nazionalisti, incluso Sardar Patel, Nehru e [[Abul Kalam Azad]] per conto del Congresso, Jinnah in rappresentanza della Lega Musulmana, [[B. R. Ambedkar]] in rappresentanza degli [[Dalit|Intoccabili]] e [[Tara Singh]] in rappresentanza dei [[Sikh]], si accordarono per dividere il paese secondo linee religiose, in opposizione netta alla visione propinata da Gandhi.<ref name="British Raj Independence movement"/> Le regioni a predominanza indù e sikh vennero assegnate al [[Dominion dell'India]] mentre le aree a predominanza mussulmana passarono al [[Dominion del Pakistan]]; il piano includeva anche la divisione delle province di Punjab e Bengala.<ref>{{cita web|titolo=The Road to Partition 1939–1947|url=http://www.nationalarchives.gov.uk/education/resources/the-road-to-partition/|sito=Nationalarchives.gov.uk Classroom Resources|editore=National Archives|accesso=2 agosto 2014}}</ref>
 
Il nuovo [[Dominion del Pakistan]] (poi [[Repubblica Islamica del Pakistan]]), con Muhammad Ali Jinnah nel ruolo di governatore generale, e il [[Dominion dell'India]] (poi [[Repubblica dell'India|Repubblica indiana]]), con [[Jawaharlal Nehru]] quale primo ministro, si incontrarono rispettivamente con il viceré [[Louis Mountbatten]] rispettivamente a [[Karachi]] il 14 agosto e a [[Nuova Delhi]] il 15 agosto, senza cerimonie ufficiali.<ref>Ian Talbot and Gurharpal Singh, The Partition of India (2009), passim</ref><ref>{{cita web|autore=John Pike |url=http://www.globalsecurity.org/military/world/war/indo-pak-partition2.htm |titolo=India-Pakistan Partition 1947 |editore=Globalsecurity.org |accesso=14 agosto 2018}}</ref>
L'inno nazionale fu il ''[[God Save the Queen|God Save the King]]'' o ''[[God Save the Queen]]'' già dai tempi del controllo della [[Compagnia britannica delle Indie orientali|Compagnia delle Indie orientali]] ufficializzato nel 1858 dopo il passaggio dell'amministrazione alla Corona. Dal 1858 al 1901 ''God Save the Queen'' in quanto l'imperatrice dell'India fu la [[Vittoria del Regno Unito|regina Vittoria]] mentre dal 1901 al 1947 fu il ''[[God Save the Queen|God Save the King]]'' in quanto i sovrani furono [[Edoardo VII del Regno Unito|Edoardo VII]], [[Giorgio V del Regno Unito|Giorgio V]] e [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]]. Il 15 agosto [[1947]] giorno dell'[[indipendenza indiana]] l'Union Jack venne calata definitivamente accompagnata dal ''God Save the King,'' fu l'ultima volta in cui la bandiera britannica e l'inno britannico rappresentavano l'[[India]] che perdette da quel giorno l'appellativo di "britannica". Il ''God Save the King'' tuttavia rimase "inno reale" per l'[[India]] dal 1947 al 1950 per il [[Pakistan]] dal 1947 al 1956 anno in cui divennero rispettivamente (1950) l'India e (1956) il Pakistan delle repubbliche indipendenti. L'Union Jack invece cessò di avere valenza "nazionale" dal 1947 venendo sostituita dalle bandiere di India e Pakistan.
 
== Rapporti tra India britannica e statiStati principeschi indiani ==
[[File:IndiaPolitical1893ConstablesHandAtlas.jpg|thumb|left|L'Impero indiano nel 1893]]
L'Impero indiano britannico era suddiviso in due parti distinte: India britannica e [[Stati principeschi dell'India britannica|Stati principeschi]] o Stati nativi. Nell'[[Interpretation Act 1889|Interpretation Act del 1889]], il parlamento inglesebritannico adottò le seguenti definizioni per le due sezioni:<blockquote>
{{q|L'espressione "India britannica" indicherà tutti quei territori o luoghi in cui vige la sovranità di suaSua maestàMaestà e che sono quindi governati attraverso il governatoreGovernatore generaleGenerale dell'India o un suo subordinato. L'espressione "India" indicherà l'India britannica unitamente agli altri territori dei principiprìncipi o capi nativi. (|52 & 53 Vict. cap. 63, sec. 18)<ref name=igi-59-60>{{Harvnb|''Imperial Gazetteer of India'', vol. IV|, 1907|, pp=. 59–60}}</ref></blockquote>}}
 
In generale il termine "British India" è stato usato (e continua ada essere usato) in riferimento alle regioni sotto il controllo della Compagnia delle Indie Orientali dal [[1600]] sino al [[1858]].<ref>L'''1.''' ''Imperial Gazetteer of India'', volumevol. IV, publishedpubblicato undersotto thel'autorità authority of the [[dell'India Office|Secretary, ofOxford StateUniversity for India-in-Council]]''Press, 1909, Oxford University Pressp. page 5., Quoteafferma: "The history of British India falls, as observed by Sir C. P. Ilbert in his ''Government of India'', into three periods. From the beginning of the seventeenth century to the middle of the eighteenth century the East India Company is a trading corporation, existing on the sufferance of the native powers and in rivalry with the merchant companies of Holland and France. During the next century the Company acquires and consolidates its dominion, shares its sovereignty in increasing proportions with the Crown, and gradually loses its mercantile privileges and functions. After the mutiny of 1857 the remaining powers of the Company are transferred to the Crown, and then follows an era of peace in which India awakens to new life and progress." '''2.''' ''TheSi Statutes:veda From the Twentieth Year of King Henry the Third to theanche M.E..'' by Robert Harry Drayton, Statutes of the Realm - Law - 1770 Page 211 (3) "Save as otherwise expressly provided in this Act, the law of British India and of the several parts thereof existing immediately before the appointed ..." '''3.''' Edney, M.E. (1997) [http://www.press.uchicago.edu/presssite/metadata.epl?mode=synopsis&bookkey=40921 ''Mapping an Empire: The Geographical Construction of British India, 1765-1843''], Chicago e Londra, The University of Chicago Press., 480 pages1997. ISBN 978-0-226-18488-3 '''4.''' Hawes, C.J. (1996) [http://books.google.com/books?id=d22WUEmG49IC&dq=+%22British+India%22&lr=&source=gbs_summary_s&cad=0 Poor Relations: The Making of a Eurasian Community in British India, 1773-1833]. Routledge, 217 pages. ISBN 0-7007-0425-6.</ref> Il termine è stato anche usato per indicare i "Britannici in India".<ref>{{Harvnb|''Imperial Gazetteer of India'', vol. II|, 1908|p=, pp. 463, 470}} '''Quote1''': ("Before passing on to the political history of British India, which properly begins with the Anglo-French Wars in the [[Carnatic region|Carnatic]], ..."), (p. 463)" '''Quote2''': "The political history of the British in India begins in the eighteenth century with the French Wars in the Carnatic. (p.471)"</ref>
 
La sovranità negli oltre 175 statiStati principeschi, molti di notevole estensione e rilievo politico, veniva esercitata (in nome della corona britannica) dal governo centrale dell'India britannica per mano del [[Viceré]]; i rimanenti circa 500 staterelli indipendenti dipendevano invece dal governo provinciale.<ref name=igi-60>{{Harvnbcita|Imperial Gazetteer of India vol. IV|, 1907|p=. 60}}.</ref> In realtà la differenza tra "dominio" e "sovranità" non venne mai completamente definita e questo fu spesso alla base di contrasti tra i locali e l'amministrazione britannica in India. In campo internazionale tuttavia solo il governo britannico dell'India veniva riconosciuto poiché come sopra descritto gli Stati principeschi e gli altri sultanati minori non godevano di una politica estera autonoma essendo questa gestita unilateralmente dal governo britannico in India.<ref name=igi-60/>
Intorno al 1750, cioè quando ancora la "[[Compagnia britannica delle Indie orientali|Compagnia delle Indie]]" inglesebritannica possedeva le basi commerciali nel sub-continente indiano, i territori britannici erano suddivisi in tre vasti distretti o governi generali: 1.- Calcutta Presidency, istituita nel 1700 che si estendeva sulla vasta regione del delta del Gange nel Bengala; 2.- Madras Presidency, istituita nel 1684 e che comprendeva un lungo tratto di [[costa del Coromandel]]; 3.- Bombay Presidency, istituita nel 1703 e comprendeva tutte le basi britanniche che si affacciavano sulle coste occidentali indiane fino a Tellicherry. Con l'inaugurazione di una nuova politica di vere annessioni territoriali e di conquiste militari la Compagnia costituì progressivamente un vero Stato britannico indiano (Raj). Intorno al 1840 così si può parlare correttamente di "India britannica" a cui si affiancano centinaia di principati vassalli autoctoni, posti sotto la pesante tutela, prima di agenti della compagnia, poi del governo britannico (1858).
1.- Calcutta Presidency, istituita nel 1700 che si estendeva sulla vasta regione del delta del Gange nel Bengala;
2.- Madras Presidency, istituita nel 1684 e che comprendeva un lungo tratto di [[costa del Coromandel]];
3.- Bombay Presidency, istituita nel 1703 e comprendeva tutte le basi inglesi che si affacciavano sulle coste occidentali indiane fino a Tellicherry.
Con l'inaugurazione di una nuova politica di vere annessioni territoriali e di conquiste militari la Compagnia costituì progressivamente un vero Stato britannico indiano (Raj).
Intorno al 1840 così si può parlare correttamente di "India britannica" a cui si affiancano centinaia di principati vassalli autoctoni, posti sotto la pesante tutela, prima di agenti della compagnia, poi del governo britannico (1858).
 
