Ebraismo in Italia: differenze tra le versioni

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[[File:Synagogue Florence Italy.JPG|thumb|upright=1.47|[[Sinagoga di Firenze]], eretta negli anni 1874–1882]]
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L{{'}}'''ebraismo in [[Italia]]''' è la [[religione monoteista]] più antica presentead inessere [[Italia]]praticata. A [[Roma]] è documentata una presenza ininterrotta dell'[[ebraismo]] fin dai tempi precedenti la comparsa del [[cristianesimo]].
[[File:Synagogue Florence Italy.JPG|thumb|upright=1.4|[[Sinagoga di Firenze]], eretta negli anni 1874–1882]]
L''''ebraismo '''è la religione più antica presente in [[Italia]]. A [[Roma]] è documentata una presenza ininterrotta dell'ebraismo fin dai tempi precedenti la comparsa del [[cristianesimo]].
 
ConL'espressione '''ebrei italiani''' ('''יהודים איטלקים) o '''italkim''') vienepuò usatoindicare, in senso lato per indicare, tutti quegli [[ebrei]] che vivono in [[Italia]] o che hanno discendenzeascendenze italiane o, in un senso più ristretto, puòle significarecomunità l'anticain comunitàcui cheè in usauso il "rito italiano", indiversamente contrasto con ledalle comunità chein risalgonocui alsono tempoin [[medievale]] o [[tempi moderni|moderno]] e che usanouso il rito [[Sefarditi|sefardita]] o [[Aschenaziti|aschenazita]].
 
La [[comunità ebraica]] italiana trae le sue origini nel [[II secolo a.C.]], quando i primi [[ebrei]] arrivarono a [[Storia di Roma|Roma]] grazie all'intensoagli intensi scambioscambi commercialecommerciali nel [[bacino del Mediterraneo]]. Già nel [[I secolo d.C.]] la [[Comunità ebraica di Roma|comunità ebraica romana]] era fiorente e stabile tant'è che poté riscattare gli ebrei fatti schiavi durante l'[[assedio di Gerusalemme (70)|assedio di Gerusalemme]] del 70.<ref name="Cali"/> La maggioranza degli ebrei italiani di conseguenza non appartiene a nessuno dei due gruppi rituali maggiori presenti in seno all'ebraismo (quello [[Sefarditi|sefardita]]-spagnolo e quello [[Swagga Like UsAschenaziti|askenazita]]-tedesco),<ref name="Cali"/> ma sono di rito italiano (''Italkim'' o '''bene romi''') che è, insieme al rito temani (yemenita) uno dei riti ebraici più antichi da cui poi è derivato quello askenazita; già nel [[Talmud]] si trovano accenni ada usi tipici dei ''bene romi'' (figli di Roma).<ref name="Cem">[http://www.mosaico-cem.it/ebrei-in-italia Ebrei in Italia], su ''Mosaico CEM.it''</ref> Il rito italiano attuale può essere suddiviso inoltre in due sottocategorie: il rito italiano degli ebrei del centro e del nord Italia, più vicino al rito romano originario e simile nella maggior parte dei suoi aspetti al rito askenazita-tedesco, ede, invece, il rito romano degli attuali ebrei romani, più simile al rito sefardita a causa delle influenze sefardite conseguenti all'immigrazione a Roma degli ebrei sefarditi dopo la [[decreto dell'Alhambra|cacciata dalla Spagna]].
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia degli ebrei in Italia|Storia della Sicilia ebraica|Storia degli ebrei in Sardegna}}
[[File:Arco di tito, rilievo del trionfo dopo la presa di gerusalemme 01.JPG|thumb|[[Arco di Tito]] nel [[Foro romano|Foro di Roma]] - bassorilievo che decora un lato del [[fornice]] e che commemora il trionfo di Tito dopo la [[assedio di Gerusalemme (70)|cattura di Gerusalemme del 70]], con la deportazione a Roma degli ebrei e del tesoro del [[Tempio di Gerusalemme|Tempio]].]]
[[File:Piastrelle Ceramica Caltagirone Stella di David.jpeg|thumb|Piastrelle in [[Ceramica di Caltagirone]] raffiguranti la [[stella di David]]. [[Comunità ebraica di Caltagirone|Caltagirone]], Italia]]
 
Gli ebrei italiani hanno una storia molto antica, che risale fino al [[II secolo a.C.]]: reperti archeologici di [[lapide tombaria|lapidi tombarie]] eed iscrizioni dedicatorie vanno indietro fino ad allora. A quel tempo la maggioranza viveva nell'estremo sud dell'Italia, con una ramificazione comunitaria a [[Comunità ebraica di Roma|Roma]], e generalmente parlavano il [[lingua greca|greco]]. Si pensa che alcune famiglie (per esempio gli "Adolescenti") siano i discendenti degli ebrei deportati dalla [[Giudea]] nel 70 d.C. dall'imperatore [[Tito (imperatore romano)|Tito]]. nelNel [[70alto a.C.medioevo|primo Medioevo]] Nel primo medioevo esistevano principali comunità nel meridione[[Sud Italia|Meridione italiano]], come per esempio [[Bari]] eed [[Comunità ebraica di Otranto|Otranto]]. Gli ebrei medievali italiani produssero inoltre importanti opere [[Halakhah|halakhiche]] come ''Shibbole ha-Leket''.<br />Verso la fine del [[XV secolo,]] gli Ebreiebrei in Italia erano complessivamente 70.000 su una popolazione totale di circa 8-10 milioni di persone,<ref name="EbreiItalia">''Storia degli ebrei italiani'' - volume primo, [[Riccardo Calimani]]</ref> quindi appena lo 0,7% - 0,9% degli abitanti (in [[Spagna]], su una popolazione globale eguale all'Italia, vi erano allora ben 200.000 [[Storia degli ebrei in Spagna|ebrei]]), distribuiti in 52 comunità. Di questi, circa 5025.000 abitavano in [[Storia della Sicilia ebraica|Sicilia]],<ref>{{Cita nameweb|url=https://www.rosalio.it/2013/08/19/gli-ebrei-in-sicilia/|titolo=Gli ebrei in Sicilia|autore=Pasquale "EbreiItalia"Hamel |data=19 agosto 2013|accesso= 22 agosto 2020}}</ref> dove si stima che nel [[1492]] gli ebrei componessero tra il 3 e il 65% della popolazione.<ref name="tracingthetribe">{{Cita web|url=httphttps://tracingthetribe.blogspot.com/2006/08/at-icjg-jews-in-italy.html |titolo=Tracing the Tribe: At the ICJG: Jews in Italy |accesso=12/03/ marzo 2013 |cognome=Talalay Dardashti |nome=Schelly |data=20/08/ agosto 2006 }}</ref><br />Dopo l'espulsione degli ebrei dal [[Regno di Napoli]] nel 1533, il centro di gravità si spostò a Roma e al nord.<ref name="Cali">[[Riccardo Calimani]], ''Storia degli ebrei italiani'', Mondadori, 2013, ''passim''.</ref>
 
Uno degli ebrei italiani più famosi fu [[Rabbino|Rabbi]] [[Moshe Chaim Luzzatto]] (1707–1746) le cui opere religiose ed [[etica ebraica|etiche]] sono studiate aancora tutt'ogginel ventunesimo secolo. La comunità ebraica nel suo complesso raggiungeva circa 50.000 persone dalnel momento chein cui fu emancipata nel [[1870]]. Un momento importante nella [[Storia degli ebrei in Italia|storia dell'Ebraismoebraismo italiano]] è il [[Congressocongresso ebraico di Forlì]] del [[1418]], in cui vengono avanzate richieste al nuovo papa, [[Papa Martino V|Martino V]], e vengono assunte decisioni relative alla vita interna delle comunità ebraiche.
 
