Strade romane: differenze tra le versioni
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{{struttura militare
|Nome = Strade romane
|Nome originale = Viae
|Parte di =
|Posizione geografica = Impero romano
|Struttura = Strada militare
|Immagine = Via Appia Roma 2007.jpg
|Didascalia = La [[via Appia]] nei pressi di [[Roma]]
|Stato attuale = [[Europa]]<br />[[Nordafrica]]<br />[[Medio Oriente]]
|Suddivisione = [[Provincia romana|Province romane]]
|Tipologia = strada romana
|Utilizzatore = [[Repubblica romana]] poi [[Impero romano]]
|Lunghezza = complessivamente 53.000 miglia (circa 80.000 km)
|Inizio = [[Roma (città antica)|Roma]]
|Fine = numerose città dell'impero in Italia e nelle province
|Funzione strategica = collegare Roma con tutte le province dell'impero
|Termine funzione strategica =
|Inizio costruzione = [[312 a.C.]]
|Termine costruzione = [[V secolo|V secolo d.C.]]
|Condizione attuale = numerosi resti antichi rinvenuti
|Azioni di guerra = [[Storia delle campagne dell'esercito romano|campagne militari]] e [[Battaglie romane|battaglie]]
|Ref = [[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'';<br />''[[Itinerarium Antonini]]'';<br />[[Tabula Peutingeriana]]
}}
Gli [[Roma (città antica)|antichi Romani]] costruirono lunghe strade per collegare le più lontane province con la capitale dell'impero. Realizzate il più possibile rettilinee per minimizzare le distanze, queste infrastrutture erano essenziali per la crescita dell'[[Impero romano|impero]], in quanto consentivano di muovere rapidamente l'[[esercito romano|esercito]], ma oltre che per [[limes romano|scopi militari]] esse erano utilizzate anche per scopi politici, amministrativi e commerciali.
La viabilità romana costituì il più efficiente e duraturo sistema stradale dell'antichità, che consentì di portare la civiltà romana in contatto con le genti più diverse che popolavano il mondo allora conosciuto. Nessun altro popolo in quell'epoca storica seppe eguagliare la loro capacità di scelta dei tracciati, le tecniche di costruzione e l'organizzazione di assistenza ai viaggiatori.<ref name=riflessi>[https://books.google.it/books?id=HYCjFdFc8SsC&pg=PA7&dq=Riflessi+di+Roma&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiepLvVw4ThAhUM26QKHczjAKIQ6AEIKDAA#v=onepage&q=Riflessi%20di%20Roma&f=false Riflessi di Roma: impero romano e barbari del Baltico: Milano, AltriMusei a Porta Romana], 1º marzo-1º giugno 1997, a cura di Malmö museer, [[L'Erma di Bretschneider]], 1997</ref>
== Storia ==
{{Citazione|I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto, che dai Greci furono trascurate, cioè nell'aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache|[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]''<ref>Strabone, ''Geografia'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Strabo/5C*.html#ref211 V, 3.8], (traduzione inglese su [[LacusCurtius]]).</ref>}}
[[File:Antica strada lastricata.JPG|miniatura|sinistra|upright=1.2|Strada romana nei pressi di [[Cuma]]]]
Quando Roma iniziò la sua opera di conquista e di unificazione dell'Italia le vie di comunicazione esistenti erano ancora i modesti percorsi seguiti dal commercio e dalla pastorizia, resi difficoltosi dalla natura accidentata del terreno, che non favoriva la coesione territoriale tra i vari popoli che abitavano la penisola, ed anzi accentuavano le rivalità politiche e commerciali fra le varie città.
I Romani compresero che una viabilità efficiente era uno strumento imprescindibile per la loro espansione territoriale e, una volta consolidato il loro dominio, una condizione necessaria per il suo mantenimento. Un sistema stradale efficiente garantiva infatti la rapidità dei movimenti delle legioni e la celerità delle comunicazioni fra Roma e il resto dell'impero. Una volta assicurata la pace, le strade diventavano strumento di traffici e di relazioni fra città e popoli e attraverso il sistema viario si svilupparono le reciproche influenze culturali ed economiche tra Roma e le più lontane regioni del bacino del Mediterraneo.<ref name=TCI2>[[Touring Club Italiano]], Arte e civiltà nell'Italia antica, Milano, 1960</ref>
La rete stradale romana risale in larga parte all'età repubblicana. La creazione di quelle che sarebbero divenute le grandi vie di comunicazione dell'impero fu inizialmente spontanea; si trattava di semplici sentieri e piste che collegavano i vari centri del Lazio, dell'[[Etruria]] e della [[Magna Grecia]] per modesti commerci a carattere locale.
Roma era sorta in corrispondenza di un guado sul Tevere in cui convergevano antichi percorsi, divenendo nel tempo un importante luogo d'incontro e centro di scambi commerciali<ref name=fasolo>Michele Fasolo, [https://books.google.it/books?id=fGX-UNENtucC&printsec=frontcover&dq=La+via+Egnatia+I&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj1roXfiO7gAhWS66QKHdQOCkMQ6AEIKDAA#v=onepage&q=La%20via%20Egnatia%20I&f=false La via Egnatia], 2005</ref>, ragione per cui nel territorio circostante la costruzione di vere e proprie strade ebbe inizio assai presto, facilitata anche dalle caratteristiche fisiche della regione, che con le grandi valli che convergevano verso la città ([[Tevere]], [[Aniene]] e [[Sacco (fiume)|Sacco]]-[[Liri]]) e le zone collinari e pianeggianti che la circondavano non opponevano grandi ostacoli alle comunicazioni terrestri. Queste prime strade seguivano i percorsi di piste e di sentieri preesistenti e collegavano Roma con le città vicine.<ref name=TCI>[[Touring Club Italiano]], L'Italia storica, Milano, 1961</ref>
[[Tito Livio]] cita alcune delle strade più prossime a Roma e alcuni dei loro miliari in periodi ben anteriori alla costruzione della [[via Appia]]<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>. A meno che queste menzioni non fossero anacronismi, le strade citate in quei tempi erano probabilmente qualcosa di più di semplici percorsi in terra battuta.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>. Così, la [[Via Prenestina|via Gabina]] è citata da Livio nei fatti relativi al 500 a.C., ai tempi del re etrusco [[Lars Porsenna|Porsenna]]; la via Latina attorno al 490 a.C., ai tempi di [[Gneo Marcio Coriolano|Coriolano]]; la [[via Nomentana]] (nota anche come ''Via Ficulensis'') è citata nei fatti del 449 a.C.; la [[via Labicana]] nel 421 a.C.; la [[via Salaria]] nel 361 a.C.<ref name="SmithDictionaryAntiquities">William Smith, William Wayte, G. E. Marindin, ''[https://books.google.com/books?id=3uYtAAAAIAAJ A Dictionary of Greek and Roman Antiquities]'', J. Murray, London, 1890, [https://books.google.com/books?id=NngPAAAAYAAJ&pg=PA946 pp. 946–954]</ref>
A partire dal [[IV secolo a.C.]] quando Roma iniziò ad espandersi, di pari passo la conquista della penisola venne avviata la costruzione di nuove strade, con scopi principalmente militari, come supporto alla progressiva annessione di nuovi territori, per rafforzare i nuovi confini raggiunti e preparare ulteriori conquiste, ma anche con funzioni amministrative e commerciali.<ref name=TCI1>[https://books.google.it/books?id=N-NlS_8TOaYC&printsec=frontcover&dq=%22Le+strade+dell%27Italia+romana%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwie3au2v-PfAhXJ3KQKHZvTCQcQ6AEIKDAA#v=onepage&q=%22Le%20strade%20dell'Italia%20romana%22&f=false Le strade dell'Italia romana], S. Baietti, [[Touring Club Italiano]], Milano, 2004</ref>
[[File:Italy topographic map-ancient Roman roads.svg|miniatura|upright=1.8|Le principali strade romane in Italia]]
Con il nome di vie (''viae'' in latino) venivano indicate le strade extraurbane. Il termine deriva dalla radice [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]] ''*wegh-'' con il suffisso ''-ya'', che significa "andare", ma che esprime anche il senso di "trasporto"<ref>Calvert Watkins (a cura di), ''[https://books.google.it/books?id=4IHbQgz1nZYC&pg=PA96&lpg=PA96&source=bl&ots=1QVAqT6lV_&sig=o6IIKgNBDKHYDx4IXMazyMsp9NM&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjfyJG55q3SAhXEbRQKHVMzAkkQ6AEIPTAF#v=onepage&f=false The American Heritage Dictionary of Indo-European Roots]'', Houghton Mifflin Harcourt, 2000, ISBN 9780618082506, pp. 95-96.</ref>. La più antica tra le grandi vie di comunicazione, le "viae publicae" fu la [[Via Appia]], iniziata nel 312 a.C. da [[Appio Claudio Cieco]] per aprire la strada verso la [[Magna Grecia]] nel contesto delle [[guerre sannitiche]]. Inizialmente la via arrivava fino a [[Capua (città antica)|Capua]], ma venne in seguito prolungata fino a [[Brindisi]], da dove ci si poteva imbarcare per le provincie balcaniche.
Nel corso dei secoli il tracciato delle strade ha subito diverse modifiche, con variazioni di percorso e prolungamenti.<ref>{{Cita web|url=http://atlante.chelliana.it/alberese_vie.htm|titolo=Atlante Storico Topografico del Comune di Grosseto|sito=atlante.chelliana.it|accesso=21 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160623150355/http://atlante.chelliana.it/alberese_vie.htm|urlmorto=sì}}</ref>
=== Leggi e tradizioni ===
Le prime regole per la costruzione e l’utilizzo delle strade vennero emanate fin dai tempi più antichi del periodo repubblicano. Le [[Leggi delle XII tavole|leggi delle Dodici tavole]], datate attorno al 450 a.C., specificavano le caratteristiche dimensionali delle strade, stabilendo che la larghezza non fosse inferiore a otto piedi (2,1 m) nei tratti rettilinei e di sedici (4,2 m) nelle curve<ref name="fasolo"/><ref>[https://www.unina.it/documents/11958/7736779/Salomone_01.pdf Testo delle XII tavole] su www.unina.it</ref> e per la prima volta indicavano diritti e limitazioni per il loro utilizzo.<ref name="fasolo"/> Queste erano le larghezze minime ma nella tarda repubblica larghezze di circa 12 piedi erano comuni per le strade pubbliche, tali da permettere senza interferenze il passaggio di due carri.<ref>{{cita libro|cognome=Laurence|nome=Ray|titolo=The roads of Roman Italy: mobility and cultural change|url=https://archive.org/details/roadsromanitalym00laur|anno=1999|editore=Routedge|isbn=978-0-415-16616-4|pp=[https://archive.org/details/roadsromanitalym00laur/page/n72 58]–59}}</ref>
La legge romana prevedeva delle servitù di passaggio, distinte in ''iter'' (diritto di transito a piedi), ''actus'' (diritto di condurre veicoli o animali) e ''via'' (combinazione di entrambe le servitù), che garantivano, a determinate condizioni, il diritto di transito su terreni privati.<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/servitu_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=Servitù}}</ref>
Lo ''ius eundi'' ("diritto di transito") stabiliva la legittimità di utilizzo di un ''iter'' attraverso terreni privati laddove la strada fosse in rovina; lo ''ius agendi'' ("diritto di condurre veicoli") stabiliva il diritto di avvalersi di un ''actus''. Una ''via'' combinava entrambi i tipi di ''servitutes'', purché fosse almeno della larghezza minima stabilita.
La legge e la tradizione romana vietavano l'uso di veicoli in aree urbane, eccetto in alcuni casi, ad esempio le donne sposate e i funzionari governativi in servizio erano autorizzati a condurre veicoli. La [[Lex Iulia Municipalis]] limitava l'accesso diurno nelle città ai carri commerciali, all'interno delle mura e fino a un miglio di distanza dalle mura.
Non tutte le strade erano liberamente percorribili, le strade principali potevano essere soggette al pagamento di un pedaggio, richiesto in corrispondenza di ponti e alle porte della città. I pedaggi, uniti alle spese per i servizi durante il viaggio gravavano pesantemente sui costi di trasporto delle merci.
=== Responsabilità ===
Nei primi tempi la responsabilità della cura delle strade era attribuita ai [[Censore|censori]] ma con lo sviluppo del dominio romano vennero create delle figure ''ad hoc'' incaricate della manutenzione. In Italia, la responsabilità passò in seguito ai comandanti militari e successivamente a commissari speciali o ai magistrati locali. Nelle province, consoli, pretori e loro legati avevano l'autorità di trattare direttamente con l'appaltatore.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
Gli organi ufficiali che per primi furono incaricati della manutenzione delle strade erano due:<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
* ''Quattuorviri viis in urbe purgandis'', quattro magistrati con giurisdizione all'interno delle mura di Roma;
* ''Duoviri viis extra urbem purgandis'', due magistrati con giurisdizione al di fuori delle mura, la cui autorità si estendeva su tutte le strade tra la rispettiva porta di uscita dalle mura e la prima [[pietra miliare]] oltre le stesse.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
''Quattuorviri'' e ''duoviri'' facevano parte dei [[Collegium|collegia]] conosciuti come [[vigintisexviri]] (che letteralmente significa "Ventisei Uomini").<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/> Entrambi questi organi probabilmente erano di origine antica, ma il vero anno della loro istituzione è sconosciuto.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>. Benché [[Gens Pomponia|Pomponio]], affermi che i ''quattuorviri'' erano stati istituiti intorno alla metà del [[III secolo a.C.]], come per altre cariche pubbliche la prima menzione di questi organi si trova nella ''[[Lex Iulia Municipalis]]'' del 45 a.C.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
In situazioni di emergenza venivano nominati dei ''curatores'', commissari straordinari per sovrintendere ai lavori di manutenzione o rifacimento.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/> Tra coloro che hanno svolto questo incarico è stato [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], che nel 67 a.C. divenne ''curator'' della via Appia, sulla quale intervenne anche a proprie spese.