I possessipossedimenti immediati britannici erano:
* A)- [[Calcutta Presidency]] con 11 province e 54 distretti -
** 1.- [[Bengala]] (1757; [[Calcutta]]) con 18 distretti e statiStati vassalli (tra cui [[Manipur]], [[Tripura]], [[Sikkim]], [[Bhutan]], [[Nepal]], ecc.e altri)
** 2.- [[Behar]] (1765; [[Patna]]) con 6 distretti e il principato di [[Cutch Behar]] (1772)
** 3.- [[Awadh|Oudh]] (1771; Garakpore) con 1 distretto e il principato di [[Oudh]] (dal 1775 fino al 1856)
** 4.- [[Allahabad]] (1775) con 6 distretti e vari principati (tra cui Rewa, [[Varanasi|Benares]], [[Bundelkhand]], ecc.e altri)
** 5.- [[Agra (India)|Agra]] (1803) con 5 distretti e vari principati (tra cui [[Mewat]], Bhartpur, Dholpur, ecc.e altri)
** 6.- [[Delhi]] (1803) con 6 distretti e vari principati (tra cui Moghul Palace - [[Fort Red]], Rewari, Rampur, Chtor)
** 7.- [[Orissa]] (1803; [[Cuttack]]) con 6 distretti e vari principati (tra cui [[Chota Nagpur]], Bharatpur, ecc.e altri)
** 8.- [[Ajmer]] (1818) con un distretto ede i vari principati dei [[Rajput]] (tra cui [[Jodhpur]], [[Udaipur (Rajasthan)|Udaipur]], Bikaner, ecc.e altri)
** 9.- [[Gondwana]] (1818; Jubbolpore) con un distretto e vari principati (tra cui [[Nagpur]], [[Gwalior]], [[Indore]], [[Bhopal]], [[Ratlam]], ecc.e altri)
** 10.-[[Divisione del Garhwal|Garhwal]] (1821; [[Srinagar]]) con 3 distretti e vari principati (tra cui [[Phulkian states]], [[Tehri Garhwal]], Ludhiana, ecc.e altri)
** 11.-[[Assam]] (1826; Jorhat) con 1 distretto ed ex principati annessi (1802-1822)
* B)- [[Madras Presidency]] con 6 province e 20 distretti -
** 1.- [[CircarsCircar]] (1759; Vizianagram) con 5 distretti e alcuni principati (tra cui [[Hyderabad]], [[Bijapur]], Banganapalli, ecc.e altri)
** 2.- [[Carnatic]] (1801; [[Chennai|Madras]]) con 10 distretti e vari principati (tra cui [[Arcot]], Pudukkottai, ecc.e altri)
** 3.- [[Kanara]] (1801; [[Mangalore]]) con 1 distretto
** 4.- [[Balaghat]] (1801; [[Bellary]]) con 1 distretto
** 5.- [[Coimbatore]] (1803) con 2 distretti ede il principato vassallo del [[Mysore]]
** 6.- [[Malabar]] (1803; [[Calicut]]) con 1 distretto e vari principati (tra cui [[Cochin]], [[Travancore]], [[Coorg Mercara]], [[Kerala]], ecc.e altri)
* C)- [[Bombay Presidency]] con 4 province e 13 distretti -
** 1.- [[Gujarat]] (1818; [[Bombay]]) con 4 distretti e vari principati (tra cui [[Baroda (stato)|Baroda]], [[Porbandar]], Palitana, ecc.e altri)
** 2.- [[Bijapur]] (1818) con 5 distretti e vari principati (tra cui [[Janjira]], [[Bhor]], [[Kolhapur]], [[Miraj]], ecc.e altri)
** 3.- [[Kandeish]] (1818; Nandode) con 3 distretti ede xil principato di [[Yeola]]
** 4.- [[Aurangabad]] (1818) con 1 distretto.
 
I rimanenti territori indiani costituivano il resto dei principati e canati[[Khanati]] ancora indipendenti.
 
=== Maggiori province ===
 
Al XX secolo l'India britannica era composta dida otto province, ciascuna amministrata da un proprio governatoreGovernatore o luogotenenteLuogotenente-governatoreGovernatore. La tabella seguente indica la loro area la popolazione (ma non include gli statiStati nativi) al 1907 circa:<ref name=igi-46>{{Harvnbcita|Imperial Gazetteer of India vol. IV|, 1907|p=. 46}}.</ref>
 
{| class="wikitable"
|- style="vertical-align:bottom;"
! Province dell'India britannica<ref name=igi-46/> !! Area (in chilometri quadrati) !! Popolazione !! Ufficiale capo dell'amministrazione
|-
| align="center"[[Governo britannico in Birmania| [[BurmaBirmania]] || align="center" | 440.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 9.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | Luogotenente governatore
|-
| align="center" | [[Bengala]] (inclusi attuali [[Bangladesh]], [[Bengala Orientale]], [[Bihar (India)|Bihar]] e [[Orissa]])|| align="center" | 390.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 75.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | Luogotenente governatore
|-
|align="center" | [[Madras]] || align="center" | 370.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 38.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | Governatore
|-
|align="center" | [[Bombay]] || align="center" | 320.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 19.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | Governatore
|-
| align="center" | [[Province Unite di Agra e Oudh|Province Unite]] (attuali [[Uttar Pradesh]] e [[Uttarakhand]]) || align="center" | 280.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 48.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | Luogotenente governatore
|-
| align="center" | [[Province Centrali di Berar|Province Centrali (inclusa Berar)]] || align="center" | 270.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 13.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | Commissario Capo
|-
|align="center" | [[Punjab (regione)|Punjab]] || align="center" | 250.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 20.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | Luogotenente governatore
|-
|align="center" | [[Assam]] || align="center" | 130.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 6.&nbsp;000.&nbsp;000 || align="center" | ChiefCommissario CommissionerCapo
|}
Durante la divisione del Bengala (1905–19111905-1911), venne creata la nuova provincia di ''Assam e Bengala Orientale'' con a capo un luogotenente governatore. Nel [[1911]], il ''Bengala Orientale'' venne riunito al Bengala, e le nuove province orientali divennero: Assam, Bengala, Bihar e Orissa.<ref name=igi-46/>
 
=== Province minori ===
Oltre a quelle sopra citate vi erano molte province minori amministrate da commissari capi:<ref name=igi-56>{{Harvnbcita|Imperial Gazetteer of India vol. IV|, 1907|p=. 56}}.</ref>
{| class="wikitable" border="1"
|- style="vertical-align:bottom;"
! Provincia minore !! Area (in chilometri quadrati)!! Popolazione !! Ufficiale capo dell'amministrazione
|-
| align="center" | [[Khyber Pakhtunkhwa|Provincia della Frontiera del Nord-Ovest]] ||align="center" | 16.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 2.&nbsp;125.&nbsp;000 || align="center" | Commissario Capo
|-
| align="center" | [[Belucistan (regione geografica)|Balucistan]] || align="center" | 46.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 308.&nbsp;000 || align="center" | Agente Politico Britannico nel Baluchistan in servizio ''ex- officio'' come Commissario Capo
|-
|align="center" | [[Coorg]] || align="center" | 1.&nbsp;600&nbsp;km² || align="center" | 181.&nbsp;000 || align="center" | Residente Britannico a Mysore in servizio ''ex- officio'' come Commissario Capo
|-
|align="center" | [[Ajmer-Merwara]] || align="center" | 2.&nbsp;700&nbsp;km² || align="center" | 477.&nbsp;000 || align="center" | Agente Politico Britannico nel Rajputana in servizio ''ex- officio'' come Commissario Capo
|-
|align="center" | [[Andamane e Nicobare|Isole Andamane e Nicobare]] || align="center" | 3.&nbsp;000&nbsp;km² || align="center" | 25.&nbsp;000 || align="center" | Commissario Capo
|}
 
=== Stati principeschi ===
{{vedi anche|Stati principeschi dell'India britannica}}
Uno Stato principesco, indicato anche coi nome di stato nativo o Stato indiano, era uno Stato nominalmente sovrano all'interno del governo britannico in India e come tale non era governato direttamente dagli inglesi, ma da sovrani locali ([[maharaja]], [[raja]], [[nababbo|nababbi]], [[nizam]], ecc.). Inizialmente gli agenti britannici della [[Compagnia britannica delle Indie orientali|Compagnia delle Indie]] esercitavano su tali sovrani un controllo principalmente militare ed economico. La politica di annessioni, esercitata nella prima metà del XIX secolo dei principati che rimanevano privi di eredi diretti, creò un clima di alta tensione che fu una delle cause della [[rivolta dei Sipays]] e la soppressione della Compagnia come entità politica. Le province e conseguentemente gli stati indiani vassalli passarono sotto il governo britannico (1859). Ad ogni modo gli inglesi vi controllavano le risorse militari, gli affari esteri e le comunicazioni. Vi era un totale di 565 stati principeschi nel subcontinente indiano che divennero poi indipendenti nell'agosto del [[1947]].<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/1762146.stm Kashmir: The origins of the dispute], BBC News, 16 January 2002</ref>
Uno Stato principesco, indicato anche coi nomi di "Stato nativo" o "Stato indiano", era uno Stato nominalmente sovrano all'interno del governo britannico in India e come tale non era governato direttamente dai britannici, ma da sovrani locali ([[maharaja]], [[raja]], [[nababbo|nawwāb]], [[nizam|niẓām]], ecc.). Inizialmente gli agenti britannici della [[Compagnia britannica delle Indie orientali|Compagnia delle Indie]] esercitavano su tali sovrani un controllo essenzialmente militare ed economico. La politica di annessioni, esercitata nella prima metà del XIX secolo dei principati che rimanevano privi di eredi diretti, creò un clima di alta tensione che fu una delle cause dei [[Moti indiani del 1857]] - chiamati anche "''Mutiny''", "Rivolta dei Sepoy", o "Prima guerra d'indipendenza indiana" - e la soppressione della Compagnia come entità politica. Le province e conseguentemente gli Stati indiani vassalli passarono sotto il governo britannico (1859). Ad ogni modo i britannici vi controllavano le risorse militari, gli affari esteri e le comunicazioni. Vi era un totale di 565 Stati principeschi nel subcontinente indiano che divennero poi indipendenti nell'agosto del 1947.<ref>{{cita testo|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/1762146.stm|titolo=Kashmir: The origins of the dispute}}, BBC News, 16 January 2002</ref>
 
=== Organizzazione ===
<gallery>
[[File:India railways1909a.jpg|thumb|upright=1.4|Le linee ferroviarie nell'impero indiano ([[1909]]).]]
File:1stViscountHalifax.jpg|[[Charles Wood, I visconte Halifax]], che fu [[President of the Board of Control]] della Compagnia delle Indie Orientali dal 1852 al 1855 e che emanò l'[[Education Dispatch of 1854]] modellato sulla politica di educazione britannica in India, fu anche [[Segretario di Stato per l'India]] nei primi anni del governo della Corona.
<Center>
<Gallery>
File:1stViscountHalifax.jpg|[[Charles Wood, I visconte Halifax]], che fu [[President of the Board of Control]] della [[Compagnia delle Indie Orientali]] dal [[1852]] al [[1855]] e che emanò l'[[Education Dispatch of 1854]] modellato sulla politica di educazione britannica in India, fu anche [[Segretario di Stato per l'India]] nei primi anni del governo della Corona.
File:Robert cecil.jpg|[[Robert Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury]] fu Segretario di Stato per l'India in due occasioni prima di prestare servizio come Primo Ministro del Regno Unito per un totale di tredici anni.
File:Lord Viscount Canning.jpg|[[Charles Canning, I conte Canning]], l'ultimo governatore generale dell'India sotto il governo della Compagnia delle Indie orientali e primo viceré d'India sotto il governo della Corona britannica.
</Gallerygallery>
A seguito dei [[moti indiani del 1857]], l'[[Government of India Act 1858|Act for the Better Government of India (1858)]] apportò dei cambiamenti nel governo dell'India a tre livelli: nel governo imperiale a [[Londra]], nel governo centrale a [[Calcutta]] e nei governatorati provinciali.<ref>Moore, 2001, pp. 424–426.</ref>
</Center>
A seguito dei [[moti indiani del 1857]], l'[[Government of India Act 1858|Act for the Better Government of India (1858)]] apportò dei cambiamenti nel governo dell'India a tre livelli: nel governo imperiale a [[Londra]], nel governo centrale a [[Calcutta]] e nei governatorali provinciali.<ref name=moore-general>{{Harvnb|Moore|2001a|pp=424–426}}</ref>
 
