Vallo alpino in Alto Adige: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m clean up, replaced: |isbn={{NoISBN}} → |isbn=no (2)
 
(87 versioni intermedie di 35 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{torna a|Vallo alpinoAlpino del Littorio}}
{{Infobox struttura militare
|Nome = Vallo alpino in Alto Adige
|Nome originale =
|Parte di = [[Vallo Alpino del Littorio]]
|Posizione geografica = Italia settentrionale
|Struttura = Linea difensiva permanente
Riga 24:
|Funzione strategica = Difesa dei confini da una possibile invasione [[Germania nazista|tedesca]]
|Termine funzione strategica = Dapprima nel [[1945]], poi nel [[1992]]
|Inizio costruzione = <li>
*[[1931]]-[[1943]]</li><li>
*[[1948]]</li>
|Termine costruzione =
|Costruttore =
Riga 46 ⟶ 48:
}}
 
Il '''vallo alpino in Alto Adige''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Alpenwall in Südtirol'') è un complesso sistema di fortificazioni eretto dall'[[Storia dell'Italia fascista|Italia fascista]] per difendere i confini italiani da una possibile invasione da parte della [[Germania nazista]]; per questo motivo il sistema difensivo è noto anche con il soprannome di "Linea non mi fido".<ref>{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 13|Bernasconi 1999}}.</ref> Il sistema di fortificazioni fu edificato a tempo di record, anche se mai del tutto completato, tra gli anni [[1939]] e [[1943]], assieme al resto del [[vallo alpino]], pur essendo state le due dittature, quella fascista e quella nazista, strettissime alleate. Il sistema fortificato fu anche posto sotto indagini fotografiche da parte del regime nazista.
 
Il sistema di fortificazioni fu edificato a tempo di record, anche se mai del tutto completato, tra gli anni [[1939]] e [[1943]], assieme al resto del [[vallo alpino]], pur essendo state le due dittature, quella fascista e quella nazista, strettissime alleate. Il sistema fortificato fu anche posto sotto indagini fotografiche da parte del regime nazista. In seguito alcune opere del vallo furono riattivate nel [[1948]] in ambito [[NATO]], fino al [[1992]], quando sivennero chiuserochiusi e sigillaronosigillati definitivamente tutti i [[bunker]].
 
==Storia del vallo alpino in Alto Adige==
Riga 54 ⟶ 56:
[[File:PianDeiMortiFossato 37.JPG|thumb|left|I [[Dente di drago|denti di drago]] presso lo [[sbarramento Pian dei Morti]]]]
 
In [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], a differenza degli altri tratti costruiti in Italia, il vallo alpino ha avuto un particolare significato, in quanto la linea di confine che andava a presidiare e difendere era quella con l'[[Austria]] allora assorbitaannessa dalla Germania di [[Adolf Hitler|Hitler]], con il quale l'Italia di [[Mussolini]] aveva stipulato una stretta alleanza: il [[Patto d'Acciaio]], firmato il 22 maggio del [[1939]].<ref name="BM99-10">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 10|Bernasconi 1999}}.</ref>
 
Il presidio della linea di confine fu eretto in quanto Mussolini diffidava dell'imprevedibilità e delle potenzialità dell'alleato. In alcune occasioni, infatti, il ''führer'' fece in modo che il duce non fosse preventivamente informato sulle decisioni prese dal governo tedesco.
 
Mussolini fondava la sua diffidenza su diversi fatti:
*Nel 1934, fu assassinato il cancelliere [[austria]]co [[Engelbert Dollfuss]] (amico di Mussolini), e conseguentemente l'[[Austria]] fu teatro di scontri fra nazisti filo-tedeshitedeschi e nazionalisti austriaci (''[[Heimwehr]]''); poi successivamente il 13 marzo 1938 venne invasa ed occupata dai tedeschi, ed annessa alla Germania, senza che Mussolini ne fosse stato precedentemente informato; in tal modo la Germania e l'Italia divennero confinanti.
*Il 1º settembre [[1939]] la Germania invase la [[Polonia]], fattore che scatenò la seconda guerra mondiale. Poco dopo l'[[Armata Rossa]] occupò la Polonia da oriente (17 settembre [[1939]]), cosa che Hitler aveva già [[Patto Molotov-Ribbentrop|concordato in segreto]] il 23 agosto 1939 con il suo nemico giurato [[Stalin]], ma non informandone l'alleato italiano e cogliendolo del tutto di sorpresa. Ciò causò non poco imbarazzo a Mussolini, il quale era preoccupato da tempo delle mire tedesche sull'Alto Adige.
 
Sul fronte francese, sino al maggio del [[1940]], la [[Wehrmacht]] rimase inerte di fronte alla [[linea Maginot]], uno sbarramento ritenuto fino a quel tempo invalicabile. Tale complesso di fortificazioni era un potente ed efficace mezzo per contrastare una possibile invasione tedesca e si estendeva sull'intero confine tra [[Francia]] e Germania, dalla [[Svizzera]] al [[Lussemburgo]].
Fu così che il 21 novembre 1939, mentre la guerra era già iniziata ma senza il coinvolgimento dell'Italia, che si era definita "non belligerante", Mussolini diede l'ordine di fortificare massicciamente il confine settentrionale dell'Italia, con la costruzione del vallo alpino del Littorio in Alto Adige.
La ''[[blitzkrieg]]'' condotta dai tedeschi ai danni dei francesi dal 10 maggio [[1940]] con la [[campagna di Francia]], aggirando attraverso le pianure di [[Belgio]] e [[Paesi Bassi]] (ma anche attraverso le montuose [[Ardenne]]) la linea Maginot, convinse Mussolini - illuso dell'imminenza di una vittoria totale tedesca grazie alla "guerra lampo" - a far entrare l'Italia in guerra il 10 giugno [[1940]] a fianco della Germania, contro la [[Gran Bretagna]] e e la Francia (ormai già quasi totalmente vinta), mentre al confine tra l'Italia e lail [[Deutsches GermaniaReich]] continuavano a essere scavate caverne rifugio ed erette possenti opere difensive.
 
La maggioranza degli abitanti di lingua tedesca dell'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] accolse negativamente l'idea che il governo di Roma costruisse una muraglia fortificata tra loro ed i vicini del [[Tirolo del Nord]]. Per la costruzione dei [[bunker]] e dei [[Fossato (architettura)|fossati]] anticarro furono espropriati infatti preziosi terreni da pascolo, sui quali furono erette costruzioni militari che poi divennero parte integrante del paesaggio naturale.
 
