Proceno: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Proceno
|Didascalia =
|Bandiera = Proceno-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Proceno-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado
|Amministratore locale = Roberto Pinzi
|Partito = [[lista civica]] Proceno in comune
|Data elezione = 4-10-2021
|Data
|Sottodivisioni = Centeno, Le Piane
|Divisioni confinanti = [[Acquapendente]], [[Castell'Azzara]] (GR), [[Piancastagnaio]] (SI), [[San Casciano dei Bagni]] (SI), [[Sorano]] (GR)
|Zona sismica = 2B
|Gradi giorno = 2295
|Nome abitanti = procenesi
|Patrono = [[Sant'Agnese Segni]]
|Festivo = 20 aprile
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Proceno (province of Viterbo, region Lazio, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Proceno nella provincia di Viterbo
|Sito = http://www.comunediproceno.vt.it/
}}
'''Proceno''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Centro agricolo dei [[Monti Volsini]], alle falde nord-occidentali del rilievo vulcanico
Proceno si trova in una posizione dominante, arroccato su una rupe tufacea offre una vista panoramica sulla valle del fiume Paglia, che si estende da un lato, e quella del torrente Stridolone dall’altro.
Lo Stridolone, in particolare, attraversa un'area selvaggia e incontaminata, insinuandosi tra le formazioni vulcaniche dell'[[Monte Amiata|Amiata]] e del Vulsino. Il paesaggio è caratterizzato dagli affioramenti di basalto e dalle numerose sorgenti che alimentano piccoli ruscelli e cascatelle.<ref name="Proceno - HP" />
La vegetazione che ricopre la valle è altrettanto interessante, con boschi di querce e castagni che lasciano spazio a pioppi e salici lungo le rive del torrente. Questo ambiente ospita una fauna particolarmente variegata, con specie protette sia a livello comunitario che nazionale. Tra gli uccelli, è facile avvistare la garzetta, l’airone cinerino, il gheppio, la poiana, il falco pellegrino e il biancone. Non mancano, poi, gli anfibi come la salamandrina di Savi, simbolo di un ecosistema sano e ben conservato.
Le acque del torrente sono di una qualità straordinaria: fredde, limpidissime e ricche di macroinvertebrati bentonici, che ne attestano la purezza e la mancanza di inquinamento. Questo è un segno che l'ambiente circostante è salubre e che le acque sono un rifugio perfetto per la ricca e variegata biodiversità locale.<ref name="Proceno - HP" />
=== Clima ===
[[Classificazione climatica]]: zona E, 2295 GR/G
== Storia ==
Di origine etrusca, come testimoniano i sepolcreti scoperti nelle vicinanze dell'abitato, vuole la tradizione che sia stato fondato da [[Porsenna]] nel [[secolo VI a.C.]], nel luogo dove la [[Uni (mitologia)|dea Uni]] lo salvò dall'attacco di un cinghiale<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.comune.proceno.vt.it/index.php?T1=5|titolo=Comune di Proceno|sito=www.comune.proceno.vt.it|accesso=2025-09-29}}</ref>.
Nel 976 fu fortificato da [[papa Gregorio V]], quindi distrutto nel 1083 dalle truppe dell'imperatore Enrico IV, ricostruito nel 1097 dal conte di [[Chiusi]]. Fu quindi conteso tra guelfi e ghibellini, fino a quando nel 1251, sottomettendosi alla guelfa Orvieto, tornò sotto il controllo della Santa Sede<ref name=":0" />. Assoggettato al [[Comune di Siena]] alla fine del secolo XIV, divenne poi feudi degli [[Sforza]] dal XVI secolo<ref>{{Cita web|url=http://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/vt/proceno/castello-di-proceno/|titolo=Castello di Proceno|sito=Dimore Storiche Lazio|lingua=it|accesso=2 luglio 2021}}</ref>.
