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'''Instrumentum regni''' (letteralmente: «strumento di
==Storia==
Il concetto espresso dalla locuzione è presente nella [[filosofia politica|riflessione politica]] di
{{quote|Quella [[superstizione
Prima di Polibio, una tesi analoga fu espressa nel [[V secolo a.C.]] dal politico e scrittore ateniese [[Crizia]], discepolo di Socrate. In un [[dramma satiresco]] intitolato ''Sisifo'', del quale ci è stato tramandato un lungo frammento, egli scrisse infatti:
Nel [[Rinascimento]] il concetto fu ripreso da [[Niccolò Machiavelli]] nel suo ''[[Il Principe#Concezione della religione a servizio della politica e rapporto con la Chiesa|Principe]]''.▼
{{quote|Giacché le leggi distoglievano bensì gli uomini dal compiere aperte violenze, ma di nascosto le compivano, allora, suppongo, dapprima un qualche uomo ingegnoso e saggio di mente inventò per gli uomini il Timor degli dèi, sì che uno spauracchio ci fosse ai malvagi anche per ciò che di nascosto facessero o dicessero o pensassero. Laonde introdusse la divinità sotto forma di Genio, fiorente di vita imperitura, che con la mente ode e vede, e con somma perspicacia sorveglia le azioni umane, mostrando divina natura; il quale Genio udirà tutto quanto si dice tra gli uomini e potrà vedere tutto quanto da essi si compie. E se anche tu mediti qualche male in silenzio, ciò non sfuggirà agli dèi; ché troppa è la loro perspicacia. Facendo di questi discorsi, divulgava il più gradito degli insegnamenti, avvolgendo la verità in un finto racconto. E affermava gli dèi abitare colà, dove ponendoli, sapeva di colpire massimamente gli uomini, là donde sapeva che vengono gli spaventi ai mortali e le consolazioni alla loro misera vita: dalla sfera celeste, dove vedeva esserci lampi, e orrendi rombi di tuoni, e lo stellato corpo del cielo, opera mirabilmente varia del sapiente artefice, il Tempo; là donde s’avanza fulgida la massa rovente del Sole, donde l’umida pioggia sovra la Terra scende. Tali spaventi egli agitò dinanzi agli occhi degli uomini, e servendosi di essi, costruí con la parola, da artista, la divinità, ponendola in un luogo a lei adatto; e spense così l’illegalità con le leggi.<ref>Traduzione di G. Giannantoni. In ''I Presocratici'', Laterza, Bari, 1990, pp. 1026-1027.</ref>}}
▲Nel [[
==Note==▼
<references/>▼
==Voci correlate==
*[[Panem et circenses]]
*[[
*[[Religione civile]]
*[[Potere temporale]]
▲==Note==
*[[Poteri universali]]
▲<references/>
*[[Cesaropapismo]]
*[[Potere dello Stato]]
*[[Rapporto Stato-Chiesa]]
*[[Ateismo cristiano]]
{{Portale|Antica Roma|lingua latina|politica|religione}}
[[Categoria:Frasi tacitiane]]
▲[[Categoria:Terminologia della politica]]
[[Categoria:Religione romana]]
[[Categoria:Religione e politica]]
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