===La struttura principale===
[[File:Alto Adige Sbarrato.jpg|thumb|upright=1.8|Il territorio dell'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], con le zone rosse ad indicare gli sbarramenti]]
[[File:Opera 10.2bComelico.jpg|thumb|left|L'opera presso la Croda Sora i Colsei, presso lo [[sbarramento Passo Monte Croce Comelico]]]]
[[File:Alpenwall Laatsch 01.jpg|thumb|left|L'opera 13 dello [[sbarramento Malles-Glorenza]]]]
[[File:Casermetta di confine - Corno Fana.JPG|thumb|Una delle casermette di confine presso il [[Corno Fana]], sopra a [[Dobbiaco]]]]
Al fine della realizzazione del vallo l'Alto Adige fu suddiviso in tre "settori":
*[[XIII settore di copertura Venosta]]
*[[XIV settore di copertura Isarco]]
*[[XV settore di copertura Pusteria]]
[[File:Alto Adige Sbarrato.jpg|thumb|upright=1.8|Il territorio dell'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], con le zone rosse ad indicare gli sbarramenti]]
[[File:Opera 10.2bComelico.jpg|thumb|left|L'opera presso la Croda Sora i Colsei, presso lo [[sbarramento Passo Monte Croce Comelico]]]]
[[File:Alpenwall Laatsch 01.jpg|thumb|left|L'opera 13 dello [[sbarramento Malles-Glorenza]]]]
[[File:Casermetta di confine - Corno Fana.JPG|thumb|Una delle casermette di confine presso il [[Corno Fana]], sopra a [[Dobbiaco]]]]
{{-}}
Ogni settore era suddiviso in 3 "sistemi di arresto", a seconda della distanza dal confine. Ogni sistema ha le sue diverse "direttrici". Ogni direttrice, tre erano le principali, aveva il suo numero di "sbarramenti". Le direttrici rispecchiavano le vie principali per una probabile invasione, ovvero: il [[passo del Brennero]] con la [[val d'Isarco]], la [[sella di Dobbiaco]] presso [[Dobbiaco]]-[[San Candido]] con la [[val Pusteria]] ed il [[passo Resia]] con la [[val Venosta]] e [[val d'Adige]]. Queste valli confluiscono geograficamente verso la città di [[Bolzano]], ove era previsto un grande sbarramento finale, con la particolare forma a doppio arco convesso: [[sbarramento Bolzano Sud]], che sul progetto contava ben 64 opere, passando da [[Castel Flavon]], [[Castel Firmiano]] e [[Appiano sulla Strada del Vino|Predonico]]. Inoltre, per aumentare l'efficacia dello sbarramento, venne costruito un fossato anticarro della lunghezza di 1800 m (non più esistente se non in alcuni affioramenti).
 
Riga 109 ⟶ 112:
Un problema che si dovette affrontare nella costruzione dei diversi sbarramenti fu l'ordine pubblico. Infatti, per la costruzione delle opere, bisognava trasportare materiale edile in loco, quindi per gli sbarramenti questo voleva dire al ridosso del confine, sotto gli occhi dell'"amico-nemico". Fu quindi ordinato di far scaricare il materiale alla prima stazione ferroviaria più a sud di quella che normalmente serviva la zona dove sarebbero stati impiegati (ad esempio per l'edificazione dello [[sbarramento del Brennero]] venivano scaricati alla [[stazione di Colle Isarco]]).<ref name="BM99-28">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 28|Bernasconi 1999}}.</ref> La mancanza di materie prime, soprattutto il ferro, causò una modalità di reperimento molto poco ortodossa: venne emanata una ordinanza, con la quale si permetteva la confisca di tutte le cancellate e recinzioni metalliche delle case italiane.
 
All'alleato tedesco non rimase certo ignoto il procedere di queste costruzioni atipiche lungo il confine; indagini fotografiche e di spionaggio furono eseguite. Il Reich fece fotografare i lavori di costruzione delle opere al ''[[Völkischer Kampfring Südtirols]]'' (VKS) il quale le realizzò mediante tecniche allora avanzate, come pellicole a raggi infrarossi (Perutz Topo, Perutz Silber Eosin, Infrarot 800 hart) e potenti teleobiettivi. Dato ciò, le fotografie effettuate furono eseguite in modo veloce per non farsi scoprire; la maggior parte furono effettuate da in movimento da auto o treno da cui risultano sfocate, altre invece da distanze di oltre 20 chilometri. Nonostante ciò, quest'attività di spionaggio risultarono utili per far conoscere al nemico tedesco lo stato di avanzamento delle costruzioni delle opere difensive, le loro dimensioni e quindi l'armamento previsto. Tali fotografie sono ora custodite presso l'archivio militare di Friburgo.<ref>{{Cita|Bernasconi name=SpionaggioHeimo 2016|p. 43|Bernasconi Heimo 2016}}.</ref>
 
Con il crescente peggioramento della situazione militare delle [[potenze dell'Asse]] nel [[Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale|teatro del Mediterraneo]], crebbe il malumore tedesco dovuto alla costruzione del vallo alpino. Il 4 ottobre [[1942]] Mussolini cedette alle insistenze di Hitler e fece diramare dal [[Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano|capo di stato maggiore generale]], generale Cavallaro, l'ordine del definitivo d'arresto dei lavori presso il vallo alpino, al confine con la Germania, con decorrenza dal 15 ottobre. Tuttavia, mentre venivano effettuati solo piccoli lavori allo scoperto, come il completamento della mimetizzazione, i piani per il prolungamento degli sbarramenti sui fianchi vennero comunque proseguiti.<ref name="BM99-33">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 33|Bernasconi 1999}}.</ref>
Riga 121 ⟶ 124:
===Il periodo dell'occupazione tedesca===
[[File:Opera 1.39drava.JPG|thumb|Il corridoio dell'opera 1, [[sbarramento Prato Drava]], sopra cui passa la [[strada statale 49 della Pusteria]]]]
Già il 2726 luglio [[1943]] al nord del [[Brennero]] si presentarono le truppe tedesche al confine lasciando di stucco i soldati italiani.<ref name=Bernasconi_Heimo28>{{Cita|Bernasconi Heimo 2016|p. 28|Bernasconi Heimo 2016}}.</ref> Il 27 luglio venne costituito, sotto il generale tedesco [[Valentin Feurstein]], un gruppo di combattimento per un'ipotetica invasione dell'Italia dall'Alto Adige; questa fu rimandata e il gruppo fu utilizzato per mettere in sicurezza il valico alpino italo-tedesco. Questa
Era l'[[operazione Alarico]], eracosì nominata Alarich (in italiano [[Alarico]]),denominata dal nome del re [[Visigoti|visigoto]] che invase e saccheggiò Roma nel [[410 d.C.]]<ref name="BM99-38">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 38|Bernasconi 1999}}.</ref>
 
