Sayn-Zan: differenze tra le versioni

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{{C|nella voce sono riunite famiglie del tutto differenti per storia, lignaggio e luoghi geografici, solo perché vengono fatte discendere dalla medesima casata. L'unica cosa che le accomuna sembrano però le prime tre lettere del cognome. Le fonti sono un problema: la gran parte è molto datata e quindi potrebbe rifarsi a tradizioni più che a fatti certi; altre non sono verificabili o non sono adeguatamente riportate; infine, alcuni passaggi fondamentali ne sono completamente sprovvisti (esemplari i paragrafi sui rami di Padova e del Friuli, in cui l'autore sembra essersi basato più sulle proprie memorie famigliari che su fonti terze).|storia di famiglia|febbraio 2021}}
[[File:Blason Sayn.svg|upright=0.5|thumb|Antico stemma dei Sayn-Zan sino al [[sec. XII]].]]
{{E|considerato quanto sopra. Da aggiungere il possibile intento promozionale, dato che l'autore (e sostanzialmente unico contributore) è membro di uno dei rami citati e già in passato aveva creato la pagina "Zanotto", cancellata ([[Wikipedia:Pagine da cancellare/Zanotto]]).|storia di famiglia|febbraio 2021}}
I '''[[Sayn]]''' in Italia (vennero ben presto chiamati '''Zan''' o '''Zani''' o '''Zano''') non si ricongiunsero mai con la famiglia principale.
{{Casata
|cognome = Sayn-Zan
|stemma = Blason Sayn.svg
|blasonatura =
|motto = Semper Leo
|stato = {{REP-VEN}}
|titoli =
|fondatore = Giovanni di Sayn
|datafondazione = [[XII secolo]]
|etnia = [[tedeschi|tedesca]]
}}
I '''Sayn''' furono una nobile famiglia tedesca. Essi giunsero in Italia nell'ottobre 1154. In seguito vennero chiamati '''Zan''' o '''Zani''' o '''Zano''', dalla storpiatura del nome Sayn dovuta alla diversa fonia, e non si ricongiunsero più con la famiglia principale, tranne qualche sparuto contatto.
 
== Storia ==
La tradizione vuoleli il ramofa discendentediscendere da Iohannes o Giovanni,<ref>{{cita unolibro|nome=P.|cognome=Silanos deiKai|titolo=La figliDistruzione Di Milano (1162) Un Luogo Di Memorie|anno=2015|città=Milano}}</ref>, figlio del conte Eberardo I di Sayn (1139 - 1176)<ref diname="ref_A">{{cita libro|cognome= Sayn zu Wittgenstein |nome= Graf |titolo= Gründlicher Bericht und Bewesi, samt angehängte Informationibus Factis & Iuris wie auch verschiedene Responsis der löblichen Juristen. GiovanniFakultäten in den Universitäten zu Marpurg, Tübingen, Köln und Beweis. |anno= 1632|città= Francoforte sul Meno}}</ref>, il quale scese in Italia al seguito dell'imperatore [[Federico Barbarossa]] nell'ottobre 1154. Nel 1155 rimase come retroguardia nei dintorni di Firenze (nella zona al tempo fuori dalle mura cittadine, compresa tra la Basilica del Santo Spirito e il Ponte Vecchio)<ref>{{cita libro|nome=Robert|cognome=Davidsohn|titolo=Storia di Firenze|anno=1972|editore=Sansoni S.P.A.|città=Firenze|p=1122}}</ref>, dove restò fino al 10 marzo 1162,; egli fece parte del contingente degli [[Assedio di Milano (1162)|assedianti di Milano]], e per i servigi resi venne infeudato della signoria castellodel Castello della Motta, a nord di Firenze, anticamente detta Casellina o più precisamente San Martino Aquario<ref>{{cita libro|cognome= Medin|nome= Antonio |titolo= La coltura toscana nel Veneto durante il medio evo. Discorso letto nell'adunanza solenne del R. Istituto Veneto Di Scienze, Lettere Ed Arti l'8 luglio 1923 (Estr. Da «Atti Del Reale Istituto Veneto Di Scienze, Lettere Ed Arti»|anno= 1923|città= Venezia|pagine= LXXXII parte prima}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Bargellini |nome= Piero |titolo= La splendida storia di Firenze |anno= 1980|città= Firenze|pagine= 160}}</ref>, presso uno dei guadi che portavano ai passi naturali per uscire dalla Toscana<ref>{{cita libro|cognome= Villani |nome= Giovanni |titolo= Nuova Cronica |anno= 1559|città= Firenze| editore= Giunti |pagine= Libro V}}</ref><ref>{{cita libro| cognome= Muratori |nome= Ludovico Antonio | titolo= Rerum Italicarum Scriptores | url= https://archive.org/details/RerumItalicarumScriptores3 |anno= 1723-1751|città= Venezia |pagine= Libro XIII-XIV }}</ref>. Pare che la sua effigie sia stata scolpita sull'architrave di Porta Romana, conservata nel museo del [[Castello Sforzesco]] (stanza n. 6)<ref>{{cita libro|cognome=AA.VV.|titolo=Atti del convegno|anno=1984|città=Milano}}</ref>; tuttora si conserva un suo sigillo originale. In Italia Ioannes di Sayn diventò Ioannes di San e poi di Zan. I suoi discendenti vennero chiamati Zani o Zano. Dalla Toscana aemigrarono "ondate"verso emigraronoBologna, seguendoe lasuccessivamente viaverso il Bologna-Veneto- e il Friuli<ref>{{cita libro|cognome= Mecatti |nome= Giuseppe Maria |cognome=Mecatti|titolo= Storia Genealogica della Nobiltà, e Cittadinanza di Firenze. |anno= 1754|città= Napoli| editore= Giovanni di Simone |paginecittà= Napoli|p. =243}}</ref>.