Nel [[1516]] la [[Repubblica Serenissima]] istituì il [[Ghetto di Venezia]], il primo [[ghetto]] della Storiastoria e che prende il nome dall'isola in cui fu confinata la [[Comunitàcomunità ebraica di Venezia]], a quel tempo accresciuta di numero da un'immigrazione aschenazita, e che aveva l'obbligo di rientrare la sera e le cui porte venivano chiuse la notte. Con l'[[Storia degli ebrei in Spagna|espulsione degli ebrei dalla Spagna]] nel [[1492]] con il [[Decretodecreto di Alhambra]] a [[Venezia]] si rifugiarono via via anche molti [[#Sefarditi|ebrei sefarditi]]. Traccia di queste progressive stratificazioni si ritrovano ancora oggi nelle varie [[Sinagoghesinagoghe di Venezia]] (dette anche Scuolescuole) nel Ghettoghetto: [[Scola Italiana|italiana]], [[Scuola Grande Tedesca|tedesca]], spagnola[[Scuola Canton|Canton]], [[Scola Ponentina|Ponentina]], [[Scola Levantina|levantina]]. Venezia ha un ruolo importante per l'ebraismo mondiale anche per la diffusione della stampa di libri in ebraico, a cominciare dalla [[Bibbia di Bomberg]] del 1517.
[[File:Hiddoushei Berakhot par Rashba.JPG|miniatura|sinistra|[[Bibbia di Bomberg]]]]
Nel [['500]] a Venezia si stamparono la maggior parte di tutti i testi in ebraico d'[[Europa]], tra cui il [[Talmud]] completo ([[Daniel Bomberg|Bomberg]] 1520) ancora oggi utilizzato in tutto il mondo come base talmudica. Nel 1553 questa fioritura ebraica si interruppe traumaticamente a causa della disputa tra due case editrici veneziane, la [[Alvise Bragadin|Bragadin]] e la [[Giustiniani]], sui diritti di stampa della [[Mishneh Torah]] di [[Maimonide]] curata dal Rabbinorabbino di Padova Katzenellenbogen. La disputa fu portata davanti ai tribunali dell'[[Inquisizione]] didel [[Papapapa Giulio IIIII]] che giudicarono eretici i testi e ne decretarono il Rogorogo, avvenuto prima a piazza [[Campo deide' Fiori]] a Roma, quindi in Piazza[[piazza San Marco]] a Venezia.
 
Nel [[1637]] il Rabbinorabbino di Venezia [[Leone da Modena]] vede pubblicata a [[Parigi]] la "Historia de riti Hebraici", la prima opera intesa a spiegare l'ebraismo ai non ebrei ede a combattere i [[pregiudizi antisemiti]] del tempo. Destinata pera un pubblico protestante anglosassone, l'opera precorre il dibattito sulla riammissione degli [[Storia degli ebrei in Inghilterra|ebrei alin tempoInghilterra]] dial [[OliverCommonwealth Cromwelld'Inghilterra|tempo di Cromwell]] (essendone stati espulsi nel 1290).
Nel '500 a Venezia si stamparono la maggior parte di tutti i testi in ebraico d'Europa, tra cui il [[Talmud]] completo (Bomberg 1520) ancora oggi utilizzato in tutto il mondo come base talmudica. Nel 1553 questa fioritura ebraica si interruppe traumaticamente a causa della disputa tra due case editrici veneziane, la Bragadin e la Giustiniani, sui diritti di stampa della Mishneh Torah di [[Maimonide]] curata dal Rabbino di Padova Katzenellenbogen. La disputa fu portata davanti ai tribunali dell'[[Inquisizione]] di [[Papa Giulio II]] che giudicarono eretici i testi e ne decretarono il Rogo, avvenuto prima a Campo dei Fiori a Roma, quindi in Piazza San Marco a Venezia.
Nel [[1638]] un altro Rabbinorabbino di Venezia, [[Simeone Luzzatto]], pubblica il "Discorso circa lo stato de gl'Hebrei", sulla tolleranza religiosa ede i vantaggi reciproci dell'integrazione degli ebrei a Venezia.
 
Le porte del Ghettoghetto furono abbattute nel [[1797]] con la [[Caduta della Repubblica di Venezia|conquista di Venezia]] da parte di [[Napoleone Bonaparte]] che impose l'[[emancipazione ebrea|emancipazione]]. Durante la Secondaseconda [[Aliyah]] (emigrazione, tra il [[1904]] e il [[1914]]) molti ebrei italiani si trasferirono ain [[Israele]], eed a [[Gerusalemme]] esiste tuttoraesistono una [[sinagoga]] ed un centro culturale italiani.
Nel [[1637]] il Rabbino di Venezia [[Leone da Modena]] vede pubblicata a Parigi la "Historia de riti Hebraici", la prima opera intesa a spiegare l'ebraismo ai non ebrei ed a combattere i pregiudizi antisemiti del tempo. Destinata per un pubblico protestante anglosassone, l'opera precorre il dibattito sulla riammissione degli ebrei in Inghilterra al tempo di [[Oliver Cromwell|Cromwell]] (essendone stati espulsi nel 1290).
Nel [[1638]] un altro Rabbino di Venezia, [[Simeone Luzzatto]], pubblica il "Discorso circa lo stato de gl'Hebrei", sulla tolleranza religiosa ed i vantaggi reciproci dell'integrazione degli ebrei a Venezia.
 