In realtà la prima violazione del confine italiano (al Brennero), avvenne in circostanze assurde. Una colonna di soldati tedeschi si era fermata al confine chiedendo di passare il confine. Vista la perplessità dei soldati a guardia del confine, in quanto sprovvisti di ordini in merito, l'ufficiale tedesco decise di sollevare la sbarra e attraversare il confine, senza incontrare problemi.<ref name="BM99-40"/><ref>{{Cita|Bernasconi & Muran 2009|p. 165|Bernasconi 2009}}.</ref>
 
Dal 28 luglio [[1943]], la [[44. Infanterie-Division (Wehrmacht)|44ª divisione di fanteria]] ''Hoch- und Deutschmeister'' cambiò posizione, dal [[Belgio]] a [[Innsbruck]] (in [[Austria]]). Da qui iniziò la corsa contro il tempo tra Germania e Italia per l'occupazione del valico alpino e la fortificazione del vallo alpino. [[Erwin Rommel|Rommel]] già il 30 luglio aveva ordinato alle avanguardie tedesche di occupare i valichi, con il pretesto di salvaguardare le linee di rifornimento tedesche.<ref name="BM99-40">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 40|Bernasconi 1999}}.</ref> InoltreSubito ildopo generalei Feurstein''panzer'' comunicòdella al44ª comandantedivisione, generalevalicarono Gloriaanche ai Bolzano,soldati didella piazzare136ª un'unitàbrigata tedescada aggiuntivamontagna alle"Doehla".<ref [[Postename=Bernasconi_Heimo28/> italiane]]Il pressofuturo laGauleiter [[ferroviadell'Alto del Brennero]]Adige, perFranz proteggere il tratto di ferrovia. In aggiuntaHofer, ilfece pressione agostonei [[1943]] la 44ª divisioneconfronti di fanteria marciava attraverso il [[Brennero]] perRommel raggiungereperché l'Altoingresso Adige.tedesco Feuersteinfosse provòeffettuato ail ingannareprima Gloriapossibile con la comunicazionedato che questosecondo provvedimentolui eragli concordatoitaliani traavevano ilminato Comandol'intera superioretratta della Wehrmachtferrovia edel ilBrennero.<ref>[[Claus ComandoGatterer]], supremo''In italiano.lotta Glicontro italianiRoma. intuirono questaCittadini, fintaminoranze e laautonomie invertironoin a loro voltaItalia'', impedendoed. inPraxis caso3, diBolzano, necessità1994, con la forza l'impiego di truppe tedeschepag. 826</ref>
{{citazione|Il Duce ha saputo da un industriale altoatesino che in Germania circola questo ''[[witz]]'': "Vinceremo in due mesi la guerra contro la Russia, in quattro mesi contro l'Inghilterra e in quattro giorni contro l'Italia"<ref>{{cita|Ciano|p. 606}}.</ref>.|[[Galeazzo Ciano]], 1º aprile 1942}}
Inoltre il generale Feurstein comunicò al comandante generale Gloria a Bolzano, di piazzare un'unità tedesca aggiuntiva alle [[Poste italiane]] presso la [[ferrovia del Brennero]], per proteggere il tratto di ferrovia. In aggiunta, il 1º agosto [[1943]] la 44ª divisione di fanteria marciava attraverso il [[Brennero]] per raggiungere l'Alto Adige. Feurstein provò a ingannare Gloria con la comunicazione che questo provvedimento era concordato tra il Comando superiore della Wehrmacht e il Comando supremo italiano. Gli italiani intuirono questa finta e la invertirono a loro volta, impedendo in caso di necessità con la forza l'impiego di truppe tedesche.
 
Dal 28 luglio [[1943]], la [[44. Infanterie-Division (Wehrmacht)|44ª divisione di fanteria]] ''Hoch- und Deutschmeister'' cambiò posizione, dal [[Belgio]] a [[Innsbruck]] (in [[Austria]]). Da qui iniziò la corsa contro il tempo tra Germania e Italia per l'occupazione del valico alpino e la fortificazione del vallo alpino. [[Erwin Rommel|Rommel]] già il 30 luglio aveva ordinato alle avanguardie tedesche di occupare i valichi, con il pretesto di salvaguardare le linee di rifornimento tedesche.<ref name="BM99-40">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 40|Bernasconi 1999}}.</ref> Inoltre il generale Feurstein comunicò al comandante generale Gloria a Bolzano, di piazzare un'unità tedesca aggiuntiva alle [[Poste italiane]] presso la [[ferrovia del Brennero]], per proteggere il tratto di ferrovia. In aggiunta, il 1º agosto [[1943]] la 44ª divisione di fanteria marciava attraverso il [[Brennero]] per raggiungere l'Alto Adige. Feuerstein provò a ingannare Gloria con la comunicazione che questo provvedimento era concordato tra il Comando superiore della Wehrmacht e il Comando supremo italiano. Gli italiani intuirono questa finta e la invertirono a loro volta, impedendo in caso di necessità con la forza l'impiego di truppe tedesche.
 