Nella frazione di Centeno è presente una targa della [[Società italiana di fisica]] sul casale in cui soggiornò [[Galileo Galilei]], prima di giungere a Roma per il processo di [[Atto di abiura|abiura]] del 1633; Galilei dovette stare in quarantena in questo luogo, al confine tra Stato della Chiesa e [[Granducato di Toscana]], a causa della epidemia di peste che affligeva Firenze, da dove arrivava lo scienziato<ref>{{Cita pubblicazione|autore=G. Castagnoli|titolo=Galileo venghi a Roma per render conto|rivista=Il nuovo saggiatore|numero=N. 1,2 - 2003|url=https://www.ilnuovosaggiatore.sif.it/download/42}}</ref>.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:ProcenoSantAgnese2.jpg|sinistra|miniatura|163x163px|Cappella di Sant'Agnese da Montepulciano]]
=== Architetture religiose ===
;Chiesa arcipetale del SS Salvatore.
''La Chiesa del SS. Salvatore'' è stata costruita all'inizio del XIII secolo, probabilmente su una chiesa più piccola e più antica. La facciata presenta un portale in travertino ed è decorata con statue di San Giuseppe e Sant' Agnese. La chiesa originaria faceva parte di una fortezza medievale, con l’abside che era un pezzo di una vecchia rocca{{Senza fonte}}. Nel tempo, ha subito grandi trasformazioni, specialmente dopo il terremoto del 1919, passando da un'unica navata a tre navate separate da arcate<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.proceno.vt.it/index.php?T1=19&T2=2|titolo=Comune di Proceno|sito=www.comune.proceno.vt.it|accesso=2025-09-29}}</ref>. L’interno è molto elegante, con un altare maggiore costruito nel 1730 e un reliquiario che contiene il sangue di Gesù. Sulla volta del presbiterio ci sono affreschi di quattro profeti, mentre nelle cappelle laterali si trova una tela del XVII secolo che mostra il martirio di San Sebastiano. Sul lato sinistro della chiesa c'è la Cappella del Sacro Cuore, con un dipinto seicentesco che racconta un miracolo, mentre sul lato destro si trova la cappella dedicata alla Madonna di Lourdes. {{Senza fonte}}.
;Chiesa di San Martino
La chiesa di S. Martino, costruita nei primi anni del '200 e dedicata a San Martino, aveva uno stile gotico ed è famosa per il suo campanile a vela. Fu prima un tempio benedettino, poi ceduto ai frati francescani nel 1258<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.proceno.vt.it/index.php?T1=19&T2=5|titolo=Comune di Proceno|sito=www.comune.proceno.vt.it|accesso=2025-09-29}}</ref>. Dopo le soppressioni napoleoniche, il convento venne abbandonato e il monastero fu demolito, lasciando solo un rudere. Nel '900, la chiesa è stata restaurata, riportandola all’aspetto originale. All’interno, vi sono affreschi e dipinti, tra cui la Madonna con Gesù Bambino, un’opera del XIV secolo. Le famiglie nobili di Proceno spesso sceglievano questa chiesa per seppellirsi, e la più interessante tra le lapidi ritrovate è quella di ''Zucconio Guerrieri'', un capitano che combatté in diverse guerre. La chiesa è anche nota per l’indulgenza plenaria concessa dal [[Papa Clemente XIII]] nel 1580 per chi varcava la sua soglia ogni 1° gennaio{{Senza fonte}}.