Nel [[1938]] [[Benito Mussolini]] emanò le [[Leggileggi razziali fasciste]] e, dopo l'[[8 settembre 1943]], anche l'Italia collaborò coicon i [[nazisti]], inviando circa 70007.000 italiani ai [[campi di sterminio]] durante l'[[Olocausto]]. Oggi,Nel ventunesimo secolo gli [[ebrei italiani]] sono circameno 35.000di - 3830.000 (secondo alcuni 45.000) su una popolazione di 60 milioni di abitanti; la metà circa vive a [[Roma]], conmeno undi numero che va dai 13.500 ai 14.000, circa 710.000 risiedono a [[Comunità ebraica di Milano|Milano]], mentre gli altri sono sparsi in Comunitàcomunità medie o piccole in tutta la penisola.<ref>{{Cita web|url=https://ucei.it/cultura/giornata-europea-cultura-ebraica/2018-2/gli-ebrei-in-italia/|titolo=Gli ebrei in Italia|autore=|sito=UCEI|lingua=it-IT|accesso=2022-07-21}}</ref>
Le porte del Ghetto furono abbattute nel [[1797]] con la conquista di Venezia da parte di [[Napoleone]] che impose l'[[emancipazione ebrea|emancipazione]]. Durante la Seconda [[Aliyah]] (emigrazione, tra il [[1904]] e il [[1914]]) molti ebrei italiani si trasferirono a [[Israele]], e a [[Gerusalemme]] esiste tuttora una [[sinagoga]] ed un centro culturale italiani.
 
Una delle [[Sinagoghe in Italia|sinagoghe più grandi d'Italia]] si trova a [[Comunità ebraicasinagoga di Trieste|Trieste]].<ref>[{{Cita web |url=http://www.triestebraica.it/storia |titolo=Storia della Comunità Ebraica di Trieste] |accesso=20 giugno 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110503234341/http://www.triestebraica.it/storia |urlmorto=sì }}</ref> La [[Comunitàcomunità ebraica di Casale Monferrato]] ospita la sua [[Sinagoga di Casale Monferrato|sinagoga]] di rito tedesco edificata nel [[1595]], ricca di arredi ede iscrizioni, che è un esempio di [[barocco piemontese]] ed è considerata una delle più belle d'Italia.<ref>Annie Sacerdoti, ''Guida all'Italia ebraica'', Marietti, 1986</ref>. Anche [[Merano]] e [[sinagoga di Trani]] ospitano una [[Sinagogasinagoghe in Italia|sinagoga]] ebraica, come [[Sinagoghe di Venezia|diverse ne ospita [[Venezia]], situate nei caratteristici [[GhettoGhetti ebraici in Italia|ghetti]] ebraici; in particolare la Sinagogasinagoga di Venezia è riconosciuta come unau[[Sinagoghe in Europa|na delle più belle d'[[Europa]]. Di particolare pregio le ''Tavole della Legge'' in legno dorato risalenti al secolo [[XVIII secolo]], numerosi [[Rimonim]] (terminali per rotoli della Legge) e [[Atarot]] (corone per i rotoli della Legge) sbalzati, cesellati o in filigrana d'argento.
Nel [[1938]] [[Mussolini]] emanò le [[Leggi razziali fasciste]] e, dopo l'8 settembre 1943, anche l'Italia collaborò coi [[nazisti]], inviando circa 7000 italiani ai [[campi di sterminio]] durante l'[[Olocausto]]. Oggi, gli [[ebrei italiani]] sono circa 35.000 - 38.000 (secondo alcuni 45.000) su una popolazione di 60 milioni di abitanti; la metà circa vive a [[Roma]] con un numero che va dai 13.500 ai 14.000, circa 7.000 risiedono a [[Milano]], mentre gli altri sono sparsi in Comunità medie o piccole in tutta la penisola.
 
== Associazionismo ==
*{{Vedi [[anche|Unione delle comunità ebraiche italiane]]}}
L'unica organizzazione ebraica italiana che rappresenti l'ebraismo italiano di fronte allo Stato secondo la legge è l'[[Unione delle comunità ebraiche italiane]] (UCEI), come previsto dall'[[intesa]] con lo Stato italiano stipulata il 27 febbraio 1987, approvata con la legge 101/1989, revisione conclusa il 6 novembre 1996 e approvata con la legge 638/1996. L'UCEI partecipa alla ripartizione della quota dell'[[otto per mille]] del gettito [[IRPEF]].
 
L'unica organizzazione ebraica italiana che rappresenti l'ebraismo italiano di fronte allo Stato secondo la legge è l'[[Unione delle comunità ebraiche italiane]] (UCEI), come previsto dall'[[intesa]] con lo Stato italiano stipulata il 27 febbraio 1987, approvata con la legge 101/1989, revisione conclusa il 6 novembre 1996 e approvata con la legge 638/1996. L'UCEI partecipa alla ripartizione della quota dell'[[otto per mille]] del gettito [[IRPEF]]. Poiché, come già accennato, per lo Stato Italiano l'unica organizzazione che rappresenti giuridicamente gli interessi dell'ebraismo in Italia è l'UCEI, ne risulta che l'unica definizione di "ebreo" rilevante per lo Stato italiano è quella data dall'Assemblea Rabbinica Italiana. Gli unici enti che possono rilasciare una certificazione di ebraicità in Italia (al fine, adper esempio, di poterpotere richiedere di sostenere un esame universitario in giorno diverso dal sabato, o al fine di richiedere il riposo settimanale durante il sabato, con obbligo per il datore di lavoro di concederlo) sono le Comunità Ebraiche locali membremembri dell'UCEI che rilasciano tali certificati soltanto in base alle regole dell'ortodossia ebraica. L'iscrizione alle Comunità locali è infatti consentita soltanto previo nulla osta dell'Autorità Rabbinica locale ede al cui diniego si può ricorrere unicamente presso l'Assemblea Rabbinica Italiana (Statuto UCEI).
 
== Le comunità ==
=== Ebraismo ortodosso ===
L'[[Ebraismo ortodosso]] (da non confondere con il successivo Ebraismo Ultraortodosso, cioè le varie correnti [[Charedì]]) è la denominazione più antica e maggioritaria dell'[[ebraismo rabbinico]]. La maggior parte delle comunità italiane aderenti all'[[Unione delle comunità ebraiche italiane|Unione delle comunità ebraiche]] si riferiscono a questa scuola.
 
Una delle sinagoghe più grandi d'Italia si trova a [[Comunità ebraica di Trieste|Trieste]].<ref>[http://www.triestebraica.it/storia Storia della Comunità Ebraica di Trieste]</ref> La [[Comunità ebraica di Casale Monferrato]] ospita la sua [[sinagoga]] di rito tedesco edificata nel [[1595]], ricca di arredi ed iscrizioni, che è un esempio di [[barocco piemontese]] ed è considerata una delle più belle d'Italia.<ref>Annie Sacerdoti, ''Guida all'Italia ebraica'', Marietti, 1986</ref>. Anche [[Merano]] e [[Trani]] ospitano una [[Sinagoga]] ebraica come diverse ne ospita [[Venezia]], situate nei caratteristici [[Ghetto|ghetti]] ebraici; in particolare la Sinagoga di Venezia è riconosciuta come una delle più belle d'[[Europa]]. Di particolare pregio le ''Tavole della Legge'' in legno dorato risalenti al secolo [[XVIII secolo]], numerosi [[Rimonim]] (terminali per rotoli della Legge) e [[Atarot]] (corone per i rotoli della Legge) sbalzati, cesellati o in filigrana d'argento.
 
