LABEN: differenze tra le versioni

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{{F|aziende italiane|aprile 2016}}
{{Azienda
|nome = LABEN
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|didascalia=La sede LABEN di Vimodrone
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'''LABEN''', [[acronimo]] di '''LABoratori Elettronici e Nucleari''', è stata una un'azienda italiana produttrice di equipaggiamenti elettronici in campo [[Energia nucleare|nucleare]] e [[Spazio (astronomia)|spaziale]] con sedi storiche prima a [[Milano]] e poi a [[Vimodrone]].
 
Nel 2005 è entrata a far parte integrante della [[joint venture]] franco-italiana ''Alcatel Alenia Space'', diventata nel 2007 ''[[Thales Alenia Space]]''.
 
==Storia==
===Dagli albori a fine anni sessanta===
LABEN fu fondata nel 1958, con sede e laboratori originariamente in un edificio di via Bassini<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000001/|titolo=Milano - Laben Spa - Stabilimento - Esterno|accesso=5 maggio 2018}}</ref> a [[Milano]], nello stesso stabile del [[Consiglio Nazionale delle Ricerche]] (CNR) - settore di [[Astrofisica]].
 
Attiva da subito nel campo della progettazione, ingegneria, test e produzione di apparecchiature elettroniche in ambito nucleare come gli analizzatori di spettro multicanale o i sistemi di controllo, elaborazione dei dati e delle immagini riprese dalle [[Gamma camera|gamma camere]] che iniziavano allora a diffondersi in [[medicina nucleare]]<ref>IMN, ''Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare'', Anno III, n. 1, 2007, pag. 9</ref>, la LABEN fu inquadrata come "divisione nucleare" della Montedel S.p.A. (acronimo di [[Montecatini (azienda)|Montecatini]]-[[Edison (azienda)|Edison]] Elettronica, divenuta poi [[Montedison]] nel 1966).
===Gli albori===
Fu fondata nel 1958, con sede e laboratori originariamente in un edificio di via Bassini<ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000001/</ref><ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000003/</ref> a [[Milano]], sito proprio dietro alla facoltà nucleare del [[Politecnico di Milano|Politecnico]], nello stesso stabile del [[Consiglio Nazionale delle Ricerche]] ([[CNR]]) - settore di [[Astrofisica]], dove lavoravano il [[Premio Nobel|Nobel]] [[Giuseppe Occhialini|Occhialini]] e l’allora giovane [[Giovanni Fabrizio Bignami|Bignami]], divenuto più tardi presidente dell'[[Agenzia Spaziale Italiana]] ([[ASI]]). Attiva da subito nel campo della progettazione, ingegneria, test e produzione di apparecchiature elettroniche in ambito nucleare, la LABEN fu inquadrata come "divisione nucleare" della [[Montedel]] S.p.A. (acronimo di [[Montecatini]]-[[Edison]] Elettronica, divenuta poi [[Montedison]])<ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000009/</ref><ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000004/</ref><ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000006/</ref>. Ma già nei primi anni '60 estese le sue attività anche all'emergente settore spaziale, focalizzandosi sulla produzione di equipaggiamenti e circuiti stampati <ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000047/</ref> <ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000015/</ref><ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000037/</ref><ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000051/</ref><ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000048/</ref><ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000008/</ref> per le missioni. Altri campi di impiego furono inizialmente anche i minicomputer per applicazioni scientifiche e l'automazione industriale.
 
Come anzidetto, il prodotto portante storico nel settore nucleare di attività della LABEN fu quello dell'analizzatore multicanale di spettri di energia di radiazioni nucleari. Vari modelli di analizzatori furono realizzati dal Reparto Nucleare dell'azienda: dal cavallo di battaglia a 400 canali fino al più complesso Correlatron (4000 canali) e al Compact.
Del biennio '67-'68 si ricordano le pionieristiche missioni in [[Australia]] dei tecnici LABEN, dove per anni si tentò invano di lanciare il primo razzo europeo [[European Launcher Development Organisation|ELDO]]<ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000047/</ref>, sul quale era installata l'elettronica telemetrica prodotta nello stabilimento milanese (che si comportò egregiamente in quel contesto).
 
Questa linea di prodotto comprendeva l'intera Catena di Elettronica Lineare (preamplificatore, amplificatore lineare, analizzatore) che LABEN offriva per lo studio dei segnali provenienti da sorgenti nucleari.
===Gli anni d'oro===
Nel 1968 l'azienda intraprende la progettazione del ''LABEN 70'', un minicomputer per applicazioni scientifiche ed industriali, che fu presentato nel 1970. Tale minicomputer ebbe disparate applicazioni presso diversi clienti: il [[CNR]] di [[Fiascherino]] ([[La Spezia]]) per uso in elaborazioni marittime e oceanografiche, il Politecnico di Milano per esperimenti di elaborazione delle immagini televisive, l'Università di Pavia per funzioni di elaborazione delle immagini. Nei primi anni '70 il ''LABEN 70'' fu adottato in una ricerca per la costruzione in [[Europa]] di una rete di telecomunicazioni simile ad [[ARPAnet]], l'originaria rete statunitense da cui derivò poi [[Internet]]. L'uso del minicomputer milanese fu consigliato da [[Luigi Dadda]], che partecipava a tale progetto europeo<ref>http://www.computerhistory.it/index.php?option=com_content&view=article&id=317&Itemid=173</ref>.
 
A inizio anni '70 l'azienda completò la catena di strumentazione nel campo nucleare con la realizzazione (unica allora in Italia) di un Laboratorio Rivelatori a Semiconduttore per la produzione di rivelatori [[Germanio|Ge]] ([[Litio|Li]]) e [[Silicio|Si]] ([[Litio|Li]]) i quali, raffreddati con opportuni criostati alla temperatura dell'azoto liquido, permettevano di ottenere grandi precisioni nella misura di sorgenti di [[raggi X]] e [[Raggi gamma|gamma]]. Questi rivelatori vennero commercializzati per applicazioni di misura in centri di ricerca e per analisi spettroscopiche.
La LABEN cessa la propria attività nel campo dei calcolatori nel 1974, come conseguenza di una ristrutturazione che determinò il taglio anche del settore dell'automazione industriale, oltre che di 160 dei 360 dipendenti. L'attività si concentrò quindi sulle due linee di prodotto storiche:
* la strumentazione nucleare e scientifica ad essa correlata
* l'elettronica per l'aereospaziale, focalizzandosi via via sullo spaziale.
 
Già nei primi anni '60 estese le sue attività anche all'emergente settore spaziale, focalizzandosi sulla produzione di equipaggiamenti e [[Circuito elettronico|circuiti elettronici]] stampati per i primi lanci di [[Razzo|razzi]] europei oltre l'[[atmosfera]]<ref name=bc47>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000047|titolo=Milano - Montedel Spa - Divisione Laben - Programma ELDO - Satellite|sito=lombardiabeniculturali.it|accesso=4 maggio 2016}}</ref>.
Il settore spaziale divenne preponderante per la LABEN nel decennio tra gli anni '70 e '80, con abbandono progressivo dell'impegno nel nucleare, anche a causa del mutamento dello scenario italiano rispetto all'uso dell'[[energia nucleare]].
 
