William Shakespeare: differenze tra le versioni

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{{nd||Shakespeare (disambigua)|Shakespeare}}{{Bio
{{Doppia immagine verticale|right|Firstfolio.jpg|William Shakespeare Signature.svg|250|William Shakespeare nel ritratto eseguito da [[Martin Droeshout]]|Firma di Shakespeare}}
{{Bio
|Nome = William
|Cognome = Shakespeare
|PostCognome = <ref>In [[Lingua italiana|italiano]] si trovano la rara e antica forma adattata ''Guglielmo Scespir'' ([https://www.google.it/books/edition/Museo_di_letteratura_e_filosofia_per_cur/MpMEAAAAQAAJ?hl=it&gbpv=0 Museo di letteratura e filosofia], per cura di S. Gatti. Nuova ser., vol. 1-15; 3a ser., vol. 1-nuova [4th], Volume 7, Museo di scienze e letteratura, 1845, p. 256; Scrivendo & parlando: usi e abusi della lingua italiana, Luciano Satta, 1988, p. 137; Opere edite e inedite in prosa ed in versi, Volume 22, Saverio Bettinelli, 1801, p. 113) e le varianti ancor più rare ''[https://books.google.it/books?id=sPCUamUuuZIC&pg=PA38 Scespiro]'' e ''[https://archive.org/details/rosemaryforremem0000unse/page/n7/mode/1up Scespirio]''.</ref>
|PreData = {{IPA|/ˈʃeɪkspɪər/|en}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Stratford-upon-Avon
|GiornoMeseNascita = 23 aprile
|AnnoNascita = 1564
|NoteNascita = <ref>La data di battesimo è il 26 aprile [[1564]], mentre l'esatto giorno di nascita è un argomento ancora dibattuto tra gli esperti. Si dice che sia nato il 23 aprile per convenzione, in quanto in quel giorno si celebra la festa di S.san Giorgio, patrono della nazione.</ref>
|LuogoMorte = Stratford-upon-Avon
|GiornoMeseMorte = 23 aprile
|AnnoMorte = 1616
|NoteMorte = <ref>La data di morte riportata segue il [[calendario giuliano]], allora in uso in Inghilterra. Secondo il [[calendario gregoriano]], introdotto nei paesi cattolici dal [[1582]], Shakespeare morì il 3 maggio. Nella stessa data del 23 aprile 1616, ma del calendario gregoriano, morironofu anchesepolto [[Miguel de Cervantes]], morto il giorno addietro, e morì il meticcio [[inca]] [[Garcilaso de la Vega]]. Per questo motivo l'[[UNESCO]] ha designatoscelto il 23 aprile per la [[Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore]].</ref>
|Epoca = 1500
|Epoca2 = 1600
|Attività = drammaturgo
|Attività2 = poeta
|Nazionalità = inglese
|PostNazionalità = , considerato come il più importante scrittore in [[lingua inglese]] e generalmente ritenuto il più eminente drammaturgo della [[cultura occidentale]]<ref name="Greenblatt200511">{{Cita|Greenblatt, 2005|p. 11}}.</ref><ref name="Bevington200213">{{Cita|Bevington, 2002|pp. 1-3}}.</ref><ref name="Wells1997399">{{Cita|Wells, 1997|p. 399}}.</ref>
|Immagine = John Swaine - Shakspeare from the First Folio Edition - B1976.1.232 - Yale Center for British Art (cropped).jpg
|Categorie = no
|Didascalia = William Shakespeare nel ritratto eseguito da John Swaine
}}
[[File:William Shakespeare Signature.svg|min|Firma di William Shakespeare]]
 
SpessoÈ considerato il poeta più rappresentativo del [[Inghilterra|popolo inglese]]<ref>{{Cita web|url=http://www.us.oup.com/us/catalog/general/subject/LiteratureEnglish/BritishLiterature/Shakespeare/?ci=0198183232&view=usa|titolo=The Making of the National Poet: Shakespeare, Adaptation and Authorship, 1660-1769|autore=Michael Dobson|editore=[[Oxford University Press]]|lingua=en|accesso=26 febbraio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070310211445/http://www.us.oup.com/us/catalog/general/subject/LiteratureEnglish/BritishLiterature/Shakespeare/?ci=0198183232&view=usa|urlmorto=sì}}</ref> e soprannominato il "[[Bardo]] dell'[[Stratford-upon-Avon|Avon]]" (o semplicemente "Il Bardo"<ref>{{Cita web|url=http://www.websters-online-dictionary.org/th/the_bard.html|titolo=The Bard|editore=Webster's Dictionary|lingua=en|accesso=20 dicembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070930192325/http://www.websters-online-dictionary.org/th/the_bard.html}}</ref>) oppure il "Cigno dell'Avon"<ref>{{Cita web|url=http://poetry.poetryx.com/poems/5271/|titolo=To The Memory Of My Beloved, The Author, Mr William Shakespeare, And What He Hath Left Us|editore=Poetry.com|lingua=en|accesso=26 febbraio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060702064516/http://poetry.poetryx.com/poems/5271/|urlmorto=sì}}</ref>,; delle sue opere cisono sonostati pervenutiritrovati, incluse alcune collaborazioni, 3738 testi teatrali, 154 [[Sonetto|sonetti]], tre [[poemi]] e una serie di altrialtre [[Poema|poemi]]opere in versi. Le sue opere teatrali sono state tradotte in tutte le maggiori lingue del mondo e sono state inscenate più spesso di qualsiasi altra opera<ref>{{Cita|Craig, 2003|p. 3}}.</ref>; inoltre è lo scrittore maggiormente citato nella storia della [[letteratura inglese]] e molte delle sue espressioni linguistiche sono entrate nell'inglese quotidiano<ref>{{Cita web|url=http://www.litencyc.com/php/speople.php?rec=true&UID=5160|titolo=William Shakespeare|autore=Lois Potter|editore=The Literary Encyclopedia|lingua=en|accesso=21 dicembre 2011}}</ref><ref name="autogenerated3">{{Cita|Johnson, 2002|p. 12}}.</ref><ref name="Cita|cita-Crystal, -2001|p. 63-p63">{{Cita|Crystal, 2001|p. 63}}.</ref>.
 
Nonostante la cronologia esatta delle sue opere sia ancora al centro di numerosi dibattiti, così come la paternità di alcune di esse, è possibile collocare con sufficiente certezza l'[[cronologiaCronologia delle opere di William Shakespeare|epoca di composizione]] della maggior parte dei suoi lavori nei circa venticinque anni compresi tra il [[1588]] e il [[1613]]<ref>{{Cita|Chambers, 1930|Vol. 1, pp. 270–71}}.</ref><ref>{{Cita|Taylor, 1987|pp. 109–134109-134}}.</ref>. Capace di eccellere sia nella [[tragedia]] sia nella [[commedia]], fu in grado di coniugare il gusto popolare della sua epoca con una complessa caratterizzazione dei personaggi, una poetica raffinata e una notevole profondità filosofica.

Benché fosse già popolare in vita, divenne immensamente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerosi e importanti personaggi nei secoli seguenti. La scarsità di documenti pervenutici riguardanti la sua vita privata ha fatto sorgere numerose congetture riguardo al suo aspetto fisico, alla sua sessualità, al suo credo religioso e persino all'[[Attribuzione delle opere di Shakespeare|attribuzione delle sue opere]]<ref>{{Cita|Shapiro, 2005|ppp. XVII-XVIII}}.</ref><ref>{{Cita|Schoenbaum, 1991|pp. 41, 66, 397–98, 402, 409}}.</ref><ref>{{Cita|Taylor, 1990|pp. 145, 210–23, 261–5}}.</ref><ref>{{cita web|lingua=en|url=http://search.eb.com/shakespeare/article-252446|titolo=Shakespeare, William – Shakespeare the man>Life>Sexuality|editore=''Encyclopædia Britannica's Guide to Shakespeare''|accesso=23 giugno 2015|autore=David Bevington}}</ref>. Gli è stato dedicato un [[asteroide]]: [[2985 Shakespeare]]<ref>{{en}} [http://www.minorplanetcenter.net/iau/ECS/MPCArchive/1985/MPC_19850929.pdf M.P.C. 10044 del 29 settembre 1985]</ref>.
{{TOClimit|3}}
 
== Biografia ==
=== Le origini ===
[[File:William Shakespeares birthplace, Stratford-upon-Avon 26l2007.jpg|thumbmin|uprightverticale=1.2|La presunta [[Casa natale di William Shakespeare|casa natale di Shakespeare]] a Stratford.]]
Shakespeare visse a cavallo fra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVII secolo]], un periodo in cui si stava realizzando il passaggio dalla società medievale al mondo moderno. Nel [[1558]] sul trono del regno era salita [[Elisabetta I d'Inghilterra]], inaugurando in questo modo un periodo di [[Età elisabettiana|fioritura artistica e culturale che da lei prese il nome]]<ref>{{cita libro|cognome=Gurr|nome=Andrew|titolo=The Shakespearean Stage 1574–1642|url=https://archive.org/details/shakespeareansta0000gurr_r9n8|edizione=3|anno=1992|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|pp=[https://archive.org/details/shakespeareansta0000gurr_r9n8/page/12 12]-18|isbn=0-521-50981-5}}.</ref>. Il padre di William, [[John Shakespeare|John]], si trasferì, alla metà del [[Cinquecento]], da [[Snitterfield]] a [[Stratford-upon-Avon]], dove divenne guantaio e conciatore<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|pp. 18-19}}.</ref>.
 
John compare per la prima volta nelle documentazioni storiche nel [[1552]]. Un documento ci informa che John Shakespeare aveva in affitto un'ala di quella che sarebbe poi diventata famosa come la [[Casa natale di William Shakespeare|casa natale del poeta]], situata a Henley Street. Nel [[1556]] John accrebbe le sue proprietà, acquistando una proprietà fondiaria e l'altra ala della casa natale, che a quel tempo era una struttura separata<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|pp. 19-20}}.</ref>.
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=== La giovinezza a Stratford ===
[[File:Shakespeare's family circle.jpg|thumb|leftmin|La famiglia di Shakespeare in un'illustrazione del 1890.: William recita l{{'}}''[[Amleto]]'', [[Anne Hathaway (Shakespeare)|Anne]] è seduta sulla destra, [[Hamnet Shakespeare|Hamnet]] è in piedi, mentre, da sinistra, [[Judith Quiney|Judith]] e [[Susanna Hall|Susannah]] lo ascoltano.]]
La data di battesimo di William Shakespeare a Stratford-upon-Avon risulta essere il 26 aprile [[1564]]; la trascrizione nel registro parrocchiale riporta: ''Gulielmus, filius Johannes Shakespeare''<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 26}}.</ref>. Non è documentata la data di nascita, che tradizionalmente si suppone sia avvenuta tre giorni prima, il 23 aprile, giorno in cui si festeggia [[San Giorgio]], patrono dell'[[Inghilterra]]<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 24-25}}.</ref><ref>Carlo Maria Pensa prefazione a ''William Shakespeare, Amleto - Sogno di una notte di mezza estate'' 1999.</ref>. William fu il terzo di otto figli<ref>{{Cita web|url=http://shakespeare.palomar.edu/timeline/genealogy.htm|titolo=A Shakespeare Genealogy|editore=Shakespeare.palomar.edu|lingua=en|accesso=27 dicembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070329205405/http://shakespeare.palomar.edu/timeline/genealogy.htm}}</ref>. Nell'estate del 1564 la [[peste]] colpì Stratford, ma risparmiò gli Shakespeare<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|pp. 28-29}}.</ref>.
 
Sebbene nei registri scolastici di quel periodo non compaia il suo nome, per alcuni biografi Shakespeare frequentò la ''King's New School'', istituto gratuito per i maschi della cittadina, dedicato a [[Edoardo VI]] e fondato dalla [[Gilda della Santa Croce]], distante circa 400 metri dalla sua casa<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 62-63}}.</ref><ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 53}}.</ref><ref>{{Cita|Wells, 2005|Capitoli XV–XVI}}.</ref>; lì avrebbe avuto modo di apprendere il [[lingua latina|latino]] e i classici della letteratura, e di essere forse sottoposto a frequenti punizioni corporali<ref>{{cita libro|cognome=Baldwin|nome=T. W.|titolo=William Shakspere's Small Latine & Lesse Greek|anno=1944|editore=University of Illinois Press|città=Ill|lingua=en|pp=164-184|isbn=no}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Cressy|nome=David|titolo=Education in Tudor and Stuart England|anno=1975|editore=St Martin's Press|città=New York|lingua=en|pp=28-29|isbn=no}}</ref>. Le lezioni erano impartite sei giorni alla settimana, cominciavano alle sei o alle sette di mattina e continuavano fino alle undici; dopo la sosta per il pranzo riprendevano all'una per poi concludersi alle sei di sera<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 73}}.</ref>. Non risulta nessuna sua eventuale formazione universitaria.
La data di battesimo di William Shakespeare a Stratford-upon-Avon risulta essere il 26 aprile [[1564]]; la trascrizione nel registro parrocchiale riporta: "Gulielmus, filius Johannes Shakspere"<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 26}}.</ref>. Non è documentata la data di nascita, che tradizionalmente si suppone sia avvenuta tre giorni prima, il 23 aprile, giorno in cui si festeggia [[San Giorgio]], patrono dell'[[Inghilterra]]<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 24-25}}.</ref><ref>Carlo Maria Pensa prefazione a ''William Shakespeare, Amleto - Sogno di una notte di mezza estate'' 1999.</ref>. William fu il terzo di otto figli<ref>{{Cita web|url=http://shakespeare.palomar.edu/timeline/genealogy.htm|titolo=A Shakespeare Genealogy|editore=Shakespeare.palomar.edu|lingua=en|accesso=27 dicembre 2011}}</ref>. Nell'estate del 1564 la peste colpì Stratford, ma risparmiò gli Shakespeare<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|pp. 28-29}}.</ref>.
 
Sebbene non ci siano giunti i registri scolastici di quel periodo, per alcuni biografi Shakespeare frequentò la ''King's New School'', istituto gratuito per i maschi della cittadina, dedicato a [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo VI]] e fondato dalla [[Gilda della Santa Croce]], distante circa quattrocento metri dalla sua casa<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 62-63}}.</ref><ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 53}}.</ref><ref>{{Cita|Wells, 2005|Capitoli XV–XVI}}.</ref>; lì avrebbe avuto modo di apprendere il [[lingua latina|latino]] e i classici della letteratura, e di essere forse sottoposto a frequenti punizioni corporali<ref>{{cita libro|cognome=Baldwin|nome=T. W.|titolo=William Shakspere's Small Latine & Lesse Greek|anno=1944|editore=University of Illinois Press|città=Ill|lingua=inglese|pp=164–184|isbn={{NoISBN}}}}.</ref><ref>{{cita libro|cognome=Cressy|nome=David|titolo=Education in Tudor and Stuart England|anno=1975|editore=St Martin's Press|città=New York|lingua=inglese|pp=28-29|isbn={{NoISBN}}}}.</ref>. Le lezioni erano impartite sei giorni alla settimana, cominciavano alle sei o alle sette di mattina e continuavano fino alle undici; dopo la sosta per il pranzo riprendevano all'una per poi concludersi alle sei di sera<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 73}}.</ref>. Non risulta nessuna sua eventuale formazione universitaria.
 
È probabile che William abbia lavorato come apprendista nel negozio del padre<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 80}}.</ref>; è stato messo in rilievo come Shakespeare abbia fatto riferimento a svariati tipi di pelle e ad altre conoscenze tipiche dei conciatori<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|pp. 80-81}}.</ref>. Il 27 novembre [[1582]], a diciotto anni, William sposò a Stratford [[Anne Hathaway (Shakespeare)|Anne Hathaway]], di otto anni più grande. Considerata la data di nascita della prima figlia, il matrimonio, testimoniato da Fulk Sandalls e John Richardson, fu forse affrettato dalla gravidanza della sposa<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 78-79, 93}}.</ref>.
 
Il 26 maggio [[1583]] la prima figlia di Shakespeare, [[Susanna Hall|Susannah]], fu battezzata a Stratford<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|p. 93}}.</ref>. Due anni dopo, il 2 febbraio [[1585]], furono battezzati due gemelli: un maschio, [[Hamnet Shakespeare|Hamnet]], e una femmina, [[Judith Quiney|Judith]]<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|p. 94}}.</ref>. Gli Shakespeare chiamarono i figli come i loro vicini e inseparabili amici, Hamnet e Judith Sadler<ref name="scho99">{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 99}}.</ref>. Quando nel 1598 Judith e Hamnet Sadler ebbero un figlio, lo chiamarono William<ref name="scho99" />.
[[Hamnet]] era una variante morfologica, consueta a quel tempo, di Hamlet<ref name="serpieri">{{cita libro|cognome=Serpieri|nome=Alessandro|titolo=Il mistero del primo Amleto|edizione=in Giuseppina Restivo, Renzo Crivelli (a cura di), ''Tradurre/Interpretare "Amleto"''|anno=2002|editore=Clueb|città=Bologna|isbn=88-491-1853-8}}.</ref>, ed è stato supposto che per il nome del bambino si sia ispirato a quello del protagonista dell'[[Amleto|opera omonima]], benché il nome Hamnet o Hamlet fosse a quei tempi piuttosto comune. La figlia di Susannah e di John Hall, Elizabeth, sarà l'ultima discendente della famiglia<ref>{{Cita web|url=http://freepages.genealogy.rootsweb.ancestry.com/~shakespeare/books/stopes/chapter9.htm|titolo=Shakespeare's Family|editore=Freepages.genealogy.rootsweb.ancestry.com|lingua=en|accesso=8 gennaio 2012}}</ref>.
 
[[File:ThomasLucy.jpg|thumb|''Shakespeare Before Thomas Lucy'', un'illustrazione di un aneddoto sul poeta.]]
[[File:ThomasLucy.jpg|min|''Shakespeare Before Thomas Lucy'', un'illustrazione di un aneddoto sul poeta]]
 
=== Gli anni perduti ===
Tra il battesimo dei due gemelli e la sua comparsa sulla scena letteraria inglese, non vi sono documenti relativi alla vita di Shakespeare; per questo motivo, il periodo che va dal [[1585]] al [[1592]] è definito dagli studiosi come "''lost years"'' ("anni perduti"). Il tentativo di spiegare questo periodo ha dato vita a numerose supposizioni e fantasie; spesso nessuna prova suffraga queste storie se non le dicerie raccolte dopo la morte del drammaturgo<ref>{{Cita|Honigmann, 1999|pp. 95–11795-117}}.</ref><ref>{{Cita|Wood, 2003|pp. 97–10997-109}}.</ref>. [[Nicholas Rowe]], il primo biografo di Shakespeare, riporta una leggenda di Stratford secondo la quale Shakespeare abbandonò la città, rifugiandosi a Londra, per sfuggire a un processo causato dalla caccia di frodo di un cervo di [[Thomas Lucy]], un signorotto locale<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 97-108}}.</ref><ref>{{Cita web|url=http://shakespeare.palomar.edu/rowe.htm|titolo=Some Acount of the Life &c. of Mr. William Shakespear|autore=Nicholas Rowe|editore=Shakespeare.palomar.edu|lingua=en|accesso=21 dicembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080723160054/http://shakespeare.palomar.edu/ROWE.HTM|dataarchivio=23 luglio 2008}}</ref>. Un altro racconto del [[XVIII secolo]] riporta che Shakespeare cominciò la sua carriera teatrale badando ai cavalli dei clienti dei teatri di Londra<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 144-145}}.</ref>.
 
[[John Aubrey]] riportò che Shakespeare divenne un insegnante di campagna<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 110-111}}.</ref> pur non presentando nessuna prova a sostegno di questa ipotesi. Alcuni studiosi hanno suggerito la possibilità che Shakespeare sia stato assunto come tutore da Alexander Hoghton di [[Lancashire]], un proprietario terriero cattolico che cita un certo "William Shakeshafte" nel suo testamento del [[1581]]<ref>{{Cita|Honigmann, 1999|Capitolo 1}}.</ref><ref>{{Cita|Wells, 2005|p. xvii}}.</ref>. Tuttavia non si hanno prove che qualche membro della famiglia del poeta usò mai la variante "Shakeshafte"<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 119}}.</ref>. È stato ipotizzato che Shakespeare abbia cominciato la sua carriera teatrale unendosi a una delle tante compagnie che visitavano Stratford annualmente. Nella stagione [[1583]]-[[1584|84]] tre compagnie visitarono Stratford, nella stagione [[1586]]-[[1587|87]] ben cinque, tra cui quella della regina, quella di Essex e quella di Leicester<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 122}}.</ref>.
 
=== La comparsa a Londra e i primi successi ===
[[File:Statue Of Shakespeare.jpg|thumbmin|La statua di Shakespeare a [[Leicester Square]], Londra, opera di [[Giovanni Fontana (scultore)|Giovanni Fontana]] del 1874<ref>{{cita web|url=http://www.victorianweb.org/sculpture/misc/fontana1.html|titolo=William Shakespeare by Giovanni Fontana|lingua=en|accesso=30 dicembre 2011}}</ref>.]]
Diversi documenti del [[1592]] ci informano del successo di Shakespeare in ambito teatrale: sappiamo che sue opere sono già state rappresentate dalle compagnie dei conti di Derby, di Pembroke e del Sussex; si ha notizia, inoltre, della rappresentazione ildel 3 marzo 1592 della prima parte dell'''[[Enrico VI, parte 1I|prima parte dell{{'}}''Enrico VI]]'']]<ref>{{cita libro|cognome=Proudfoot|nome=Richard|coautori=Ann Thompson, David Scott Kastan|titolo=The Arden Shakespeare Complete Works Paperback Edition|anno=2001|editore=Thomson Learning|lingua=inglese|p=. 463|isbn=1-903436-61-3}}.</ref>. La fama delle opere di Shakespeare eranoera probabilmente in ascesa vertiginosa, tanto da attirarsi le gelosie dei colleghi più anziani:; proprio in quest'anno, dopo la registrazione del 20 settembre nello [[Stationers' Register]]<ref>{{Cita web|url=https://stationersregister.online/entry/SRO3415|titolo=Stationers' Register Online, Entry SRO3415|lingua=en}}</ref>, fu pubblicato postumo un opuscolo di [[Robert Greene]] dedicòcon la celebre invettiva che sembrerebbe rivolta a Shakespeare:
 
{{Citazione|Un corvo parvenu, abbellito dalle nostre piume, che con lail suasuo ''Artecuore di tigre nascostanascosto da un corpo d'attore''<ref>La frase in corsivo è una parodia della frase di Shakespeare "Oh, cuore di tigre nascosto da un corpo di donna!" (''[[Enrico VI, parte III]]'').</ref> ritiene d'essere capace quanto il migliore di voi di tuonare in pentametri giambici; ed essendo un faccendiereGiovanni affaccendatissimoFactotum, è secondo il suo proprio giudizio l'unico 'Scuoti-scene'<ref>Evidente l'assonanza Shake-scene / Shake-speare.</ref> del paese.|[[Robert Greene|Greene]], nel ''Groatsworth of Wit'',<ref>{{Cita unlibro|autore=[[Robert opuscoloGreene]]|titolo=Groats-Worth pubblicatoof ilWitte, 3Bought settembrewith a Million of Repentance|curatore=[[1592Henry Chettle]]|url=https://archive.org/details/bim_early-english-books-1475-1640_greenes-groats-worth-of_greene-robert_1592/page/n39/mode/1up|città=London|editore=imprinted for William Wright|anno=1592|posizione=c. F<sup>1</sup>''v''|lingua=en}}</ref>|an upstart Crow, beautified with our feathers, that with his ''Tygers hart wrapt in a Players hyde'', supposes he is as well able to bombast out a blanke verse as the best of you: and beeing an absolute Johannes factotumFactotum, is in his owne conceit the onely Shake-scene in a countrey.|lingua=en}}
 
Greene era uno scrittore dalla personalità focosa che entrò in contrasto col letterato John Florio e che nel ''Groatsworth'' criticò anche [[Christopher Marlowe|Marlowe]] e [[Thomas Nashe|Nashe]]<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 165}}.</ref>. [[Henry Chettle]], il tipografocuratore che aveva preparato per le stampe il manoscritto del ''Groatsworth'', sentì il bisogno, pochi mesi dopo, di prendere le distanze da Greene nella prefazione alla sua opera ''Kind-Heart's Dream'' (''Sogno di cuor gentile'')<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 166}}.</ref>; nel passo in questione, sul quale gli studiosi hanno spesso speculato dal momento che tramanda il carattere di Shakespeare, Chettle si dispiace di non averlo risparmiato, apprezzando la "rettitudine della sua condotta, che attesta della sua onestà, e della sua grazia arguta nello scrivere, che depone bene sulla sua arte"<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|pp. 166-167}}.</ref>.
 