== Le comunità ==
Storicamente gli ebrei italiani si suddividono in quattro categorie:
 
# Ebrei di rito italiano (in [[ebraico]] "Italkim"), che risiedono in Italia, ed in particolare a [[Roma]], dal tempo dei dell'[[Impero Romano|romaniromano]] (da circa 22002.200 anni).
# Ebrei [[sefarditi]], che possono essere suddivisi in sefarditi levantini e ebrei iberici, cioè ebrei giunti in Italia dopo le [[Decreto di Alhambra|espulsioni dalla Spagna]] nel 1492, dal [[1492Regno di Sicilia]] nel 1493, dal [[Portogallo]] nel [[1497]] e dal [[Regno di Napoli]] nel [[1533]]. Questi a loro volta includono sia gli espulsi di quel tempo sia la famiglie [[Cripto-Giudaismo|criptogiudaiche]] che lasciarono la [[Spagna]] eed il Portogallo nei secoli successivi e ritornarono all'[[Ebraismo]]ebraismo.
# Ebrei [[aschenaziti]], che vivono principalmente nella parte nord dell'Italia.
# Ebrei di [[Asti]], [[Fossano]] e [[Moncalvo]] ("Appam"). Questi rappresentano gli ebrei espulsi dalla [[Francia]] nel [[Medioevo]]. La loro [[preghiera ebraica|liturgia]] è simile a quella degli aschenaziti, ma contiene alcuni usi distintivi provenienti dagli ebrei francesi del tempo di [[Rashi]], particolarmente nelle funzioni delle [[Festivitàfestività ebraiche]].<ref>[{{Cita web |url=http://looklex.com/e.o/israel.peoples.htm |titolo=Popolo d'Israele] |accesso=20 giugno 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181004213950/http://looklex.com/e.o/israel.peoples.htm |urlmorto=sì }}</ref>
 
Storicamente queste comunità rimasero separate: in una data città vi era spesso una "sinagoga italiana" e una "sinagoga spagnola" e di tanto in tanto anche una "sinagoga tedesca". In molti casi, queste si sono amalgamate, ma una data sinagoga può celebrare servizi liturgici di più riti.<ref>[http://www.archivio-torah.it/feste/ Feste e liturgie ebraiche].</ref>
 
Attualmente esistonoEsistono anche altre categorie:
 
* [[Comunità ebraica di San Nicandro Garganico|Ebrei di San Nicandro]] che sono discendenti [[Ghiur|gerim]] dei [[neofita|neofiti]] di [[San Nicandro Garganico]];<ref>John A. Davis, ''Gli ebrei di San Nicandro'', Giuntina, 2013. ISBN 978-88-8057-482-8</ref>
* [[Ebrei iraniani]] (più precisamente persiani) che vivono a [[Roma]] e [[Milano]];
* Ebrei [[Libia|Ebrei libici]], soprattutto a Roma.<ref name="Cem"/>
* [[Storia degli ebrei in Libano|Ebrei libanesi]], giunti soprattutto a Milano in seguito alla [[guerra civile delin Libano]] deldal 1974.
 
==== Rito italiano ====
== Associazioni ==
 
L'unica organizzazione ebraica italiana che rappresenti l'ebraismo italiano di fronte allo Stato secondo la legge è l'[[Unione delle comunità ebraiche italiane]] (UCEI), come previsto dall'[[intesa]] con lo Stato italiano stipulata il 27 febbraio 1987, approvata con la legge 101/1989, revisione conclusa il 6 novembre 1996 e approvata con la legge 638/1996. L'UCEI partecipa alla ripartizione della quota dell'[[otto per mille]] del gettito [[IRPEF]]. Poiché, come già accennato, per lo Stato Italiano l'unica organizzazione che rappresenti giuridicamente gli interessi dell'ebraismo in Italia è l'UCEI, ne risulta che l'unica definizione di "ebreo" rilevante per lo Stato è quella data dall'Assemblea Rabbinica Italiana. Gli unici enti che possono rilasciare una certificazione di ebraicità in Italia (al fine, ad esempio, di poter richiedere di sostenere un esame universitario in giorno diverso dal sabato, o al fine di richiedere il riposo settimanale durante il sabato, con obbligo per il datore di lavoro di concederlo) sono le Comunità Ebraiche locali membre dell'UCEI che rilasciano tali certificati soltanto in base alle regole dell'ortodossia ebraica. L'iscrizione alle Comunità locali è infatti consentita soltanto previo nulla osta dell'Autorità Rabbinica locale ed al cui diniego si può ricorrere unicamente presso l'Assemblea Rabbinica Italiana (Statuto UCEI).
 
== Rito italiano ==
[[File:Sinagoga-Trieste.jpg|thumb|[[Sinagoga di Trieste]]]]
Gli ebrei italiani autoctoni, distinti dai [[sefarditi]] e dagli [[aschenaziti]], sono a volte indicati nella letteratura scientifica come ''Italkim'' ([[ebraico]] di "italiani", plur. di "italki", ebraico antico derivante dall'aggettivo [[lingua latina|latino]] "italicu(m)", che significa "italico", "latino", "romano"; ''italkit'' (o ''italqit'') viene usato anche in ebraico moderno per indicare la [[lingua italiana]]). Gli ebrei di rito italiano di solito parlavano tradizionalmente una varietà di [[lingua giudeo-italiana|lingue giudeo-italiane]] come il [[bagitto]] a [[Livorno]]; attualmente solo a Roma si continua a parlare il [[giudaico romanesco]].
 
Le usanze ede i riti religiosi degli ebrei di rito italiano possono essere visti come un ponte tra le tradizioni [[aschenazita|aschenazite]] e quelle [[sefardita|sefardite]], mostrando somiglianze con entrambe; e sono ancora più vicini alle tradizioni dei [[romanioti]] (ebrei greci in Italia). Si riconosce inoltre una suddivisione tra il ''[[minhag]] Benè Romì'', praticato a Roma, e il ''[[minhag]] Italiani'', praticato in città del nord come [[Torino]], anche se i due riti sono generalmente affini, nonché alcune differenze tra il ''[[Minhag|''minhag]]'']] di Firenze (prettamente sefardita) e quello di Livorno.
 