Nel 1964-1967 fornì dei [[Comparatore (elettronica)|comparatori]] e dei [[Commutazione (telecomunicazioni)|decommutatori]] di tipo ''[[Pulse-Code Modulation]]'' (PCM) per delle stazioni di terra<ref>{{cita web|url=http://archives.eui.eu/en/fonds/145721?item=ESRO.B-03.01-7289|titolo=Contract between ESRO and Laboratori Elettronici e Nucleari (LABEN)|data=27 luglio 1965|accesso=5 maggio 2018}}</ref> elaboranti i dati ricevuti dalla rete [[Satellite artificiale|satellitare]] del neonato consorzio spaziale europeo ''[[European Space Research Organization]]'' (ESRO), oltre che delle unità di controllo dei [[Modulazione|modulatori]] [[Pulse-code modulation|PCM]] di [[telemetria]] a bordo dei primi due satelliti non stabilizzati di tale organizzazione<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Il contributo della LABEN ai programmi spaziali europei|pubblicazione= Missili |numero= 4 |data= Agosto 1966|pp= 151-152}}</ref>: l'[[ESRO I]], per lo studio della [[raggi cosmici|radiazione cosmica]] e [[radiazione solare|solare]] e loro interazione con la [[Terra]]<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.esa.int/About_Us/Welcome_to_ESA/ESA_history/History_ESRO-1_satellite_1968|titolo=History: ESRO-1 satellite 1968|accesso=5 maggio 2018}}</ref> e l'[[ESRO II]]<ref name="Visionari">{{cita libro|autore=[[Giovanni Caprara]]|titolo=Storia italiana dello spazio: visionari, scienziati e conquiste dal XIV secolo alla stazione spaziale|editore= Giunti Editore}}</ref>, volto allo studio dei [[raggi X]], delle [[fasce di van Allen]] e il [[campo geomagnetico]]<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://aei.pitt.edu/36522/1/A2586.pdf|titolo=The aeronautical and space industries of the Community compared with those of the United Kingdom and the United States|p= 90|accesso=5 maggio 2018}}</ref>.
Riorganizzatasi l’Agenzia Spaziale Europea con differenti ambizioni (e anche con un nome diverso, passato da [[ESRO]] a [[ESA]]), l’industria italiana si concentrò sull’elettronica spaziale per i satelliti e le missioni europee di quegli anni. Cominciarono così i successi della LABEN, di volta in volta associata a consorzi internazionali che comprendevano importanti società inglesi, tedesche e francesi: gli apparati elettronici sviluppati a [[Milano]] riguardarono sia i sistemi telemetrici principali dei satelliti e delle sonde, sia i controlli automatici degli strumenti e degli esperimenti ivi installati. All’elettronica di bordo corrispondeva il duale sviluppo del sistema di controllo a terra, da usare sia durante lo sviluppo e test dell'apparato in fabbrica sia per il controllo e supporto da terra dopo il lancio. Praticamente tutte le missioni dell’[[ESRO]] e poi dell’[[ESA]] utilizzarono a bordo o a terra sistemi elettronici di controllo prodotti dalla LABEN, autonomamente o in collaborazione con gli altri membri del consorzio. 
 
Nel 1966 e nell'ambito dei programmi dell'altro consorzio spaziale europeo, l'''[[European Launcher Development Organisation]]'' (ELDO), contribuì alla produzione dei ''Satellite Test Vehicle'' (STV) da 1 a 3 da lanciare col primo razzo dimostratore di tale organizzazione [[Europa (lanciatore)|Europa-1]]<ref name="Visionari"/>, sviluppando la capacità di acquisizione e [[Rappresentazione spettrale dei segnali|analisi spettrale]] mediante tecniche di [[autocorrelazione]] dei dati [[vibrazione|vibrazionali]] di bordo trasmessi durante il lancio del veicolo<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://archives.eui.eu/en/fonds/108850?item=ELDO.D-01.08-3390|titolo=Contract between ELDO and LABEN|accesso=5 maggio 2018}}</ref>.
Contemporaneamente le stesse competenze venivano usate per i satelliti realizzati dall’[[Agenzia Spaziale Italiana]] ([[ASI]]), a partire dal famoso satellite [[geostazionario]] sperimentale [[SIRIO (satellite)|SIRIO]] nel 1977, che ebbe una vita talmente più lunga di quella prevista da potere essere spostato alla fine ad orbitare sopra la [[Cina]] ed essere venduto a quel governo. Nel frattempo, e grazie allo sviluppo di un computer miniaturizzato per quei tempi modernissimo, la LABEN collaborava ad altri progetti non propriamente spaziali, come il collaudo dei motori dell’aereo da combattimento [[Panavia Tornado|Tornado]], costruito a [[Torino]]. Non mancarono forniture di stazioni di controllo terrestre alla base di lancio italiana di [[Malindi]] ([[Kenia]]), voluta dal prof. [[Luigi Broglio|Broglio]], e alla base europea di [[Kourou]] ([[Guyana Francese]]).
 
Sempre con l'ELDO, si aggiudicò nel 1967 un contratto per un completo sistema di [[telemetria]] [[Codice (teoria dell'informazione)|codificata]], ancora di tipo PCM, e per il corrispondente sistema di supporto ausiliario a terra, consistente in una unità di decommutazione, sempre di tipo PCM<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000020/|titolo=Milano - Montedel Spa - Divisione Laben - Stazione di decommutazione di dati PCM per satelliti artificiali|accesso=5 maggio 2018}}</ref>, nonché di memorizzazione/elaborazione dei dati inviati dalla rete satellitare di tale altra organizzazione europea<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giancarlo Massobrio|titolo=Nuovi sistemi digitali per l'acquisizione dei dati di bordo e la decommutazione dei dati a terra sviluppati dai laboratori LABEN nell'ambito dei programmi spaziali europei|pubblicazione= Missili|numero= 6|data= Dicembre 1966|pp=203-218}}</ref>.
Era il “periodo d’oro” della LABEN, che si era ingrandita fino a quasi 400 dipendenti all'inizio degli anni '80<ref>http://www.computerhistory.it/index.php?option=com_content&view=article&id=317&Itemid=173</ref>, organizzati in numerose divisioni, fra le quali spiccava ancora quella originaria della strumentazione nucleare. Uno degli ultimi prodotti LABEN del comparto nucleare fu usato nel 2011 per mappare e misurare le [[radiazioni]] dell’area circostante alla centrale di [[Cernobyl]], quasi 30 anni dopo l’incidente del 1986.
 
Nel 1967 fornì a ESRO un sistema di supporto a terra del satellite con [[orbita]] altamente [[eccentricità orbitale|eccentrica]] [[HEOS-1]] ([[HEOS-A]])<ref name="Visionari"/><ref>ESRO, General Report 1967, pag. 44.</ref> dedicato allo studio del [[plasma (fisica)|plasma]], del [[vento solare]] e dei [[raggi cosmici]] e della loro interazione con la [[magnetosfera]] terrestre. A questo seguì nel 1969 la realizzazione del [[Encoder (elettronica)|codificatore]] di [[telemetria]] a bordo del suo successore [[HEOS-2]] ([[HEOS-B]])<ref>ESRO, General Report 1969, pag. 112</ref>.
Si dovette pertanto cercare una nuova e più capiente sede aziendale e nel 1985 avvenne il trasloco nella seconda sede storica, quella di [[Vimodrone]].
[[File:LABEN-Vimodrone.jpg|thumb|center|''LABEN, sede di Vimodrone'']]
 
La stessa tipologia di fornitura, cioè apparati di test e supporto a terra più modulo completo di [[telemetria]] di bordo, fu richiesta alla LABEN per il satellite [[ESRO IV]]<ref>ESRO, General Report 1969, pag. 107</ref>, indirizzato allo studio della [[ionosfera]] e della penetrazione delle particelle solari nella [[magnetosfera]] terrestre.
Strumentazione della LABEN era presente anche a bordo della [[missione Giotto]] lanciata nel 1985 alla volta della [[cometa di Halley]], che sfiorò il 13 marzo 1986. Fu grazie a tale elettronica di bordo italiana che fu recuperato il controllo di puntamento verso la Terra perso dopo l'attraversamento della coda cometaria e fu quindi possibile "congelare" la sonda interplanetaria per sei anni e lanciarla poi verso l'incontro con l'altra cometa [[26P/Grigg-Skjellerup]]<ref> http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/11/acchiappacomete-fa-centro-di-nuovo.html</ref>.
 