Nelle zone rurali i [[magistri pagorum]] avevano l'autorità di mantenere le ''viae vicinales''.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/> Nella città di Roma ogni capofamiglia era legalmente responsabile per la riparazione della porzione di strada che passava davanti alla sua casa.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/> Le strade che passavano davanti a un edificio pubblico o ad un tempio erano manutenute dagli [[Edile (storia romana)|aediles]] con denaro pubblico. Se una strada passava tra un edificio pubblico o un tempio e una casa privata, il tesoro pubblico e il proprietario privato dividevano le spese tra loro.
==== La riforma di Augusto ====
La struttura degli incarichi per la gestione delle ''viae publicae'' fu modificata da [[Augusto]], che con la sua riforma dell'amministrazione urbana abolì alcune figure e creò nuovi uffici in relazione alla manutenzione delle opere pubbliche, delle strade e degli acquedotti.
Augusto, trovando inefficaci i ''collegia'', ridusse il numero dei magistrati da 26 a 20, abolendo completamente i ''duoviri'' e attribuendosi successivamente la carica di soprintendente della rete stradale che collegava Roma al resto dell'impero. Il consiglio dei ''quattuorviri'' fu mantenuto almeno fino al regno di [[Adriano]] tra il 117-138 d.C.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/> Augusto istituì per ciascuna delle strade principali i ''curatores viarum'', che avevano il compito di organizzare la manutenzione ordinaria e straordinaria e garantire la pubblica sicurezza lungo la via di competenza<ref name="riflessi"/> abolendo le figure dei commissari straordinari chiamati in situazioni di emergenza. Le persone nominate a questo incarico erano di rango [[Senato romano|senatoriale]] o [[Ordine equestre|equestre]], a seconda dell'importanza delle strade loro assegnate. Ogni curatore aveva il dovere di stipulare i contratti per la manutenzione della propria strada e di far sì che l'appaltatore eseguisse scrupolosamente il lavoro assegnato, sia in termini di quantità che di qualità.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
Secondo alcuni durante il regno di [[Claudio]] (41-54 d.C.) i [[Questore (storia romana)|questori]] sarebbero diventati responsabili della pavimentazione delle strade di Roma, o almeno avrebbero condiviso tale responsabilità con i ''quattuorviri''.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
== Classificazione delle strade ==
[[File:Carved steps along Ancient Roman Road.jpg|thumb|Vecchia strada romana che porta da [[Gerusalemme]] a [[Beit Gubrin]], adiacente all'autostrada regionale 375 in Israele]]
Le strade romane erano di vari tipi, dalle piccole strade locali a quelle più ampie a lunga percorrenza costruite per collegare città e avamposti militari. Andavano da semplici [[Strada di tronchi|strade di tronchi]] a strade pavimentate creando profondi letti di pietrisco per garantire che rimanessero asciutte, poiché l'acqua sarebbe fluita attraverso le pietre sottostanti evitando la formazione di fango in terreni argillosi.
=== Classificazione delle strade per importanza ===
A seconda dell’importanza della via, ma anche in base alla loro proprietà e responsabilità di manutenzione, [[Ulpiano]] distingue tre tipologie di strada:<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/><ref>{{cita web|url=https://www.academia.edu/3044463/_Munire_viam_un_significato_ammissibile|titolo="Munire viam": un significato ammissibile|autore=Maria Vittoria Antico Gallina|anno=2008}}</ref>
* ''Viae publicae, consulares, praetoriae'' e ''militares''
* ''Viae privatae, rusticae, agrariae''
* ''Viae vicinales''
Accanto alla rete delle ''viae publicae'', le strade principali, esistevano numerose strade di interesse regionale, le ''viae rusticae'' o le ''viae vicinales'', che collegavano gli insediamenti minori ([[vicus|''vici'']]) tra loro o con le vie principali, la cui manutenzione era a carico delle amministrazioni locali, o le ''viae privatae'', di interesse locale e manutenute a spese delle comunità o dei singoli cittadini che le utilizzavano.<ref name="TCI1"/>
==== ''Viae publicae, consulares, praetoriae e militares'' ====
[[File:Aeclanum (Ancient Roman Street).jpg|left|thumb|La via centrale di [[Aeclanum]]]]
Le ''viae publicae'', chiamate anche ''consulares'' o ''praetoriae'', insieme a quelle costruite specificamente per scopi militari, dette appunto ''viae militares'', erano le vie di grande comunicazione, di proprietà dello stato. Queste vie collegavano le città più importanti, erano percorse dalle legioni romane nei loro trasferimenti e dai corrieri del servizio postale statale (''[[cursus publicus]]'').
Le ''viae publicae'' erano generalmente [[basolo|lastricate]] in pietra (''viae silice stratae'') e affiancate da marciapiedi e canali di scolo. Alcune attraversavano fiumi e gole tramite ponti, talvolta venivano scavate gallerie nelle montagne. L'attraversamento di zone paludose era realizzato mediante strutture che poggiavano su zattere o pali.<ref name="LWPageArticleRoadsCanals">Bailey, L. H., and Wilhelm Miller. ''Cyclopedia of American Horticulture, Comprising Suggestions for Cultivation of Horticultural Plants, Descriptions of the Species of Fruits, Vegetables, Flowers, and Ornamental Plants Sold in the United States and Canada, Together with Geographical and Biographical Sketches''. New York [etc.]: The Macmillan Co, 1900. [https://books.google.com/books?id=ERQoAAAAYAAJ&pg=PA320 Page 320].</ref><ref name="Corbishley, Mike page 50">Corbishley, Mike: "The Roman World", page 50. Warwick Press, 1986.</ref>.
In molti casi le ''viae publicae'' prendevano il nome dai magistrati che ne ordinarono la costruzione, oppure dalla località in cui terminava la strada stessa; ad esempio la [[via Ardeatina]], che porta da Roma ad [[Ardea]]. Nel caso delle strade più antiche, la denominazione era data dal loro utilizzo prevalente: la [[via Salaria]] ad esempio è così chiamata perché vi si trasportava il sale. Non di tutte le strade è conosciuta la denominazione con cui erano identificate in epoca romana; in questi casi gli storici utilizzano denominazioni convenzionali, generalmente con i nomi latini delle città di inizio e fine del percorso (ad esempio la strada da Milano a Pavia è chiamata ''[[via Mediolanum-Ticinum]]'').
La decisione di costruire le ''viae publicae'' era di competenza del governo centrale ed in particolare in età repubblicana dei magistrati ''cum [[imperium|imperio]]'' ([[Console (storia romana)|consoli]] e [[Pretore (storia romana)|pretori]], [[Proconsole|proconsoli]] nelle provincie) e, dopo il 20 a.C. dell'imperatore stesso.<ref name="TCI1"/><ref name= knobloch>R. Knobloch, [https://www.academia.edu/2362308/Il_sistema_stradale_di_et%C3%A0_romana_genesi_ed_evoluzione Il sistema stradale di età romana: genesi ed evoluzione]</ref>
==== ''Viae privatae, rusticae, agrariae'' ====
Questa categoria include strade private e di campagna, in origine costruite da privati cittadini, investiti del potere di dedicarle all'uso pubblico.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/> Queste strade beneficiavano di un diritto al passaggio, a favore o del pubblico o del proprietario di un particolare terreno. Sotto il titolo di ''viae privatae'' erano incluse anche le strade che collegavano strade pubbliche o principali a determinate proprietà o insediamenti. Alla luce di questo, Ulpiano le considera a tutti gli effetti pubbliche.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
==== ''Viae vicinales'' ====
Erano considerate pubbliche o private a seconda che la costruzione originale utilizzasse fondi o materiali pubblici o privati. Queste strade, se costruite privatamente, diventavano pubbliche quando si perdeva la memoria dei costruttori privati.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/> [[Siculo Flacco]] descrive le ''viae vicinales'' come strade "''de publicis quae divertunt in agros et saepe ad alteras publicas perveniunt''" (che deviano dalle strade pubbliche nei campi e spesso raggiungono altre strade pubbliche). I responsabili della loro manutenzione erano i ''[[magistri pagorum]]''.<ref>{{cita web|url=http://societageografica.net/wp/wp-content/uploads/2017/10/06_cursi.pdf |titolo=La discriptio augustea dell'Italia: un tentativo di regionalismo?|autore=Maria Floriana Cursi|anno=2016}}</ref> (autorità amministrative locali) che potevano richiedere ai proprietari vicini di fornire manodopera o di mantenere direttamente a loro spese in buone condizioni il tratto di strada che passava attraverso le loro proprietà.<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
=== Classificazione delle strade per tipologia costruttiva ===
Le ''viae'' si distinguevano non solo a seconda del loro carattere pubblico o privato, ma anche per i materiali utilizzati e la tipologia costruttiva. [[Ulpiano]] le divideva in tre categorie:<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/>
* ''Viae munitae''
* ''Viae glareatae''
* ''Viae terrenae''
==== ''Viae munitae'' ====
Le ''viae munitae'', chiamate anche ''lapide quadrato strata'' o ''sílice strata'', erano le strade pavimentate con blocchi squadrati di pietra. Le strade principali erano sempre pavimentate in pietra.<ref name=petrucci>Enrica Petrucci, [https://books.google.it/books?id=dgqpAgAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=Renovatio+pavimentorum&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFjqHvxfDgAhXLGewKHXX_BusQ6AEIKDAA#v=onepage&q=Renovatio%20pavimentorum&f=false Renovatio pavimentorum. Metodologie d’intervento per le antiche pavimentazioni stradali], [[FrancoAngeli]], 2014</ref>
Le prime vie pavimentate vennero realizzate nell'area urbana di Roma e poi questa tecnica fu estesa gradualmente a tutte le vie di grande traffico, per garantirne la capacità di resistere all’usura e al peso dei veicoli, evitando sconnessure e cedimenti.<ref name="TCI2"/>
==== ''Viae glareatae'' ====
Le ''viae glareatae'', chiamate anche ''glarea strata'', erano strade in terra battuta con una superficie ricoperta da uno strato di [[ghiaia]] o sassi o talvolta con una pavimentazione in superficie posta su un sottofondo di ghiaia.<ref name="petrucci"/> Livio afferma che i censori del suo tempo furono i primi a commissionare la pavimentazione delle strade di Roma con pietre di selce, a posare la ghiaia sulle strade fuori città e a creare i marciapiedi rialzati ai lati.<ref>Graham, Alexander. Roman Africa; An Outline of the History of the Roman Occupation of North Africa, Based Chiefly Upon Inscriptions and Monumental Remains in That Country. London: Longmans, Green, and co, 1902. [https://archive.org/details/bub_gb_PT1CAAAAIAAJ/page/n106 Page 66].</ref> In queste strade, la superficie era indurita con ghiaia e i blocchi di pietra erano semplicemente adagiati su un letto di pietrisco.<ref name="GBnREI">Great Britain, and Royal Engineers' Institute (Great Britain). Professional Papers of the Corps of Royal Engineers: Royal Engineer Institute, Occasional Papers. Chatham: Royal Engineer Institute, 1877. [https://books.google.com/books?id=Kup-AAAAMAAJ&pg=PA57 Page 57–92].</ref><ref name="thinkarchaeology42">[http://www.thinkarchaeology.net/42/ancient-roman-street-colleferro/archaeology-italy/#more-42 Ancient Roman Street re-emerges close to Colleferro] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131015181845/http://www.thinkarchaeology.net/42/ancient-roman-street-colleferro/archaeology-italy/#more-42 |date=15 ottobre 2013 }}. thinkarchaeology.net. October 10, 2007.</ref> Un esempio di questo tipo di strada si trova lungo la [[Via Prenestina]] e vicino alla [[Via Latina]].<ref name="thinkarchaeology42"/>
==== ''Viae terrenae'' ====
Le ''viae terrenae'' erano strade, generalmente pianeggianti, con il fondo in terra battuta.<ref name="petrucci"/>
== Mappa delle strade dell'impero romano ==
[[File:Roman Empire 125.png|miniatura|centro|upright=4.5|Strade dell'impero romano ai tempi di Adriano (117-138)]]
Un proverbio popolare recita che "[[tutte le strade portano a Roma]]". Si stima che alla massima espansione dell'impero i percorsi stradali principali si sviluppassero complessivamente per 53.000 miglia (circa 80.000 km), ripartiti fra 29 strade che si irradiavano da Roma verso l'Italia e altre che toccavano tutti i territori dell'Impero. dalla [[Spagna]] alla [[Mesopotamia]], al [[Caucaso]], alla [[Germania]] e alla [[Britannia]].<ref name="riflessi"/>
== La costruzione delle strade ==
{{vedi anche|Genio militare (storia romana)|Limes romano}}
[[File:067 Conrad Cichorius, Die Reliefs der Traianssäule, Tafel LXVII.jpg|miniatura|upright=1.4|La costruzione di una strada romana da parte di [[legionario romano|legionari]] ([[colonna di Traiano]], Roma)]]
Le strade romane erano pensate per durare a lungo riducendo al minimo la manutenzione. Per ottimizzare le distanze i Romani cercavano di costruire quando possibile strade rettilinee e nelle zone pianeggianti questa regola veniva seguita sistematicamente; quando questo non era possibile, perché avrebbe comportato salite molto ripide, impraticabili per i loro pesanti carriaggi, vennero costruite alternative più lunghe, ma meglio percorribili dai veicoli.<ref name="TCI2"/> Le eventuali curve erano a largo raggio, di modo che i veicoli potessero affrontarle in velocità, senza sbandare. Le strade secondarie si innestavano in quelle principali a un angolo di 90 gradi <ref>A.A.V.V., ''Tutto su Roma antica'', Firenze, Giunti, 1963</ref>.