{{citazione|Non vedo nessuna difficoltà per il passaggio del Brennero. Ci passano senza difficoltà anche i treni!|[[Alfred Jodl]], capo di stato maggiore generale [[Wehrmacht]], 26 luglio [[1943]]}}
[[File:Opera 4.32cimabanche.jpg|thumb|left|La caponiera d'ingresso dell'opera 24, [[sbarramento Passo Cimabanche]]]]
 
Il 1º agosto [[1943]] la 44ª divisione di fanteria marciò dunque attraverso il nord Italia, senza che nessun colpo d'arma da fuoco venisse sparato. I tedeschi arrivarono il 4 agosto [[1943]] fino a [[Colle Isarco]], [[Vipiteno]], [[Fortezza (Italia)|Fortezza]], [[Bressanone]] e [[Bolzano]], dove le truppe italiane sospettose osservavano scrupolosamente. Iniziò così il gioco del "gatto col topo" lungo la linea del Brennero. Gli italiani riposizionarono in Alto Adige due divisioni alpine, reduci dalla [[Fronte orientale (1941-1945)|campagna di Russia]], la [[Brigata alpina "Tridentina"|Tridentina]] e [[4ª Divisione alpina "Cuneense"|Cuneense]], solo il 7 agosto [[1943]] per occupare i punti chiave degli sbarramenti del Vallo Alpino da Bolzano sud al Brennero. Allo stesso tempo reclamavano la ritirata della 44ª divisione tedesca. La mossa avversaria fu l'ordine di Hitler di occupare le fortificazioni lungo la linea del Brennero, dato che gli interessava mantenere un corridoio libero e scorrevole. Tra il 7 e l'8 agosto [[1943]] vennero occupate le cime e le postazioni attorno al [[passo del Brennero]] dal gruppo tedesco ''Furbach''.<ref name="BM99-44">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 44|Bernasconi 1999}}.</ref> Il 9 agosto il Generale Gloria minacciò nuovamente i soldati tedeschi di non avvicinarsi a più di 50 metri dalle fortificazioni altrimenti sarebbe passato ad usare la forza. Il generale Feuerstein chiese anche di poter conoscere nel dettaglio le posizioneposizioni e la descrizione delle opere fortificate italiane, in modo tale che potessero essere utilizzate dai tedeschi per gli alloggiamenti.<ref name =Dolomiti>Lorenzo Baratter, ''Le Dolomiti del Terzo Reich'', Milano, Mursia ed., 2005</ref> Fu così che i tedeschi, un po' infastiditi, il 10 agosto [[1943]] presso il [[passo di Resia]], fronteggiarono le truppe italiane, in pieno assetto di guerra. Le fortificazioni al passo Resia furono occupate dalla scuola d'alta montagna delle SS "Neustift – [[Novacella (Varna)|Novacella]]" (SS-Hochgebirgsschule), così come la via d'accesso in Pusteria e dal Brennero furono occupate da unoun battaglione della brigata tedesca ''Doehla'' ciascuno.<ref name =Dolomiti/>
 
[[File:SbarramentoResiaOpera 18.39.JPG|thumb|La torretta dell'opera 18 dello [[sbarramento Passo Resia]] vista dall'esterno]]
Anche a Merano vi furono situazioni simili come riferito dal colonnello Giovanni Battista Cucci che comandava il [[XIII settore di copertura Venosta]] presso la caserma Leone Bosin; i tedeschi entrarono in città durante la notte del 9 agosto e ne circondarono la caserma rendendo difficile la resistenza. I vari sottosettori erano isolati sia l'uno dall'altro che dal comando, ma si difesero a lungo come ad esempio presso lo [[sbarramento Pian dei Morti]].<ref>{{Cita|Bernasconi Heimo 2016|p. 27|Bernasconi Heimo 2016}}.</ref>
I giorni successivi trascorsero tra appostamenti per l'occupazione delle importanti posizioni strategiche e delle fortificazioni. Le truppe applicavano un controllo vicendevole, impedendo ai reparti italiani di minare i ponti, e di operare. Le batterieartiglierie tedesche decisero di puntare le loro batterie aereecontraeree [[arma contraerea|FlaK]] (poste per fronteggiare unoun sbarcoeventuale attacco alleato dal cielo) contro le fortificazioni del Vallo.<ref>{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|pp. 40-41|Bernasconi 1999}}.</ref> NonostanteCiò ciònonostante con il trascorrere dei giorni, nonostante la sofferenza per le indecisioni deglidei propri alti gradi italianicomandi, la situazione sembrava volgere a favore dei soldati italiani.<ref name="BM99-44"/>
 
Nel periodo compreso tra il 3 ale il 30 agosto [[1943]] passarono in totale otto divisioni tedesche - e, in mezzo a queste, la [[1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler"|divisione corazzata SS ''"Leibstandarte Adolf Hitler"'']] presidiava- che non si limitarono a presidiare il confine, ema occupavainiziarono manad manooccupare ilgradualmente buona parte del nord Italia. Il Comando supremo tedesco mise fine così ad un minaccioso rischio: un possibile sbarco alleato in nord Italia. L'Italia era però ancora uno stato sovrano, dove le truppe tedesche erano soltanto tollerate. Il 26 agosto il generale Feuerstein fu sostituito dal generale di fanteria Witthöft.<ref name =Dolomiti/>
 
L'8 settembre [[1943]] l'Italia capitolò definitivamente, e firmò l'armistizio con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Alle truppe italiane fu ordinato di reagire agli attacchi da qualsiasi provenienza. Allo stesso tempo entrò in funzione sotto il nome [[Operazione Achse|Achse]] ("Asse") il preciso e coordinato piano tedesco preparato per usare le otto divisionedivisioni per disarmare le truppe italiane, dovecon le truppe tedesche che già occupavano i punti nevralgici in tutta la penisola.<ref name="BM99-44" />
[[File:SbarramentoResiaOpera 18.33.JPG|thumb|La torretta dell'opera 18, [[sbarramento Passo Resia]], vista dall'interno]]
Nella notte tra l'8 e il 9, tutte le caserme, depositi e presidi in Alto Adige furono attaccati e presi dai tedeschi, con pochi, ma coraggiosi ed estenuanti tentativi di accanita difesa. Più precisamente alle ore 23 il generale Gloria inviò al generale Witthöft una comunicazione dove gli segnalava che gli italiani avrebbero risposto con le armi ad un eventuale atteggiamento ostile da parte delle truppe tedesche, ma già prima delle 23,30 Colle Isarco e Vipiteno erano state conquistate senza che alcun colpo sia statofosse sparato. Alle 3 di notte la 44ª divisione di fanteria tedesca occupò la città di Bolzano, e poi altre truppe proseguirono in direzione sud, verso Trento e Rovereto.<ref name =Dolomiti/> In alcune valli minori, come ad esempio la valle Aurina, le truppe tedesche trovarono che il territorio era già in mano all'organizzazione locale degli optanti, la ''[[Völkischer Kampfring Südtirols|Arbeitsgemeinschaft der Optanten für Deutschland]]'' (ADO), che avevano già sostituito giorni prima i podestà fascisti.<ref>Eva{{cita Pfanzelterlibro|cognome=Obermair|nome=Hannes|wkautore=Hannes Obermair|lingua=de, ''1943it|titolo="Grossdeutschland ruft!" Südtiroler NS-1945.Optionspropaganda Streiflichterund ausvölkische demSozialisation – "La Grande Germania chiamaǃ" La propaganda nazionalsocialista sulle Opzioni in Alto Adige e la socializzazione Ahrntal'völkisch',|anno=2021|città=[[Castel SüdtirolerTirolo]]|editore= Landesarchiv,Museo Bolzano,storico-culturale 2003.della Provincia di Bolzano|isbn=978-88-95523-36-1|cid=obermair}}</ref>
Già il 9 settembre [[1943]] a [[Merano]] e a [[Bolzano]] 18.000 italiani furono catturati dalle truppe tedesche, e; da entrambe le parti ci furono anchealcune dei mortiperdite (gli ultimi dati parlano di 30 soldati italiani caduti<ref name =Dolomiti/>). In totale la 44ª divisione catturò 18 generali, 1.783 ufficiali e 50.000 uomini tra [[Trento]] e il [[Brennero]]. La [[Wehrmacht]] prese quindi il potere in nord Italia.<ref name="BM99-44" />
 