[[File:Shakespeare1COA.png|min|verticale|sinistra|Lo stemma della famiglia Shakespeare]]
Negli anni [[1593]]-[[1594|94]], a causa di un'epidemia di peste, i teatri inglesi rimasero chiusi; Shakespeare, in questo periodo, pubblicò due poemetti, ''[[Venere e Adone]]'' e ''[[Il ratto di Lucrezia]]''<ref>{{cita libro|cognome=Melchiori|nome=Giorgio|titolo=Prospetto alle opere di Shakespeare|edizione=in Shakespeare, ''Re Lear''|anno=1989|editore=Mondadori|isbn=88-04-32575-5}}.</ref>. Il primo, stampato nel [[1593]], è dedicato a [[Henry Wriothesley, III conte di Southampton]], all'epoca diciannovenne. Sono state fatte molte speculazioni intorno alla relazione tra Shakespeare e Southampton - alcuni critici lo identificano come il misterioso "W.H." destinatario dei [[Sonetti (Shakespeare)|sonetti]] -, tuttavia secondo [[Samuel Schoenbaum]] "non traspare una grande intimità tra poeta e mecenate"<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1990|p. 186}}.</ref>. Il volume ebbe molto successo ed ebbe numerose ristampe<ref name="S1990189">{{Cita|Schoenbaum, 1990|p. 189.}}</ref>. Il successo dell'opera è testimoniato anche da un'opera teatrale, stampata nel [[1606]] ma di qualche anno precedente, ''The Return from Parnassus'', rappresentata all'inizio del [[XVII secolo]] dagli studenti del [[St John's College (Cambridge)|St John's College]] di [[Cambridge]]<ref>{{pdf}} {{cita web|url=http://ia700309.us.archive.org/17/items/returnfromparnas00ameruoft/returnfromparnas00ameruoft.pdf|titolo=Il fac-simile dell'edizione del 1606|editore=Ia700309.us|accesso=17 dicembre 2011}}</ref>. ''The Return from Parnassus'' è la seconda di un ciclo di tre opere teatrali; al suo interno, un personaggio dice:
Negli anni [[1593]]-[[1594|94]], a causa di un'epidemia di peste, i teatri inglesi rimasero chiusi; Shakespeare, in questo periodo, pubblicò due poemetti, ''[[Venere e Adone]]'' e ''[[Il ratto di Lucrezia]]''<ref>{{cita libro|cognome=Melchiori|nome=Giorgio|titolo=Prospetto alle opere di Shakespeare|edizione=in Shakespeare, ''Re Lear''|anno=1989|editore=Mondadori|isbn=88-04-32575-5}}</ref>. Il primo, stampato nel [[1593]], è dedicato a [[Henry Wriothesley, III conte di Southampton]], all'epoca diciannovenne. Sono state fatte molte speculazioni intorno alla relazione tra Shakespeare e Southampton - alcuni critici lo identificano come il misterioso "W.H." destinatario dei [[Sonetti (Shakespeare)|sonetti]]. Il volume ebbe molto successo ed ebbe numerose ristampe<ref name="S1990189">{{Cita|Schoenbaum, 1990|p. 189.}}</ref>. Il successo dell'opera è testimoniato anche da un'opera teatrale, stampata nel [[1606]] ma di qualche anno precedente, ''The Return from Parnassus'', rappresentata all'inizio del [[XVII secolo]] dagli studenti del [[St John's College (Cambridge)|St John's College]] di [[Cambridge]]<ref>{{pdf}} {{cita web|url=https://ia700309.us.archive.org/17/items/returnfromparnas00ameruoft/returnfromparnas00ameruoft.pdf|titolo=Il fac-simile dell'edizione del 1606|editore=Ia700309.us|accesso=17 dicembre 2011}}</ref>. ''The Return from Parnassus'' è la seconda di un ciclo di tre opere teatrali; al suo interno, un personaggio dice: {{Citazione|Che il mondo ignorante stimi pure [[Edmund Spenser|Spenser]] e [[Chaucer]]. Io venererò il dolce signor Shakespeare, e in suo onore metterò Venere e Adone sotto il mio cuscino|The Return from Parnassus, 1606|Let this duncified world esteem of Spenser and Chaucer, I'll worship sweet Mr Shakespeare, and to honour him will lay his Venus and Adonis under my pillow.|lingua=en}}
[[File:Shakespeare1COA.png|thumb|left|Lo stemma della famiglia Shakespeare.]]
 
{{Citazione|Che il mondo ignorante stimi pure [[Edmund Spenser|Spenser]] e [[Geoffrey Chaucer|Chaucer]]. Io venererò il dolce signor Shakespeare, e in suo onore metterò Venere e Adone sotto il mio cuscino|The Return from Parnassus, 1606|Let this duncified world esteem of Spenser and Chaucer, I'll worship sweet Mr Shakespeare, and to honour him will lay his Venus and Adonis under my pillow.|lingua=en}}
Tuttavia questa citazione manifesta solo la popolarità che il ''Venere e Adone'' aveva raggiunto in quegli anni; infatti, sebbene alcuni critici abbiano interpretato questa frase come un apprezzamento dell'ambiente universitario nei confronti di Shakespeare, altri hanno sottolineato che il personaggio che fa questo elogio è uno stupido<ref name="S1990189" />.
A supporto dell'ipotesi che Shakespeare non erafosse visto di buon occhio dall'ambiente universitario, è possibile citare la terza e ultima parte del ciclo "Parnassus" degli studenti del St John's College, ''The Second Part of the Return from Parnassus''; in questa, un personaggio che impersona [[William Kempe]], parlando con un personaggio che impersona un altro membro della compagnia diin cui si trovava Shakespeare, critica in maniera grossolana i drammaturghi con educazione universitaria e afferma che "il nostro compagno Shakespeare li ha tutti umiliati"<ref>{{cita web|http://internetshakespeare.uvic.ca/Library/SLT/drama/reputation/parnassus.html|Internetshakespeare.uvic.ca|17 dicembre 2011}}</ref>.
 
Nel 1594, Shakespeare dà alle stampe il suo secondo poemetto ''[[Il ratto di Lucrezia]]'', anch'esso dedicato al conte di Southampton. Leggendo la dedica, la maggioranza degli studiosi sono d'accordo sull'accresciuta familiarità tra il poeta e il conte<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1990|p. 191.}}</ref>; tuttavia, la relazione tra i due resta di difficile interpretazione, dato che, escluse queste due dediche, Southampton non compare in nessun altro documento riguardante Shakespeare<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1990|p. 192.}}</ref>.
 
=== I servi del Lord Ciambellano ===
Nell'autunno [[1594]] la peste abbandonòterminò a Londra, e ciò permise la riapertura dei teatri; Shakespeare si unì, o contribuì a formare, unaalla [[compagnia teatrale]] chiamata ''[[The Lord Chamberlain's Men]]'' ("servi del [[Lord Ciambellano]]"), della quale facevano parte anche [[Richard Burbage]] e [[William Kempe]]<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|p. 184}}.</ref>. La prima notizia dell'esistenza della compagnia si ebbe nel giugno 1594<ref name="autogenerated1">{{Cita|Schoenbaum, 1990|p. 196.}}</ref>, attraverso un documento del libro dei conti del tesoriere privato della regina, che riportava la notizia di una rappresentazione della compagnia presso il [[Palace of Placentia|palazzo reale di Greenwich]], il giorno di S. Stefano (26 dicembre) e il giorno degli Innocenti (28 dicembre), di fronte a [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]]<ref name="autogenerated1" />.
[[File:New place house.JPG|thumb|upright=1.2|''[[New Place]]'', casa di Shakespeare, in un disegno di [[George Vertue]].]]
Nel [[1596]] morì l'unico figlio maschio, [[Hamnet Shakespeare|Hamnet]], che fu sepolto a Stratford l'11 agosto<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|p. 224}}.</ref>. Nello stesso anno, [[John Shakespeare]], grazie al successo avuto dal figlio, riuscì a ottenere il diritto di fregiarsi di uno stemma e del titolo di ''[[gentiluomo|gentleman]]'' per sé e per i suoi discendenti, nonostante il suo prestigio e la sua fortuna fossero notevolmente ridotti rispetto ad alcuni anni prima<ref>{{cita libro|curatore=Anna Luisa Zazo|titolo=Cronologia della vita e delle opere di Shakespeare|edizione=in ''Otello''|anno=1992|editore=Mondadori|p=LI|isbn=978-88-04-50938-7}}.</ref>, il motto scelto è ''Non sanz droict'', "Non senza diritto"<ref name="garzanti" />.
 
[[File:New place house.JPG|min|verticale=1.2|[[New Place]], casa di Shakespeare, in un disegno di [[George Vertue]]]]
Nel [[1597]] Shakespeare comprò da William Underhill per sessanta sterline una residenza a Stratford, ''[[New Place]]'', composta da "due granai, due giardini, due frutteti, con annessi". La casa, la più grande di Stratford a quei tempi, era stata infatti costruita da un eminente cittadino della generazione precedente, Sir [[Hugh Clopton]]<ref>{{cita libro|cognome=Bryson|nome=Bill|titolo=Shakespeare: The World as a Stage|anno=2008|editore=Harper Perennial|città=Londra|lingua=inglese|p=119|isbn=0-06-074022-1}}.</ref>. L'acquisto testimonia i notevoli guadagni ottenuti da Shakespeare con l'attività teatrale.
Nel [[1596]] morì l'unico figlio maschio, [[Hamnet Shakespeare|Hamnet]], che fu sepolto a Stratford l'11 agosto<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|p. 224}}.</ref>. Nello stesso anno, [[John Shakespeare]], grazie al successo avuto dal figlio, riuscì a ottenere il diritto di fregiarsi di uno stemma e del titolo di ''[[gentiluomo|gentleman]]'' per sé e per i suoi discendenti, nonostante il suo prestigio e la sua fortuna fossero notevolmente ridotti rispetto ad alcuni anni prima<ref>{{cita libro|curatore=Anna Luisa Zazo|titolo=Cronologia della vita e delle opere di Shakespeare|edizione=in ''Otello''|anno=1992|editore=Mondadori|p=LI|isbn=978-88-04-50938-7}}</ref>; il motto scelto è ''Non sanz droict'', "Non senza diritto"<ref name="garzanti" />.
 
Nel [[1597]] Shakespeare comprò da William Underhill per sessanta sterline una residenza a Stratford, ''[[New Place]]'', composta da "due granai, due giardini, due frutteti, con annessi". La casa, la più grande di Stratford a quei tempi, era stata infatti costruita da un eminente cittadino della generazione precedente, Sir [[Hugh Clopton]]<ref>{{cita libro|cognome=Bryson|nome=Bill|titolo=Shakespeare: The World as a Stage|anno=2008|editore=Harper Perennial|città=Londra|lingua=en|p=119|isbn=0-06-074022-1}}</ref>. L'acquisto testimonia i notevoli guadagni ottenuti da Shakespeare con l'attività teatrale.
Nell [[1598]] Shakespeare si trasferì nella diocesi di St. Helen's Bishopsgate. In questo stesso anno, Francis Meres pubblicò il ''Palladis Tamia'', nel quale parlava di "un Ovidio risorto nel mellifluo Shakespeare", e aggiungeva che tra i drammaturghi inglesi era il migliore sia nella tragedia sia nella commedia, citando molti suoi titoli<ref name="garzanti" />. Sempre nel 1598 il Bardo partecipò come attore alla rappresentazione di ''[[Every Man in his Humour]]'' di [[Ben Jonson]], nella parte di ''Kno'well'', un vecchio gentiluomo<ref>{{Cita web|url=http://hollowaypages.com/jonson1692humour.htm|titolo=The Holloway Pages: Ben Jonson: Works (1692 Folio): Every Man in his Humour|editore=Hollowaypages.com|lingua=en|accesso=21 dicembre 2011}}</ref>; nell'[[in-folio]] delle opere di Jonson del [[1616]], Shakespeare compariva infatti in cima alla lista degli attori<ref name="garzanti" />.
 
Nel [[1598]] Shakespeare si trasferì nella diocesi di St. Helen's Bishopsgate. Nello stesso anno, Francis Meres pubblicò il ''Palladis Tamia'', nel quale parlava di "un Ovidio risorto nel mellifluo Shakespeare", e aggiungeva che tra i drammaturghi inglesi era il migliore sia nella tragedia sia nella commedia, citando molti suoi titoli<ref name="garzanti" />. Sempre nel 1598 il Bardo partecipò come attore alla rappresentazione di ''[[Every Man in his Humour]]'' di [[Ben Jonson]], nella parte di ''Kno'well'', un vecchio gentiluomo<ref>{{Cita web|url=http://hollowaypages.com/jonson1692humour.htm|titolo=Ben Jonson: Works (1692 Folio): Every Man in his Humour|lingua=en|accesso=22 luglio 2022}}</ref>; nell'[[in-folio]] delle opere di Jonson del [[1616]], Shakespeare compariva infatti in cima alla lista degli attori<ref name="garzanti"/>.
Shakespeare divenne poi azionista dei ''[[The Lord Chamberlain's Men]]'', acquisendo circa il 10% della compagnia la quale, soprattutto grazie a lui, era talmente popolare da far sì che, dopo la morte di [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] e l'incoronazione di [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]] ([[1603]]), il nuovo monarca la adottasse, e si fregiò così del titolo di ''[[The King's Men]]'' ("Gli uomini del re"); in questa compagnia Shakespeare ricoprì anche il ruolo di amministratore, oltre a quelli di drammaturgo e attore<ref>{{cita libro|cognome=Chambers|nome=E. K.|titolo=The Elizabethan Stage, 2|anno=1923|editore=Clarendon Press|città=Oxford|lingua=inglese|pp=208–209|isbn=0-19-811511-3}}.</ref>. Vari documenti che registrano affari legali e transazioni economiche mostrano come la ricchezza di Shakespeare si fosse accresciuta molto nei suoi anni londinesi. Il 5 giugno [[1607]] sua figlia Susannah sposò il medico John Hall nella chiesa della Holy Trinity di Stratford<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 312}}.</ref>.
 
Shakespeare divenne poi azionista dei ''[[The Lord Chamberlain's Men]]'', acquisendo circa il 10% della compagnia la quale, soprattutto grazie a lui, era talmente popolare da far sì che, dopo la morte di [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] e l'incoronazione di [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]] ([[1603]]), il nuovo monarca la adottasse, e si fregiò così del titolo di ''[[King's Men]]'' ("Gli uomini del re"); in questa compagnia Shakespeare ricoprì anche il ruolo di amministratore, oltre a quelli di drammaturgo e attore<ref>{{cita libro|cognome=Chambers|nome=E. K.|titolo=The Elizabethan Stage, 2|anno=1923|editore=Clarendon Press|città=Oxford|lingua=en|pp=208-209|isbn=0-19-811511-3}}</ref>. Vari documenti che registrano affari legali e transazioni economiche mostrano come la ricchezza di Shakespeare si fosse accresciuta molto nei suoi anni londinesi. Il 5 giugno [[1607]] sua figlia Susannah sposò il medico John Hall nella chiesa della Holy Trinity di Stratford<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 312}}.</ref>.
 
=== Il ritorno a Stratford ===
[[File:Stratford Holy Trinity Church3.jpg|leftsinistra|thumbmin|Il [[monumento funerario di Shakespeare]].]]
Intorno al [[1611]] si ritirò nella sua città natale, Stratford. L'11 settembre "Mr. ShackspereShakespeare" figura sulla lista dei contribuenti che devono pagare l'imposta per la manutenzione delle strade reali<ref name="garzanti">''Tutto il teatro di William Shakespeare''. Testo inglese a fronte. Con CD-ROM, Garzanti Libri, 2000.</ref>. In quello stesso anno firmò una petizione dei cittadini di Stratford che chiedeva alla [[Camera dei comuni]] di riparare le strade maestre<ref>All'epoca le strade erano costruite e riparate per lo più da filantropi.</ref><ref name="s302">{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 302}}.</ref>. Il 3 febbraio [[1612]] fu sepolto Gilbert, un fratello di Shakespeare<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|pp. 303-304}}.</ref>. A maggio Shakespeare fu convocato a Londra per testimoniare nella causa "Mountjoy-Bellott", che opponeva due fabbricanti di parrucche londinesi, Christopher Mountjoy e il genero Stephen Bellott. Gli atti del processo sono giunti fino a noi: al termine di quelli che contengono la deposizione di Shakespeare è presente la sua firma<ref>{{Cita web|url=httphttps://jottit.com/47j57/|titolo=Deposition of William Shakespeare in the Bellott-Mountjoy Dowry Lawsuit|editore=Jottit.com|lingua=en|accesso=21 dicembre 2011|dataarchivio=9 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120209143157/https://www.jottit.com/47j57/|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Agli inizi del [[1613]] morì l'ultimo fratello di Shakespeare, Richard<ref name="s304">{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 304}}.</ref>: degli otto figli di John Shakespeare rimanevano solo William e la sorella Joan<ref name="s304" />.
Nel mese di marzo Shakespeare acquistò una casa a Londra per 140 sterline (di cui 80 in contanti); era l'ex portineria dell'abbazia dei Frati Neri (''Blackfriars''), non lontano dall'[[Blackfriars Theatre|omonimo teatro]]<ref name="garzanti" />. A partire dal 1613 Shakespeare non produsse più alcunché<ref name="s302" />. Nel novembre [[1614]] trascorse diverse settimane a Londra insieme al genero John Hall<ref>{{Cita|Honan, 1998|p. 387}}.</ref>.
 
Il 10 febbraio [[1616]] sua figlia Judith sposò [[Thomas Quiney]]<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 318}}.</ref>: quest'ultimo poco prima di sposarsi aveva messo incinta una ragazza di Stratford<ref name="s319">{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 319}}.</ref>.
[[File:Shakespeare-Testament.jpg|miniatura|Ultima pagina del testamento manoscritto del 1616. "By me William Shakespeare" è l'unica frase scritta di pugno dal commediografo.]]
Il 25 marzo seguente Shakespeare fece testamento: la maggior parte dei suoi beni andò alla figlia Susanna e al marito; all'altra figlia, Judith, lasciò alcune somme in denaro con clausole cautelative, mentre alla moglie lasciò "l'usufrutto della seconda camera da letto" nella casa a New Place; lasciò poi vari oggetti e piccole somme per l'acquisto di anelli ad alcuni conoscenti di Stratford e agli attori [[Richard Burbage]], [[John Heminges]] e [[Henry Condell]]<ref name="s322"/>.
 
[[File:Shakespeare grave -Stratford-upon-Avon -3June2007.jpg|min|sinistra|La tomba di William Shakespeare nel coro della [[Chiesa della Trinità (Stratford upon Avon)|Holy Trinity Church]]]]
Il 10 febbraio 1616 sua figlia Judith sposò [[Thomas Quiney]]<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 318}}.</ref>: quest'ultimo poco prima di sposarsi aveva messo incinta una ragazza di Stratford<ref name="s319">{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 319}}.</ref>. Il 25 marzo [[1616]] Shakespeare fece testamento: la maggior parte dei suoi beni andò alla figlia Susanna e al marito; all'altra figlia, Judith, lasciò alcune somme in denaro con clausole cautelative, mentre alla moglie lasciò "l'usufrutto della seconda camera da letto" nella casa a New Place; lasciò poi vari oggetti e piccole somme per l'acquisto di anelli ad alcuni conoscenti di Stratford e agli attori [[Richard Burbage]], [[John Heminge]] e [[Henry Condell]]<ref name="s322" />.
William Shakespeare morì il giorno del suo 52º compleanno, il 23 aprile [[1616]] secondo il calendario giuliano; era rimasto sposato ad Anne fino alla fine. John Ward, un vicario di Stratford, mezzo secolo dopo raccontò che Shakespeare, dopo aver passato una serata in campagna con [[Michael Drayton]] e [[Ben Jonson]], in cui bevve molto alcol, morì di una febbre contratta in quell'occasione<ref name="s322">{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 322}}.</ref>. È possibile che questa sia una delle numerose leggende relative alla vita del Bardo<ref name="s322"/>.
[[File:Shakespeare grave -Stratford-upon-Avon -3June2007.jpg|thumb|La tomba di William Shakespeare.]]
William Shakespeare morì il 23 aprile [[1616]]; era rimasto sposato ad Anne fino alla fine. John Ward, un vicario di Stratford, mezzo secolo dopo raccontò che Shakespeare, dopo aver passato una serata in campagna con [[Michael Drayton]] e [[Ben Jonson]], in cui bevve molto alcol, morì di una febbre contratta in quell'occasione<ref name="s322">{{Cita|Schoenbaum, 1979|p. 322}}.</ref>. È possibile che questa sia una delle numerose leggende relative alla vita del Bardo<ref name="s322" />.
 
FuÈ sepolto nel coro della [[HolyChiesa Trinitydella ChurchTrinità (Stratford- upon- Avon)|Holy Trinity Church]], la chiesa parrocchiale di Stratford; questo privilegio non fu dovuto alla sua fama come scrittore ma al pagamento di una quota della decima della chiesa, 440 sterline. Su un muro nei pressi della sua tomba si trova un [[monumento funerario di Shakespeare|monumento]], commissionato probabilmente dalla sua famiglia,<ref>{{cita libro|cognome=Holderness|nome=Graham|titolo=Cultural Shakespeare: Essays in the Shakespeare Myth|url=https://archive.org/details/culturalshakespe0000hold|anno=2001|editore=Univ of Hertfordshire Press|lingua=ingleseen|pp=[https://archive.org/details/culturalshakespe0000hold/page/152 152]-154|isbn=1-902806-11-5}}.</ref>; è un busto che mostra Shakespeare nell'atto di scrivere. L'[[epitaffio]] sulla sua tomba recita:
{{Citazione|Caro amico, per l'amor di Gesù astieniti,<br />dallo smuovere la polvere qui contenuta.<br />Benedetto sia colui che custodisceha cura di queste pietre,<br />E maledetto sia colui che disturba le mie ossa|Epitaffio sulla tomba di W.Shakespeare|Good friend, for Jesus' sake forbear,<br />To dig the dust enclosed here.<br />Blest be the man that spares these stones,<br />And cursed be he that moves my bones.|lingua=en}}
 
=== Albero genealogico ===
<div align="center">{{Albero genealogico/inizio}}
<center>
{{Albero genealogico | | | | | RS |v|AW | |RA| | | |RS=Richard Shakespeare<br /><small>(1490–1561)</small>|RA=Robert Arden<br /><small>(1506-1556)</small>|AW=Abigail Webb <small>(1515-1590)</small>}}
{{Albero genealogico/inizio}}
{{Albero genealogico | | | | | RS |v|AW | |RA| | | |RS=[[Richard Shakespeare]]<br /><small>(1490–1561)</small>|RA=Robert Arden<br /><small>(.1550..-1556)</small>|AW=Abigail Webb}}
{{Albero genealogico | | | | | | | |!| | | | | |!| | }}
{{Albero genealogico | | | | | | | JOHN |-|v|-| MA | | | |JOHN=[[John Shakespeare]]<br /><small>(circa 1531–1601)</small>|MA=[[Mary Arden (Shakespeare)|Mary Arden]]<br /><small>(1537–1608)</small>}}
{{Albero genealogico | | | | | | | | |,|-|^|-|-|-|-|-|.|}}
{{Albero genealogico | | | | | | | | WS |v| AH | |JOAN|-|WH|WS='''William Shakespeare'''<br /><small>(1564-1616)</small>|AH=[[Anne Hathaway (Shakespeare)|Anne Hathaway]]<br /><small>(1555/56-1623)</small>|JOAN=[[Joan Shakespeare]]<br /><small>(1569–1646)</small>|WH=[[Hart (famiglia)|William Hart]]}}
{{Albero genealogico | | | | | | |,|-|-|-|+|-|-|-|-|.| | |}}
{{Albero genealogico | |JH|v| SS | | HS | | | JS |v|TQ| | | JH=[[John Hall (fisico 1575)|John Hall]]<br /><small>(1575-1635)</small>|SS=[[Susanna Shakespeare]]<br /><small>(1583-1649)</small>|HS=[[Hamnet Shakespeare]]<br /><small>(1585-1596)</small>|JS=[[Judith Shakespeare]]<br /><small>(1585-1662)</small>|TQ=[[Thomas Quiney]]}}
Riga 108 ⟶ 116:
{{Albero genealogico |JB|-|EB|-|TN| | |TQ| |SQ| |RQ| JB=John Barnard|EB=[[Elizabeth Hall]]<br /><small>(1608-1670)</small>|TN=Thomas Nash |SQ=Shakespeare Quiney<br /><small>(1616-1617)</small>|RQ=Richard Quiney<br /><small>(1618-1639)</small>|TQ=[[Thomas Quiney]]<br /><small>(1620-1639)</small>}}
{{Albero genealogico/fine}}
</centerdiv>
 
== Opere ==
{{vedi anche|Cronologia delle opere di Shakespeare}}
[[File:Gilbert WShakespeares Plays.jpg|thumbmin|''The Plays of William Shakespeare'', [[John Gilbert (pittore)|Sir John Gilbert]], 1849.]]
L'opera poetica e drammaturgica di Shakespeare costituisce una parte fondamentale della [[letteratura]] [[civiltà occidentale|occidentale]] ed è continuamente studiata e rappresentata in ogni parte del globo. La cronologia delle sue opere è incerta e rappresenta un argomento ancora dibattuto dagli studiosi<ref name="Greenblatt200511" /><ref name="Bevington200213" /><ref name="Wells1997399" />. Nel ''[[First Folio]]'' del [[1623]], redatto da [[John Heminges]] e [[Henry Condell]], sono comprese le 36 opere teatrali di Shakespeare, elencate in base alla loro classificazione come [[Tragedie shakespeariane|tragedie]], [[Commedie shakespeariane|commedie]] e [[Drammi storici shakespeariani|drammi storici]]<ref name="Boyce9691">{{Cita|Boyce, 1996|pp. 91, 193, 513}}.</ref>. Nessun'opera poetica di Shakespeare è stata inclusa nel ''First Folio''.
 