L'incontro con i diversi dialetti emiliani e veneti, favorì ulteriori mutamenti didel cognome, da Zano in Zanotti eo Zanotto<ref>{{cita libro|Bibliotecanome=Girolamo CivicaAlessandro|cognome=Capellari BertolianaVivaro|titolo=Emporio diuniversale Vicenza,delle famiglie|anno=XVIII secolo|città=Vicenza|pagine=Genealogia Zanotto (con notizie storiche e citazioni)}}</ref> e(come descritto ed evidenziato da un manoscritto della Bertoliana), nonché dell'antico blasone,. nelNel tempo il casato si divise nei seguenti rami:
*gli Zani o Zano di Bologna;
*gli Zanoto o, Zanotto, o Zanotti di Padova;
*gli Zanotto/Zanutto di Venezia;
*gli Zanotto/Zanutto del Friuli;.
 
=== Zani o Zano di Bologna ===
 
FuronoOriginari di Firenze, furono fra i primi ad emigrare. Combatterono sia per Firenze sia per la nuova patria, Bologna. Lasciarono il castello, che ben presto andò in abbandono e venne distrutto durante le guerre fra Guelfi e Ghibellini, e si trasferirono a Bologna<ref>{{cita libro|cognome= Mecatti |nome= Giuseppe Maria |cognome=Mecatti|titolo= Storia Genealogica della Nobiltà, e Cittadinanza di Firenze. |anno= 1754|città= Napoli| editore= Giovanni di Simone |paginecittà= Napoli|p. =244}}</ref>. Si diedero alla mercatura della lana. Fecero parte della magistratura dell’anzianato. Ricevettero il [[Conte|titolo comitale]] da papa [[Papa Giulio II|Giulio II]], nel 1510, quando egli soggiornò a Bologna. Questo ramo diede alla città di Firenze diversi magistrati e consoli e alla città di Bologna Lettorilettori dello studio, cavalieri, giureconsulti, gonfalonieri, canonici di San Petronio, cavalieri aurati<ref>{{cita libro|cognome= Dolfi |nome= Pompeo Scipione |cognome=Dolfi|titolo= Cronologia di famiglie nobili di Bologna. |anno= 1670|città= Bologna| editore= |paginecittà= Bologna|p. =734}}</ref>([http://badigit.comune.bologna.it/books/dolfi/scorri.asp?direction=first famiglie nobili bolognesi]). Il ramo è estinto: di esso permane un albero genealogico all'[[Archivio di Stato di Bologna]]<ref>Esso si trova unito a un registro di aggregazioni all’ordine piemontese dei santi Maurizio e Lazzaro, conservato nell’archivio di un notaio (Notarile, Silvio Costa, 1666-1679).</ref>.
 
=== Zanoto o, Zanotto o Zanotti di Padova ===
 
Da Venezia Giovanni Zanotto, figlio maggiore di Marco Leon<ref>Genealogie conservate nell’Archivio di Stato di Padova, verificate nei libri (battesimi, matrimoni, catapani) conservati nella Curia Padovana. </ref>, si trasferì a [[Montagnana]] e i suoi discendenti si trasferirono a Padova<ref>{{cita libro|titolo= Historia delle famiglie di Padova Antiche, e Moderne sino l’anno 1596. |anno= XVI secolo|città= Padova}}</ref>. Il nipote di Giovanni, Zanotto Zanotto, si trasferì a Ravenna, dando origine a un ramo che si estinguerà in Tommaso Zanotto, passato alla storia come [[PadovaTommaso Rangone]]. A(creato cavaliere di San Marco nel 1562, un suo busto si trova all'Ateneo Veneto di Venezia e una sua statua campeggia sopra il portale della Chiesa di San Zulian, nel sestiere di San Marco; egli contribuì inoltre, con il [[PadovaBessarione (cardinale)|cardinal Bessarione]], a fondare il primo nucleo della [[Biblioteca nazionale Marciana|Biblioteca Marciana]] di Venezia). A Padova fecero parte del Consiglio nobile della città<ref>{{cita libro|cognome= Campagnola |nome= C. |titolo= Catalogus civium patavinorum ad literam alphabeticus ex publicis monumentis excerptus |anno= XVII secolo|città= Padova}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Carriero |nome= A. |titolo= Origine d’alcune famiglie padovane così antiche come moderne da scritture autentiche et da provati autori cavata|anno= XVII secolo|città= Padova}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Collezione di estratti storici. Famiglie di Padova|anno= XIX secolo|città= Padova}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Cronica delle famiglie di Padova|anno= XVIII secolo|città= Padova}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= G.B. Frizier |titolo= Origine della nobilissima et antica città di Padoa et cittadini suoi|anno= XVII secolo|città= Padova}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= G.A. Sforza |titolo= Dell’origine delle famiglie padovane|anno= XVII secolo|città= Padova}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= G. Zabarella |titolo= Cronica delle famiglie di Padova|anno= XVII secolo|città= Padova}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= di Custoza|nome= E.M.