Essi per tenersi al riparo dalle inondazioni evitavano comunque di percorrere i fondovalle e le rive dei fiumi, mentre nelle zone più impervie, come i valichi alpini, anche le comode vie lastricate lasciavano il posto a semplici [[mulattiera|mulattiere]].<ref name="petrucci"/>
La costruzione e la manutenzione delle strade ebbe le sue magistrature e una sua organizzazione con precise regole per l'impianto dei cantieri, l'arruolamento e la disciplina delle maestranze, i rilievi del terreno e lo studio del regime delle acque.<ref name="TCI2"/>
I resti esistenti di ''viae publicae'', numerosi e spesso sufficientemente ben conservati, danno un quadro ben preciso delle modalità costruttive, benché siano solo poche e frammentarie le fonti scritte che descrivono le tecniche utilizzate per la costruzione delle strade. In assenza di testi normativi le poche informazioni disponibili sono riportate in testi di scrittori quali [[Plinio il Vecchio]], [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]], che descrisse la tecnica per realizzare i marciapiedi, identica a quella della sede stradale, tranne per quanto riguarda lo strato superiore, che consisteva nel primo caso di marmo o mosaico e nel secondo di blocchi di pietra e soprattutto del poeta [[Publio Papinio Stazio]] che nel poema in versi ''Via Domitiana'', compreso nel IV libro delle ''[[Silvae]]'', descrisse in maniera dettagliata le fasi di costruzione di una strada, nel 95 d.C., con riferimento appunto alla [[via Domiziana]].<ref name="SmithDictionaryAntiquities"/><ref name="petrucci"/>
Dopo che i progettisti avevano stabilito dove in linea di massima avrebbe dovuto passare la strada, i ''[[mensor]]es'' con accurate misurazioni individuavano il punto preciso per la costruzione, collocando dei pali lungo una linea chiamata ''rigor'' e, avvalendosi della ''[[groma]]'', strumento usato per tracciare angoli retti, definivano con precisione la griglia del piano stradale. Entravano poi in scena i ''libratores'' che scavando fino allo strato di roccia, o fino a uno strato solido, valutavano la natura del terreno e stabilivano la tecnica costruttiva da impiegare.<ref name="petrucci"/>
A questo punto iniziava l'opera di costruzione vera e propria, tracciando dapprima con un [[aratro]] due solchi paralleli per delimitare la [[carreggiata]], nei quali erano collocate delle pietre poste in verticale per contenere la massicciata.<ref name="petrucci"/> Veniva poi scavata una trincea sul cui fondo erano sistemate grosse pietre legate con [[cemento]] che costituivano la base (''statumen'') su cui veniva collocato un triplice strato di materiali sovrapposti e compressi: ad un primo strato di conglomerato di pietre e frammenti di mattoni (''rudus'' o ''ruderatio'') legati con [[calce]] che aveva lo scopo di drenare le acque, ne seguiva uno intermedio di [[ghiaia|brecciame]] costipato e compresso (''nucleus'') ed infine la pavimentazione (''pavimentum'') con pietre, blocchi di [[basalto]] o lastre squadrate, a seconda della disponibilità locale, perfettamente incastrate tra loro e collocate in maniera da garantire lo scorrimento e la raccolta delle acque in canalette di scolo laterali. La larghezza della carreggiata doveva permettere l'incrocio di due carri, e andava normalmente da 4 a 6 m. Le strade potevano avere ai lati [[marciapiede|marciapiedi]] riservati ai pedoni, in terra battuta (''margines'') o lastricati (''crepidines''). Questi ultimi, presenti solo nelle strade più importanti, potevano avere una larghezza anche di 3 m.<ref name="riflessi"/><ref name="TCI2"/><ref name="petrucci"/>
=== Opere d'ingegneria stradale ===
[[File:Tratto via consolare delle Gallie1.jpg|miniatura|upright=1.4|Tratto della [[Via delle Gallie|via consolare delle Gallie]] ([[Valle d'Aosta]]), costruito sbancando il pendio a viva roccia]]
Per superare gli ostacoli rappresentati da corsi d'acqua, zone acquitrinose e montagne, venivano realizzate complesse opere d'ingegneria. I Romani attuarono il taglio di colline e realizzarono gallerie, costruirono ponti e terrapieni di sostegno lungo i percorsi a mezza costa.
Nei terreni torbosi e paludosi si costruiva un piano stradale sopraelevato: dopo aver segnato il percorso con dei pali si riempiva lo spazio fra di essi con una massicciata di pietre e malta cementizia, innalzando il livello stradale fino a 2 metri sopra la palude.<ref name="TCI2"/>
Nel caso di grandi masse rocciose che ostruivano il cammino, dirupi, terreni montuosi o collinari si ricorreva spesso a sbancamenti e [[galleria (ingegneria)|gallerie]], interamente scavate a mano. Numerosi gli esempi di tagli nei monti per rendere più agevole il valico, come la [[Montagna Spaccata]] lungo la via da [[Pozzuoli]] a [[Capua (città antica)|Capua]], in Campania. Nel [[I secolo]], sull'Appia, per evitare il faticoso valico dell'arce di [[Terracina]], venne tagliata la rupe di Pisco Montano aprendo una via più comoda verso la piana di [[Fondi]].<ref name="TCI2"/>
==== Gallerie ====
{{vedi anche|Gallerie romane}}
[[File:Via Flaminia, Italy (30112235137).jpg|miniatura|upright=1.4|Interno della [[Gola del Furlo|galleria del Furlo]], sulla [[via Flaminia]]]]
Le [[Gallerie romane|gallerie]], chiamate con voce greca latinizzata ''cryptae'', vennero realizzate soprattutto per scopi militari, come la cosiddetta [[grotta di Cocceio]] (o ''grotta della Pace''), fatta aprire da [[Marco Vipsanio Agrippa]] per creare un collegamento fra la [[Portus Iulius|base navale d'Averno]] e il lido di Cuma, al tempo della guerra fra [[Augusto|Ottaviano]] e [[Sesto Pompeo]], e la [[Crypta Neapolitana]] aperta nella collina di [[Posillipo]] per collegare Napoli a Pozzuoli, descritta da [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]] e - molti secoli dopo - da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] nel ''[[il Corricolo|Corricolo]]''. Nel [[I secolo]], al tempo di [[Vespasiano]], lungo la [[via Flaminia]] venne scavata la [[gola del Furlo|galleria del Furlo]].<ref name="TCI2"/>
==== Ponti ====
{{vedi anche|Ponti romani}}
[[File:Ponte di tiberio, rimini, 02.JPG|miniatura|upright=1.4|[[Rimini]], [[ponte di Tiberio]]]]
[[File:El puente de Alcántara, Cáceres.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.2|Spagna, [[ponte di Alcántara]]]]
Tra le infrastrutture stradali i [[Ponte|ponti]] romani, per le loro tecniche costruttive, sono tra le più interessanti. I ponti venivano costruiti in legno o in pietra, a seconda delle necessità e delle possibilità di approvvigionamento o economiche. I ponti in legno erano usati per attraversare piccoli corsi d’acqua oppure erano ponti provvisori per scopi militari. Questi ultimi poggiavano su piloni infissi nel letto del fiume, oppure su basamenti in pietra. Tra questi è ricordato il [[ponte di Cesare sul Reno]]. Nella costruzione dei ponti in pietra, che utilizzavano l'[[arco (architettura)|arco]] come struttura di base, i Romani rivelarono una grande capacità costruttiva. Molti di essi sopravvivono intatti e sono considerati ancora oggi un modello di ingegneria idraulica. Tra i più famosi il [[ponte di Tiberio]] a [[Rimini]], a cinque arcate, il [[ponte di Alcántara]] sul [[Tago]], entrambi tra i meglio conservati, e [[ponte di Traiano|quello di Traiano]] sul [[Danubio]], alle [[porte di ferro]], al confine tra le attuali [[Serbia]] e [[Romania]], progettato da [[Apollodoro di Damasco]] e di cui restano pochi ruderi.<ref name="riflessi"/><ref name="TCI2"/>
I primi ponti vennero costruiti in età repubblicana per attraversare il Tevere in ambito urbano: risalgono a quell'epoca il ponte Emilio o [[Ponte Rotto]] (179 a.C.), il [[ponte Milvio]] (109 a.C.), il [[ponte Fabricio]] (62 a.C.), ancora esistente.
In età imperiale inizia la costruzione dei primi ponti sulle grandi vie di comunicazione: il già citato ponte di Tiberio a Rimini e il [[ponte di Augusto]] a [[Narni]], anch'esso a cinque arcate, di cui quella centrale alta 32 m sul letto incassato della [[Nera (Italia)|Nera]], entrambi sulla via Flaminia, il [[Ponte Romano di Solestà|ponte di Ascoli Piceno]], a due archi, sulla [[via Salaria]] e quello di [[Domiziano]] alla foce del [[Volturno]], di cui resta una testata in laterizio, inglobata nel [[Castello di Castel Volturno|castello medioevale di Castel Volturno]].<ref name="TCI2"/><ref name="TCI1"/>
==== Le pietre miliari ====
[[File:Miliario XIIII via Traiana.jpg|miniatura|upright=0.8|Pietra miliare della [[via Traiana]], conservata presso il municipio di [[Buonalbergo]], in [[provincia di Benevento]]]]
Le strade erano dotate di [[pietra miliare|pietre miliari]], che indicavano la distanza in [[Miglio (unità di misura)|miglia]] dalla città di partenza.<ref>La moderna parola "miglio" deriva dal latino ''milia passuum'', cioè "mille passi", che corrispondono a circa 1480 metri; occorre osservare che per gli antichi romani il ''[[Passo (unità di lunghezza)|passus]]'' era inteso come la distanza tra il punto di distacco e quello di appoggio di uno stesso piede durante il cammino, quindi il doppio rispetto all'accezione moderna</ref>
Secondo una diffusa ricostruzione le distanze delle strade in partenza da Roma erano misurate dal [[miliario aureo]], una colonna in marmo rivestita di bronzo dorato posta nel [[Foro Romano]]<ref name=conv>[https://books.google.it/books?id=8NGqucNansYC&printsec=frontcover&dq=%22Convergenza:+la+convergenza+nelle+telecomunicazioni%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjF9rak7fffAhVMpYsKHW4iC6QQ6AEIKDAA#v=onepage&q=%22Convergenza%3A%20la%20convergenza%20nelle%20telecomunicazioni%22&f=false Convergenza: la convergenza nelle telecomunicazioni e il diritto d'autore nella società dell'informazione], V. Franceschelli, [[Giuffrè Editore]], 2009</ref> accanto al tempio di Saturno, sulla quale sarebbero state incise a lettere dorate le distanze tra Roma e le principali città dell'impero.
Questa ricostruzione, basata su un'erronea interpretazione di un passo delle ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]], è priva di riscontri nelle fonti; il ''Miliarium aureum'' era in realtà un monumento che celebrava Augusto nel suo ruolo di ''curator viarum'', mentre le distanze erano ufficialmente misurate a partire dalle porte delle [[mura serviane]].<ref>[https://www.google.it/books/edition/La_fattoria_e_la_villa_dell_Auditorium_n/iWx6Bbj4W9sC?hl=it&gbpv=1&dq=%22La+fattoria+e+la+villa+dell%27Auditorium+nel+quartiere%22&printsec=frontcover La fattoria e la villa dell'Auditorium nel quartiere Flaminio di Roma], a cura di Andrea Carandini, Maria Teresa D'Alessio, Helga Di Giuseppe, [[L'Erma di Bretschneider]], Roma, 2006, pag. 66</ref> Per le altre strade, la distanza era riferita alla città di inizio della via o da un altro importante centro urbano, mentre, a differenza delle moderne indicazioni stradali, non era riportata la distanza ancora da coprire per raggiungere la meta.