Nessun'opera poetica di Shakespeare è stata inclusa nel ''First Folio''. Alla fine del [[XIX secolo]], [[Edward Dowden]] ha definitodefinì quattro delle ultime commedie shakespeariane, ovvero ''[[Pericle, principe di Tiro]]'', ''[[La tempesta]]'', ''[[I due nobili cugini|I due nobili congiunti]]'' e ''[[Il racconto d'inverno]]'', come ''[[Romances (Shakespeare)|romances]]'' e,(una anchepossibile seresa moltiitaliana studiosisarebbe preferiscono chiamarle"drammi romanzeschi"[[Tragicommedia|tragicommedie]]"), questoe termineda allora questa definizione è stata accolta spesso usato.<ref>{{cita libro|cognome=Edwards|nome=Phillip|titolo=Shakespeare's Romances: 1900–1957|anno=1958|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|pp=1-10|isbn=0-521-21500-5}}.</ref><ref>{{cita libro|cognome=Shakespeare|nome=William|curatore=Susan Snyder, Deborah Curren-Aquino|titolo=Shakespeare|anno=2007|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|pp=3-15|isbn=0-521-22158-7}}.</ref>.
 
Nel 1896, [[Frederick S. Boas]] coniò il termine ''[[problem playplays]]'', ("drammi problematici" o "dialettici",) per descrivere quattroaltri scrittitre didrammi, Shakespeare,ovvero ''[[Tutto è bene quel che finisce bene]]'', ''[[Misura per misura]]'', ''[[Troilo e Cressida]]''; esecondo Boas, inoltre, ''[[Amleto]]'' sarebbe l'anello di congiunzione tra i drammi problematici e le tragedie successive.<ref name="SE1">{{cita libro|cognome=Schanzer|nome=Ernest|titolo=The Problem Plays of Shakespeare|url=https://archive.org/details/problemplaysofsh0000scha_d8j5|anno=1963|editore=Routledge and Kegan Paul|città=Londra|lingua=ingleseen|pp=1-10|isbn=0-415-35305-X}}.</ref>; il termine, nonostanteBenché sia dibattuto, anche questo termine rimane in uso, anche se ''Amleto'' viene definitivamentegeneralmente classificato come una "autentica" tragedia.<ref name="SE1" /><ref>{{cita libro|cognome=Berry|nome=Ralph|titolo=Changing Styles in Shakespeare|anno=2005|editore=Routledge|città=Londra|lingua=ingleseen|p=37|isbn=0-415-35316-5}}.</ref>.

Altre opere, attribuite talvolta al drammaturgo di Stratford, sono elencate come [[Apocrifi di Shakespeare|apocrife]]. Due sono le opere andate perdute, ''[[Cardenio]]'' e ''[[Pene d'amore vinte]]''<ref name="SE1" />.
 
=== Opere teatrali ===
[[File:Talbot (Selous).jpg|leftsinistra|thumbmin|verticale|Talbot in battaglia, nelda ''[[Enrico VI, parte I]]''.]]
Inizialmente, come era tradizione in età elisabettiana, Shakespeare collaborò con altri drammaturghi alla stesura delle sue prime opere<ref>{{Cita|Wells, Orlin, 2003|p. 49}}.</ref>; tra queste vi sono ''[[Tito Andronico]]'', della quale un drammaturgo di fine Seicento disse "egli si è limitato soltanto a perfezionare con il suo magistrale tocco uno o due dei personaggi principali"<ref>Edward Ravenscroft (1654?–1707) in {{cita libro|cognome=Bate|nome=Jonathan|titolo=Arden Shakespeare|anno=1996|editore=Titus Andronicus|p=79|isbn={{NoISBNno}}}}.</ref>. ''[[I due nobili congiunti]]'', scritta in collaborazione con [[John Fletcher]], e ''[[Cardenio]]'', andata perduta, hanno una documentazione sull'attribuzione a Shakespeare precisa.
 
Le prime opere di Shakespeare furono incentrate su [[Enrico VI d'Inghilterra|Enrico VI]]; ''[[Enrico VI, parte I]]'', composto tra il [[1588]] e il [[1592]], potrebbe essere la prima opera di Shakespeare, sicuramente messa in scena, se non commissionata, da [[Philip Henslowe]]. Al successo della prima parte fanno seguito ''[[Enrico VI, parte II]]'', ''[[Enrico VI, parte III]]'' e ''[[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo III]]'', costituendo a posteriori una tetralogia sulla [[guerra delle due rose]] e sui fatti immediatamente successivi; queste furono in diversa misura composte a più mani attingendo copiosamente dalle ''Cronache'' di [[Raphael Holinshed]], ma sempre più segnate dallo stile caratteristico del drammaturgo, descrivendo i contrasti tra le dinastie [[Casato di York|York]] e [[Casato dei Lancaster|Lancaster]], conclusisi con l'avvento della [[dinastia Tudor]] da cui discendeva l'allora regnante Elisabetta I. Nel suo insieme, prima ancora che celebrazione della monarchia e dei meriti del suo casato, la ''tetralogia'' appare come un appello alla concordia civile<ref name="Melchiori">{{Cita|Melchiori, 2008|}}.</ref>.
[[File:Taming of the Shrew.jpg|thumb|Incisione da una scena de ''[[La bisbetica domata]]'', atto IV, scena III.]]
Molte opere risalenti al primo periodo della carriera di Shakespeare furono influenzate dalle opere di altri drammaturghi elisabettiani, in particolare [[Thomas Kyd]] e [[Christopher Marlowe]], dalle tradizioni del dramma medievale e dalle opere di [[Seneca]]<ref>{{Cita|Ribner, 2005|p. 67}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Cheney|nome=Patrick Gerard|titolo=The Cambridge Companion to Christopher Marlowe|anno=2004|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=inglese|p=100|isbn=0-521-52734-1}}.</ref>. Di datazione controversa, ma collocabili prima delle opere della maturità, sono un piccolo gruppo di commedie, in cui è forte l'influenza dell'[[eufuismo]] e dei testi dei letterati rinascimentali e alle ambientazioni italiane. Di questo periodo fanno parte ''[[I due gentiluomini di Verona]]'', ''[[La commedia degli errori]]'', in cui vi sono elementi riconducibili ai modelli classici, e ''[[La bisbetica domata]]'', derivante probabilmente da un racconto popolare<ref>{{Cita|Honan, 1998|pp. 96–100}}</ref><ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 159-161}}</ref>.
 
[[File:Taming of the Shrew.jpg|min|Incisione da una scena de ''[[La bisbetica domata]]'', atto IV, scena III]]
Dal 1594, la peste e l'inasprirsi della censura provocarono la scomparsa di molte compagnie, mentre nacquero nuove realtà teatrali, come ''[[The Lord Chamberlain's Men]]'', di cui fece parte come autore e attore. L'abilità del drammaturgo di identificare i temi più richiesti e il suo talento nella riscrittura dei copioni perché non incappassero nei tagli del [[Master of the Revels]] gli assicurarono in questo periodo una rapida ascesa al successo. Le prime commedie shakespeariane, influenzate dallo stile classico e italiano, con strette trame matrimoniali e precise sequenze comiche, dal 1594 cedono il passo all'atmosfera romantica, con toni a volte più scuri e propri di una [[tragicommedia]]<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 235}}</ref>.
Molte opere risalenti al primo periodo della carriera di Shakespeare furono influenzate dalle opere di altri drammaturghi elisabettiani, in particolare [[Thomas Kyd]] e [[Christopher Marlowe]], dalle tradizioni del dramma medievale e dalle opere di [[Seneca]]<ref>{{Cita|Ribner, 2005|p. 67}}.</ref><ref>{{cita libro|cognome=Cheney|nome=Patrick Gerard|titolo=The Cambridge Companion to Christopher Marlowe|url=https://archive.org/details/cambridgecompani00chen_319|anno=2004|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=en|p=100|isbn=0-521-52734-1}}</ref>. Di datazione controversa, ma collocabili prima delle opere della maturità, sono un piccolo gruppo di commedie, in cui è forte l'influenza dell'[[eufuismo]], dei testi dei letterati rinascimentali e delle ambientazioni italiane. Di questo periodo fanno parte ''[[I due gentiluomini di Verona]]'', ''[[La commedia degli errori]]'', in cui vi sono elementi riconducibili ai modelli classici e ''[[La bisbetica domata]]'', che secondo alcuni deriverebbe da un racconto popolare,<ref>{{Cita|Honan, 1998|pp. 96-100}}.</ref><ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 159-161}}.</ref> ma che troviamo nelle novelle di [[Giambattista Giraldi Cinzio]] che ispirò anche [[Otello]] e [[Misura per misura]].
 
Dal 1594 la peste e l'inasprirsi della censura provocarono la scomparsa di molte compagnie, mentre nacquero nuove realtà teatrali, come ''[[The Lord Chamberlain's Men]]'', di cui fece parte come autore e attore. L'abilità del drammaturgo di identificare i temi più richiesti e il suo talento nella riscrittura dei copioni perché non incappassero nei tagli del [[Master of the Revels]], gli assicurarono in questo periodo una rapida ascesa al successo. Le prime commedie shakespeariane, influenzate dallo stile classico e italiano, con strette trame matrimoniali e precise sequenze comiche, dal 1594 cedono il passo all'atmosfera romantica, con toni a volte più scuri e propri di una [[tragicommedia]]<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 235}}.</ref>.
In tutte le opere di questa fase è presente il ''wit'', gioco letterario basato sulle sottigliezze lessicali. Shakespeare riesce a rendere strumenti espressivi i giochi di parole, gli [[ossimoro|ossimori]], le [[figura retorica|figure retoriche]], che non sono mai fini a sé stessi, ma inseriti a creare voluti contrasti tra l'eleganza della convenzione letteraria e i sentimenti autentici dei personaggi<ref>{{cita libro|cognome=Shakespeare|nome=William|curatore=William Alexander Lawson|titolo=Shakespeare's wit and humor|anno=1912|editore=G. W. Jacobs|lingua=inglese|isbn={{NoISBN}}}}</ref>. Questo periodo caratterizzato quindi da [[commedia romantica|commedie romantiche]] ha inizio tuttavia con una tragedia, ''[[Romeo e Giulietta]]'', una delle opere più note di Shakespeare, proseguendo poi con ''[[Sogno di una notte di mezza estate]]'', che contiene diversi elementi inediti nelle opere del bardo come la magia e le fate, e ''[[Il mercante di Venezia]]''<ref>{{Cita|Wood, 2003|pp. 205–206}}</ref><ref>{{Cita|Honan, 1998|p. 258}}</ref>. Completano le opere di questa fase degli scritti shakespeariani l'ingegno e i giochi di parole di ''[[Molto rumore per nulla]]''<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 359}}</ref> la suggestiva cornice rurale di ''[[Come vi piace]]'', la vivace allegria de ''[[La dodicesima notte]]'' e ''[[Le allegre comari di Windsor]]''<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|pp. 362–383}}</ref>.
 
In tutte le opere di questa fase è presente il ''wit'', gioco letterario basato sulle sottigliezze lessicali. Shakespeare riesce a rendere strumenti espressivi i giochi di parole, gli [[ossimoro|ossimori]], le [[figura retorica|figure retoriche]], che non sono mai fini a sé stessi, ma inseriti a creare voluti contrasti tra l'eleganza della convenzione letteraria e i sentimenti autentici dei personaggi<ref>{{cita libro|cognome=Shakespeare|nome=William|curatore=William Alexander Lawson|titolo=Shakespeare's wit and humor|anno=1912|editore=G. W. Jacobs|lingua=en|isbn=no}}</ref>. Questo periodo caratterizzato quindi da [[commedia romantica|commedie romantiche]] ha inizio tuttavia con una tragedia, ''[[Romeo e Giulietta]]'', una delle opere più note di Shakespeare, proseguendo poi con ''[[Sogno di una notte di mezza estate]]'', che contiene diversi elementi inediti nelle opere del bardo come la magia e le fate, e ''[[Il mercante di Venezia]]''<ref>{{Cita|Wood, 2003|pp. 205-206}}.</ref><ref>{{Cita|Honan, 1998|p. 258}}.</ref>. Completano le opere di questa fase degli scritti shakespeariani l'ingegno e i giochi di parole di ''[[Molto rumore per nulla]]'',<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 359}}.</ref> la suggestiva cornice rurale di ''[[Come vi piace]]'', la vivace allegria de ''[[La dodicesima notte]]'' e ''[[Le allegre comari di Windsor]]''<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|pp. 362-383}}.</ref>.
Negli stessi anni nacque la seconda serie di drammi storici inglesi; dopo la lirica ''[[Riccardo II (Shakespeare)|Riccardo II]]'', scritta quasi interamente in versi, Shakespeare presentò, alla fine del [[XVI secolo]], alcune commedie in prosa, come ''[[Enrico IV, parte I]]'' e ''[[Enrico IV, parte II|II]]'' ed ''[[Enrico V (Shakespeare)|Enrico V]]''. L'ultimo scritto di questo periodo fu ''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]'', basato sulla traduzione di [[Thomas North]] delle ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]]<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 356}}</ref>. La produzione di opere storiche riguardanti le origini della dinastia regnante andò di pari passo con il successo suscitato da tale genere. ''[[Edoardo III (Shakespeare)|Edoardo III]]'', attribuibile a Shakespeare solo in parte, offre un esempio positivo di monarchia, contrapposto a quello del ''Riccardo III''. ''[[Re Giovanni (Shakespeare)|Re Giovanni]]'', abile riscrittura shakespeariana di un copione pubblicato nel [[1591]], narra di un monarca instabile e tormentato e dei discutibili personaggi che lo circondano. In queste opere i suoi personaggi divennero più complessi e teneri, mentre si passa abilmente tra scene comiche e serie, tra prosa e poesia, raggiungendo una notevole varietà narrativa. Fu determinante per il successo dei drammi l'introduzione di personaggi fittizi a cui il pubblico si affezionò, come [[Falstaff]]<ref>{{Cita|Shapiro, 2005|p. 150}}</ref>.
[[File:Eugène Ferdinand Victor Delacroix 018.jpg|left|thumb|''Hamlet et Horatio au cimetière'', [[Eugène Delacroix]], 1839.]]
Nei primi anni del [[XVII secolo]], Shakespeare scrisse quelle che verranno definite da Frederick S. Boas ''problem play'', i "drammi dialettici" che segnano un nuovo modo di intendere la rappresentazione, in cui i personaggi esprimono compiutamente le contraddizioni umane, dando voce alle problematiche di un'epoca che si è ormai distaccata completamente dagli schemi medioevali; di queste fanno parte ''[[Tutto è bene quel che finisce bene]]'', ''[[Misura per misura]]'', ''[[Troilo e Cressida]]'' e alcune tra le sue tragedie più note, come ''[[Amleto]]''<ref name="SE1" /><ref>{{Cita|Shapiro, 2005|p. 151}}</ref>; l'eroe di quest'ultima è probabilmente il personaggio shakespeariano più conosciuto, discusso e studiato, soprattutto per il suo famoso monologo "''[[Essere o non essere|To be, or not to be]]''"<ref>{{Cita|Bradley, 1991|p. 94}}</ref>. Shakespeare inoltre ha probabilmente scritto parte della scena VI di ''[[Sir Tommaso Moro]]'', frutto della mano di almeno cinque diversi autori, mai rappresentato e stampato soltanto nel [[1814]]<ref>{{cita libro|cognome=Jowett|nome=John|titolo=Sir Thomas More. Arden Shakespeare|anno=2011|editore=Methuen Publishing|lingua=inglese|p=437|isbn=978-1-904271-47-5}}.</ref>.
 
Negli stessi anni nacque la seconda serie di drammi storici inglesi; dopo la lirica ''[[Riccardo II (Shakespeare)|Riccardo II]]'', scritta quasi interamente in versi, Shakespeare presentò, alla fine del [[XVI secolo]], alcune commedie in prosa, come ''[[Enrico IV, parte I]]'' e ''[[Enrico IV, parte II|II]]'' ed ''[[Enrico V (Shakespeare)|Enrico V]]''. L'ultimo scritto di questo periodo fu ''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]'', basato sulla traduzione di [[Thomas North]] delle ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]]<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 356}}.</ref>. La produzione di opere storiche riguardanti le origini della dinastia regnante andò di pari passo con il successo suscitato da tale genere. ''[[Edoardo III (Shakespeare)|Edoardo III]]'', attribuibile a Shakespeare solo in parte, offre un esempio positivo di monarchia, contrapposto a quello del ''Riccardo III''. ''[[Re Giovanni (Shakespeare)|Re Giovanni]]'', abile riscrittura shakespeariana di un copione pubblicato nel [[1591]], narra di un monarca instabile e tormentato e dei discutibili personaggi che lo circondano. In queste opere i suoi personaggi divennero più complessi e teneri, mentre si passa abilmente tra scene comiche e serie, tra prosa e poesia, raggiungendo una notevole varietà narrativa. Fu determinante per il successo dei drammi l'introduzione di personaggi fittizi a cui il pubblico si affezionò, come [[Falstaff]]<ref>{{Cita|Shapiro, 2005|p. 150}}.</ref>.
Il [[1603]] segna una svolta storica per il teatro inglese; salito al trono, [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]] promuove un nuovo impulso delle arti sceniche, avocando a sé la migliore compagnia dell'epoca, i ''Chamberlain's Men'', che da quel momento si chiameranno ''[[The King's Men]]''. A Giacomo I, Shakespeare dedicò alcune delle sue opere maggiori, scritte per l'ascesa al trono del sovrano scozzese, come ''[[Otello]]'', ''[[Re Lear]]'' e ''[[Macbeth]]'', la più breve e più complessa delle tragedie di Shakespeare<ref>{{Cita|McDonald, 2006|pp. 43–46}}</ref>. A differenza dell'introverso Amleto, il cui errore fatale è l'esitazione, gli eroi di queste tragedie come ''Otello'' e ''Re Lear'' furono sconfitti da affrettati errori di giudizio<ref>{{Cita|Bradley, 1991|p. 86}}</ref>; le trame di queste opere fanno spesso perno su questi errori fatali, che sovvertono l'ordine e distruggono l'eroe e i suoi cari<ref>{{Cita|Bradley, 1991|pp. 40-48}}</ref>. Le tre ultime tragedie, che risentono della lezione di ''Amleto'', sono drammi che restano aperti, senza ristabilire un ordine ma generando piuttosto ulteriori interrogativi. Ciò che conta non è l'esito finale, ma l'esperienza. Ciò a cui si dà maggiore importanza è l'esperienza catartica dell'azione scenica, piuttosto che la sua conclusione.
[[File:George Romney - William Shakespeare - The Tempest Act I, Scene 1.jpg|thumb|Incisione de ''[[La tempesta]]'', atto I, scena I, basata su un dipinto di [[George Romney]].]]
 
[[File:Hamlet und Horatio auf dem Friedhof (Eugène Ferdinand Victor Delacroix).jpg|sinistra|min|verticale|''Hamlet et Horatio au cimetière'', [[Eugène Delacroix]], 1839]]
Le sue ultime grandi tragedie contengono alcune delle più note poesie di Shakespeare e sono state considerate le migliori da [[Thomas Stearns Eliot]]<ref name="TSE">{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 444}}</ref>. I drammi di argomento classico sono l'occasione per affrontare il tema politico, calato nella dimensione della storia antica ricca di corrispondenze con la realtà britannica. In ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]'' l'utilizzo di una scrittura poetica sottolinea la grandiosità del tema, le vicissitudini storiche e politiche dell'[[impero romano]]. ''[[Coriolano (Shakespeare)|Coriolano]]'' è invece occasione per affrontare il tema del crollo dei potenti, l'indagine sui vizi e sulle virtù, dando voce a una intera comunità come in una sorta di coro. ''[[Timone d'Atene]]'', probabilmente scritto in collaborazione con [[Thomas Middleton]], contiene allo stesso tempo la coscienza dei rischi di un individualismo moderno e la denuncia della corruzione e del potere dell'oro<ref name="TSE" />.
Nei primi anni del [[XVII secolo]], Shakespeare scrisse quelle che verranno definite da Frederick S. Boas ''[[problem plays]]'' ("drammi problematici" o "dialettici") che segnano un nuovo modo di intendere la rappresentazione, in cui i personaggi esprimono compiutamente le contraddizioni umane, dando voce alle problematiche di un'epoca che si è ormai distaccata completamente dagli schemi medioevali; di queste fanno parte ''[[Tutto è bene quel che finisce bene]]'', ''[[Misura per misura]]'', ''[[Troilo e Cressida]]'', e in parte anche ''[[Amleto]]'';<ref name="SE1" /><ref>{{Cita|Shapiro, 2005|p. 151}}.</ref> l'eroe di quest'ultima è probabilmente il personaggio shakespeariano più conosciuto, discusso e studiato, soprattutto per il suo famoso monologo "''[[Essere o non essere|To be, or not to be]]''".<ref>{{Cita|Bradley, 1991|p. 94}}.</ref> Shakespeare inoltre ha probabilmente scritto parte della scena VI di ''[[Sir Tommaso Moro]]'', frutto della mano di almeno cinque diversi autori, mai rappresentato e stampato soltanto nel [[1814]].<ref>{{cita libro|cognome=Jowett|nome=John|titolo=Sir Thomas More. Arden Shakespeare|anno=2011|editore=Methuen Publishing|lingua=en|p=437|isbn=978-1-904271-47-5}}</ref>
 
Il [[1603]] segna una svolta storica per il teatro inglese; salito al trono, [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]] promuove un nuovo impulso delle arti sceniche, avocando a sé la migliore compagnia dell'epoca, i ''Chamberlain's Men'', che da quel momento si chiameranno ''[[King's Men]]''. A Giacomo I, Shakespeare dedicò alcune delle sue opere maggiori, scritte per l'ascesa al trono del sovrano scozzese, come ''[[Otello]]'', ''[[Re Lear]]'' e ''[[Macbeth]]'', la più breve e più complessa delle tragedie di Shakespeare<ref>{{Cita|McDonald, 2006|pp. 43-46}}.</ref>. A differenza dell'introverso Amleto, il cui errore fatale è l'esitazione, gli eroi di queste tragedie come ''Otello'' e ''Re Lear'' furono sconfitti da affrettati errori di giudizio<ref>{{Cita|Bradley, 1991|p. 86}}.</ref>; le trame di queste opere fanno spesso perno su questi errori fatali, che sovvertono l'ordine e distruggono l'eroe e i suoi cari<ref>{{Cita|Bradley, 1991|pp. 40-48}}.</ref>. Le tre ultime tragedie, che risentono della lezione di ''Amleto'', sono drammi che restano aperti, senza ristabilire un ordine ma generando piuttosto ulteriori interrogativi. Ciò che conta non è l'esito finale, ma l'esperienza. Ciò a cui si dà maggiore importanza è l'esperienza catartica dell'azione scenica, piuttosto che la sua conclusione.
Negli ultimi anni della produzione shakespeariana, il mondo del teatro londinese subisce un cambiamento sensibile; il pubblico aristocratico e della nuova borghesia agiata non frequenta più i grandi anfiteatri, ma teatri più raccolti come il [[Blackfriars]]. Le richieste di tale pubblico andavano più nella direzione dell'intrattenimento che non del coinvolgimento nella rappresentazione; alcuni commentatori hanno visto questo cambiamento di umore come prova di una più serena visione della vita da parte di Shakespeare<ref name="autogenerated2">{{Cita|Dowden, 1881|p. 60}}</ref>. Il Bardo, sempre attento ai cambiamenti del gusto e della sensibilità dei suoi spettatori, produce dei nuovi drammi, i cosiddetti ''romances'', "drammi romanzeschi", tornando in parte agli scritti romantici e alle tragicommedie; nascono dunque ''[[Pericle, principe di Tiro]]'', ''[[Cimbelino]]'', ''[[Il racconto d'inverno]]'', ''[[La tempesta]]'' e ''[[I due nobili cugini]]''.
 