|titolo= Blasonario veneto|anno= 1985|città= Verona}}</ref>. Nicolò fu governatore di Pordenone, con il titolo di capitano liviano, dal 1514 al 1517<ref>{{cita libro|cognome= Bassetti |nome= Sandro|titolo= Bartholomeo "Liviano" d'Alviano, unego sior de Pordenon. Historia de lo governador zeneral di la zente d'arme de la Serenissima Nostra Veneta Republica |anno= 1999|città= San Vito al Tagliamento (Pordenone)}}</ref><ref>{{cita libro|nome=A. Cassini - A. Benedetti|cognome=|titolo=Cinquecento e dintorni|anno=1984|città=Pordenone}}</ref>, e successivamente consigliere del duca di Urbino e suo vice-duca a Pesaro; spirò nel 1521, a 84 anni, e fu sepolto nel duomo della città. Antonio (1528-1597) fu creato vescovo di Forlì nel 1563 da papa [[Papa Pio IV|Pio IV]]; traslato a Urbino nel 1568, l'11 agosto 1578 fu creato arcivescovo di Urbino da papa [[Papa Gregorio XIII|Gregorio XIII]]; vice legato papale ad Avignone inviato da [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]], nel 1588 consacrò a Padova la chiesa di San Simone e Giuda (conosciuta anche come la [[chiesa di San Gaetano]]) e la Chiesa di San Vito e Modesto a Piove di Sacco; il 2 ottobre 1596 fu nominato vice legato papale a Bologna, fino al 16 o al 21 gennaio 1597; morì a 68 anni e fu sepolto nella [[basilica di San Petronio]] a Bologna. La sua arma personale era così definita: "partito; nel primo di verde, di due rami che s’intrecciano in croce di Sant'Andrea e formano una ghirlanda, accompagnata in capo da tre stelle di otto raggi d’oro male ordinate; nel secondo di rosso, al leone d’oro movente da una pianura erbosa". Si estinsero nel 1600 nella persona di Morosina Zanotto, ila loroquale eredisposò furonoun membro della famiglia Aldrighetti: essa divise la sua eredità tra gli Aldrighetti e gli Zanotto del Friuli<ref>L’atto notarile si trova nell’Archivio di Stato di Pordenone (Notarile antico, XVII secolo). </ref><ref>{{cita libro|nome=Eugenio|cognome=Morando di Custoza|titolo=Blasonario veneto|anno=1985|città=Verona|pagine=}}</ref>, conosciuti come "Zanotto de' Gigli Scarlatti", per i tre gigli posti sulla cotissa del loro blasone.
 
=== Zanotto o Zanutto di Venezia ===
Le prime notizie risalgono al XIII secolo<ref>{{cita libro|cognome= Medin |nome= A. |titolo= La cultura toscana nel Veneto durante il Medio Evo |anno= 1923|città= Venezia|}}</ref>. Questi furono il ramo primigenio che giunse in Veneto. Tramite due membri della famiglia, Andreas e Ioannes, i quali furono entrambi [[cavalieri templari]]<ref>{{cita libro|cognome= Zanotto |nome= Archivio |titolo= Ducale del doge Antonio Venier |anno= 1395|città= Venezia}}</ref>, ingenti furono le fortune che vennero importate nel territorio della Serenissima dalla famiglia, la quale reinvestì tale denaro non solo a Venezia ma anche a [[Costantinopoli]]. I due fratelli morirono entrambi combattendo al fianco del gran maestro [[Gérard de Ridefort]] nell'[[Assedio di San Giovanni d'Acri (1189-1191)|assedio di San Giovanni d'Acri]], nel 1191. Nel 1274 Goffredo I (1261 - 1283), di Sponheim-Sayn e Sayn successivamente (capostipite della seconda famiglia di Sayn), volle rinsaldare i rapporti con gli antichi parenti tramite un matrimonio per future alleanze (di questa proposta di sponsali sopravvive oggi solo il sigillo originale ed un sunto del testo, che viene riportato in un documento del '700 conservato nell'archivio di