Federico II di Prussia: differenze tra le versioni
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{{nd|il saggio|Federico il Grande (saggio biografico)}}
{{Monarca
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|fine regno = 17 agosto [[1786]]
|predecessore = [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]] |
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|religione = [[Calvinismo]] <small>(ufficialmente)</small><br>[[Deismo]]/[[Ateismo]]
|firma = Frederick the Great signature.svg
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{{Hohenzollern}}
{{citazione|
{{Bio
|Nome = Federico II di
|Cognome = Hohenzollern
|PostCognomeVirgola = detto '''Federico il Grande'
|ForzaOrdinamento = Federico 02 di Prussia
|PreData = {{tedesco|Friedrich der Große}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Berlino
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|GiornoMeseMorte = 17 agosto
|AnnoMorte = 1786
|Attività = re
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit =
}}
Figlio del re di Prussia [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]] (
Con una politica espansionistica e con una serie di guerre aggressive il sovrano seppe far crescere nel corso di pochi decenni il piccolo regno prussiano da
[[File:Friedrich der Große - Johann Georg Ziesenis - Google Cultural Institute (cropped 2).jpg|miniatura|[[Johann Georg Ziesenis]], ''Ritratto di Federico II'', [[1763]], olio su tela, Potsdam, Palazzo di Sanssouci]]
== Biografia ==
=== Gli anni giovanili ===
Federico II, figlio del re Federico Guglielmo I di Prussia e di sua moglie, la regina consorte [[Sofia Dorotea di Hannover]], nacque a [[Berlino]] il 24 gennaio
[[File:Baptism of Frederick.JPG|thumb|left|upright|Il battesimo di Federico (''[[Harper's Magazine|Harper's New Monthly Magazine]]'', Vol.
La nascita di Federico venne accolta da suo nonno [[Federico I di Prussia|Federico I]] con inaspettato piacere, dal momento che già due dei suoi nipoti erano morti in tenera età. Il padre di Federico II, [[Federico Guglielmo
Federico venne così allevato dalla nobildonna francese Madame de Montbail assieme ai suoi fratelli e sorelle. Federico crebbe perciò in un ambiente protestante (la Montbail era [[ugonotti|ugonotta]]) e imparò contemporaneamente il [[lingua francese|francese]] e il [[lingua tedesca|tedesco]], lingua che però disprezzava; Federico Guglielmo immaginava tuttavia il figlio pieno di entusiasmo per la vita militare, desideroso di servire la patria come il più umile dei sudditi, e per questi motivi l'istruzione del figlio venne improntata alla massima severità, con lo studio della matematica, dell'economia politica, della lettura della Sacra Scrittura e con faticosi esercizi fisici.<ref name=bio/>
Ma il figlio aveva ben altre aspirazioni: egli infatti era intelligente e colto, amante delle letture ed egli stesso scrittore, passioni queste che vennero coltivate segretamente con l'aiuto della sorella [[Guglielmina di Prussia (1709-1758)|Guglielmina]] e del precettore, il calvinista francese [[Duran de Jandun]], e che raffinarono maggiormente il suo animo in contrapposizione con la vita austera e militaresca della corte berlinese. Ben presto fra padre e figlio nacque una certa ostilità e il padre vietò al giovane di leggere i libri e di suonare il [[flauto traverso]], una delle sue grandi passioni. A nove anni, con la complicità della sorella maggiore, Federico leggeva di nascosto romanzi francesi e imparò addirittura a leggere l'[[lingua italiana|italiano]].<ref name="Barbero44">{{Cita|Barbero|p. 44}}.</ref> Quando fu più grande, con l'aiuto di uno dei suoi precettori, si costituì una biblioteca segreta in una casa presa in affitto vicino al palazzo reale e lì mise insieme circa 3-{{formatnum:4000}} libri.<ref name="Barbero44"/> Federico odiava il padre e scriveva sempre lettere alla sorella prediletta, Guglielmina.<ref name=barbero>Suo padre era considerato ''il ciccione'', e Federico anelava alla sua morte. Una volta sembrò che stesse per succedere, ma il padre si riprese. Nello stesso periodo morì un altro principe tedesco e Federico scrisse: «Il Duca di Brunswick, essendo un uomo d'onore, ha avuto la decenza di crepare al contrario di qualcun altro». (in ''Federico il Grande'', di [[Alessandro Barbero]]).</ref>
Sebbene Federico Guglielmo I fosse stato educato come un [[calvinismo|calvinista]], temeva di non essere un [[Elezione incondizionata|eletto]]. Per evitare che suo figlio Federico avesse il suo stesso timore, il Re ordinò che al suo erede non venisse insegnata la teoria della [[doppia predestinazione|predestinazione]], dottrina che egli odiava. Ciononostante, sebbene Federico non si interessasse mai della religione, l'unica questione religiosa che in qualche modo lo appassionava era proprio la dottrina della predestinazione.<ref>{{Cita|Barbero|p. 45}}.</ref> Alcuni studiosi hanno speculato che gli piacesse per fare un dispetto a suo padre.<ref>Giles MacDonogh, ''Frederick the Great: A Life in Deed and Letters.'', New York, 2001, St. Martin's Griffin, pag. 35, ISBN 0-312-27266-9</ref>
=== Principe ereditario ===
[[File:Antoine Pesne - Frederick the Great as Crown Prince - WGA17377.jpg|thumb|left|upright|Federico come principe ereditario, ritratto nel 1739]]
Nel 1732 la regina Sofia Dorotea tentò di organizzare un doppio matrimonio tra Federico e la principessa [[Amelia Sofia di Hannover|Amelia Sofia di Gran Bretagna]] e tra [[Guglielmina di Prussia (1709-1758)|Guglielmina]] (sorella di Federico) e [[Federico, principe del Galles]]. Entrambi gli sposi erano inglesi, figli di suo fratello [[Giorgio II di Gran Bretagna]]. Temendo una così stretta alleanza tra Prussia e Gran Bretagna che avrebbe cambiato gli equilibri europei, il feldmaresciallo [[Friedrich Heinrich von Seckendorff]], ambasciatore austriaco a [[Berlino]], corruppe il ministro della guerra prussiano feldmaresciallo von [[Federico Guglielmo di Grumbkow|Grumbkow]] e l'ambasciatore prussiano a Londra, Benjamin Reichenbach. L'accordo finale che ne scaturì per tentare di rompere questi legami, furono delle pretese presentate da Federico Guglielmo sull'acquisizione del [[Ducato di Jülich|Ducato di Jülich-Berg]] che portarono al collasso delle proposte matrimoniali.<ref name="Reiners33">Reiners, p. 33</ref>