In materia di diritto religioso, la maggior parte degli ebrei di rito italiano in generale seguono le stesse regole degli askenaziti codificate da [[Moshe Isserles]] (detto il ''Ramo'') con l'eccezione della proibizione askenazita di mangiare legumi a Pesach, mentre a Roma e Firenze seguono generalmente le stesse regole dei [[sefarditi]], secondo lo ''[[Shulchan Aruch]]'' senza le glosse di [[Moshe Isserles]] (su un totale di circa 3500035.000 ebrei presenti in Italia solo 1200012.000 risiedono a Roma).'' Tuttavia la loro liturgia è diversa da quella di entrambi questi gruppi. Una ragione di ciò potrebbe essere che l'Italia era il centro principale della prima stampa ebraica, consentendo agli ebrei italiani di conservare le proprie tradizioni, quando la maggior parte delle altre comunità dovevano optare per un [[siddur|libro di preghiere]] di standard "sefardita" o "askenazita".<ref>Anna Foa, ''Ebrei in Europa. Dalla peste nera all'emancipazione'', Laterza, 2001, ''s.v.'' "Riti"; vedi anche Lia Tagliacozzo, ''Melagrana. La nuova generazione degli ebrei italiani'', Castelvecchi, 2005, ''passim''.</ref>
 
Si è spesso sostenuto che il libro di preghiere (''[[siddur]]'') italiano contenga gli ultimi resti della tradizione ebraica giudeo/galilea, mentre sia quello [[sefardita]] sia, in misura minore, quello [[aschenazita]] riflettano la tradizione [[Babilonia (regione storica)|babilonese]]. Questa affermazione è molto probabilmente storicamente accurata, anche se è difficile verificare testualmente quanto materiale liturgico dalla [[Terra d'Israele]] sopravviva. Inoltre, alcune tradizioni italiane riflettono il rito babilonese in una forma più arcaica, più o meno allo stesso modo del libro di preghiere degli [[ebrei]] [[yemen]]iti. Esempi di antiche tradizioni babilonesi conservate dagli italiani ma da nessun altro gruppo (compresi gli yemeniti), sono l'uso di ''keter yitenu lach'' nella ''[[preghiera ebraica|kedushah]]'' di tutti i servizi<ref>Nei vecchi manoscritti del rito italiano, per i tipi di Daniel Goldschmidt e coicon i riferimenti della prima letteratura come ''Shibbole ha-Leket''. Il ''[[minhag]] Benè Romi'' corrente segue il rito sefardita nell'utilizzo di ''keter'' per il solo ''[[musaf]]'' e ''nakdishach'' per tutti gli altri servizi liturgici. Tutto ciò è valido per Roma, mentre vi sono numerose varianti nelle altre Comunità di rito italiano spesso più vicine di Roma al rito italiano originario.</ref> e di ''naḥamenu'' in [[Birkat Hamazon]] (ringraziamento dopo i pasti) nello [[Shabbat]], entrambi i quali si trovano nel [[siddur]] di [[Amram Gaon]].<ref>''[http://www.morasha.it/sbr/index.html Siddùr Benè Romì] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161117082701/http://www.morasha.it/sbr/index.html |date=17 novembre 2016 }}''.</ref>
 
La comunità di rito italiano tradizionalmente utilizza l'[[ebraico italiano]], un sistema di pronuncia simile a quella degli ebrei spagnoli e portoghesi. Tale pronuncia è stata in molti casi adottata anche dalle comunità sefardite, aschenazite e ''appam'' d'Italia.<ref name="Cali"/>
 
==== Aschenaziti ====
[[File:Dante Lattes nel suo studio.jpg|thumb|[[Dante Lattes]] (1876–1965) nel suo studio]]
Ci sono ebrei [[aschenaziti]] che vivono nel [[Nord Italia]] fin dal [[tardoTardo medioevoMedioevo]]. A [[Venezia]], erano la più antica comunità ebraica della città, anteriore sia a quella sefardita che ai gruppi italiani. Dopo l'invenzione della stampa, l'Italia divenne un importante centro editoriale per libri ebraici e [[yiddish]] utilizzati dagli ebrei tedeschi ede altri ebrei nordeuropei. Una figura rimarchevole era [[Elia Levita]], esperto grammatico e [[Masoreti|masoreta]], anche autore del poema epico-romantico yiddish ''Bovo-Bukh''.<ref name="Cali"/>
 
Altre comunità rinomate sono state quelle di [[Asti]], [[Fossano]] e [[Moncalvo]], che discendevano da ebrei espulsi dalla [[Francia]] nel [[1394]]: la comunità astigiana comprende la nota famiglia [[Dante Lattes|Lattes]]. Solo la sinagoga di Asti è ancora in uso ogginel ventunesimo secolo. Il loro rito, conosciuto come ''appam'' (dalle iniziali ebraiche delle suddette tre città), è simile a quello aschenazita, ma ha alcune peculiarità tratte dal vecchio rito francese, in particolare al riguardo delle [[festività ebraiche]]. Queste variazioni si trovano su fogli mobili che la comunità utilizza in combinazione con il normale libro di preghiere aschenazita e vengono stampati anche da Goldschmidt.<ref>Daniel Goldschmidt, ''Meḥqare Tefillah u-Fiyyut'' (Sulla liturgia ebraica), Gerusalemme, 1978.</ref> Questo rito è l'unico discendente superstite del rito originale francese, usato da [[Rashi]] e in tutto il mondo: gli aschenaziti francesi dal [[1394]] utilizzano il [[Nusach#Nusach aschenazita|rito tedesco-aschenazita]].
 
Nella tradizione musicale e nella pronuncia, gli aschenaziti italiani differiscono notevolmente dagli aschkenaziti di altri paesi e mostrano una certa assimilazione con le altre due comunità. Fanno eccezione le comunità nordorientali, come quella di [[Gorizia]] che data dai tempi austro-ungheresi, e sono molto più vicine alla tradizione tedesca e austriaca.
 
==== Sefarditi ====
[[File:Ghetto.OGG|Ingresso al Ghetto|thumb|Video del [[Ghetto di Venezia]]: Ingresso al Ghetto in barca da rio S.San Girolamo a rio del Ghetto; l'ormeggio avviene sotto al ponte in ferro che unisce il Ghetto nuovo al Ghetto vecchio.]]
 
Dal [[1442]], quando il [[Regno di Napoli]] cadde sotto il dominio spagnolo, un considerevole numero di ebrei sefarditi vennero a vivere nell'[[Italia meridionale]]. A seguito dell'[[Decreto di dell'Alhambra|espulsione degli ebrei dalla Spagna]] nel 1492]] così come dalladal [[Regno di Sicilia]] e dalla [[Sardegna]] nello stesso anno, dal [[Regno di Portogallo|Portogallo]] nel [[1495]] e dal Regno di Napoli nel [[1533]], molti si spostarono nell'Italia centrale e settentrionale. Un rinomato profugo fu Don [[Isaac Abrabanel]].
 