famiglia; pare che il matrimonio non sia mai stato accettato, malgrado la dote fosse ragguardevole per l'epoca)<ref name="ref_A" />. Altri membri della famiglia si ritrovano a Venezia nel Trecento, con personaggi come Giovanni, nel 1322 pievano di San Biagio, e nel 1395 Alvise, appartenente all'Ordine dei Crociferi. Nel 1411 Zanotto Zanotto, detto "dai Formenti", sposerà la nobile patrizia veneziana Zanacchi della famiglia Querini<ref>{{cita libro|nome=Girolamo Alessandro||cognome=Capellari Vivaro|titolo=Campidoglio Veneto, in cui si hanno l'Armi, l'origine, la serie de gl'huomini illustri et gli Albori della Maggior parte delle Famiglie, così estinte, come viventi, tanto cittadine quanto forastiere, che hanno goduto e che godono della Nobiltà Patritia di Venetia|anno=(non si conosce la data d’inizio dell’opera; essa termina nel 1741 a causa della morte dell'autore)|città=Venezia}}</ref>. Il fratello maggiore di Marco Leon Zanotto, Giovanni, si trasferirà a Montagnana, dove darà inizio al ramo padovano (estintosi nel Seicento); mentre il fratello minore Daniele fece sposare sua figlia Zanetta, nel 1451, al patrizio Domenico Dolfin, imparentando così le due storiche casate. Il figlio maggiore di Daniele ''quondam'' Marco Leon Zanotto, Andrea, partecipò all'impresa ''[[Galeas per montes]]''; suo figlio Cristoforo, nel 1525 e nel 1534, fu decano della [[Scuola Grande di San Marco]]. Tra XV e XVI secolo contrassero matrimoni con alcune potenti famiglie patrizie veneziane: i Quirini o [[Querini]], i [[Dolfin (famiglia)|Dolfin]], i [[Garzoni]]<ref>{{cita libro|cognome= Dolfin |nome= G.B. |titolo= I Dolfin patrizi veneziani nella storia di Venezia dal 452 al 1923|anno= 1923|città= Venezia|pagine= 205-207 T n°16}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Tassini |nome= Giuseppe |titolo= Notizie storiche e genealogiche sui cittadini veneziani |anno= 1888|città= Venezia}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Da Mosto (Tomo I) |anno=1937|pagine= 73-77}}</ref>. Nel 1580 ebbero il permesso di erigere un sepolcro di famiglia presso la chiesa di San Daniele di Castello. Nel 1797, anno della [[caduta della Repubblica di Venezia|caduta della Serenissima]], gli Zanotto compaiono ancora tra i casati aventi diritto all'ordine dei ''[[Cittadini (Venezia)|Cittadini Originarii]]''<ref>{{cita libro|cognome= Dolcetti |nome= Giovanni |titolo= Il libro d’argento delle famiglie venete nobili, cittadine e popolari|anno= 1925|città= Venezia|pagine= 93-94}}</ref>. Da questo ramo, dalla fine del '400, si originarono gli Zanotto del Friuli.
 
=== Zanotto del Friuli (Prata di Pordenone, Porcia, Pordenone, Udine e provincia) ===
Iniziano ad essere citati nel XIII secolo<ref>{{cita libro|cognome= Medin |nome= A. |titolo= La cultura toscana nel Veneto durante il Medio Evo |anno= 1923|città= Venezia|}}</ref>. Furono il ramo primigenio che arrivò in Veneto. Nel '400 nel '500 contrarono matrimoni con alcune famiglie patrizie veneziane<ref>{{cita libro|cognome= Dolfin |nome= G.B. |titolo= I Dolfin patrizi patrizi veneziani nella storia di Venezia dal 452 al 1923|anno= 1923|città= Venezia|pagine= 205-207 T n°16}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Tassini |nome= Giuseppe |titolo= Notizie storiche e genealogiche sui cittadini veneziani |anno= 1888|città= Venezia}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Da Mosto(Tomo I) |anno=1937|pagine= 73-77}}</ref>. Nel 1797, anno della [[caduta della Repubblica di Venezia|caduta della Serenissima]], gli Zanotto compaiono ancora tra i casati aventi diritto all'ordine dei [[Cittadini|Cittadini Originarii]]<ref>{{cita libro|cognome= Dolcetti |nome= Giovanni |titolo= Il libro d’argento delle famiglie venete nobili, cittadine e popolari|anno= 1925|città= Venezia|pagine= 93-94}}</ref>. Questo ramo che vanta una più stretta parentela con il ramo del Friuli, diede alla [[Repubblica di Venezia]] numerosi ecclesiasti e militari.