Federico trovò un grande alleato nella sorella Guglielmina, la quale gli rimase accanto per tutta la sua vita, oltre a coltivare una grande amicizia con il tenente [[Hans Hermann von Katte]]. Guglielmina riportava nei suoi diari "i due sono divenuti inseparabili. Katte è intelligente, ma non ha educazione. Egli serve mio fratello in ogni suo desiderio con reale devozione, e lo tiene informato di tutte le azioni del re."<ref name="Crompton">Crompton</ref>
Federico però era esasperato dalla vita di famiglia e dall'asfissiante controllo paterno al punto che decise, approfittando di un viaggio in [[Germania]], di fuggire in [[Inghilterra]] con l'aiuto di due complici. Ma fu scoperto e punito duramente dal padre, che istituì un processo e minacciò addirittura di farlo giustiziare. Il futuro sovrano fu salvato dall'intervento dell'imperatore [[Carlo VI d'Asburgo]]. L'intervento imperiale non impedì al padre di rinchiuderlo nella fortezza di [[Küstrin]] e di giustiziare il migliore amico del giovane principe, il fedele Katte, alla cui [[decapitazione]] fu costretto ad assistere (l'altro complice riuscì a fuggire)<ref>L'episodio viene narrato nel film del 1935 ''[[I due re]]'' di [[Hans Steinhoff]], film che fa parte del ciclo [[Fridericus-Rex-Filme]] dedicato alla figura del re prussiano</ref>. Da questo momento Federico cominciò a desiderare seriamente la morte del padre.<ref name=barbero/>
=== Federico filosofo e musicista ===
{{citazione|È dunque la giustizia, si sarebbe detto, che deve rappresentare lo scopo principale di un sovrano, è dunque il bene dei popoli che governa che egli deve anteporre a qualsiasi altro interesse. A cosa portano allora tutte quelle idee di interesse, di grandezza, di ambizione e di despotismo? Possiamo concludere che il sovrano, ben lungi dall’essere il padrone assoluto dei popoli che sono sotto il suo dominio, per quel che lo concerne non ne è che il primo servitore.|Federico II, ''[[Anti-Machiavel]]'', Capitolo I}}
Nel 1739 scrisse in francese un'opera: l{{'}}''[[Anti-Machiavel]]'', nella quale contestava il cosiddetto [[machiavellismo]] in politica in difesa del diritto naturale, della pace e di una politica umana retta e giusta; l'opera fu positivamente recensita dal filosofo [[illuminismo|illuminista]] francese François-Marie Arouet, detto [[Voltaire]] (con il quale il re intratteneva un rapporto di amicizia e corrispondenza), che la pubblicò in [[Belgio]] con alcuni rimaneggiamenti nel 1740. Federico si rifaceva nella sua filosofia anche allo [[stoicismo]] antico, in particolare alla figura dell'imperatore filosofo [[Marco Aurelio]], del quale ambiva essere un emulo.<ref name=grande/>
{{citazione|La storia dovrebbe eternare solo il nome dei principi buoni e far cadere nell'oblio quello dei malvagi, con la loro indolenza, i loro delitti e le loro ingiustizie.|Federico II, ''L'Antimachiavel''}}Anche se durante il suo regno non sempre si attenne ai princìpi professati da giovane (ricevendo l'accusa di [[ipocrisia]]), e intraprese guerre di conquista (nonostante avesse sostenuto che ''«farsi dei nemici per poi vincerli sarebbe come fabbricare dei mostri per poi combatterli; è molto più naturale, più ragionevole e più umano farsi degli amici»''<ref>''L'antimachiavelli'', capitolo XX</ref>), comportandosi spesso come un normale monarca assoluto, Federico cercò comunque di non tradire completamente le sue idee, riformando le istituzioni della Prussia in senso moderno e più libero.<ref>Commento a ''L'antimachiavelli'', pag. 150, di N. Carli, 1995</ref>
=== Il matrimonio e la vita personale ===
[[File:Koningin elisabeth christine.jpg|thumb|left|upright|La moglie [[Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel-Bevern|Elisabetta Cristina di Brunswick-Bevern
Per Federico fu il momento, dunque, di pensare al matrimonio e già suo padre aveva preventivato un'unione con [[Anna Leopol'dovna Romanova|Elisabetta di Meclemburgo-Schwerin]], nipote della zarina [[Anna I di Russia|Anna di Russia]], progetto largamente osteggiato dal principe [[Eugenio di Savoia]]. Federico stesso si propose di sposare [[Maria Teresa d'Austria]] in cambio della rinuncia ai suoi diritti di successione sul trono prussiano, ma il principe Eugenio alla fine persuase Federico a sposare [[Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel-Bevern]], protestante e imparentata anche con gli Asburgo, figlia del [[Ferdinando Alberto II di Brunswick-Lüneburg|duca di Brunswick-Lüneburg]] (1680 – 1735) e di [[Antonietta Amalia di Brunswick-Wolfenbüttel]] (1696 – 1762).<ref name=bio/>
Il 10 marzo 1732 Federico, grazie ai buoni uffici del plenipotenziario austriaco presso il padre Federico Guglielmo I a Berlino, conte [[Friedrich Heinrich von Seckendorff]], si fidanzò ufficialmente con la principessa Elisabetta Cristina. Federico II e Cristina si sposarono poi il 12 giugno 1733 nel [[castello di Salzdahlum]] ([[Bassa Sassonia]]) ma il matrimonio non fu felice: la coppia non ebbe figli e presto i due si separarono di fatto al punto che Federico stesso scrisse in una lettera alla sorella: "tra noi non può esservi né amicizia né tantomeno amore"<ref name="Crompton" />. Quando Federico ascese al trono nel 1740 giunse addirittura a proibire a Elisabetta Cristina di recarsi in visita alla corte di [[Potsdam]], garantendole invece la residenza del [[Palazzo di Schönhausen]] oltre ad alcuni appartamenti al [[Berliner Stadtschloss]].<ref name=bio/>