A Londra venne composto un gabinetto di governo presieduto dal [[Segretario di Stato per l'India]] e da quindici membri del [[Consigli d'India]] che avessero trascorso almeno dieci anni in India.<ref name=moore-424>{{Harvnb|Moore|2001a|p=424}}</ref> Anche se il Segretario di Stato comunicava direttamente col governatorato indiano, spesso egli si serviva del proprio Consiglio ma soprattutto in materia economica.<ref name=moore-general/> Dal [[1858]] al [[1947]] vennero nominati ventisette Segretari di Stato per l'India tra i quali ricordiamo Sir [[Charles Wood, iI visconte Halifax|Charles Wood]] (1859–18661859-1866), [[Robert Arthur Talbot Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury]] (1874–18781874-1878) (poi Primo Ministroministro del Regno Unito), [[John Morley]] (1905–19101905-1910) (iniziatoreartefice delle [[Minto-Morley Reforms]]), [[Edwin Samuel Montagu|E. S. Montagu]] (1917–19221917-1922) (vero artefice delle [[Montagu-Chelmsford reforms]]) e [[Frederick Pethick-Lawrence]] (1945–19471945-1947) (capo deldi gabinettoGabinetto indiano). La grandezza del consiglioConsiglio venne ridotta nel corso delle differenti epoche ma i poteri rimasero gli stessi. Nel [[1907]], per la prima volta, due indiani vennerofurono nominati nel consiglioConsiglio.<ref name=moore-426>{{Harvnb|Moore|2001a|, 2001, p=. 426}}.</ref>
 
A Calcutta, il governatoreGovernatore generale rimase a capo del governo indiano ede ottenne il nometitolo di Viceré, in quanto rappresentante effettivo del sovrano britannico che deteneva la sovranità sull'India britannica; egli, ada ogni modo, era responsabile del proprio operato presso il Segretario di Stato a Londra e quindi verso il parlamento inglesebritannico<ref name=":1" />. Un sistema di "doppio governo" era già stato del resto messo alla prova dal ministro Pitt con l'[[Pitt's India Act|India Act ofdel 1784]].<ref name=moore-426/> Il governatoreGovernatore generale si trovava nella capitale Calcutta, i governatori risiedevano nelle province più importanti ([[Madras]] o [[Bombay]]) mentre gli ordini venivano impartiti direttamente da Calcutta, ovedove aveva sede anche il consiglioConsiglio.<ref name=moore-426/> Ad ogni modo il consiglio aveva un valore consultivo sin dalla sua fondazione nel [[1858]] e le decisioni più importanti venivano ada ogni modo prese dall'esecutivo centrale così come stabilito dall'[[Indian Councils Act 1861|Indian Councils Act ofdel 1861]].
 
=== Governatori generali e viceré dell'India ===
{| class="wikitable"
|- style="vertical-align:bottom;"
|- bgcolor="#A9A9A9"
! width="2.5%" align="left"| <font color=black># !! width="25%" align="left"| <font color=black>Nome !! width="22.5%" align="left"| <font color=black>Immagine !! width="25%" align="left"| <font color=black>Dal !! width="25%" align="left"| <font color=black>Al
|- bgcolor="#F5F5F5"
|-
! #
| align="center"|1
! Nome
| align="center"|[[Charles Canning, I Conte Canning]]<ref>Creato conte Canning nel 1859.</ref>
! Immagine
| align="center"|[[File:Charles Canning, 1st Earl Canning - Project Gutenberg eText 16528.jpg|100px]]
! Dal
| align="center"|1º novembre 1858
! Al
| align="center"|21 marzo 1862
|-
| 1
| align="center"|2
| [[Charles Canning, I conte Canning]]<ref>Creato conte Canning nel 1859.</ref>
| align="center"|[[James Bruce, VIII conte di Elgin]]
| [[File:Charles_Canning,_1st_Earl_Canning_-_Project_Gutenberg_eText_16528.jpg|131x131px]]
| align="center"|[[File:LordJamesBruceElgin.jpg|100px]]
| 1º novembre 1858
| align="center"|21 marzo 1862
| 21 marzo 1862
| align="center"|20 novembre 1863
|-
| 2
| align="center"|3
| [[James Bruce, VIII conte di Elgin]]
| align="center"|[[Robert Napier]], I barone Napier di Magdala<br />(facente funzioni)
| [[File:Elgin.png|136x136px]]
| align="center"|[[File:Robert Napier, 1st Baron Napier of Magdala - Project Gutenberg eText 16528.jpg|100px]]
| 21 marzo 1862
| align="center"|21 novembre 1863
| align="center"|220 dicembrenovembre 1863
|-
| 3
| align="center"|4
| [[Robert Napier]], I barone Napier di Magdala
| align="center"|[[William Denison|Sir William Denison]]<br />(facente funzioni)
(facente funzioni)
| align="center"|[[File:William Denison.jpg|100px]]
| [[File:Robert_Napier,_1st_Baron_Napier_of_Magdala_-_Project_Gutenberg_eText_16528.jpg|134x134px]]
| align="center"|2 dicembre 1863
| 21 novembre 1863
| align="center"|12 gennaio 1864
| 2 dicembre 1863
|-
| 4
| align="center"|5
| [[William Denison|Sir William Denison]]
| align="center"|[[John Lawrence, I barone Lawrence]]
(facente funzioni)
| align="center"|[[File:John Lawrence by Maull and Polybank.jpg|100px]]
| [[File:William_Denison_2.jpg|130x130px]]
| align="center"|12 gennaio 1864
| 2 dicembre 1863
| align="center"|12 gennaio 1869
| 12 gennaio 1864
|-
| 5
| align="center"|6
| [[John Lawrence, I barone Lawrence]]
| align="center"|[[Richard Bourke, VI conte di Mayo]]
| align="center"|[[File:6th Earl of MayoJohn_Lawrence_by_Maull_and_Polybank.jpg|100px133x133px]]
| align="center"|12 gennaio 18691864
| 12 gennaio 1869
| align="center"|8 febbraio 1872
|-
| 6
| align="center"|7
| [[Richard Bourke, VI conte di Mayo]]
| align="center"|[[John Strachey|Sir John Strachey]]<br />(facente funzioni)
| align="center"|[[File:John and Richard Strachey6th_Earl_of_Mayo.jpg|100px125x125px]]
| 12 gennaio 1869
| align="center"|9 febbraio 1872
| align="center"|238 febbraio 1872
|-
| 7
| align="center"|8
| [[John Strachey|Sir John Strachey]]
| align="center"|[[Francis Napier, X Lord Napier]]<br />(facente funzioni)
(facente funzioni)
| align="center"|[[File:FrancisNapier10thLordNapier.jpg|100px]]
| [[File:John_and_Richard_Strachey.jpg|151x151px]]
| align="center"|24 febbraio 1872
| align="center"|39 maggiofebbraio 1872
| 23 febbraio 1872
|-
| 8
| align="center"|9
| [[Francis Napier, X lord Napier]]
| align="center"|[[Thomas Baring, I conte di Northbrook]]
(facente funzioni)
| align="center"|[[File:1stEarlOfNorthbrooke.jpg|100px]]
| [[File:FrancisNapier10thLordNapier.jpg|121x121px]]
| align="center"|3 maggio 1872
| 24 febbraio 1872
| align="center"|12 aprile 1876
| 3 maggio 1872
|-
| 9
| align="center"|10
| align="center"|[[RobertThomas Bulwer-LyttonBaring, I conte di LyttonNorthbrook]]
| [[File:1stEarlOfNorthbrooke.jpg|126x126px]]
| align="center"|[[File:University of Glasgow - Old and New, Robert Bulwer Lytton.png|100px]]
| align="center"|123 maggio 18761872
| 12 aprile 1876
| align="center"|8 giugno 1880
|-
| 10
| align="center"|11
| align="center"|[[GeorgeRobert RobinsonBulwer-Lytton, I marcheseconte di RiponLytton]]
| [[File:University_of_Glasgow_-_Old_and_New,_Robert_Bulwer_Lytton.png|140x140px]]
| align="center"|[[File:George Robinson 1st Marquess of Ripon.jpg|100px]]
| 12 maggio 1876
| align="center"|8 giugno 1880
| 8 giugno 1880
| align="center"|13 dicembre 1884
|-
| 11
| align="center"|12
| align="center"| [[FrederickGeorge Hamilton-Temple-BlackwoodRobinson, I marchese di Dufferin e AvaRipon]]
| align="center"| [[File:Young Lord DufferinGeorge_Robinson_1st_Marquess_of_Ripon.jpg|100px130x130px]]
| 8 giugno 1880
| align="center"| 13 dicembre 1884
| align="center"| 1013 dicembre 18881884
|-
| 12
| align="center"|13
| align="center"| [[HenryFrederick PettyHamilton-FitzmauriceTemple-Blackwood, VI marchese di LansdowneDufferin e Ava]]
| [[File:Young_Lord_Dufferin.jpg|134x134px]]
| align="center"| [[File:Henry Petty-FitzMaurice, 5th Marquess of Lansdowne - Project Gutenberg eText 16528.jpg|100px]]
| align="center"| 1013 dicembre 18881884
| 10 dicembre 1888
| align="center"| 11 ottobre 1894
|-
| 13
| align="center"|14
| [[Henry Petty-Fitzmaurice, V marchese di Lansdowne]]
| align="center"| [[Victor Bruce, IX conte di Elgin]]
| [[File:Henry_Petty-FitzMaurice,_5th_Marquess_of_Lansdowne_-_Project_Gutenberg_eText_16528.jpg|146x146px]]
| align="center"| [[File:9thEarlOfElgin.jpg|100px]]
| 10 dicembre 1888
| align="center"| 11 ottobre 1894
| 11 ottobre 1894
| align="center"| 6 gennaio 1899
|-
| 14
| align="center"|15
| [[Victor Bruce, IX conte di Elgin]]
| align="center"| [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston]]<ref>[[Oliver Russell, II barone Ampthill]] fu nei fatti governatore generale nel 1904</ref>
| align="center"| [[File:George Curzon29thEarlOfElgin.jpg|100px125x125px]]
| 11 ottobre 1894
| align="center"| 6 gennaio 1899
| 6 gennaio 1899
| align="center"| 18 novembre 1905
|-
| 15
| align="center"|16
| [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston]]<ref>[[Oliver Russell, II barone Ampthill]] fu nei fatti governatore generale nel 1904</ref>
| align="center"| [[Gilbert Elliot-Murray-Kynynmound, IV conte di Minto]]
| align="center"| [[File:4th Earl of MintoGeorge_Curzon2.jpg|100px135x135px]]
| 6 gennaio 1899
| align="center"| 18 novembre 1905
| align="center"| 2318 novembre 19101905
|-
| 16
| align="center"|17
| [[Gilbert Elliot-Murray-Kynynmound, IV conte di Minto]]
| align="center"| [[Charles Hardinge, I barone Hardinge di Penshurst]]
| align="center"| [[File:Charles HardingeFourth_Earl_of_Minto.jpg|100px125x125px]]
| align="center"| 2318 novembre 19101905
| 23 novembre 1910
| align="center"| 4 aprile 1916
|-
| 17
| align="center"|18
| [[Charles Hardinge, I barone Hardinge di Penshurst]]
| align="center"| [[Frederic Thesiger, I visconte Chelmsford]]
| align="center"| [[File:1stViscountChelmsfordCharles_Hardinge.jpg|100px160x160px]]
| 23 novembre 1910
| align="center"| 4 aprile 1916
| align="center"| 24 aprile 19211916
|-
| 18
| align="center"|19
| [[Frederic Thesiger, I visconte Chelmsford]]
| align="center"| [[Rufus Isaacs, I marchese di Reading]]
| align="center"| [[File:Rufus Isaacs1stViscountChelmsford.jpg|100px128x128px]]
| align="center"| 24 aprile 19211916
| align="center"| 32 aprile 19261921
|-
| 19
| align="center"|20
| align="center"| [[E. F. L.Rufus WoodIsaacs, I contemarchese di HalifaxReading]]
| align="center"| [[File:Halifax-headshotRufus_Isaacs.JPGjpg|100px146x146px]]
| align="center"| 32 aprile 19261921
| align="center"| 183 aprile 19311926
|-
| 20
| align="center"|21
| [[Edward Wood, I conte di Halifax]]
| align="center"| [[Freeman Freeman-Thomas, i marchese di Willingdon]]
| [[File:1st_Earl_of_Halifax_1947.jpg|136x136px]]
| align="center"| [[File:Freeman Freeman-Thomas by Henry Walter Barnett.jpg|100px]]
| align="center"| 183 aprile 19311926
| align="center"| 18 aprile 19361931
|-
| 21
| align="center"|22
| align="center"| [[VictorFreeman HopeFreeman-Thomas, III marchese di LinlithgowWillingdon]]
| [[File:Freeman_Freeman-Thomas_by_Henry_Walter_Barnett.jpg|136x136px]]
| align="center"|
| align="center"| 18 aprile 19361931
| 18 aprile 1936
| align="center"| 1º ottobre 1943
|-
| 22
| align="center"|23
| [[Victor Hope, II marchese di Linlithgow]]
| align="center"| [[Archibald Wavell, I conte Wavell]]
| [[File:Victor_Hope,_2nd_Marquess_of_Linlithgow.jpg|136x136px]]
| align="center"| [[File:Archibald Wavell2.jpg|100px]]
| 18 aprile 1936
| align="center"| 1º ottobre 1943
| 1º ottobre 1943
| align="center"| 21 febbraio 1947
|-
| 23
| align="center"|24
| align="center"| [[LouisArchibald MountbattenWavell, I conte Mountbatten di BurmaWavell]]
| align="center"| [[File:MountbattenArchibald_Wavell2.jpg|100px116x116px]]
| 1º ottobre 1943
| align="center"| 21 febbraio 1947
| align="center"|21 15 agostofebbraio 1947
|-
| 24
| [[Louis Mountbatten|Louis Mountbatten, I conte Mountbatten di Birmania]]
| [[File:Lord_Mountbatten_Naval_in_colour_Allan_Warren.jpg|154x154px]]
| 21 febbraio 1947
| 15 agosto 1947
|}
 