Il ramo, originariamente derivante direttamente dagli Zanotto di Venezia, sin dal XV secolo aveva dimorato nel palazzo bizantineggiante della famiglia, chiamato Ca' Zanotto<ref name="storia veneta">{{cita libro|cognome= A. Zanotto |titolo= La Ca’ Zanotto e chi vi dimorò, ascesa e declino… in Storia Veneta, 73 |anno= 2023|città= Padova|pagina= 22-32}}</ref>, abbattuto nel 1899, sul sito del quale sorge oggi l'[[Hotel Bauer Palazzo]] [[File:Stemma_Zanotto_pre_1530.jpg|thumb|Blasone adottato da Andrea I°, dal 1527, dopo aver ricevuto il titolo comitale.]](lì fu ospitato anche Giovanni de' Medici, detto "dalle Bande Nere"<ref>La lettera al Cardinal Salviati di Giovanni de’ Medici (dove si cita Andrea Zanotto) è stata da qualche tempo donata all’Archivio di Stato di Firenze. </ref>, quando fu convalescente a Venezia dal maggio all'agosto del 1525; egli soggiornava a palazzo Giustinian di San Moisè e lo accompagnava Ludovico Michiel; Giovanni sperava di essere assunto dalla Serenissima, ma il suo carattere impetuoso non si confaceva allo spirito veneziano<ref>G. G. Rossi, ''Vita di Giovanni de' Medici.''</ref>). Sulla facciata dell'Hotel Bauer, fronte Canal Grande, nella parte destra (dove sorgeva l'antico palazzetto), è stato reinserito nella facciata il blasone specificato [https://venicewiki.org/wiki/Scultura_Esterna_-_San_Marco/citato nella scheda SM 78]<ref>{{cita libro|cognome= A. Zanotto |titolo= Le particolarità dell’Araldica Veneta, in Storia Veneta, 71 |anno= 2023|città= Padova|pagina= 2-9}}</ref>. Questo ramo diede i natali ad Andrea, I° conte Zanotto. Andrea, il 19 novembre 1521, combatté con le sue lance a Porta Ticinese, a Milano; nel 1525 partecipò come luogotenente di Giovanni dalle Bande Nere alla Battaglia di Pavia; nel 1526 ottenne il titolo comitale ungherese<ref>{{cita libro|cognome=F.G. Farkas - P. Király|titolo=Catalogus Manuscriptorum Bibliothecae Reg. Scient. Universitatis Budapestinensis Tomus II. Pars II. Catalogus Litterarum Originalium Ac Collectionis. Hevenessianae Et Prayanae|anno=2006|città=Budapest|pagine=Diplomi}}</ref>, venendo soprannominato "Il Grande" per aver difeso il Castello di [[Devín]]<ref>Di prossima pubblicazione un libro edito della città di Bratislava, dove si decanta e si ringrazia per la difesa Andrea I Zanotto, definendolo un grande capitano di ventura, per la sua difesa della fortezza. </ref>, vicino a Bratislava, dall'esercito ottomano. A marce forzate, in meno di un mese rientrò in Italia, dirigendosi verso Roma, spezzando il "cerchio di ferro" imperiale nei pressi di Viterbo. Andrea, con i suoi uomini, difese la Porta del Tritone nel 1527 dalle orde imperiali. Al figlio Antonio, stabilitosi a [[Dulcigno]], venne riconosciuto il titolo comitale dal doge [[Girolamo Priuli]], con diploma del 15 aprile 1562, in perpetuo e per tutti i suoi legittimi discendenti.
Questo ramo iniziò ad essere denominato “de' Gigli Scarlatti” per i tre gigli rossi posti in cotissa dello stemma. Con la perdita da parte dei veneziani di Dulcigno, nel 1571, Antonio (figlio di Andrea "Il Grande"), uno dei pochi difensori sopravvissuti, per non aver accettato di convertirsi all'Islam verrà decapitato (memorabile e leggendario il suo coraggioso discorso, trascritto e tramandato dai figli a tutti i discendenti). Quando nel 1571 i Turchi assediarono e conquistarono Dulcigno e la maggior parte dei difensori venne uccisa, Antonio fu decapitato "in piedi", estremo onore concesso dai Turchi ai combattenti valorosi<ref>La sua casa, dove soggiornava a Dulcigno, e la sua tomba sono state ritrovate dal signor Gëzim Mavriqi, titolare della “Gezim Mavric Production Web”, durante la realizzazione di un video sulla parte antica della città di Dulcigno.</ref>. Tre dei quattro figli superstiti si trasferirono nel pordenonese. Il quarto, Cristoforo, nel 1586 venne accolto fra i Cavalieri di Malta<ref>{{cita libro|cognome= Longo |nome= Antonio|titolo= De’ Veneti Originari Cittadini|anno= 1817|città= Venezia|pagina= 21}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Guerci |nome= Luciano|titolo= L’Europa del Settecento permanenze e mutamenti|anno= 2006 |pagina= 256}} I cittadini originari veneziani erano paragonati ai nobili padovani e come tali potevano entrare nell'Ordine di Malta.</ref> dal Gran Maestro [[Hugues Loubenx de Verdalle]], come da magistrale<ref>Si conserva la pergamena magistrale del Gran Maestro di nomina, datata 1586.