Molti studiosi hanno ipotizzato che il re prussiano fosse segretamente [[omosessuale]], portando a supporto della tesi il difficile matrimonio, l'assenza di figli o di amanti famose e le forti amicizie maschili del sovrano con Katte e con [[Jean-Baptiste Boyer d'Argens]], benché si deve notare come da ragazzo Federico non fosse così indifferente al mondo femminile come lo sarebbe stato da adulto, e nella sua corrispondenza giovanile non mancano i racconti di scappatelle e amorazzi.<ref name="ref_A">Federico il Grande, di [[Alessandro Barbero]]</ref> Sono note anche delle allusioni fatte da conoscenti e corrispondenti come [[Voltaire]], con cui il sovrano prussiano ebbe un rapporto altalenante, giungendo a farlo anche arrestare.<ref>L. Reiners, ''Frederick the Great'', New York, 1960</ref><ref>J.D. Steakley, ''Sodomy in Enlightenment Prussia'', Journal of Homosexuality, 16, 1/2 (1988): 163–175</ref><ref name=henderson>S. W. Henderson, ''Frederick the Great of Prussia: a homophile perspective'', Gai Saber; 1,1 (1977): 46–54.</ref>
Scrive Voltaire nelle sue ''Memorie'':
{{citazione|Il re, suo figlio <small>[si riferisce al futuro Federico II]</small>, che amava i begli uomini, e non i grandi uomini, ne aveva messi a scortare la regina sua moglie in qualità di aiduchi. Il principe aveva una specie d'innamorata, figlia d'un maestro di scuola della città di Brandeburgo e abitante a Potsdam. Suonava, assai male, il clavicembalo, e il principe l'accompagnava col flauto. Credette d'essere innamorato di lei, ma si sbagliava; la sua vocazione non era per il gentil sesso. Tuttavia, avendo mostrato di amarla, il padre fece fare a questa signora il giro della piazza di Potsdam, guidata dal boia, che la frustava sotto gli occhi del figlio. Dopo avergli offerto questo spettacolo, lo fece internare nella cittadella di Küstrin <small>[Dove sarà rinchiuso anche dopo la tentata fuga con Katte]</small>, situata nel mezzo di una palude. Là fu rinchiuso per sei mesi, senza domestici, in una specie di prigione; dopo sei mesi gli si diede per servitore un soldato. Questo soldato, giovane, bello, ben fatto, e che suonava il flauto, servì in più di un modo a divertire il prigioniero. (...) Al mattino, quando Sua Maestà era vestita e calzata, lo stoico cedeva qualche istante alla setta di Epicuro: faceva venire due o tre favoriti, giovani ufficiali del suo reggimento, o paggi, o aiduchi, o giovani cadetti. Si beveva del caffè. Colui a cui gettava il fazzoletto restava da solo con lui per un mezzo quarto d'ora. (...) Nel suo palazzo non entrava mai né donna né prete. In una parola, Federico viveva senza Corte, senza Consiglio e senza culto. (...) Questi costumi ancora più strani, (...) di paggi con cui divertirsi nel suo gabinetto e di soldati da far passare trentasei volte sotto le vergate sotto le finestre del monarca che li guardava, di discorsi di morale e di una licenza sfrenata, tutto questo componeva un quadro bizzarro che poche persone conoscevano allora, e che poi è trapelato in tutta Europa. (...) Vuoi per economia, vuoi per politica, non accordava il minimo favore ai suoi ex favoriti, e soprattutto a coloro che avevano rischiato la vita per lui quando era solo principe ereditario.<ref>Voltaire, ''Memorie per servire alla Vita del signor Voltaire, scritte da lui medesimo'', pagg. 8-11; 31-35</ref>}}
Già all'epoca circolava un libello, ''La vita privata del Re di Prussia'' (di cui fu accusato ingiustamente Voltaire, anche se Federico non lo credette mai), in cui si insinuava apertamente che il re fosse omosessuale, elencando anche una lista di suoi amanti.<ref name=henderson/>
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che quella di Federico, più che misoginia, fosse vera e propria misantropia, una caratteristica che ha più volte mostrato nella sua corrispondenza privata. Un'avversione ecumenica, esente dal disprezzo di classe, al genere umano le cui origini possono essere riscontrate nella sua giovinezza burrascosa e che lo portò in vecchiaia a cercare quasi esclusivamente la compagnia dei suoi cani.<ref name="ref_A" />
Secondo altri invece queste voci sarebbero da imputare a problemi fisici di Federico, come un'operazione ai genitali subita da giovane a causa forse di una malattia, che gli avrebbero impedito di consumare il matrimonio.<ref>Louis Leo Snyder, ''Frederick the Great'', pp. 132–136</ref>
Dagli scritti di Federico stesso e dalle descrizioni di Voltaire del suo atteggiamento, nonché dalla corrispondenza e amicizia del sovrano con numerosi filosofi [[anticlericali]] e antireligiosi come [[Julien Offray de La Mettrie]], si evince anche una certa avversione di Federico per la [[religione cristiana]], specie quella [[cattolicesimo|cattolica]]. Benché ufficialmente [[calvinista]], in privato manifestò convinzioni vicine al [[deismo]] (o perfino all'[[ateismo]]), essendo inoltre affiliato alla [[massoneria]],<ref>{{Cita libro|autore=Arthur Edward Waite|titolo=A New Encyclopedia of Freemasonry, Volume I|url=http://books.google.com/books?id=cmCYyetzBxUC&pg=PA286|anno= 2013|editore=Cosimo, Inc.|pp=
=== Il regno (
{{citazione|Spero che i posteri, per cui scrivo, sapranno distinguere in me il filosofo dal principe, l'uomo integro dal politico.|Federico II}}
[[File:
La vita militare che tanto aveva impegnato Federico Guglielmo alla fine gli procurò non pochi problemi a cavalcare, e inoltre era ingrassato notevolmente. Il 31 maggio 1740, con soddisfazione del figlio , il "re soldato" morì al castello di Potsdam e venne sepolto il 4 giugno di quello stesso anno nella chiesa della stessa cittadina.<ref name=bio/>
Prima della sua ascesa al trono, [[Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|D'Alembert]] scrisse a Federico: "i filosofi e gli uomini di lettere in tutte le terre hanno sempre somigliato a voi, Sire, così come le loro terre ed i loro modelli". Quando dunque Federico ascese al trono come "Re in Prussia" nel 1740, la Prussia consisteva in una serie di territori sparpagliati tra cui [[Ducato di Cleves|Cleves]], [[Contea di Mark|Mark]] e [[Contea di Ravensberg|Ravensberg]] nella parte occidentale del [[Sacro Romano Impero]]; il [[Margraviato di Brandeburgo|Brandeburgo]], [[Vorpommern]] e la [[Pomerania]] nella parte est dell'Impero; il [[Ducato di Prussia]] era posto fuori dai confini imperiali, al confine con la [[Confederazione polacco-lituana]]. Egli ottenne il titolo di ''Re in Prussia'' dal momento che la sua sovranità era formalmente sottoposta a quella dell'Imperatore del Sacro Romano Impero ma egli si dichiarò di fatto ''Re di Prussia'' dal 1772 quando espanse i confini del proprio Stato.<ref name=bio/>