Le pietre miliari vennero utilizzate già prima del 250 a.C. per la via Appia e dopo il 124 a.C. per la maggior parte delle altre strade. La pietra miliare, o ''miliarum'' era una colonna circolare su una solida base rettangolare, infissa nel terreno ai margini della strada, ed aveva dimensioni ragguardevoli, potendo arrivare fino a un metro e mezzo di diametro e oltre due metri di altezza. Sulla colonna era incisa la distanza in miglia dalla città di riferimento e spesso riportava iscrizioni con dediche ai personaggi pubblici che avevano ordinato la costruzione, il rifacimento o la riparazione della strada. Per le loro dimensioni erano ben visibili e in zone pianeggianti, in assenza di alberi ai margini della strada, da un miliario era possibile vedere in lontananza sia quello precedente che quello successivo.<ref name=pirotta>Silvano Pirotta, "Le vie romane nella provincia di Milano: dagli antichi miliari stradali ai toponimi numerali delle località moderne", in "Storia in Martesana", n. 8-2014, su casadellaculturamelzo.it</ref>
===== Toponimi numerali =====
[[File:Aeclanum (Ancient Roman Street).jpg|miniatura|sinistra|Strada romana ad [[Aeclanum]]]]
Il conteggio delle miglia lungo le antiche strade romane ha originato molti degli attuali toponimi numerali italiani, presenti soprattutto al centro nord e generalmente riferiti a nuclei urbani sorti nel medioevo sul sito di luoghi di sosta lungo le principali vie romane. Questi centri urbani, situati in prossimità delle maggiori città dell'antichità, riportano riferimenti numerali concentrati in genere attorno alla prima decina (Terzo, Quarto, Quinto, Sesto, Settimo, Ottavo, Nono, Decimo), più raramente su distanze maggiori; è eccezionalmente documentato il caso di ''Ad Centesimum'', località posta sulla [[via Salaria]] a 100 miglia da Roma, citata nell{{'}}''[[Itinerarium Antonini]]''<ref name="pirotta"/> e identificata con [[Trisungo]], frazione di [[Arquata del Tronto]], nei pressi di [[Ascoli Piceno]]. Non ci sono evidenze di toponimi numerali riferibili al primo o al secondo miglio, distanze troppo vicine alla città di riferimento per richiedere la presenza di un punto di sosta attrezzato.<ref name="pirotta"/><ref>G.B. Pellegrini, [https://books.google.it/books?id=Dlkw3idzhrUC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false "Toponomastica italiana: 10000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, fiumi, monti spiegati nella loro origine e storia"], [[Hoepli (casa editrice)|Hoepli Editore]], 1990</ref><ref>L. Quilici, S. Quilici Gigli, [https://books.google.it/books?id=Xdm6BVijIX0C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false "Opere di assetto territoriale ed urbano"], [[L'Erma di Bretschneider]], 1995</ref>
Un altro toponimo, in questo caso non numerale, derivato dall'uso delle pietre miliari, presente nel nord Italia ed in particolare nel milanese, è "Pilastro" o "Pilastrello", riferito a cascine o chiesette campestri sorte in corrispondenza delle colonne miliari di antiche strade romane.<ref>Silvano Pirotta, "Le vie romane nella provincia di Milano: le cascine Pilastro e le chiese campestri del Pilastrello"], in "Storia in Martesana", n. 7-2013, su casadellaculturamelzo.it</ref>
L'esistenza di questi toponimi ha dato un importante contributo alla ricostruzione del percorso di molte vie romane. Di seguito un elenco parziale di toponimi numerali italiani:
''Ad tertium lapidem (III)''
* [[Terzo (Italia)|Terzo]], comune in [[provincia di Alessandria]], a tre miglia a ovest di [[Acqui Terme]], sulla [[via Aemilia Scauri]] in direzione di [[Vado Ligure]]
* [[Terzo di Aquileia]], comune in [[provincia di Udine]], a tre miglia a nord di Aquileia
* Terzo, [[frazione (geografia)|frazione]] del comune di [[Tolmezzo]] in [[provincia di Udine]], sulla via Iulia Augusta, a tre miglia da [[Zuglio]]
* Terzo di Mezzo, frazione del comune di [[Postiglione (Italia)|Postiglione]], in [[provincia di Salerno]], tre miglia a est di [[Eboli]] sulla via Popilia
''Ad quartum lapidem (IV)''
* [[Quart (Italia)|Quart]], comune della [[Valle d'Aosta]], a quattro miglia da [[Aosta]] sulla [[via delle Gallie]]
* [[Quarto (Italia)|Quarto]], comune nella [[città metropolitana di Napoli]], a quattro miglia da [[Pozzuoli]] sulla strada che collegava questa città con Capua e la via Appia
* [[Quarto d'Altino]], comune nella [[città metropolitana di Venezia]], a quattro miglia da [[Mestre]]. La zona dell'antica [[Altino (città romana)|Altinum]] era in epoca romana un importante crocevia stradale
* [[Asti|Quarto d'Asti]], frazione del comune di [[Asti]] a quattro miglia dal capoluogo sulla via Fulvia
* [[Quarto Inferiore]] (conosciuto solitamente solo come Quarto) è una frazione appartenente al comune di [[Granarolo dell'Emilia]] nella [[Provincia di Bologna]]
* [[Quarto Superiore]], frazione del comune di [[Bologna]] che sorge a poca distanza dalla summenzionata frazione di Granarolo.
* [[Quartu Sant'Elena]], comune della [[città metropolitana di Cagliari]] al quarto miglio della strada che collegava [[Cagliari]] a [[Palau (Italia)|Palau]]. Fino agli [[anni 1950|anni cinquanta del Novecento]] era ancora presente la relativa pietra miliare (popolarmente chiamata "sa perda mulla"), scomparsa durante i lavori di costruzione del mercato civico
* [[Quarto Cagnino]], quartiere di Milano sulla strada romana per [[Novara]], a quattro miglia dal centro del capoluogo lombardo
* [[Quarto Miglio]], [[Zone urbanistiche di Roma|zona urbanistica]] del comune di Roma, nel [[Municipio Roma VII]] al quarto miglio della via Appia
* [[Quarto Oggiaro]] quartiere di Milano sulla strada romana per [[Varese]], a quattro miglia dal centro del capoluogo lombardo
* [[Torri di Quartesolo]], comune in [[provincia di Vicenza]], a quattro miglia dal capoluogo; il toponimo "Quartesolo" sarebbe riferito al quarto miglio della via romana da [[Vicenza]] a [[Padova]], strada che collegava quest'ultima città con la [[via Postumia]]
* Via di Quarto o [[Villa di Quarto]] o Castelquarto, zona collinare del comune di [[Firenze]], al quarto miglio dal capoluogo lungo la [[Via Cassia]] in direzione di [[Prato (Italia)|Prato]].
''Ad quintum lapidem (V)''
* [[Quinto di Treviso]], comune della [[provincia di Treviso]], a cinque miglia dal capoluogo, sulla via che collegava la città con la [[via Aurelia (Veneto)|via Aurelia veneta]].<ref>Marina De Franceschini, [https://books.google.it/books?id=NjL2KGsO2KwC&printsec=frontcover&dq=Le+ville+romane+della+X+regio&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjsyfyht_zgAhWPGuwKHafXB5MQ6AEIKDAA#v=onepage&q=quinto&f=false "Le ville romane della X Regio (Venetia et Histria): catalogo e carta archeologica dell'insediamento romano nel territorio, dall'età repubblicana al tardo impero"], L'Erma di Bretschneider, 1998</ref>
* [[Quinto Vercellese]], comune della [[provincia di Vercelli]], a cinque miglia dal capoluogo, al bivio delle strade romane da Vercelli per [[Biella]] e [[Borgosesia]]<ref>Elisa Panero, [https://www.insegnadelgiglio.it/wp-content/uploads/2017/01/spm-1-02-panero-1.pdf "Il territorio di Vercellae in età romana: studio e ricostruzione di una città d'acque"], in "I paesaggi fluviali della Sesia fra storia e archeologia", All'Insegna del Giglio, 2016</ref>
* [[Quinto Vicentino]], comune della [[provincia di Vicenza]], a cinque miglia dal capoluogo sulla [[via Postumia]]
* [[Quinto Fiorentino]], frazione del comune di [[Sesto Fiorentino]], a cinque miglia da [[Firenze]] sul prolungamento della [[via Cassia]] in direzione di [[Pistoia]] e [[Lucca]]
* [[Quinto de' Stampi]], frazione di [[Rozzano]], nella [[città metropolitana di Milano]], sulla [[via Mediolanum-Ticinum]], a cinque miglia dal centro del capoluogo lombardo
* [[Quinto Romano]], quartiere di Milano sulla strada romana per [[Novara]], a cinque miglia dal centro del capoluogo lombardo
* [[Tor di Quinto]], quartiere di Roma, al quinto miglio della [[via Cassia]]
''Ad sextum lapidem (VI)''<ref>Non rientra in questa tipologia di toponimi numerali il nome del comune di [[Sesto (Italia)|Sesto/Sexten]], nella [[provincia autonoma di Bolzano]], che deriverebbe dalla locuzione ''ad horam sextam'' ("alla sesta ora") usata nel medioevo per indicare il sud, in riferimento alla posizione meridionale del paese rispetto a [[San Candido]]</ref>
* [[Sesto al Reghena]], comune della [[provincia di Pordenone]], a sei miglia da [[Concordia Sagittaria]], su una diramazione della via Iulia Augusta
* [[Sesto Calende]], comune della [[provincia di Varese]], a sei miglia da [[Somma Lombardo]] lungo la [[via Mediolanum-Verbannus]]
* [[Sesto Campano]], comune della [[provincia di Isernia]], a sei miglia da [[Venafro]], su una diramazione della [[via Latina]]
* [[Sesto ed Uniti|Sesto Cremonese]], frazione capoluogo del comune di Sesto ed Uniti, in [[provincia di Cremona]] a sei miglia da [[Cremona]] sulla strada romana diretta a ''Laus Pompeia'' ([[Lodi]]) e da qui a Milano
* [[Sesto Fiorentino]], comune nella [[città metropolitana di Firenze]], a sei miglia dal capoluogo toscano sul prolungamento della [[via Cassia]] in direzione di [[Pistoia]] e [[Lucca]]
* [[Sesto San Giovanni]], comune della [[città metropolitana di Milano]], al sesto miglio della strada che collegava Milano con [[Monza]] e [[Lecco]]
* [[Sestu]] comune della [[città metropolitana di Cagliari]] al sesto miglio della strada che collegava [[Cagliari]] a [[Porto Torres]]. Nella parrocchiale di San Giorgio è custodita la pietra miliare che indicava il VI miglio
* [[Sesto Gallo]] e [[Sesto Ulteriano]], frazioni di [[San Giuliano Milanese]], al sesto miglio da Milano sulla strada romana per Lodi e [[Piacenza]]
* [[Pontesesto]], frazione di [[Rozzano]], nella [[città metropolitana di Milano]], situato in corrispondenza di un ponte sul [[Lambro Meridionale]], oggi scomparso, sulla via Mediolanum-Ticinum, a sei miglia dal centro di Milano
* [[Sesto di Moriano]], frazione di [[Lucca]], a sei miglia dalla città toscana, sulla [[via Clodia Nova]]
''Ad septimum lapidem (VII)''
* [[Settimo Milanese]], comune nella [[città metropolitana di Milano]] sulla strada romana per [[Novara]], a sette miglia dal capoluogo lombardo
* [[Settimo Rottaro]], comune nella [[città metropolitana di Torino]], a sette miglia a sud-est di [[Ivrea]] sulla strada romana per Vercelli
* [[Settimo San Pietro]], comune della [[città metropolitana di Cagliari]] al settimo miglio della strada che collegava [[Cagliari]] a [[Palau (Italia)|Palau]], nel luogo in cui sono stati ritrovati anche resti di un [[acquedotto]] romano.<ref>[https://www.comune.settimosanpietro.ca.it/citta-e-territorio/archeologia/l-acquedotto-romano.html L'acquedotto romano] sul sito del comune di Settimo San Pietro</ref>
* [[Settimo Torinese]], comune nella [[città metropolitana di Torino]], al settimo miglio da Torino sulla strada romana per Ticinum (Pavia)
* [[Settimo Vittone]], comune nella [[città metropolitana di Torino]], a sette miglia a nord di [[Ivrea]] sulla [[via delle Gallie]], in direzione di Aosta
* [[Settimo]], frazione del comune di [[Montalto Uffugo]], a sette miglia a nord di [[Cosenza]] sulla [[via Popilia]], in direzione di Capua.
* [[Settimello]], frazione del comune di [[Calenzano]], nella [[città metropolitana di Firenze]], a sette miglia dal capoluogo toscano sul prolungamento della [[via Cassia]] in direzione di [[Pistoia]] e [[Lucca]]
* [[San Frediano a Settimo]], frazione del comune di [[Cascina]], in [[provincia di Pisa]], al settimo miglio da Pisa sulla strada romana per Firenze
* Settimo, località di [[Portobuffolé]], in [[provincia di Treviso]], a sette miglia da [[Oderzo]]
''Ad octavum lapidem (VIII)''
* [[Ottavo (Arezzo)|Ottavo]], località del comune di [[Arezzo]] a otto miglia dal capoluogo sulla via Cassia
* [[Valdottavo]], frazione di [[Borgo a Mozzano]], in [[provincia di Lucca]], a otto miglia da Lucca sulla [[via Clodia Nova]]
''Ad nonum lapidem (IX)''
* [[Annone Veneto]], comune nella [[città metropolitana di Venezia]], a nove miglia da Oderzo sulla [[via Postumia]] in direzione di Aquileia<ref>[http://www.comune.annoneveneto.ve.it/index.php/la-nostra-storia Storia di Annone Veneto] sul sito del comune</ref>
* [[Castello di Annone]], comune della [[provincia di Asti]], a nove miglia dal capoluogo sulla [[via Fulvia]]<ref>[http://www.comune.castellodiannone.at.it/Home/Guida-al-paese?IDDettaglio=15411 Storia di Castello di Annone] sul sito del comune</ref>
* [[Nus]], comune della [[Valle d'Aosta]], a nove miglia da [[Aosta]] sulla [[via delle Gallie]]<ref>[http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=34620&RicProgetto=reg-pie-vda Cenni storici sul comune di Nus] sul sito del [[Soprintendenza archivistica e bibliografica|SIUSA - Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche]]</ref>
* [[Ponte di Nona]], località di Roma, al nono miglio della [[via Prenestina]]
''Ad decimum lapidem (X)''
* [[Decimomannu]], comune della [[città metropolitana di Cagliari]], situato a dieci miglia a nord del capoluogo di regione
* Diecimo, frazione di [[Borgo a Mozzano]], in [[provincia di Lucca]], a dieci miglia dal capoluogo sulla [[via Clodia Nova]]
* [[Diémoz (Verrayes)|Diémoz]], frazione del comune di [[Verrayes]], nella [[Valle d'Aosta]], sede di una ''mansio'' a dieci miglia da [[Aosta]] sulla [[via delle Gallie]]
* Cascina Decima, località nel comune di [[Lacchiarella]], nella [[città metropolitana di Milano]], sulla [[via Mediolanum-Ticinum]], a dieci miglia dal centro del capoluogo lombardo
* [[Pontedecimo]], quartiere di [[Genova]], sorto sulla [[via Postumia]] in corrispondenza del [[Pons ad Decimum Miliarium (Genova)|''Pons ad decimum miliarium'']] sul torrente [[Riccò]], affuente del torrente [[Polcevera]], a dieci miglia dal centro di Genova
* [[Azzano Decimo]], comune a sud di [[Pordenone]], posto a dieci miglia da [[Concordia Sagittaria]], su una diramazione della via Iulia Augusta, in direzione nord
''Ad quartum decimum lapidem (XIV)''
* [[Quattordio]], comune della [[provincia di Alessandria]], a quattordici miglia dalla città di [[Asti]] (Hasta Pompeia) sulla [[via Fulvia]]
''Ad quintum decimum lapidem (XV)''
* [[Quintodecimo]], frazione di [[Acquasanta Terme]], in [[provincia di Ascoli Piceno]], a quindici miglia dal capoluogo provinciale, sulla via Salaria
''Ad tricesimum lapidem (XXX)''
* [[Tricesimo]], comune della [[provincia di Udine]], a trenta miglia da Aquileia sulla via Iulia Augusta
== Gli itineraria ==
{{vedi anche|Itinerarium Antonini|Tabula Peutingeriana}}
I romani e i viaggiatori antichi in generale non usavano mappe stradali, ma per orientarsi durante un viaggio e valutare i tempi di percorrenza venivano usati gli ''[[itinerarium|itineraria]]'', semplici liste di città che si incontravano lungo la strada. Per dare ordine e maggiori spiegazioni, i romani disegnavano dei diagrammi di linee parallele che mostravano le ramificazioni delle strade; non potevano essere considerati mappe, perché rappresentavano solo l'andamento e le interconnessioni delle strade, ma non la morfologia del terreno. Questi diagrammi venivano presumibilmente ricopiati e venduti ai viaggiatori. I migliori avevano dei simboli per le città, per le stazioni di sosta, per i corsi d'acqua e così via.
