Decimo Giunio Bruto Callaico: differenze tra le versioni
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|legenda =
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{{Bio
|Nome = Decimo Giunio Bruto
|Cognome = Callaico
|PreData = in latino ''Decimus Junius Callaicus''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[185 a.C.]] ca
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 129 a.C.
|Epoca = -100
|Attività = politico
|Nazionalità = romano
|FineIncipit = fu console della [[repubblica romana]] nel [[138 a.C.]]
}}
▲Decimo Giunio Bruto Callaico (in latino Decimus Junius Callaicus) fu console della [[repubblica romana]] net 138 a.d. Era figlio di [[Marco Giunio Bruto (console 178 a.C.)|Marco Giunio Bruto]], che era stato console nel [[178 a.C.]], e fratello del pretore Marco Giunio Bruto. Ebbe come figlio [[Decimo Giunio Bruto (console 77 a.C.)|Decimo Giunio Bruto]] e fu nonno di [[Decimo Giunio Bruto Albino]]. Fu probabilmente sposato con una donna di nome Clodia. <ref>Cicerone, ''Epistulae ad Atticum'', XII, 22</ref>
==Vita politica==
Nel [[138 a.C.]] divenne console assieme a [[Publio Cornelio Scipione Nasica]]. Deciso sostenitore della causa degli ''[[optimates]]'', fu in contrasto con i [[tribuni della plebe]]; quando il senato propose di acquistare del grano per il popolo, egli rifiutò ma, allorché non concesse di congedare dieci soldati che ne avevano il diritto, il tribuno Gaio Curiazio lo fece imprigionare assieme al collega.<ref>
Più tardi ricevette la provincia dell'[[Hispania Ulterior]], dove stroncò la rivolta di Tantalo; in seguito fondò nell{{'}}''[[Hispania Citerior]]'' la città di ''Valentia Edetanorum'', l'odierna [[Valencia]], nella quale trasferì i soldati di [[Viriato]], sconfitto nel [[139 a.C.]]<ref>Livio, ''Epitome'' 55</ref>
== Campagna militare in Lusitania e nella Gallaecia meridionale ==
[[File:Iberia 156BC.svg|thumb|upright=1.4|left|L'Iberia alcuni anni prima della spedizione di Decimo Giunio Bruto.]]
Bruto condusse le legioni romane nella sua campagna di pacificazione della Lusitania e del sud della [[Gallaecia]] ([[Galizia (Spagna)|Galizia]]) dopo l'assassinio di [[Viriato]], il capo dei [[Lusitani]] che condusse la [[guerra lusitana]] contro i romani (154-139 a.c). La [[Lusitania]] era tra i fiumi [[Tago]] (che sfocia a [[Lisbona]]) e [[Duero|Douro]] (che sfocia a [[Porto (Portogallo)|Porto]]) e quindi copriva parte del Portogallo centrale e parte del Portogallo settentrionale. L'unico racconto di questa campagna che è sopravvissuto è di [[Appiano di Alessandria|Appiano]]. Buto fu posto al comando della provincia della [[Spagna Ulteriore]] per via di attacchi da parte di molte bande di guerriglieri che emulavano Viriato. Siccome queste bande operavano in un
Appiano non cita nessuna attraversata del Tago. Dunque Bruto deve aver cominciato la sua campagna a nord di questo fiume. L'
Appiano citò Talabriga (ora Marnel, vicino a [[Águeda]]) tra le città che si ribellarono di nuovo. Bruto ordinò agli abitanti di dargli disertori, i prigionieri, le armi e gli ostaggi e di lasciare la città. Quando si rifiutarono li fece circondare dai soldati per spaventarli. Poi prese i cavalli, gli approvvigionamenti e i soldi pubblici, ma li sorprese restituendo città.
Pacificò la Lusitania e la Gallaecia meridionale. Non sappiamo di preciso la maniera in cui i romani controllavano i popoli di questa area per via di mancanza di informazioni. Probabilmente vennero costretti a diventare alleati dei romani come alcuni dei celtiberi che vivevano più a est. Ci furono ulteriori conflitti tra i romani e i lusitani più tardi. La Lusitania e la Gallaecia furono annesse all'
==Partecipazione nella campagna contro i
Poco dopo venne convinto da [[Marco Emilio Lepido Porcina]], che era suo cognato e uno dei consoli per il 137 a.
== Altri avvenimenti ==
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Nel [[136 a.C.]] Bruto celebrò il [[trionfo]] per le numerose vittorie avute sulle popolazioni dell'Iberia e il senato gli conferì il titolo di ''Callaicus''.<ref>Livio, ''Epitome'' 55, 56; Appiano, ''De Rebus Hispaniensibus'', 71-73; Floro, II, 17; Orosio V, 5; Velleio Patercolo II, 5; Cicerone, ''pro Balbo'', 17; Plutarco, ''Vite Parallele'', Tiberio Gracco, 21; Valerio Massimo, Vi, 4</ref>
Bruto dedicò (con versi di [[Lucio Accio]], poeta a cui faceva da mecenate) un tempio a Ercole Callaico presso il [[Circo Flaminio]] a Roma nel 133 a.C. per commemorare le proprie vittorie.
Nel 129 a.C. servì di nuovo nell'esercito sotto il console [[Gaio Sempronio Tuditano]]<ref>Livio, ''Epitome'', 59</ref>
Lucio Accio,
Sappiamo da [[Cicerone]] che egli fu un brillante oratore e che era versato nella letteratura greca e latina<ref>Cicerone, ''Brutus'', 28</ref>; fu inoltre un [[augure]].<ref>Cicerone, ''Laelius de Amicitia'', 2</ref>
==Note==
{{Box successione
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|immagine = Consul et lictores.png
|periodo = ([[138 a.C.]])<br>con [[Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione]]
|precedente = [[Gneo Calpurnio Pisone (console 139 a.C.)|Gneo Calpurnio Pisone
|successivo = [[Marco Emilio Lepido Porcina]]<br/>e<br/>[[Gaio Ostilio Mancino]]
}}
{{Portale|Antica Roma|Biografie}}
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