=== I conflitti ===
[[File:Hohenfriedeberg - Attack of Prussian Infantry - 1745.jpg|thumb|[[Battaglia di Hohenfriedberg]], ''Attacco della Fanteria prussiana'', di [[Carl Röchling]]]]
L'obiettivo di Federico giunto al governo fu quello di modernizzare e unire i suoi possedimenti, vulnerabili e distanti tra loro. Combatté sino alla fine della sua vita contro gli Asburgo d'Austria, che detenevano da secoli il controllo del [[Sacro Romano Impero]] e ostacolavano l'espansionismo prussiano. Federico II riuscì in buona misura nell'intento di far diventare la piccola Prussia la quinta grande potenza europea, utilizzando le risorse che suo padre aveva accumulato frugalmente negli anni.<ref name=bio/>
==== La guerra di successione austriaca e la conquista della Slesia ====
{{vedi anche|Guerra di successione austriaca}}
Alla morte di Carlo VI d'Asburgo il 20 ottobre 1740, Federico era re da pochi mesi. Avendo messo gli occhi sulla prospera regione della [[Slesia]], si rifiutò di ratificare la [[Prammatica Sanzione]] e la conseguente successione al trono austriaco di [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]]. In tarda età disse che le sue azioni erano state motivate dal possesso di un'armata ben addestrata e di riserve monetarie<ref>il padre gli aveva lasciato otto milioni di talleri in oro, custoditi nel palazzo reale</ref>, nonché dal desiderio di farsi una reputazione. Ebbe quindi un peso certo la sua ambizione giovanile e forse anche la sua misoginia. Aveva inoltre calcolato che la Russia sarebbe rimasta inerte, a causa della reggenza del neonato [[Ivan VI di Russia]], e che anche altri Stati si sarebbero mossi contro gli Asburgo cercando di approfittare della situazione, come Baviera e Sassonia, i cui regnanti avrebbero tentato di far valere i propri diritti di parentela con gli Asburgo, e la Spagna.<ref name=ds2012_capII>{{cita|Showalter, 2012|cap.II|ds2012}}.</ref><ref name="cc2006_capVII">{{cita|Clark, 2006|cap.VII - Struggle for Mastery|cc2006}}.</ref>
La [[Rivalità Austria-Prussia|rivalità tra gli Asburgo e la nascente potenza prussiana]] era inoltre evidente e fondata su ovvie ragioni di supremazia nei territori dell'Impero. Si era manifestata chiaramente nel 1738, quando l'imperatore si era rifiutato di mantenere l'impegno a sostenere i diritti degli Hohenzollern alla successione dei ducati renani di [[Ducato di Jülich|Jülich]] e [[Ducato di Berg|Berg]], mentre la Francia, da sempre nemica degli Asburgo e quindi potenziale alleata della Prussia, li aveva riconosciuti in un trattato segreto del 1739.<ref name="cc2006_capVII"/>
Le intenzioni di Federico si palesarono alla metà di dicembre, quando iniziò una rapida invasione della Slesia senza una formale dichiarazione di guerra. Sostenne infatti di averlo fatto allo scopo di prevenire azioni simili da parte di altri paesi confinanti: l'elettore sassone era [[Augusto III di Polonia]] e il possesso della regione gli avrebbe permesso di connettere i suoi domini. Avanzando pretese legalmente basate su una rivendicazione della [[Marca di Brandeburgo]] risalente al 1537, peraltro da tempo disconosciuta, diede così inizio alla [[prima guerra di Slesia]],
Malgrado il tempo assai inclemente, il 31 dicembre Federico era a Breslavia, i cui abitanti gli aprirono le porte entusiasti tre giorni dopo, una volta chiarito che Federico non vi avrebbe insediato una guarnigione. Infatti gli slesiani, in buona parte protestanti, si sentivano sfruttati economicamente dagli Asburgo e pensavano che un cambio di regnante avrebbe fatto i loro interessi.<ref name=ds2012_capII/>
Eccezion fatta per le fortezze di [[Brieg]] e [[Glogau]], la presa della regione fu completata entro gennaio. Alla ripresa delle operazioni in primavera Maria Teresa volle
Un'armata di circa
Un'alleanza con la Francia fu formalizzata con il [[trattato di Breslavia]] il 5 giugno e l'esercito francese valicò il Reno a metà agosto, per congiungersi sul Danubio con quello bavarese. Contro l'Austria si schierarono anche Spagna, Sassonia e Baviera, mentre la Gran Bretagna e le [[Repubblica delle Sette Province Unite]] si allearono con l'Austria,
Francesi e bavaresi penetrarono da ovest fino in Boemia, arrivando a Praga il 26 novembre 1741. L'elettore bavarese si fece incoronare imperatore come [[Carlo VII di Baviera|Carlo VII]] il 24 gennaio del 1742. La reazione austriaca fu forte: un appello personale di Maria Teresa sollevò un'entusiastica ''levée en masse'' in Ungheria e le truppe raccolte da [[Ludwig Andreas von Khevenhüller|von Khevenhüller]] occuparono la stessa Monaco di Baviera, scarsamente difesa, nei giorni dell'incoronazione di Carlo.<ref name=bio/>
Federico, cui interessava unicamente garantirsi il possesso della Slesia e non lo smembramento dei domini asburgici a vantaggio di Sassonia o Baviera, aveva intanto stipulato una tregua segreta con gli austriaci e si era dedicato al rafforzamento della cavalleria prussiana, alquanto trascurata da suo padre e che negli anni successivi
Nel maggio 1742 Federico si volse però ad affrontare le forze austriache che lo incalzavano, dando
[[File:FriedrichIIvonPreussenPesne1736.jpg|thumb|Ritratto giovanile di Federico II
I rovesci franco-bavaresi dell'anno successivo, culminati nella sconfitta di [[Battaglia di Dettingen|Dettingen]], lo preoccuparono grandemente. Temeva infatti che la cosiddetta "Armata Pragmatica" guidata da [[Giorgio II di Gran Bretagna|Giorgio II]] e i russi si sarebbero volti contro di lui. Tali timori svanirono in buona misura grazie all'"affare Lopukhina", in cui emerse un presunto coinvolgimento degli austriaci in quello che sarebbe stato un complotto per rovesciare [[Elisabetta di Russia]]: in realtà si trattava di una montatura organizzata da agenti francesi che mirava a screditare il cancelliere filoaustriaco [[Aleksej Petrovič Bestužev-Rjumin|Bestužev]]. Tali accadimenti allentarono però momentaneamente l'alleanza austro-russa.