==Giustizia e sistema legale==
== Storia ==
[[File:Delhi Durbar 1903.jpg|thumb|Una coppia di elefanti trasporta la carrozza del [[maharaja]] di [[Rewa (stato)|Rewa]] al [[Delhi Durbar]] del 1903]]
{{Storia dell'India}}
Dopo il 1857 il governo coloniale britannico rafforzò ed espanse il proprio sistema di tribunali in tutta l'India, come pure le procedure legali e gli statuti. Una delle prime legislazioni fu quella per unire i territori della [[Compagnia britannica delle Indie orientali]] ai territori della Corona britannica, introducendo un nuovo codice penale e dei nuovi codici di procedura penale e civile, basati in larga parte sulle leggi britannici esistenti. Negli anni '60-'80 dell'Ottocento, il Raj legiferò su nascite, morti, matrimonio, adozioni, proprietà della terra e disposizioni testamentarie. L'intento era quello di creare dei registri stabili e consultabili circa le identità verificabili delle persone, che era la cosa all'epoca più complessa da fare in quel contesto. Ad ogni modo, vi fu opposizione sia da parte dei mussulmani sia da parte degli indù che si lamentarono delle nuove procedure di censimento in quanto, a loro detta, ledevano la privacy delle donne indiane. Le regole della [[Purdah]] impedivano infatti alle donne di rivelare il nome del loro marito o di farsi fotografare. Un primo censimento di tutta l'India venne condotto tra il 1868 e il 1871, spesso utilizzando numeri complessivi per indicare il numero delle donne anziché singoli nomi. L'idea di creare un censimento quanto più possibile preciso era anche dettata dal fermare la pratica dell'infanticidio femminile, della prostituzione, dei lebbrosi e degli eunuchi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Radhika Singha |data=febbraio 2003 |titolo=Colonial Law and Infrastructural Power: Reconstructing Community, Locating the Female Subject |rivista=Studies in History |volume=19 |numero=1 |pp=87-126 |doi=10.1177/025764300301900105}}</ref>
=== Seguito della ribellione del 1857: critiche indiane e risposta inglese ===
<Center>
<Gallery>
File:Rani of jhansi.jpg|[[Rani Lakshmibai|Rani Lakshmibai, Rani di Jhansi]], uno dei principali capi di [[Moti indiani del 1857]], che precedentemente aveva perso il proprio regno come risultato della [[Dottrina della decadenza]] inaugurata da [[James Broun-Ramsay, I marchese di Dalhousie]].
Image:Image victoria proclamation1858c.JPG|La proclamazione "Ai principi, capi e popolo d'India" pubblicata dalla [[Regina Vittoria]] il 1º novembre 1858. "Ci impegnamo solennemente a rispettare i territori nativi che noi ci arroghiamo di ritenere soggetti."
Image:SAKhan.jpg|Sir [[Syed Ahmed Khan]] fondatore del [[Muhammedan Anglo-Oriental College]], poi [[Aligarh Muslim University]], scrisse una delle prime critiche all'azione britannica, ''Cause dei Moti Indiani''.
Image:Victoria empress india1.jpg|Souvenir del 1887 consistente in un ritratto della Regina Vittoria come Imperatrice d'India a 30 anni dalla rivolta indiana.
</Gallery>
</Center>
 
==Cultura==
Anche se la grande ribellione indiana del 1857 aveva scosso il governo britannico, non lo aveva disarcionato. Dopo la ribellione, gli inglesi divennero più circospetti ma divenne chiara la necessità di coinvolgere maggiormente gli indiani nell'amministrazione del governo, senza tuttavia concedere loro eccessivo spazio. L'esercito indiano venne completamente riorganizzato e venne privato delle unità di Musulmani e Bramini delle province di Agra e Oudh che erano stati il cuore della ribellione.<ref name=spear147>{{Harvnb|Spear|1990|p=147}}</ref> L'esercito indiano non subì ulteriori cambiamenti sino al [[1947]].<ref name=spear147-148>{{Harvnb|Spear|1990|pp=147–148}}</ref> Il censimento del [[1861]] rilevò che la popolazione di nazionalità inglese in India ammontava a 125.945, di cui 41.862 civili e 84.083 militari.<ref>[http://shm.oxfordjournals.org/cgi/content/abstract/9/3/357 European Madness and Gender in Nineteenth-century British India]. Social History of Medicine 1996 9(3):357-382.</ref> Nel [[1880]] l'esercito stabile presente in India era composto da 66.000 soldati inglesi, 130.000 soldati indiani e 350.000 soldati indiani negli eserciti degli stati principeschi.<ref>Robinson, Ronald Edward, & John Gallagher. 1968. ''Africa and the Victorians: The Climax of Imperialism.'' Garden City, N.Y.: Doubleday [http://home.uchicago.edu/~caverley/Web_Documents/Send%20the%20Mild%20Hindoo.pdf]</ref>
[[File:Lucknowuniversity.jpg|thumb|left|[[Università di Lucknow]] fondata dai britannici in india nel 1867]]
[[Thomas Babington Macaulay]] (1800-1859) ha presentato la sua interpretazione [[Whig (Regno Unito)|whig]]gish della storia britannica come una progressione verso l'alto che porta sempre più libertà e più progresso. Contemporaneamente Macaulay era un riformatore leader coinvolto nella trasformazione del sistema educativo indiano. Lo avrebbe basato sulla [[lingua inglese]] in modo che l'India potesse unirsi alla madrepatria in un costante progresso verso l'alto. Macaulay assunse l'enfasi di [[Edmund Burke|Burke]] sul dominio morale e lo implementò in vere e proprie riforme scolastiche, dando all'[[Impero britannico]] una profonda missione morale per civilizzare (sic!) i nativi.
 
La professoressa di [[Yale]], [[Karuna Mantena]], ha sostenuto che la [[missione civilizzatrice]] non è durata a lungo, poiché afferma che i riformatori benevoli sono stati i perdenti nei dibattiti-chiave, come quelli successivi ai Moti del 1857 in India, e lo scandalo della brutale repressione del Governatore [[Edward Eyre]] nella ribellione della baia in Giamaica nel 1865. La retorica continuò, ma divenne un alibi per il malgoverno britannico e il razzismo. Non si credeva più che i nativi potessero davvero fare progressi, invece dovevano essere governati con mano pesante, con opportunità democratiche rimandate indefinitamente. Di conseguenza:
Vennero siglate in questo periodo anche delle leggi che garantirono grandi benefici all'agricoltura ed ai contadini.<ref name=spear147-148/>
{{q|I principi centrali dell'imperialismo liberale vennero messi in discussione quando varie forme di ribellione, resistenza e instabilità nelle colonie fecero precipitare una rivalutazione ad ampio raggio ... l'equazione del "buon governo" con la riforma della società indigena, che era al centro di il discorso sull'impero liberale sarebbe soggetto a un crescente scetticismo.<ref>{{cita testo|autore=Karuna Mantena|titolo=The Crisis of Liberal Imperialism|rivista=Histoire@Politique. Politique, culture, société|data=2010|numero=11|url=http://www.histoire-politique.fr/documents/11/dossier/pdf/HP11_Mantena_pdf_200510.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171019152508/http://www.histoire-politique.fr/documents/11/dossier/pdf/HP11_Mantena_pdf_200510.pdf|p=3}}</ref>}}
 
Lo storico britannico [[Peter Cain]] ha sfidato Mantena, sostenendo che gli imperialisti credevano davvero che il dominio britannico avrebbe portato ai sudditi i benefici della "libertà ordinata", così la Gran Bretagna avrebbe potuto adempiere al proprio dovere morale e raggiungere la propria grandezza. Gran parte del dibattito si svolse nella stessa Gran Bretagna, e gli imperialisti lavorarono sodo per convincere la popolazione generale che la missione civilizzatrice era ben avviata. Questa campagna servì a rafforzare il sostegno imperiale in patria, e così, dice Cain, a rafforzare l'autorità morale delle élite gentiluomini che governavano l'Impero.
=== Cambiamenti economici e tecnologici: 1858-1905 ===
 
<Center>
===Educazione===
<Gallery>
[[File:Calcuttamedicalcollege1.jpg|thumb|L'[[Università di Calcutta]], fondata nel 1857, è una delle tre più vecchie università statali in India]]
Image:India railways1909a.jpg|Mappa delle ferrovie indiane nel [[1909]] quando l'India aveva la più grande rete ferroviaria del mondo, la cui costruzione ebbe inizio nel 1853.
I britannici dettero priorità all'istruzione pubblica in inglese. Durante il periodo della [[Compagnia britannica delle Indie orientali]], [[Thomas Babington Macaulay]] aveva reso la scuola insegnata in inglese una priorità per il [[Raj britannico]] nella sua famosa minuta sull'educazione del febbraio 1835 e riuscì a mettere in pratica le idee precedentemente avanzate da Lord William Bentinck (il Governatore generale tra il 1828 e il 1835). Bentinck favorì la sostituzione del persiano con l'inglese come lingua ufficiale, l'uso dell'inglese come mezzo di istruzione e l'addestramento degli indiani di lingua inglese come insegnanti. Tuttavia, le proposte di Bentinck furono respinte dai funzionari di Londra. Sotto Macaulay però, furono aperte migliaia di scuole elementari e secondarie, che in genere avevano un corpo studentesco tutto maschile.
Image:Victoriaterminus1903.JPG|"The most magnificent railway station in the world." Immagine stereografica del ''[[Stazione ferroviaria Chhatrapati Shivaji|Victoria Terminus]]'' di [[Bombay]], che venne completato nel 1888.
 