;Chiesa di Sant'Agnese
Nel punto più alto di Proceno si trova la Chiesa di Sant'Agnese da Montepulciano, patrona del borgo. Sorge dove, nel 1283, fu fondato il Monastero delle Suore del Sacco su richiesta della comunità procenese. A guidarlo fu una giovanissima Agnese, appena quindicenne, che rimase a Proceno per 23 anni, diventando figura spirituale centrale per il borgo. Il monastero originario, dedicato a San Pietro Apostolo, è andato perduto, ma si suppone che alcune strutture presenti sul Poggio di Sant'Agnese ne siano residui. Dopo vari crolli e ricostruzioni (1709, 1735, 1872), nel 1880 fu ultimata l'attuale chiesa, costruita in forma circolare, con lucernario centrale e due vetrate. Il portale d'ingresso, in travertino, proviene dalla sala ducale di Palazzo Guido Ascanio Sforza. All'interno si trova una tela del 1879 che raffigura la Comunione miracolosa di Sant'Agnese, opera di Vincenzo Pacelli, nipote di Papa Pio XII. Una epigrafe in marmo, datata 1883, ricorda il sesto centenario dell'arrivo della Santa a Proceno. Le vetrate rappresentano Sant'Agnese e San Vincenzo Ferreri, patroni del borgo.
Accanto alla chiesa si trova l'antico Orto del Monastero, luogo di raccoglimento e meditazione dove, secondo la tradizione, Agnese ricevette per dieci domeniche l'[[Eucaristia]] direttamente da un angelo. Questo giardino, affacciato sulla valle del torrente Stridolone, ha al centro un ulivo secolarei. Nel 1968 e nel 1998 l'orto è stato oggetto di restauri. Durante l'ultimo intervento è stata collocata una terracotta policroma dell'artista Mario Vinci, che raffigura Sant'Agnese nell'atto di ricevere la comunione miracolosa.
;Chiesa di Santa Maria della Neve
Posta appena fuori dalla Porta Fiorentina, lungo il percorso della [[via Francigena]], la Chiesa di Santa Maria delle Grazie o Neve è uno dei primi edifici sacri che si incontrano entrando a Proceno. Storicamente legata ai viandanti e alla devozione mariana, rappresenta un punto d'ingresso simbolico al borgo e alla sua tradizione religiosa. Già citata nelle più antiche carte comunali, la chiesa mostra segni visibili di ampliamenti successivi, soprattutto nel perimetro murario. L’ultimo risale alla fine del Quattrocento, periodo in cui fu realizzata anche l'attuale facciata rinascimentale, semplice e armoniosa. La struttura è a capanna, con un piccolo rosone, un portale elegante con architrave e lunetta, e due volute in pietra a forma di fiore. Tra il rosone e la lunetta si trova lo stemma di Proceno, proveniente dall'antico Palazzo dei Priori e spostato qui nel Cinquecento dopo la costruzione di Palazzo Sforza. Completano la facciata due finestroni con grate in ferro battuto finemente lavorate, attribuite a scuola senese di fine XV secolo.
Nel 1526, davanti alla chiesa fu costruita una loggia per offrire riparo a pellegrini, contadini e viandanti. L'interno era decorato con affreschi cinquecenteschi oggi perduti: una Vergine con Bambino, Dio Padre con gli angeli, episodi della vita di San Giovanni Battista e l'immagine della Madonna delle Grazie. Anche il pavimento in terracotta invetriata del 1537 non è più visibile. Con i restauri di fine Novecento, nel timpano è emerso un affresco del XV secolo raffigurante la Vergine in trono racchiusa in un ovale, attribuito al "Pastura". Il 5 agosto, giorno dedicato alla Madonna della Neve, si celebrava una grande festa, sancita nel 1519 da un "Breve" di Papa Leone X. In quella data si teneva una fiera di merci e bestiame, che fino a metà Ottocento fu una delle più importanti della Tuscia{{Senza fonte}}.