Maria Teresa era preoccupata dalla minaccia potenziale costituita da Federico a nord, così grazie alla mediazione inglese e alla cessione di territori nell'Italia settentrionale si assicurò la stabilità sul fronte meridionale e l'alleanza dei Savoia col [[Trattato di Worms (1743)|trattato di Worms]]. Questo portò Federico a riallearsi segretamente coi francesi nel giugno del 1744. Una volta che il principe di Lorena ebbe attraversato il Reno con il contingente austriaco principale, il 15 agosto 1744 Federico si mosse
A Varsavia nel gennaio 1745 Austria, Gran Bretagna, Repubblica delle Sette Province Unite e Sassonia rinnovarono l'alleanza. Seguì di pochi giorni la morte di Carlo VII. La Baviera era allo sbando e il 22 aprile abbandonò la guerra siglando la [[pace di Füssen]].
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Malgrado le sconfitte, Maria Teresa non intendeva accettare la perdita della Slesia e manovrava per isolare Federico da Francia e Russia. A tali manovre diplomatiche Federico rispose invadendo con due colonne la Sassonia, alleata degli Asburgo, e puntando verso la capitale Dresda. Poco lontano da essa, a [[battaglia di Kesselsdorf|Kesselsdorf]], l'esperto principe [[Leopoldo I di Anhalt-Dessau]] inflisse una dura sconfitta alle forze alleate, malgrado una certa inferiorità numerica e di posizione iniziale. L'occupazione di Dresda portò alla pace tra Austria, Sassonia e Prussia, con il [[trattato di Dresda]] siglato nel Natale del 1745. In cambio della sovranità sulla Slesia, Federico riconobbe il consorte di Maria Teresa, [[Francesco I di Lorena]], come Imperatore.
La guerra di successione austriaca si concluse definitivamente solo nel
L'acquisizione della [[Slesia]] (
==== La guerra dei sette anni ====
{{vedi anche|Guerra dei sette anni}}
{{NN|sovrani|settembre 2015}}
[[File:Friedrich der Grosse vor der Schlacht bei Torgau.jpg|thumb|left|Federico II di Prussia prima della [[battaglia di Torgau]], 1760]]
L'Austria non si era rassegnata alla perdita del territorio della Slesia e alleandosi con la Francia e la Russia mirò ad accerchiare la Prussia. La repentina alleanza di queste potenze fu anche causata dal fatto che la Prussia aveva firmato un'alleanza, soprattutto difensiva, con la Gran Bretagna, mediante la quale si riprometteva di difendere l'[[Hannover]] da attacchi esterni. Federico II, sentendosi circondato e aspettandosi un'invasione della Slesia, preferì agire di anticipo e diede inizio nella tarda estate del 1756 alla fase terrestre della cosiddetta [[guerra dei sette anni]], dopo una dichiarazione formale di guerra tra Gran Bretagna e Francia a maggio e la [[battaglia di Minorca]].
Sul fronte prussiano la guerra ebbe uno svolgimento strategico ciclico: all'inizio di ogni anno la Prussia si ritrovava infatti ad avere a che fare con forze numericamente superiori, mentre al termine dell'anno la grande strategia federiciana riportava con una battaglia la situazione alla stabilità.
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Federico invase la Sassonia, alleata dell'Austria benché formalmente neutrale, con lo scopo di metterla fuori gioco e utilizzarne le risorse. Intendeva inoltre penetrare nella ricca pianura boema con lo scopo di trovare quartiere per l'inverno e una posizione favorevole per marciare su Vienna nella bella stagione. Tuttavia il suo piano fu contrastato dagli austriaci guidati dal feldmaresciallo [[Maximilian Ulysses Browne|Browne]], che si stava muovendo per portare soccorso alle forze sassoni. Intercettato a [[Battaglia di Lobositz|Lobositz]], pur formalmente sconfitto nel primo scontro terrestre della guerra costrinse Federico a ritirarsi in Sassonia.