</ref>, e morì durante uno scontro con i pirati algerini; Giacomo, per i meriti suoi e della sua famiglia, venne insignito dell'ambito titolo dei [[Cavalieri di San Marco]]<ref>Ducale del doge Alvise Mocenigo I, di nomina 16 dicembre 1571</ref><ref>{{cita libro|cognome= P. Merlin |titolo= À propos d'une biographie de Provana de Leynì, in Rivista ingauna e intemelia, IV |anno= 1938}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= A. Cane|titolo= Tra guerre e tornei. La corte sabauda nell'età di Carlo Emanuele I |anno= 1991}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= U. Salvo |titolo= Alpignano e Andrea Provana. Le straordinarie imprese del Conte di Alpignano il Grande Ammiraglio Andrea Provana nel IV centenario della sua morte (1592-1992)|anno= 1992}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= A. Zanotto - D.Gusson |titolo= Gli ordini cavallereschi veneziani, in Storia Veneta, 67 |anno= 2022|città= Padova|pagina= 2-9}}</ref>. Nel '600 gli Zanotto svolsero alcune missioni presso la corte degli [[Scià di Persia]] della dinastia [[Safavide]], come testimoniano alcune lettere dell'[[Archivio di Stato di Venezia]].[[File:Ducale del doge Girolamo Priuli in cui si riconosce il titolo ad Antonio Zanotto il titolo di conte 1562.JPG|thumb|Diploma con cui Antonio Zanotto è riconosciuto conte, 1562]]<ref>{{cita libro|cognome=[[Francesco Boni De Nobili]], Famiglie e cognomi veneti e friulani|città= Pordenone |anno=2014. |p=91}}</ref>.<ref name="storia veneta" />Nel '700 sono attestati a [[Prata di Pordenone]] e a Ghirano, dove acquistarono per un breve periodo la villa dei Floridi di Prata<ref>L'atto notarile che attesta il passaggio è conservato nell'archivio notarile antico dell'Archivio di Stato di Pordenone. </ref>, precisamente dal 1740 fino al 1748, dopo alcuni interventi di abbellimento strutturale. Nel 1751 Giuseppe Zanotto svolse alcuni incarichi per il Gran Maestro [[Manuel Pinto de Fonseca]]<ref>Si conserva la lettera magistrale del Gran Maestro dell'Ordine di Malta e del Consiglio con i ringraziamenti, con il sigillo del Gran Maestro impresso, datata 5 novembre 1751. </ref>. Nel 1797 Giuseppe e il fratello Giacomo partirono da Venezia in direzione Verona, a marce forzate, giungendo durante le "[[pasque veronesi]]" con un piccolo esercito di mercenari da loro personalmente stipendiati (dalmati, cechi, slovacchi, ungheresi, schiavoni ed albanesi). La compagine contava 1437 uomini: ciascuno aveva 5 cavalli e 5 fucili già carichi, due cannoni leggeri smontati sui cavalli che non venivano montati. Verso la metà del terzo giorno avevano coperto al distanza tra Mestre e Verona. Riuscirono con continue sortite, di giorno e di notte, per cinque giorni di fila, solo a rallentare le operazioni dei francesi, attaccando le retrovie, eliminando i depositi della polvere da sparo e inchiodando quando riuscivano con cunei i cannoni. Ritornarono in nove, tutti feriti; tre cechi morirono lungo la strada<ref>Il ritratto della moglie di Giacomo Zanotto, Anna Orsola Carrara (dei Carrara di Oderzo, un ramo della potente famiglia padovana), eseguito dal pittore Alessandro Longhi, è conservato nei magazzini dela Galleria degli Uffizi di Firenze. Fu esposto due sole volte, una nel 1935 e una nel 1953. Inventariato con il numero 3573-1890, come dal sito della Galleria degli Uffizi. </ref>.
Questo ramo diede alla [[Repubblica di Venezia]] militari, sacerdoti e letterati: alcuni vestirono l'abito templare e altri quello dell'Ordine di [[Malta]], come evidenziato nella [http://www.zanotdezanotto.altervista.org/ Storia della famiglia Zanotto]. Nel 1849 uno Zanotto partecipò con ingenti capitali alla Repubblica di [[Daniele Manin]], combattendo finché non venne ferito e ritornando infine nella sua villa. Tra il 1800 e il 1900 il cognome, a causa dei continui influssi dialettali, venne troncato, diventando Zannot e varianti; venne poi ripreso il cognome integro Zanotto. A causa dei continui casi di omonimia, essi mantennero il soprannome "de' Gigli Scarlatti", soprannome che permane ancora nel Ventunesimo secolo. Verso la fine dell'Ottocento la maggior parte dei rami pordenonesi (Prata di Pordenone, Porcia, Pordenone) si erano ormai estinti; l'unico ramo sopravvissuto si stabilì prima a Udine, dove possedevano una residenza, e successivamente in provincia, dove dimorano tuttora. La famiglia si divide tra le residenze del medio Friuli, poste in diversi comuni, e la residenza estiva in alta montagna. Gli ultimi discendenti di questo ramo sono, con i Quirini, gli unici a poter vantare il Cavalierato di San Marco ereditario delle otto famiglie patrizie e dei cittadini originari<ref>{{cita libro|cognome=Pazzi Piero|titolo=Storia documentata dei Cavalieri di San Marco, unico ordine equestre della Repubblica di Venezia, e considerazioni sulle loro insegne|anno=2008|città=Cattaro|pagine=Archivium Historicum Diocesanum Cathari}}</ref>. Un'intervista sulla storia della famiglia e la sua parentela costante con le più note famiglie veneziane, come i Querini o Quirini, è stata realizzata dalla dott.ssa Debora Gusson<ref>{{cita web|titolo=Delle nobilissime Famiglie Quirini e Zanotto -un breve saggio storico |url=https://www.academia.edu/49182075/Delle_nobilissime_Famiglie_Quirini_e_Zanotto_un_breve_saggio_storico?uc-g-sw=36121587|autore=Debora Gusson| 2019}}</ref>. Attualmente la famiglia, i membri con le loro imprese e la villa di Rorai Piccolo sono oggetto di studio da parte di un laureando.