;Chiesa di San Maria del Giglio
Situata su un poggio all’incrocio di due strade, la Chiesa di Santa Maria del Giglio nasce attorno a un’antica edicola mariana, forse edificata su un luogo di culto etrusco<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.borgoproceno.it/it/attrazione/chiesa-madonna-del-giglio/|titolo=Chiesa di Santa Maria del Giglio a Proceno: arte sacra e leggende tra Medioevo e Rinascimento|sito=www.borgoproceno.it|accesso=2025-09-29}}</ref>. La tradizione narra che la chiesa prese il nome "del Giglio" durante la dominazione degli [[Sforza]], per via del giglio presente nel loro stemma o in memoria dell’apparizione della Madonna con un giglio in mano a una pastorella, avvenuta il 27 aprile, come ricordato dagli Statuti Comunali del 1734. L’edificio originale era una semplice cappella, di cui resta un affresco della Madonna con Bambino in una nicchia sul fondo della chiesa, databile tra il XIII e il XIV secolo. Il principale ampliamento risale al 1523, anno in cui si ritiene sia stata realizzata anche la facciata. Nel 1563 Paolo I Sforza ne completò la struttura e vi aggiunse decorazioni in travertino: un bel portale, due finestre e un rosone, oltre ad affreschi attribuiti alla scuola degli Zuccar{{Senza fonte}}i.
Il terremoto del 1919 danneggiò gravemente la chiesa e i suoi due altari laterali affrescati. Oggi resta visibile quello di San Michele Arcangelo (XVI sec.), sulla destra dell’ingresso. Dopo i restauri del Novecento, all’interno sono ancora presenti:
* nel presbiterio, un affresco con l'Assunzione e Incoronazione della Vergine con gli Apostoli (XVI sec.);
* a destra, un Giudizio Universale (XVI sec.);
* a sinistra, la figura di un guerriero e altri frammenti pittorici coevi;
* sulla parete destra, una Madonna con Bambino del XV secolo;
* nella sagrestia, un grande affresco con la Deposizione di Gesù dalla Croce (XVI sec.).
;Chiesa di San Giovanni Battista
Nascosta tra le vie della contrada storica del Fiore, la Chiesa di San Giovanni Battista, conosciuta anche come "la Cura", costruita tra il 1769 e il 1773, dopo la demolizione dell’antica chiesa situata nella piazza principale di Proceno, per far spazio alla pavimentazione in mattoni voluta da [[Papa Paolo I]]. L'antica chiesa, che si trovava di fronte a Palazzo Guido Ascanio Sforza, fu abbattuta per riorganizzare la piazza. Per la nuova costruzione furono utilizzate anche pietre provenienti dalla torre accanto alla Porta del Bottino. La nuova chiesa fu eretta nella Piazza d’Erbe, oggi scomparsa, nel cuore della contrada del Fiore. La chiesa fu elevata a parrocchia e gestita da un curato, da cui deriva il nome "Cura" che ancora oggi la identifica. L’edificio ha pianta rettangolare, con un’aula coperta da una volta a crociera e un presbiterio a volta a botte. Al centro dell'altare in stucco è collocato un quadro a olio su tela con tre figure: a sinistra San Giovanni Battista, al centro la Vergine Maria della Provvidenza, e a destra San Francesco di Paola. Una piccola sagrestia è accessibile attraverso una porticina a sinistra dell’altare. Si trova a un livello più basso rispetto alla navata e potrebbe essere parte di un antico edificio preesistente, le cui tracce sono ancora visibili. Sul lato esterno destro dell’altare si trova un campaniletto a vela, semplice e discreto, che si affaccia sul rione del Bottino{{Senza fonte}}.
;Chiesa della Madonna Santissima Pace
Nata come simbolo di riconciliazione dopo secoli di scontri tra Proceno e [[Acquapendente]], dopo un lungo periodo di conflitti<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.borgoproceno.it/it/attrazione/chiesa-madonna-della-pace/|titolo=Chiesa della Madonna della Pace a Proceno: origine storica e architettura medievale|sito=www.borgoproceno.it|accesso=2025-09-29}}</ref>. La sua origine si lega a un evento drammatico del 1149, quando presso la Porta di San Martino si combatté una dura battaglia, come ricordato dagli statuti comunali del 1734 e dalle cronache locali. Per evitare nuovi scontri, venne eretta una cappella in onore di Maria Santissima, scelta come garante della riconciliazione{{Senza fonte}}.