Dopo il primo itinerario maestro, voluto da Cesare e Marco Antonio, ne vennero realizzati altri. L{{'}}''Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti'' (''[[Itinerarium Antonini]]'') risale all'inizio del [[III secolo]]. Prende il nome dall’imperatore [[Caracalla|Marco Aurelio Antonino Augusto]], più noto come Caracalla. Fu stampato per la prima volta nel 1521 e riporta un elenco delle stazioni e delle distanze tra le località poste sulle diverse strade dell'Impero.
Un altro famoso itinerario che ci è pervenuto è la [[Tabula Peutingeriana]], che inizia già ad assumere la forma di una carta geografica, benché molto primitiva. La Tabula Peutingeriana è una copia medioevale in pergamena di una mappa romana che mostra le vie militari dell'impero. La [[Cosmografia ravennate]] risale al [[VII secolo]], ma riprende materiale di epoche precedenti.
Talvolta sono stati ritrovati itinerari riportati sugli oggetti più disparati, come le celebri ''Coppe di Cadice'' (detti anche [[bicchieri di Vicarello]]), quattro coppe d'argento trovate nel 1852 nei pressi di [[Vicarello (Bracciano)|Vicarello]] ([[Bracciano]]) durante gli scavi per la costruzione di una casa, che portano incisi i nomi e le distanze delle stazioni fra [[Cadice]] e [[Roma]].
L{{'}}''[[Itinerarium Burdigalense]]'' (Itinerario di [[Bordeaux]]), risale al [[IV secolo]] e descrive il percorso da Bordeaux (''Burdigala''), sulla costa atlantica della Gallia, fino a [[Gerusalemme]], ed è il più antico itinerario riferibile ad un [[pellegrinaggio]] cristiano in [[Terra santa]].
== Servizi ==
=== Punti di sosta ===
[[File:Letocetum Mansio 1.jpg|miniatura|upright=1.4|Resti della [[mansio]] di [[Letocetum]], sulla [[Watling Street]], strada romana della [[Britannia]] che collegava [[Inghilterra]] e [[Galles]]]]
Una legione in marcia non aveva bisogno di punti di sosta, perché portava con sé un intero convoglio di bagagli (''impedimenta'') e costruiva ogni sera il proprio campo (''[[castrum]]'') a lato della strada.
Per gli altri viaggiatori, dal tempo di Augusto furono istituiti lungo il percorso dei luoghi di sosta dotati di servizi. I più importanti, riservati ai funzionari pubblici, erano le ''[[mansio]]nes''; situate lungo le vie principali a circa una giornata di viaggio, permettevano ai viaggiatori di fermarsi e pernottare.<ref name="TCI"/><ref name="conv"/> Presso le mansiones sorgevano le ''[[Mansio#Caupona|cauponae]]'', per ospitare il personale che viaggiava come scorta dei funzionari. Un viaggiatore a piedi percorreva circa 20 miglia al giorno, una staffetta di corrieri governativi a cavallo poteva coprire una distanza di 50 miglia, ma in casi eccezionali poteva percorrere anche 80-100 miglia in un giorno.<ref name="riflessi"/><ref name="TCI1"/> Come raccontano diversi storici di quel tempo nel 9 a.C. [[Tiberio]], che si trovava a ''Ticinum'' ([[Pavia]]), usando queste stazioni raggiunse rapidamente a ''[[Mogontiacum]]'' il fratello [[Druso maggiore|Druso il Germanico]], morente per una [[gangrena]] causata da una caduta da cavallo, percorrendo duecento miglia in un giorno e in una notte.<ref>{{Cita libro|autore=[[Valerio Massimo]]|titolo=[[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]]|cid=Valerio Massimo|lingua=la}}</ref>
Tra due mansiones sorgevano diverse ''[[Mansio#Mutatio|mutationes]]'', stazioni per il cambio di cavalli, muli e buoi. Qui si poteva usufruire anche dei servizi di stallieri, maniscalchi ed ''equarii medici'', cioè [[medicina veterinaria|veterinari]] specializzati nella cura dei cavalli e officine per la manutenzione dei carri, oltre che il rifornimento di viveri.<ref name="riflessi"/><ref name="TCI1"/><ref name="conv"/>
Per i comuni viaggiatori, a cui non era permesso alloggiare nelle ''mansiones'', presso i punti di sosta sorsero delle locande private, le ''[[Mansio#Taberna|tabernae]]'', locali a basso costo, spesso poco raccomandabili.<ref name="conv"/><ref name=confronto>Maria Pia De Martin, [https://books.google.it/books?id=4C4ZyQ01ZFUC&printsec=frontcover&dq=pusteria&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjD7OSAmNngAhXK0KQKHcXkAacQ6AEILTAB#v=onepage&q=pusteria&f=false Alto Adige - Val Pusteria e Val Venosta: un oriente e un occidente a confronto], Taylor & Francis, 2005</ref> Benché identificati con lo stesso termine utilizzato per le osterie cittadine, questi locali avevano piuttosto una funzione di "ostelli"; col tempo divennero più lussuosi e la loro fama si differenziò, guadagnandosi una maggiore o minore reputazione a seconda del livello dei servizi offerti e delle persone che li frequentavano.
=== Il servizio postale ===
Nell'Impero Romano esistevano due servizi postali, uno pubblico e uno privato.
Il [[
Oltre al servizio rapido per la posta venne istituito anche il [[cursus clabularis]], effettuato con carri pesanti per il trasporto degli approvvigionamenti.<ref name="TCI"/> Il tragitto tra una città e l'altra era organizzato in stazioni di cambio dei cavalli chiamate ''statio posita'' da cui derivò il nome ''stazione di posta''.
Con l'estendersi del dominio romano venne a crearsi una rete di affari che favorì l'ascesa di una nuova classe sociale imprenditoriale. Per le loro esigenze di comunicazione, questi facoltosi imprenditori potevano servirsi di corrieri a cavallo detti ''tabellarii'' o ''cursores'', una rete postale privata che consegnava la posta a tariffe prestabilite con un sistema a staffetta. In funzione di questo servizio venne organizzata una rete capillare di stazioni di posta. La percorrenza media giornaliera era di circa 45 miglia (70 km). I tabellarii portavano un caratteristico cappello in pelle a larghe tese, chiamato ''[[petaso|petasus]]'' per ripararsi dal sole e dalla pioggia.<ref name="riflessi"/><ref name="TCI"/>
Accanto a questi sulle strade viaggiavano altri corrieri privati, liberti o schiavi fidati ai quali i ricchi romani affidavano personalmente corrispondenza o merci da recapitare.<ref name="TCI"/>
== Mezzi di trasporto ==
[[File:Römischer Reisewagen.JPG|miniatura|Ricostruzione di diligenza romana]]
Sulle strade extraurbane i Romani usavano diversi tipi di veicoli: per il trasporto di merci l'utilizzo dei carri era generalizzato; il carro più diffuso era detto ''[[Plaustri|plaustrum]]'' o ''plostrum''. I carri avevano quattro ruote in legno pieno dello spessore di diversi centimetri, di cui le anteriori più piccole, ed un robusto pianale in tavole con due fiancate per contenere il carico. L'asse anteriore poteva ruotare su un perno per affrontare le curve.<ref name="riflessi"/><ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/plaustro/] e [http://www.treccani.it/enciclopedia/plaustro_%28Enciclopedia-Italiana%29/ "Plaustrum"] sul sito dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref>
L'esercito usava un carro standard detto ''carrus'', il cui uso era regolamentato nell'ambito del cosiddetto ''cursus clabularis'', il servizio di trasporto di merci e persone utilizzato dall'esercito sulle lunghe distanze. Questo carro viaggiava al seguito delle legioni, trasportandone gli ''[[impedimenta]]'', cioè i bagagli.<ref>Onno Van Nijf, Fik Meijer, [https://books.google.it/books?id=of3OBAAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=%27%27Transport+and+Society+in+the+Ancient+World%27%27&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjq_qHw8_rgAhUssqQKHcnPB0EQ6AEIKDAA "Trade, Transport and Society in the Ancient World"], Routledge, 1992</ref>
Per il trasporto di persone, esistevano diversi tipi di [[calesse|calessi]] e [[carrozza|carrozze]]. ''[[Cisium]]'' ed ''[[essedum]]'' erano [[calesse|calessi]] di piccole dimensioni a due ruote, molto antichi; trainati da un cavallo, portavano solo due persone senza bagaglio, erano quindi adatti solamente a brevi percorsi.<ref name="riflessi"/><ref name=capasso>Luigi Capasso, [https://books.google.it/books?id=gzLTt_K7-H4C&dq=%27%27Cisium%27%27&hl=it&source=gbs_navlinks_s I fuggiaschi di Ercolano: paleobiologia delle vittime dell'eruzione vesuviana del 79], Parte 3, pag. 105, L'Erma di Bretschneider, 2001</ref> I ''cisia'', veloci e leggeri, erano i calessi più comuni disponibili per il noleggio, e venivano affittati dai ''cisarii'', che avevano sede alle porte delle città, poiché la [[Lex Iulia Municipalis]] del 45 a.C., applicata prima a Roma e poi estesa alle principali città vietava, con poche eccezioni, di introdurre veicoli in città nelle ore diurne.<ref name=" capasso"/>
Sulle lunghe percorrenze il mezzo più diffuso era la ''[[raeda]]'' (o ''rheda'')<ref name="riflessi"/><ref name=" capasso"/>, una carrozza a quattro ruote e con un pianale con alte sponde, sul quale venivano montati dei sedili. Ogni lato aveva uno sportello per entrare. La ''raeda'' portava quattro persone con i loro bagagli, fino al massimo peso legalmente consentito di 1000 libbre. Veniva tirata da una muta di buoi, muli o cavalli, e poteva essere coperta con un telo in caso di cattivo tempo.
Simile alla ''raeda'' era la ''[[carruca]]'', antenata delle [[diligenza (carrozza)|diligenze]] usate per il trasporto pubblico molti secoli dopo, che portava fino a sei persone ed era coperta da un tendone, probabilmente in pelle; anche il posto del conduttore era protetto dalle intemperie. Una versione, detta ''carruca dormitoria'', era attrezzata per consentire ai passeggeri di dormire durante il viaggio in modo relativamente confortevole.<ref name="riflessi"/>
== Principali strade romane ==
Benché il tracciato delle principali strade sia noto, in molti casi esistono tra gli studiosi disparità di opinioni per la mancanza di evidenze archeologiche dovute all'interramento nel tempo della sede stradale o al contrario all'asportazione dei tratti sopraelevati o ancora perché le strutture sono state distrutte dall'espansione urbanistica delle città.<ref>M. Buora, [https://www.academia.edu/3809882/Lindagine_sulle_strade_romane_del_Friuli_dal_Cinquecento_ai_nostri_giorni L'indagine sulle strade romane del Friuli: dal Cinquecento ai nostri giorni] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170315233329/http://www.academia.edu/3809882/Lindagine_sulle_strade_romane_del_Friuli_dal_Cinquecento_ai_nostri_giorni |date=15 marzo 2017 }}</ref> Molte strade moderne ancora seguono il tracciato di quelle romane o, pur con un percorso leggermente diverso, ne riprendono la denominazione.