 
== Altri membriMembri illustri ==
=== Zanotto o Zanutto del Friuli ===
* [[Domenico Zanotto]] 1474, Rettorerettore nel 1474 dell'Università di Padova<ref>{{cita libro|cognome= Tomasini Gimnasium Patavinum | pagine= 394}}</ref>.
 
* [[Antonio Zanotto]], 1563 Vescovovescovo di Forlì, 1568nel Arcivescovo1563, arcivescovo di Urbino nel 1568, vice delegato aad Avignone e successivamente vice delegato a Bologna nel 1591<ref>{{cita libro|cognome= [[Giovan Battista Crollalanza]]|titolo= Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane|anno= 1866|città= Pisa | pagine= 475}}</ref><ref>{{cita libro|Archivio di Stato di Padova | |titolo=Genealogia Zanotto}}</ref>.
Il ramo originariamente derivante direttamente dagli Zanutto di Venezia, nel 1526 ottennero il titolo comitale ungherese nella persona di Andrea Zanutto<ref>{{cita libro|cognome= F.G. Farkas, P. Király |titolo= Catalogus Manuscriptorum Bibliothecae Reg. Scient. Universitatis Budapestinensis Tomus II. Pars II. Catalogus Litterarum Originalium Ac Collectionis. Hevenessianae Et Prayanae |anno= 2006|città= Budapest | pagine= Diplomi}}</ref>, il figlio Antonio, stabilitosi a Dulcigno, venne riconosciuto dal doge [[Girolamo Priuli]] con diploma del 15 aprile 1562 in perpetuo e per tutti i suoi legittimi discendenti.[[File:Ducale del doge Girolamo Priuli in cui si riconosce il titolo ad Antonio Zanotto il titolo di conte 1562.JPG|thumb|<center>Diploma con cui Antonio Zanutto è riconosciuto conte, 1562]]Questo ramo iniziò ad essere denominato “de gigli scarlati” per i tre gigli rossi posti in cotissa. Perso nel 1571 con Dulcigno il palazzo,i tre figli superstiti si trasferirono nel pordenonese. Per tutto il '700 sono attestati a [[Prata di Pordenone]].
*[[Nicolò Zanotto]], giudice, governerògovernatore di [[Pordenone]] come capitano liviano dal 1514 al 1517<ref>{{cita libro|cognome= Benedetti |anno= 1964|città= Pordenone|pagine= 154}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Corbanese|nome= G.G.|Cronologia Provveditori di Pordenone|cognome=Corbanese|titolo= Il Friuli, Trieste e l'Istria: Nelnel periodo veneziano 1987|città= Bologna, | Cronologia Provveditori di Pordenone1987}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= P. Goi |titolo= Società e Culturacultura del Cinquecento nel Friuli occidentale. Catalogo della Mostra (27 luglio 1984-13 gennaio 1985 )|città= Pordenone|pagine=54}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Jacopo paginedi Porcia|titolo=Opere 54edite e inedite di un umanista europeo|città=Pordenone 2018}}</ref>.
[[File:Diploma di Napoleone I.JPG|thumb|<center>Diploma con cui Giuseppe Zanutto è nominato conte del regno napoleonico, 1809]][[Napoleone Bonaparte]], riconobbe il rango comitale e l'avita nobiltà con Sovrana Risoluzione datata 2 febbraio 1809<ref>{{cita libro|cognome= G. Cajazza |titolo= Villa Goretti- Zanutto a Rorai Piccolo di Porcia. Una vittoria sull’oblio, in Il Friuli da salvare, in Il Friuli N°11, 17|anno= 2000|mese=marzo|città= Udine | pagine= 22}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Enos Costantini, Giovanni Fantini |titolo= I Cognomi del Friuli |anno= 2011|città= Pasian di Prato | pagine= 787}}</ref>. Questo ramo diede alla [[Repubblica di Venezia]] militari e letterati, alcuni vestirono l'abito di [[Malta]], [http://www.zanotdezanotto.altervista.org/ Storia della famiglia Zanotto]. Tra il 1800 e il 1900 il cognome a causa dei continui influssi dialettali venne troncato diventando Zanot e poi ripresero il cognome integro in Zanutto , a causa dei continui casi di omonimia mantennero il soprannome "De Gigi scarlati"(per i tre gigli rossi posti sulla cotissa), soprannome che tuttora permane. Nella seconda metà del Novecento, posero definitiva dimora in provincia di Udine.