Da citare è sicuramente uno dei rari scontri che è avvenuto tra la [[Guardia alla frontiera|G.a.F.]] e l'esercito tedesco in data 9 settembre [[1943]], quando i soldati italiani della G.a.F. si trovarono a difendersi, con le opere ancora incomplete alcune strutturalmente e altre prive di armamento.
Riga 149 ⟶ 153:
[[File:Opera 4.14Tenne.JPG|thumb|La postazione '''P''' dell'opera 4, [[sbarramento di Tenne-Novale]]]]
 
Con l'occupazione dell'Italia, si costituì il 18 settembre 1943 la [[Zona d'Operazione delle Prealpi]], che assieme ad una irresistibile avanzata degli Alleati in Italia risvegliò nell'autunno del '44 ancora una volta l'interesse tedesco nella fortificazione delle Alpi. In settembre, il generale Marcinkiewicz e il colonnello Nobiling (su ordine di Rommel) vollero adattare il terreno e le fortificazioni del vallo alpino (e le vecchie fortezze italiane e austriache della [[prima guerra mondiale]]) a postazioni di difesa. Riuscì soltanto nellala costruzione di pochi sbarramenti nella valle dell'Adige, presso [[Ala (Italia)|Ala]], e nella creazione di due comandi militari, a Merano e a Bressanone.<ref name =Dolomiti/> Una riattivazione del Vallo Alpino non sivenne fecemai piùeffettuata, dato che prima Hitler, avevanel 1943, decisodecise di opporre resistenza nel mezzogiorno nelladella penisola ([[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]],) e anchesuccessivamente perché il fronte del sud crollò molto rapidamente, fino alla capitolazione finale, il 3 maggio 1945.<ref>{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|pp. 46-47|Bernasconi 1999}}.</ref>
 
L'Alto Adige venne liberato dalle truppe americane, che arrivarono contemporaneamente sia da nord che da sud. La 103ª divisione di fanteria occupò il 3 maggio [[1945]], dalla Germania meridionale, [[Innsbruck]]. Essa marciò di seguito attraverso il [[passo del Brennero]] in direzione sud e si unì con l'88ª divisione di fanteria, proveniente da sud, a [[Vipiteno]] il 4 maggio [[1945]]. Le divisioni da montagna 10°ª, 85°ª e 88°ª liberarono così l'intero Alto Adige mettendo fine alla seconda guerra mondiale anche in quella regione.
 
All'Italia, a seguito del [[Trattati di Parigi (1947)|trattato di pace di Parigi]] del '47, fu imposto di smantellare le fortificazioni permanenti (ad esempio, alcune opere del fronte occidentale vennero demolite nel '48).
 
=== Il dopoguerra ===
 
Nonostante l'era atomica avesse sollevato molti dubbi sull'opportunità di mantenere in efficienza le fortificazioni, nel periodo del dopoguerra, soltanto con l'adesione dell'Italia al [[Patto Atlantico]] (aprile '49), essa poté tornare a interessarsi delle opere del Vallo, anche perché in Austria erano presenti truppe sovietiche di occupazione.
 
Dal [[1948]] fino al [[1992]], alcune di queste opere furono quindi riutilizzate contro la crescente minaccia rappresentata dal [[Patto di Varsavia]], in quanto il confine con l'[[Austria]] era diventato in pratica confine della [[NATO]]. La NATO stessa aiutò l'Italia contribuendo economicamente al ripristino di alcune opere.
 
Le opere di difesa della prima e seconda linea, completate già nel [[1948]], rientrarono in possesso dei militari italiani, che le ristrutturarono e in alcune parti le modernizzarono. La mancanza di soldidenaro non permetteva una fase di intervento di restauro su tutte le direttrici, così si iniziò dalle prime linee difensive della val Pusteria, apportando modifiche solo a 3-4 opere per sbarramento, e dotandone almeno una di un cannone anticarro.
 
Per le modifiche apportate, si utilizzarono svariate soluzioni tecniche, anchealcune imparatedelle dallequali apprese dallo studio della [[linea Hitler]] e della [[linea Gotica]] dell'esercito tedesco. Altre postazioni furono invece costruite dall'inizio, ovvero le cosiddette "vasche di cemento armato", furono invece costruite ex-novo utilizzando torrette di carroarmato[[carro armato]] enucleate (ad esempio a questo scopo furono utilizzati ilcarri carroarmatoarmati [[M4 Sherman]] e il [[M26 Pershing (carro armato)|M26 PerschingPershing]]), a volte mascherate con casette di ferro o di legno, o comunque strutture facilmente ed in breve tempo rimovibili.<ref name="Bernasconi p. 47">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 47|Bernasconi 1999}}.</ref> Le opere furono quindi adeguate per poter fronteggiare un nuovo tipo di guerra, che avrebbe anche incluso le armi [[Arma di distruzione di massa|NBC]]. Furono quindi necessari portelloni stagni e camere dotate di [[Maschera antigas|maschere antigas]] nelle camere di combattimento.<ref name="AB1999-48">{{Cita|Bernasconi & Muran 1999|p. 48|Bernasconi 1999}}.</ref>
 