[[File:George Romney - William Shakespeare - The Tempest Act I, Scene 1.jpg|min|Incisione de ''[[La tempesta]]'', atto I, scena I, basata su un dipinto di [[George Romney]]]]
A differenza delle tragedie degli anni precedenti, queste spesso terminano con la riconciliazione e il perdono di errori potenzialmente tragici<ref name="autogenerated2" /><ref>{{Cita|Frye, 2005|p. 123}}</ref>. In ''[[Enrico VIII (Shakespeare)|Enrico VIII]]'', l'ultimo grande rifacimento di un dramma storico già in cartellone per le compagnie rivali, Shakespeare, aiutato probabilmente da [[John Fletcher|Fletcher]], arricchiva e perfezionava la vicenda, riprendendo i temi della produzione precedente, dalla cronaca storica e nazionale al dramma morale, riprendendo lo stile dell'[[età elisabettiana]] nel momento in cui quell'epoca era giunta al termine<ref>{{cita libro|cognome=Halliday|nome=F. E.|titolo=A Shakespeare Companion 1564–1964|anno=1964|editore=Penguin|città=Baltimore|lingua=inglese|pp=74–75|isbn={{NoISBN}}}}</ref>. Shakespeare abolisce le tre [[unità aristoteliche]] dalle proprie opere teatrali.
Le sue ultime grandi tragedie contengono alcune delle più note poesie di Shakespeare e sono state considerate le migliori da [[Thomas Stearns Eliot]]<ref name="TSE">{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 444}}.</ref>. I drammi di argomento classico sono l'occasione per affrontare il tema politico, calato nella dimensione della storia antica ricca di corrispondenze con la realtà britannica. In ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]'' l'utilizzo di una scrittura poetica sottolinea la grandiosità del tema, le vicissitudini storiche e politiche dell'[[impero romano]]. ''[[Coriolano (Shakespeare)|Coriolano]]'' è invece occasione per affrontare il tema del crollo dei potenti, l'indagine sui vizi e sulle virtù, dando voce a un'intera comunità come in una sorta di coro. ''[[Timone d'Atene]]'', probabilmente scritto in collaborazione con [[Thomas Middleton]], contiene allo stesso tempo la coscienza dei rischi di un individualismo moderno e la denuncia della corruzione e del potere dell'oro<ref name="TSE"/>.
 
Negli ultimi anni della produzione shakespeariana, il mondo del teatro londinese subisce un cambiamento sensibile; il pubblico aristocratico e della nuova borghesia agiata non frequenta più i grandi anfiteatri, ma teatri più raccolti come il [[Blackfriars Theatre]]. Le richieste di tale pubblico andavano più nella direzione dell'intrattenimento che non del coinvolgimento nella rappresentazione; alcuni commentatori hanno visto questo cambiamento di umore come prova di una più serena visione della vita da parte di Shakespeare<ref name="autogenerated2">{{Cita|Dowden, 1881|p. 60}}.</ref>. Il Bardo, sempre attento ai cambiamenti del gusto e della sensibilità dei suoi spettatori, produce dei nuovi drammi, i cosiddetti ''[[Romances (Shakespeare)|romances]]'' ("drammi romanzeschi") tornando in parte agli scritti romantici e alle tragicommedie; nascono dunque ''[[Pericle, principe di Tiro]]'', ''[[Cimbelino]]'', ''[[Il racconto d'inverno]]'', ''[[La tempesta]]'' e ''[[I due nobili congiunti]]''.
 
A differenza delle tragedie degli anni precedenti, queste spesso terminano con la riconciliazione e il perdono di errori potenzialmente tragici<ref name="autogenerated2" /><ref>{{Cita|Frye, 2005|p. 123}}.</ref>. In ''[[Enrico VIII (Shakespeare)|Enrico VIII]]'', l'ultimo grande rifacimento di un dramma storico già in cartellone per le compagnie rivali, Shakespeare, aiutato probabilmente da [[John Fletcher|Fletcher]], arricchiva e perfezionava la vicenda, riprendendo i temi della produzione precedente, dalla cronaca storica e nazionale al dramma morale, riprendendo lo stile dell'[[età elisabettiana]] nel momento in cui quell'epoca era giunta al termine<ref>{{cita libro|cognome=Halliday|nome=F. E.|titolo=A Shakespeare Companion 1564–1964|url=https://archive.org/details/shakespearecompa0000hall_w8v9|anno=1964|editore=Penguin|città=Baltimore|lingua=en|pp=74-75|isbn=no}}</ref>. Shakespeare abolisce le tre [[unità aristoteliche]] dalle proprie opere teatrali.
 
==== Elenco delle opere teatrali di Shakespeare ====
{{colonne}}
; [[Tragedie shakespeariane|Tragedie]]
* ''[[Tito Andronico]]'' <small>(1589-1593)</small>
* ''[[Romeo e Giulietta]]'' <small>(1594-1596)</small>
Riga 154 ⟶ 166:
* ''[[Otello]]'' <small>(1604)</small>
* ''[[Re Lear]]'' <small>(1605-1606)</small>
* ''[[Timone d'Atene (Shakespeare)|Timone di Atene]]'' <small>(1605-1608)</small>
* ''[[Macbeth]]'' <small>(1605-1608)</small>
* ''[[Timone di Atene]]'' <small>(1605-1608)</small>
* ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]'' <small>(1607)</small>
* ''[[Coriolano (Shakespeare)|Coriolano]]'' <small>(1607-1608)</small>
* ''[[Cimbelino (Shakespeare)|Cimbelino]]'' <small>(1609)</small>{{colonne spezza}}
; [[Commedie shakespeariane|Commedie]]
* ''[[I due gentiluomini di Verona (Shakespeare)|I due gentiluomini di Verona]]'' <small>(1590-1595)</small>
* ''[[La commedia degli errori (Shakespeare)|La commedia degli errori]]'' <small>(1592)</small>
* ''[[La bisbetica domata (Shakespeare)|La bisbetica domata]]'' <small>(1593)</small>
* ''[[Pene d'amore perdute]]'' <small>(1593-1596)</small>
* ''[[Il mercante di Venezia]]'' <small>(1594-1597)</small>
* ''[[Sogno di una notte di mezza estate (Shakespeare)|Sogno di una notte di mezza estate]]'' <small>(1595)</small>
* ''[[Molto rumore per nulla (Shakespeare)|Molto rumore per nulla]]'' <small>(1598-1599)</small>
* ''[[Come vi piace]]'' <small>(1599-1600)</small>
* ''[[La dodicesima notte (Shakespeare)|La dodicesima notte]]'' <small>(1599-1601)</small>
* ''[[Le allegre comari di Windsor (Shakespeare)|Le allegre comari di Windsor]]'' <small>(1599-1601)</small>
* ''[[Tutto è bene quel che finisce bene (Shakespeare)|Tutto è bene quel che finisce bene]]'' <small>(1602-1603)</small>
* ''[[Misura per misura (Shakespeare)|Misura per misura]]'' <small>(1603)</small>
* ''[[Pericle, principe di Tiro (Shakespeare)|Pericle principe di Tiro]]'' <small>(1607-1608)</small>
* ''[[La tempesta]]'' <small>(1611)</small>
* ''[[Il racconto d'inverno (Shakespeare)|Il racconto d'inverno]]'' <small>(1610-1611)</small>
{{colonne spezza}}
; [[Drammi storici shakespeariani|Drammi storici]]
* ''[[Enrico VI, parte I]]'' <small>(1588-1590)</small>
* ''[[Enrico VI, parte II]]'' <small>(1588-1592)</small>
Riga 188 ⟶ 197:
* ''[[Re Giovanni (Shakespeare)|Re Giovanni]]'' <small>(1590-1597)</small>
{{colonne spezza}}
; [[Romances (Shakespeare)|Drammi romanzeschi]]
;''Opere perdute''
* ''[[Pericle, principe di Tiro]]'' <small>(1607-1608)</small>
* ''[[Cimbelino]]'' <small>(1609)</small>
* ''[[Il racconto d'inverno]]'' <small>(1610-1611)</small>
* ''[[La tempesta]]'' <small>(1611)</small>
* ''[[I due nobili congiunti]]'' <small>(1613-1614)</small>
{{colonne spezza}}
; Opere perdute
* ''[[Pene d'amore vinte]]''
* ''[[Cardenio]]''
Riga 194 ⟶ 210:
 
==== Rappresentazioni teatrali ====
[[File:Globe Theatre Innenraum.jpg|thumbmin|Gli interni del [[Globe Theatre]] nella ricostruzione del 1997.]]
Non è chiaro per quali [[Compagnia teatrale|compagnie teatrali]] Shakespeare scrisse le sue prime opere; il frontespizio dell'edizione del 1594 del ''[[Tito Andronico]]'' rileva che la tragedia è stata messa in scena da tre gruppi di attori diversi<ref>{{Cita|Wells, 2005|p. xx}}.</ref>. Dopo la peste del 1592-1593, le opere di Shakespeare vennero affidate alla propria compagnia, ''[[The Lord Chamberlain's Men]]'', che si esibiva presso il [[The Theatre]] e il [[The Curtain]] di [[Shoreditch]]<ref>{{Cita|Wells, 2005|p. xxi}}.</ref>. Quando la compagnia si trovò in conflitto con il proprietario del The Theatre, con conseguente riduzione del pubblico del teatro, [[Richard Burbage]], capo dei ''The Lord Chamberlain's Men'', per salvare l'investimento fatto, decise di abbattere la struttura e utilizzare il legno rimanente per costruire il [[Globe Theatre]]<ref>{{Cita|Shapiro, 2005|pp. 125–131125-131}}.</ref>. Il "Globe" venne aperto nell'autunno del [[1599]]; unauno dei primi copioni rappresentati nel nuovo teatro fu ''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]'', mentre negli anni successivi vennero messe in scena alcune delle maggiori opere shakespeariane, tra cui ''[[Amleto]]'', ''[[Otello]]'' e ''[[Re Lear]]''.
 
Nel [[1603]], i ''The Lord Chamberlain's Men'' entrarono nei favori di Re Giacomo I e cambiarono nome in ''[[King's Men]]''; anche se le loro rappresentazioni non furono regolari e continue nel tempo, riuscirono a esibirsi sette volte a corte tra il 10 novembre [[1604]] e il 31 ottobre 1605<ref>{{Cita|Wells, 2005|p. xxii}}.</ref>. Dal [[1608]] si spostarono al ''[[Blackfriars Theatre]]'' in inverno (era infatti un teatro coperto) e al Globe, che venne distrutto da un incendio accidentale il 29 giugno [[1613]] mentre era in corso la rappresentazione dell{{'}}''[[Enrico VIII (Shakespeare)|Enrico VIII]]''<ref>{{Cita|Wells, 2005|p. 1247}}.</ref>, in estate<ref>{{cita libro|cognome=Foakes|nome=R. A.|titolo= "Playhouses and Players" |edizione=in Braunmuller, Michael Hattaway, ''The Cambridge Companion to English Renaissance Drama''|anno=1990|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|isbn=0-521-38662-4}}.</ref>. Le scenografie interne, combinate con le elaborate [[Maschera|maschere]] della moda [[Età di Giacomo I|giacobina]], permisero a Shakespeare di introdurre dispositivi scenici più complessi<ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|p. 454}}.</ref>.
 
Tra gli attori della compagnia di Shakespeare vi erano [[Richard Burbage]], [[William Kempe]], [[Henry Condell]] e [[John Heminges]]. Burbage svolgeva il ruolo di primo attore nelle prime rappresentazioni delle opere di Shakespeare, tra cui ''[[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo III]]'', ''[[Amleto]]'', ''[[Otello]]'' e ''[[Re Lear]]''<ref>{{cita libro|cognome=Ringler|nome=William Jr.|titolo=Shakespeare and His Actors: Some Remarks on King Lear|url=https://archive.org/details/learfromstudytos0000unse|edizione=in James Ogden, ''Scouten, In Lear from Study to Stage: Essays in Criticism''|anno=1997|editore=Fairleigh Dickinson University Press|città=New Jersey|lingua=ingleseen|p=127|isbn=0-8386-3690-X}}.</ref>. Il popolare attore comico [[William Kempe]] ricoprì il ruolo del servo Pietro in ''[[Romeo e Giulietta]]'' e di Dogberry in ''[[Molto rumore per nulla]]'', oltre ad altri personaggi<ref>{{Cita|Chambers, 1930|Vol. 1, p. 341}}.</ref><ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|p. 210}}.</ref>. Alla fine del [[XVI secolo]] venne sostituito da [[Robert Armin]], che fu Pietraccia in ''[[Come vi piace]]'' e il [[Fool shakespeariano|Fool]]
in ''[[Re Lear]]''<ref>{{Cita|Shapiro, 2005|pp. 247–249247-249}}.</ref>.
 
=== Opere poetiche ===
[[File:Sonnets1609titlepage.jpg|thumbmin|uprightverticale=0.8|leftsinistra|Frontespizio originale dei ''[[Sonetti (Shakespeare)|Sonetti]]''.]]
Negli anni dal [[1592]] al [[1594]] a Londra infuriò la [[peste]], provocando la chiusura dei teatri. Shakespeare, nell'attesa di riprendere la sua attività sul palcoscenico, scrisse due poemi di diverso stile, ma entrambi dedicati a [[Henry Wriothesley, III conte di Southampton]]; ''[[Venere e Adone]]'', pubblicato nel [[1593]], fu ristampato numerose volte ed ebbe un notevole seguito; ''[[ilIl ratto di Lucrezia]]'', registrato l'anno seguente, ebbe un successo molto inferiore.<ref>{{Cita|RoweRoe, 2006|p. 21}}.</ref> Influenzate da ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Le metamorfosi]]'' di [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]]<ref>{{Cita|Frye, 2005|p. 288}}.</ref>, le due opere, caratterizzate da forti tematiche erotiche, mostrano il senso di colpa e la confusione morale che derivano dalla lussuria incontrollata<ref>{{Cita|RoweRoe, 2006|pp. 3, 21}}.</ref>.
 
Negli anni seguenti Shakespeare continuò occasionalmente a scrivere poemi e [[sonetto|sonetti]], perlopiù diffusi nella cerchia delle sue amicizie. Nel [[1609]] l'editore [[Thomas Thorpe]] stampò senza il consenso dell'autore ''[[Sonetti (Shakespeare)|Sonnets]]'', una raccolta di 154 [[sonetto|sonetti]] del Bardo. Scritti prevalentemente tra il [[1593]] e il [[1595]], i sonetti rappresentano l'unica opera autobiografica di Shakespeare, da considerarsi anche come libro filosofico colmo di implicazioni meditative<ref>{{Cita|RoweRoe, 2006|pp. 3-24}}.</ref>. La critica ha suddiviso sommariamente la raccolta in due parti: la prima è dedicata a un non meglio specificato ''fair friend'' ("bell'amico", sonetti 1-126), la seconda a una ''[[dark lady]]'' ("donna misteriosa", sonetti 127-154); tra questi possiamo poi individuare la sequenza del "poeta rivale" (sonetti 76-86)<ref>{{cita libro|cognome=RobertMatz|nome=MatzRobert|titolo=The World of Shakespeare's Sonnets: An Introduction|anno=2007|editore=McFarland & Company|lingua=ingleseen|p=111|isbn=0-7864-3219-5}}</ref>.
 
Un terzo poema narrativo, ''[[A Lover's Complaint]]'', attribuito a Shakespeare dalla maggior parte degli studiosi, venne stampato e inserito nella prima edizione dei ''[[Sonetti (Shakespeare)|Sonetti]]'' nel 1609<ref name="Rowe1">{{Cita|RoweRoe, 2006|p. 1}}.</ref><ref>{{Cita|Honan, 1998|p. 289}}.</ref>. Nel [[1599]], due prime stesure dei sonetti 138 e 144 vennero incluse ne ''[[Il pellegrino appassionato]]'', pubblicato sotto il nome di Shakespeare ma senza il suo permesso.<ref name="Rowe1" /> ''[[La fenice e la tortora]]'', pubblicato in appendice a ''Love's Martyr'', un poema di [[Robert Chester]], è conosciuto come uno dei suoi lavori più oscuri e ha portato a molti conflitti interpretativi<ref>{{cita libro|cognome=Holander|nome=J.|cognome=Holander|titolo=Oxford Anthology of Literature of Renaissance England|anno=1973|editore=F. Kermode|lingua=ingleseen|p=424|isbn={{NoISBNno}}}}.</ref>.<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|p. 327}}.</ref>.
* ''[[Sonetti (Shakespeare)|Sonetti]]'' <small>(1591-1604)</small>
* ''[[Venere e Adone]]'' <small>(1592–1593)</small>
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=== Opere apocrife ===
[[File:Sir Thomas More Hand D.jpg|thumbmin|Facsimile di una paginaverticale|Pagina del ''[[Sir Tommaso Moro]]'' scritta dalla '"[[Sir Tommaso Moro#Paternit.C3.A0|Mano D]]'", considerata l'unico esempio pervenutoci della scrittura deldi Bardo.Shakespeare|alt=]]
Nel corso degli anni, un gruppo di opere teatrali e poetiche è stato talvolta attribuito a Shakespeare, anche se il dibattito sulla paternità di questequesti opere al Bardolavori è ancora aperto. Questa incertezza è dovuta alla mancanza di alcune opere all'interno del ''[[First Folio]]'' e del ''[[Palladis Tamia]]'' di [[Francis Meres]]. Tra questiqueste vi sono ''[[Arden of Feversham]]'', dramma del [[1592]] attribuito in parte a Shakespeare, che lo mise in scena almeno una volta insieme ai ''The Lord Chamberlain's Men''<ref>{{cita libro|cognome=Kirschenbaum|nome=L.|cognome=Kirschenbaum|titolo=Shakespeare and Arden of Feversham|anno=1945|editore=The Review of English Studies|lingua=ingleseen|pp=134-136|isbn={{NoISBNno}}}}.</ref>, ''[[Edoardo III (Shakespeare)|Edoardo III]]'', opera edita anonimamente nel 1596, scritta almeno in parte, secondo gli studiosi, da Shakespeare<ref>{{cita libro|cognome=Smith|nome=M.W.A.|cognome=Smith|titolo=Notes and Queries 238|anno=1993|lingua=ingleseen|pp=204-205|isbn={{NoISBNno}}}}.</ref>, ''[[Locrine]]'', pubblicata nel 1595 con la scritta "Appena redatta, supervisionata e corretta da WS"<ref>{{cita libro|nome=Baldwin|cognome=Maxwell|nome=Baldwin|titolo=Studies in the Shakespeare Apocrypha|anno=1956|editore=King's Crown Press|città=New York|lingua=ingleseen|pp=39-63|isbn={{NoISBNno}}}}.</ref>, ''[[Sir John Oldcastle]]'', edita nel 1600, per la quale Shakespeare fu indicato subito come l'autore (il diario di [[Philip Henslowe]] riporta invece che questail lavoro fu opera di altri quattro scrittori), ''[[Thomas Lord Cromwell]]'', che venne data alle stampe nel 1602 e alladella quale, secondo moderni studi, il Bardo non contribuì alla stesura<ref name="Apocrypha" /> e ''[[Alla regina|To the Queen]]'', poesia ritenuta l'epilogo di [[Come vi piace]].
 
''[[The London Prodigal]]'' venne stampata nel 1605 sotto il nome di Shakespeare, anche se, secondo alcuni studiosi, manca di alcuni elementi tipici delle opere shakespeariane<ref name="Apocrypha">{{cita libro|cognome=Tucker-Brooke|nome=C.F.|cognome=Tucker-Brooke|titolo=The Shakespeare Apocrypha|anno=1908|editore=Oxford University Press|lingua=ingleseen|isbn={{NoISBNno}}}}.</ref>, mentre ''[[The Puritan, or the Widow of Watling Street|The Puritan]]'', ''[[A Yorkshire Tragedy]]'' e ''[[The Second Maiden's Tragedy]]'', pubblicate rispettivamente nel 1607, nel 1608 e nel 1611 e attribuite a "W.S.", vennero in seguito ritenute tutte di [[Thomas Middleton]]<ref name="Apocrypha" />. DegliTra gli scritti apocrifi del Bardo vi sono anche ''[[The Birth of Merlin]]'', pubblicata nel 1662 come opera del Bardo e di [[William Rowley]], ma scritta probabilmente nel 1622, sei anni dopo la morte di Shakespeare<ref>{{cita libro|cognome=Dominik|nome=Mark|titolo=William, Shakespeare and "The Birth of Merlin"|anno=1991|editore=Aliothpp. Press|lingua=inglese|pp=165-72|isbn=0-945088-03-5}}.</ref>, e ''[[Sir Tommaso Moro]]'', dramma incappato subito nella censura che ne impose numerosi tagli; tre delle pagine di quest'opera possono essere state scritte da Shakespeare e rappresentare quindi, l'unico documento autografo del Bardo (fatta eccezione per le firme poste su alcuni documenti) arrivato in età contemporanea<ref>{{cita libro|cognome=Evans|nome=G. Blakemore|titolo=Introduction to Sir Thomas More. The Riverside Shakespeare|anno=1974|editore=Houghton Mifflin Company|lingua=ingleseen|p=1683|isbn={{NoISBNno}}}}.</ref>.
 
AlcuneDiverse sono le opere attribuite a Shakespeare andate perdute; ''[[Cardenio]]'' (''The History of Cardenio'') è una commedia messa in scena dai ''King's Men'' nel [[1613]]. Il libraio Humphrey Moseley inserì l'opera nel [[1653]] nello ''Stationers' Register'', attribuendola a Shakespeare e a [[John Fletcher]]. Il contenuto della commedia, la cui esistenza è attestaattestata da diversi documenti, non è conosciuto, ma era probabilmente basato sulle disavventure che coinvolgevano il personaggio Cardenio del [[Don Chisciotte della Mancia|Don Chisciotte]]<ref>{{cita libro|cognome=Dominik|nome=Mark|titolo=William, Shakespeare and 'The Birth of Merlin'|anno=1991|editore=Philosophicalp. Library|città=New York|p=270|isbn=0-945088-03-5}}.</ref>. Nel ''Palladis Tamia'', Meres inserì nella lista di opere di Shakespeare ''[[Pene d'amore vinte]]'' (''Love's Labour's Won''); alcuni lo ritengono un lavoro a noi non giunto, altri considerano la citazione di Meres un titolo alternativo di una commedia del Bardo a noi giunta<ref>{{cita libro|cognome=Berryman|nome=John|titolo=Berryman's Shakespeare: essays, letters and other writings|anno=2001|editore=Tauris Parke Paperbacks|lingua=ingleseen|p=lii|isbn=1-86064-643-3}}.</ref>. Alcuni studiosi ipotizzano inoltre la pubblicazione di ''[[Ur-Hamlet]]'', una prima versione di ''[[Amleto]]''<ref name="Apocrypha" />.
 
=== Edizioni e pubblicazioni ===
[[File:Title page William Shakespeare's First Folio 1623.jpg|thumbmin|leftsinistra|uprightverticale|Frontespizio del ''[[First Folio]]'']]
A differenza del suo contemporaneo [[Ben Jonson]], Shakespeare non ha partecipato alla redazione e pubblicazione delle sue opere. Infatti, fatta eccezione per due poemetti giovanili (''[[Venere e Adone]]'' e ''[[Lo stupro di Lucrezia]])'', il Bardo non si è mai curato di dare alle stampe le proprie opere; d'altra parte a quel tempo non vi era interesse a farlo, poiché le opere teatrali erano di proprietà della compagnia e pubblicarle avrebbe significato mettere nelle mani di compagnie rivali i propri copioni. I testi esistenti sono solitamente trascrizioni effettuate dopo le prime rappresentazioni oppure provengono direttamente dal manoscritto autografato dello scrittore o dagli stessi copioni<ref>{{Cita|CiarammellaCiaramella, 1957|p. 54}}.</ref>.
 
Le prime stampe furono destinate a un pubblico popolare e le copie erano fatte senza notevoliparticolari accorgimenti estetici. Il formato utilizzato è chiamato ''[[in quarto]]'', le cui specifiche pagine sono ottenute piegando i fogli stampati in quattro parti; talvolta le pagine non erano ordinate correttamente. La seconda edizione vennefu destinata a un pubblico più agiato, comportando quindi una maggiore importanzaattenzione allaper la presentazione; per questa stampa vennerofu utilizzatiutilizzato fogliil singoliformato (''[[in folio]]'')<ref>{{Cita|CiarammellaCiaramella, 1957|p. 61}}.</ref>.
 
Nel [[1598]] [[Francis Meres]] pubblicò ''[[Palladis Tamia]]'', primo resoconto critico delle opere di Shakespeare di natura enciclopedica, importante per la ricostruzione della cronologia dei drammi shakespeariani<ref>{{Cita|Wells, 1997|p. 90}}.</ref>. ''Mr. William Shakespeare's Comedies, Histories & Tragedies'', conosciuta comunemente come ''[[First Folio]]'', fu la prima raccolta delle opere di Shakespeare e venne, pubblicata nel [[1623]] a cura di [[John Heminges]] e [[Henry Condell]]; questa contiene 36 testi, di cui 18 stampati per la prima volta, elencati come [[Tragedie shakespeariane|tragedie]], [[Commedie shakespeariane|commedie]] e [[Drammi storici shakespeariani|drammi storici]]<ref name="Boyce9691" />. Il ''First Folio'', che non comprende né poesie né poemi, rappresenta la sola fonte attendibile per circa venti opere e comunque una fonte molto importante anche per molte di quelle già pubblicate in precedenza pubblicate<ref name="Boyce9691" /><ref>{{Cita|Wells, 2005|p. xxxvii}}.</ref>. Due opere non sono incluse nel ''First Folio'',: ''[[I due nobili congiunti]]'' e ''[[Pericle, principe di Tiro]]'', tuttavia sono comunque accettate come parte del canone shakespeariano, dal momento che numerosi studiosi hanno concordato sul notevole contributo di Shakespeare sullanella loro composizione<ref>{{Cita|Boyce, 1996|p. 91}}.</ref>.
 