*[[Giacomo Zanotto]], autore di imprese memorabili contro la "Sublime Porta", fu anche un eroico militare nella [[Battaglia di Lepanto]], nominato [[Cavaliere di San Marco]]<ref>{{cita libro|cognome= T. Zanchettin|titolo= 7 ottobre 1571: LA BATTAGLIA DI LEPANTO, breve resoconto, in Academia|città= 2020 [https://www.academia.edu/45586179/LA_BATTAGLIA_DI_LEPANTO_breve_resoconto?email_work_card=title (PDF) LA BATTAGLIA DI LEPANTO - breve resoconto | Thomas Zanchettin - Academia.edu]}}</ref><ref name=" Heritage e Traditios ">{{cita libro|cognome= A. Zanotto |titolo= Lepanto, 446 anni dopo la vittoria … in Heritage e Traditios, 5 |anno= 2017|}}</ref>.
Attualmente il caposaldo della Famiglia si divide tra le residenze del Medio Friuli poste in diverse comuni.
*[[Francesco Zanotto]] 1632, Maestro provinciale dell'Ordine di San Francesco nel 1632<ref>{{cita libro|cognome= Salomoni Agri Patavini Inscrip.|pagine= 154}}</ref>.
 
*[[Francesco Zanotto]] (Venezia, 1794 – Venezia, 3 dicembre 1863), storico e storico dell'arte, membro dell'Imperial Regia Accademia e di altri atenei. Non essendo membro della famiglia, ma di origine ebraica[https://www.academia.edu/19742732/Francesco_Zanotto_e_alcuni_cataloghi_d_arte_della_Venezia_ottocentesca (PDF) Francesco Zanotto e alcuni cataloghi d’arte della Venezia ottocentesca | Alice Collavin - Academia.edu], fu tenuto a battesimo da Marco Zanotto del ramo veneziano e dal conte Giuseppe Zanotto del ramo pordenonese della famiglia. Nella sua produzione letteraria, lodò sempre e citò la famiglia che gli aveva donato il cognome, soprattutto il ramo comitale, in molti articoli ormai quasi introvabili ma conservati nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia<ref>{{cita web|titolo=Arringa per Francesco Zanotto dall'avvocato Leone Fortis|url=https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.hw6x13;view=1up;seq=7|autore=Leone Fortis|accesso=29 settembre 2014}}</ref>.
== Altri membri illustri ==
* [[Domenico Zanotto]] 1474, Rettore dell'Università di Padova<ref>{{cita libro|cognome= Tomasini Gimnasium Patavinum | pagine= 394}}</ref>.
* [[Antonio Zanotto]] 1563 Vescovo di Forlì, 1568 Arcivescovo di Urbino, vice delegato a Avignone e successivamente vice delegato a Bologna nel 1591<ref>{{cita libro|cognome= [[Giovan Battista Crollalanza]]|titolo= Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane|anno= 1866|città= Pisa | pagine= 475}}</ref><ref>{{cita libro|Archivio di Stato di Padova | Genealogia Zanotto}}</ref>.
*[[Nicolò Zanotto]], giudice, governerò [[Pordenone]] come capitano liviano dal 1514 al 1517<ref>{{cita libro|cognome= Benedetti |anno= 1964|città= Pordenone|pagine= 154}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= Corbanese|nome= G.G.| titolo= Il Friuli, Trieste e l'Istria: Nel periodo veneziano 1987|città= Bologna | Cronologia Provveditori di Pordenone}}</ref><ref>{{cita libro|cognome= P. Goi |titolo= Società e Cultura del Cinquecento nel Friuli occidentale. Catalogo della Mostra 27 luglio 1984-13 gennaio 1985 |città= Pordenone | pagine= 54}}</ref>.
*[[Giacomo Zanotto]], militare nella [[Battaglia di Lepanto]], nominato [[Cavaliere di San Marco]]<ref>{{cita libro|cognome= Da Mosto Tomo I|anno= 1937 | pagine= 28}}</ref> dal doge [[Alvise I Mocenigo]] con diploma il 16 dicembre 1571, con beneficio trasmissibile a tutti i suoi discendenti legittimi in perpetuo.
*[[Francesco Zanotto]] 1632, Maestro provinciale dell'Ordine di San Francesco<ref>{{cita libro|cognome= Salomoni Agri Patavini Inscrip.|pagine= 154}}</ref>
*[[Francesco Zanotto]] [[metà XIX secolo]], storico e storico dell'arte, membro dell'Imperial Regia Accademia e di altri Atenei.
*[[Francesco Zanotto]] [[fine XIX secolo]], monsignore, professore di “lettere italiane” all'Istituto Leoniano di Roma.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
*{{cita web | 1 = http://www.archiviodistato.firenze.it/manoscritti | 2 = feudi/ Archivio di Stato di Firenze | urlmorto = sì }}
*{{cita web|url=http://badigit.comune.bologna.it/books/dolfi/scorri.asp?direction=first|titolo=versione su web}}
{{portale|storia di famiglia}}
 
[[Categoria:Famiglie italianeveneziane]]