L'esercito prussiano riprese l'offensiva nell'estate seguente. Rischiosamente diviso in quattro colonne penetrò in Boemia, puntando verso Praga. Qui Federico vinse un [[Battaglia di Praga|sanguinoso scontro]] il 6 maggio, ponendo l'assedio alla città in mancanza delle forze necessarie
La situazione era critica e Federico era ormai accerchiato. Egli tuttavia sfruttò una certa mancanza di iniziativa di russi
La guerra ebbe in seguito un andamento incerto. Nell'agosto del 1758 con un cruento scontro a [[Battaglia di Zorndorf|Zorndorf]] Federico riuscì a far ripiegare i russi in Polonia, a prezzo di pesanti perdite. Nell'agosto del
Malgrado l'esercito prussiano fosse ridotto allo sfinimento, Federico l'anno successivo riuscì a ottenere due vittorie contro gli austriaci, poco assistiti dai russi, a [[Battaglia di Liegnitz (1760)|Liegnitz/Legnica]] e soprattutto a [[Battaglia di Torgau|Torgau]] in dicembre. In uno degli
Malgrado il sostegno economico inglese, la situazione appariva comunque compromessa per la Prussia, che [[Assedio di Kolberg (1758-1761)|aveva perso]] anche il suo ultimo porto, [[Kołobrzeg|Kolberg]], ed era ridotta a cercare di rallentare l'inesorabile avanzata russa razziandone i magazzini in Polonia. Agli inizi del 1762 la morte della [[Elisabetta di Russia|zarina Elisabetta]], acerrima avversaria, causò però l'ennesimo stravolgimento del conflitto. Infatti il suo successore [[Pietro III di Russia|Pietro III]] era un grande ammiratore di Federico e intendeva attaccare la Danimarca, essendo un discendente degli [[Holstein-Gottorp]]. Malgrado l'esercito russo si trovasse alle porte di Berlino, non esitò
Ciò capovolse in pratica le sorti della guerra. Malgrado la congiura ordita da [[Caterina II di Russia|Caterina]] avesse posto fine al regno di Pietro pochi mesi dopo, ella si limitò a denunciare il trattato senza avere il tempo di riprendere le ostilità contro la Prussia. Grazie alla presenza delle truppe russe, che pure non presero parte alla battaglia, Federico riuscì infatti a costringere gli austriaci a un ultimo scontro il 21 luglio 1762 a [[Battaglia di Burkersdorf|Burkersdorf]], dal quale uscì vittorioso. Viste anche le sconfitte decisive dei francesi
Il 10 febbraio
=== Difesa delle conquiste e rafforzamento dello
[[File:
Federico II passò il resto della sua vita a difendere quel territorio che in quasi trent'anni di guerre era riuscito a conquistare. La sua salute, già insidiata dalla [[gotta]], ricevette un duro colpo nel 1785 quando, durante un'ispezione in Slesia, per dare un esempio ai suoi soldati rimase sei ore a [[Equus caballus|cavallo]] sotto la pioggia. Fu colpito anche da un [[ictus]], ma si riprese e continuò a lavorare nel suo [[Sanssouci|castello di Sanssouci]] a Potsdam.<ref name=bio/>
Agli occhi dei contemporanei Federico II apparve come il più tipico esempio di "sovrano illuminato". A dargli questa fama non furono solo il suo impegno personale come scrittore di opere storiche e [[politica|politiche]] (scritte in [[lingua francese|francese]]) e la sua amicizia e corrispondenza con Voltaire e altri ''philosophes'', ma anche le riforme in campo [[giustizia|giudiziario]] ed [[Sistema educativo prussiano|educativo]] che attuò durante il suo regno. Per primo in Europa infatti, nel 1763, il re di Prussia introdusse l'istruzione elementare obbligatoria che, anche se fu la sua unica vera riforma in merito, fu comunque molto innovativa per quei tempi.<ref name=bio/>
Altro grande successo in materia fu l'aver portato l'[[Accademia delle scienze di Berlino|Accademia di Berlino]] da uno stato di decadimento totale a uno di grande splendore, sia grazie all'introduzione di dotti illuministi francesi (anche se a scapito dei maestri tedeschi che, pur essendo in certi casi più preparati, non venivano comunque ammessi), sia attraverso la modernizzazione dei piani di studi, portata avanti grazie all'abolizione di materie antiquate e all'inserimento di nuove. Nell'Accademia, tra l'altro, vigeva una completa libertà di opinione, cosa, anche questa, rivoluzionaria per quell'epoca.
Fu un grande appassionato di musica e un buon compositore di sinfonie e musiche da camera; fondò una cappella musicale a Berlino e la capitale divenne il principale centro musicale germanico.<ref name=bio/>
Semplificò anche il sistema giudiziario, approntando un codice di procedura e un codice [[Diritto civile|civile]] (1754-51 - ma l'opera di uniformazione
Grande successo ebbe la sua riforma agraria, che permise, grazie all'introduzione dei magazzini statali, di evitare le carestie, nutrire i soldati durante le campagne evitando i saccheggi, e di controllare il prezzo del grano, rendendolo così non più dipendente dal sistema monetario olandese. Fu Federico II di Prussia, tra l'altro,
[[File:Frederick II of Prussia Coloured drawing.png|thumb|left|Federico II in tarda età
In campo commerciale, egli cercò di limitare al massimo l'importazione di prodotti da paesi stranieri, principalmente dalla Sassonia, ristabilendo antiquati sistemi di tariffe doganali sull'Elba, ma nel complesso ebbe uno scarso successo. Ne ebbe molto invece il suo tentativo di valorizzare l'[[Oder]], unico fiume che scorreva interamente in Prussia per tutto il suo tratto navigabile: esso infatti fu liberato da antichi diritti di scalo e altri ostacoli al traffico, ne fu regolata la corrente e drenato l'estuario; a ciò si aggiunse anche la costruzione di numerosi canali che unirono tra di loro i fiumi. Tutto questo, senza dubbio, incoraggiò il commercio, quanto meno nella parte orientale del paese.
Infine, nell'ambito fiscale, riuscì a rendere la moneta prussiana indipendente dai mercati esteri (in particolare da quello olandese) grazie alla creazione di una [[Reichsbank#Storia#''Königliche Giro- und Lehnbank''|Banca di Stato]], e a creare una solida riserva nelle casse statali (più di 51 milioni di talleri, quando al momento della sua ascesa al trono non superava i 10 milioni).