Image:Agra canal headworks1871a.jpg|Il [[Canale di Agra]] (c. 1873) un anno dopo il suo completamento. Venne chiuso alla navigazione nel 1904 di modo da incrementare l'irrigazione e prevenire carestie.
I missionari aprirono le loro scuole che insegnavano il cristianesimo. Hayden J. Bellenoit sostiene che mentre i dipendenti pubblici diventavano più isolati e ricorrevano al razzismo scientifico, le scuole missionarie si impegnavano maggiormente con gli indiani, crescevano sempre più in sintonia con la cultura indiana e si opponevano categoricamente al razzismo scientifico.
Image:George Robinson 1st Marquess of Ripon.jpg|[[George Robinson, I marchese di Ripon]], il Viceré d'India che istituì il "Famine Code"
 
</Gallery>
Le università di [[Calcutta]], [[Bombay]] e [[Madras]] furono fondate nel 1857, poco prima della [[Moti indiani del 1857|Ribellione]]. Nel 1890 circa 60&nbsp;000 indiani si erano immatricolati, principalmente nelle arti e nelle leggi liberali. Circa un terzo entrò nella pubblica amministrazione, e un altro terzo divenne avvocato. Il risultato è stato una burocrazia statale professionale molto ben istruita. Nel 1887 su {{formatnum:21000}} incarichi di servizio civile di medio livello, il 45% era detenuto da indù, il 7% da musulmani, il 19% da eurasiatici (padre europeo e madre indiana) e il 29% da europei. Delle 1&nbsp;000 posizioni di alto livello, quasi tutte erano detenute dai britannici, in genere con una laurea a [[Università di Oxford|Oxford]]. Il governo, spesso collaborando con filantropi locali, aprì 186 università e college di istruzione superiore entro il 1911, immatricolando {{formatnum:36000}} studenti (oltre il 90% uomini). Nel 1939 il numero di istituzioni era raddoppiato e le iscrizioni raggiungevano la cifra di {{formatnum:145000}}. Il curriculum seguiva gli standard britannici classici del tipo stabilito da [[Università di Oxford|Oxford]] e [[Università di Cambridge|Cambridge]] e poneva in primo piano la letteratura inglese e la storia europea. Tuttavia, negli anni '20 i corpi studenteschi erano diventati focolai del nazionalismo indiano.
</Center>
 
Nella seconda metà del XIX secolo, l'amministrazione britannica iniziò una vera e propria rivoluzione industriale in India che ebbe grandi effetti sulle economie della stessa India e del Regno Unito.<ref>{{Harv|Stein|2001|p=259}}, {{Harv|Oldenburg|2007}}</ref> Gran parte dei cambiamenti a livello economico e sociale erano già iniziati prima dei Moti del 1857, quando Lord Dalhousie aveva esportato le tecnologie occidentali nel paese. Collegamenti telegrafici, ferrovie, strade, canali e ponti vennero rapidamente costruite di modo che materie prime come cotone e tè potessero essere trasportate in maniera più efficiente ai porti come [[Bombay]] e poi esportate nel Regno Unito.<ref>{{Harv|Oldenburg|2007}}, {{Harv|Stein|2001|p=258}}</ref> I materiali grezzi venivano quindi lavorati e poi ritrasportati in India per essere venduti.<ref name=oldenburg>{{Harv|Oldenburg|2007}}</ref> L'India veniva sfruttata essenzialmente per il grande bacino di tassazione e per i prodotti agricoli.<ref>{{Harv|Stein|2001|p=258}}</ref> Nel [[1920]] venne completata la rete ferroviaria indiana, la più grande al mondo in quel momento, la cui realizzazione era durata oltre 60 anni. Solo il 10% degli incarichi di responsabilità nella società costruttrice furono affidati a cittadini indiani.<ref>{{Harv|Stein|2001|p=159}}</ref>
== Economia ==
[[File:India 1862 One Mohur.jpg|thumb|Un [[Mohur]] raffigurante la [[regina Vittoria]] (1862)]]
 
===Tendenza economica===
L'economia indiana è cresciuta di circa l'1% all'anno dal 1880 al 1920 e anche la popolazione è cresciuta all'1%. Tutti e tre i settori dell'economia - agricoltura, manifatturiero e servizi - sono accelerati nell'India postcoloniale. In agricoltura una "rivoluzione verde" ebbe luogo negli anni '70. La differenza più importante tra l'India coloniale e quella postcoloniale era l'utilizzo del surplus di terreno con una crescita guidata dalla produttività usando semi di varietà ad alto rendimento, fertilizzanti chimici e un'applicazione più intensiva dell'acqua. Tutti questi tre input erano sovvenzionati dallo stato. Il risultato non era, in media, nessun cambiamento a lungo termine nei livelli di reddito pro capite, sebbene il costo della vita fosse cresciuto più in alto. L'agricoltura era ancora dominante, con la maggior parte dei contadini al livello di sussistenza. Furono costruiti vasti sistemi di irrigazione, che diedero impulso al passaggio alle colture destinate all'esportazione e alle materie prime per l'industria indiana, in particolare juta, cotone, canna da zucchero, caffè e tè. La quota globale del [[Prodotto interno lordo|PIL]] dell'India scese drasticamente da oltre il 20% a meno di 5% nel periodo coloniale. Gli storici sono stati amaramente divisi su questioni di storia economica, con la scuola nazionalista (seguendo Nehru) sostenendo che l'India era più povera alla fine del dominio britannico che all'inizio e che l'impoverimento è avvenuto a causa degli inglesi.
 
===Industria===
L'imprenditore [[Jamsetji Tata]] (1839-1904) iniziò la sua carriera industriale nel 1877 con la società di filatura, tessitura e produzione dell'India centrale a [[Mumbai|Bombay]]. Mentre altri mulini indiani producevano filati grezzi a basso costo (e in seguito tessuti) usando cotone locale di prima scelta e macchinari economici importati dalla Gran Bretagna, Tata riuscì molto meglio importando costosi cotone dalla grana più spessa dall'Egitto e acquistando più complessi macchinari ad alberino dagli Stati Uniti. Stati a girare fili più fini che potrebbero competere con le importazioni dalla Gran Bretagna.
 
Nel 1890, lanciò piani per spostarsi nell'industria pesante usando i finanziamenti indiani. Il Raj non forniva capitali, ma, consapevole della posizione declinante della Gran Bretagna contro gli Stati Uniti e la Germania nell'industria dell'acciaio, voleva le acciaierie in India. La [[Tata Iron and Steel Company]] ([[TISCO]]), ora diretta da suo figlio [[Dorabji Tata]] (1859-1932), aprì il suo stabilimento a [[Jamshedpur]] in [[Bihar]] nel 1908. Utilizzò la tecnologia americana.Tata creò le prime acciaierie non britanniche e divenne il principale produttore di ferro e acciaio in India, con 120.000 dipendenti nel 1945. TISCO divenne il simbolo fiero dell'India di competenza tecnica, competenza manageriale, talento imprenditoriale e alti salari per i lavoratori industriali. La famiglia Tata, come la maggior parte dei grandi uomini d'affari dell'India, erano nazionalisti indiani ma non si fidavano del Congresso perché sembrava troppo aggressivo nei confronti del Raj, troppo socialista e troppo solidale con i sindacati.
 
===Ferrovie===
[[File:IndianRailways1871b.jpg|thumb|La rete ferroviaria dell'India nel 1871, tutte le principali città, Calcutta, Bombay e Madras, così come Delhi sono collegate]]
[[File:India railways1909a.jpg|thumb|La rete ferroviaria nel 1909, quando era la quarta rete ferroviaria più grande del mondo]]
[[File:Victoriaterminus1903.JPG|thumb|"La più magnifica stazione ferroviaria del mondo." dice la didascalia dell'immagine stereografica del [[Stazione di Mumbai Chhatrapati Shivaji|Victoria Terminal]], [[Bombay]], che fu completata nel 1888]]
 
L'India britannica costruì un sistema ferroviario moderno alla fine del diciannovesimo secolo, che era il quarto più grande al mondo. Le ferrovie inizialmente erano di proprietà privata e gestite da amministratori britannici, ingegneri e artigiani. All'inizio, solo i lavoratori non specializzati erano indiani.
 
La Compagnia britannica delle Indie Orientali (e in seguito il governo coloniale) incoraggiò nuove compagnie ferroviarie sostenute da investitori privati secondo uno schema che avrebbe fornito terra e garantiva un rendimento annuale fino al cinque percento durante i primi anni di attività. Le società dovevano costruire e gestire le linee con un contratto di affitto di 99 anni, con il governo che aveva la possibilità di acquistarle in precedenza.
 
Due nuove compagnie ferroviarie, la [[Great Indian Peninsular Railway]] ([[GIPR]]) e la [[East Indian Railway]] (EIR) iniziarono nel 1853-54 per costruire e gestire linee vicino a [[Mumbai|Bombay]] e [[Calcutta]]. La prima linea ferroviaria passeggeri nel nord dell'India tra [[Allahabad]] e [[Kanpur]] fu aperta nel 1859.
 
Nel 1854, il governatore generale Lord Dalhousie formulò un piano per costruire una rete di linee di collegamento che collegasse le principali regioni dell'India. Incoraggiati dalle garanzie del governo, gli investimenti fluirono e una serie di nuove compagnie ferroviarie furono istituite, portando a una rapida espansione del sistema ferroviario in India. Alcuni grandi principeschi costruirono i propri sistemi ferroviari e la rete si diffuse nelle regioni che divennero gli Stati moderni di [[Assam]], [[Rajasthan]] e [[Andhra Pradesh]]. Il chilometraggio percorso di questa rete è aumentato da 1&nbsp;349 chilometri (838&nbsp;mi) nel 1860 a 25&nbsp;495 chilometri (15&nbsp;842&nbsp;mi) nel 1880, per lo più radiante verso l'interno dalle tre principali città portuali di Bombay, Madras e Calcutta.
 
La maggior parte della costruzione delle ferrovie era affidata a compagnie indiane controllate da ingegneri britannici. Il sistema era costruito pesantemente, utilizzando un ampio calibro, piste robuste e ponti robusti. Nel 1900 l'India disponeva di una gamma completa di servizi ferroviari con proprietà e gestione diversificate, operanti su reti ampie, a metro e a scartamento ridotto. Nel 1900, il governo prese il controllo della rete [[GIPR]], mentre la compagnia continuò a gestirlo. Durante la [[prima guerra mondiale]], le ferrovie furono utilizzate per trasportare truppe e granaglie verso i porti di [[Mumbai|Bombay]] e [[Karachi]] diretti verso la [[Gran Bretagna]], la [[Iraq|Mesopotamia]] e l'[[Africa orientale]]. Con la riduzione delle spedizioni di attrezzature e componenti dal [[Regno Unito]], la manutenzione divenne molto più difficile; i lavoratori "strategici" entrarono nell'esercito; i laboratori furono convertiti in artiglieria; alcune locomotive e auto furono spedite in [[Vicino Oriente]]. Le ferrovie riuscivano a malapena a tenere il passo con l'aumento della domanda. Alla fine della guerra, le ferrovie si erano deteriorate per mancanza di manutenzione e non erano redditizie. Nel 1923, sia [[GIPR]] sia EIR furono nazionalizzati. Headrick mostra che fino al 1930, sia le compagnie del Raj sia le compagnie private assumevano solo supervisori europei, ingegneri civili e persino personale operativo, come gli ingegneri ferroviari. La politica del governo richiedeva che le offerte per i contratti ferroviari fossero presentate all'Ufficio India a Londra, escludendo la maggior parte delle ditte indiane. Le compagnie ferroviarie acquistarono la maggior parte del loro hardware e componenti in Gran Bretagna. C'erano officine di manutenzione ferroviaria in India, ma raramente erano autorizzate a fabbricare o riparare locomotive. L'acciaio [[TISCO]] non ha potuto ottenere ordini per le rotaie fino all'emergenza bellica.
 