Nel biennio 1968-69 i tecnici furono impegnati in varie missioni in [[Australia]], dove si tentò invano di lanciare il [[razzo]] europeo dell'[[European Launcher Development Organisation|ELDO]]<ref name=bc47/> [[Europa (lanciatore)|Europa-1]] dal poligono di [[Woomera]]: i lanci furono afflitti da diversi problemi che portarono alla esplosione degli stadi del [[Vettore (astronautica)|vettore]] prima di raggiungere l'[[orbita]] prefissata. {{senza fonte|Su di essi era installata la prima [[elettronica digitale]] [[telemetria|telemetrica]] prodotta nello stabilimento milanese, la quale inviò correttamente dati a terra nel breve tempo di operatività dal lancio fino alla esplosione, permettendo alla LABEN di rendersi visibile in questo segmento del nascente mercato spaziale europeo}}.
Proprio un modellino in scala 1:1 della sonda Giotto dava il benvenuto all'ingresso della sede LABEN in Vimodrone.
 
Altri campi di impiego tra gli anni '60 e '70 furono i primi [[minicomputer]] per le applicazioni scientifiche e l'[[automazione industriale]]<ref>Commissione delle Comunità Europee, ''Studio dell'evoluzione della concentrazione nel settore della costruzione di macchine per ufficio in Italia'', CECA - CEE - CEEA, [[Bruxelles]], 1976, pag. 58</ref> e apparecchi per la [[biomedicina|biomedica]], come l'analizzatore [[elettronica|elettronico]] d'ampiezza ''LABEN Spectroscope'' a 400 canali<ref>Annuario dell'[[Istituto Superiore di Sanità]] ([[Istituto Superiore di Sanità|ISS]]) [1972], ''Seminario di elettronica biomedica'', pag. 984</ref>.
===Dalla fine degli anni '80 al duemila===
 
===Gli anni d'oro: dagli anni settanta agli anni ottanta===
I successi tecnici e tecnologici della LABEN, come accadde per quasi tutte le ditte spaziali private in Italia, non furono pari a quelli economici e commerciali, tanto che la proprietà dell’azienda cambiò spesso negli anni '80, incappando anche in uno scandalo di corruzione quando proprietaria era la [[Marconi Company|Marconi]] inglese.
Nel 1968 l'azienda, sotto la direzione tecnica e scientifica del direttore generale, il fisico [[Umberto Pellegrini]], intraprese la progettazione del ''LABEN 70'', un minicomputer per applicazioni scientifiche ed industriali, presentato nel 1970<ref>{{cita libro|autore=M. Bozzo|titolo=La grande storia del computer: dall'abaco all'intelligenza artificiale|editore= Edizioni Dedalo|città=Bari|anno= 1996|p= 380}}</ref> al prezzo base di $ 12000.
 
Un'altra versione successiva ma meno diffusa del minicomputer fu il ''LABEN 701''.
Passata per Ferranti e Bastogi, alla fine degli anni '80 la LABEN entrò a far parte delle società spaziali italiane controllate da [[Finmeccanica]].
 
La LABEN cessa la propria attività di produzione nel campo dei minicalcolatori nel 1974 e ciò ebbe come conseguenza una ristrutturazione del personale che determinò il taglio di gran parte del settore dell'[[automazione]] industriale, pari a oltre 160 degli allora 360 dipendenti. L'attività si concentrò quindi su due linee di prodotto principali:
Al contempo, con l'inizio del nuovo decennio, si venne a definire una sempre più stretta collaborazione con la [[Alenia Spazio]]<ref> http://archivio.agi.it/articolo/d6618dd4304c2fed8836a1e30fff94db_19910424_ambiente-alenia-e-laben-nel-satellite-esa-di-osservazione/?query=andrea_pucci</ref>, come ad esempio sul satellite europeo [[European Remote-Sensing Satellite|ERS-1]].
* la strumentazione di misura e controllo terrestre, per uso nucleare e scientifico: analizzatori per particelle e relativi moduli di controllo/interfaccia basati sull'allora standard ''[[Computer-Aided Measurement And Control]]'' (CAMAC);
* l'elettronica digitale per l'[[Ingegneria aerospaziale|aerospaziale]], focalizzandosi via via sul comando/controllo/elaborazione dati nel segmento spaziale di volo ([[satellite artificiale|satelliti artificiali]] di osservazione in [[Orbita terrestre bassa|orbita bassa]], [[sonda spaziale|sonde interplanetarie]], esperimenti in [[Orbita terrestre bassa|orbita bassa]] su piattaforme e razzi, [[osservatorio astronomico|osservatori]] e [[telescopio|telescopi]] orbitali ed extra-atmosferici).
 
==== Attività nel settore spaziale ====
Nell'ambito della attività espansiva di quegli anni, nel 1995 la LABEN acquisisce la [[PROEL]] di [[Firenze]] facendone una sua divisione dedicata agli studi e alla prototipizzazione di motori per la propulsione elettrica spaziale<ref>http://erps.spacegrant.org/uploads/images/images/iepc_articledownload_1988-2007/2001index/2002iepc/papers/t08/261_1.pdf&ved=0ahUKEwj43KWOr7zMAhVoMJoKHQViBLQ4ChAWCCcwBQ&usg=AFQjCNEIdRQaX7ERA3e2MWK_cb-HHmMVgQ</ref>.
 
Il settore spaziale divenne l'attività preponderante con abbandono progressivo dell'impegno nel nucleare, anche a causa del mutamento dello scenario italiano rispetto all'uso dell'[[Energia nucleare in Italia|energia atomica]], culminato nel [[referendum abrogativi in Italia del 1987|referendum abrogativo del 1987]].
Da ricordare il contributo di strumentazione della LABEN:
* alla sonda statunitense-europea [[Missione spaziale Cassini-Huygens|Cassini-Huygens]], lanciata nel 1997 alla volta della esplorazione del sistema di [[Saturno]] e del suo satellite [[Titano]]<ref>http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/notizie-nascoste/33742/La-partecipazione-italiana-alla-missione-Cassini.html</ref>, per cui fu sviluppato il computer di gestione dati [[CMDS]] su contratto diretto della NASA;
* agli osservatori spaziali di [[raggi X]] ([[XMM-Newton]], lanciato nel 1999) e [[raggi gamma]] ([[INTEGRAL]], lanciato nel 2002) per cui fu fornito l'intero sottosistema di ''OnBoard Data Handling'' ([[OBDH]])<ref>http://adsabs.harvard.edu/full/1997ESASP.409..265A</ref>.
 
Riorganizzatasi l’[[Agenzia Spaziale Europea]] con differenti ambizioni e impulso verso l'attività spaziale dei paesi europei membri (anche con un nome diverso, passando dalle separate [[ESRO]] e [[ELDO]] all'unica [[Agenzia Spaziale Europea|ESA]]), anche l’industria italiana si iniziò a concentrare su tale settore, che richiedeva sempre più l’uso dell'[[elettronica]] digitale per i primi [[satellite artificiale|satelliti]] e missioni europee di quegli anni. Cominciarono così gli impegni più importanti anche per la LABEN, di volta in volta associata a consorzi internazionali che comprendevano le maggiori società sistemistiche di satelliti inglesi, tedesche e francesi: gli apparati elettronici digitali sviluppati a Milano riguardarono sia i sistemi [[telemetria|telemetrici]] principali dei satelliti e delle sonde per il controllo da terra, sia i controlli automatici in volo degli strumenti e degli esperimenti scientifici ivi installati.
Ancor prima di essere inglobata in un'unica entità con [[Alenia Spazio]] e divenendone una "direzione" nel [[2004]], la LABEN raggiunse un buon livello di penetrazione nel mercato spaziale istituzionale, rappresentando da sola circa il 15% del volume di affari dell'industria spaziale nazionale<ref>http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665680</ref>.
 
