Enomao: differenze tra le versioni

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{{Personaggio
[[File:Oenomaus and Hippodamia.png|thumb|upright=1.6|Enomao, Ippodamia e gli dei dell'Olimpo]]
|medium = mitologia
'''Enomao''' è una figura della [[mitologia greca]], figlio del dio [[Ares]].
|saga =
|nome italiano = Enomao
|nome = Οἰνόμαος
|immagine = Oenomaus and Hippodamia.png
[[File:Oenomaus|didascalia and= Hippodamia.png|thumb|upright=1.6|Enomao, Ippodamia e gli dei dell'Olimpo]]
|epiteto =
|sesso = Maschio
|luogo di nascita =
|prima apparizione =
|professione = re di [[Pisa (Grecia)|Pisa]]
}}
'''Enòmao''' ({{lang-grc|Οἰνόμαος|Oinómaos}}) è un personaggio della [[mitologia greca]]. Fu un re di [[Pisa (Grecia)|Pisa]].
 
== Il mitoGenealogia ==
Figlio del dio [[Ares]]<ref name=" dio4.73.1 "/> e di [[Arpina]]<ref name=" dio4.73.1 ">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/DiodorusSiculus4D.html|titolo= Diodoro Siculo VI, 73.1 |lingua=en|accesso= 10 maggio 2019}}</ref> (o di [[Sterope (pleiade)|Sterope]]<ref name="igi84">[[Igino (astronomo)|Igino]], ''[[Fabulae]]'' 84</ref><ref name="igiAs2.21">Igino, ''Astronomica'' 2.21</ref>), sposò Evarete figlia di [[Acrisio]]<ref name=" igin1 ">{{cita web|url=https://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost02/Hyginus/hyg_fabu.html#c63|titolo= Igino, ''Fabulae'' LXIII|lingua=la|accesso=12 aprile 2019}}</ref> (o Sterope <ref name="igiAs2.21" />) e fu padre di [[Ippodamia (figlia di Enomao)|Ippodamia]]<ref>Igino, ''Fabulae'' CXLIII</ref>, [[Leucippo (figlio di Enomao)|Leucippo]]<ref name=" pau8.20.2 e 4">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/Pausanias8B.html#3|titolo= Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia VIII, 20.2 e 4 |lingua=en|accesso= 10 maggio 2019}}</ref> e [[Alcippe (figlia di Enomao)|Alcippe]]<ref name=" Plut40">{{cita web|url= http://www.theoi.com/Text/PlutarchParallelStories.html|titolo= Plutarco, Vite parallele 40 |lingua=en|accesso= 10 maggio 2019}}</ref>.
 
Secondo altre fonti ha genitori mortali (Alcione<ref name=" pau5.16">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/Pausanias5A.html|titolo= Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia V, 1.6 |lingua=en|accesso= 10 maggio 2019}}</ref> o Hyperochus<ref>[[Tzetzes]] a [[Licofrone]], 149, 219</ref>) come padri ed Eurythoe come madre<ref>[[Scholia|Scoli]] ad [[Apollonio Rodio]], ''Argonautica'', 1. 752</ref> o moglie<ref>[[Tzetzes]] a [[Licofrone]] 157</ref>.
Enomao era re di [[Pisa (Grecia)|Pisa]] nonché promotore della prima gara avvenuta dalle parti di [[Olimpia]]. Questa consisteva in una scommessa contro chiunque avesse voluto sposare la figlia [[Ippodamia (Enomao)|Ippodamia]], per evitarne le nozze: egli sfidava i pretendenti ad una gara di quadrighe, il cui percorso andava dalla sua reggia all'altare di [[Poseidone]] sull'[[istmo di Corinto]]. Se il rivale avesse vinto sarebbe divenuto sposo della figlia, ma se avesse perso, Enomao l'avrebbe ucciso.
 