La [[Seconda guerra mondiale]] paralizzò gravemente le ferrovie quando il materiale rotabile fu dirottato verso il [[Vicino Oriente]] e le officine ferroviarie furono trasformate in officine di munizioni. Dopo l'indipendenza, nel 1947, quarantadue sistemi ferroviari separati, tra cui trentadue linee di proprietà degli ex Stati principeschi indiani, furono amalgamati per formare un'unica unità nazionalizzata, chiamata [[Indian Railways]]. L'India fornisce un esempio dell'impero britannico che versa i suoi soldi e le sue competenze in un sistema molto ben costruito, progettato per ragioni militari (dopo i Moti del 1857), con la speranza che possa stimolare l'industria. Il sistema era sovradimensionato e troppo costoso per la piccola quantità di traffico merci trasportato. Christensen (1996), che guardava alle finalità coloniali, ai bisogni locali, al capitale, al servizio e agli interessi privati-pubblici, concluse che rendere le ferrovie una creatura dello Stato ostacolava il successo perché le spese ferroviarie dovevano passare attraverso il processo di bilancio politico come tutte le altre spese statali. Pertanto, i costi ferroviari non avrebbero potuto essere adattati alle esigenze tempestive delle ferrovie o dei loro passeggeri.
 
===Irrigazione===
Il Raj britannico investì pesantemente in infrastrutture, inclusi canali e sistemi di irrigazione, oltre a ferrovie, telegrafia, strade e porti. Il Canale del Gange raggiunse 350 [[miglia]] da Hardwar a Cawnpore e fornì migliaia di chilometri di canali di distribuzione. Nel 1900 il Raj aveva il più grande sistema di irrigazione al mondo. Una storia di successo fu l'[[Assam]], una regione [[giungla|forestata]] del 1840 che nel 1900 aveva {{formatnum:4000000}} di ettari coltivati, specialmente nelle piantagioni di [[tè]]. In tutto, la quantità di terra irrigata moltiplicata per un fattore di otto. Lo storico David Gilmour dice:
 
Negli Anni settanta dell'Ottocento i contadini nei distretti irrigati dal Canale del [[Gange]] erano visibilmente meglio nutriti, alloggiati e vestiti rispetto a prima; entro la fine del secolo la nuova rete di canali nel [[Punjab (regione)|Punjab]] produceva contadini ancora più ricchi.
 
===Politiche economiche===
Nella seconda metà del [[XIX secolo]], sia l'amministrazione dell'India della Corona britannica sia il cambiamento tecnologico avviato dalla rivoluzione industriale ebbero l'effetto di intrecciare strettamente le economie dell'India e del Regno Unito. Di fatto, molti dei principali cambiamenti i trasporti e le comunicazioni (che sono tipicamente associati alla Corona dell'India) erano già iniziati prima dei Moti del 1857. Da quando Dalhousie aveva abbracciato la rivoluzione tecnologica in corso in Gran Bretagna, anche l'India ha visto un rapido sviluppo di tutte quelle tecnologie. Ferrovie, strade, canali e ponti vennero rapidamente costruiti in India e i collegamenti telegrafici furono altrettanto rapidamente stabiliti in modo che le materie prime, come il cotone, dall'entroterra dell'India potessero essere trasportate in modo più efficiente verso i porti, come [[Bombay]], per le successive esportazioni nel Regno Unito. Allo stesso modo, i prodotti finiti di esso sono stati trasportati, altrettanto efficientemente, e venduti nei fiorenti mercati indiani. Grandi progetti ferroviari sono stati avviati nei più importanti posti di lavoro e le pensioni del governo e le pensioni hanno attratto per la prima volta un gran numero di indù delle caste superiori nel servizio civile. Il servizio civile indiano era prestigioso e pagava bene, ma rimase politicamente neutrale. Le importazioni di cotone britannico coprivano il 55% del mercato indiano entro il 1875. La produzione industriale sviluppata nelle fabbriche europee era sconosciuta fino al 1850 quando i primi cotonifici furono aperti a [[Bombay]], ponendo una sfida al sistema di produzione locale basato sulla lavoro familiare
 
Le tasse in India sono diminuite durante il periodo coloniale per la maggior parte della popolazione indiana; con il gettito fiscale del 15% del reddito nazionale indiano durante i periodi Moghul rispetto all'1% alla fine del periodo coloniale. La percentuale del reddito nazionale per l'economia del villaggio è aumentata dal 44% durante il periodo Moghul al 54% entro la fine del periodo coloniale. Il PIL pro capite indiano è diminuito da $ 550 [chiarificazione necessaria] nel 1700 a $ 520 entro il 1857, anche se successivamente è aumentato a $ 618, entro il 1947.
 
===Impatto economico===
Gli storici continuano a discutere se l'impatto a lungo termine del dominio britannico sia stato quello di accelerare lo sviluppo economico dell'India o di distorcerlo e ritardarlo. Nel 1780, il politico conservatore britannico [[Edmund Burke]] sollevò la questione della posizione dell'India: attaccò con veemenza la Compagnia britannica delle Indie orientali, affermando che Warren Hastings e altri alti funzionari avevano rovinato l'economia e la società indiana. Lo storico indiano Rajat Kanta Ray (1998) condivide questa linea, affermando che la nuova economia portata dai britannici nel [[XVIII secolo]] fu una forma di "saccheggio" e una catastrofe per l'economia tradizionale dell'[[Impero Moghul]]. Ray accusa i britannici di aver svuotato gli stock alimentari e monetari esistenti e di aver imposto tasse elevate che contribuirono a causare la terribile carestia del Bengala del 1770, che uccise un terzo della popolazione del Bengala.
 
P.J. Marshall cerca di dimostrare in un suo studio la reinterpretazione del punto di vista secondo cui la prosperità dei Moghul ha lasciato il posto alla povertà e all'anarchia. Sostiene che l'acquisizione britannica non ha fatto brusche interruzioni con il passato, che in gran parte ha delegato il controllo ai governanti regionali Moghul e sostenuto un'economia generalmente prospera per il resto del [[XVIII secolo]]. Marshall nota che i britannici entrarono in società con banchieri indiani e aumentarono le entrate attraverso gli amministratori delle tasse locali e mantennero le vecchie tasse dei Moghul.
 
Molti storici concordano sul fatto che la Compagnia britannica delle Indie Orientali abbia ereditato un oneroso sistema di tassazione che ha coinvolto un terzo dei produttori e di coltivatori indiani. Invece, nel racconto nazionalista indiano, i britannici vengono visti come aggressori che presero il potere con la forza bruta e impoverirono tutta l'India, Marshall presenta logicamente l'interpretazione (sostenuta da molti studiosi in India e in Occidente) che i britannici non avevano il pieno controllo del Paese ma che erano semplici attori in quella che era principalmente un'opera indiana, in cui la loro ascesa al potere dipendeva da una fruttuosa cooperazione con le élite indiane. Marshall ammette tuttavia che gran parte della sua interpretazione è ancora molto controversa tra numerosi storici.
 
==Demografia==
[[File:Census of British India by religion, 1921.jpg|thumb|Il censimento dell'India britannica del 1921 contava 69&nbsp;000&nbsp;000 di musulmani e 217&nbsp;000&nbsp;000 di indù per un totale di 316&nbsp;000&nbsp;000 persone.]]
La popolazione del territorio che divenne il British Raj contava nel XVII secolo 100&nbsp;000&nbsp;000 di abitanti e rimase tale quasi sino al XIX secolo. La popolazione del Raj raggiunse i 255&nbsp;000&nbsp;000 nel primo censimento indiano nel 1881.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Anatole Romaniuk |anno=2014 |titolo=Glimpses of Indian Historical Demography | url = https://ejournals.library.ualberta.ca/index.php/csp/article/download/21301/16105 |rivista=Canadian Studies in Population | volume = 40 | numero = 3–4|pp=248-51 | doi=10.25336/p6hw3r}}</ref><ref>Parameswara Krishnan, ''Glimpses of Indian Historical Demography'' (Delhi: B.R. Publishing Corporation 2010) {{ISBN|978-8176466387}}</ref><ref>Kingsley Davis, ''The Population of India and Pakistan'' (Princeton University Press, 1951).</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=[[Kingsley Davis]] |data=19 aprile 1943 |titolo=The population of India |rivista=Far Eastern Survey |volume=12 |numero=8 |pp=76-79 |doi=10.2307/3022159 |jstor=3022159}}</ref>
 
Gli studi sulla popolazione indiana dal 1881 si sono focalizzati sulla popolazione totale, sulle nascite e le morti, sulla distribuzione geografica, sulle divisioni rurali e urbane, e sulle città principali: [[Delhi]], [[Bombay]] e [[Calcutta]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=J.H. Khan |anno=2004 |titolo=Population growth and demographic change in India |rivista=Asian Profile | volume = 32 | numero = 5|pp=441-60 }}</ref>
 
La mortalità decrebbe notevolmente nel periodo 1920-1945, in primo luogo per l'immunizzazione biologica e poi per il miglioramento delle condizioni di vita, per la presenza di ambienti più salubri e la diminuzione delle carestie.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ira Klein |anno=1990 |titolo=Population growth and mortality in British India: Part II: The demographic revolution |rivista=Indian Economic and Social History Review | volume = 27 | numero = 1|pp=33-63 | doi = 10.1177/001946469002700102 }}</ref>
 
Il sovraffollamento delle città fu un problema serio che causò i principali problemi sanitari del paese, come denotato in un rapporto ufficiale del 1938:<ref>Klein, "Population growth and mortality in British India: Part II: The demographic revolution," p. 42</ref>
 
: Nelle aree urbane e industriali [...] luoghi angusti, con terra costosa e necessità di lavoratori che vivano nelle vicinanze dei posti dove lavorano [...] tutto tende a intensificare la congestione e il sovraffollamento. Nei centri più affollati le case sono costruite una vicina all'altra, gronda a gronda, e spesso fianco a fianco [...] Lo spazio è così costoso che, al posto di strade e sentieri, vi sono delle linee di terra serpeggiante che portano a ogni casa. La mancanza di sanità si riscontra spesso in verdura che va a male o in pozzi di liquame, con l'assenza di latrine che aumenta l'inquinamento di aria e suolo in generale.
 