=== Francia ===
{{vedi anche|Gallia Aquitania|Gallia Belgica|Gallia Lugdunense|Gallia Narbonense}}
[[File:Vieille route impériale.jpg|miniatura|Strada romana nei pressi di [[La Celle-sur-Loire]], in [[Francia]]]]
* [[Via Domizia]] ([[121 a.C.]]), da [[Nîmes]] ai [[Pirenei]], dove si collegava alla [[Via Augusta]] presso il [[Colle di Panissars]].
* [[Via Aquitania]] ([[118 a.C.]]), da [[Narbona]], dove si congiungeva alla [[via Domizia]], all'[[Oceano Atlantico]], attraverso [[Tolosa]] e [[Bordeaux]].
* [[Via Agrippa]] (circa [[40 a.C.]]), rete stradale ideata da [[Marco Vipsanio Agrippa]] costituita da più percorsi aventi origine a [[Lione]]. Tracce sono visibili nelle vicinanze del sito archeologico di Camp de Cora ([[Yonne]]).
* [[Strada costiera romana Bordeaux Dax|Strada costiera romana da Bordeaux a Dax]]
=== Grecia ===
{{vedi anche|Acaia (provincia romana)|Macedonia (provincia romana)}}
* [[Via Egnatia]] ([[146 a.C.]]), da [[Apollonia (Albania)|Apollonia]], nell'attuale [[Albania]], a [[Costantinopoli]], attraverso la [[Grecia]], la [[Macedonia del Nord|Macedonia]] e la [[Tracia]]
=== Italia ===
{{vedi anche|Regioni dell'Italia augustea}}
[[File:Estradas consulares.svg|miniatura|upright=1.4|Alcune strade consolari che partono da Roma.]]
==== Principali strade consolari che iniziavano da Roma ====
* [[Via Appia]], iniziata nel 312 a.C. e completata nel 264 a.C., prende il nome dal censore Appio Claudio Cieco che ne avviò la costruzione; da [[Roma]] raggiunge [[Brindisi]] attraverso [[Capua (città antica)|Capua]], [[Benevento]] e [[Taranto]].<ref name="TCI"/>
* [[Via Aurelia]] ([[III secolo a.C.]]): da Roma a [[Pisa]]. Costruita dal console [[Gaio Aurelio Cotta]] era una via litoranea lungo la costa dell'[[Etruria]].<ref name="TCI"/>
* [[Via Cassia]] ([[II secolo a.C.]]): da Roma a [[Firenze]], attraverso l'[[Etruria]] interna ([[Sutri]], [[Bolsena]], [[Chiusi]], [[Arezzo]]).<ref name="TCI"/>
* [[Via Flaminia]] ([[220 a.C.]]): da [[Roma]] a [[Rimini]]. Costruita dal console Gaio Flaminio attraversava l'Umbria e il Piceno, raggiungeva il litorale adriatico a [[Fano]] e proseguiva fino a [[Pesaro]] e Rimini.<ref name="TCI"/>
* [[Via Salaria]]: da Roma a Castrum Truentium ([[Porto d'Ascoli]], oggi frazione di [[San Benedetto del Tronto]]), sul [[Mare Adriatico]]; è probabilmente la più antica delle strade romane.<ref name="TCI"/>
==== Altre strade romane in Italia ====
===== Italia settentrionale =====
* [[Via Aemilia Scauri]] ([[109 a.C.]]): prolungava la [[Via Aurelia]] da [[Luna (colonia romana)|Luna]] fino a [[Genova]] e [[Vado Ligure|Vada Sabatia]]. La Via Aemilia Scauri fu realizzata da Marco Emilio Scauro censore nel 109 a. C., al quale si deve anche l'altro tronco della strada che congiungeva Vada Sabatia e Dertona, dove si allacciava con la via Postumia proseguendo fino a Piacenza.
* [[Via Annia]] ([[131 a.C.]]), da [[Adria]] attraverso [[Padova]] ad [[Aquileia (città antica)|Aquileia]].
* [[Via Aurelia (Veneto)|Via Aurelia (75 a.C.)]]: da Padova ad [[Asolo]].
* [[Via Brixiana]] ([[I secolo a.C.]]) da [[Cremona]] a [[Brescia]]<ref>Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, [https://books.google.it/books?id=XB4lDwAAQBAJ&pg=PR12&dq=%22via+brixiana%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj03tiO-PvfAhUPGewKHXzcBvIQ6AEIMzAC#v=onepage&q=%22via%20brixiana%22&f=false Roma contro Roma: L'anno dei quattro imperatori e le due battaglie di Bedriacum], Soldiershop Publishing, 2017</ref> In epoca imperiale costituiva un raccordo tra la [[via Postumia]] e la [[via Gallica]]<ref>Gian Pietro Brogiolo, [https://books.google.it/books?id=txYZDgAAQBAJ&pg=PA95&lpg=PA95&dq=%22via+brixiana%22&source=bl&ots=5tHpGzZnVr&sig=ACfU3U39Bn45FAao_pOlnh6YYdqyvOC1bg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj_3pCI-vvfAhXJ3KQKHe0PAcsQ6AEwCXoECAAQAQ#v=onepage&q=%22via%20brixiana%22&f=false S. Giulia di Brescia: gli scavi dal 1980 al 1992. Reperti preromani, romani e alto medievali], All'Insegna del Giglio, 1999</ref>
* [[Via Emilia]] (187 a.C.): la via più importante dell'Italia settentrionale prendeva il nome dal console Marco Emilio Lepido e da [[Rimini]] (''Ariminum'') giungeva a [[Piacenza]] (''Placentia'') con un percorso quasi in linea retta.<ref name="TCI"/>
* [[Via Emilia Altinate]] da [[Padova]] a [[Bologna]]<ref>[http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=157125 Scheda della via Emilia Altinate] sul sito dell'Istituto per i beni artistici e culturali della regione [[Emilia-Romagna]]</ref>
* [[Via Flavia]] ([[79|79 d.C.]]), nella provincia [[Regio X Venetia et Histria|Venetia et Histria]], fu costruita dall'imperatore [[Vespasiano]]. La strada partiva da Tergeste ([[Trieste]]) e costeggiando il litorale istriano raggiungeva [[Fiume (Croazia)|Fiume]] passando per [[Pola]]<ref name="TCI"/>
* [[Via Fulvia]] ([[123 a.C.]]), da Dertona ([[Tortona]]) ad Hasta ([[Asti]]) e Augusta Taurinorum ([[Torino]])<ref name="TCI"/>
* [[Via Gallica]] ([[40|40 d.C.]])., da [[Verona]] a [[Milano]], passando [[Brescia]] e [[Bergamo]], utilizzata soprattutto nel tardo impero, quando Milano era divenuta la capitale dell'[[Impero romano d'Occidente]]<ref>[https://books.google.it/books?id=_uz8FRUWk4UC&pg=PA120&dq=%22Via+gallica%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj_5-_j6uPfAhVooosKHSA_DYoQ6AEILjAB#v=onepage&q=%22Via%20gallica%22&f=false "Attila flagellum Dei? "], L'Erma di Bretschneider, 1994</ref>
* [[Via Gemina]] (fine del [[I secolo a.C.]]): da [[Aquileia (città antica)|Aquileia]] a [[Trieste]]
* [[Via Iulia Augusta]], collegava Aquileia con il [[Norico (provincia romana)|Norico]] passando per ''[[Zuglio|Iulium Carnicum]]'' e il [[passo di Monte Croce Carnico]]; non si conosce la denominazione originaria di questa via, il nome "Iulia Augusta" con cui è identificata è attribuito dagli storici all'archeologo [[Carlo Gregorutti]] che l'avrebbe proposto in un suo articolo nel 1884<ref>[https://books.google.it/books?id=GOLiAAAAMAAJ&q=%22Gregorutti%22+%22Iulia+Augusta%22&dq=%22Gregorutti%22+%22Iulia+Augusta%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjZ6PnamubfAhWiw4sKHTt9BIoQ6AEIKDAA Julium Carnicum], P.M. Moro, L'Erma di Bretschneider, 1956</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=BmxoAAAAMAAJ&q=%22Gregorutti%22+%22Iulia+Augusta%22&dq=%22Gregorutti%22+%22Iulia+Augusta%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjZ6PnamubfAhWiw4sKHTt9BIoQ6AEILTAB "Julia Augusta: da Aquileia a Virunum lungo la ritrovata via romana per il Noricum"], A. Rossetti, Edizioni della Laguna, 2006</ref>
* [[Via Julia Augusta]] ([[13 a.C.]]): da [[Piacenza]], passando per Dertona (Tortona) e Aquae Statiellae ([[Acqui Terme]]) ripercorrendo la [[via Aemilia Scauri]] raggiungeva Vada Sabatia ([[Vado Ligure]]) e quindi per la [[Riviera di Ponente|riviera ligure di ponente]] giungeva in [[Gallia]], ad [[Arles]]<ref name="TCI"/>
* [[Via Mediolanum-Bellasium]], che metteva in comunicazione ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''Bellasium'' ([[Bellagio]])<ref>{{cita web|url=http://www.comune.como.it/export/sites/default/it/doc/pgt/piano-delle-regole/relazione-piano-delle-regole/x0.4.1xComo_Pgt_PianoRegole_Pagine_126_166.pdf|titolo=Como romana|accesso=23 marzo 2020|p =145}}</ref>.
* [[Via Mediolanum-Bilitio]], che metteva in comunicazione ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''Bilitio'' ([[Bellinzona]]) o forse anche ''Curia Raetorum'' ([[Coira]])) passando da ''Varisium'' ([[Varese]]) e, solo ipoteticamente, da ''Luganum'' ([[Lugano]])<ref>A. Palestra, ''Strade romane nella Lombardia Ambrosiana'', Nuove Edizioni Duomo, Milano, 1984, p. 27</ref>.
* [[Via Mediolanum-Brixia]], che metteva in comunicazione ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''[[Brixia (archeologia)|Brixia]]'' ([[Brescia]]) passando da ''Cassianum'' ([[Cassano d'Adda]])<ref>{{cita web|url=http://www.comune.crema.cr.it/sites/default/files/web/File/FDMuseo/Insula_Fulcheria/2010/B/5_15_Il_sistema_stradale_di_et_romana_genesi_ed_evoluzione.pdf|titolo=Il sistema stradale di età romana: genesi ed evoluzione|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181023080059/https://www.comune.crema.cr.it/sites/default/files/web/File/FDMuseo/Insula_Fulcheria/2010/B/5_15_Il_sistema_stradale_di_et_romana_genesi_ed_evoluzione.pdf|accesso=6 aprile 2020}}</ref>.
* [[Via Regina|Via Mediolanum-Cremona (detta "Augusta")]], che metteva in comunicazione ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''[[Cremona]]'' ([[Cremona]]) passando da [[Gombito]]<ref>{{cita web|url=https://www.comune.crema.cr.it/sites/default/files/insula_fulcheria_2010_5_15_il_sistema_stradale_di_et_romana_genesi_ed_evoluzione.pdf|titolo=Il sistema stradale di età romana: genesi ed evoluzione|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181023080059/https://www.comune.crema.cr.it/sites/default/files/web/File/FDMuseo/Insula_Fulcheria/2010/B/5_15_Il_sistema_stradale_di_et_romana_genesi_ed_evoluzione.pdf|accesso=4 novembre 2023}}</ref>.
* [[Via Mediolanum-Placentia]], che metteva in comunicazione ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''Placentia'' ([[Piacenza]]) passando da ''Laus Pompeia'' ([[Lodi Vecchio]])<ref name="melegnano">{{cita web|url=https://www.melegnano.net/storia/pagina004sb00a.htm|titolo=La Mediolanum - Laus Pompeia nei secoli|accesso=5 aprile 2020}}</ref>
* [[Via Mediolanum-Ticinum]], che congiungeva ''Ticinum'' ([[Pavia]]) con ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]])<ref>[https://www.academia.edu/3044454/La_Via_Mediolanum-_Ticinum_nel_quadro_insediativo_dellagro_milanese_sud_occidentale La via Mediolanum-Ticinum nel quadro insediativo dell'agro mediolanense sud-occidentale], M. Antico Gallina, [[Civico museo archeologico di Milano]], 2002</ref>
* [[Via Mediolanum-Verbannus]] ([[I secolo a.C.]]): da [[Milano]] al porto commerciale di [[Angera]], sul [[lago Maggiore]], chiamato Verbannus dai Romani.<ref>[https://books.google.it/books?id=cnvns86N6YsC&pg=PA17&dq=%22Mediolanum-Verbanus%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjR-_SR_qTgAhUGkiwKHcqhD8sQ6AEINzAD#v=onepage&q=%22Mediolanum-Verbanus%22&f=false Varese e provincia: le prealpi, le valli, i laghi : ville, monasteri, castelli], [[Touring Club Italiano]], Milano, 2002</ref><ref>[https://web.archive.org/web/20170216131918/http://www.archeologica.lombardia.beniculturali.it/getFile.php?id=239 Sulla strada per Angera - Viabilità terrestre ed acquatica tra Milano e la Svizzera in età romana], in "Di città in città - Insediamenti, strade e vie d'acqua da Milano alla Svizzera lungo la Mediolanum-Verbannus", a cura di Grazia Facchinetti e Cristina Miedico, Soprintendenza Archeologia della Lombardia, Arona, 2105</ref>
* [[Via Opitergium-Tridentum]] da [[Oderzo]] a [[Trento]]. Apparteneva al sistema infrastrutturale della [[Via Claudia Augusta]]<ref>{{cita libro | cognome= Busana | nome= Maria Stella | titolo= Oderzo. Forma urbis | editore= l'Erma di Bretschneider | città= Roma | anno= 1995 | isbn=9788870629279|p= }}</ref>
* [[Via Popilia-Annia]] ([[132 a.C.]] - [[131 a.C.]]): portava da [[Rimini]] ad [[Aquileia (città antica)|Aquileia]] per [[Ravenna]], [[Altino]] e [[Concordia Sagittaria]]<ref name="TCI"/>
* [[Via Postumia]] (148 a.C.): da [[Genova]] ad [[Aquileia (città antica)|Aquileia]]. Voluta dal console [[Spurio Postumio Albino Magno|Spurio Postumio Albino]] aveva il suo snodo principale nella città di Piacenza. Da qui verso levante attraversava [[Verona]], [[Vicenza]] e [[Concordia Sagittaria]], verso ponente passava per [[Tortona]] e [[Libarna]] ([[Serravalle Scrivia]]), da dove scendeva a [[Genova]]<ref name="TCI"/>
===== Italia centrale =====
* [[Via Ariminensis]], da Arretium ([[Arezzo]]) ad Ariminum ([[Rimini]])
* [[Via Cecilia]] (142 a.C. o 117 a.C.): si staccava dalla [[Via Salaria]] andando verso la costa [[Mare Adriatico|adriatica]] raggiungendo [[Amiternum]] e Hatria ([[Atri]]), superando l'[[Appennini#Appennino centrale|Appennino centrale]] al passo oggi chiamato delle [[Passo delle Capannelle|Capannelle]].