La ricerca dei testi originali di Shakespeare è diventata una delle principali preoccupazioni degli editori moderni. Refusi, errori di battitura, interpretazioni sbagliate del [[Amanuense|copista]], dimenticanze di interi versi sono presenti nell{{'}}''in quarto'' e il primonel ''folioFirst Folio''. Inoltre il drammaturgo spesso scriveva utilizzando [[ortografia|ortografie]] diverse anche per la stessa parola, aggiungendo del suo alla confusione della trascrizione; gli studiosi devono dunque ricostruire i testi originali ed eliminandone gli errori<ref>{{Cita|CiarammellaCiaramella, 1957|p. 72}}.</ref>. Critici moderni credono che lo stesso Shakespeare abbia rivisto le sue composizioni nel corso degli anni, facendo così coesistere due versioni differenti di una determinata opera. Per arrivare a un testo accettabile, gli editori devono scegliere tra la prima e la versione rivista, che è generalmente più "teatrale"; in passato, gli editori risolvevano la questione con la fusione dei testi, ma per i critici ora ammettono che questo processo è contrario alle intenzioni di Shakespeare<ref>{{Cita|CiarammellaCiaramella, 1957|pp. 59-75}}.</ref>.
 
== Stile ==
[[File:Study for The Quarrel of Oberon and Titania.jpg|thumbmin|''The Quarrel of Oberon and Titania'', [[Joseph Noel Paton]], 1849.]]
Le prime opere di Shakespeare vennero scritte seguendo lo stile convenzionale dell'epoca, utilizzando un linguaggio stilizzato che non sempre è funzionale ai personaggi e alle opere<ref>{{Cita|Clemen, 2005|p. 150}}.</ref>. La poesia si basa su estese ed elaborate [[metafora|metafore]] e il linguaggio è spesso retorico, scritto appositamente per declamare piuttosto che per parlare<ref>{{Cita|Frye, 2005|pp. 105, 177}}.</ref>. Ben presto, però, Shakespeare cominciò ad adeguare lo stile tradizionale ai propri fini, riuscendo a coniugare le convenzioni e la scrittura del passato alle esigenze del pubblico; nel periodo della pubblicazione di ''Romeo e Giulietta'', probabilmente il migliore esempio di mescolanza dei due stili, di ''Riccardo II'' e di ''Sogno di una notte di mezza estate'', Shakespeare aveva iniziato a scrivere una poesia più naturale e scorrevole, in cui comico e tragico coesistono nello stesso testo<ref name="Giro">{{Cita web|url=http://www.girodivite.it/antenati/xviisec/_shakesp.htm|titolo=William Shakespeare|editore=Girodivite.it|accesso=5 gennaio 2012}}</ref>, relazionando le metafore e le figure retoriche alle esigenze dell'opera<ref>{{cita libro|nome=Wolfgang|cognome=Clemen|nome=Wolfgang|titolo=Shakespeare's Imagery|anno=2005|editore=Routledge|città=Londra|lingua=ingleseen|p=63|isbn=0-415-35280-0}}.</ref>. L'originalità di Shakespeare non era negli intrecci, ma nell'ampiezza di respiro con cui faceva propri gli apporti più diversi<ref name="Giro" />.
 
La forma poetica standard utilizzata da Shakespeare sonoè iil ''[[blank verse]]'', mutuato nella [[letteratura inglese]] dalla tradizione classica tra [[XIII secolo|XIII]] e [[XIV secolo]] e adottato anche da [[Christopher Marlowe]]; questo è composto da un sistema [[giambo|giambico]] a cinque [[accento (linguistica)|accenti]] ([[pentametro giambico]]). Questo significava che i suoi versi, costituiti solitamente da dieci sillabe, lasciando l'accento su ogni seconda sillaba, non erano in rima; tuttavia le frasi tendono a coincidere con le righe, aumentando il rischio di una lettura monotona<ref>{{Cita|Frye, 2005|p. 185}}.</ref>. Il ''blank verse'' delle sue prime opere è piuttosto diverso da quello dei suoi lavori più maturi, riuscendo a modificare il ritmo delle sue opere, dando così maggiore forza e, flessibilità e importanza ai propri versi<ref>{{cita libro|cognome=Wright|nomeautore-capitolo=George T. Wright|titolocapitolo=The Play of Phrase and Line|edizioneautore=in Russ McDonald, ''|titolo=Shakespeare: An Anthology of Criticism and Theory, 1945–2000''|anno=2004|editore=Blackwell|città=Oxford|isbn=0-631-23488-8}}.</ref>.
 
Dopo ''Amleto'', Shakespeare modificò ulteriormente il suo stile poetico, in particolare nei passaggi più emotivi delle tragedie, sottolineando inoltre l'illusione del teatro<ref>{{Cita|McDonald, 2006|p. 13}}.</ref>. Il critico letterario [[A.C. Bradley]] ha descritto questo stile come "più concentrato, veloce, vario e meno regolare nella costruzione, non di rado contorta o ellittica"<ref>{{Cita|Bradley, 1991|p. 91}}.</ref>. Nell'ultima fase della sua carriera, Shakespeare adottò molte tecniche letterarie per raggiungere questi effetti; tra queste vi sono gli [[enjambement]], pause irregolari e notevoli variazioni nella struttura della frase e nella lunghezza dei versi, riuscendo a coinvolgere maggiormente il pubblico<ref>{{Cita|McDonald, 2006|pp. 42–4642-46}}.</ref>. Le opere della maturità, con le variazioni della sequenza cronologica degli eventi e i colpi di scena nella trama, sono invece caratterizzate da frasi lunghe e brevi in sequenza, dall'inversione tra oggetto e soggetto e dall'omissione di parole, creando così maggiore spontaneità<ref>{{Cita|McDonald, 2006|pp. 36, 39, 75}}.</ref>. Shakespeare fu in grado di combinare il suo genio poetico con un senso pratico del teatro<ref>{{Cita|Gibbons, 1993|p. 4}}.</ref>, strutturando le trame delle sue opere per creare vari centri di interesse e per mostrare diversi possibili punti di vista, senza schemi preordinati<ref>{{Cita|Gibbons, 1993|pp. 1–7, 15}}.</ref>.
 
=== Fonti letterarie ===
[[File:Geoffrey Chaucer (17th century).jpg|thumbmin|leftverticale|sinistra|[[Geoffrey Chaucer]], padre della [[letteratura inglese]], a cui Shakespeare attinse per ''[[Troilo e Cressida]]'' e ''[[Due nobili cugini]]''.]]
La grande maggioranza dei lavori di Shakespeare sono rielaborazioni di opere precedenti; inoltre, non raro è il caso in cui Shakespeare attinga a gruppi separati di narrazioni per intrecciarle tra loro<ref>Questa particolarità è tipica delle commedie shakespeariane; tuttavia non mancano gli esempi notevoli anche nelle tragedie, si veda ad esempio il ''[[Re Lear]]'', con le due leggende fonte d'ispirazione: quella di Lear e quella del Conte di Gloucester.</ref>. Il primo punto di riferimento sono evidentemente le opere dei contemporanei<ref name="garzanti" />, in particolare le opere del [[teatro elisabettiano]]. Alcuni esempi di opere utilizzate come fonte d'ispirazione sono i ''romances'' ''Rosalynde'' di [[Thomas Lodge]] per ''[[Come vi piace]]'', ''Pandosto o il trionfo del tempo'' di [[Robert Greene]] per ''[[Il racconto d'inverno]]'', ''Arcadia'' di [[Philip Sidney]] per ''[[Re Lear]]'', ''[[I due gentiluomini di Verona]]'' e ''[[Come vi piace]]'', oltre alle opere di autori stranieri riproposte da autori inglesi, come ''The tragical History of Romeus and Juliet'' di [[Arthur Brooke]], riproposizione di una novella di [[Matteo Bandello]] rifacentesi a quella omonima di [[Luigi da Porto]], per ''[[Romeo e Giulietta]]'' o il romanzo pastorale ''Diana Enamorada'' di [[Jorge de Montemayor]], tradotto in inglese da Bartolomew Yong, per ''[[I due gentiluomini di Verona]]'' e per ''[[Sogno di una notte di mezza estate]]''<ref name="garzanti" />. Anche [[Geoffrey Chaucer]] venne utilizzato da Shakespeare per ''[[Troilo e Cressida]]'' e ''[[Due nobili cugini]]''.
 
Per i [[Drammi storici shakespeariani|drammi storici]] la fonte principale sono le imponenti compilazioni cronologiche degli storici [[Dinastia Tudor|Tudor]]<ref name="garzanti" />. La prima opera utilizzata da Shakespeare per i suoi drammi storici fu ''The Union of the Two Noble and Illustre Families of Lancastre and Yorke'' di [[Edward Hall (avvocato)|Edward Hall]], tuttavia "ben presto Shakespeare avrebbe abbandonato l'opera di Hall a favore delle più ricche e pittoresche ''Chronicles of England, Scotland and Ireland'' di [[Raphael Holinshed]]"<ref name="garzanti" />. Oltre che ai drammi storici, queste cronache fornirono spunti importanti anche per ''[[Macbeth]]'', ''[[Cimbelino]]'' e ''[[Re Lear]]''. Sia Hall sia Holinshead hanno spesso attinto dalla ''Anglicae Historiae Libri XXVI'' dei [[Polidoro Virgili]]<ref name="garzanti" />. Altre opere storiche certamente utilizzate da Shakespeare furono la ''Historia Regum Britanniae'' redatta in latino da [[Goffredo di Monmouth]] nel [[1130]] e poi ripresa da altri autori compreso Holinshed<ref name="garzanti" />, utilizzata per ''[[Re Lear]]'' e ''[[Cimbelino]]'', e le ''[[Gesta Danorum]]'' di [[Saxo Grammaticus]], fonte principale dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Amleto]]''.
 
Numerose sono le riproposizioni di storie e tematiche presenti nella novellistica italiana; tuttavia è probabile che Shakespeare sia arrivato a conoscenza di tali storie solo attraverso la mediazione di traduzioni e adattamenti francesi e inglesi<ref name="garzanti" />. Le novelle di [[Matteo Bandello]] furono utilizzate per ''[[Romeo e Giulietta]]'', ''[[Molto rumore per nulla]]'' e ''[[La dodicesima notte]]'', mentre alcuni spunti del ''[[Decameron]]'' di [[Giovanni Boccaccio]] sono rintracciabili in ''[[Tutto è bene quel che finisce bene]]'' e nel ''[[Cimbelino]]''<ref name="garzanti" />. La traduzione inglese delle ''100 novelle degli Hecatommithi'' di [[Giambattista Giraldi Cinzio]] servì a Shakespeare per alcuni elementi di ''[[Misura per misura]]'' e una novella in particolare fu la fonte principale dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Otello]]''<ref>{{cita libro|cognome=Honigmann|nome=E.A.J.|titolo=Othello|anno=1997|editore=The Arden Shakespeare|p=368|isbn=1-903436-45-1}}.</ref> ''[[Il Pecorone]]'' di [[Giovanni Fiorentino]] servì per ''[[Le allegre comari di Windsor]]'' e per ''[[Il mercante di Venezia]]''. La novella ''Le piacevoli notti'' di [[Gianfrancesco Straparola]] servì anch'essa per ''[[Le allegre comari di Windsor]]''. La traduzione inglese di George Gascoigne de ''[[I suppositi]]'' di [[Ludovico Ariosto]] servì per ''[[La bisbetica domata]]''. ''[[Gl'ingannati]]'', una [[commedia]] italiana allestita a [[Siena]] dall'[[Accademia degli Intronati]] nel [[1531]] e stampata a [[Venezia]] nel [[1537]], fornì la guida principale per la vicenda amorosa de ''[[La dodicesima notte]]''. La traduzione inglese di Thomas Hoby de ''[[Il Cortegiano]]'' di [[Baldassare Castiglione]] fu certamente letta da Shakespeare, attingendoci per ''[[Molto rumore per nulla]]''<ref name="garzanti" />.
[[File:Shakespeare.JPG|thumb|Bronzo di Shakespeare a Verona.]]
 
[[File:Shakespeare.JPG|min|verticale|Bronzo di Shakespeare a Verona]]
Shakespeare probabilmente non conosceva il greco, tuttavia aveva studiato il latino e letto i classici come Seneca alla ''King's New School'' di Stratford, non c'è da stupirsi pertanto che molti spunti delle sue opere provengono da autori antichi. Le ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]] fornirono la fonte principale del ''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]'', ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]'', ''[[Coriolano (Shakespeare)|Coriolano]]'' e del ''[[Timone d'Atene]]''; non conoscendo il greco è probabile che Shakespeare abbia utilizzato la traduzione di Thomas North ''Plutarch's Lives of the noble Grecians and Romans'' stampata nel [[1579]] e nel [[1595]]. I ''[[Menaechmi]]'' di [[Plauto]] servirono invece come spunto per ''[[La commedia degli errori]]'' e ''[[La dodicesima notte]]''; la ''[[Mostellaria]]'' servì invece per ''[[La bisbetica domata]]''. Le [[Seneca#Le tragedie|tragedie]] di [[Seneca]] fornirono alcuni elementi del ''[[Tito Andronico]]''<ref name="garzanti" />. Ovidio era il modello dichiarato dei due poemetti giovanili di Shakespeare, ''[[Venere e Adone]]'' e ''[[Lo stupro di Lucrezia]]''. Le ''[[Metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]'' riecheggiano anche in ''[[Tito Andronico]]'', ''[[La commedia degli errori]]'', ''[[Le allegre comari di Windsor]]'', ''[[Sogno di una notte di mezza estate]]'' (con la vicenda di Piramo e Tisbe), ''[[Troilo e Cressida]]'' e ''[[La tempesta]]''<ref name="garzanti" />.
Shakespeare probabilmente non conosceva il greco, tuttavia aveva studiato il latino e letto i classici come Seneca alla ''King's New School'' di Stratford, non c'è da stupirsi pertanto che molti spunti delle sue opere provengono da autori antichi. Le ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]] fornirono la fonte principale del ''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]'', ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]'', ''[[Coriolano (Shakespeare)|Coriolano]]'' e del ''[[Timone d'Atene]]''; non conoscendo il greco è probabile che Shakespeare abbia utilizzato la traduzione di Thomas North ''Plutarch's Lives of the noble Grecians and Romans'' stampata nel [[1579]] e nel [[1595]]. I ''[[Menaechmi]]'' di [[Plauto]] servirono invece come spunto per ''[[La commedia degli errori]]'' e ''[[La dodicesima notte]]''; la ''[[Mostellaria]]'' servì invece per ''[[La bisbetica domata]]''. Le [[Seneca#Le tragedie|tragedie]] di [[Seneca]] fornirono alcuni elementi del ''[[Tito Andronico]]''<ref name="garzanti" />. Ovidio era il modello dichiarato dei due poemetti giovanili di Shakespeare, ''[[Venere e Adone]]'' e ''[[Lo stupro di Lucrezia]]''. [[Le metamorfosi (Ovidio)|Le metamorfosi]] riecheggiano anche in ''[[Tito Andronico]]'', ''[[La commedia degli errori]]'', ''[[Le allegre comari di Windsor]]'', ''[[Sogno di una notte di mezza estate]]'' (con la vicenda di Piramo e Tisbe), ''[[Troilo e Cressida]]'' e ''[[La tempesta]]''<ref name="garzanti" />.
 
=== Temi del teatro di Shakespeare ===
Sono temi ricorrenti nel teatro di Shakespeare: l'amore (passione disperata in ''[[Otello]]'', passione sensuale in ''[[Romeo e Giulietta]]''), la lotta per il potere, il problema della giustizia, la morte, il carattere illusorio e la fugacità della vita, la precarietà dell'esistenza con i frequenti motivi dell'oscura presenza della morte e del dubbio che sembrano dominare il cammino terreno dell'uomo (si pensi al celeberrimo monologo di [[Amleto]] "Essere o non essere, questo è il problema", scritto nella prima scena del terzo atto). Il tema della lotta per il potere è frequente (''[[Amleto]]'', ''[[Macbeth]]'', ''[[Re Lear]]'') anche per il fatto che l'autore vive in un'epoca in cui predomina la [[monarchia assoluta]] che, se da una parte può assicurare l'ordine e la prosperità, dall'altra crea grande brama di potere e di potenza, nonché rivalità, invidie, gelosie.
 
Altri temi fondamentali sono la presentazione dei sentimenti e degli stati d'animo umani nella loro varietà e complessità, senza escludere i problemi morali e psicologici nonché gli stati anomali della mente quali le contraddizioni nel comportamento, l'inquietudine, la follia (quest'ultima presente, ad esempio, in ''[[Amleto]]''). Dalla tradizione popolare e medievale Shakespeare accoglie poi la dimensione fantastica e irrazionale (gli spettri in ''[[Amleto]]'' e ''[[Macbeth]]'', le streghe in ''[[Macbeth]]'', i folletti in ''[[La Tempestatempesta]]'', fate ed [[elfi]] nel ''[[Sogno di una notte di mezza estate]]'', ecc.). Tali figure soprannaturali rappresentano le angosce e le colpe insite nell'animo umano. L'"eroe" si presenta come una figura complessa che resta tale e spesso esce moralmente nobilitata anche dopo drammatici conflitti di coscienza ede una sconfitta subita adper opera degli eventi.
 
Il [[fato]] nella [[tragedia]] classica era una forza soprannaturale, superiore anche agli dei, capace di determinare la sorte degli uomini. Nel teatro di ShakesperareShakespeare esso non è più presente in quanto cede il posto al carattere, alle libere scelte e ai conflitti interiori dell'individuo. Quanto alle figure femminili, esse assumono una notevole importanza: sono dotate di autonomia e di forte individualità. I loro caratteri e i loro comportamenti sono diversi: ad esempio la tenera [[Giulietta Capuleti|Giulietta]] (''[[Romeo e Giulietta]]''), l'innocente [[Desdemona (personaggio)|Desdemona]] (''[[Otello]]''), l'intelligente Porzia (''[[Il mercante di Venezia]]''). Altre invece sono coinvolte nella lotta per il potere come la sinistra Lady Macbeth (''[[Macbeth]]'') o le due perfide figlie di ''[[Re Lear]]''.
 
Il drammaturgo inglese da una parte è figlio del [[Rinascimento]] in quanto nelle sue opere interpreta l'uomo che afferma se stesso, la propria creatività e razionalità ([[antropocentrismo]]) contro i limiti posti dalla realtà e dal destino; d'altra parte egli è anche esponente della nuova sensibilità del [[barocco]] in quanto evidenzia le lacerazioni di coscienza dell'individuo, l'incertezza degli ideali, la mutevolezza della sorte, il mistero insondabile della vita accompagnato da un senso di smarrimento esistenziale. I drammi di Shakespeare si interrogano quindi sull'identità dell'uomo, sull'assurdità della vita, sui misteri profondi e inconfessabili dell'animo umano, senza però giungere ada una verità unica capace di eliminare ansie e insicurezze. In Shakespeare troviamo poi un dubbio radicale, cioè se la vita, oltre ada essere breve, fragile e minacciata dalla continua presenza della morte, sia anche un sogno, un'illusione: ne sono testimonianza due celebri affermazioni, una nel ''[[Macbeth]]'' (V, 5) ed una ne ''[[La Tempestatempesta]]'' (IV, 1).
 
[[Macbeth]] sostiene che "la vita è solo un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si dimena per un'ora sulla scena e poi cade nell'[[oblio]]: la storia raccontata da un idiota, piena di rumore e di foga, che non significa nulla". Nella seconda opera citata, il principe [[Prospero (La tempesta)|Prospero]] dice: "noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e la nostra breve vita è cinta di sonno". I personaggi del drammaturgo inglese tuttavia lasciano aperta la questione in quanto non forniscono una risposta definitiva a questa domanda contenente un'idea ricorrente nell'[[età barocca]]: si pensi al ''[[Don Chisciotte della Mancia|Don Chisciotte]]'' di [[Cervantes]] (realtà-illusione) e al capolavoro ''[[La vita è sogno]]'' del grande [[drammaturgo]] [[spagna|spagnolo]] [[Pedro Calderón de la Barca]].<ref>Mario Pazzaglia, ''Letteratura italiana'', vol.2, ed. Zanichelli, Bologna.</ref><ref>Marta Sambugar, Gabriella Salà; Gaot. ''Generi autori opere temi'', La Nuova Italia, Firenze, vol. 2.</ref>
 
=== Fortuna ===
[[File:Shakespeare - Carnegie Museums of Pittsburgh - IMG 0811.jpg|leftsinistra|thumbmin|Statua di Shakespeare, opera di [[John Massey Rhind]], situata presso il [[Carnegie MuseumsMuseum of Art]] di [[Pittsburgh]].]]
Durante la sua vita, benché non fosse venerato e apprezzato come dopo la morte, Shakespeare ricevette comunque numerose lodi per i suoi lavori<ref>{{Cita|Dominik, 1988|p. 9}}.</ref>. Nel 1598 [[Francis Meres]] lo ha inserito in un gruppo di scrittori inglesi, definiti come "i più eccellenti"<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 265}}.</ref>. Gli autori del ''Parnassus'' del [[St John's College (Cambridge)|St John's College di Cambridge]] lo paragonarono a [[Geoffrey Chaucer]], a [[John Gower]] e a [[Edmund Spenser]]<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 266}}.</ref>. Anche [[Ben Jonson]], nel ''[[First Folio]]'', dimostrò apprezzamento per le sue opere.
 
Tra la [[restaurazione inglese]] e la fine del [[XVII secolo]] l'apprezzamento per le idee e i modelli classici fece sì che i critici del tempo apprezzavano [[John Fletcher]] e [[Ben Jonson]] piuttosto che Shakespeare<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 269}}.</ref>. [[Thomas Rymer]], ad esempio, criticò il drammaturgo per la sua combinazione di comico e tragico; tuttavia, il poeta e critico [[John Dryden]] aveva grande considerazione di Shakespeare, dicendo di Jonson, "Lo ammiro, ma amo Shakespeare"<ref>{{Cita|Dryden, 1889|p. 71}}.</ref>. Per alcuni decenni, il giudizio di Rymer non fu largamente diffuso, ma nel corso del [[XVIII secolo]], i critici cominciarono a considerare l'importanza e il genio del Bardo. Una serie di critiche letterarie sulle sue opere, in particolare quella di [[Samuel Johnson]] del 1765 e di [[Edmond Malone]] del 1790, ha contribuito alla sua crescente reputazione<ref name="Grady2">{{Cita|Grady, 2001|pp. 270-327}}.</ref>. Nel 1800, Shakespeare divenne poeta nazionale<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 270}}.</ref>. Tra il XVIII e il [[XIX secolo]], la sua fama si diffuse anche all'estero; tra coloro che hanno apprezzato le sue opere vi sono [[Voltaire]], [[Goethe]], [[Stendhal]] e [[Victor Hugo]]<ref>{{Cita|Grady, 2001|pp. 272-274}}.</ref>.
Durante la sua vita, benché non fosse venerato e apprezzato come dopo la morte, Shakespeare ricevette comunque numerose lodi per i suoi lavori<ref>{{Cita|Dominik, 1988|p. 9}}</ref>. Nel 1598, [[Francis Meres]] lo ha inserito in un gruppo di scrittori inglesi, definiti come "i più eccellenti"<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 265}}</ref>. Gli autori del ''Parnassus'' del [[St John's College (Cambridge)|St John's College di Cambridge]] lo paragonarono a [[Geoffrey Chaucer]], a [[John Gower]] e a [[Edmund Spenser]]<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 266}}</ref>. Anche [[Ben Jonson]], nel ''[[First Folio]]'', dimostrò apprezzamento per le sue opere.
 