== Religioni ==
{| class="wikitable sortable"
|+ ''Religioni nell'India britannica''
|-
! Religione
! Popolazione (1891) ''<ref name="census1891">{{cita web|url=https://censusindia.gov.in/DigitalLibrary/data/Census_1891/Publication/India/31444_1891_%20REP.pdf|titolo=Census of India 1891 A General Report|accesso=25 settembre 2021}}</ref>
! Percentuale (1891)<ref name="census1891"/>
! Popolazione (1921)
! Percentuale (1921)
|-
| [[Induismo]]
| 207&nbsp;731&nbsp;727
| 72,32
| 216&nbsp;734&nbsp;586
| 68,56
|-
| [[Islam]]
| 57&nbsp;321&nbsp;164
| 19,96
| 68&nbsp;735&nbsp;233
| 21,74
|-
| [[Religioni tribali dell'India|Tribali]]
| 9&nbsp;280&nbsp;467
| 3,23
| 9&nbsp;774&nbsp;611
| 3,09
|-
| [[Buddismo]]
| 7&nbsp;131&nbsp;361
| 2,48
| 11&nbsp;571&nbsp;268
| 3,66
|-
| [[Cristianesimo]]
| 2&nbsp;284&nbsp;380
| 0,8
| 4&nbsp;754&nbsp;064
| 1,5
|-
| [[Sikhismo]]
| 1&nbsp;907&nbsp;833
| 0,66
| 3&nbsp;238&nbsp;803
| 1,02
|-
| [[Jainismo]]
| 1&nbsp;416&nbsp;638
| 0,49
| 1&nbsp;178&nbsp;596
| 0,37
|-
| [[Zoroastrismo]]
| 89&nbsp;904
| 0,03
| 101&nbsp;778
| 0,03
|-
| [[Ebraismo]]
| 17&nbsp;194
| 0,01
| 21&nbsp;778
| 0,01
|-
| Altre
| 42&nbsp;763
| 0,01
| 18&nbsp;004
| meno dello 0,01
|-
| '''Popolazione totale'''
| '''287&nbsp;223&nbsp;431'''
| '''100'''
| '''316&nbsp;128&nbsp;721'''
| '''100'''
|}
 
===L'opera dei missionari===
[[File:St. Paul's Cathedral - Calcutta (Kolkata) - 1865.jpg|thumb|upright=1.2|La [[cattedrale di San Paolo (Calcutta)|cattedrale di San Paolo]] venne costruita nel 1847 e servì come cattedra episcopale per il vescovo di Calcutta, il quale era metropolitano della [[Chiesa d'India, Burma e Ceylon]]<ref name="Buchanan2015">{{Cita libro|autore=Colin Buchanan |titolo=Historical Dictionary of Anglicanism |data=2015|editore=Rowman & Littlefield Publishers |lingua=en |isbn=978-1442250161 |p=117}}</ref>]]
Nel 1889, il Primo ministro britannico [[Robert Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury]], disse: "Non solo è nostro dovere, ma è anche nostro interesse promuovere la diffusione del cristianesimo per quanto possibile in lungo e in largo in India."<ref name="Kanjamala2014">{{Cita libro|autore=Augustine Kanjamala |titolo=The Future of Christian Mission in India |anno=2014|editore=Wipf and Stock Publishers|lingua=en|isbn=978-1620323151|pp=117-19}}</ref>
 
La crescita dell'esercito indiano n portò all'arrivo di molti cappellani [[anglicani]] in India.<ref name="Tovey2017">{{Cita libro|autore=Phillip Tovey |titolo=Anglican Baptismal Liturgies|data=2017|editore=Canterbury Press|lingua=en|isbn=978-1786220202|p=197|citazione=The growth of the army in India also led to many army chaplains. After the change in the Charter in 1813, Anglican missionaries began to work across North India. The missionaries translated the Book of Common Prayer into various Indian languages. The first Anglican diocese was Calcutta in 1813, and bishops from India were at the first Lambeth conference. In 1930 the Church of India, Burma and Ceylon became an independent Province and created its own Book of Common Prayer, which was translated into several languages.}}</ref> Con l'arrivo della [[Church Mission Society]] britannica nel 1814, venne eretta la [[diocesi di Calcutta]] della [[Chiesa d'India, Burma e Ceylon]] (CIBC), e venne costruita nel 1847 la [[cattedrale di San Paolo (Calcutta)|cattedrale di San Paolo]] di Calcutta.<ref name="Dalal2014">{{Cita libro |autore=Roshen Dalal |titolo=The Religions of India|data=2014|editore=Penguin Books Limited|lingua=en|isbn=978-8184753967|p=177}}</ref> Al 1930, la Chiesa d'India, Burma e Ceylon contava in tutto quattordici diocesi nell'Impero indiano.<ref name="BCC1940">{{Cita libro|titolo=The Indian Year Book|url=https://books.google.com/books?id=UScWAQAAMAAJ|anno=1940|editore=Bennett, Coleman & Company|lingua=en |p=455|citazione=The three dioceses thus formed have been repeatedly subdivided, until in 1930 there were fourteen dioceses, the dates of their creation being as follows : Calcutta 1814; Madras 1835; Bombay 1837; Colombo 1845; Lahore 1877; Rangoon 1877; Travancore 1879; Chota Nagpur 1890; Lucknow 1893; Tinnevelly 1896; Nagpur 1903; Dornakal 1912; Assam 1915; Nasik 1929.}}</ref>
 
In India pervennero anche altri missionari di altre confessioni; missionari luterani, ad esempio, giunsero a Calcutta nel 1836, e "dall'anno 1880 vi erano 31.200 cristiani luterani in 1052 villaggi".<ref name="Kanjamala2014"/> I [[metodisti]] erano giunti in India nel 1783 e avevano stabilito delle loro missioni concentrandosi sull'"educazione, sulla cura della persona e sull'evangelizzazione".<ref name="AbrahamKirby2009">{{Cita libro |autore=William J. Abraham e James E. Kirby |titolo=The Oxford Handbook of Methodist Studies|data=2009|editore=[[Oxford University Press]]|lingua=en |isbn=978-0191607431|p=93}}</ref><ref name="Jr2014">{{Cita libro |autore=Charles Yrigoyen Jr|titolo=T&T Clark Companion to Methodism|data=2014|editore=Bloomsbury Publishing|lingua=en |isbn=978-0567662460|p=400}}</ref> Negli anni '90 del Settecento, cristiani della [[London Missionary Society]] e della [[Baptist Missionary Society]] iniziarono il loro lavoro nell'India britannica.<ref name="FrykenbergLow2003">{{Cita libro |autore=Robert Eric Frykenberg e Alaine M. Low |titolo=Christians and Missionaries in India: Cross-cultural Communication Since 1500, with Special Reference to Caste, Conversion, and Colonialism |url=https://archive.org/details/christiansmissio0000unse|anno=2003|editore=[[William B. Eerdmans Publishing Company]]|lingua=en |isbn=978-0802839565|p=[https://archive.org/details/christiansmissio0000unse/page/127 127]}}</ref> A [[Neyyoor]], venne fondato il London Missionary Society Hospital "che fu tra i pionieri della salute pubblica e nel trattamento delle malattie ancora prima di quanto fatto poi dalla presidenza di Madras, riducendo sostanzialmente il numero dei morti".<ref name="LucykLoewenau2017">{{Cita libro |autore=Kelsey Lucyk, Aleksandra Loewenau e Frank W. Stahnisch |titolo=The Proceedings of the 21st Annual History of Medicine Days Conference 2012|data=2017|editore=Cambridge Scholars Publishing |lingua=en|isbn=978-1443869287|p=237}}</ref>
 
Il [[Christ Church College, Kanpur|Christ Church College]] (1866) e il [[St. Stephen's College, Delhi|St. Stephen's College]] (1881) sono due esempi di istituzioni fondate in connessione alla chiesa nel British Raj.<ref name="CarpenterGlanzer2014">{{Cita libro |autore=Joel Carpenter, Perry L. Glanzer e Nicholas S. Lantinga |titolo=Christian Higher Education|data=2014|editore=Wm. B. Eerdmans Publishing|lingua=en|isbn=978-1467440394|p=103}}</ref> Con la diffusione di differenti religioni, nel British Raj iniziarono a diffondersi anche altri libri sacri come la [[Bibbia]].<ref name="CraneMohanram2013">{{Cita libro |autore=Ralph Crane e Radhika Mohanram |titolo=Imperialism as Diaspora: Race, Sexuality, and History in Anglo-India |data=2013 |editore=Oxford University Press|lingua=en |isbn=978-1781385630|p=86}}</ref> Nel periodo dell'India britannica, i missionari cristiani svilupparono un sistema di trascrizione dei linguaggi cristiani che non avevano un proprio alfabeto.<ref name="AKanjamala2014">{{Cita libro |autore=Augustine Kanjamala |titolo=The Future of Christian Mission in India |data=2014|editore=[[Wipf and Stock Publishers]]|lingua=en|isbn=978-1630874858|p=120}}</ref><ref name="Bhaṭṭācāryya1969">{{Cita libro |autore=Haridāsa Bhaṭṭācāryya |titolo=The Cultural Heritage of India|anno=1969|editore=[[Ramakrishna Mission Institute of culture]]|lingua=en|isbn=978-0802849007|p=60}}</ref> I missionari cristiani in India lavorarono anche per abbattere i muri dell'analfabetismo e promuovere l'attivismo sociale, combattendo la prostituzione, facendosi campioni dei diritti delle vedove che intendevano risposarsi e provando a fermare i matrimoni tra minorenni o quelli obbligatori.<ref name="Mullin2014">{{Cita libro |autore=Robert Bruce Mullin |titolo=A Short World History of Christianity|anno=2014|editore=Westminster John Knox Press |lingua=en|isbn=978-1611645514|p=231}}</ref>
 
== Carestie, epidemie e salute pubblica ==
{| class="wikitable floatright"
|+ Principali carestie in India durante il governo britannico
! Carestia
! Anni
! Morti<br/>(in milioni)
|-
|[[Carestia del Bengala del 1770]]
|1769-1770
|10<ref>Kumar, Desai, 1983, p.528</ref>
|-
|[[Carestia di Chalisa]]
|1783-1784
|11<ref>Grove, 2007, p.80</ref>
|-
|[[Carestia di Doji bara]]
|1789-1795
|11<ref>Grove, 2007, p.83</ref>
|-
|[[Carestia di Agra del 1837-1838]]
|1837-1838
|0,8<ref name="Fieldhouse, 1996, p.132">Fieldhouse, 1996, p.132</ref>
|-
|Carestia del Rajputana orientale
|1860-1861
|2<ref name="Fieldhouse, 1996, p.132"/>
|-
|[[Carestia di Orissa del 1866]]
|1865-1867
|5<ref>Kumar, Desai, 1983, p.529</ref>
|-
|[[Carestia del Rajputana del 1869]]
|1868-1870
|1,5<ref>Imperial Gazetteer of India vol. III, 1907, p.488</ref>
|-
|[[Carestia del Bihar del 1873-1874]]
|1873-1874
|0
|-
|[[Grande Carestia del 1876-1878]]
|1876-1878
|10,3<ref name="mikedavis"/>
|-
|Carestia di [[Odisha]], [[Bihar]]
|1888-1889
|0,15<ref>Kumar, Desai, 1983, pp.530</ref>
|-
|[[Carestia indiana del 1896-1897]]
|1896-1897
|5<ref name="Fieldhouse, 1996, p.132"/>
|-
|[[Carestia indiana del 1899-1900]]
|1899-1900
|4,5<ref name="Fieldhouse, 1996, p.132"/>
|-
|Carestia della [[Presidenza di Bombay]]
|1905-1906
|0,23<ref name="Kumar, Desai, 1983, p.531">Kumar, Desai, 1983, p.531</ref>
|-
|[[Carestia del Bengala del 1943]]
|1943-1944
|3<ref name="Kumar, Desai, 1983, p.531"/>
|-
|'''Totale (1765-1947)'''<ref>Bose, 1916, pp.79–81</ref><ref>Rai, 2008, pp.263–281</ref><ref>Koomar, 2009, pp.13–14</ref>
|'''1769-1944'''
|'''64,480'''
|}
 
Nel corso della storia dell'Impero anglo-indiano, [[carestie in India|l'India sperimentò alcune tra le peggiori carestie mai registrate al mondo]], inclusa la [[Grande Carestia del 1876-1878]], nella quale morirono tra le 6&nbsp;100&nbsp;000 e le 10&nbsp;300&nbsp;000 di persone<ref name=mikedavis>Davis, 2001, p.7</ref> e la [[Carestia indiana del 1899-1900]], nella quale morirono 1&nbsp;250&nbsp;000 persone.<ref name="autogenerated1">Davis, 2001, p.173</ref> Recenti studi, inclusa l'opera di [[Mike Davis (scrittore)|Mike Davis]] e di [[Amartya Sen]],<ref name=amartyasen>Sen, Amartya. Development as Freedom. {{ISBN|978-0-385-72027-4}} ch 7</ref> hanno evidenziato come le carestie furono peggiorate dalle severe politiche dei britannici in India.
 