== Mitologia ==
Il re era figlio del dio [[Ares]], che gli aveva donato un tiro di cavalle rapide come il vento, e il suo carro era guidato da [[Mirtilo]], figlio di [[Ermes]], il più esperto degli [[auriga (attività)|aurighi]]. Inoltre il tiranno si prendeva un'ulteriore garanzia, pretendendo che Ippodamia salisse sul carro del pretendente, così che costui, assorto nella contemplazione della bellissima fanciulla, perdesse la concentrazione necessaria.
Temendo una profezia secondo cui sarebbe stato ucciso da suo genero, si guardava dal permettere a sua figlia Ippodamia di sposarsi. <br/>
L'espediente da lui trovato era di esigere che ogni corteggiatore lo sconfiggesse in un [[Agone (antica Grecia)|agone]], il cui percorso si svolgeva partendo dalla sua reggia per raggiungere l'altare di [[Poseidone]] situato sull'[[istmo di Corinto]]<ref name=" ApolE2.3 "/>. Se il rivale avesse vinto avrebbe avuto la mano della figlia ma se avesse perso, lui stesso l'avrebbe ucciso<ref name=" ApolE2.3 "/><ref>[[Quinto Smirneo]] e ''[[Iliade]]'' IV, 527-34</ref>.
 
E aveva già appeso diciotto teste alle colonne del proprio palazzo, dei cui sconfitti [[Pausania il Periegeta|Pausania]] ne elenca i nomi<ref name=" Pau6.21.8 ">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/Pausanias6B.html#7|titolo= Pausania, Periegesi della Grecia VI, 21.8 e seguito|lingua=en|accesso= 10 maggio 2019}}</ref>.
Enomao, sicuro comunque del suo successo, concedeva un vantaggio al rivale. Quando costui era partito, sacrificava un montone a Zeus e, solo dopo la fine del sacrificio, iniziava a rincorrerlo.
Inevitabilmente l'avversario perdeva, e il re lo trafiggeva alle spalle con la lancia e gli tagliava la testa, che inchiodava al suo palazzo.
 
Il suo carro era guidato dall'[[auriga]] [[Mirtilo]], figlio di [[Ermes]]<ref name=" ApolE2.3 ">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/ApollodorusE.html#2|titolo= Apollodoro, Biblioteca Epitome II,3 e seguito |lingua=en|accesso= 10 maggio 2019}}</ref> e tra i vantaggi di Enomao c'erano anche le due cavalle che trainavano il cocchio, Arpina e Psilla ricevute in dono dal padre [[Ares]]<ref>R. Graves, ''I miti greci'', Milano, Longanesi, 1963, p. 491</ref> che erano le più veloci della Grecia e più rapide addirittura del vento del Nord<ref name="igi84"/>.
Erano già tredici le teste, quando un nuovo giovane campione si presentò alla sfida: [[Pelope]]. Ippodamia si innamorò a prima vista del giovane, e convinse Mirtilo - che era innamorato di lei - a manomettere le ruote del carro del padre, così da farlo perdere.
 
Quando fu il turno di [[Pelope]], non si accorse che la figlia si era incantata per lui e nemmeno che il suo auriga (Mirtilo, che era innamorato di lei), per compiacerla manomise le ruote del suo carro rimuovendo i fermi dai mozzi e sostituendoli con dei pezzi di cera. <br/>
[[Pausania il Periegeta|Pausania]], invece, ci tramanda che fu lo stesso Pelope a trattare con Mirtilo, promettendogli metà del regno e lo ''[[ius primae noctis]]'' con Ippodamia, promesse che rinnegò entrambe alla fine della corsa.
Durante la corsa le ruote si staccarono, il carro si distrusse e lui, rimasto impigliato nelle redini, fu travolto a terra e morì<ref name="igi84"/>.
 
== Note ==
In entrambe le versioni, comunque, durante la corsa, il carro di Enomao si distrusse, ed egli rimase impigliato nelle redini e venne travolto a terra. In punto di morte comprese il tradimento del suo auriga, e lo maledisse, augurandogli di rimanere ucciso dallo stesso Pelope.
<references/>
 
L'infausto pronostico giunse inevitabilmente a compimento quando Mirtilo, non avendo dimenticato il suo amore per Ippodamia (o la promessa di Pelope) tentò di violentarla, sulla strada del capo [[Geresto]], il punto più meridionale dell'[[Eubea]]. Pelope, accortosi della cosa, scaraventò Mirtilo con un calcio nel mare che prese da lui il nome di [[Mirtoo]].
Inoltre apprendiamo da [[Igino (astronomo)|Igino]], nel suo ''Astronomia'' (2, 13,2), che Ermes diede al figlio una sede celeste, tramutandolo nella costellazione dell'[[auriga (astronomia)|auriga]].
 
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