Per il "nuovo" Vallo Alpino, furono istituiti deireparti corpi appositispecifici, i [[battaglione|Battaglioni]] degli [[Alpini d'Arresto]], ai quali veniva affidato il compito di presidiare, provvedere alla manutenzione ed in caso di attacco, difendere i confini. Questi erano gli eredi della G.A.F., i battaglioni "Val Brenta", "Val Cismon", "Val Chiese".<ref>{{Cita|Bernasconi & Muran 2009|p. 9|Bernasconi 2009}}.</ref>
 
Alla fine degli anni '80, con la decadenza del [[Patto di Varsavia]], le fortificazioni delle linee più arretrate vennero man mano dismesse e quindi demilitarizzate (ad esempio: [[sbarramento di Braies]], [[sbarramento di Sares]], [[sbarramento di Saletto]] in [[val di Vizze]] e [[sbarramento di Saltusio]]).
Riga 175 ⟶ 179:
Con la fine del [[1992]], tutte le opere furono definitivamente abbandonate a sé stesse. La loro mimetizzazione negli anni cresce sempre di più, e le rende una testimonianza muta del periodo delle "nazioni murate".
 
Con il decreto legislativo del nº 495 del {{normattiva|tipo=DLGS|giorno=21 dicembre [[|mese=12|anno=1998]]|numero=495}}, tutte le 351 fortificazioni, le 56 casermette e le relative strade militari sono state trasferite alla proprietà della [[Provincia autonoma di Bolzano|Provincia di Bolzano]] nel [[1999]].<ref>[http://www.provincia.bz.it/amministrazione-patrimonio/temi/libro-bunker.asp Progetto Bunker] della [[Provincia autonoma di Bolzano|Provincia di Bolzano]]</ref>
 
===La situazione al giorno d'oggi===
Tutte le 351 opere, oltre alle casermette difensive, sono passate recentemente (nel [[1999]]) in possesso della [[Provincia autonoma di Bolzano|Provincia di Bolzano]]. Dato che la maggior parte delle opere non erano state progettate per scopi diversi da quelli militari, e la loro demolizione costerebbe troppo, esse rimarranno ancora per tanto tempo, nel loro stato, nascoste ai più.
 
Attualmente però la Provincia ha deciso che i vecchi proprietari dei terreni su cui sono stati costruiti i bunker possono riappropriarsi del terreno e quindi dell'opera difensiva, acquistandola dalla provincia, con una clausola contrattuale, che prevede che l'opera acquistata non possa essere venduta a terzi per i primi 5 anni.
 
Infatti alcune opere vengono oggi utilizzate dai contadini come cantine o depositi, dato che molte di queste opere erano state costruite sui loro campi. Esistono due casi di particolare riutilizzo: il primo è un bunker che viene riutilizzato da Hansi Baumgarten, per la stagionatura del formaggio, presso [[Rio di Pusteria]];<ref>[http://www.tis.bz.it/themen/wer-hat-eigentlich-gesagt/i-formaggi-d2019autore I formaggi d’autored'autore — TIS Innovation Park] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080329115405/http://www.tis.bz.it/themen/wer-hat-eigentlich-gesagt/i-formaggi-d2019autore |data=29 marzo 2008 }}</ref> il secondo caso riguarda invece l'opera 45 dello [[sbarramento Bolzano sud]]; questa si trova nei pressi del [[Castel Corba]] (vicino ad [[Appiano sulla strada del vino|Appiano]]), e viene utilizzata come [[enoteca]], facilmente riconoscibile grazie al moderno tetto verde. Altro caso è di un bunker a Malles convertito in una enoteca.<ref>[http://puni.com Puni distillerie - un'enoteca in un bunker]</ref>
 
Altri bunker, oggi di privati o della provincia, sono stati invece trasformati in musei. Ad esempio, al [[passo del Rombo]], una casermetta difensiva dello [[sbarramento di Moso]] è stata trasformata in ''Mooseum''.<ref>[http://www.bunker-mooseum.it Bunker Mooseum - Moso in Passiria]</ref> Al [[passo Palade]] invece l'unica opera dello [[sbarramento le Palade]] (di oltre 25.000 m<sup>3</sup>) è oggi un museo sugli insediamenti germanofoni in alta [[val di Non]], assieme alle sue lunghe gallerie oggi espositive. Un'altra opera dello [[sbarramento di Tel]] è stata acquistata e adattata dall'artista Matthias Schönweger, per poterci esporre le sue opere. Per ultima un'opera dello [[sbarramento di Saltusio]] (rinominata ''BunCor'' o in tedesco ''Herzbunker'') è invece dedicata ai [[Herz-Jesu-Feuer|fuochi del Sacro Cuore di Gesù]].<ref>[http://www.kunstmeranoarte.org/BunCor-Museo-dei-Cuori.186.0.html?&L=2 BunCor - Museo dei Cuori: kunstMeran o arte]</ref> Un altro bunker dello [[sbarramento Malles-Glorenza]] viene utilizzato per la distillazione del [[whisky]] Puni, una distilleria a conduzione famigliare unica nel suo genere in Italia.<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/trentino/2012/10/18/Arriva-whisky-made-Alto-Adige_7651664.html Whisky altoatesino] su ANSA</ref>
 
La provincia di Bolzano invece si è riservata alcune opere nei diversi sbarramenti per poterle in un futuro sfruttarle come opere-museo. Ad esempio l'opera 3 dello [[sbarramento di Fortezza]] è stata restaurata ed inaugurata come opera-museo il 27 marzo [[2008]],<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.provincia.bz.it/amministrazione-patrimonio/Bunker/Bunker-3-Fortezza_i.htm# Scheda tecnica dell'opera 3] |data=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> e l'opera 20 dello [[sbarramento Passo Resia]] è la seconda opera riaperta come opera-museo, dal luglio 2011.<ref>[http://www.passoresia.it/it/estate/info-luogho/bunker-dettaglio.asp?lPageNumber=1&lProductID=325250 Visite all'opera 20]</ref>
 
===La distruzione delle opere===
[[File:SbarramentoResiaOpera III.12.jpg|thumb|Esempio di distruzione delle opere: qui i resti dell'opera III dello [[sbarramento Passo Resia]]]]
Dal [[1992]], quando sono state dismesse e quindi chiuse e saldate tutte le opere, è iniziata la loro decadenza. Alcune sono state distrutte, per poter riutilizzare lo spazio da esse precedentemente occupato; altre, in posizione più defilata, sono rimaste intatte.
 