[[File:Bengal famine 1943 photo.jpg|thumb|left|Bambino affamato e colpito dalla carestia durante la [[carestia del Bengala del 1943]]]]
 
La [[Pandemie di colera|prima pandemia di colera]] iniziò nel [[Bengala]], diffondendosi poi in tutta l'India dal 1820. 10&nbsp;000&nbsp;000 di britannici e un numero incalcolabile di indiani morirono nel corso di questa pandemia.<ref>{{cita web|autore=John Pike |url=http://www.globalsecurity.org/wmd/intro/bio_cholera.htm |titolo=Cholera – Biological Weapons |editore=Globalsecurity.org |data=24 luglio 2011 |accesso=29 aprile 2012}}</ref> Le morti stimate in India tra il 1817 e il 1860 superano i 15 milioni. Altri 23 milioni morirono tra il 1865 e il 1917.<ref>{{cita testo|url=http://www.earlyamerica.com/review/2000_fall/1832_cholera_part1.html|titolo=The 1832 Cholera Epidemic in New York State}}, By G. William Beardslee</ref> La [[terza pandemia di peste]] che iniziò in Cina a metà dell'Ottocento, si diffuse in tutti i continenti abitati uccidendo 10&nbsp;000&nbsp;000 di persone nella sola India.<ref>{{cita testo|url=http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/321/5890/773|titolo=Infectious Diseases: Plague Through History}}, sciencemag.org</ref> [[Waldemar Haffkine]], che lavorò prevalentemente in India, divenne il primo [[microbiologia|microbiologo]] a sviluppare un vaccino contro il colera e la peste bubbonica. Nel 1925 il laboratorio di Bombay venne rinominato "[[Haffkine Institute]]" in sui onore.
 
Le febbri furono tra le principali cause di morte in India nel XIX secolo.<ref>{{cita testo|url=http://www.nls.uk/indiapapers/malaria.html|titolo=Malaria|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070910150510/http://www.nls.uk/indiapapers/malaria.html }} – Medical History of British India, National Library of Scotland 2007.</ref> Il britannico [[Ronald Ross|Sir Ronald Ross]], lavorando al [[Presidency General Hospital]] di [[Calcutta]], fu il primo a scoprire nel 1898 che la [[malaria]] era trasmessa dalle zanzare, e il [[Centre for Tropical and Communicable Diseases]] di Secunderabad è stato per questo rinominato in suo onore.<ref>{{cita web|titolo=Biography of Ronald Ross | editore = The Nobel Foundation | url = http://nobelprize.org/nobel_prizes/medicine/laureates/1902/ross-bio.html | accesso=15 giugno 2007}}</ref>
 
Nel 1881 si contavano in India 120.000 [[lebbra|lebbrosi]]. Il governo centrale varò il [[List of Indian Federal Legislation|Lepers Act of 1898]], che prevedeva il confinamento obbligatorio per i lebbrosi in India.<ref>{{cita testo|url=http://www.nls.uk/indiapapers/leprosy.html|titolo=Leprosy – Medical History of British India|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070910150758/http://www.nls.uk/indiapapers/leprosy.html }}, National Library of Scotland 2007</ref> Sotto la direzione di [[Mountstuart Elphinstone]] venne lanciato un programma di vaccinazione contro il [[vaiolo]].<ref>{{cita web|url=http://www.smallpoxhistory.ucl.ac.uk/Other%20Asia/ongoingwork.htm |titolo=Other histories of smallpox in South Asia |editore=Smallpoxhistory.ucl.ac.uk |data=18 luglio 2006 |accesso=29 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120416015559/http://www.smallpoxhistory.ucl.ac.uk/Other%20Asia/ongoingwork.htm}}</ref> La vaccinazione di massa in India portò al declino della mortalità per vaiolo sul finire del XIX secolo.<ref>{{cita web|url=http://www.vigyanprasar.gov.in/comcom/feature57.htm |titolo=Feature Story: Smallpox |editore=Vigyanprasar.gov.in |accesso=29 aprile 2012 |urlmorto=si |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120305060729/http://www.vigyanprasar.gov.in/comcom/feature57.htm }}</ref> Nell'anno 1849 quasi il 13% di tutte le morti di Calcutta erano riconducibili al [[vaiolo]].<ref>{{Cita pubblicazione|pmc=2181657 | pmid=19993010 | volume=38 | numero=3 |titolo=Smallpox and Vaccination in British India During the Last Seventy Years |data=gennaio 1945 |rivista=Proc. R. Soc. Med. |pp=135-40 |autore=L. Rogers | doi=10.1177/003591574503800318}}</ref> Tra il 1868 e il 1907, vi furono circa 4&nbsp;700&nbsp;000 morti per vaiolo.<ref>{{cita web|url=http://www.ijme.in/index.php/ijme/article/download/1533/3329|titolo=Smallpox – some unknown heroes in smallpox eradication}}</ref>
 
Sir [[Robert Grant]] diresse la sua attenzione sullo stabilire un'istituzione sistematica a Bombay per impartire conoscenze mediche di base ai nativi.<ref>{{cita web|url=http://www.grantmedicalcollege-jjhospital.org/history.htm |titolo=Sir JJ Group of Hospitals |editore=Grantmedicalcollege-jjhospital.org |accesso=29 aprile 2012 |urlmorto=si |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120420181057/http://www.grantmedicalcollege-jjhospital.org/history.htm }}</ref> Nel 1860, il [[Grant Medical College]] divenne uno dei quattro collegi abilitati a tale scopo (assieme all'[[Elphinstone College]], al [[Deccan College (Poona)|Deccan College]] e al [[Government Law College, Mumbai]]).
 
==L'Impero indiano nella cultura==
Secondo gli storici sino alla seconda guerra mondiale, il periodo dell'impero anglo-indiano fu un periodo sostanzialmente di sicurezza di dominio dei britannici sul territorio indiano, mentre oggi gli storici tendono a vederlo come un periodo complesso sia per la storia indiana sia per quella coloniale britannica. Di questa insicurezza, infatti, risentirono le amministrazioni, perlopiù caotiche, con operazioni su piccola scala condotte perlopiù in brevi lassi di tempo.<ref>Joshua Ehrlich, "Anxiety, Chaos, and the Raj." ''Historical Journal'' 63.3 (2020): 777–787.</ref>
 
===Impatto ideologico===
Durante il periodo della lotta per l'indipendenza e nel periodo immediatamente successivo all'ottenimento di essa, in India venne mantenuto un sistema di governo sostanzialmente centralizzato così come era all'epoca del dominio britannico.<ref name="British expansion in India">{{cita web|titolo=Britain in India, Ideology and Economics to 1900|url=http://www.fsmitha.com/h3/h50imp2.htm|sito=Fsmitha|editore=F. Smith|accesso=2 agosto 2014}}</ref>
 
===Impatto culturale===
La colonizzazione britannica in India influenzò notevolmente anche la [[cultura indiana]]. Non solo ancora oggi l'inglese è la lingua più diffusa dell'area ed è utilizzato come lingua franca in India e Pakistan, ma anche lo stile gotico o saraceno/orientaleggiante è ancora oggi diffuso accanto a quello tradizionale. Allo stesso modo, nella lingua parlata inglese vi sono dei riferimenti alla lingua indiana e alla cultura, come ad esempio l'adozione della [[cucina indiana]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Radhika Singha, (2000), ''A Despotism of Law: Crime and Justice in Early Colonial India'', 0195653114, 9780195653113, OUP, India.
*Indra Sengupta, Daud Ali, (2011) ''Knowledge Production, Pedagogy, and Institutions in Colonial India'', 978-1-349-29518-0, 978-0-230-11900-0 Palgrave Macmillan US.
*Shaunnagh Dorsett, Ian Hunter, (2010), ''Law and Politics in British Colonial Thought: Transpositions of Empire'', 978-1-349-28913-4, 978-0-230-11438-8, 169-187-209-1 Palgrave Macmillan US.
*Moore, Robin J. (2001a), "Imperial India, 1858-1914", in Porter, Andrew N., ''Oxford History of the British Empire'', Volume III: The Nineteenth Century, pp.&nbsp;422-46, ISBN 978-0-19-924678-6
*Oldenburg, Philip (2007), "India: Movement for Freedom", Encycloipedia Encarta.
 
== Voci correlate ==
*[[Impero britannico]]
* [[Stati principeschi dell'India britannica]]
*[[British Indian Army]]
* [[Impero Britannico]]
* [[Vittoria del Regno Unito]]
* [[Regno Unito]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:British India|s=The New Student's Reference Work/India}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.sscnet.ucla.edu/southasia/History/British/BrIndia.html|British India Website}}
* {{cita web|url=http://www.imagesofempiresscnet.comucla.edu/southasia/History/British/BrIndia.html|Images of Empire Library,titolo=British Bristol,India UKWebsite}}
*{{cita web|url=http://www.imagesofempire.com/|titolo=Images of Empire Library, Bristol, UK}}
* [[:s:The New Student's Reference Work/India|The New Student's Reference Work/India]] (1914)
*[[:s:The New Student's Reference Work/India|The New Student's Reference Work/India]] (1914)
* {{cita web|http://www.houseofdavid.ca/in_o_off.htm|October Offer regarding India’s constitution, of His Majesty's Government 18 October 1939}}
* {{cita web | url = http://www.houseofdavid.ca/in_a_offin_o_off.htm |August titolo = October Offer regarding India’s constitution, of His Majesty's Government 818 October 1939 | accesso = 12 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081211145729/http://www.houseofdavid.ca/in_o_off.htm | urlmorto = August 1940}}
*{{cita web | url = http://www.houseofdavid.ca/in_a_off.htm | titolo = August Offer regarding India’s constitution, of His Majesty's Government 8 August 1940 | accesso = 12 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081211145641/http://www.houseofdavid.ca/in_a_off.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.houseofdavid.ca/Ind_uni.htm#Bibliography|British Ruled India (1757-1947) Bibliography of Books Articles and Dissertations Concentrating on 1914-1947}}
*{{cita web|url=http://www.houseofdavid.ca/Ind_uni.htm#Bibliography|titolo=British Ruled India (1757-1947) Bibliography of Books Articles and Dissertations Concentrating on 1914-1947}}
 
{{Stati principeschi nel British Raj}}
{{Portale|India|Regno Unito|storia|Pakistan|Bangladesh|Birmania}}
 
{{portale|India|Regno Unito|Storia}}
 
[[Categoria:Colonie dell'Impero britannico]]
[[Categoria:Colonialismo britannico in India| ]]
[[Categoria:Storia contemporanea]]