* [[Via Clodia Nova]] da [[Lucca]] a [[Luni]] attraverso la [[Garfagnana]]<ref>[http://www.viadelvoltosanto.it/index.php/La_storia "La viabilità medievale nella valle del Serchio e la nascita degli hospitalia pauperum"], su www.viadelvoltosanto.it</ref><ref>[http://www.comune.borgoamozzano.lucca.it/content.php?p=9.2 La via Clodia Nova] sul sito del comune di [[Borgo a Mozzano]]</ref>
* [[Via Clodia]], da Roma staccandosi dalla Cassia attraverso la [[Maremma Grossetana|maremma toscana]] si congiungeva con l'Aurelia fra [[Orbetello]] e [[Grosseto]]<ref name="TCI"/>
* [[Via Curia]]: da Reate ([[Rieti]]) a Interamna ([[Terni]])<ref>L. Quilici, S. Quilici Gigli, [https://books.google.it/books?id=O5iuEaWU2FkC&pg=PA83&dq=Via+Curia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiK79eV9fzfAhXG6qQKHfKrCoAQ6AEIMjAC#v=onepage&q=Via%20Curia&f=false Architettura e pianificazione urbana nell'Italia antica], [[L'Erma di Bretschneider]], 1997</ref>
* [[Via Faventina]] da [[Faenza]] a [[Firenze]]<ref>[https://tuttatoscana.net/storia-e-microstoria-2/lantica-via-faventina-e-la-flaminia-minor/ L'antica via Faventina e la Flaminia minor], sul sito tuttatoscana.net</ref>
* [[Via Flaminia (minore o militare)|Via Flaminia militare]] (187 a.C. circa), strada militare da [[Arezzo]] a [[Claterna]] (sulla [[via Emilia]] vicino a [[Bologna]])<ref name="TCI"/>
* [[Via Latina]], attraversava l'entroterra laziale e campano (zona degli Ernici, il [[Liri]] e il [[Volturno]]) e si collegava poi a ''[[Casilinum]]'' con la [[via Appia]]<ref name="TCI1"/>
* [[Via Quinctia]], da [[Fiesole]] e [[Firenze]] a [[Pisa]].
* [[Via Salaria Gallica]]: strada intervalliva tra ''Asculum'' ([[Ascoli Piceno]]) e ''Sena Gallica'' ([[Senigallia]]) (nell'odierna regione [[Marche]])<ref name="TCI1"/>
* [[Via Salaria Picena]]: strada litoranea che collegava la [[Via Flaminia]] alla [[Via Salaria]] partendo da ''Fanum Fortunae'' ([[Fano]]) e arrivando a ''Castrum Truentinum'', nei pressi di [[Porto d'Ascoli]]<ref name="TCI1"/>
* [[Via Sarsinate]] da [[Sarsina]] a [[Rimini]]<ref>[https://books.google.it/books?id=lbQcDgAAQBAJ&pg=PA229&lpg=PA229&dq=%22Via+Sarsinate%22&source=bl&ots=VQPj9J2zg6&sig=s5tWpB-Uv_UUhS-vQZA-F8N5wFM&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjZr47GrNbfAhUNsKQKHdhjAHI4FBDoATADegQIARAB#v=onepage&q=%22Via%20Sarsinate%22&f=false "A misura d'uomo. Archeologia del territorio cesenate e valutazione dei depositi"], a cura di S. Gelichi e C. Negrelli, All'Insegna del Giglio, Borgo S. Lorenzo (FI), 2008</ref><ref>[http://www.riminiromana.it/it/itinerari/itinerario-5-via-sarsinate "Via Sarsinate - Da Cesena a Sarsina lungo la valle del Savio] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190106010452/http://www.riminiromana.it/it/itinerari/itinerario-5-via-sarsinate |date=6 gennaio 2019 }}, su www.riminiromana.it</ref>
* [[Via Severiana]], che collegava [[Ostia (città antica)|Ostia]] a [[Terracina]]<ref name="TCI"/><ref>[https://books.google.it/books?id=5rwjAQAAIAAJ&q=severiana&dq=severiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjQs-zUp-bfAhXqposKHYAWC7oQ6AEIODAD Via Severiana], S. Fogagnolo, M. Valenti, [[Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato]], 2005</ref>
* [[Via Sublacense]], dalla [[Via Tiburtina Valeria|via Valeria]] a [[Subiaco]]<ref>[https://books.google.it/books?id=PpG985CIIl0C&pg=PA17&dq=%22Via+Sublacense%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiAqrumr9bfAhVLNOwKHTtGCskQ6AEILjAB#v=onepage&q=%22Via%20Sublacense%22&f=false "Memorie di Subiaco e sua badia"], G. Jannuccelli, G. Fassicomo, Genova, 1856</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=WOk4AQAAMAAJ&pg=PP616&dq=%22Via+Sublacense%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiAqrumr9bfAhVLNOwKHTtGCskQ6AEINDAC#v=onepage&q=%22Via%20Sublacense%22&f=false "Annali dell'instituto di corrispondenza archeologica"], Roma, 1837</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=FGQNQJ_qdEYC&pg=PA644&dq=%22Via+Sublacense%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiAqrumr9bfAhVLNOwKHTtGCskQ6AEISTAG#v=onepage&q=%22Via%20Sublacense%22&f=false "Analisi storico-topografica-antiquaria della carte de' dintorni di Roma"], tomo III, Tipografia delle belle arti, Roma, 1849</ref>
* [[Via Tiburtina Valeria]], da Roma a [[Pescara]]. In origine era una strada locale che da Roma portava a Tibur ([[Tivoli]]). Il suo prolungamento fino a [[Corfinium]], tra il [[III secolo a.C.|III]] e il [[IV secolo a.C.]], prese il nome di via Valeria. Venne prolungata in epoca augustea fino a [[Pescara]] e ammodernata dall'imperatore [[Claudio]]. In suo onore il tratto da [[Collarmele]] a Pescara fu ribattezzato "via Claudia Valeria"<ref name="TCI1"/><ref>{{cita web|url=http://www.terradabruzzo.com/storia/strade_romane.php}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/via-valeria_%28Enciclopedia-Italiana%29/}}</ref>
====== Strade locali nell'area di Roma ======
* [[Via Anagnina]]: da [[Roma]] ad [[Anagni]]; corrisponde al primo tratto della [[via Latina]]
* [[Via Ardeatina]]: da [[Roma]] ad [[Ardea]]
* [[Via Collatina]], da Roma a [[Collatia]]; fu in seguito prolungata fino alla Tiburtina nel punto in cui questa passa alla riva sinistra dell'Aniene, presso Ponte Lucano.
* [[Via Cornelia]]: da [[Roma]] ([[Porta Cornelia]], presso il Vaticano) a [[Cerveteri]], dove si congiungeva con l'Aurelia<ref name="TCI1"/>
* [[Via Labicana]], da Roma verso sud-est per [[Labicum]], sui [[colli Albani]], formando un sistema con la Praenestina. Il percorso fuori delle mura della Labicana divenne in seguito il tratto iniziale della [[via Casilina]], strada medioevale che proseguiva poi sul tracciato della [[via Latina]] fino a Capua<ref name="TCI1"/>
* [[Via Laurentina]]: da [[Roma]] a [[Laurentum]]
* [[Via Nomentana]], da Roma a ''[[Nomentum]]'', nei pressi dell'attuale [[Mentana]]
* [[Via Ostiense]], da Roma a [[Ostia (città antica)|Ostia]]
* [[Via Portuense]]: da [[Roma]] al [[Porto (città antica)|porto]] situato alla foce del [[Tevere]], nei pressi dell'attuale [[Fiumicino]]. La strada fu costruita razionalizzando ed ampliando l'antica [[Via Campana (antica Roma)|via Campana]], così chiamata perché proveniva dal ''[[campus salinarum]]'', le saline che si trovavano alla foce del Tevere<ref name="TCI1"/>
* [[Via Prenestina]], da Roma a ''Praeneste'' ([[Palestrina]])
* [[Via Satricana]], da Roma a [[Satrico]]<ref name="TCI1"/><ref>[https://books.google.it/books?id=N-NlS_8TOaYC&pg=PT110&lpg=PT110&dq=%22Via+Satricana%22&source=bl&ots=5SFakbitRR&sig=yTy-cP_DelJyScubKRKxxcYRLzg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiGq_7orNbfAhXR3KQKHfnBAz8Q6AEwC3oECAQQAQ#v=onepage&q=%22Via%20Satricana%22&f=false Le strade dell'Italia romana], [[Touring Club Italiano]], Milano, 2004</ref>
* [[Via Tiberina]], da Roma a [[Ocriculum]], fu utilizzata fin da epoca preistorica, come insieme di [[Tratturo|tratturi]] lungo il corso del Tevere, poi da [[Etruschi]] e [[Falisci]] e quindi dal IV secolo a.C. dai Romani<ref>{{Cita libro|autore=Gerhard Radke|traduttore=Gino Sigismondi|titolo=Viae Publicae Romanae|anno=1981|editore=Cappelli Editore|città=Bologna|p=112|SBN=UMC0081832}}</ref>. Fino alla costruzione della Via Flaminia era il principale collegamento con l'Umbria.
* [[Via Trionfale]] da [[Roma]] a [[Veio]]<ref name="TCI1"/>
===== Italia meridionale e Sicilia =====
* [[Via Aemilia in Hirpinis|Via Aemilia]] ([[126 a.C.]]): dalla [[valle dell'Ufita]] (ove si staccava dalla [[via Appia]]) ad ''[[Aequum Tuticum]]'', con probabile proseguimento verso l'[[Apulia]]
* [[Via Traiana|Via Appia Traiana]], costruita da [[Traiano]] fra il 108 e il 110 d.C., si staccava dalla via Appia a [[Benevento]], giungeva in prossimità del [[mare Adriatico]], poi seguiva la costa fino a [[Brindisi]]<ref name="TCI"/>
* [[Via Augusta Sallentina]]: da [[Taranto]] a [[Otranto]]
* [[Via Aurelia Aeclanensis]] ([[II secolo|II secolo d.C.]]): da [[Aeclanum]] ad [[Herdonia]]
* [[Via Domiziana]]ː prende il nome dall'imperatore [[Domiziano]] che la fece costruire nel 95 d.C., va da [[Sinuessa]] (nei pressi di [[Mondragone]]) a Puteoli ([[Pozzuoli]])<ref name="TCI"/>
* [[Via Herculia]], realizzata per volere di [[Diocleziano]] alla fine del [[III secolo|III secolo d.C.]]; andava da [[Aufidena]] (nel [[Sannio]]) a [[Eraclea (Magna Grecia)|Heraclea]] (nei pressi dell’attuale [[Policoro]]), intersecandosi con la [[via Traiana]] all'altezza di [[Aequum Tuticum]] (presso [[Ariano Irpino]]).<ref>A. Gerardi, [https://www.academia.edu/12717317/LUCANIA_FEDERICIANA_La_Via_Herculea_e_larea_del_Vulture Lucania federiciana: la via Herculea e l'area del Vulture], su www.academia.edu, 2014</ref><ref>L. Quilici, S. Quilici Gigli, [https://books.google.it/books?id=I-KY89S3jRUC&pg=PA152&lpg=PA152&dq=Via+Herculea&source=bl&ots=XxVsSZR139&sig=ACfU3U0n3F92xTZdOa0qsxqooPMn6xpdNA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiil8Sq3_7fAhUmMewKHTVkB_I4ChDoATABegQICRAB#v=onepage&q=Via%20Herculea&f=false Carta archeologica della Valle del Sinni], [[L'Erma di Bretschneider]], 2001</ref>
* [[Via Minucia]] (110 a.C.): da [[Benevento]] a [[Brindisi]]; ad eccezione di alcune rettifiche o varianti di tracciato, il percorso sarà poi ricalcato (in epoca imperiale) dalla [[Via Traiana|via Appia Traiana]].