Durante l'[[età romantica]] venne ulteriormente riconosciuta l'importanza dei lavori di Shakespeare; venne elogiato dal poeta e filosofo [[Samuel Taylor Coleridge]], mentre il critico [[Wilhelm August von Schlegel]] tradusse le sue opere nello spirito del [[romanticismo tedesco]]<ref>{{Cita|Levin, 1986|p. 223}}.</ref>. Nel [[XIX secolo]], l'ammirazione critica per il genio di Shakespeare spesso scivolava in eccessi e nell'adulazione<ref>{{Cita|Sawyer, 2003|p. 113}}.</ref><ref>{{Cita|Carlyle, 1907|p. 161}}.</ref>; i [[Epoca vittoriana|vittoriani]] misero in scena le sue opere in modo sontuoso e su larga scala<ref>{{Cita|Schoch, 2002|pp. 58-59}}.</ref>. [[George Bernard Shaw]] definì il culto di Shakespeare come ''bardolatry'' ("bardolatria"), ritenendo che il nuovo naturalismo di [[Ibsen]] avesse fatto diventare le opere shakespeariane obsolete<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 276}}.</ref>.
Tra la [[restaurazione inglese]] e la fine del [[XVII secolo]], l'apprezzamento per le idee e i modelli classici fece sì che i critici del tempo apprezzavano [[John Fletcher]] e [[Ben Jonson]] piuttosto che Shakespeare<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 269}}</ref>. [[Thomas Rymer]], ad esempio, criticò il drammaturgo per la sua combinazione di comico e tragico; tuttavia, il poeta e critico [[John Dryden]] aveva grande considerazione di Shakespeare, dicendo di Jonson, "Lo ammiro, ma amo Shakespeare"<ref>{{Cita|Dryden, 1889|p. 71}}</ref>. Per alcuni decenni, il giudizio di Rymer non fu largamente diffuso, ma nel corso del [[XVIII secolo]], i critici cominciarono a considerare l'importanza e il genio del Bardo. Una serie di critiche letterarie sulle sue opere, in particolare quella di [[Samuel Johnson]] del 1765 e di [[Edmond Malone]] del 1790, ha contribuito alla sua crescente reputazione<ref name="Grady2">{{Cita|Grady, 2001|pp. 270–327}}</ref>. Nel 1800, Shakespeare divenne poeta nazionale<ref>{{Cita|Grady, 2001|p.270}}</ref>. Tra il XVIII e il [[XIX secolo]], la sua fama si diffuse anche all'estero; tra coloro che hanno apprezzato le sue opere vi sono [[Voltaire]], [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], [[Stendhal]] e [[Victor Hugo]]<ref>{{Cita|Grady, 2001|pp. 272–274}}</ref>.
 
La rivoluzione modernista nelle arti del [[XX secolo]] utilizzò con entusiasmo i suoi testi al servizio dell'[[Avanguardia (arte)|avanguardia]]. Gli [[Espressionismo|espressionisti]] in [[Germania]] e i [[futuristi]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]] organizzarono alcune rappresentazioni delle sue commedie; anche [[Bertolt Brecht]] mise in scena il suo [[teatro epico]], influenzato dalle opere di Shakespeare. Il poeta e critico [[T. S. Eliot]], insieme a [[G. Wilson Knight]] e al [[New Criticism]], sostenne la necessità di una lettura più attenta di opere di Shakespeare.<ref name="Grady2" /><ref name=":0" /> Il filosofo novecentesco [[Theodor W. Adorno]], appassionato lettore ed analista della sua produzione, lo ha definito in suo saggio "Un incomparabile maestro della letteratura e delle arti di questo millennio... solo l'ultimo [[Beethoven]] ha condotto l'arte occidentale a un livello più profondo del suo"<ref>{{Cita|Adorno, 1964|p. 137}}.</ref>. Negli anni cinquanta, nuovi approcci critici hanno aperto la strada a studi [[Postmodernismo|post-moderni]] sul bardo. Negli anni ottanta, le sue opere cominciarono a essere utilizzate per nuovi movimenti come lo [[Strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]], il [[femminismo]], il [[New Historicism]], gli [[Afroamericano|studi afro-americani]] e [[studi queer|queer]]<ref name="Grady2"/><ref name=":0">{{Cita|Drakakis, 1985|pp. 16–17, 23–25}}.</ref>.
Durante l'[[Romanticismo|età romantica]], venne ulteriormente riconosciuta l'importanza dei lavori di Shakespeare; venne elogiato dal poeta e filosofo [[Samuel Taylor Coleridge]], mentre il critico [[Wilhelm August von Schlegel]] tradusse le sue opere nello spirito del [[romanticismo tedesco]]<ref>{{Cita|Levin, 1986|p. 223}}</ref>. Nel [[XIX secolo]], l'ammirazione critica per il genio di Shakespeare spesso scivolava in eccessi e nell'adulazione<ref>{{Cita|Sawyer, 2003|p. 113}}</ref><ref>{{Cita|Carlyle, 1907|p. 161}}</ref>; i [[Epoca vittoriana|vittoriani]] misero in scena le sue opere in modo sontuoso e su larga scala<ref>{{Cita|Schoch, 2002|pp. 58–59}}</ref>. [[George Bernard Shaw]] definì il culto di Shakespeare come ''bardolatry'' ("bardolatria"), ritenendo che il nuovo naturalismo di [[Henrik Ibsen|Ibsen]] avesse fatto diventare le opere shakespeariane obsolete<ref>{{Cita|Grady, 2001|p. 276}}</ref>.
 
La rivoluzione modernista nelle arti del [[XX secolo]] utilizzò con entusiasmo i suoi testi al servizio del [[Avanguardia]]. Gli [[Espressionismo|espressionisti]] in [[Germania]] e i [[Futurismo|futuristi]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]] organizzarono alcune rappresentazioni delle sue commedie; anche [[Bertolt Brecht]] mise in scena il suo [[teatro epico]], influenzato dalle opere di Shakespeare. Il poeta e critico [[TS Eliot]], insieme a [[G. Wilson Knight]] e al [[New Criticism]], sostenne la necessità di una lettura più attenta di opere di Shakespeare. Negli anni cinquanta, nuovi approcci critici hanno aperto la strada a studi [[Postmodernismo|post-moderni]] sul bardo. Negli anni ottanta, le sue opere cominciarono a essere utilizzate per nuovi movimenti come lo [[Strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]], il [[femminismo]], il [[New Historicism]], gli [[Afroamericano|studi afro-americani]] e [[studi queer|queer]]<ref name="Grady2" /><ref>{{Cita|Drakakis, 1985|pp. 16–17, 23–25}}</ref>.
 
== Influenza ==
[[File:Macbeth consulting the Vision of the Armed Head.jpg|thumb|''Macbeth Consulting the Vision of the Armed Head'', [[Henry Fuseli]], 1793–94.]]
{{vedi anche|Influenza di Shakespeare}}
[[File:Macbeth consulting the Vision of the Armed Head.jpg|min|verticale|''Macbeth Consulting the Vision of the Armed Head'', [[Henry Fuseli]], 1793–1794]]
I lavori di William Shakespeare hanno avuto una profonda influenza sul teatro e sulla letteratura successiva. In particolare, Shakespeare ampliò il potenziale drammatico della caratterizzazione dei personaggi, dell'intreccio e del linguaggio<ref>{{Cita|Chambers, 1944|p. 35}}</ref>. Ad esempio, i monologhi erano generalmente utilizzati per fornire informazioni sui personaggi o gli eventi; Shakespeare, invece, li utilizzò per esplorare la mente dei personaggi<ref>{{Cita|Clemen, 1987|p. 179}}.</ref>.
I lavori di William Shakespeare hanno avuto una profonda influenza sul teatro e sulla letteratura successiva. In particolare, Shakespeare ampliò il potenziale drammatico della caratterizzazione dei personaggi, dell'intreccio e del linguaggio<ref>{{Cita|Chambers, 1944|p. 35}}.</ref>. Ad esempio, i monologhi erano generalmente utilizzati per fornire informazioni sui personaggi o gli eventi; Shakespeare, invece, li utilizzò per esplorare la mente dei personaggi<ref>{{Cita|Clemen, 1987|p. 179}}.</ref>.
 
Le sue opere influenzarono profondamente anche la letteratura poetica successiva. La [[poesia romantica]] tentò di far rivivere i versi drammatici shakespeariani, tuttavia con scarso successo. Il critico [[George Steiner]] descrisse tutti i versi drammatici inglesi da [[Samuel Taylor Coleridge|Coleridge]] a [[Alfred Tennyson|Tennyson]] come "flebili variazioni di temi shakespeariani"<ref>{{Cita|Steiner, 1996|p. 145}}.</ref>. Shakespeare influenzò i romanzieri come [[Thomas Hardy]], [[William Faulkner]], e [[Charles Dickens]]. I monologhi del romanziere statunitense [[Herman Melville]] devono molto a Shakespeare: il suo [[Capitano Achab]] di ''[[Moby Dick]]'' è un classico eroe tragico, ispirato al ''King Lear''<ref>{{Cita|Bryant, 1998|p. 82}}.</ref>. Alcune [[opera|opere liriche]] sono direttamente collegate con i lavori di Shakespeare, tra cui tre lavori di [[Giuseppe Verdi]], il ''[[Macbeth (Verdiopera)|Macbeth]]'', l{{'}}''[[Otello (Verdi)|Otello]]'' e il ''[[Falstaff (Verdi)|Falstaff]]''<ref name="WO161">{{Cita|Wells, Orlin, 2003|pp. 641-642}}.</ref>. Shakespeare ha inoltre ispirato molti pittori, inclusi i [[Pittura romantica|romantici]], tra cui [[Henry Fuseli]], e i [[preraffaelliti]]<ref>{{Cita|Paraisz, 2006|p. 130}}.</ref>.
 
Ai giorni di Shakespeare, la grammatica, l'ortografia e la pronuncia inglese erano meno standardizzati rispetto a oggi<ref>{{Cita|Cercignani, 1981}}.</ref>, e il suo utilizzo del linguaggio aiutò la formazione dell'inglese moderno<ref>{{Cita|Crystal, 2001|pp. 55-65, 74}}.</ref>. [[Samuel Johnson]] citò Shakespeare più spesso di qualsiasi altro autore nel [[A Dictionary of the English Language|suo dizionario di lingua inglese]], il primo lavoro autorevole di questo tipo<ref>{{Cita|Wain, 1975|p. 194}}.</ref>. Espressioni come "with bated breath" ("con il fiato sospeso", da ''Il mercante di Venezia'') e "a foregone conclusion" ("una conclusione inevitabile", dall{{'}}''Otello'') sono ormai presenti nell'inglese di tutti i giorni<ref name="autogenerated3" /><ref name="Cita|cita-Crystal, -2001|p. 63-p63" />.
 
=== Shakespeare nellaNella cultura di massa ===
{{vedi anche|Shakespeare nella cinematografia}}
[[File:1963 Cleopatra trailer screenshot (7).jpg|leftsinistra|thumbmin|Screenshot di ''[[Cleopatra (film 1963)|Cleopatra]]'', film tratto da ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]''.]]
Diversi elementi degli scritti di Shakespeare sono stati spesso utilizzati nella cultura popolare come modelli stilistici, sia per le sceneggiature, sia per le ambientazioni, sia per i personaggi. Numerose sono le opere letterarie il cui titolo si basa su frasi del Bardo; ''Beds in the East'' di [[Anthony Burgess]] si riferisce ad ''Antonio e Cleopatra''; ''Under the Greenwood Tree'' di [[Thomas Hardy]] a ''Come vi piace''; ''Time Must Have a Stop'' di [[Aldous Huxley]] a ''Enrico IV''; ''[[Banda di fratelli|Band of Brothers]]'' di [[Stephen Ambrose]] a ''Enrico V''; ''[[I mastini della guerra|The Dogs of War]]'' di [[Frederick Forsyth]] e ''[[Alla deriva (romanzo)|There is a Tide]]'' di [[Agatha Christie]] a ''Giulio Cesare''; ''Twice-Told Tales'' di [[Nathaniel Hawthorne]] a ''Re Giovanni''; ''[[Pomp and Circumstance]]'' di [[Noël Coward]] a ''Otello''; ''The Winter of Our Discontent'' di [[John Steinbeck]] e ''[[Domani nella battaglia pensa a me|Tomorrow in the Battle Think on Me]]'' di [[Javier Marías]] a ''Riccardo III''; ''What's in a Name?'' di [[Isaac Asimov]] a ''Romeo e Giulietta''; ''Absent in the Spring'' di [[Agatha Christie]] e ''Nothing Like the Sun'' di [[Anthony Burgess]] ai ''Sonetti''; ''[[Il mondo nuovo|Brave New World]]'' di [[Aldous Huxley]] a ''La tempesta''; ''Pale Fire'' di [[Vladimir Nabokov]] a ''Timone d'Atene'' e ''Cakes and Ale'' di [[William Somerset Maugham]] e ''[[Sad Cypress]]'' di [[Agatha Christie]] a ''La dodicesima notte''; ''Brief Candles'' di [[Aldous Huxley]], ''[[Sento i pollici che prudono|By the Pricking of My Thumbs]]'' di [[Agatha Christie]], ''[[The Moon is Down]]'' di [[John Steinbeck]], ''Something Wicked this Way Comes'' di [[Ray Bradbury]], ''The Sound and the Fury'' di [[William Faulkner]], ''Tomorrow and Tomorrow and Tomorrow'' di [[Kurt Vonnegut]], ''[[Wyrd Sisters]]'' di [[Terry Pratchett]] a ''Macbeth''; ''The Glimpses of the Moon'' di [[Edith Wharton]]; ''There are More Things'' di [[Jorge Luis Borges]], ''[[Time Out of Joint]]'' di [[Philip K. Dick]], ''Mortal Coils'' di [[Aldous Huxley]], ''[[Infinite Jest]]'' di [[David Foster Wallace]] ad ''Amleto''<ref>{{Cita web|url=http://www.barbarapaul.com/shake.html|titolo=Titles from Shakespeare|lingua=en|accesso=13 gennaio 2012}}</ref><ref>{{Cita testo|titolo=Shakespeare in popular culture|autore=Robert Moscaliuc|editore=Litere.usv.ro|lingua=en}}</ref>.
 
Altre opere shakespeariane sono state di grande influenza per diversi poeti, soprattutto in lingua inglese, come ''[[Childe Roland to the Dark Tower Came]]'' di [[Robert Browning]]<ref>{{cita libro|coautori=Margaret Drabble, Jenny Stringer, V. De Simone|titolo=Dizionario Oxford della letteratura inglese|anno=1998|editore=Gremese Editore|p=110|isbn=88-7742-218-1}}</ref>, ''Macbeth'' per ''[[Out, Out—]]'' di [[Robert Frost]]<ref>{{Cita web|url=http://www.helium.com/items/1163025-the-contribution-of-literary-allusion-to-robert-frosts-out-out|titolo=Poetry Analysis: Out, out -, by Robert Frost|autore=Kerry Michael Wood|editore=Helium.com|lingua=en|accesso=11 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120120083246/http://www.helium.com/items/1163025-the-contribution-of-literary-allusion-to-robert-frosts-out-out}}</ref>, ''Amleto'' per ''Very Like A Whale'' di [[Ogden Nash]] e ''La tempesta'' per ''Full Fathom Five'' di [[Sylvia Plath]]<ref>{{Cita web|url=http://www.helium.com/items/1476712-how-do-similes-differ-from-metaphors|titolo=The difference between a simile and a metaphor|autore=Kerry Michael Wood|editore=Helium.com|lingua=en|accesso=11 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120120091026/http://www.helium.com/items/1476712-how-do-similes-differ-from-metaphors}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.sylviaplath.de/plath/wagner1.html|titolo=Plath's 'Ariel': 'Auspicious Gales'|autore=Linda Wagner|editore=Sylviaplath.de|lingua=en|accesso=11 gennaio 2012|dataarchivio=5 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150205063640/http://www.sylviaplath.de/plath/wagner1.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Corcoran|nome=Neil|titolo=Shakespeare and the modern poet|anno=2010|editore=Cambridge University Press|lingua=en|isbn=0-521-19982-4}}</ref>. Anche diverse rappresentazioni teatrali hanno attinto in qualche modo alle opere del Bardo, in particolare ''Amleto''; la tragedia venne infatti utilizzata, tra gli altri, come base le sceneggiature da [[Ivor Novello]] per il musical ''Perchance to Dream''<ref>{{cita libro|cognome=Wright|nome=Adrian|titolo=A tanner's worth of tune: rediscovering the post-war British musical|url=https://archive.org/details/tannersworthoftu0000wrig|anno=2010|editore=Boydell & Brewer|lingua=en|p=[https://archive.org/details/tannersworthoftu0000wrig/page/34 34]|isbn=1-84383-542-8}}</ref>, da [[Agatha Christie]] per ''[[Trappola per topi (Christie)|The Mouse Trap]]''<ref>{{cita libro|cognome=Teague|nome=Frances N.|titolo=Acting funny: comic theory and practice in Shakespeare's plays|url=https://archive.org/details/actingfunnycomic00teag|anno=1994|editore=Fairleigh Dickinson Univ Press|lingua=en|p=164|isbn=0-8386-3524-5}}</ref>, da [[Tom Stoppard]] per ''[[Rosencrantz e Guildenstern sono morti|Rosencrantz & Guildenstern Are Dead]]'' e da [[Elmer Rice]] per ''Cue for Passion''<ref>{{cita libro|cognome=Burns|nome=Thomas LaBorie|titolo=Foreign accents: Brazilian readings of Shakespeare|url=https://archive.org/details/foreignaccentsbr00rese|anno=2002|editore=University of Delaware Press|lingua=en|p=185|isbn=0-87413-753-5}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Kabatchnik|nome=Amnon|titolo=Blood on the Stage, 1950-1975: Milestone Plays of Crime, Mystery and Detection: An Annotated Repertoire|url=https://archive.org/details/bloodonstagemile00kaba|anno=2011|editore=Scarecrow Press|lingua=en|pp=275-277|isbn=0-8108-7783-X}}</ref>. Inoltre ''Journey's End'' di [[R.C. Sherriff]] si basa su ''Otello''<ref>{{cita libro|cognome=Di Mauro|nome=Laurie|titolo=Modern British literature|volume=3|anno=2000|editore=St. James Press|lingua=en|p=172|isbn=1-55862-418-X}}</ref>, ''The Isle Is Full of Noises'' di [[Derek Walcott]] su ''La tempesta'' e ''[[Il divo Garry|Present Laughter]]'' di [[Noël Coward]] e ''Improbable Fiction'' di [[Alan Ayckbourn]] su ''La dodicesima notte''<ref>{{cita libro|cognome=Bloom|nome=Harold|titolo=Derek Walcott - Bloom's modern critical views|url=https://archive.org/details/derekwalcottbloo00bloo_770|anno=2003|editore=Infobase Publishing|lingua=en|p=201|isbn=0-7910-7395-5}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.thekomisarscoop.com/2010/02/present-laughter-cowards-satire-of-an-actor-his-entourage-lacks-sparkle/|titolo=“Present Laughter,” Coward's satire of an actor & his entourage, lacks sparkle|autore=Lucy Komisar|editore=Thekomisarscoop.com|lingua=en|accesso=12 gennaio 2012}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.bbc.co.uk/stoke/content/articles/2005/10/07/improbable_fiction_feature.shtml|titolo=Improbable Fiction|autore=Anne Duffell|editore=Bbc.co.uk|lingua=en|accesso=12 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120321180345/http://www.bbc.co.uk/stoke/content/articles/2005/10/07/improbable_fiction_feature.shtml}}</ref>. Si ipotizza inoltre che oltre 20&nbsp;000 brani musicali sono collegati con i lavori di Shakespeare<ref name="WO161" />.
Diversi elementi degli scritti di Shakespeare sono stati spesso utilizzati nella cultura popolare come modelli stilistici, sia per le sceneggiature, sia per le ambientazioni, sia per i personaggi. Numerose sono le opere letterarie il cui titolo si basa su frasi del Bardo; ''Beds in the East'' di [[Anthony Burgess]] si riferisce ad ''Antonio e Cleopatra''; ''Under the Greenwood Tree'' di [[Thomas Hardy]] a ''Come vi piace''; ''Time Must Have a Stop'' di [[Aldous Huxley]] a ''Enrico IV''; ''[[Banda di fratelli|Band of Brothers]]'' di [[Stephen Ambrose]] a ''Enrico V''; ''[[I mastini della guerra|The Dogs of War]]'' di [[Frederick Forsyth]] e ''[[Alla deriva (romanzo)|There is a Tide]]'' di [[Agatha Christie]] a ''Giulio Cesare''; ''Twice-Told Tales'' di [[Nathaniel Hawthorne]] a ''Re Giovanni''; ''[[Pomp and Circumstance]]'' di [[Noel Coward]] a ''Otello''; ''The Winter of Our Discontent'' di [[John Steinbeck]] e ''[[Domani nella battaglia pensa a me|Tomorrow in the Battle Think on Me]]'' di [[Javier Marías]] a ''Riccardo III''; ''What's in a Name?'' di [[Isaac Asimov]] a ''Romeo e Giulietta''; ''Absent in the Spring'' di [[Agatha Christie]] e ''Nothing Like the Sun'' di [[Anthony Burgess]] ai ''Sonetti''; ''[[Il mondo nuovo|Brave New World]]'' di [[Aldous Huxley]] a ''La tempesta''; ''Pale Fire'' di [[Vladimir Nabokov]] a ''Timone d'Atene'' e ''Cakes and Ale'' di [[William Somerset Maugham]] e ''[[La parola alla difesa|Sad Cypress]]'' di [[Agatha Christie]] a ''La dodicesima notte''; ''Brief Candles'' di [[Aldous Huxley]], ''[[Sento i pollici che prudono|By the Pricking of My Thumbs]]'' di [[Agatha Christie]], ''[[La luna è tramontata|The Moon is Down]]'' di [[John Steinbeck]], ''Something Wicked this Way Comes'' di [[Ray Bradbury]], ''The Sound and the Fury'' di [[William Faulkner]], ''Tomorrow and Tomorrow and Tomorrow'' di [[Kurt Vonnegut]], ''[[Sorellanza stregonesca|Wyrd Sisters]]'' di [[Terry Pratchett]] a ''Macbeth''; ''The Glimpses of the Moon'' di [[Edith Wharton]]; ''There are More Things'' di [[Jorge Luis Borges]], ''[[Tempo fuor di sesto|Time Out of Joint]]'' di [[Philip K. Dick]], ''Mortal Coils'' di [[Aldous Huxley]], ''[[Infinite Jest]]'' di [[David Foster Wallace]] ad ''Amleto''<ref>{{Cita web|url=http://www.barbarapaul.com/shake.html|titolo=Titles from Shakespeare|autore=|editore=Barbarapaul.com|lingua=en|accesso=13 gennaio 2012}}</ref><ref>{{Cita testo|titolo=Shakespeare in popular culture|autore=Robert Moscaliuc|editore=Litere.usv.ro|lingua=en}}</ref>.
 