Federico fu anche un monarca illuminato e, oltre che in ambito giudiziario, questo si fece sentire anche in campo religioso, ove egli introdusse i principi di tolleranza, dandone prova in diverse occasioni, come quando diede asilo ai [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] o quando donò ai [[cattolicesimo|cattolici]] la [[cattedrale di Sant'
Ma naturalmente, come i sovrani prussiani prima e dopo di lui, potenziò notevolmente l'esercito. Esso assorbiva l'80% delle finanze dello Stato. Immettendo nelle gerarchie più alte dell'apparato militare elementi appartenenti alla nobiltà, Federico riuscì nell'impresa di trasformare la nobiltà in un'[[aristocrazia]] militare profondamente legata al suo principe.<ref name=bio/>
Federico II quindi si preoccupò di rafforzare la macchina bellica prussiana riuscendo a portarla alla fine del suo regno
Secondo Federico il maggior segreto nella condotta di una guerra era di "affamare l'avversario", cioè di tagliarlo fuori dai rifornimenti e di scegliere un terreno particolarmente favorevole per annientarlo in una battaglia campale. Federico II è stato ricordato come un instancabile lavoratore, un grande condottiero militare e come un uomo colto e intelligente. Egli aspirò a essere un "sovrano illuminato" così come voleva Voltaire, ma il pensatore illuminista, dopo aver fatto visita a Federico in Prussia, si rese conto che il re non stava agendo come, secondo lui, avrebbe dovuto agire un vero sovrano illuminato (ad esempio l'eccessiva militarizzazione della Prussia voluta da Federico, era giudicata negativamente da Voltaire). Alla fine, anche per l'atteggiamento dispotico che Federico aveva assunto e per la [[guerra dei sette anni]], Voltaire non ebbe rapporti col re per molti anni (nel ''[[Candido]]'' traccia un sarcastico e breve ritratto del sovrano), ma alla fine tornarono a scambiarsi numerose lettere, in cui spesso discutevano di filosofia e di politica.<ref>Oeuvres complètes de Voltaire, Volume 7, Page 184</ref>
=== Gli ultimi anni ===
[[File:Friedrich Zweite Alt.jpg|thumb|left|upright=0.8|Anton Graff, Federico II a 68 anni]]
[[File:Bundesarchiv Bild 170-136, Potsdam, Königsgruft in der Garnisonkirche.jpg|thumb|upright|Il corpo di Federico II fu posto in una tomba presso quella del padre [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]]]]
[[File:Naoleon in Potsdam am Grab Friedrichs II 1806.jpg|thumb|upright| [[Napoleone]] volle rendere omaggio al sepolcro di Federico; dicendo ai [[Marescialli di Francia]] presenti: «Giù il cappello, signori: se fosse ancora vivo non saremmo qui»]]
[[File:Friedrich der grosse grab hg.jpg|thumb|Tomba di Federico II a [[Sanssouci]]]]
Vicino alla fine della sua vita Federico divenne sempre più solitario. Il suo circolo di amici a ''Sanssouci'' si era gradualmente esaurito e Federico iniziò a divenire critico e arbitrario. La popolazione di Berlino, del resto, continuava a inviargli richieste perché egli facesse ritorno in città dalla campagna, ma il re preferiva rimanere da solo nella residenza che più di ogni altre prediligeva<ref name="Ritter200">Ritter, p. 200</ref>. La sua salute, ormai malferma, peggiorò e, Federico morì sulla poltrona del suo studio il 17 agosto 1786, dopo 46 anni di regno, all'età di 74 anni.<ref name=bio/>
Federico era un grande appassionato di [[levrieri]] e ne possedeva due italiani di colore grigio. Alla sua morte
Durante la [[seconda guerra mondiale]] i sepolcri di Federico II e del padre vennero trasferiti dapprima in un ''bunker'' sotterraneo, poi presso [[Bernrode]] per proteggerli dai bombardamenti. Nel 1945 l'armata americana trasportò i corpi dei re alla [[Elizabethkirche (Marburg)|Elizabethkirche]] di [[Marburgo]] e quindi al [[Castello di Hohenzollern]] presso [[Hechingen]]. Dopo la riunificazione della Germania, il corpo di Federico Guglielmo venne sepolto nel mausoleo dell'Imperatore Federico presso la Chiesa della Pace di Sanssouci.
Vi fu quindi un dibattito sulla figura di Federico II, che pure da
== Scritti di Federico II ==
Federico II fu autore di diverse opere di saggistica filosofico-politica, tutte scritte in francese:
* ''Considerazioni sullo stato presente dei corpi politici dell'Europa'' (1737)
* ''[[
* ''Storia dei miei tempi''
* ''Storia della guerra dei sette anni''
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== Federico II nella cultura di massa ==
[[File:Friedrich ii campenhausen.jpg|thumb|180px|Ritratto postumo di Federico II (1870)]]
* ''[[Il grande re|Der große König]]'' (1942), di [[Veit Harlan]] e tutta la serie di film a lui dedicata che vanno sotto la dizione popolarmente conosciuta come [[Fridericus-Rex-Filme]].
* Federico II è rappresentato come il "Re dei Bulgari" in ''[[Candido]]'' di [[Voltaire]].
* Federico è il soggetto di un sonetto critico di [[Vittorio Alfieri]] (che lo aveva conosciuto di persona come narra nella ''Vita scritta da esso''), ''Il gran Prusso tiranno, al qual dan fama'', scritto in occasione della morte del re, in cui è descritto come un sovrano diviso tra [[Marte (divinità)|Marte]] (la guerra) e [[Atena|Pallade]] (la sapienza).