L'azienda contribuì a [[Cos-B]]<ref>{{cita pubblicazione|autore=[[Giovanni Bignami]]|titolo=Alla scoperta dell'universo invisibile|pubblicazione= [[Le Scienze]] |numero= 472 |data=dicembre 2007|p=73}}</ref>, lanciato nel 1975 e primo di una serie di [[Lista dei telescopi spaziali|telescopi spaziali]] dell'ESA dedicato allo studio dei [[raggi gamma]] e all'osservazione di alcune particolari sorgenti di [[raggi X]], mediante la fornitura di apparecchiature per la elaborazione dei dati telemetrici a terra e per il controllo del carico scientifico, nonché di alcuni pezzi del sotto-sistema di [[radiofrequenza]] quali gli [[encoder (elettronica)|encoder]]<ref>{{cita pubblicazione|pubblicazione=Documento interno della VI legislatura - Camera dei Deputati|titolo=Relazione sullo stato della partecipazione italiana ai programmi spaziali internazionali|anno= 1975|p=10}}</ref>.
Nel 2004 la sede di Vimodrone contava circa 304 addetti a cui si dovevano aggiungere i 16 lavoratori della [[PROEL]]<ref>http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665680</ref> di [[Firenze]].
 
Le competenze ingegneristiche vennero impiegate anche sui satelliti realizzati interamente in [[Italia]], a partire dal primo satellite [[geostazionario]] sperimentale per le [[telecomunicazione|telecomunicazioni]] [[SIRIO (satellite)|SIRIO-1]], frutto della collaborazione tra il [[Consiglio Nazionale delle Ricerche]] (CNR) e una cordata di aziende italiane consorziatesi col nome ''[[Compagnia Italiana Aerospaziale]]'' (CIA), lanciato nel 1977 e per il quale la LABEN provvide al sistema di [[telemetria]] principale di bordo.
Nel 2004 la LABEN fu prima fusa dalla sua holding [[Finmeccanica]] con [[Alenia Spazio]] (acquistandola) e poi integrata come sede milanese nella [[joint venture]] franco-italiana del settore spaziale [[Alcatel Alenia Space]] <ref>http://www.robertobiscardini.it/interpellanze/211.html</ref>(67% [[Alcatel]], 33% [[Finmeccanica]]).
 
Nella seconda metà degli anni '70 iniziò lo studio per la realizzazione delle unità terminali remote di comunicazione per uso nello spazio a bordo di un veicolo, le ''[[Remote Terminal Unit]]'' (RTU), e relativi apparati di test<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://archives.eui.eu/en/fonds/137107?item=ESA.B-05.01-5428|titolo=Contract between ESA and LABEN|accesso= 6 maggio 2018}}</ref>, al fine di standardizzare la comunicazione della unità di controllo centrale, la ''Central Terminal Unit'' (CTU), con le periferiche disposte sul [[Bus (informatica)|bus]] di comunicazione [[avionica|avionico]] interno. Le RTU divennero una linea di prodotto specialistica fino alla metà degli anni '90 quando furono progressivamente dismesse in quanto integrate nelle CTU stesse, a loro volta uno dei prodotti aziendali principali nei decenni successivi.
Divenne poi [[Thales Alenia Space]] dal 2006 con la acquisizione della quota [[Alcatel]] da parte del gruppo francese della difesa e dell'elettronica [[Thales]].
 
La LABEN fornì e qualificò il sistema di conversione in ''[[time-division multiplexing]]'' (TDM) dei ''time-tag'' degli impulsi [[laser]] nell'esperimento ''[[laser|LAser]] Synchronisation from Stationary Orbit'' (LASSO)<ref>{{cita web|lingua=en |url=https://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19810018944.pdf|titolo=PROGRESS OF THE LASSO EXPERIMENT|accesso=6 maggio 2018}}</ref>, per instradarli verso il canale di ''housekeeping'' di trasmissione verso terra, che dovevano servire a una dimostrazione della sincronizzazione degli [[orologio atomico|orologi atomici]] mediante impulsi [[laser]] scambiati a bordo del satellite meteorologico dell'ESA [[SIRIO (satellite)|SIRIO-2]]. SIRIO-2 fu lanciato il 9 settembre 1982, ma non raggiunse mai l'[[orbita]] [[Orbita geostazionaria|geosincrona]] di destinazione a causa di un malfunzionamento meccanico della [[turbopompa]] del terzo stadio del [[razzo]] vettore [[Ariane]] 1 (lancio LR-05)<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.upi.com/Archives/1982/09/11/A-mechanical-failure-in-the-turbo-pump-of-the/6608400564800/|titolo=A mechanical failure in the turbo pump of the...|data=11 settembre 1982|accesso=6 maggio 2018}}</ref>.
Nel [[2006]] la strumentazione dell'esperimento [[ALTEA]] di LABEN/TAS-I volò a bordo di una missione dello [[Space Shuttle]] <ref>http://www.astronautinews.it/2015/12/27/una-nuova-missione-per-altea/</ref>.
 
Il contributo all'osservatorio a [[raggi X]] [[EXOSAT]] di ESA lanciato nel 1983 si concretizzò nella collaborazione con l'allora [[Matra Marconi Space]] di [[Tolosa]] alla costruzione dei ''Focal Plane Assembly'' (FPA) e dell'elettronica dell'esperimento<ref>{{cita libro|autore=R.D. Andresen|titolo= X-Ray Astronomy: Proceedings of the XV ESLAB Symposium held in Amsterdam, The Netherlands, 22–26 June 1981|editore= Ed. Springer Science & Business Media|anno= 2013|p= 493}}</ref>.
Nel 2012 la sede di [[Vimodrone]] contava circa 280 lavoratori<ref>http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665680</ref>.
 
==== Il cambio sede a Vimodrone ====
A gennaio 2013 il sito industriale venne trasferito da [[Vimodrone]] a [[Gorgonzola (Italia)|Gorgonzola]] nell'ambito della ripartizione della progettazione e produzione degli equipaggiamenti elettronici per lo spazio avvenuta rispettivamente tra le sedi [[Thales Alenia Space]] - Italia di [[Milano]] e [[L'Aquila]]<ref>
http://parlamento16.openpolis.it/atto/documento/id/72974</ref>. A quella data, il nuovo sito di Gorgonzola contava circa 200 addetti.
 
Nei primi anni '80, sfruttando le competenze maturate sui [[computer]] miniaturizzati ad uso terrestre nel decennio precedente, la LABEN collaborava in secondo piano anche a progetti italiani al di fuori dell'ambito prettamente spaziale, come il collaudo dei motori dell’aereo da combattimento [[Panavia Tornado|Tornado]], costruito a [[Torino]].
==Attività produttiva==
 
Di quegli anni anche le forniture di apparati per le stazioni di controllo terrestre alla costruenda base di lancio italiana di [[Malindi]] ([[Kenya]]) e allo [[spazioporto]] europeo di [[Kourou]] ([[Guyana francese]]).
Nel corso della sua storia, l'azienda ha fornito equipaggiamenti elettronici quali
 