Nel corso dei secoli successivi furono raggiunti da un flusso costante di ''[[converso|conversos]]s'' che abbandonavano la Spagna e il Portogallo. In Italia, correvano il rischio di incriminazione per "[[Giudaizzante|giudaizzazione]]", dato che per legge erano battezzati cristiani; per questo motivo in genere evitarono gli [[Stato Pontificio|stati pontifici]]. I [[papa|papi]] permisero qualche insediamento spagnolo-ebraico ad [[Ancona]], poiché questo era il porto principale per il commercio con la [[Turchia]], dove i loro legami con i sefarditi ottomani erano utili. Altri statiStati ritennero vantaggioso consentire ai ''conversos'' di stabilirsi e mescolarsi con le comunità ebraiche già esistenti e chiudere un occhio sul loro Stato religioso. Nella successiva generazione, comunque i figli dei ''conversos'' avrebbero potuto rientrare nell'[[Ebraismoebraismo]] senza problemi legali, poiché non erano mai stati battezzati.<ref name="Cali"/>
 
I principali luoghi di insediamento furono i seguenti:
# [[Venezia]]. La [[Repubblica di Venezia|Repubblica Veneta]] aveva spesso rapporti tesi con il Papato; d'altra parte erano consapevoli dei vantaggi commerciali offerti dalla presenza di colti ebrei di lingua spagnola, in particolare per il commercio con la Turchia. In precedenza gli ebrei di Venezia erano stati tollerati con decreti di una certa durata di anni, periodicamente rinnovati. Nei primi anni del [[XVI secolo]], queste modalità furono rese permanenti e un decreto separato fu concesso alla comunità "ponentina" (occidentale). Il prezzo pagato per questo riconoscimento fu il confinamento degli ebrei nella nuova istituzione del "[[Ghetto di Venezia|Ghetto]]". Tuttavia per lungo tempo la Repubblica di Venezia fu considerata come la migliore località di insediamento degli ebrei, equivalente ai [[Paesi Bassi]] del [[XVII secolo]] o agli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel [[XX secolo]].<ref name="Cali"/>
# L'immigrazione sefardita fu inoltre incoraggiata dai [[Este|principi d'Este]], nei loro possedimenti a [[Reggio Emilia]], [[Modena]] e [[Ferrara]]. Nel [[1598]] Ferrara venne ripresa dagli [[Stato Pontificio|Stati Papalini]], il che provocò un flusso migratorio verso l'esterno.
 
# Nel [[1593]], [[Ferdinando I de' Medici]], [[Granduca di [[Toscana]], concesse agli ebrei portoghesi di vivere e commerciare a [[Pisa]] e [[Livorno]] (cfr. "[[Comunità ebraica di Livorno]]").
# L'immigrazione sefardita fu inoltre incoraggiata dai [[Este|principi d'Este]], nei loro possedimenti a [[Reggio Emilia]], [[Modena]] e [[Ferrara]]. Nel [[1598]] Ferrara venne ripresa dagli [[Stato Pontificio|Stati Papalini]], il che provocò un flusso migratorio verso l'esterno.
# Nel [[1593]], [[Ferdinando I de' Medici]], Granduca di [[Toscana]], concesse agli ebrei portoghesi di vivere e commerciare a [[Pisa]] e [[Livorno]] (cfr. "[[Comunità ebraica di Livorno]]").
 
Nel complesso gli ebrei spagnoli e portoghesi rimasero separati dagli ebrei italiani autoctoni, anche se c'era una notevole influenza religiosa e intellettuale reciproca tra i gruppi.
 
La ''Scola Spagnola'' ([[sinagoga]] spagnola) di [[Venezia]] fu originariamente considerata come la "sinagoga madre" dalle comunità spagnole e portoghesi di tutto il mondo, poiché fu tra le prime ada essere fondate e il primo libro di preghiere fu pubblicato lì: le comunità posteriori, come [[Amsterdam]], seguirono la sua guida in merito a questioni rituali. ColCon il declino dell'importanza di Venezia a partire dal [[XVIII secolo]], il ruolo di primo piano passò alla [[comunità ebraica di Livorno]] (per l'Italia ede il Mediterraneo) e ad Amsterdam (per i paesi[[Civiltà occidentale|Paesi occidentali]]). La [[Sinagoga vecchia di Livorno|sinagoga di Livorno]] fu [[distrutta durante la seconda guerra mondiale]]: un [[sinagoga di Livorno|moderno edificio fu eretto]] nel 1958-1962.<ref>Attilio Milano, ''Storia degli ebrei italiani nel Levante'', Casa Editrice Israel, 1949.</ref>
 
Oltre agli ebrei spagnoli e portoghesi strettamente detti, l'Italia ha ospitato molti [[ebrei sefarditi]] dal [[Mediterraneo orientale]]. La [[Dalmazia]] e molte delle isole greche, dove c'erano grandi comunità ebraiche, sono state per molti secoli parte della [[Repubblica Venetadi Venezia]], e vi fu una comunità "levantina" a Venezia. Questa rimase separata dalla comunità "ponentina" (cioè la spagnola e portoghese) e legata alle proprie radici orientali, come dimostra il loro uso nei primi anni del [[XVIII secolo]] di un libro di inni classificato come ''maqam'' alla maniera ottomana.<ref>Moshe Hacohen, ''Ne'im Zemirot Yisrael'', BL Add 26967, citata in Edwin Seroussi, "In Search of Jewish Musical Antiquity in the 18th-Century Venetian Ghetto: Reconsidering the Hebrew Melodies in Benedetto Marcello's ''Estro Poetico-Armonico''", ''Jewish Quarterly Review'' (NS) vol 93, p. 173.</ref> (Oggi entrambeEntrambe le sinagoghe sono ancora in uso, ma le comunità si sono amalgamate). In seguito la comunità di Livorno agì come collegamento tra gli spagnoli e i portoghesi e gli ebrei sefarditi orientali e punto di riscontro tra le altre tradizioni e gruppi musicali. Molti ebrei italiani oggi hanno radici "levantine", per esempio da [[Corfù]], e prima della [[seconda guerra mondiale]] l'Italia considerava l'esistenza delle comunità sefardite orientali come possibilità di espandere l'influenza italiana nel Mediterraneo.<ref name="Sefar">Esther Benbassa, Aron Rodrigue, ''Storia degli ebrei sefarditi. Da Toledo a Salonicco'', Einaudi, 2004. ISBN 978-88-06-16821-6</ref>
 
Nel [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]], molti ebrei italiani (per lo piùperlopiù, ma non esclusivamente, dal gruppo spagnolo e portoghese) mantennero una presenza commerciale e residenziale sia in Italia che nei paesi dell'[[Impero Ottomanoottomano]]: anche coloro che si stabilirono definitivamente nell'Impero Ottomanoottomano, mantennero la loro nazionalità toscana o altra italiana, in modo da avere il beneficio delle "[[Capitolazionicapitolazioni dell'Impero ottomano]]". Così in [[Tunisia]] vi era una [[Storia degli ebrei in Tunisia|comunità]] di ''Juifs Portugais'', o di ''L'Grana'' (livornesi), quest'ultima comunità che si manteneva separata dagli ebrei nativi tunisini (''Tuansa'') considerandosi superiore. Comunità più piccole dello stesso tipo esistevano anche in altri paesi, come la [[Siria]], dove erano conosciuti come ''Señores Francos'', sebbene in genere non fossero abbastanza numerosi per stabilire le proprie sinagoghe; per pregare si incontravano invece nelle reciproche dimore. Diversi paesi europei spesso nominavano ebrei di queste comunità come loro rappresentanti consolari nelle città ottomane.<ref name="Sefar"/>
 