Il [[cinema]] è uno dei campi che ha maggiormente risentito dell'opera di Shakespeare, sia in forma integrale sia come adattamenti. ''Romeo e Giulietta'' è l'opera che è stata [[Versioni cinematografiche di Romeo e Giulietta|riprodotta sul grande schermo]] il maggior numero di volte; tra gli adattamenti più famosi vi sono ''[[Giulietta e Romeo (film 1936)|Giulietta e Romeo]]'' (1936), ''[[Giulietta e Romeo (film 1954)|Giulietta e Romeo]]'' (1954), ''[[West Side Story (film 1961)|West Side Story]]'', ''[[Romeo e Giulietta (film 1968)|Romeo e Giulietta]]'' (1968), ''[[Romeo + Giulietta di William Shakespeare]]'', ''[[Shakespeare in Love]]'' e ''[[Romeo and Juliet (film 2013)|Romeo and Juliet]]'' (2013). Tra le altre pellicole che hanno tratto dai lavori del Bardo vi sono ''[[Falstaff (film)|Falstaff]]'' da ''Le allegre comari di Windsor''; ''[[Amleto (film 1948)|Amleto]]'' (1948), ''[[Amleto (film 1964)|Amleto]]'' (1964), ''[[Amleto (film 1990)|Amleto]]'' (1990) e ''[[Hamlet (film 1996)|Hamlet]]'' (1996) da ''Amleto''; ''[[Cleopatra (film 1963)|Cleopatra]]'' da ''Antonio e Cleopatra''; ''[[La bisbetica domata (film 1967)|La bisbetica domata]]'' e ''[[10 cose che odio di te (film)|10 cose che odio di te]]'' da ''La bisbetica domata''; ''[[Belli e dannati (film)|Belli e dannati]]'' da ''Enrico IV''; ''[[Enrico V (film 1944)|Enrico V]]'' (1944) e ''[[Enrico V (film 1989)|Enrico V]]'' (1989) da ''Enrico V''; ''[[Macbeth (film 1948)|Macbeth]]'' (1948), ''[[Il trono di sangue]]'', ''[[Macbeth (film 1971)|Macbeth]]'' (1971), ''[[Macbeth (film 2015)|Macbeth]]'' (2015) da ''Macbeth''; ''[[Otello (film 1951)|Otello]]'' (1951), ''[[Otello (film 1965)|Otello]]'' (1965), ''[[Othello (film 1995)|Othello]]'' e ''[[O come Otello]]'' da ''Otello''; ''[[Ran]]'' da ''Re Lear''; ''[[Riccardo III (film 1955)|Riccardo III]]'' (1955), ''[[Riccardo III (film 1995)|Riccardo III]]'' (1995) e ''[[Riccardo III - Un uomo, un re]]'' da ''Riccardo III''; ''[[Sogno di una notte di mezza estate (film 1935)|Sogno di una notte di mezza estate]]'' (1935), ''[[Sogno di una notte di mezza estate (film 1999)|Sogno di una notte di mezza estate]]'' (1999) e ''[[Una commedia sexy in una notte di mezza estate]]'' da ''Sogno di una notte di mezza estate''; ''[[Titus (film)|Titus]]'' da ''Tito Andronico''. ''[[Come vi piace (film 1936)|Come vi piace]]'', ''[[La dodicesima notte (film 1996)|La dodicesima notte]]'', ''[[Giulio Cesare (film 1953)|Giulio Cesare]]'', ''[[Il mercante di Venezia (film 2004)|Il mercante di Venezia]]'', ''[[Molto rumore per nulla (film)|Molto rumore per nulla]]'', ''[[Pene d'amor perdute (film)|Pene d'amore perdute]]'' e ''[[The Tempest (film 2010)|La tempesta]]'' sono invece adattamenti delle rispettive opere<ref>{{cita libro|curatore=Emanuela Martini|titolo=Ombre che camminano: Shakespeare nel cinema|url=https://archive.org/details/ombrechecamminan0000unse|anno=1998|editore=Lindau|città=Torino|isbn=88-7180-215-2}}</ref><ref>{{cita libro|curatore=Isabella Imperiali|titolo=Shakespeare al cinema|anno=2000|editore=Bulzoni|città=Roma|isbn=88-8319-528-0}}</ref>.
Altre opere shakespeariane sono state di grande influenza per diversi poeti, soprattutto in lingua inglese, come ''[[Childe Roland to the Dark Tower Came]]'' di [[Robert Browning]]<ref>{{cita libro|coautori=Margaret Drabble, Jenny Stringer, V. De Simone|titolo=Dizionario Oxford della letteratura inglese|anno=1998|editore=Gremese Editore|p=110|isbn=88-7742-218-1}}</ref>, ''Macbeth'' per ''[[Out, Out—]]'' di [[Robert Frost]]<ref>{{Cita web|url=http://www.helium.com/items/1163025-the-contribution-of-literary-allusion-to-robert-frosts-out-out|titolo=Poetry Analysis: Out, out -, by Robert Frost|autore=Kerry Michael Wood|editore=Helium.com|lingua=en|accesso=11 gennaio 2012}}</ref>, ''Amleto'' per ''Very Like A Whale'' di [[Ogden Nash]] e ''La tempesta'' per ''Full Fathom Five'' di [[Sylvia Plath]]<ref>{{Cita web|url=http://www.helium.com/items/1476712-how-do-similes-differ-from-metaphors|titolo=The difference between a simile and a metaphor|autore=Kerry Michael Wood|editore=Helium.com|lingua=en|accesso=11 gennaio 2012}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.sylviaplath.de/plath/wagner1.html|titolo=Plath's 'Ariel': 'Auspicious Gales'|autore=Linda Wagner|editore=Sylviaplath.de|lingua=en|accesso=11 gennaio 2012}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Corcoran|nome=Neil|titolo=Shakespeare and the modern poet|anno=2010|editore=Cambridge University Press|lingua=inglese|isbn=0-521-19982-4}}</ref>. Anche diverse rappresentazioni teatrali hanno attinto in qualche modo alle opere del Bardo, in particolare ''Amleto''; la tragedia venne infatti utilizzata, tra gli altri, come base le sceneggiature da [[Ivor Novello]] per il musical ''Perchance to Dream''<ref>{{cita libro|cognome=Wright|nome=Adrian|titolo=A tanner's worth of tune: rediscovering the post-war British musical|anno=2010|editore=Boydell & Brewer|lingua=inglese|p=34|isbn=1-84383-542-8}}</ref>, da [[Agatha Christie]] per ''[[Trappola per topi (Christie)|The Mouse Trap]]''<ref>{{cita libro|cognome=Teague|nome=Frances N.|titolo=Acting funny: comic theory and practice in Shakespeare's plays|anno=1994|editore=Fairleigh Dickinson Univ Press|lingua=inglese|p=164|isbn=0-8386-3524-5}}</ref>, da [[Tom Stoppard]] per ''[[Rosencrantz e Guildenstern sono morti|Rosencrantz & Guildenstern Are Dead]]'' e da [[Elmer Rice]] per ''Cue for Passion''<ref>{{cita libro|cognome=Burns|nome=Thomas LaBorie|titolo=Foreign accents: Brazilian readings of Shakespeare|anno=2002|editore=University of Delaware Press|lingua=inglese|p=185|isbn=0-87413-753-5}}</ref><ref>{{cita libro|cognome=Kabatchnik|nome=Amnon|titolo=Blood on the Stage, 1950-1975: Milestone Plays of Crime, Mystery and Detection: An Annotated Repertoire|anno=2011|editore=Scarecrow Press|lingua=inglese|pp=275-277|isbn=0-8108-7783-X}}</ref>. Inoltre ''Journey's End'' di [[R. C. Sherriff]] si basa su ''Otello''<ref>{{cita libro|cognome=Di Mauro|nome=Laurie|titolo=Modern British literature|volume=3|anno=2000|editore=St. James Press|lingua=inglese|p=172|isbn=1-55862-418-X}}</ref>, ''The Isle Is Full of Noises'' di [[Derek Walcott]] su ''La tempesta'' e ''Present Laughter'' di [[Noel Coward]] e ''Improbable Fiction'' di [[Alan Ayckbourn]] su ''La dodicesima notte''<ref>{{cita libro|cognome=Bloom|nome=Harold|titolo=Derek Walcott - Bloom's modern critical views|anno=2003|editore=Infobase Publishing|lingua=inglese|p=201|isbn=0-7910-7395-5}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.thekomisarscoop.com/2010/02/present-laughter-cowards-satire-of-an-actor-his-entourage-lacks-sparkle/|titolo=“Present Laughter,” Coward's satire of an actor & his entourage, lacks sparkle|autore=Lucy Komisar|editore=Thekomisarscoop.com|lingua=en|accesso=12 gennaio 2012}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.bbc.co.uk/stoke/content/articles/2005/10/07/improbable_fiction_feature.shtml|titolo=Improbable Fiction|autore=Anne Duffell|editore=Bbc.co.uk|lingua=en|accesso=12 gennaio 2012}}</ref>. Si ipotizza inoltre che oltre 20&nbsp;000 brani musicali sono collegati con i lavori di Shakespeare<ref name="WO161" />.
 
La sua immagine, con una scena di ''[[Romeo e Giulietta]]'' sullo sfondo, compare sul verso della banconota da venti [[sterline britanniche]] stampata dal 1970 al 1991.
Il [[cinema]] è uno dei campi che ha maggiormente risentito dell'opera di Shakespeare, sia in forma integrale sia come adattamenti. ''Romeo e Giulietta'' è l'opera che è stata [[Versioni cinematografiche di Romeo e Giulietta|riprodotta sul grande schermo]] il maggior numero di volte; tra gli adattamenti più famosi vi sono ''[[Giulietta e Romeo (film 1936)|Giulietta e Romeo (1936)]]'', ''[[Giulietta e Romeo (film 1954)|Giulietta e Romeo (1954)]]'', ''[[West Side Story (film)|West Side Story]]'', ''[[Romeo e Giulietta (film 1968)|Romeo e Giulietta (1968)]]'', ''[[Romeo + Giulietta di William Shakespeare]]'', ''[[Shakespeare in Love]]'' e ''[[Romeo and Juliet (film 2013)|Romeo and Juliet (2013)]]''. Tra le altre pellicole che hanno tratto dai lavori del Bardo vi sono ''[[Falstaff (film)|Falstaff]]'' da ''Le allegre comari di Windsor''; ''[[Amleto (film 1948)|Amleto (1948)]]'', ''[[Amleto (film 1964)|Amleto (1964)]]'', ''[[Amleto (film 1990)|Amleto (1990)]]'' e ''[[Hamlet (film 1996)|Amleto (1996)]]'' da ''Amleto''; ''[[Cleopatra (film 1963)|Cleopatra]]'' da ''Antonio e Cleopatra''; ''[[La bisbetica domata (film 1967)|La bisbetica domata]]'' e ''[[10 cose che odio di te (film)|10 cose che odio di te]]'' da ''La bisbetica domata''; ''[[Belli e dannati (film)|Belli e dannati]]'' da ''Enrico IV''; ''[[Enrico V (film 1944)|Enrico V (1944)]]'' e ''[[Enrico V (film 1989)|Enrico V (1989)]]'' da ''Enrico V''; ''[[Macbeth (film 1948)|Macbeth (1948)]]'', ''[[Il trono di sangue]]'' e ''[[Macbeth (film 1971)|Macbeth (1971)]]'' da ''Macbeth''; ''[[Otello (film 1952)|Otello (1952)]]'', ''[[Otello (film 1965)|Otello (1965)]]'', ''[[Othello (film 1995)|Otello (1995)]]'' e ''[[O come Otello]]'' da ''Otello''; ''[[Ran]]'' da ''Re Lear''; ''[[Riccardo III (film 1955)|Riccardo III (1955)]]'', ''[[Riccardo III (film 1995)|Riccardo III (1995)]]'' e ''[[Riccardo III - Un uomo, un re]]'' da ''Riccardo III'', ''[[Sogno di una notte di mezza estate (film 1935)|Sogno di una notte di mezza estate (1935)]]'', ''[[Sogno di una notte di mezza estate (film 1999)|Sogno di una notte di mezza estate (1999)]]'' e ''[[Una commedia sexy in una notte di mezza estate]]'' da ''Sogno di una notte di mezza estate''; ''[[Titus]]'' da ''Tito Andronico''. ''[[Come vi piace (film 1936)|Come vi piace]]'', ''[[La dodicesima notte (film 1996)|La dodicesima notte]]'', ''[[Giulio Cesare (film 1953)|Giulio Cesare]]'', ''[[Il mercante di Venezia (film 2004)|Il mercante di Venezia]]'', ''[[Molto rumore per nulla (film 1993)|Molto rumore per nulla]]'', ''[[Pene d'amor perdute (film)|Pene d'amore perdute]]'' e ''[[The Tempest (film 2010)|La tempesta]]'' sono invece adattamenti delle rispettive opere<ref>{{Imdb}}</ref><ref>{{cita libro|curatore=Emanuela Martini|titolo=Ombre che camminano: Shakespeare nel cinema|anno=1998|editore=Lindau|città=Torino|isbn=88-7180-215-2}}</ref><ref>{{cita libro|curatore=Isabella Imperiali|titolo=Shakespeare al cinema|anno=2000|editore=Bulzoni|città=Roma|isbn=88-8319-528-0}}</ref>.
 
== SpeculazioniTeorie su Shakespeare ==
[[File:ShakespeareCandidates1.jpg|thumb|leftmin|I principali quattro candidati alternativi all'attribuzione delle opere di William Shakespeare (al centro). In senso orario, da sinistra in alto: [[Edward de Vere]], [[Francesco Bacone|Francis Bacon]], [[William Stanley]] e [[Christopher Marlowe]].]]
=== Attribuzione e identità ===
{{vedi anche|Attribuzione delle opere di Shakespeare}}
GliLa studimaggior parte degli studiosi shakespeariani affermanoritiene senza alcun dubbio che lo Shakespeare nato a [[Stratford-upon-Avon|Stratford on Avon]] èsia l'autore materiale delle opere che gli furono attribuite. Tuttavia, a causa della scarsità di notizie sulla sua vita e, la sua istruzione, assenza di documenti o lettere a lui intestate, sono stati avanzati diversi dubbi sull'identità del drammaturgo. A partire dal [[XVIII secolo]] questi temi sono stati ampiamente e accanitamenteintensamente dibattuti daglida studiosi e non. In campo accademico, tali ipotesi non hanno avuto riconoscimenti dagli studiosi shakespeariani<ref name="Gibson20051" />.
 
In particolare, come autoriautore delle opere shakespeariane sono state avanzate le candidature di [[Francesco Bacone|Francis Bacon]], celebre filosofo e scrittore, che avrebbe scritto le opere teatrali sotto uno pseudonimo,; di [[Christopher Marlowe]], autore teatrale che non sarebbe, morto nel [[1593]], comema siche ritiene,secondo maalcuni avrebbe svolto attività di [[spionaggio]] per la corona e avrebbe continuato la propria attività letteraria con un falso nome,; di [[Edward de Vere]], 17º conte di Oxford, colto nobiluomo della corte [[Elisabetta I d'Inghilterra|elisabettiana]] che avrebbe potuto continuarecontinuato la propria giovanile attività poetica sotto uno pseudonimo per motivi di decoro, eoppure di [[William Stanley]], sesto [[Conte di Derby]], genero di Edward de Vere<ref name="Gibson20051">{{Cita|Gibson, 2005|pp. 48, 72, 124}}.</ref>.
 
Sono stati fatti, tra gli altri, anche i nomi di [[Ben Jonson]], [[Thomas Middleton]], sir [[Walter Raleigh]], forse in collaborazione con [[Francesco Bacone|Francis Bacon]], [[Mary Sidney]] contessa di Pembroke, e persino la regina [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]]. [[Attribuzione delle opere di Shakespeare#L'ipotesi sull'italianità di Shakespeare|Altre ipotesi]] hanno messo in discussione l'identità inglese stessa di William Shakespeare, per cui il bardo inglese sarebbe da identificarsi ora con unil linguista siciliano,e Michelscrittore Agnolodi (oorigini Michelangelo)italiane Florio[[Giovanni CrollalanzaFlorio]], oraconosciuto concome ilJohn. predicatoreDiversi estudi teologohanno toscanoapprofondito l’[[Michelangeloinfluenza di Giovanni Florio sulle opere shakespeariane]]. John Florio ha coniato per la lingua inglese 1.149 parole<ref name="ReferenceA">Empire of Words: The Reign of the OED, oraby conJohn ilWillinsky, figlioPrinceton diUniversity quest'ultimoPress, l'umanista1994</ref> naturalizzatoe inglesediversi proverbi e frasi scritti da [[John Florio compariranno in seguito nelle opere di William Shakespeare e diversi neologismi creati da Florio compariranno per la prima volta nel [[First Folio]]. di Shakespeare<ref name="theguardian.com">{{Cita web|autorecognome=Frampton|nome=Saul|data=12 luglio 2013|titolo=Who Samueleedited SchiròShakespeare?|url = http://www.palermovivatheguardian.itcom/williambooks/2013/jul/12/who-edited-shakespeare-erajohn-siciliano/florio|titolo accesso=19 Williamaprile Shakespeare era siciliano?2021|accesso sito=The Guardian|editore lingua= |data = en}}</ref>. InInoltre, campotre accademicofrasi talidi ipotesiFlorio nondiventarono hannotitoli avutodi riconoscimentitre ufficialicommedie shakespeariane<ref>'''Florio''': name="Gibson20051"''It />.is Labour lost to speak of love'' (Second Fruits, Folio 71, 1591),
 
'''Shakespeare''' lo rende un titolo di una commedia: ‘Love’s Labour’s Lost’ (Pene d’amor perdute, 1598)
=== Credo religioso ===
[[File:Shakespearevolti.jpg|thumb|Possibili volti di Shakespeare]]
 
'''Florio''': ''Gran romore, e poca lana'' (''much a doe about nothing'') (Giardino di Ricreatione, 1591/Queen’s Anna New World of Words, 1611)
Alcuni studiosi affermano che i membri della famiglia Shakespeare erano cattolici<ref>{{Cita|Pritchard, 1979|p. 3}}.</ref>; sua madre, Mary Arden, proveniva infatti da una famiglia cattolica. Nel [[1757]], nella casa del padre di Shakespeare, fu trovato un testamento cattolico firmato da [[John Shakespeare]]; sebbene ne sia stato tramandato il contenuto, il testamento è stato perduto, pertanto gli studiosi discutono ancora della sua autenticità<ref>{{Cita|Wood, 2003|pp. 75-78}}.</ref><ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|pp. 22-23}}.</ref>. Nel 1591 le autorità più volte riportarono che John Shakespeare non andava alla funzione domenicale "per paura di essere processato per debiti", una comune scusa utilizzata dai cattolici per evitare di seguire le cerimone protestanti; tuttavia, molti documenti sembrano indicare che effettivamente all'epoca John Shakespeare avesse problemi economici. Nel [[1606]] il nome della figlia di Shakespeare, Susanna, apparve in una lista di persone che non presero la comunione durante la Pasqua di quell'anno<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 41-42, 186}}.</ref>.
 
'''Shakespeare''' lo rende titolo di una commedia: ‘Much Ado About Nothing’ (1600)
 
'''Florio''': ''Tutto è bene, che riesce bene'' (Giardino di Ricreatione, 1591)
 
'''Shakespeare''' lo rende titolo di una commedia 'All's Well That Ends Well’ (‘Tutto è bene quel che finisce bene’, 1623)</ref>. John Florio è stato proposto come redattore del First Folio da alcuni studiosi di Shakespeare, tra cui Saul Frampton e Stuart Kells<ref>Stuart Kells, Shakespeare's Library, Counterpoint, 2019</ref>. Alcuni studiosi evidenziano altresì la presenza di numerosi vocaboli e/o espressioni [[Dante Alighieri|dantesche]] presenti nell'opera di Shakespeare (che non conosceva l'italiano)<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/altre_proposte/2025/03/24/trovata-prova-che-dante-e-in-opere-di-shakespeare_56c9dfa8-0fd8-427a-aa8b-d0f440d03229.html|titolo="Trovata la prova che Dante è in opere di Shakespeare" - Libri - Altre Proposte - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=24 marzo 2025|accesso=2025-04-12}}</ref>. John Florio, dottissimo umanista, conosceva bene la letteratura italiana e mondiale: si sostiene che questa attribuzione possa spiegare la raffinata cultura presente nei testi del Bardo<ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Paolo Brogi|url=https://www.brogi.info/2011/02/sono-lamberto-tassinari-e-vi-spiego-perche-shakespeare-e-in-realta-john-florio.html?utm_source=chatgpt.com|titolo=Sono Lamberto Tassinari e vi spiego perché Shakespeare è in realtà John Florio|sito=Brogi.info|data=2 febbraio 2011|accesso=2025-04-22}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://ilmanifesto.it/john-florio-in-arte-shakespeare|titolo=John Florio, in arte Shakespeare|sito=il manifesto|data=6 ottobre 2023|accesso=2025-04-22}}</ref>.
 
=== Credo religioso ===
Alcuni studiosi affermano che i membri della famiglia Shakespeare fossero cattolici<ref>{{Cita|Pritchard, 1979|p. 3}}.</ref>; sua madre, Mary Arden, proveniva infatti da una famiglia cattolica. Nel [[1757]], nella casa del padre di Shakespeare, fu trovato un testamento cattolico firmato da [[John Shakespeare]]; sebbene ne sia stato tramandato il contenuto, il testamento è stato perduto, pertanto gli studiosi discutono ancora della sua autenticità<ref>{{Cita|Wood, 2003|pp. 75-78}}.</ref><ref>{{Cita|Ackroyd, 2006|pp. 22-23}}.</ref>. Nel 1591 le autorità più volte riportarono che John Shakespeare non andava alla funzione domenicale "per paura di essere processato per debiti", una comune scusa utilizzata dai cattolici per evitare di seguire le cerimonie protestanti; tuttavia, molti documenti sembrano indicare che effettivamente all'epoca John Shakespeare avesse problemi economici. Nel [[1606]] il nome della figlia di Shakespeare, Susanna, apparve in una lista di persone che non presero la comunione durante la Pasqua di quell'anno<ref>{{Cita|Schoenbaum, 1987|pp. 41-42, 186}}.</ref>.
 
Gli studiosi hanno trovato prove sia a favore sia a sfavore del cattolicesimo di Shakespeare nelle sue opere, ma la verità sembra impossibile da trovare nell'uno e nell'altro caso<ref>{{cita libro|cognome=Wilson|nome=Richard|cognome=Wilson|titolo=Secret Shakespeare: Studies in Theatre, Religion and Resistance|anno=2004|editore=Manchester University Press|città=Manchester|lingua=ingleseen|p=34|isbn=0-7190-7024-4}}.</ref><ref>{{Cita|Shapiro, 2005|p. 167}}.</ref>. [[Rowan Williams]], [[arcivescovo di Canterbury]] e primate della [[Comunione Anglicana]], che è anche uno studioso di letteratura, ha comunicato durante l'Hay Festival in Galles del 2011: "Non penso che questo ci debba interessare molto, se posizionarlo tra i cattolici o i protestanti. Ma per quel che vale, penso che egli avesse probabilmente un retroterra cattolico e molti amici cattolici"<ref>{{Cita news|url=http://www.buonanotizia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1333:letteratura-primate-anglicano-rowan-williams-shakespeare-era-cattolico&catid=32:cultura&Itemid=47|titolo=Primate Anglicano Rowan Williams, Shakespeare era cattolico|data=4 giugno 2011|pubblicazione=Buonanotizia.org|accesso=27 dicembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111106103151/http://www.buonanotizia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1333:letteratura-primate-anglicano-rowan-williams-shakespeare-era-cattolico&catid=32:cultura&Itemid=47}}</ref>.
 
=== Il volto di Shakespeare ===
{{vedi anche|Raffigurazioni di Shakespeare}}
Numerosi sono i dipinti o le sculture che raffigurano William Shakespeare, tuttavia nella maggior parte dei casi si tratta di opere posteriori alla sua morte, realizzate da artisti che mai videro il vero volto di Shakespeare.
LUn tempo l'unica raffigurazione di cui èera accettato il valore documentario è la statua del monumento funebre a Stratford, anchema sela forma attuale risulta chesolamente precedentementedopo alil 1720, in quanto precedentemente aveva dettagli diversi dalle caratteristiche attuali (nel monumento originale Shakespeare non teneva in mano una penna e un libro ma si appoggiava ada un sacco di grano). La celebre [[:Immagine:First Folio.jpg|incisione]] presente sul ''First Folio'' del [[1623]]<ref>{{cita libro|cognome=Cooper|nome=Tarnya|cognome=Cooper|titolo=Searching for Shakespeare|url=https://archive.org/details/searchingforshak0000coop|anno=2006|editore=National Portrait Gallery, Yale University Press|lingua=ingleseen|pp=48, 57|isbn=1-85514-361-5}}.</ref> è di fatto posteriore di alcuni anni alla morte di Shakespeare. Tra i ritratti la cui attendibilità è discussa possiamo ricordare il ''Ritratto Chandos'', il ritratto dell{{'}}''Ely Palace'', il ''ritratto Flowers'', la ''maschera mortuaria Kesselstadt'', il ''ritratto di Cornelius Janssen'', la ''miniatura di Nicholas Hilliard'' e il recente ''Ritratto Cobbe''<ref>{{cita libro|nome=William L.|cognome=Pressly|titolo=The Ashbourne Portrait of Shakespeare: Through the Looking Glass|anno=1993|editore=Shakespeare Quarterly|lingua=en|pp=54-72|isbn=0-7864-3917-3}}</ref>.
Tra i ritratti la cui attendibilità è discussa possiamo ricordare il ''Ritratto Chandos'', il ritratto dell'''Ely Palace'', il ''ritratto Flowers'', la ''maschera mortuaria Kesselstadt'', il ''ritratto di Cornelius Janssen'', la ''miniatura di Nicholas Hilliard'' e il recente ''Ritratto Cobbe''<ref>{{cita libro|cognome=Pressly|nome=William L.|titolo=The Ashbourne Portrait of Shakespeare: Through the Looking Glass|anno=1993|editore=Shakespeare Quarterly|lingua=inglese|pp=54–72|isbn=0-7864-3917-3}}.</ref>.
 