Con la forte crescita del settore spaziale italiano negli anni '80, anche l'azienda si ingrandì fino ad impiegare nel 1985 circa 270 dipendenti, pari al 9% dell'allora industria spaziale nazionale (3120 addetti), che era raddoppiata nel primo quinquennio di quella decade; figurava quindi quarta nelle prime cinque aziende spaziali italiane come numero di dipendenti: [[Selenia]] (1065), [[Telespazio]] (612), [[Aeritalia]] settore Spazio (550), LABEN e [[Bombrini Parodi Delfino|BPD]] (230). Le vendite della LABEN nel 1984 si aggiravano intorno a 1 milione di [[dollaro|dollari]]<ref name="Ferranti"/>.
* singole schede di circuiti stampati
* schede microprocessore, con o senza relativo software di bordo
* schede di conversione/distribuzione di potenza DC/DC
* FPGA per elaborazione dati
* computer avionici completi, per il controllo di assetto orbitale, singoli come [[Sentinel 1|SENTINEL-1]] o per costellazioni come [[IRIDIUM]] e [[O3B]]
* memorie di massa, con o senza controllo intelligente del sottosistema di trasmissione a terra, tipicamente per satelliti [[SAR]] come [[COSMO-SkyMed]], [[RADARSAT]], [[Sentinel-1|SENTINEL-1]]
* equipaggiamenti di acquisizione ed elaborazione dati e segnali (come la unità CDHU, che controlla lo strumento [[GOME-2]] per il monitoraggio dell'[[ozono]] atmosferico a bordo dei satelliti [[MetOp]])
* unità di generazione del segnale di navigazione della costellazione [[Galileo]] ([[NSGU]])
* apparecchiature di comando e controllo per esperimenti scientifici in condizioni di microgravità e fisica dello spazio (come lo strumento IBIS a bordo del satellite [[INTEGRAL]]; [[GOCE]]; [[Herschel & Planck]])
* ricevitori terrestri e satellitari dei segnali [[GPS]], [[EGNOS]], [[Galileo]]
* elettronica e software di controllo per lanciatori e infrastrutture abitative spaziali
 
Nel 1985 avvenne il trasloco a [[Vimodrone]] in una nuova sede aziendale con annessa una più capiente [[camera bianca]] per l'integrazione degli equipaggiamenti di volo.
usati su molteplici veicoli (satelliti terrestri o planetari, sonde interplanetarie ,...) nei maggiori programmi spaziali di [[ESA]]<ref>http://integral.esac.esa.int/IBIS_DU_people.gif</ref>, della [[NASA]] e di altre nazioni spaziali, contribuendo alla realizzazione di sistemi per le telecomunicazioni, la ricerca astronomica, la fisica dello spazio, la navigazione satellitare e l'osservazione ambientale ottica e radar<ref>http://documenti.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed446/pdfbt31.pdf</ref>, {{Citazione necessaria|divenendo un centro di competenza industriale elettronico spaziale riconosciuto a livello internazionale}}<ref>Seduta del 6 aprile 2004 n. 141 - Consiglio Regionale della Lombardia, http://www.consiglio.regione.lombardia.it/c/document_library/get_file</ref>.L'azienda vantava anche una lunga esperienza nella costruzione degli apparati di test, supporto a terra post lancio e centri di controllo<ref>http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-3h080-0000052/</ref>.
 
'''Il rapporto con le Università e Centri di Ricerca'''
Questa missione di progettazione, produzione e test di apparati elettronici spaziali, il sito milanese continua a svolgerla integrata oggi in [[Thales Alenia Space]].
 
Data la natura tecnologicamente avanzata dei prodotti aziendali, nel corso degli anni la LABEN perseguì sempre un rapporto privilegiato con i poli di ricerca impegnati nel settore delle sue applicazioni. Numerose collaborazioni furono realizzate con ad es. [[Comunità europea dell'energia atomica|Euratom]], [[Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale|Ispra]], [[Politecnico di Milano]], le Universita' di Milano, Pavia, Napoli. Queste relazioni diedero vita a frequenti stage di studenti laureandi che svolgevano la loro tesi di laurea collaborando su progetti industriali nei laboratori dell'azienda.
 
'''Il presidio tecnologico'''
 
Nel corso della sua attività l'azienda aggiornò costantemente le sue metodologie di progettazione e produzione tenendo conto del divenire accelerato che le tecnologie elettroniche subivano nel corso del tempo. In quegli anni infatti i componenti elettronici mutarono velocemente con la nascita dei primi [[Circuito integrato|circuiti integrati]] ([[Memoria (informatica)|memorie]], [[Circuito digitale|circuiti logici]]) fino alla nascita dei [[Microprocessore|microprocessori]].
 
Contemporaneamente il requisito della riduzione delle masse imbarcate sui satelliti spingeva verso una crescente miniaturizzazione degli apparati di volo. Questo ha portò l'azienda a dotarsi di moderne tecnologie di processo quali:
 
* sistemi di sviluppo per microprocessori, [[Gate array|Gate Arrays]] e [[Application specific integrated circuit|ASICs]]
 
* [[Computer-aided design|CAD]], [[Computer-aided manufacturing|CAM]] di progettazione/produzione di sistemi elettronici
 
* tecnologie di miniaturizzazione con [[Ibrido (elettronica)|circuiti ibridi]] a film spesso e [[Chip carrier|chip carriers]]
 
* ambienti di sviluppo per software spaziale (caratterizzato da alta affidabilità e da una sistematica ridondanza).
 
==== Attività nel settore del monitoraggio nucleare ====
L'azienda era organizzata in diverse divisioni, fra le quali sopravviveva ancora quella originaria della "strumentazione nucleare" dagli anni '60 e che si era contratta nel solo mercato della produzione di sistemi di monitoraggio [[radioattività|radioattivo]] ambientale<ref>{{cita web|url=http://francalombardi.altervista.org/Bibliografia/Distribuzione_dei_radionuclidi_nell_ambiente_marino_antistante_garigliano__--11--.pdf|titolo=Distribuzione dei radionuclidi nell'ambiente marino antistante Garigliano|accesso=6 maggio 2018}}</ref>.
 
La LABEN fornì sistemi per la detezione nell'ambiente dei [[radionuclide|radionuclidi]] (''Radionuclide Monitoring System'', RMS) per diverse reti:
* la rete nazionale di controllo della [[radioattività]] del particolato atmosferico ([[REMRAD]]), voluta dall'[[ISPRA]], di cui la sede di [[Vimodrone]] divenne una delle sette stazioni automatiche italiane<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/che_cose.wp?contentId=APP14945|titolo=Rete Remrad|accesso=6 maggio 2018|dataarchivio=19 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180819033338/http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/che_cose.wp?contentId=APP14945|urlmorto=sì}}</ref>;
* la rete internazionale del ''[[Trattato di bando complessivo dei test nucleari|Comprehensive Nuclear Test-Ban-Treaty]] Organisation'' (CTBTO), dando supporto in loco per la strumentazione delle seguenti stazioni di controllo: RN34 (a [[Reykjavík]], [[Islanda]]), RN49 (a [[Spitsbergen]] nelle [[Isole Svalbard]], [[Norvegia]]), RN44 (a [[Guerrero Negro]], [[Bassa California]], [[Messico]]) e RN53 (a [[Ponta Delgada]], [[São Miguel (Azzorre)|São Miguel]] nelle [[Azzorre]], [[Portogallo]]) e sviluppando per esse l'''Automatic Radionuclide Air Monitoring Equipment'' (ARAME)<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.ctbto.org/fileadmin/user_upload/procurement/2008/RFP2008-0131-LUNN_-_Radionuclide_Monitoring_Station_System_Design_Document.pdf|titolo=A.R.A.M.E.|accesso=6 maggio 2018|dataarchivio=7 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171107020221/http://www.ctbto.org/fileadmin/user_upload/procurement/2008/RFP2008-0131-LUNN_-_Radionuclide_Monitoring_Station_System_Design_Document.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Questo equipaggiamento di controllo ambientale a terra della [[radioattività]] dispersa nella [[troposfera]] raccoglieva, ordinava ed instradava i dati dalla centralina al centro unico di elaborazione di [[Vienna]].
 
Uno degli ultimi prodotti del comparto nucleare fu usato nel 2011 per mappare e misurare le [[Radiazione|radiazioni]] dell’area circostante alla centrale di [[Černobyl']], quasi 25 anni dopo [[Disastro di Černobyl'|l'incidente del 1986]], in vista della costruzione del nuovo sarcofago sul [[reattore nucleare a fissione|reattore]] 4 nell'ambito del programma ''Cernobyl's Integrated Automated Monitoring System'' (CERNOBYL-IAMS).
 