* [[Via Pompeia]] o Pompea ([[II secolo a.C.]]): da [[Messina]] a [[Siracusa]]<ref>[https://books.google.it/books/about/Via_Pompeia.html?id=3MWORAAACAAJ&redir_esc=y ''Via Pompeia: l'antico tracciato stradale tra Messina e Siracusa''], G. Sirena, [[Bonanno Editore]], 2011</ref>
* [[Via Capua-Regium|Via Popilia]] (132 a.C.): portava da [[Capua (città antica)|Capua]] fino a [[Reggio Calabria]]<ref name="TCI"/><ref>{{Cita web |url=http://www.lavocedisantonofrio.it/2018/06/28/s-onofrio-amministrazione-comunale-lions-club-di-vibo-valentia-e-museo-presentano-il-cippo-miliare-romano-di-santonofrio/ |titolo="Il cippo miliare romano di Sant’Onofrio: La via Appia-Popilia del territorio di Valentia", su www.lavocedisantonofrio.it |accesso=21 gennaio 2019 |dataarchivio=6 gennaio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190106010512/http://www.lavocedisantonofrio.it/2018/06/28/s-onofrio-amministrazione-comunale-lions-club-di-vibo-valentia-e-museo-presentano-il-cippo-miliare-romano-di-santonofrio/ |urlmorto=sì }}</ref>. In un'iscrizione commemorativa trovata a [[Polla]], nel [[Vallo di Diano]], il suo costruttore (che si ritiene fosse il console Popilio, sebbene non sia stato identificato con certezza), vanta di aver costruito lungo tutto il percorso (320 miglia) i ponti, le mansiones, le pietre miliari, ed associa la realizzazione di quest’opera alla riforma agraria.<ref name="TCI2"/>
* [[Via Traiana Calabra]], prolungamento della [[Via Traiana|via Appia Traiana]] da [[Brindisi]] a [[Otranto]]<ref>[https://bari.repubblica.it/cronaca/2010/12/08/news/via_traiana_dai_fasti_dellantichit_allabbandono_di_oggi-9961301/ "Il declino della Via Traiana dai fasti dell'antichità all'abbandono"], articolo su [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] dell'8 dicembre 2010</ref>
* [[Via Valeria]] ([[II secolo a.C.]]), percorreva il litorale tirrenico della [[Sicilia]], da [[Messina]] a [[Lilibeo]]<ref name="TCI1"/>
===
I Romani costruirono anche strade d'alta montagna per valicare le [[Alpi]] e dirette verso le [[Gallia|Gallie]], la [[Rezia]] e il [[Norico]].
* [[Via Claudia Augusta]]: iniziata dopo le campagne militari in [[Rezia]] e [[Vindelici]]a del 15 a.C. da [[Druso maggiore]] e [[Tiberio]], figliastri di [[Augusto]], valicava le Alpi e collegava [[Verona]] alle rive del [[Danubio]] attraverso "Tridentum" ([[Trento]]), "Pons Drusi" ([[Bolzano]]) e il [[passo di Resia]]; una sua diramazione da Bolzano risaliva la valle dell'[[Isarco]] e raggiungeva "Veldidena" ([[Innsbruck]]) attraverso il [[passo del Brennero]]<ref name="TCI"/>
* [[Via Iulia Augusta]]: valicava le Alpi al [[passo di Monte Croce Carnico]] e collegava [[Aquileia (città antica)|Aquileia]] con le città di [[Aguntum]] e [[Viruno|Virunum]], nella provincia del [[Norico]], nell'attuale Austria.<ref>Maria Grazia Caenaro, [http://www.senecio.it/sag/strada.pdf Un'antica via a nord-est. Testimonianze epigrafiche e letterarie], su www.senecio.it</ref> Una via ''in compendium'', convenzionalmente denominata [[via Aguntum-Vipitenum]], attraverso la [[val Pusteria]] collegava la Iulia Augusta alla diramazione della Claudia Augusta diretta al Brennero.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/pusteria_(Enciclopedia-Italiana)/ La val Pusteria] sul sito dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref>
* [[Via Cozia]] da ''Augusta Taurinorum'' ([[Torino]]) a [[Gap (Francia)]] attraverso ''Segusium'' ([[Susa (Italia)|Susa]]) e il [[Colle del Monginevro]]. Si sovrappone in parte alla [[Via Domizia]] Tra i vari resti di questa via resta giunti fino a noi rimane un importante monumento, l'[[Arco di Augusto (Susa)|arco di Augusto]] a Susa<ref name="TCI"/>
* [[Via Domizia]] da ''Segusium'' ([[Susa (Italia)|Susa]]) a ''Narbo Martius'' ([[Narbona]]) in [[Linguadoca-Rossiglione]], tramite il [[colle del Monginevro]]
* [[Via delle Gallie]], da Eporedia ([[Ivrea]]) risaliva la valle della Dora Baltea fino ad Augusta Praetoria ([[Aosta]]), dove si biforcava in due rami che raggiungevano i passi alpini dell'Alpis Graia ([[colle del Piccolo San Bernardo]]) dove sono i resti di una mansio, e dell'Alpis Poenina ([[colle del Gran San Bernardo]])). Sul versante francese la strada raggiungeva [[Moûtiers]] mentre il ramo che superava l'Alpis Poenina scendeva a ''Octodurum'' ([[Martigny]]), nell'attuale [[Svizzera]]<ref name="TCI"/><ref>[http://www.regione.vda.it/cultura/patrimonio/siti_archeologici/strada_gallie/ivrea_aosta_i.aspx La via delle Gallie] sul sito della Regione Autonoma [[Valle d'Aosta]]</ref><ref>[http://www.regione.vda.it/cultura/patrimonio/siti_archeologici/strada_gallie/aosta_valichi_i.aspx I due percorsi alpini della via delle Gallie] sul sito della Regione Autonoma [[Valle d'Aosta]]</ref>
* [[Via Regina]], che collegava il porto fluviale di ''Cremona'' (la moderna [[Cremona]]) con ''Clavenna'' ([[Chiavenna]]), e da qui con la [[Rezia (provincia romana)|Rezia]], passando da ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]])<ref>v. M. Zecchinelli, La strada regina nella storia e nel paesaggio, c. nani ed, Como 1960, pag 15.</ref><ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=Fl3XlVGzuNUC&pg=PA287&lpg=PA287&dq=mediolanum+comum+via+regina&source=bl&ots=UDdPR5d3Jv&sig=ACfU3U1NjJfRgloDhb5V5VdBbwWNR2ksCQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjZ1_6Yvq7oAhW3wcQBHX1LA2IQ6AEwCXoECAoQAQ#v=onepage&q=mediolanum%20comum%20via%20regina&f=false|titolo=Siedlung und Verkehr im Römischen Reich|accesso=22 marzo 2020}}</ref>.
* [[Via Spluga]], che metteva in comunicazione ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]) con ''Lindavia'' ([[Lindau]]) passando dal [[passo dello Spluga]] (''Cunus Aureus'')<ref>{{cita web|url=http://www.montagnavissuta.it/viaspluga-viamalaschlucht.htm|titolo=La Gola della Viamala (Viamala-Schlucht)|accesso=21 ottobre 2018}}</ref>
=== Spagna ===
{{vedi anche|Spagna romana}}
[[File:Hispania roads.svg|thumb|Strade romane in [[Spagna romana]], o Iberia romana]]
* [[Via Augusta]], attraversava la [[Spagna]] dal [[Colle di Panissars]], sui [[Pirenei]], a [[Cadice]] sulla costa [[Oceano Atlantico|atlantica]]. Le città più importanti attraversate dalla strada erano [[Valencia]], [[Tarragona]], [[Cordova]] e [[Siviglia]]; una variante toccava [[Barcellona]]
* [[Via Delapidata]] (''Iter ab Emerita Asturicam''), attraversava la Spagna occidentale da nord a sud, da ''Augusta Emerita'' ([[Mérida (Spagna)|Mérida]]) ad '' [[Asturica Augusta]] '' ([[Astorga (Spagna)|Astorga]])
* [[Via romana da Mérida a Saragozza (via XXV)]]
* [[Strada romana della Fuenfría]]
==== Strade transpirenaiche ====
* [[Via romana da Astorga a Burdigala (via XXXIV)|Via Asturica-Burdigala]], collegava [[Astorga (Spagna)|Astorga]], nella [[Spagna romana]], con [[Bordeaux]], una delle città più importanti della [[Gallia]], superando i [[Pirenei]] al [[passo di Roncisvalle]].<ref>{{cita libro|url=https://www.elcorreo.com/alava/planes/excursiones/excursiones-alava/201406/13/autopista-romana-atravesaba-alava-20140612185413.html|titolo=Pyrénées romaines, essai sur un pays de frontière (IIIe siècle av. J.-C.-IVe siècle ap. J.-C.)|autore =Christian Rico|editore=Casa de Velasquez|data=1997}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.elcorreo.com/alava/planes/excursiones/excursiones-alava/201406/13/autopista-romana-atravesaba-alava-20140612185413.html|titolo=La autopista romana que atravesaba Álava|data=13 giugno 2014}}</ref>
=== Regno Unito ===
{{vedi anche|Strade romane della Britannia}}
* [[Batham Gate]]
* [[Akeman Street]]
* [[Akeman Street (Cambridgeshire)]]
* [[Ackling Dyke]]
* [[Dere Street]]
* [[Doctor's Gate]]
* [[Ermine Street]]
* [[Fen Causeway]]
* [[Fosse Way]]
* [[Mastiles Lane]]
* [[Strade romane Londra-Inghilterra orientale]]
* [[Peddars Way]]
* [[Stane Street]]
* [[Stanegate]]
* [[Via Devana]]
* [[Watling Street]]
* [[Pye Road]]
* [[Strada romana da Silchester a Bath]]
* [[Stane Street (Chichester)]]
=== Germania inferiore (Germania, Belgio, Paesi Bassi) ===
[[File:Germania inferior roads towns.png|thumb|Principali strade romane in [[Germania Inferiore]]]]
* [[Strada romana da Treviri a Colonia]]
* [[Via Belgica]] (Boulogne-Colonia)
* [[Limes renano]] basso
* Collegamenti tra [[Limes renano]] basso e [[via Belgica]]
* [[Strada romana da Kempten a Bregenz]]
* [[Strada romana Reims-Treviri|Strada romana da Reims a Treviri]]
* [[Lange Meile]]
* [[Via iuxta Danuvium]]
=== Penisola balcanica ===
[[File:BALKANS ROMAN ROADS cropped.jpg|thumb|Strade romane lungo il [[Danubio]]]]
[[File:Roman road in Tarsus, Mersin Province.jpg|thumb|Strada romana nel tessuto urbano di [[Tarso (Turchia)|Tarso]], [[provincia di Mersina]] in [[Turchia]]]]
* [[Via Militaris]] (Via Diagonalis, Via Singidunum), che connette l'[[Europa centrale]] a [[Bisanzio]]
* [[Strada romana di Cilicia]]
* [[Strada romana di Mersina]] in Turchia del sud
* [[Strada romana di Ankara]]
* [[Via Pontica]], da [[Costantinopoli]] a [[Lugio]], in [[Pannonia]]. Percorreva la costa del mar Nero fino a [[Istria (Romania)|Istria]], dirigendosi poi nell'interno della [[Dacia (provincia romana)|Dacia]]
* Strada romana che costeggiava le [[Porte di ferro]] e attraversava il [[Danubio]] sul [[ponte di Traiano]]
* Strada romana da [[Potaissa]] a [[Cluj-Napoca|Napoca]], costruita da Traiano all'epoca della conquista della Dacia<ref>{{cita web|url= http://www.antiquity.ac.uk/projgall/fodorean345.|titolo=Archaeological field survey along the Roman road from Potaissa to Napoca, Romania|autore=Florin-Gheorghe Fodorean|data=giugno 2015}}</ref>
===
{{vedi anche|Limes orientale}}
* [[Strata Diocletiana]], lungo il [[limes arabicus]] (comprendente [[castrum|forti]], [[castrum|fortini]] e [[torre|torri di avvistamento]]); iniziata da [[Diocleziano]] attorno al [[290]], ancora in uso nel [[VI secolo]].
* [[Via Traiana Nova (Medio Oriente)|Via Traiana Nova]] già esistente come [[Via Regia]] fu ricostruita da [[Traiano]] tra il [[111]] e il [[114]].
* Strada da [[Antiochia di Siria|Antiochia]] a [[Calcide]]
* [[Strada romana di Petra]], del [[I secolo|primo secolo]], da [[Bosra]] al [[golfo di Aqaba]], passando per [[Petra (Giordania)|Petra]], [[Giordania]]
* [[Via
* [[
=== Africa (area mediterranea) ===
{{vedi anche|Strade romane in Africa}}
* [[Via Hadriana]] in [[Egitto (provincia romana)|Egitto]], costruita dopo il [[130]] dall'imperatore [[Adriano]].
* L'imperatore [[Claudio]] restaurò e ampliò un sentiero cartaginese, collegando tutte le città costiere del nord Africa dall'Atlantico al basso [[Nilo]].
* Strada principale da [[Chella (Marocco)|Chella]] a [[Cartagine]] e [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]]
* Strada romana in [[Mauretania (provincia romana)|Mauretania]], da [[Tangeri]] verso sud
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<references />
==
* {{Cita libro |autore = Carmelo G. Malacrino |titolo = Ingegneria dei Greci e dei Romani |città = San Giovanni Lupatoto (VR) |editore = Arsenale Editrice |anno = 2010 |isbn = 978-88-7743-335-0}}
==Voci correlate==
* [[Agger viae]]
* [[La fine della strada romana]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.info.roma.it/strade_di_roma.asp|Sito su Roma con informazioni sulle strade del centro storico e dei monumenti presenti}}
* {{cita web|http://www.archeoroma.com/le_vie_consolari.htm|Le vie Consolari}}
{{Architettura romana}}
{{Vie romane}}
{{Esercito romano}}
{{Tipi di strade in Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antica Roma|archeologia|trasporti}}
[[Categoria:Strade romane antiche| ]]
[[Categoria:Tecnica edilizia romana]]
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