Inizialmente limitata al solo presbiterio, la chiesa venne ampliata nel 1533 con la costruzione di una volta a crociera e un arco centrale in pietra lavorata. I lavori proseguirono nel 1588 e si conclusero nel 1594. L’edificio aveva un impianto semplice con tetto a capanna, facciata in pietra di fiume, un portico a tre archi e un piccolo campanile a vela. L’altare fu costruito direttamente sullo scoglio dove si era firmata la pace tra le due comunità, rendendo il luogo sacro e simbolico{{Senza fonte}}.
All'interno, la chiesa custodiva importanti testimonianze pittoriche:
* nella volta del presbiterio erano dipinti i quattro Evangelisti;
* sulle pareti laterali comparivano i Dottori della Chiesa e altri Santi;
* nella parete di fondo era incavata un'urna contenente un'antica effigie della Vergine, affiancata da Santa Caterina e Santa Maria Maddalena.
Oggi la chiesa si presenta in stato di rudere, ma conserva un forte valore simbolico e identitario per la comunità di Proceno.
;Chiesa della Madonna delle Piane
Situata su un pianoro nei pressi del confine con la Toscana, la Chiesa della Madonna delle Piane sorge in un contesto paesaggistico ampio e suggestivo, in un'area abitata già dagli Etruschi<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.borgoproceno.it/it/attrazione/chiesa-madonna-delle-piane/|titolo=Chiesa della Madonna delle Piane a Proceno: spiritualità rurale tra storia e paesaggio|sito=www.borgoproceno.it|accesso=2025-09-29}}</ref>. Secondo la tradizione, la chiesa fu costruita dopo il ritrovamento, nel 1088, di un'immagine della Vergine, intorno alla quale fu edificata un'edicola. La chiesa ha una pianta a navata unica, probabilmente risalente al XII secolo. L’aspetto attuale è il risultato dei lavori eseguiti intorno al 1680. La facciata a capanna presenta due finestre laterali con grate in ferro battuto che affiancano il portone d'ingresso, com'era tipico nelle chiese rurali. Durante i restauri degli anni '90 del Novecento sono emerse le fondamenta di un antico portico oggi scomparso. All'interno, la navata ha copertura a travi lignee, mentre sopra l’altare maggiore si apre una volta a botte. Al centro dell’altare si trova la statua della Madonna, raffigurata a figura intera con il Bambino in grembo. Il Bambino stringe nella mano destra una rondine, simbolo di rinascita e purezza{{Senza fonte}}.
=== Architetture militari ===
;Rocca di Proceno
La Rocca di Proceno domina il paese da uno sperone di roccia vulcanica, fulcro del suo sistema difensivo fin dall'antichità. Con la sua struttura irregolare, adattata al terreno, e la sua architettura militare autentica, rappresenta uno dei pochi esempi di fortificazione medievale rimasti intatti in Italia. Il castello fu costruito con funzione difensiva: mura merlate, tre torri (di cui una è il maschio), feritoie per le artiglierie e una sola porta, collocata nel punto più difficile da raggiungere. Sopra l'ingresso al cortile, due caditoie permettevano di gettare olio o pece sugli assalitori. Al primo piano del maschio è ricavata una cisterna per l'acqua piovana. La costruzione si fa risalire, secondo fonti storiche, al 997 per volontà di [[Papa Gregorio V]] e restaurata nel 1157 da [[Papa Adriano IV]]. Nel 1556 fu oggetto di ulteriori interventi da parte del Municipio, sotto Paolo I Sforza. Alcuni studiosi ipotizzano che una precedente fortezza si trovasse dove oggi sorge la chiesa arcipretale, il cui campanile, di struttura quadrangolare e diversa rispetto alla chiesa stessa, potrebbe essere stato l'antico maschio della precedente fortificazione. La Rocca di Proceno è una delle pochissime in Italia ad aver mantenuto inalterata la struttura originaria senza ampliamenti o modifiche. Nella torre principale si conserva ancora il ponte levatoio originale, perfettamente funzionante<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/vt/proceno/castello-di-proceno/|titolo=Castello di Proceno|sito=Dimore Storiche Lazio|accesso=2025-09-29}}</ref>.