==== Giotto e le altre missioni ====
[[File:Giotto Whipple shield ESA239195.jpg|thumb|Giotto in integrazione presso il centro ESTEC]]
Un sistema computerizzato di guida e controllo di assetto spaziale<ref>{{cita libro|autore=[[Giovanni Caprara (giornalista)|Giovanni Caprara]]|titolo=Storia italiana dello spazio|editore=Bompiani|anno=2012}}</ref> ed elaborazione dati dal peso di circa 6&nbsp;kg<ref name="helldragon.eu">{{cita web|url=http://www.helldragon.eu/loretta/cdrom/Documenti/MISSCOMETE.htm|titolo=MISSIONI SPAZIALI: Comete e Asteroidi|accesso=6 maggio 2018}}</ref> sviluppato dalla LABEN era presente a bordo della [[missione Giotto]], lanciata nel 1985 alla volta della [[cometa di Halley]],<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/07/02/ore-1330-comincia-avventura-di-giotto.html|titolo=ORE 13.30: COMINCIA L'AVVENTURA DI GIOTTO A CACCIA DI HALLEY|data=2 luglio 1985|accesso=6 maggio 2018}}</ref> che sfiorò ad una distanza di 596&nbsp;km il 13 marzo 1986, commissione affidata all'azienda direttamente dall'ESA.<ref>{{cita libro|autore=Luigi Tosti|titolo=L'esplorazione dell'universo|editore= ERDAC|anno= 2007-2011|p=245}}</ref> Fu grazie a tale computer che venne recuperato in modo automatico il controllo del puntamento delle antenne di comunicazione verso la [[Terra]],<ref>{{Cita web|lingua=EN|url=http://www.designnews.com/content/software-recovers-satellite/100647801235602|titolo=Software recovers satellite|sito=DesignNews|data=5 novembre 2001|accesso=28 aprile 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171109025638/http://www.designnews.com/content/software-recovers-satellite/100647801235602|dataarchivio=9 novembre 2017|urlmorto= sì}}</ref> perso per 32 minuti nell'attraversamento a una velocità di 68&nbsp;km/s della turbolenta coda cometaria fatta di particelle e gas:<ref name="helldragon.eu"/> ciò rese possibile estendere la missione "congelando" la [[sonda spaziale|sonda interplanetaria]] per sei anni in un'orbita di parcheggio, e lanciandola infine nel 1992 verso l'incontro con un'altra [[cometa]], la [[26P/Grigg-Skjellerup]].<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/11/acchiappacomete-fa-centro-di-nuovo.html|titolo=L'acchiappacomete fa centro di nuovo|data=11 luglio 1992|accesso=6 maggio 2018}}</ref>
 
Il successo di Giotto fu foriero di altre forniture importanti in quegli anni di fine decennio:<ref>{{cita web |url=http://archivio.agi.it/articolo/8db82c055ab9ef1eb932108c87dfd21c_19920703_cnr-giotto-robot-cosmico-a-secondo-incontro-con-cometa/ |titolo=Cnr: "giotto", robot cosmico, a secondo incontro con cometa|data=3 luglio 1992|accesso=6 maggio 2018 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160603180553/http://archivio.agi.it/articolo/8db82c055ab9ef1eb932108c87dfd21c_19920703_cnr-giotto-robot-cosmico-a-secondo-incontro-con-cometa/ |dataarchivio=3 giugno 2016 }}</ref>
* il computer di elaborazione dati ''OnBoard Data Handling'' (OBDH) degli strumenti scientifici della sonda europeo-statunitense [[Ulysses (sonda spaziale)|Ulysses]]<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/07/ulysses-odissea-verso-il-sole.html|titolo='Ulysses', odissea verso il Sole|data=7 ottobre 1990|accesso=6 maggio 2018}}</ref> lanciata nel 1990 che, doppiato [[Giove (astronomia)|Giove]] e studiatone la [[magnetosfera]] nel ''rendez-vous'' uscì dal piano dell'[[eclittica]] per dirigersi verso il polo sud del [[Sole]];<ref>{{cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/07/12/Scienza/SPAZIO-ULISSE-STA-SONDANDO-POLO-SUD-DEL-SOLE_151700.php|titolo=SPAZIO: ULISSE STA SONDANDO POLO SUD DEL SOLE|data=12 luglio 1994|accesso=6 maggio 2018}}</ref>
* la ''Central Terminal Unit'' (CTU)<ref>{{cita libro|autore=J. P. Chretien|titolo=Automatic Control in Space 1985: Proceedings of the Tenth IFAC Symposium, Toulouse, France, 24-28 June 1985|editore=[[Elsevier]]|anno=2014|pagina= 67}}</ref> imbarcata a bordo del "satellite a guinzaglio" [[Tethered]], che volò nella missione TSS-1<ref name="adsabs.harvard.edu">{{cita web|lingua=en|url=http://adsabs.harvard.edu/full/1997ESASP.409...25M|titolo=A standard integrated avionic control system for small spacecrafts|accesso=6 maggio 2018}}</ref> sullo [[Space Shuttle Atlantis|Space Shuttle ''Atlantis'']] del 1992 (lancio [[STS-46]]) con il primo [[astronauta]] italiano, [[Franco Malerba]]. Anche la seconda missione [[Tethered]], [[Tethered|TSS-1R]] nel 1996 con gli astronauti italiani [[Maurizio Cheli]] e [[Umberto Guidoni]] a bordo dello [[Space Shuttle Columbia|Space Shuttle ''Columbia'']] ([[STS-75]]), fu supportata con [[elettronica]] e [[software]] per elaborazione dati della LABEN<ref>{{cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1996/02/21/Economia/SPAZIO-TETHERED-IN-ORBITA-ANCHE-IL-MADE-IN-ITALY-2_143700.php|titolo=SPAZIO: TETHERED, IN ORBITA ANCHE IL MADE IN ITALY|data=21 febbraio 1996|accesso=6 maggio 2018}}</ref>);
* una [[memoria di massa]]<ref>{{cita libro|autore=Kevin Madders|titolo=A New Force at a New Frontier: Europe's Development in the Space Field|editore= Cambridge University Press|anno= 2006|p= 283}}</ref> e l'unità di controllo dati (''Data Handling Unit'', DHU) dell'esperimento tecnologico ''Inter-Orbit Communication'' (IOC) (dimostratore di un sistema di ''[[data relay]]'' inter-orbitale [[orbita terrestre bassa|LEO]]-[[orbita geostazionaria|GEO]] attraverso l'uso del satellite telecom civile [[Olympus-1]] dell'ESA verso le stazioni di terra), entrambi gli strumenti posti a bordo dell'''[[European Retrievable Carrier|EUropean REtrievable CArrier]]'' (EURECA), la piattaforma recuperabile europea per ricerche in [[microgravità]] che fu rilasciata nello spazio nel 1992 dallo [[Space Shuttle Atlantis|Space Shuttle ''Atlantis'']]] ([[STS-46]]) e rientrò undici mesi dopo nel 1993 con l'[[Space Shuttle Endeavour|''Endeavour'']] ([[STS-57]]).
 
==== Cambi societari ====
Negli stessi [[anni 1980|anni ottanta]] vi furono diversi cambi di proprietà dell'azienda: nel [[1981]] Montedel passò alla [[holding]] finanziaria [[Bastogi (azienda)|Bastogi]] IRBS (Istituto Romano Beni Stabili) e nel 1982 entrò a far parte del gruppo SI EL, conglomerato della difesa ed elettronica della medesima finanziaria torinese-romana<ref name="Ferranti">{{cita libro|autore=J. F. Wilson|titolo=Ferranti. A History: Volume 3: Management, Mergers and Fraud 1987–1993|editore= Oxford University Press|anno=2013|pp= 42-43}}</ref>.
 