Segue l'elenco delle opere oggi non più esistenti, o pesantemente modificate:
*[[Sbarramento Bolzano sud]]:
**Opera 6: abbattuta e sulle sue fondamenta è stato costruito l'inceneritore cimiteriale;
**Opera 7: abbattuta nel [[2021]];
**Opera 10: nel [[1995]], in quanto si trovava in mezzo a dei fabbricati, e quindi aveva perso il suo scopo primario;
**Opera 13: al suo posto è stato realizzato un parcheggio per un condominio a San Giacomo di Laives;
Riga 203 ⟶ 208:
***Opera 30 (?)
*[[Sbarramento Malles-Glorenza]]:
**Opera 6: al posto dell'opera attualmente vi è uno spazio attualmente inutilizzato;
*[[Sbarramento Passo Resia]]:
**Opera III: restano soltanto alcuni pezzi smontati: la torretta e alcuni camini. Tutto ciò a causa della costruzione di un tornante di una strada forestale;
Riga 212 ⟶ 217:
**Opera 11: a seguito di lavori di ampliamento della pista da sci decisi in concerto tra l'hotel Passo Monte Croce (proprietario della pista insieme ad altri soci) e la direzione del Genio Militare, l'opera è stata definitivamente smantellata nella primavera 2007. Ad oggi non ve n'è più alcuna traccia.<ref>[http://www.montagnando.it/fortificazioni/sbarramentomontecrocecomelico11/sbarramentomontecrocecomelico11_01.php Vallo Alpino - Opera n.11]</ref>
*[[Sbarramento Versciaco]]:
**Opera 22: fatta esplodere il 2 luglio 2014 per far spazio ad un allargamento delle piste da sci e annesso parcheggio.<ref>{{Collegamento interrotto|1=[http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2014/06/25/news/versciaco-torna-alla-luce-un-bunker-del-vallo-alpino-1.9489937 Versciaco, torna alla luce un bunker del vallo alpino] |data=novembre 2018 |bot=InternetArchiveBot }} su Altoadige</ref>
 
Da tenere ben sempre presente è il costo economico e di forza lavoro che occorre per demolire un'opera di questo tipo, che presenta muri esterni ed interni spessi da 2 a 4 metri.<ref>[{{cita web|url=http://www.valloalpino.it |titolo=Vallo Alpino Littorio in Alto Adige]}}</ref>
 
==Settori eSettori sbarramenti==
Il Vallo Alpinoalpino in Alto Adige è stato suddiviso in tre settori:<ref>[http://www.alpifortificate.com/vallo_settentrionale_settori.html I settori del Vallo Alpino Settentrionale] su alpifortificate.com</ref>
*[[XIII Settoresettore di Coperturacopertura Venosta]]:
**Sottosettori: XIII/a Malles Venosta e XIII/b Merano;
*[[XIV Settore di Copertura Isarco]]
**Distaccamento G.a.F.: Curon Venosta;
*[[XV Settore di Copertura Pusteria]]
**Artiglieria settoriale: 39º Gruppo (batterie 91, 92, 351 da [[75/27 Mod. 1911|75/27]], 371 da [[Škoda 10 cm Vz. 1914|100/17]]);
**Genio: XIII reparto misto;
**Mitraglieri: compagnie 547, 548, 549, 550;
**13 autosezione speciale tipo normale;
*[[XIV Settoresettore di Coperturacopertura Isarco]]:
**Sottosettori: XIV/a Colle Isarco e XIV/b Vipiteno;
**Artiglieria Settoriale: 86º Gruppo (batterie 226 da [[105/14 Mod. 1917|105/14]], 54, 329, 352, 353, 354 da 75/27, 72, 372 da 100/17);
**Genio: XIV reparto misto;
**Mitraglieri: compagnie 539, 540, 541, 542;
**14 autosezione speciale tipo normale;
*[[XV Settoresettore di Coperturacopertura Pusteria]]:
**Sottosettori: XV/a San Candido XV/b Monguelfo;
**Artiglieria Settoriale: 87º Gruppo (batterie 55, 84, 99, 355, 359 da 75/27), 102º Gruppo (batterie 228, 229 da 105/14);
**Genio XV reparto misto;
**Mitraglieri: compagnie 517, 518, 519, 520 e 618;
**15 autosezione speciale tipo normale.
 
== Sbarramenti ==
Essi sono poi ulteriormente suddivisi nei seguenti sbarramenti:
{| class="wikitable" style="width:99%;margin:auto;clear:both;"
Riga 307 ⟶ 330:
 
==Note==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{de}} Florian Brouwers, ''Il Vallo Alpino – Der Alpenwall'', in «Fortifikation», 12, 1998, ISSN 0931-0878, pp.&nbsp;5–22.
 