== Note ==
{{references|3Note strette}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Ackroyd|nome=Peter|titolo=Shakespeare: The Biography|url=https://archive.org/details/shakespeare00pete|anno=2006|editore=Vintage|città=Londra|lingua=en|cid=Ackroyd, 2006|isbn=0-7493-8655-X}}
{{Div col}}
* {{cita libro|cognome=Ackroyd|nome=Peter|titolo=Shakespeare: The Biography|anno=2006|editore=Vintage|città=Londra|lingua=inglese|cid=Ackroyd, 2006|isbn=0-7493-8655-X}}
* {{cita libro|cognome=Auden|nome=Wystan Hugh|wkautore=Wystan Hugh Auden|titolo=Lezioni su Shakespeare|anno=2006|editore=Adelphi|città=Milano|isbn= 978-88-459-2114-8|cid=Auden, 2006}}
* {{cita libro|cognome=Baldini|nome=Gabriele|wkautore=Gabriele Baldini|titolo=Le tragedie di Shakespeare|anno=1957|editore=ERI|città=Torino|cid=Baldini, 1957|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|cognome=Baldini|nome=Gabriele|titolo=Manualetto shakespeariano|anno=1981|editore=Einaudi|città=Torino|cid=Baldini, 1981|isbn=978-88-06-15999-3}}
* {{cita libro|cognome=Bate|nome=Jonathan|titolo=The Genius of Shakespeare|anno=2008|editore=Oxford University Press|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Bate, 2008|isbn=978-0-19-537299-1}}
* {{cita libro|cognome=Bevington|nome=David|titolo=Shakespeare|url=https://archive.org/details/shakespeare0000bevi|anno=2002|editore=Blackwell|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Bevington, 2002|isbn=0-631-22719-9}}
* {{cita libro|cognome=Bloom|nome=Harold|titolo=Shakespeare. L'invenzione dell'uomo|anno=2003|editore=Rizzoli|città=Milano|cid=Bloom, 2003|isbn=978-88-17-10798-3}}
* {{cita libro|cognome=Boitani|nome=Piero|titolo=Il Vangelo secondo Shakespeare|anno=2009|editore=Il Mulino|città=Bologna|cid=Boitani, 2009|isbn=978-88-15-13331-1}}
* {{cita libro|cognome=Boyce|nome=Charles|titolo=Dictionary of Shakespeare|url=https://archive.org/details/wordsworthdictio0000boyc|anno=1996|editore=Ware, Herts|città=Wordsworth|lingua=ingleseen|cid=Boyce, 1996|isbn=1-85326-372-9}}
* {{cita libro|cognome=Bradley|nome=Andrew Cecil|titolo=Shakespearean Tragedy: Lectures on Hamlet, Othello, King Lear and Macbeth|url=https://archive.org/details/shakespeareantra0000brad_e0t5|anno=1991|editore=Penguin|città=Londra|cid=Bradley, 1991|isbn=0-14-053019-3}}
* {{cita libro|cognome=Bradley|nome=Andrew Cecil|titolo=La tragedia di Shakespeare. Storia, personaggi, analisi|anno=2002|editore=BUR|città=Milano|cid=Bradley, 2002|isbn=978-88-17-12796-7}}
* {{cita libro|cognome=Bryant|nome=John|curatore=Robert Steven Levine|titolo=Moby Dick as Revolution|url=https://archive.org/details/cambridgecompani0000unse_e3t4|edizione=in ''The Cambridge Companion to Herman Melville''|anno=1998|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=Bryant, 1998|isbn=0-521-55571-X}}
* {{cita libro|cognome=Bryson|nome=Bill|wkautore=Bill Bryson|titolo=Il mondo è un teatro. La vita e l'epoca di William Shakespeare|anno=2008|editore=Guanda|città=Parma|cid=Bryson, 2008|isbn=978-88-6088-820-4}}
* {{cita libro|cognome=Calimani|nome=Dario|wkautore=Dario Calimani|titolo=William Shakespeare: i sonetti della menzogna|anno=2009|editore=Carocci|città=Roma|cid=Calimani, 2009|isbn=978-88-430-4935-6}}
* {{cita libro|cognome=Carlyle|nome=Thomas|coautori=John Chester Adams|titolo=On Heroes, Hero-worship, and the Heroic in History|anno=1907|editore=Houghton, Mifflin and Company|città=Boston|lingua=ingleseen|cid=Carlyle, 1907|isbn=1-4069-4419-X}}
* {{cita libro|cognome=Cercignani|nome=Fausto|wkautore=Fausto Cercignani|titolo=Shakespeare's Works and Elizabethan Pronunciation|url=https://archive.org/details/shakespeareswork0000cerc|anno=1981|editore=Clarendon Press|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Cercignani, 1981|isbn=0-19-811937-2}}
* {{cita libro|cognome=Chambers|nome=Edmund Kerchever|titolo=William Shakespeare: A Study of Facts and Problems|url=https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.182554|anno=1930|editore=Clarendon Press|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Chambers, 1930|isbn=0-19-811774-4}}
* {{cita libro|cognome=Chambers|nome=Edmund Kerchever|titolo=Shakespearean Gleanings|url=https://archive.org/details/shakespeareangle0000cham|anno=1944|editore=Oxford University Press|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Chambers, 1944|isbn=0-8492-0506-9}}
* {{cita libro|cognome=CiarammellaCiaramella|nome=Michele|titolo=A Short Account of English Literature, "The Age of Shakespeare"|anno=1957|editore=Edizioni Cremonese|città=Roma|cid=CiarammellaCiaramella, 1957|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|cognome=Clemen|nome=Wolfgang|titolo=Shakespeare's Soliloquies|anno=1987|editore=Routledge|città=Londra|lingua=ingleseen|cid=Clemen, 1987|isbn=0-415-35277-0}}
* {{cita libro|cognome=Clemen|nome=Wolfgang|titolo=Shakespeare's Dramatic Art|anno=2005|editore=Routledge|città=New York|lingua=ingleseen|cid=Clemen, 2005|isbn=0-415-35278-9}}
* {{cita libro|cognome=Craig|nome=Leon Harold|titolo=Of Philosophers and Kings: Political Philosophy in Shakespeare's "Macbeth" and "King Lear"|url=https://archive.org/details/ofphilosopherski0000leon|anno=2003|editore=University of Toronto Press|città=Toronto|lingua=ingleseen|cid=Craig, 2003|isbn=0-8020-8605-5}}
* {{cita libro|cognome=Croce|nome=Benedetto|wkautore=Benedetto Croce|titolo=Shakespeare|anno=1948|editore=Laterza|città=Bari|cid=Croce, 1948|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|cognome=Crystal|nome=David|titolo=The Cambridge Encyclopedia of the English Language|anno=2001|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=Crystal, 2001|isbn=0-521-40179-8}}
* {{cita libro|cognome=D'Amico|nome=Masolino|wkautore=Masolino D'Amico|titolo=Scena e parola in Shakespeare|anno=2007|editore=Storia e letteratura|città=Roma|cid=D'Amico, 2007|isbn=978-88-8498-381-7}}
* {{cita libro|cognome=Dominik|nome=Mark|titolo=Shakespeare–Middleton Collaborations|url=https://archive.org/details/shakespearemiddl0000domi|anno=1988|editore=Alioth Press|lingua=ingleseen|isbn=0-945088-01-9|cid=Dominik, 1988}}
* {{cita libro|cognome=DowdenDominik|nome=EdwardMark|titolo=ShakspereWilliam Shakespeare and "The Birth of Merlin"|url=https://archive.org/details/williamshakespea0000domi|anno=18811991|editore=AppletonAlioth & CoPress|cittàlingua=New Yorken|linguaisbn=inglese0-945088-03-5|cid=DowdenDominik, 1881|isbn={{NoISBN}}1991}}
* {{cita libro|cognome=DrakakisDowden|nome=JohnEdward|titolo=Alternative ShakespearesShakspere|anno=19851881|editore=Appleton & Co|città=New York|lingua=ingleseen|cid=DrakakisDowden, 19851881|isbn=0-416-36860-3no}}
* {{cita libro|cognome=DrydenDrakakis|nome=John|coautori=Thomas Arnold|titolo=AnAlternative Essay of Dramatic PoesyShakespeares|anno=18891985|editorecittà=ClarendonNew Press|città=OxfordYork|lingua=ingleseen|cid=DrydenDrakakis, 18891985|isbn=810-7156416-32336860-63}}
* {{cita libro|cognome=Dryden|nome=John|coautori=Thomas Arnold|titolo=An Essay of Dramatic Poesy|url=https://archive.org/details/anessaydramatic01arnogoog|anno=1889|editore=Clarendon Press|città=Oxford|lingua=en|cid=Dryden, 1889|isbn=81-7156-323-6}}
* {{cita libro|cognome=Frye|nome=Northrop|wkautore=Northrop Frye|titolo=Tempo che opprime, tempo che redime: riflessioni sul teatro di Shakespeare|anno=1986|editore=Il Mulino|città=Bologna|isbn=88-15-01231-1}}
* {{cita libro|cognome=Frye|nome=Northrop|wkautore=Northrop Frye|titolo=Shakespeare: nove lezioni|anno=1986|editore=Einaudi|città=Torino|isbn=88-06-11713-0}}
* {{cita libro|cognome=Frye|nome=Roland Mushat|titolo=The Art of the Dramatist|anno=2005|editore=Routledge|lingua=ingleseen|cid=Frye, 2005|isbn=0-415-35289-4}}
* {{cita libro|cognome=Gibbons|nome=Brian|titolo=Shakespeare and Multiplicity|url=https://archive.org/details/shakespearemulti0000gibb|anno=1993|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=Gibbons, 1993|isbn=0-521-44406-3}}
* {{cita libro|cognome=Gibson|nome=H. N.|titolo=The Shakespeare Claimants: A Critical Survey of the Four Principal Theories Concerning the Authorship of the Shakespearean Plays|anno=2005|editore=Routledge|città=Londra|lingua=ingleseen|cid=Gibson, 2005|isbn=0-415-35290-8}}
* {{cita libro|cognome=Girard|nome=René|wkautore=René Girard|titolo=Shakespeare. Il teatro dell'invidia|anno=1998|editore=Adelphi|città=Milano|cid=Girard, 1998|isbn=978-88-459-1400-3}}
* {{cita libro|cognome=Grady|nome=Hugh|titolo=Shakespeare Criticism 1600–1900|edizione=in Margreta deGrazia, Stanley Wells, ''The Cambridge Companion to Shakespeare''|anno=2001|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=Grady, 2001|isbn=0-521-65094-1}}
* {{cita libro|cognome=Greenblatt|nome=Stephen|titolo=Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico. Come Shakespeare divenne Shakespeare|anno=2005|editore=Einaudi|città=Torino|cid=Greenblatt, 2005|isbn=978-88-06-16225-2}}
* {{cita libro|cognome=Guarino|nome=Raimondo|titolo=Shakespeare: la scrittura nel teatro|anno=2010|editore=Carocci|città=Roma|cid=Guarino, 2010|isbn=978-88-430-5275-2}}
* {{cita libro|cognome=Honan|nome=Park|titolo=Shakespeare: A Life|url=https://archive.org/details/shakespearelife00hona|anno=1998|editore=Oxford University Press|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Honan, 1998|isbn=0-19-811792-2}}
* {{cita libro|cognome=Honigmann|nome=E. A. J.|titolo=Shakespeare: The Lost Years|anno=1999|editore=Manchester University Press|città=Manchester|lingua=ingleseen|cid=Honigmann, 1999|isbn=0-7190-5425-7}}
* {{cita libro|cognome=Horvath|nome=Gabriela Dragnea|titolo=Shakespeare: ermetismo, mistica, magia|anno=2003|editore=Edizioni di storia e letteratura|città=Roma|cid=Horvath, 2003|isbn=88-8498-150-6}}
* {{cita libro|cognome=Johnson|nome=Samuel|curatore=Jack Lynch|titolo=Samuel Johnson's Dictionary: Selections from the 1755 Work that Defined the English Language|url=https://archive.org/details/samueljohnsonsdi0000john_r9m8|anno=2002|editore=FL: Levenger Press|città=Delray Beach|lingua=ingleseen|cid=LynchJohnson, 2002|isbn=1-84354-296-X}}
* {{cita libro|cognome=Kermode|nome=Frank|wkautore=Frank Kermode|titolo=Il linguaggio di Shakespeare|anno=2000|editore=Bompiani|città=Milano|cid=Kermode, 2000|isbn=88-452-4561-6}}
* {{cita libro|cognome=Kott|nome=Jan|wkautore = Jan Kott|titolo=Shakespeare nostro contemporaneo|anno=1983|editore=Feltrinelli|città=Milano|cid=Kott, 1983|isbn=978-88-07-81694-9}}
* {{cita libro|cognome=Krippendorff|nome=Ekkehart|titolo=Shakespeare politico: drammi storici, drammi romani, tragedie|anno=2005|editore=Fazi|città=Roma|cid=Krippendorff, 2005|isbn=978-88-8112-679-8}}
* {{cita libro|cognome=Leonardi|nome=Angela|titolo=Il cigno e la tigre. Figurazioni zoomorfe in Shakespeare|anno=2010|editore=Liguori|città=Napoli|cid=Leonardi, 2010|isbn=978-88-207-5046-6}}
* Giuseppe Leone, ''Il palcoscenico esemplare. La questione della giustizia nelle tragedie shakespeariane'', Napoli, Liguori, 2016, ISBN 9788820765880.
* {{cita libro|cognome=Levin|nome=Harry|titolo=Critical Approaches to Shakespeare from 1660 to 1904|edizione=in Stanley Wells, ''The Cambridge Companion to Shakespeare Studies''|anno=1986|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=inglese|cid=Levin, 1986|isbn=0-521-31841-6}}
* {{cita libro|cognome=ManferlottiLevin|nome=StefanoHarry|titolo=Critical Approaches to Shakespeare from 1660 to 1904|edizione=in Stanley Wells, ''The Cambridge Companion to Shakespeare Studies''|anno=20101986|editore=SalernoCambridge ed.University Press|città=RomaCambridge|lingua=en|cid=ManferlottiLevin, 20101986|isbn=978-880-8402521-69831841-96}}
* {{cita libro|cognome=McDonald|nome=Russ|titolo=Shakespeare's Late Style|url=https://archive.org/details/shakespeareslate0000mcdo|anno=2006|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=McDonald, 2006|isbn=0-521-82068-5}}
* {{cita libro|cognome=McGinn|nome=Colin|titolo=Shakespeare filosofo. Il significato nascosto nella sua opera|anno=2008|editore=Fazi|città=Roma|cid=McGinn, 2008|isbn=978-88-8112-944-7}}
* {{cita libro|cognome=Melchiori|nome=Giorgio|wkautore=Giorgio Melchiori|titolo=Shakespeare. Genesi e struttura delle opere|anno=2008|editore=Laterza|città=Bari|cid=Melchiori, 2008|isbn=978-88-420-7742-8}}
* {{cita libro|cognome=Middleton Murry|nome=John|titolo=Shakespeare|anno=1977|editore=Einaudi|città=Torino|cid=Middleton Murry, 1977|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|cognome=Mochi|nome=Giovanna|titolo=Il viaggio del testo: Shakespeare tra filologia vecchia e nuova|anno=2003|editore=Bulzoni|città=Roma|cid=Mochi, 2003|isbn=88-8319-794-1}}
* {{cita libro|cognome=Muir|nome=Kenneth|curatore=Samuel Schoenbaum|titolo=A New Companion to Shakespeare Studies|url=https://archive.org/details/newcompaniontosh0000muir|anno=1971|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=Muir, 1971|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|cognome=Paraisz|nome=Júlia|titolo=The Nature of a Romantic Edition|url=https://archive.org/details/shakespearesurve0000unse_k1h9|pubblicazione=Peter Holland, ''Shakespeare Survey'', 59|anno=2006|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=Paraisz, 2006|isbn=0-521-86838-6}}
* {{cita libro|cognome=Pritchard|nome=Arnold|titolo=Catholic Loyalism in Elizabethan England|url=https://archive.org/details/catholicloyalism0000prit|anno=1979|editore=University of North Carolina Press|città=Chapel Hill|lingua=ingleseen|cid=Pritchard, 1979|isbn=0-8078-1345-1}}
* {{cita libro|cognome=Proudfoot|nome=Richard|curatore=Ann Thompson, David Scott Kastan|titolo=The Arden Shakespeare Complete Works Paperback Edition|anno=2001|editore=Thomson Learning|città=Londra|linguaingleselingua=en|cid=Proudfoot, 2001|url=https://archive.org/details/ardenshakespeare00will|isbn=01-17903436-44361561-73}}
* {{cita libro|cognome=Ribner|nome=Irving|titolo=The English History Play in the Age of Shakespeare|anno=2005|editore=Routledge|città=Londra|lingua=ingleseen|cid=Ribner, 2005|isbn=0-415-35314-9}}
* {{cita libro|cognome=Reese|nome=Max Meredith|titolo=Shakespeare: il suo mondo e la sua opera|anno=1989|editore=Il Mulino|città=Bologna|cid=Reese, 1989|isbn=88-15-02405-0}}
* {{cita libro|cognome=RoweRoe|nome=John|titolo=The Poems: Venus and Adonis, The Rape of Lucrece, The Phoenix and the Turtle, The Passionate Pilgrim, A Lover's Complaint, by William Shakespeare|anno=2006|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=RoweRoe, 2006|isbn=0-521-85551-9}}
* {{cita libro|cognome=Sawyer|nome=Robert|titolo=Victorian Appropriations of Shakespeare|url=https://archive.org/details/victorianappropr0000sawy|anno=2003|editore=Fairleigh Dickinson University Press|città=New Jersey|lingua=ingleseen|cid=Sawyer, 2003|isbn=0-8386-3970-4}}
* {{cita libro|cognome=Schoch|nome=Richard|titolo=Pictorial Shakespeare|url=https://archive.org/details/notshakespeareba0000scho|edizione=in Stanley Wells, Sarah Stanton, ''The Cambridge Companion to Shakespeare on Stage''|anno=2002|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|lingua=ingleseen|cid=Schoch, 2002|isbn=0-521-79711-X}}
* {{cita libro|cognome=Schoenbaum|nome=Samuel|titolo=Shakespeare. Sulle tracce di una leggenda|anno=1979|editore=Editori Riuniti|città=Roma|cid=Schoenbaum, 1979|isbn=88-359-4708-1}}
* {{cita libro|cognome=Schoenbaum|nome=Samuel|wkautore=Samuel Schoenbaum|titolo=William Shakespeare: a compact documentary life|url=https://archive.org/details/williamshakespea0000scho|anno=1987|editore=Oxford Paperbacks|lingua=ingleseen|cid=Schoenbaum, 1987|isbn=0-19-505161-0}}
* {{Cita libro|nome=Samuel|cognome=Schoenbaum|wkautore=Samuel Schoenbaum|titolo=Shakespeare. Sulle tracce di una leggenda.|editore=Edizioni Studio Tesi|anno=1990|cid=Schoenbaum, 1990|isbn=88-7692-226-1}}
* {{Cita libro|nome=Samuel|cognome=Schoenbaum|wkautore=Samuel Schoenbaum|titolo=Shakespeare. Sulle tracce di una leggenda.|url=https://archive.org/details/shakespeareslive00scho_0|editore=Oxford University Press|città=Oxford|anno=1991|lingua=ingleseen|cid=Schoenbaum, 1991|isbn=0-19-818618-5}}
* {{cita libro|cognome=Serpieri|nome=Alessandro|titolo=I sonetti dell'immortalità: il problema dell'arte e della nominazione in Shakespeare|anno=1998|editore=Bompiani|città=Milano|cid=Serpieri, 1998|isbn=88-452-0052-3}}
* {{cita libro|cognome=Serpieri|nome=Alessandro|titolo=Polifonia shakespeariana|edizione=Bulzoni|anno=2002|città=Roma|cid=Serpieri, 2002|isbn=88-8319-694-5}}
* {{cita libro|cognome=Shapiro|nome=James|titolo=1599: A Year in the Life of William Shakespeare|url=https://archive.org/details/1599yearinlifeof0000shap|anno=2005|editore=Faber and Faber|città=Londra|lingua=ingleseen|cid=Shapiro, 2005|isbn=0-571-21480-0}}
* {{cita libro|cognome=Socci|nome=Stefano|titolo=Shakespeare fra teatro e cinema|anno=2009|editore=Le lettere|città=Firenze|cid=Socci, 2009|isbn=88-6087-114-X}}
* {{cita libro|cognome=Stanco|nome=Michele|titolo=Shakespeare: uomo di teatro, uomo di lettere|anno=2025|editore=Carocci|città=Roma|cid=Stanco, 2025|isbn=978-88-290-3068-2}}
* Michele Stanco (a cura di), ''La letteratura inglese dall'Umanesimo al Rinascimento. 1485-1625'', Roma, Carocci, 2016, ISBN 978-88-430-8060-1
* {{cita libro|cognome=Steevens|nome=George|wkautore=George Steevens|coautori=[[Alexander Pope]], [[Samuel Johnson]]|titolo=The Plays and Poems of William Shakspeare|anno=1785|editore=Bathurst|città=Londra|lingua=ingleseen|cid=Steevens, 1785|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|cognome=Steiner|nome=George|titolo=Morte della tragedia|anno=1996|editore=Garzanti|città=Milano|cid=Steiner, 1996|isbn=88-11-59778-1}}
* {{cita libro|cognome=Taylor|nome=Gary|titolo=William Shakespeare: A Textual Companion|url=https://archive.org/details/williamshakespea0000well|anno=1987|editore=Oxford University Press|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Taylor, 1987|isbn=0-19-812914-9}}
* {{cita libro|cognome=Taylor|nome=Gary|titolo=Reinventing Shakespeare: A Cultural History from the Restoration to the Present|url=https://archive.org/details/reinventingshake0000tayl|anno=1990|editore=Hogarth Press|città=Londra|lingua=ingleseen|cid=Taylor, 1990|isbn=0-7012-0888-0}}
* {{cita libro|cognome=Tomasi di Lampedusa|nome=Giuseppe|wkautore=Giuseppe Tomasi di Lampedusa|titolo=Shakespeare|anno=1995|editore=Mondadori|città=Milano|cid=Tomasi di Lampedusa, 1995|isbn=88-04-39780-2}}
* {{cita libro|cognome=Vittorini|nome=Fabio|wkautore=Fabio Vittorini|titolo=Shakespeare e il melodramma romantico|anno=2000|editore=La Nuova Italia|città=Firenze|cid=Vittorini, 2000|isbn=88-221-4280-2}}
* {{cita libro|cognome=Wain|nome=John|titolo=Samuel Johnson|url=https://archive.org/details/samueljohnson00wain|anno=1975|editore=Viking|città=New York|lingua=ingleseen|cid=Wain, 1975|isbn=0-670-61671-0}}
* {{cita libro|cognome=Wells|nome=Stanley|titolo=Shakespeare: A Life in Drama|url=https://archive.org/details/shakespearelifei0000well_y5p6|anno=1997|editore=W. W. Norton|città=New York|lingua=ingleseen|cid=Wells, 1997|isbn=0-393-31562-2}}
* {{cita libro|cognome=Wells|nome=Stanley|coautori=Lena Cowen Orlin|titolo=Shakespeare: An Oxford Guide|url=https://archive.org/details/shakespeareoxfor0000unse|anno=2003|editore=Oxford University Press|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Wells, Orlin, 2003|isbn=0-19-924522-3}}
* {{cita libro|cognome=Wells|nome=Stanley|coautori=James Shaw|titolo=A Dictionary of Shakespeare|url=https://archive.org/details/dictionaryofshak0000well|anno=2005|editore=Oxford University|città=Oxford|lingua=ingleseen|cid=Wells, 2005|isbn=0-19-280638-6}}
* {{cita libro|cognome=Wells|nome=Stanley|coautori=Gary Taylor, John Jowett et al.|titolo=The Oxford Shakespeare: The Complete Works|edizione=2|anno=2005|editore=Oxford University Press|città=Oxford|lingua=en|cid=Wells, 2005|isbn=0-19-926717-0}}
* {{cita libro|cognome=Wilson Knight|nome=George|titolo=The Wheel of Fire - Interpretations of Shakespearian Tragedy|url=https://archive.org/details/wheeloffireinter00knig|anno=1977|editore=Methuen & Co. Ltd|città=Londra|lingua=ingleseen|cid=Wilson Knight, 1977|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{cita libro|cognome=Wood|nome=Michael|titolo=Shakespeare|url=https://archive.org/details/shakespeare00wood|anno=2003|editore=Basic Books|città=New York|cid=Wood, 2003|isbn=0-465-09264-0}}
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== Voci correlate ==
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* [[Alla regina]]
* [[Blackfriars Theatre]]
* [[Casa natale di William Shakespeare]]
* [[Cronologia delle opere di Shakespeare]]
* [[Globe Theatre]]
* [[Casa natale di William Shakespeare]]
* [[Hamnet Shakespeare]]
* [[Honorificabilitudinitatibus]]
* [[Globe Theatre]]
* [[Shakespeare nella cinematografia]]
* [[Teatro Elisabettianoelisabettiano]]
* [[Hamnet Shakespeare]]
* [[Alla regina]]
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* {{Dmoz|httpen}} [https://wwwweb.dmozarchive.org/Artsweb/Performing_Arts20040401205335/Theatrehttp://the-tech.mit.edu/Shakespeare|/ Testi delle opere teatrali di William Shakespeare}}] nel sito del MIT.
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* {{en}} [http://the-tech.mit.edu/Shakespeare/ Testi delle opere teatrali di William Shakespeare] nel sito del MIT
* {{en}} [httphttps://www.shakespeare-literatureshakespeareitalia.com Shakespeare LiteratureItalia], versioniin indicizzateversione perintegrale capitolole opere teatrali e ricercabilii dellesonetti. opereCon disezione Shakespearetematiche varie.
* https://www.lieder.net/ curato da Emily Ezust contiene la traduzione italiana di Ferdinando Albeggiani di tutti i sonetti di Shakespeare e di altri brani di opere di Shakespeare
* {{It}} S [http://www.shakespeareweb.it hakespeareWeb], In versione integrale le opere teatrali ed i sonetti. Con sezione tematiche varie
 
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