Nel 1983 [[Italmobiliare]], con l'acquisizione del 23% della Bastogi IRBS, ne divenne il maggiore azionista e avviò un processo di alienazione delle partecipazioni industriali, per concentrarsi solo sul settore immobiliare: nel 1985, l'intero agglomerato SI EL fu quindi venduto alla [[Ferranti (azienda)|Ferranti]] International Signal Company (ISC)<ref name="Ferranti"/>, che controllava la LABEN attraverso la sua sussidiaria Ferranti Italia.
 
Nel 1987 il 50% fu acquisito dall'[[Aeritalia]] - Divisione Spazio di [[Torino]] (che era una società controllata completamente da [[IRI]]-[[Finmeccanica]]) mentre l'altro 50% venne acquisito nel 1990<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/26/il-50-della-ferranti-italia-ora.html|titolo=IL 50% DELLA 'FERRANTI ITALIA' E' ORA IN MANO ALLA FINMECCANICA|data=26 gennaio 1990|accesso=6 maggio 2018}}</ref>, la LABEN entrò a far parte delle società spaziali italiane completamente controllate dalla [[holding]] del [[settore pubblico]]<ref>{{cita libro|autore=Giancarlo Graziola, Sergio S. Parazzini|titolo=L'industria aerospaziale tra militare e civile all'inizio del terzo millennio|editore= Vita e Pensiero|anno= 2007|p=221}}</ref>, dopo 32 anni di reggenza da parte di privati.
 
===Gli anni novanta: i sistemi di elaborazione dati===
==== La sinergia con Alenia Spazio ====
Con l'inizio del decennio, favorita dalla comune holding di possesso Finmeccanica e dall'impulso dato dalla nascita dell'[[Agenzia Spaziale Italiana]] (ASI) nel 1988 e dal conseguente varo del ''[[Piano Spaziale Nazionale]]'' (PSN), si venne a definire una sempre più stretta collaborazione tra la LABEN specializzata in equipaggiamenti elettronici e apparati di test e la maggiore azienda sistemistica spaziale italiana, l'[[Alenia Spazio]] (nata nel 1990 dalla fusione dell'Aeritalia settore Spazio e la [[Selenia]] Spazio): ad esempio, sul primo satellite europeo per il monitoraggio ambientale [[European Remote-Sensing Satellite|ERS-1]]<ref>{{cita web |url=http://archivio.agi.it/articolo/d6618dd4304c2fed8836a1e30fff94db_19910424_ambiente-alenia-e-laben-nel-satellite-esa-di-osservazione/?query=andrea_pucci |titolo=ambiente: alenia e laben nel satellite esa di osservazione|data=24 aprile 1991|accesso=6 maggio 2018|urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160603171700/http://archivio.agi.it/articolo/d6618dd4304c2fed8836a1e30fff94db_19910424_ambiente-alenia-e-laben-nel-satellite-esa-di-osservazione/?query=andrea_pucci |dataarchivio=3 giugno 2016}}</ref> lanciato nel 1991, e nel consorzio [[Italspazio]], nato per la definizione di una piccola costellazione di due satelliti di telecomunicazioni [[Iridium (satellite)|Iridium]]-like, chiamati [[Italsat]] F1 e F2, lanciati nel 1991 e nel 1996. Per tali satelliti fu incaricata di sviluppare il sistema telemetrico e di comando<ref name="Visionari"/>.
 
In quegli anni partecipò alla costruzione del [[supercalcolatore]] ''[[APE100|Array Processor with Emulator]]'' (APE) (letteralmente “processore vettoriale con emulatore”) progettato da [[INFN]] e compensato con 2 miliardi di [[lira italiana|lire]], rivenduto a [[ENEA]] poi tramite [[Alenia Spazio]]<ref>Senato della Repubblica, XII legislatura, seduta 185, del 23 giugno 1995, Interpellanza Regis-Maffini-Perin, resoconto stenografico assemblea, pag. 11</ref>. APE aveva uno schema architetturale parallelo chiamato ''[[Single instruction multiple data|Single Instruction Multiple Data]]'' (SIMD) in cui le unità di elaborazione erano replicate mentre rimaneva unica la sequenza di operazioni (e l'elaboratore che le controllava). In tale costrutto, tutti i nodi computazionali eseguivano simultaneamente e parallelamente la stessa operazione aritmetica su una molteplicità di dati pari al numero dei nodi stessi. L'APE fu specificatamente progettato e costruito per consentire delle simulazioni numeriche di [[teorie di gauge]] e, in particolare, di [[cromodinamica quantistica]] su reticolo.
 
Nel 1990 LABEN creò una sua unità distaccata denominata "Unità LABEN in Tecnopolis", con sede in Puglia a [[Valenzano]] nel Centro Studi e Applicazioni in Tecnologie Avanzate (CSATA). Questa succursale raccoglieva un gruppo di sviluppo di software spaziale in vista dei programmi del modulo [[Columbus (modulo)|Columbus]] e dello shuttle [[Hermes (shuttle)|Hermes]] di [[Agenzia spaziale europea|ESA]]. Negli anni successivi il gruppo fu incorporato nella società Space Software Italia (SSI), controllata di Alenia Spazio con sede a [[Taranto]].
 
Nel 1995 venne incorporata la PROEL Tecnologie di [[Firenze]]<ref>{{cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/atto/parte_seconda/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1995-10-20&atto.codiceRedazionale=S-22563|titolo=LABEN - S.p.a. PROEL TECNOLOGIE - S.p.a. |data=29 ottobre 1995|accesso=6 maggio 2018}}</ref> che divenne la divisione dedicata agli studi e alla prototipizzazione di motori per la [[Propulsione elettrica per uso spaziale|propulsione elettrica spaziale]]<ref>{{cita web|url=http://erps.spacegrant.org/uploads/images/images/iepc_articledownload_1988-2007/2001index/2002iepc/papers/t08/261_1.pdf|titolo=PLEGPAY: A Plasma Contactor Experiment on the International Space Station|accesso=6 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181123134759/http://erps.spacegrant.org/uploads/images/images/iepc_articledownload_1988-2007/2001index/2002iepc/papers/t08/261_1.pdf|dataarchivio=23 novembre 2018|urlmorto=sì}}</ref> e la [[Propulsore ionico|propulsione ionica]] basati sul concetto di ''[[Radio-frequency with Magnetic-field ion Thruster]]'' (RMT).
 
Uno dei contributi della nuova divisione fu l'''Electric Propulsion Diagnostic Package'' (EPDP) volato a bordo della sonda lunare [[SMART-1]] dell'ESA nel 2003, strumento per studiare l'ambiente di plasma, in termini di energia degli [[ione|ioni]] e distribuzione della [[densità di corrente]], e monitorare così la contaminazione delle superfici del veicolo spaziale quando il propulsore elettrico veniva acceso e spento<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://sci.esa.int/smart-1/31415-instruments/?fbodylongid=859|titolo=MONITORING THE SIDE EFFECTS OF ELECTRIC PROPULSION|accesso=6 maggio 2018}}</ref>.
 