=== Architetture civili ===
;Palazzo Guido Ascanio Sforza
[[File:ProcenoPalazzoSforza3.jpg|miniatura|Palazzo Sforza in Piazza della Libertà]]Palazzo Sforza: con la sua facciata elegante, il portone in bugnato scolpito, le finestre perfettamente allineate su tre piani e un cortile con un pozzo in travertino. L’edificazione iniziò intorno al 1550, quando il cardinale Guido Ascanio Sforza, decise che a Proceno ci voleva un palazzo degno del suo nome. Così, ordinò la costruzione del Palazzo Sforza, affidando il progetto all’ architetto Nanni di Baccio Bigio, che aveva già lavorato su chiese e palazzi di Roma come San Pietro e Castel Sant’Angelo. Per costruirlo però, fu demolito l’antico Palazzo Comunale; i lavori durarono circa sette anni. Quando il palazzo era quasi pronto, Guido Ascanio lo lasciò al fratello Paolo I Sforza, che lo trasformò nella residenza ufficiale della famiglia<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.proceno.vt.it/index.php?T1=19&T2=1|titolo=Comune di Proceno|sito=www.comune.proceno.vt.it|accesso=2025-09-29}}</ref>. Paolo non si fermò alla struttura principale: fece aggiungere una cappella ed una loggia panoramica con vista sulla valle del Paglia. Il Palazzo non era solo una dimora, ma anche un luogo dove accogliere ospiti illustri. Nel 1565 venne visitato persino dal cardinale Ferdinando de’ Medici, e poco dopo vi soggiornò anche la duchessa Giovanna d’Aragona. Purtroppo, nel tempo alcune parti sono crollate, soprattutto a causa di un grosso cedimento nel 1873 e un altro nel 1890, che danneggiarono l’ala posteriore del palazzo, quella più panoramica{{Senza fonte}}.
Il piano nobile conserva affreschi straordinari: in una stanza ci sono scene del Vecchio Testamento, nell’altra storie e leggende antiche, forse legate alla mitologia. Secondo alcuni studi i dipinti sarebbero opera di Michele Grechi da Lucca, che li realizzò tra il 1558 e il 1565. C’era anche una grande sala affrescata con immagini della battaglia di Lepanto, dove pare abbia combattuto Paolo I con i suoi soldati procenesi. Quella stanza oggi non esiste più, ma grazie a vecchi documenti sappiamo com’era decorata. L’unico elemento originale che si è salvato è un monumentale camino in travertino, con incisa la scritta "Paulus Sfortia".La famiglia Sforza governò Proceno per oltre 150 anni. Alla fine, il palazzo passò a varie famiglie nobili, fino ad arrivare alla famiglia Severi, che nel 1985 lo vendette al Comune. Da allora il palazzo è tornato a vivere: è stato restaurato, sistemato, e oggi ospita eventi, mostre e iniziative culturali.
Nel piano sotterraneo del palazzo si trova un piccolo ma interessante Museo della Civiltà Contadina, dove sono conservati centinaia di oggetti che raccontano com’era la vita quotidiana a Proceno prima dell’arrivo di internet e dell’elettricità: attrezzi da lavoro, utensili da cucina, e strumenti curiosi che sembrano usciti da un'altra epoca.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Proceno}}
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Musei ====
* ''Museo della civiltà contadina'', ospitato nel Palazzo Sforza<ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Alessandra De Luca|url=https://www.visitlazio.com/proceno/|titolo=Proceno|sito=VisitLazio|accesso=2025-09-29}}</ref>.
=== Cucina ===
Con l'aglio rossi di proceno, sono cucinati i tradizionali piatti del viterbese come l’agnello all’aglio e il burro aromatizzato all’aglio, mentre tra i dolci si menziona il biscotto di San’Antonio, un pane dolce a forma di treccia<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Alessandra De Luca|url=https://www.visitlazio.com/proceno/|titolo=Proceno|sito=VisitLazio|accesso=2025-09-29}}</ref>.