Tra le due guerre mondiali, la [[Libia italiana|Libia]] fu una [[Colonialismo italiano|colonia italiana]] e, come in altri paesi del [[Nordafrica]], il potere coloniale trovò utili gli ebrei locali, essendo una élite istruita e ben introdotta. Dopo l'[[storia della Libia|indipendenza libica]] e soprattutto dopo la [[Guerraguerra dei sei giorni]] nel [[1967]], molti ebrei libici si trasferirono sia in [[Israele]] che in Italia, e oggi la maggior parte delle sinagoghe "sefardite" a Roma sono in realtà libiche. (Il Tempio Spagnolo, senza dubbio di origine spagnola e portoghese come implica il nome, ora si considera "italiano", in contrasto con queste comunità più recenti).<ref>Angelo Pezzana, ''Quest'anno a Gerusalemme. Gli ebrei italiani in Israele'', Giuntina, [[2008]]. ISBN 978-88-8057-316-6.</ref>
 
=== Ebraismo riformato ===
L'[[ebraismo riformato]], chiamato anche ''liberale'' o ''progressista'', ha avuto origine nel [[XIX secolo]] in [[Germania]]. In Italia sono presenti comunità ebraiche riformate a [[Milano]], [[Firenze]], [[Roma]], [[Bologna]], [[Bergamo]] e [[Brescia]], associate nella [[Federazione Italiana per l'Ebraismo Progressivo]]<ref>{{Cita web|url=https://www.fiepitalia.it/comunita/|titolo=Comunità|sito=FIEP|lingua=it-IT|accesso=2024-09-09}}</ref>. A [[Serrastretta]], in [[Calabria]], nel 2006 è stata fondata la comunità ebraica riformata ''Ner Tamid del Sud'' dalla [[Rabbino|rabbina]] Barbara Aiello, la quale ha condotto ricerche secondo cui circa il 40% dei [[Calabria|calabresi]] avrebbero almeno parziali origini ebraiche, discendendo da ''anusim'', ossia ebrei costretti in passato ad adottare il cristianesimo<ref>{{Cita web|url=https://www.quotidianodelsud.it/calabria/cosenza/societa-e-cultura/fedeculti/2016/10/01/le-radici-della-calabria-il-40-dei-calabresi-ha-origine-ebraiche-lo-afferma-la-rabbina-barbara-aiello-della-sinagoga-di-serrastretta|titolo=Le radici della Calabria: «Il 40% dei calabresi ha origine ebraiche» Lo afferma la rabbina Barbara Aiello della sinagoga di Serrastretta|autore=Francesco Mollo|sito=Il Quotidiano del Sud|accesso=2023-08-30}}</ref>.
 
=== Ebraismo ultraortodosso (Charedì) ===
L'[[Ebraismo ultraortodosso]] o ''Charedì'' è un movimento religioso ebraico che comprende una diversità di orientamenti spirituali e culturali, tra cui molti afferenti al [[Chassidismo]], che si basano su una strettissima osservanza di precetti religiosi.
Nell'ambito dell'[[ebraismo ortodosso]], ''Chabad-Lubavitch''<ref>- anche ''Chabad'', ''Habad'' o ''Lubavitch''</ref> è uno dei più grandi movimenti religiosi del [[Chassidismo]]. Il movimento ha il suo centro principale nel quartiere di [[Crown Heights]] a [[Brooklyn]], ma ha basi in tutto il mondo e si è ben sviluppato anche in Italia, con centri nelle principali città.
 
Chabad (חב"ד) è un [[acronimo]] [[lingua ebraica|ebraico]] di ''[[Qabbalah|Chochmah]]'', ''[[Binah (ebraismo)|Binah]]'', ''[[Qabbalah|Da'at]]'' ({{lang-he|חָכְמָה, בִּינָה, דַּעַת}}) che significano [[Saggezza]], [[Comprensione]] e [[Conoscenza]].<ref>[http://www.chabad.org/article.asp?AID=36226 Informazioni su Chabad-Lubavitch a Chabad.org]</ref> Lubavitch è l'unica branca esistente di una famiglia di sette chassidiche conosciute un tempo collettivamente come ''Movimento Chabad'': i nomi vengono ora usati in maniera intercambiabile. Un membro dello Chabad può venire chiamato sia "Chabadnik" ({{lang-he|חב"דניק}}) o anche "Lubavitcher" (in [[lingua yiddish|yiddish]] ליובאוויטשער).
 
Il [[Chabad]] di Venezia è una [[Casa Chabad]] con una sua [[yeshivah]] nella piazza principale dell'antico [[Ghetto di Venezia]], una pasticceria e un ristorante dal nome "Gam Gam" all'entrata del ghetto stesso. I pasti dello [[Shabbat]] vengono serviti ai tavoli esterni del ristorante, lungo il [[canale di Cannaregio]] con vista del [[ponte delle Guglie]] vicino al [[Canal Grande]].<ref>{{Cita news |url=http://jta.org/news/article/2010/06/16/2739644/jewish-disconnect-in-venice-between-locals-and-visitors |titolo=In Venice, a Jewish disconnect between locals and visitors |nome=Ruth Ellen |cognome=Gruber |data=16 giugno 2010 |pubblicazione=Jewish Telegraphic Agency |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100622001859/http://www.jta.org/news/article/2010/06/16/2739644/jewish-disconnect-in-venice-between-locals-and-visitors }}</ref><ref>''Rick Steves' Venice'', di Rick Steves, Avalon Travel, 2007, p. 40.</ref><ref>"Friends Find Real Flavor of Europe", ''Jewish Journal of Greater L.A''., 15/07/2004.</ref><ref>{{Cita news |titolo=Back to the ghetto |nome=Elliot |cognome=Jager |data=15 novembre 2005 |url=https://elliotjager.blogspot.com/2005/12/venice-jews-chabad.html |pubblicazione=Jerusalem Post |citazione=After Friday night prayers in one of the historic but melancholy-looking synagogues, we went off to Gam-Gam (with its Crown Heights decor), where we experienced an evening of charm, warmth, and song. Maybe you have to be a member of the tribe to appreciate how good it feels to be gazing at a Venetian canal while singing Friday-night zemirot in the company of 150 Jews of all stripes, lands, and levels of affiliation, enjoying a free, bountiful meal waited upon by rabbis-in-training.}}</ref> Nel romanzo ''Much Ado About Jessie Kaplan (Molto rumore per Jessie Kaplan)'', il ristorante è centro di un mistero storico con richiami [[William Shakespeare|shakespeariani]].<ref>{{Cita libro |titolo=Much Ado About Jessie Kaplan |url=https://archive.org/details/muchadoaboutjess00cohe |nome=Paula Marantz |cognome=Cohen |editore=St. Martin's Press |anno=2004 |isbn=978-0-312-32498-8 }}</ref> Ogni anno, per il [[Festività ebraiche|festival]] di [[Sukkot]], una [[sukkah]] viene eretta su una barca del canale che fa il giro della città, e una grande [[Menorah]] viene portata lungo le calli durante [[Hanukkah]].<ref>{{Cita news |url=http://jta.org/news/article/0000/00/00/12738/Chabadpresentsthe |titolo=Chabad now the Jewish face of Venice |nome=Ruth Ellen |cognome=Gruber |data=30 novembre 1999 |pubblicazione=[[Jewish Telegraphic Agency|JTA]] |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120606182252/http://www.jta.org/news/article/0000/00/00/12738/Chabadpresentsthe }}</ref>
 