* {{cita libro|cognome=Ascoli |nome=Massimo |titolo=La difesa dell'arco alpino (1862-1940) |annooriginale=2000 |data= |anno= |editore= editore Ufficio Storico dell'Esercito|città= |paginep= 270 pagine|isbn=EAN 9786001087639}}
* {{cita libro |cognome=Bagnaschino |nome= Davide |titolo=Il Vallo Alpino - Le armi |annooriginale=1994 |meseoriginale=giugno |url=http://www.davidebagnaschino.it/doc_uff/Le_Armi_del_Vallo_Alpino.pdf |formato=pdf |accesso=10 giugno 2010 |data= |anno=1996 |mese=terza ristampa aprile |editore=edizione completa (fuori commercio) a cura dell'autore |città=Mortola (IM) |cid=Bagnaschino 1994 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722031237/http://www.davidebagnaschino.it/doc_uff/Le_Armi_del_Vallo_Alpino.pdf }}
* {{cita libro|cognome=Di Martino |nome=Basilio |titolo=Spie italiane contro forti austriaci. Lo studio della linea fortificata austriaca sugli altopiani trentini |annooriginale=1998 |data= |anno= |editore= |città= |paginep= 96 pagine|isbn=88-8130-059-1}}
* {{cita libro|cognome=Bernasconi |nome=Alessandro |coautori=Massimo Ascoli, Maurizio Lucarelli |titolo= Fortezze e soldati ai confini d'Italia|annooriginale= 2004|data= |anno= |editore=editore Temi |città= |paginep= 188 pagine|isbn=88-85114-79-2}}
* {{cita libro|cognome= Bernasconi|nome=Alessandro |coautori=Massimo Ascoli |titolo=Cinque corpi, un solo confine |annooriginale=2008|meseoriginale=gennaio |data= |anno= |editore= Editrice Ritter|città= Milano|paginep= 216 pagine|isbn=88-89107-19-7}}
* {{cita libro|cognome= Bernasconi|nome=Alessandro |coautori= Collavo Daniela|titolo= Dei sacri confini guardia sicura|annooriginale=2002 |editore=editore Temi |città= |paginep=312 pagine |isbn=88-85114-71-7}}
* {{cita libro|cognome=Bernasconi |nome=Alessandro |coautori=Giovanni Muran |titolo= Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige|annooriginale=1999 |meseoriginale= maggio |editore=editore Temi |città= Trento|paginep= 328 pagine|cid=Bernasconi 1999 |isbn=88-85114-18-0}}
* {{cita libro|cognome=Bernasconi |nome=Alessandro |coautori=Giovanni Muran |titolo= Il testimone di cemento - Le fortificazioni del "Vallo Alpino Littorio" in Cadore, Carnia e Tarvisiano |annooriginale=2009 |meseoriginale= maggio |editore=editore La Nuova Base Editrice |città= Udine|paginepp= 498 pagine + CD con allegati storici e tecnici|cid=Bernasconi 2009 |isbn=86-329-0394-2 }}
* {{cita libro |cognome=BoglioneBernasconi |nome=MarcoAlessandro |coautori=Prünster Heimo|titolo=Le StradeL'occhio deiindiscreto Cannoni- |annooriginale=2003Das indiskrete Auge |meseoriginaleeditore=maggiocurcuegenovese |dataisbn= 978-88-6876-121-9 |anno= 2005|editore=editore Blu2016 |cittàp=Torino 168|pagine=288 pagine |cid=BoglioneBernasconi 2005Heimo |isbn=88-87417-68-72016, tedesco}}
* {{cita libro |cognome=Boglione |nome=Marco |titolo=Le Strade dei Cannoni |annooriginale=2003 |meseoriginale=maggio |data= |anno= 2005|editore=editore Blu |città=Torino |p=288 |cid=Boglione 2005 |isbn=88-87417-68-7 }}
* {{cita libro|Galeazzo|Ciano|wkautore=Galeazzo Ciano|Diario 1937-1943|altri=a cura di [[Renzo De Felice]]|ed=11|2010|[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] Storia|Milano|isbn=978-88-17-11534-6|cid=Ciano}}
* {{cita libro |cognome=Corino |nome=Pier Giorgio |coautori=Piero Gastaldo |titolo=La montagna fortificata |annooriginale=1993 |meseoriginale=aprile |data= |anno= |editore=editore Melli |città=Borgone di Susa (TO) |paginep=364 pagine |cid=Corino-Gastaldo |isbn={{NoISBN}}no }}
*{{cita libro |cognome=Corino |nome=Pier Giorgio |titolo=L'opera in caverna del Vallo Alpino |annooriginale=1995 |data= |anno= |editore=editore Melli |città=Borgone di Susa (TO) |paginep=96 pagine |cid=Corino 1995|isbn={{NoISBN}}no }}
* {{cita libro|cognome= Hentzschel|nome= Rolf |titolo= Der Alpenwall in Südtirol|url= http://www.kleiner-steinfisch.de/der_alpenwall_in_suedtirol.htm|editore= |città= |lingua=de|urlmorto= tedescosì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110719052632/http://www.kleiner-steinfisch.de/der_alpenwall_in_suedtirol.htm}}
* {{de}} Rolf Hentzschel, ''Der Alpenwall in Südtirol'', Helios, Aachen 2014, ISBN 978-3-86933-109-6.
* {{cita libro|cognome= Hentzschel|nome= Rolf |titolo= Festungskrieg im Hochgebirge: der Kampf um die österreichischen und italienischen Hochgebirgsforts in Südtirol im Ersten Weltkrieg|annooriginale=2009|editore=Athesia|città=Bolzano |lingua= tedescode|paginep= 295|isbn=978-88-8266-516-6}}
* {{cita web |autore=Luciano e Lorenzo Marcon |url=http://valloalpino.altervista.org/bunker/ |titolo=Le fortificazioni in caverna del Vallo Alpino |accesso=29 giugno 2010 |data=11 aprile 1999 |cid=LfcVA }}
* {{cita libro|cognome=Minola |nome=Mauro |coautori=Beppe Ronco |titolo= Fortificazioni nell'arco Alpino|annooriginale= 1998 |editore= editore Priuli e Verlucca|città=Ivrea |paginep=120 pagine |isbn=978-88-8068-085-7}}
* {{cita libro|cognome=Pederzolli |nome= Elvio |titolo= Rupi murate|annooriginale= 2007|editore= editore Panorama|città= Trento|paginepp= 96 pagine|isbn= 88-7389-053-9}}
* {{de}} {{cita libro|cognome=Urthaler |nome=Josef |coautori= Christina Niederkofler; Andrea Pozza|titolo= Bunker|annooriginale=2005 |ed=2 |anno=2006 |editore= editore Athesia|città= |lingua=Bolzano it tedesco|paginep=244 pagine |cid=Urthaler 2005 |isbn=88-8266-392-2}}
* {{de}} Oliver Zauzig, ''Der Vallo Alpino von Winnebach bis Cortina d’Ampezzo'', in «Fortifikation», 22, 2008, ISSN 0931-0878, pp.&nbsp;93–116.
 
==Voci correlate==
Riga 336 ⟶ 362:
*[[Storia dell'Italia fascista]]
*[[Vallo alpino]]
*[[Soglia di Gorizia]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Alpine Wall in South Tyrol}}
 
==Collegamenti esterni==
Riga 348 ⟶ 375:
{{Vallo Alpino Littorio in Alto Adige}}
{{Vallo Alpino}}
{{Portale|Alto Adige|fascismo|guerra|guerra fredda}}
 
[[Categoria:Vallo Alpino in Alto Adige| ]]