== Economia ==
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema '''Unità locali''', intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).<ref name=imprese>{{Cita web |url=http://asc.istat.it/asc_BL/ |titolo=Atlante Statistico dei comuni dell'Istat |accesso=24 febbraio 2020 |dataarchivio=14 gennaio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200114110901/http://asc.istat.it/asc_BL/ |urlmorto=sì }}</ref>
{| class="wikitable"
|+
!
!2015
!
!
!
!
!
!2014
!
!2013
!
|-
|
|Numero imprese attive
|% Provinciale Imprese attive
|% Regionale Imprese attive
|Numero addetti
|% Provinciale Addetti
|% Regionale Addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|-
|Proceno
|44
|0,19%
|0,01%
|96
|0,16%
|0,01%
|46
|95
|51
|104
|-
|Viterbo
|23.371
|
|5,13%
|59.399
|
|3,86%
|23.658
|59.741
|24.131
|61.493
|-
|Lazio
|455.591
|
|
|1.539.359
|
|
|457.686
|1.510.459
|464.094
|1.525.471
|}
Nel 2015 le 44 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,19% del totale provinciale (23.371 imprese attive), hanno occupato 96 addetti, lo 0,16% del dato provinciale (59.399 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,18).
=== Agricoltura ===
'''Aglio rosso di Proceno''', che si caratterizza per la testa regolare e perfettamente conformata, un odore molto intenso e un sapore particolarmente forte; viene coltivato esclusivamente sui terreni collinari e argillosi<ref name=":1">{{Cita web|lingua=it|autore=fpallotta|url=https://www.visitlazio.com/aglio-rosso-di-proceno/|titolo=Aglio Rosso di Proceno|sito=VisitLazio|accesso=2025-09-29}}</ref>.
{{cn|L'agricoltura (uva da vino, cereali e frutta) e l'allevamento del bestiame (bovini, ovini e suini) sono le principali fonti di reddito.}}
== Amministrazione ==
Nel [[1927]], a seguito del [[riordino delle circoscrizioni provinciali]] stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio [[1927]]
===Sindaci===
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|23 aprile [[1995]]|13 giugno [[1999]]|Giovan Franco Pezzola|[[Centro (politica)|centro]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|13 giugno [[1999]]|12 giugno [[2004]]|Giovan Franco Pezzola|[[centrodestra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|13 giugno [[2004]]|27 maggio [[2010]]|[[Francesco Battistoni]]|[[centrodestra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|27 maggio [[2010]]|15 maggio [[2011]]|Giovan Franco Pezzola|[[lista civica]]|Vicesindaco ''f.f.''|
}}
{{ComuniAmminPrec|16 maggio [[2011]]|4 maggio [[2015]]|Giovan Franco Pezzola|[[lista civica]] Procenese|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|4 maggio [[2015]]|5 giugno [[2016]]|Dino Cesarini|[[lista civica]] Procenese|Vicesindaco ''f.f.''|
}}
{{ComuniAmminPrec|5 giugno [[2016]]|3 ottobre [[2021]]|Cinzia Pellegrini|[[lista civica]] Proceno in comune|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrec|4 ottobre [[2021]]|''in carica''|Roberto Pinzi|[[lista civica]] Proceno in comune|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
=== Altre informazioni amministrative ===
* Fa parte della [[Comunità Montana Alta Tuscia Laziale]].
== Sport ==
=== Impianti ===
Nel paese è presente una piscina comunale<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.proceno.vt.it/index.php?T1=101&T2=396|titolo=Comune di Proceno|sito=www.comune.proceno.vt.it|accesso=2025-09-29}}</ref>.
== Note ==
Riga 90 ⟶ 231:
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Comuni della provincia di Viterbo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Lazio}}
[[Categoria:Comuni della provincia di Viterbo]]
[[Categoria:Città murate del Lazio]]
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