== Ascendenza ==
{{Ascendenza
|1 = Federico II di Prussia
|2 = [[Federico Guglielmo I di Prussia]]
|4 = [[Federico I di Prussia]]
|8 = [[Federico Guglielmo I di Brandeburgo|Federico Guglielmo di Brandeburgo]]
|16
|17 = [[Elisabetta Carlotta di Wittelsbach-Simmern]]
|9 = [[Luisa Enrichetta d'Orange]]
|18 = [[Federico Enrico d'Orange]]
|19 = [[Amalia di Solms-Braunfels]]
|5
|10 = [[Ernesto Augusto di Brunswick-Lüneburg]]
|20 = [[Giorgio di Brunswick-Lüneburg]]
|21 = [[Anna Eleonora di Assia-Darmstadt]]
|11 = [[Sofia del Palatinato]]
|22 = [[Federico V del Palatinato]]
|23 = [[Elisabetta Stuart (1596-1662)|Elisabetta Stuart]]
|3 = [[Sofia Dorotea di Hannover]]
|6 = [[Giorgio I del Regno Unito]]
|12
|24 = [[Giorgio di Brunswick-Lüneburg]]
|25
|13 = [[Sofia del Palatinato]]
|26
|27 = [[Elisabetta Stuart (1596-1662)|Elisabetta Stuart]]
|7 = [[Sofia Dorotea di Celle]]
|14 = [[Giorgio Guglielmo di Brunswick-Lüneburg]]
|28 = [[Giorgio di Brunswick-Lüneburg]]
|29 = [[Anna Eleonora di Assia-Darmstadt]]
|15 = [[Éléonore d'Esmier d'Olbreuse]]
|30 = [[Alexandre II d'Esmier d'Olbreuse]]
|31 = [[Jacquette Poussard de Vandré]]
}}
== Onorificenze ==
=== Onorificenze prussiane ===
{{Onorificenze
|immagine=Order of the Black Eagle - Ribbon bar.svg
|nome_onorificenza=Gran Maestro dell'Ordine dell'Aquila Nera
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'Aquila Nera
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}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Pour le Mérite
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}}
{{Onorificenze
|immagine=SWE Royal Order of the Polar Star (1748-1975) - Knight BAR.png
|nome_onorificenza=Gran Maestro dell'Ordre de la Générosité
|collegamento_onorificenza=Ordre de la Générosité
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}}
Riga 293 ⟶ 301:
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'aquila bianca
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
Riga 300 ⟶ 307:
|collegamento_onorificenza=Ordine dei Serafini
|motivazione=
|
}}
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=Dennis Showalter|titolo=Frederick the Great: A Military History|editore=Casemate Publishers|anno=2012|ISBN=978-1-78303-479-6|cid=ds2012}}
* Franz Kugler, ''Federico il Grande'', Collana Figure e Avvenimenti, Edizioni Elettra, Milano, 1936
* W. F. Reddaway, ''Federico il Grande'', trad. Angiolina Alessio, Corbaccio, Milano, 1939; Dall'Oglio Editore, Milano, 1953-1968
* ''Federico il Grande. Soldato, Statista, Pensatore. Brani scelti dai suoi scritti raccolti da Franz Riedweg'', Tumminelli, Roma, 1941
* Emilio Canevari, ''Federico il Grande'', Mondadori, Milano, 1944
* Emilio Franzina, ''Federico il Grande'', Collana I Protagonisti della civiltà, Edizioni Futuro, 1965
* [[Gerhard Ritter]], ''Federico il Grande'', trad. Flora Negri Tedeschi, Nuova collana storica, Il Mulino, Bologna, 1970; Collana Biblioteca Storica, Il Mulino, 2000
* [[Nancy Mitford]], ''Federico il Grande'', Collana Fatti e Figure, CDE, Milano, 1973
* [[Thomas Mann]], ''Federico e la grande coalizione. Un saggio adatto al giorno e all'ora'', Collezione Biblioteca, Studio Tesi, Pordenone, 1986; Treves Editore, 2006
* [[Wolfgang Venohr]], ''Federico il Grande, re di Prussia'', trad. A. Sartirana, Collezione Storica, Garzanti, Milano, 1988, ISBN 978-88-116-9395-6
* [[Theodor Schieder]], ''Federico il Grande'', Collana Biblioteca di cultura storica n.177, Einaudi, Torino, 1989
* Federico il Grande, ''Elogio di Voltaire e altri scritti'', Il Minotauro, 1995
* Im Hof, ''L'Europa dell'Illuminismo'', Laterza, Roma, 2005
* Giuseppe Bardone, "Federico II <Il Grande> Concerti per flauto, archi e basso continuo flautista K. Redel Pro Arte di Monaco direttore Kurt Redel PHILIPS 9502 058" in RIVISTA MUSICA 1982
== Voci correlate ==
* [[Guerra di successione austriaca]]
* [[Guerra dei sette anni]]
* [[Porcellana di Berlino]]
* [[Johann Georg Ritter von Zimmermann]]
* [[Nazionalismo tedesco]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20070124075914/http://www.radio.rai.it/radio2/alleotto/federicosecondo/ Audiodocumentario su Federico il Grande scritto e narrato da Alessandro Barbero]
* [http://friedrich.uni-trier.de/ Opere di Federico II di Prussia] (testo francese e tedesco)
* {{cita web |1=http://federico-il-grande.tripod.com/federic/ |2=Lo spettacolo "Le Philosophe di Sans-Souci " dedicato a Federico il Grande re di Prussia. Musica di Federico il Grande, Carl Heinrich Graun, Wilhelmine di Bayreuth, J. S. Bach, ecc. |accesso=24 luglio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120328035748/http://federico-il-grande.tripod.com/federic/ |dataarchivio=28 marzo 2012 |urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|editore=chez Voss et fils, et Decker et fils, et chez Treuttel|cognome= |nome= Friedrich II|titolo= [Opere]. 4 |città= A Berlin|data= 1789|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=14881665}}
* {{Cita libro|editore=Imprimerie Royale R. Decker|cognome= |nome= Friedrich II|titolo= Oeuvres poètiques. 2 |città= Berlin|data= 1849|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=14882295}}
* {{Cita libro|editore=Imprimerie Royale R. Decker|cognome= |nome= Friedrich II |titolo= Poésies posthumes. 1 |città= Berlin|data= 1849|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=14882640}}
* {{Cita libro|editore=Imprimerie Royale R. Decker|cognome= |nome= Friedrich II |titolo= Poésies posthumes. 2 |città= Berlin|data= 1849|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=14882931}}
* {{Cita libro|editore=Imprimerie Royale R. Decker|cognome= |nome= Friedrich II |titolo= Oeuvres poètiques de Frédéric 2. roi de Prusse |città= Berlin|data= 1850|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=14883176}}
* {{Cita libro|editore=Imprimerie Royale R. Decker|cognome= |nome= Friedrich II|titolo= Oeuvres poètiques. 1 |città= Berlin|data= 1849|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=14893428}}
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