In Italia esistono piccole comunità e luoghi di culto ultraortodossi, specialmente del movimento [[Chabad Lubavitch]]<ref>{{Cita web|url=https://cesnur.com/i-lubavitcher-e-la-loro-presenza-in-italia/|titolo=I Lubavitcher e la loro presenza in Italia {{!}} Le Religioni in Italia|lingua=it|accesso=10 dicembre 2021}}</ref>, che è presente a [[Bologna]], [[Camaiore]] ([[Provincia di Lucca|LU]]), [[Firenze]], [[Milano]], [[Roma]], [[Trieste]], [[Valenza (Italia)|Valenza]] ([[Provincia di Alessandria|AL]]) e [[Venezia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.chabad.it/Notizie.asp?id=1|titolo=Notizie {{!}} Chabad.it {{!}} Ebraismo, Ebrei e Torà|accesso=10 dicembre 2021}}</ref>.
 
== Note ==
<references />
{{Reflist}}
 
== Bibliografia ==
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* ''The Jews of Italy: Memory And Identity'', curato da Barbara Garvin & Bernard Cooperman, Studies and Texts in Jewish History and Culture VII, University Press of Maryland, 2000. ISBN 1-883053-36-6
* Bonfil, Robert, ''Rabbis and Jewish Communities in Renaissance Italy'' (Littman Library of Jewish Civilization), 1989. ISBN 0-19-710064-3, ISBN 978-0-19-710064-6
* Asher Salah, ''La République des Lettres: Rabbins, écrivains et médecins juifs en Italie au XVIIIe siècle'' (Studies in Jewish History and Culture (Formerly Studies in European Judaism)) [Mul ed.], 9004156429, 9789004156425 Brill Academic Pub 2007.
* Schwarz, Guri, ''Ritrovare se stessi. Gli ebrei nell'Italia post-fascista'', Laterza, Roma-Bari, 2004.
* Ferrara degli Uberti, Carlotta, ''Fare gli ebrei italiani. Autorappresentazioni di una minoranza (1861-1918)'', Il Mulino, Bologna, 2010.
* {{cita web | url = http://www.aleph500.huji.ac.il/nnl/dig/books/bk001993278 | titolo = ''Mahzor kefi ha-nahug li-kehal Roma'', Casal Maggiore 1486 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.aleph500.huji.ac.il/nnl/dig/books/bk001103413 | titolo = ''Ḥelek me-ha-maḥzor kefi minhag k”k Roma'', Bologna 1540 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.aleph500.huji.ac.il/nnl/dig/books/bk001756216 | titolo = ''Maḥzor ke-minhag Roma'', Mantova 1557 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.aleph500.huji.ac.il/nnl/dig/books/bk001731033 | titolo = ''Siddur mebarekhah: ke-minhag k”k Italiani'', Venezia 1618 | urlmorto = sì }}
* ''Siddur Benè Romì'', Milano 2002
* [http://italian-machazor.com/eng7.htm ''The Complete Italian Machazor''], cur. da Emanuele Artom, Gerusalemme, 2005.
* [[Sorce Keller, Marcello]], “Ignored and Forgotten: Research on Jewish-Italian Music during the 19th and 20th centuries”, ''Forum Italicum'', Vol. XLIX(2015), No 2, 447-461.
 
== Voci correlate ==
* [[Comunità ebraica di Milano]]
* [[Comunità ebraiche italiane]]
* [[Storia della Sicilia ebraica]]
* [[Ebraismo]]
* [[Ebrei]]
* [[Ebraismo in Sicilia]]
* [[Leggi razziali fasciste]]
* [[Religioni in Italia]]
* [[Storia degli ebrei in Italia]]
* [[Storia degli ebrei in Europa]]
* [[Storia della Sicilia ebraica]]
* [[Unione delle comunità ebraiche italiane]]
* [[Pagine Ebraiche]]
* [[Giudecca (quartiere ebraico)]]
 
== Altri progetti ==
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* {{cita web|http://www.romacer.org/|Comunità Ebraica di Roma}}
* [http://www.mosaico-cem.it/ Comunità Ebraica di Milano], ''Mosaico''
* {{cita web |url=http://www.doge.it/ghetto/ |titolo=Comunità Ebraica di Venezia |accesso=20 giugno 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060808025715/http://www.doge.it/ghetto/ |urlmorto=sì }}
* {{cita web |url=http://www.racine.ra.it/curba/studenti/materialeStud/ebrei/ebrei_a_lugo.html |titolo=Ebrei di Lugo |accesso=20 giugno 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080710012240/http://www.racine.ra.it/curba/studenti/materialeStud/ebrei/ebrei_a_lugo.html |urlmorto=sì }}
* {{cita web|http://www.reggioebraica.it/1918-1945/|Storia della Comunità Ebraica di Reggio Emilia 1918-1945}}
* [http://www.archivio-torah.it/HTM/indiceaudio.htm Archivio audio ebraico-italiano], ''Torah.it''
* {{cita web|url=http://dewey.library.upenn.edu/sceti/ljs/PageLevel/view.cfm?option=view&ManID=ljs379|titolo=Ferdinando I De Medici, Documento che invita i mercanti ebrei a stabilirsi a Livorno e Pisa - manoscritto su vellum, Firenze, Italia, 10 giugno 1593 (facsimile)|accesso=20 giugno 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070305121222/http://dewey.library.upenn.edu/sceti/ljs/PageLevel/view.cfm?option=view&ManID=ljs379|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1 = http://www.morasha.it/sbr/index.html | 2 = Siddùr Benè Romì | accesso = 20 giugno 2013 | dataarchivio = 17 novembre 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161117082701/http://www.morasha.it/sbr/index.html | urlmorto = sì }}
 
{{Vita ebraica}}
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