====Missione spaziale Cassini-Huygens====
La strumentazione di controllo ed elaborazione dati prodotta dalla LABEN contribuì alla sonda statunitense-europea [[Missione spaziale Cassini-Huygens|Cassini-Huygens]], lanciata nel 1997 all'esplorazione del sistema di [[Saturno (astronomia)|Saturno]] e del suo satellite [[Titano (astronomia)|Titano]]. Per la sonda fu fornito il computer di bordo, chiamato ''Command Data Management Subsystem'' (CDMS)<ref name="adsabs.harvard.edu"/>, che gestì la [[Huygens (sonda spaziale)|sonda Huygens]] nella sua fase di discesa verso [[Titano (astronomia)|Titano]]<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://sci.esa.int/huygens/docs/huygens_enquiry_board_annex.pdf|titolo=HUYGENS MISSION AND PROJECT OVERVIEW|accesso=6 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171028093308/http://sci.esa.int/huygens/docs/huygens_enquiry_board_annex.pdf|dataarchivio=28 ottobre 2017|urlmorto=sì}}</ref>, provvedendo alla raccolta dei dati dai sei strumenti scientifici del ''probe'' e trasmettendoli alla piattaforma orbitante Cassini. Commissione ricevuta su contratto diretto della [[NASA]], il CDMS integrò in un unico equipaggiamento ed architettura le unità ''CTU'' e ''RTU'' precedentemente prodotte dalla LABEN per altri satelliti. Per questo equipaggiamento, la LABEN è entrata nel ''Guinness dei Primati'' per aver realizzato il computer ''atterrato più lontano dalla [[Terra]]''<ref>{{Cita web|url=http://www.affaritaliani.it/milano/milanochevolanellospazio2410_pg_1.html|titolo=Milano che vola nello spazio|data=24 ottobre 2007|accesso=6 maggio 2018|dataarchivio=10 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160810061032/http://www.affaritaliani.it/milano/milanochevolanellospazio2410_pg_1.html|urlmorto=sì}}</ref>;
 
==== Le applicazioni GPS/EGNOS/GLONASS ====
 
In questo decennio iniziò a operare anche nella produzione di apparati ricevitori di segnale di posizione da montare a bordo dei satelliti in orbite al di sotto delle [[Orbita terrestre media|MEO]] (che caratterizzavano invece le già allora disponibili costellazioni per la georeferenziazione come [[GPS]]/[[GLONASS]]) o [[Orbita geostazionaria|GEO]] (come il sistema [[EGNOS]]). Lo scopo di tali ricevitori su di un satellite in orbita bassa [[Orbita terrestre bassa|LEO]] è quello di garantirne il controllo, la stabilizzazione e l'orientamento ed evitare la costruzione di decine di stazioni di terra per il suo ''tracking''. Il ricevitore GPS sostituiva diversi sensori di bordo (''sun-sensors'', ''Earth-sensors'', ''gyros'') unicamente usati fino ad allora per il controllo di assetto in orbita bassa<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://directory.eoportal.org/web/eoportal/satellite-missions/s/sac-c|titolo=SAC-C|accesso=7 maggio 2018}}</ref>.
 
====La strumentazione per la ISS e il CIRA====
[[File:233881main FSL4.jpg|thumb|FSL installato a bordo della ISS]]
Negli anni novanta collaborò anche alla costruzione dei nodi 2 e 3 della [[Stazione spaziale internazionale]] (ISS), assemblati in [[Alenia Spazio]] - [[Torino]], mediante la fornitura di apparati di test a terra e della parte elettronica di alcuni esperimenti inviati poi a bordo della stessa nel decennio successivo e alloggiati nel [[Columbus (modulo)|modulo europeo Columbus]] :
* il ''Fluid Science Lab'' (FSL), a cui contribuì con l'intera ''Master Control Unit'' (MCU) per il controllo e l'elaborazione dei dati e con la ''LapTop Unit'' (LTU), sulla quale il ''MARS Center'' di [[Napoli]] sviluppò la ''Human Computer Interface'' (HCI), lanciato insieme al modulo Columbus mediante lo [[Space Shuttle Atlantis|Space Shuttle ''Atlantis'']] ([[STS-122]]) nel 2008;
* l'''European Drawer Rack'' (EDR), a cui contribuì con l'elettronica del sottosistema ''Protein Crystallisation Diagnostic Facility'' (PCDF), lanciato anch'esso insieme al Columbus nel 2008;
 
Sul finire degli anni '90 fornì anche il sistema di automazione e controllo della galleria del vento al [[plasma (fisica)|plasma]] (PWT) ''[[Scirocco (galleria al plasma)|SCIROCCO]]'' del [[Centro italiano ricerche aerospaziali]] (CIRA) a [[Capua]], entrata in funzione nel 2001<ref>{{cita web|url=http://m.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy/Completata_la_galleria_del_vento_al_plasma_piu_grande_del_mondo|titolo=Completata la galleria del vento al plasma più grande del mondo|accesso=7 maggio 2018|dataarchivio=7 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171107023435/http://m.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy/Completata_la_galleria_del_vento_al_plasma_piu_grande_del_mondo|urlmorto=sì}}</ref>.
 
===Gli anni duemila===
A inizio duemila l'azienda aveva un buon livello di penetrazione nel mercato spaziale istituzionale, rappresentando circa il 15% del volume di affari e organico dell'industria spaziale nazionale; nei primi mesi del 2004 l'organico della sede di Vimodrone era di 304 dipendenti, a cui si dovevano aggiungere i 16 della PROEL<ref name=senato>{{cita web|url=http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665680|titolo=Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07796|data=26 giugno 2012|accesso=7 maggio 2017}}</ref>
 
A partire dal 1 aprile 2000, [[Finmeccanica]] conferì il controllo del ramo d'azienda comprendente le attività della sua Divisione Spazio interamente ad [[Alenia Spazio]]<ref name="prospetto_FINMEC">Prospetto informativo di Finmeccanica depositato in data 18 maggio 2000 presso la CONSOB a seguito di autorizzazione comunicata con nota n. 37609 del 17 maggio 2000, pag. 39</ref> e nel 2003, nel riorganizzare le attività spaziali italiane, concentrò nella LABEN gran parte del business, mentre contratti e attività non ritenuti più vitali per il futuro del gruppo rimasero in Alenia Spazio al fine di essere liquidati<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.zonebourse.com/LEONARDO-162001/pdf/10237/Leonardo_Rapport-annuel.pdf|titolo=2003 CONSOLIDATED FINANCIAL STATEMENTS FINMECCANICA|p=33|accesso=7 maggio 2018}}</ref>.
 
Il 1 giugno 2004 la LABEN fu fusa con Alenia Spazio, formando la nuova società denominata ''Alenia Spazio - LABEN''.
 
Dal 29 gennaio 2005 la Alenia Spazio - LABEN fu integrata nella ''Space Alliance''<ref name="finanzaonline.com">{{cita web|url=http://www.finanzaonline.com/forum/attachments/messaggi-archiviati-fol/1340990-finmeccanica-n-1-italia-e-nel-mondo-vol-2-a-storia_analitica_ita.pdf|titolo=La storia di Finmeccanica|accesso=7 maggio 2018|dataarchivio=29 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191129121649/https://www.finanzaonline.com/forum/attachments/messaggi-archiviati-fol/1340990-finmeccanica-n-1-italia-e-nel-mondo-vol-2-a-storia_analitica_ita.pdf|urlmorto=sì}}</ref> con Alcatel-Lucent Space quale sito milanese della [[joint venture]] manifatturiera franco-italiana del settore spaziale ''Alcatel Alenia Space-Italia'' (AAS-I) (67% [[Alcatel]], 33% Finmeccanica). L'accordo venne ratificato dalla [[Commissione europea]] il 29 aprile 2005.
 
Divenne poi dal 2007 ''[[Thales Alenia Space]]-Italia'' (TAS-I)<ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/eccellenze/thalesaleniaspace.html|titolo=Thales Alenia Space|data=21 novembre 2004|accesso=7 maggio 2018}}</ref>, sito di Milano, con l'acquisizione della quota Alcatel da parte del gruppo francese della difesa e dell'elettronica [[Thales]]<ref name="finanzaonline.com"/>.
Il passaggio di azioni da Alcatel a Thales venne approvato dalla Commissione europea il 10 aprile 2007<ref>{{cita web|url=http://www.affaritaliani.it/economia/finmeccanicathales1004.html|titolo=Finmeccanica/ Via libera Ue all nuova space alliance con Thales|data=10 aprile 2007|accesso=7 maggio 2018}}</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
{{Portale|astronautica|aziende|elettrotecnica}}
[[Categoria:Aziende della città metropolitana di Milano]]
 
[[Categoria:Aziende aerospaziali italiane del passato]]